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Autore: Loveroflife    03/09/2015    1 recensioni
[[Sequel di ''Anatomia del Cuore''. La storia può essere letta anche senza leggere la storia precedente.]]
Sei anni dopo...
Lei, una donna di 26 anni, che ha realizzato il suo sogno di diventare pediatra e che lotta quotidianamente con i suoi demoni.
Lui, ragazzino di 28 anni, diventato professore di chitarra al liceo musicale, con l'anima rock e il cuore pieno di sogni.
Cosa succederà? Seguitelo insieme a me.
CHE LO SPETTACOLO CONTINUI!
Dal II° capitolo:
''Non te ne andare, sono cinque anni che non ci parliamo, abbiamo tante cose da dirci.'' La guardò speranzoso, con gli occhi che brillavano.
''Io non ho proprio niente da dirti, e se non ci parliamo è solo colpa tua, ricordi?'' Lo guardò con il fuoco negli occhi e lui la lasciò andare di botto.
'' Dovremmo parlare anche di quella sera.'' Disse, serio e coinciso.
''Non ci penso minimamente, e adesso se vuoi scusarmi devo tornare a casa. Stammi bene, Victor.'' Disse, chiudendo la portiera dell'auto e mettendo velocemente in moto, lasciando il ragazzo nel parcheggio riservato ai medici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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Si guardò allo specchio e non si riconobbe. Non era più lei. Era ingrassata, lo notava dal mento e dalle guanciotte piene; aveva due profonde occhiaie che uscivano anche dagli occhiali da lettura che era costretta ad usare. I capelli spenti, senza vita. Non li tagliava da secoli. Da quel pomeriggio erano passati tre giorni,tre giorni di vuoto. Si era data malata al lavoro, ed era vero. Era malata per davvero. Una malattia ben più grave di un raffreddore, di una bronchite o di altro. Una malattia che veniva dal profondo dell'anima, dal profondo del suo cuore. Cosa le stava succedendo? Perchè una ragazza di venticinque anni era costretta a soffrire cosi? Perchè doveva essere indecisa per ogni cosa, mentre le sue amiche prendevano in mano la loro vita e la stravolgevano? Perchè si ostinava a cercare altrove, conscia di essere innamorata ancora del suo primo ed unico ragazzo mai dimenticato? Erano queste le domande che si poneva, mentre vegetava sul divano. Ormai la sua giornata si divideva in pochi ambienti: divano con tv, cucina, doccia e camera da letto.

Un rumore sordo la riscosse dalla contemplazione della tv sintonizzata su un canale di televendite di prodotti cosmetici. Era il campanello.
Si sistemò la canotta e gli shorts che indossava e andò ad aprire. Guardò chi fosse dallo spioncino. Era Victor.
''Ciao Victor, cosa succe..?'' Neanche il tempo di finire la frase che Victor entrò come un tornado nella casa, con l'espressione torva e il viso arrossato. Marika sapeva cosa significava quell'espressione; era imbufalito.
''Dimmi che non è vero!'' Incrociò le braccia al petto, attendendo spiegazioni.
Si trascinò lentamente sul divano, seguita dal chitarrista. Sistemò il cuscino dietro la schiena e lo fissò.
''Cosa non dovrebbe essere vero?'' Non capì sul serio, forse grazie alla sua stanchezza psicologica.
''Dimmi che non sei andata a letto con quel miserabile.'' A queste parole di Victor, Marika spalancò gli occhi, come beccata con le dita nella marmellata.
''E tu che ne sai?'' Domanda lecita.
''Lo so e basta. Ti prego, dimmi che non ci sei andata. Non dopo che mi hai detto che mi ami ancora.''
''Io non devo darti spiegazioni..'' Tentò, con il viso arrossato.
''Dimmi che non ci sei stata, dimmelo!'' Insistette lui.
''Sono stata da lui, ma non ti riguarda..'' Tentò di fare la dura, ponendosi di fronte a lui, in piedi, con le braccia poggiate su i fianchi.
''Non puoi dirmi ti amo e andare con un altro, cazzo!'' Urlò, esasperato.
''NON CI SONO ANDATA A LETTO, OK? QUESTO PERCHE' MENTRE LO BACIAVO CONTINUAVI A VENIRMI IN MENTE TU!'' Urlò più di lui, ammutolendolo. Victor restò di sasso.
''E' frustrante voler stare con un uomo ed essere ripetutamente vittima di visioni che vedono te al posto suo! Sono sei anni che non riesco a farmi toccare ed è solo colpa tua!'' Gli puntò il dito sul petto, punzecchiandolo ad ogni singola parola.
''Lo baciavo e immaginavo te, lo toccavo e immaginavo di toccare te, sentivo il tuo profumo nell'aria e alla fine non ce l'ho fatta. Io ti odio Victor, ti odio perchè mi inibisci da sei, lunghissimi anni.'' Si mise le mani in faccia, quasi a volersi nascondere per la vergogna di non si sa bene cosa.
''Non è vero. Non mi odi. Mi ami. Come ti amo io.'' Victor le si avvicinò piano, quasi a chiederle il permesso di potersi avvicinare a lei. Le allontanò le mani dal viso, lo prese delicatamente tra le sue, di mani, e la baciò. Un bacio casto e semplice, uno sfioramento di labbra impercettibile.
''Vuoi fare l'amore con me?'' La domanda di Victor la lasciò interdetta, quasi imbarazzata. Cosa fare adesso? Ascoltare il cuore o il cervello? Il cuore le diceva di lasciarsi andare, tanto era quello che desiderava da sei anni. Il cervello diceva di aspettare, per far dimostrare a Victor che lui era davvero cambiato, che non aveva sbagliato. Dopo un momento di riflessione la risposta le venne facile, quasi come una liberazione.
''Si.'' E stavolta, Marika, decise di ascoltare il cuore.

 

Spogliarsi con una lentezza disarmante. Marika era già su di giri, Victor d'altro canto calmo e pacato come sempre.
''Non c'è fretta. Non ci viene nessuno dietro, no?'' Victor si tolse piano la t-shirt, rimanendo a petto nudo. Non era esattamente il fisico perfetto di Carlo ma per Marika era quella la perfezione. Rimase a contemplarlo, mentre lui si slacciava i jeans e li faceva raggiungere il pavimento. Rimase in slip, slip neri e aderenti, sempre il solito di sei anni prima. Spalle larghe e busto magrissimo, bicipiti sviluppati, dovuti agli anni di chitarra, mani larghe e piene di calli, che Marika stava già aspettando di sentire sul suo corpo, sedere pienotto e gambe magre. Per Marika era perfetto. Cosi come lei era perfetta per lui.Le tolse prima gli shorts che usava come pigiama estivo, baciando piano ogni centimetro delle lunghissime gambe di Marika; madre natura le aveva dato un'altezza considerevole per essere una donna e Victor ne assaggiò ogni millimetro. Fu la volta della canotta, che la fece rimanere definitivamente in intimo.
''La tua fissazione di portare il reggiseno anche in casa non la capirò mai.'' Disse, mentre le baciava una clavicola e facendola ridere. Mentre tutte, appena arrivate in casa si toglievano ogni indumento possibile, Marika restava con l'intimo fino al momento della doccia prima di andare a letto, non sopportava di avere tutto al vento. Non che Madre Natura le avesse donato molto seno, purtroppo. Una ragazza alta quasi un metro e ottanta con una seconda scarsa, la sua più grande croce.
''Victor...io..'' Voleva dirgli di fare piano, ma lui l'anticipò.
''Tranquilla, dopo tutto questo tempo voglio goderti a pieno, con calma. Non ti farò male.'' E tolti anche i pochi indumenti rimasti, rimasero completamente nudi.
''Ti amo.'' Furono le parole di Marika,con gli occhi lucidi, appena sentì completamente Victor su di lei.
''Ti amo anche io.'' E si unirono, finalmente dopo sei interminabili anni.

 

 

''Oh, sveglia! Tra tre giorni è il tuo compleanno, cosa facciamo?'' Erika le agitò una mano davanti alla faccia, facendo riscuotere Marika dal sogno ad occhi aperti, dove rivedeva le immagini dell'altro pomeriggio.
''Ehm, si.. Potete venire anche a casa mia.. Non avevo intenzione di festeggiare, siamo grandicelle ormai.'' Tutti gli anni la stessa storia. Alla fine avrebbero festeggiato comunque, come avevano sempre fatto dal primo anno di liceo.
''Allora ragazze, gli abiti per voi arrivano dopodomani, poi venite con me in negozio e li proviamo, se c'è qualche modifica da fare abbiamo ancora un mese.'' Veronica parlò più a se stessa che alle altre, che non la stavano praticamente ascoltando.
''Ragazze, qualcuna tra di noi ha fatto sesso e non l'ha detto.'' Pronunciò Erika, accendendosi una sigaretta.
''Io..non faccio sesso da un mesetto, più o meno.'' Rispose Sara, abbassando lo sguardo.
''Non parlavo di te.'' Erika sventolò una mano in aria, come a voler cancellare le parole di Sara.
''Ehm, io vivo con Michele da un anno, cioè lo facciamo ogni sera...'' Provò Veronica, ma Erika non le diede ascolto, troppo impegnata a fissare Marika, che si guardava attorno con aria circospetta.
''Tu, signorina. Hai qualcosa da confessare?'' Erika la mise sotto torchio. Marika, dal canto suo, non aveva mai saputo tenersi niente, era un libro aperto; ed infatti cantò come un uccellino.
''Ho fatto l'amore con Victor.'' Sputò fuori, chiudendosi subito la bocca con delle arachidi. A Sara cadde il telefonino dalle mani, Veronica si portò una mano alla bocca, meravigliata. Erika non fece altro che mettersi comoda sulla poltroncina, sorridendo.
''Lo sapevo che sarebbe successo.''

 

''Oh alza il culo dalla poltrona! Vieni ad aiutarmi!'' Un Michele pieno di abiti maschili parlava ad un Victor che sognava sul divano di casa sua, ad occhi aperti.
''Che vuoi? Fatti aiutare da Angelo!'' Angelo era in piedi accanto al tavolo, e stava sistemando le targhette sulle cravatte di ognuno di loro, per non confondersi.
''Arrivo io, tranquillo. Il nostro chitarrista è in stato vegetativo.'' Dalla cucina spuntò Franco che in pochi secondi prese due vestiti e li poggiò con delicatezza sul letto di Michele. Se li sarebbero presi una volta andati via da quella casa.
''Si può sapere che ti succede? Sembri una signorina che sta aspettando l'arrivo del principe azzurro.'' Michele non sapeva fare paragoni, era certo.
''E' innamorato, non si vede?''
''Smettila, Franco, non fare l'idiota.'' Victor lo fulminò, alzandosi e andando a prendere una birra dal frigorifero.
''Perchè non è vero? Dì la verità, tu e Marika avete copulato?'' Gli sfottò del suo amico cantante continuavano, sotto lo sguardo divertito di Michele e quello torvo di Angelo. Davanti allo sguardo imbarazzato di Victor, capirono tutti.''Oh, era ora! Finalmente!'' Michele se la rise di gusto, dopo il commento di Franco. L'unico in silenzio fu Angelo, che non si rivolse a Victor fino a quando non fu l'ora di andare ognuno a casa propria.
''Se la fai soffrire di nuovo, sarà la volta buona che ti ammazzo.'' Furono le uniche parole di Angelo, che pietrificarono il bel chitarrista.

 

Il giorno seguente, un caldo lunedi di inizio estate, Marika era come sempre al lavoro. Aveva appena visitato due bambini colpiti da gastroenterite, quando una voce femminile la riscosse dalla contemplazione del paesaggio fuori dalla sua finestra.
''Dottoressa Lentini, posso parlarle?'' Girò piano la poltrona e accolse la donna con un sorriso, sorriso che si spense appena vide chi fosse.
''Alessandra?'' Per poco non le cadde il mento ai piedi.
''Marika... Posso parlarti?'' Era la ex di Victor, che chiedeva di parlarle. E per un assurdo colpo di testa, Marika le diede ascolto.

 

 

Dopo tre mesi di assenza sono tornata! Il mio model del Wi-Fi aveva deciso di lasciarmi e ci ho messo tre mesi per averne uno nuovo! Capitolo di novità, vero? Come procederà tra Victor e Marika? Vi prometto di dirvelo presto(esami universitari permettendo). Nel frattempo vi mandi un bacione, come sempre!
M.

P.s: se ho sforato con il rating ditemelo pure, provvederò a correggere!

 

 

  
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