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Autore: kogarashi    05/02/2009    2 recensioni
Ash diventa Campione...ma qualcuno trama alle sue spalle cercando di minare la felicità e la gloria che per tanto tempo ha cercato...qualcuno che vuole vendicarsi di torti passati subiti...(attenzione: possibili alzamenti di rating)
Genere: Drammatico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

Per raggiungere la vera felicità si deve sempre soffrire

 

Cap. 17



“Dove sono?” chiese Misty aprendo gli occhi di colpo e venendo inondata dalla luce che filtrava attraverso i vetri della finestra. Si guardò intorno e vide seduto sulla sedia Mondo, con lo sguardo assente, perso in chissà quale pensiero.

“Mondo?”

Il ragazzo si destò improvvisamente, guardandola sorpreso per alcuni istanti, prima d’illuminarsi come un bambino.

“Come ti senti? Sei svenuta improvvisamente” disse il ragazzo alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a lei.

“Svenuta?” disse allarmata la ragazza.

Mondo annuì, spiegandole di come avesse trovato per puro caso, lei ed Ash insieme ad un altro ragazzo dispersi tra i vari corridoi del palazzo e di come gli avessero spiegato l’accaduto.

Solo in quel momento la ragazza si rese conto che nella stanza c’erano solo loro due, di Ash e Gary neanche l’ombra.

“Dove sono Ash e Gary?” chiese spaventata.

Li stavano cercando e a causa sua che era svenuta come una povera sciocca per la stanchezza, aveva rischiato di mettere tutti in pericolo.

Di mettere lui in pericolo.

“Stai tranquilla stanno bene, sono nella stanza di fianco a questa, questi alloggi si trovano in un’ala del palazzo in disuso, nessuno ne ha l’accesso…non si sognerebbero mai di venire a cercarvi qui

“Lo spero”

Mondo la fissò per alcuni minuti prima di prendere il coraggio a due mani e parlare.

“Mi dispiace, per colpa mia tutti voi avete sofferto…tu hai sofferto, non potrò mai perdonarmelo, mi sento un verme

Misty abbassò lo sguardo sul lenzuolo candido. Sapere che quella persona della quale aveva iniziato a fidarsi aveva causato così tanto dolore alle persone alle quali teneva le provocava un moto di rabbia e di odio. Ma più di tutti, più del male che Mondo aveva fatto coscientemente, la morte di Max e quella di Brock non erano state causate dalla sua mente. La colpa era da ricercare in qualcun altro.

“Lascia stare” rispose solamente la ragazza dai capelli rossi. Parlare di ciò, del passato che li aveva investiti e travolti come un’ondata ghiacciata faceva ancora male, troppo male per una persona come lei, che si era sempre dimostrata forte.

Apparenza

“Vi aiuterò…troverò un modo per farvi uscire tutti da qui vivi” disse d’un tratto Mondo prendendo una mano di Misty e stringendola nella propria.

Una mano fredda che tremava, per l’agitazione o forse la paura, sentimenti che percepiva benissimo ma alla quale non poteva rispondere, se non con un triste sorriso.

“Grazie”

*


“Mi spieghi come hai fatto a sapere dove ci trovavamo?” chiese Ash appoggiato al muro, fissando l’amico che stava controllando se in quel corridoio era tutto tranquillo.

“Te l’ho detto, morfina” rispose lui chiudendo la porta e andando verso le finestre, che chiuse, insieme alle tende ingiallite.

“Non prendermi in giro, sarò stupido ma so bene quali erano le tue condizioni quando sei stato ricoverato, della semplice morfina attenua il dolore, non fa riacquistare la capacità motoria Gary

Il ragazzo dai capelli castani fissò l’amico interdetto.

“Da quando t’intendi di medicina Ash?”

“Non ci vuole un genio. Più che altro, mi preoccupa il tuo stato di salute, sei sicuro di stare bene?” chiese.

Gary annuì.

“Le curo e la riabilitazione con Dawn sono state pressoché miracolose, Ho passato più tempo con i vari fisioterapisti che nella mia stanza d’ospedale, e questo mi ha aiutato molto. Certo, non posso correre e mi stanco facilmente, ma l’importante è che la schiena e le gambe pian piano tornino a funzionare…anche se…” si rabbuiò e Ash lo guardò con più intensità, quasi volesse cercare di leggergli nel pensiero.

“…non potrò tornare alla prestanza fisica di un tempo

Il ragazzo dai capelli corvini distolse lo sguardo a quelle parole e strinse i pugni con rabbia.

“Quindi…la morfina serve solo per attenuare i dolori che senza sentiresti

“No…senza morfina starei così male da non potermi muovere a causa dei dolori

Dopo quell’affermazione calò il silenzio, rotto solo dalle voci che si susseguivano fuori dall’edificio, traffico e gente, perlopiù agenti del team Rocket che setacciavano i dintorni, ignari della vera posizione dei fuggitivi.

“Posso sapere perché Misty è stata male?” disse d’un tratto il ricercatore ed Ash sussultò.

Era estremamente distruttivo per lui vederla in quella situazione, l’aveva sempre vista come una persona forte e sicura di se…vederla stremata e triste era un qualcosa che non riusciva a concepire. Se qualcuno le avesse descritto così la ragazza lui sarebbe di sicuro andato in escandescenze.

Voleva proteggere il ricordo della vera Misty.

“Io…” non riuscì a continuare. Sapere di essere stato controllato come un burattino da persone che si definivano la sua famiglia, ma della quale lui non voleva far parte gli faceva rabbia. Perché avevano colpito persone alle quali teneva. Aveva perso amici preziosi e una serenità che lo contraddistingueva anche nelle situazioni peggiori.

E sapere che in tutto questo Misty ci era finita in mezzo più degli altri gli aveva ancora di più fatto desiderare di spaccare almeno una o due facce.

“Allora?” chiese Gary

“Lascia stare” disse Ash scuotendo la testa. Era troppo dover affrontare la nuda e cruda realtà e parlarne apertamente con uno dei suoi migliori amici.

Dover guardare in faccia la realtà, spiegare di come una parte di lui un tempo era appartenuta al Team Rocket, e di come ora, una persona che non riconosceva come padre, reclamasse il suo diritto di genitore.

Un diritto che mai aveva avuto e che non gli avrebbe mai permesso di avere.

“Andiamo a sentire come sta Misty?” disse Gary percependo come quella domanda e quell’intero argomento fossero una sorta di tabù per lui.

Ash annuì senza guardarlo, ed entrambi uscirono silenziosamente dalla stanza.


*


Nel frattempo Mondo continuava a stringere con forza la mano di Misty, quasi volesse con quel gesto aggrapparsi a lei.

Sentirla

“Mondo? Va…tutto bene?”

Scosse la testa. Non andava bene, non andava bene niente. Si era da sempre ripromesso di comportarsi bene, nonostante facesse parte di quel grande disegno di conquista chiamato Team Rocket non si era mai sentito veramente a casa. Era diverso dagli altri, smania di successo, orgoglio, avidità…erano cose che non gli appartenevano. E dover fare del male a delle persone che non ne avevano colpe, che si erano solo trovati sulla stessa strada dell’organizzazione lo intristiva.

“Scusa”

Misty fissò la mano di Mondo ancorata alla sua ed un brivido la percorse da parte a parte. Nonostante per lei quel ragazzo fosse una persona da considerarsi nemica non riusciva a farlo. Continuava a pensare a lui come ad un compagno.

Sospirò.

“Mondo, ognuno vive arbitrariamente la sua vita, ciò che per una persona è giusto, per un’altra può sembrare sbagliata…siamo noi a decidere da che parte della bilancia stare

Il ragazzo sussultò, gli occhi della ragazza, di un colore misto al verde dei prati e a quello del mare rendevano la sua espressione ancora più magnetica e profonda di quello che in realtà erano.

“Posso…farti una domanda?” chiese stringendo la presa sulla mano della ragazza che annuì.

“Quel ragazzo, quell’Ash…è…il tuo ragazzo?”

“Cosa? Ma…” Misty arrossì di colpo, visibilmente scossa da quella frase, e se Mondo avesse anche solo sperato che quello che li legava potesse semplicemente essere un’amicizia molto forte, la reazione della ragazza fece presagire immediatamente il contrario.

Se anche non fossero stati insieme, lei provava comunque qualcosa d’importante per lui.

Qualcosa che lui, ora come ora, non poteva ancora afferrare.

“Lo invidio…”

Lasciò la presa dalle mani della ragazza, la quale non la mosse di un millimetro.

“Mondo…”

“Va tutto bene, è che l’avevo visto così preoccupato che mi era sorto il dubbio che poteva esserci qualcosa…e poi…i discorsi di madama Boss e di suo figlio non lasciavano dubbi in proposito…eheh…che stupido bamboccio

“Non sforzarti di ridere…” disse Misty tristemente “…il rapporto che c’è fra me e Ash…è da sempre stato costellato da sofferenze, litigi e divisioni…nonostante lo ami con tutta me stessa…nonostante il fatto che voglia stare sempre con lui…credo che una parte di me voglia scardinarsi da questo sentimento…non riesco respirare…nonostante lo ami…e mi senta persa senza il suo appoggio…dovrei allontanarmi da lui

La porta si aprì di colpo e i due ragazzi sobbalzarono, sicuri di essere stati scoperti. Invece si ritrovarono davanti ad Ash, che come una furia era entrato e ora stringeva i pugni in modo sconnesso, quasi volesse fare entrare le unghie nella carne.

“Ash!” disse Misty sorpresa mentre anche Gary entrava nella stanza fissando l’amico con preoccupazione e tensione sempre più crescente.

“Cosa…vorresti dire?” chiese il ragazzo dai capelli corvini bloccando il suo guardo su quello allarmato della ragazza.

“Hai…STAVI ORIGLIANDO!” strillò la ragazza adirata.

“Avanti ragazzi…calmatevi o ci scopriranno” disse Mondo vedendo la scena e percependo come sarebbe scoppiato un litigio di li a poco.

“TACI!” dissero all’unisono i due ragazzi.

Mondo si pietrificò all’istante…il cambiamento repentino dei due ragazzi l’aveva colto alla sprovvista.

“Allora? Cosa volevi dire con quelle parole? Cosa vuol dire che vuoi allontanarti da me? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, dopo quello che è accaduto…prima…vuoi allontanarti? Con che faccia puoi dire una cosa simile?

Era la prima volta che lo sentiva così ferito. Istintivamente si alzò dal letto ma Mondo la ricacciò seduta.

“Sta li!”

“Lasciala” sibilò il ragazzo alle sue spalle e Mondo si voltò verso di lui.

“Hai ucciso il mio migliore amico, il fratellino di Vera e hai fatto del male ai mie compagni. Non azzardarti a toccarla”

La minaccia di Ash ebbe il suo effetto in pochi istanti. Mondo ricacciò a stento la rabbia che stava provando in fondo a se stesso, non voleva mettersi a fare a botte con una persona alla quale Misty teneva enormemente.

“Ash calmati! Non è il caso di farne una questione di stato” disse Misty ma lo sguardo con la quale il ragazzo la incenerì le suggerì di starsene zitta e tranquilla al suo posto.

Gary intanto faceva scorrere lo sguardi fra i suoi amici e lo strano ragazzo che non conosceva, ma che a quanto pare doveva essere la causa di tutto il loro dolore.

“E’…è stato lui a commettere quegli attentati?” chiese.

Ash annuì e la rabbia di Gary a quella risposta muta ma carica di ogni più piccolo particolare esplose come una bomba ad orologeria.

Senza che nessuno potesse anche solo pensare di fermarlo scaricò la sua rabbia sferrando un potente pugno a Mondo, il quale cadde a terra di schiena, mentre il sangue iniziava a cadere da suo labbro, probabilmente rotto.

“Bastardo!” gridò Gary pronto a sferrare un altro attacco.

“Fermati! Non è colpa sua” gridò Misty sovrastando quasi la voce dell’amico, e mettendosi in mezzo ai due.

“Che stai facendo? Spostati!” disse Gary cercando di controllarsi.

“E’ stato controllato dai capi del Team Rocket!” disse Misty cercando di difendere il ragazzo.

“HA UCCISO BROCK!” gridò Ash e Misty sussultò.

Quel nome era ancora troppo per essere pronunciato così alla leggera.

Scrollò la testa cercando di non piangere, ma la sua espressione tradì il dolore che era appena riemerso. Una ferita che non poteva rimarginarsi.

“Io…non potrò più…non lo vedrò crescere, non lo vedrò stare con te…dovrò dire addio a voi due…

Una lacrima le scese giu dal viso candido come i toni pastello.

“Prenditi cura di lui…anche per me…vi voglio bene…

La ragazza scoppiò a piangere, aveva cercato di essere forte, ma la verità era che adorava Brock, quasi quanto adorava Ash…nonostante l’affetto che provava nei loro confronti fosse tutt’altro che uguale.

“Brock…piangeva, prima di morire…stava piangendo…” disse Misty soffocando un singhiozzo e alle sue spalle Mondo abbassò la testa.

“Lui…lui ci voleva bene, eravamo come una famiglia…avrebbe voluto vederci diventare degli adulti volenterosi…ci amava, come se invece di amici e fratelli fossimo suoi figli

Ash fece un passo verso di lei, anche lui si era portato dietro un dolore immenso da quel giorno, un giorno che mai si sarebbe attenuato.

“Mi dispiace Ash ma…non ci riesco, non ce la faccio a continuare…davo per scontato che avendoti vicino sarei riuscita a superare qualsiasi avversità, ma la verità è che averti vicino non fa che intensificare il mio dolore…

Le parole arrivarono come una frana potente ed impossibile da fermare. Gli stava dicendo che voleva essere lasciata in pace.

“Misty! Non dire cose di cui poi un giorno potresti pentirti!” la rimproverò Gary, ma lei lo ignorò.

“Tutto questo è diventato troppo per me…il sentimento che mi porto addosso è diventato un peso troppo pensate da sopportare” disse portandosi una mano stretta a pugno sul petto, dopodichè alzò lo sguardo “Perdonami Ash…

Il ragazzo dai capelli corvini rimane immobile, mentre la ragazza dai capelli rossi s’inginocchiava vicino a Mondo, iniziando a medicargli la ferita con un piccolo fazzoletto di stoffa molto simile a quello che aveva dato ad Ash anni prima.

“Ormai…non c’è più niente da fare…”


*


Nel frattempo Vera e gli altri erano ancora rinchiusi nelle celle sperando che gli amici non fossero stati catturati e alla disperata soluzione di un piano di fuga.

“Dobbiamo riuscire a prendere le chiavi alla guardia!” disse Dawn a bassa voce con la caviglia fasciata, mentre con lo sguardo seguiva la guardia che camminava avanti e indietro davanti alla cella.

Si ma come?” disse Drew.

“L’unico modo sarebbe imbrogliarla…ed io so esattamente come fare…” disse Vera strizzando l’occhiolino e Drew a quella vista non potè fare altro che sorridere. Nonostante ciò che era avvenuta, la forza d’animo della ragazza batteva qualsiasi sua concezione immaginaria.

“Fa attenzione” disse.

Vera lo guardò e sorrise, un sorriso amaro, che ancora bruciava a causa del ricordo troppo nitido. Ma sapeva che se si fosse fermata adesso sarebbe crollata.

“Drew…una volta usciti da questo inferno…vorrei parlarti

La voce della ragazza suonò come una supplica, un senso di scusa e di risentimento che invadeva la stanza e la mente di Drew più di qualsiasi altra cosa. Iniziava a temere il peggio, perché sapeva che Vera, era si forte, ma allo stesso tempo debole.

Debole come i petali delle rose che era solito regalarle.

Dawn guardò i due ragazzi, e un moto di tenerezza la invase, conosceva da troppo poco tempo Vera e Drew, eppure aveva imparato ad amarli, come in parte, amava Ash e aveva amato Brock…

Un amore incondizionato che legava ogni membro saldamente.

Uno all’altro, come i tasselli di un puzzle.



CONTINUA…

 

  
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