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Autore: fefi97    03/09/2015    2 recensioni
Chris e Vince sono una coppia di lunga data, una coppia in "crisi", perché per Vince non é una crisi, per Chris lo è anche troppo.
Vince ha quarantanni, é un poliziotto pragmatico e scorbutico, un pò orso, che ama Chris più della sua stessa vita, ma non é bravo a dimostrarlo.
Chris ha trentaquattro anni, é un attore, o almeno ci prova, é irruento, genuino, allegro, dolce e sfacciato insieme,tutto cuore, esattaemente il contrario di Vince. Ama Vince, ma a volte si chiede se sia ricambiato.
Dopo un litigio che porta Chris a chiudersi ottusamente dentro il bagno, Vince ripercorrerà mentalmente i passi della loro storia, a partire da quando era cominciata, dieci anni prima, intrecciando i ricordi ai momenti difficili del presente.
Riusciranno a superare la loro "crisi"?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO 3
 
 
Alla fine Chris la apre la porta del bagno.
Succede più o meno verso le undici di sera, quando ormai Vince ha cominciato a perdere le speranze e si è pure mezzo addormentato, appoggiato a quella cavolo di porta.
Scatta in piedi quando sente l’inconfondibile “click”, segno che Chris si è deciso a girare quella dannata chiave. Vince pensa che sia semplicemente troppo bello per essere vero, così apre di scatto la porta, rischiando di far dare una capocciata a Chris, che si trovava proprio dietro, le guance risucchiate come se stesse trattenendo il respiro, e in effetti è così. Non si aspettava di trovare il compagno ancora seduto lì per terra e ha paura di quale potrebbe essere la sua reazione.
Vince lo guarda duramente negli occhi per un attimo, poi lo afferra per quella vita morbida che ama stringere tra le mani mentre fanno l’amore, e se lo tira contro, affondando il naso in quei capelli incasinatissimi, le braccia strette in modo possessivo intorno ai fianchi di Chris.
-Ti amo, idiota. – gli sussurra all’orecchio – Non devi dubitarne mai più, mi hai capito? –
Chris non risponde e trema un po’ tra le sue braccia, cosa che fa aumentare a Vince la presa su di lui, perché ha intuito che l’altro sta piangendo.
-Non piangere.- mormora staccandolo leggermente da lui, cercando di incrociare quegli occhioni azzurri e liquidi che Chris sta tenendo bassi – Lo sai che non ti ci voglio vedere piangere.. – continua dolcemente, passandogli i pollici enormi sulle guance, raccogliendo alcune lacrime.
Chris ancora tace, ma si aggrappa al suo collo come una scimmietta bisognosa di attenzioni e Vince lo stringe senza fare commenti, perché Chris in questo momento sta mettendo da parte il suo orgoglio per avere solo un po’ di coccole, un po’ di rassicurazioni da lui.
Vince gli accarezza la schiena, i capelli, il viso, azzarda persino un lieve sfioramento al fondoschiena, senza secondi fini, solo perché nella sua mente ogni singola parte del corpo di Chris merita di essere accarezzata e venerata.
-Ehi, sei in coccola time? – chiede Vince, vagamente divertito, mentre l’altro continua a stringere con forza sorprendente il suo collo, come se fosse un’ancora di salvataggio.
Chris si limita a strofinare il suo naso a patata contro il collo di Vince, in un muto assenso.
-Okay, bimbo. – ridacchia Vince, afferrando gentilmente le cosce di Chris e facendogliele avvolgere facilmente intorno al suo bacino. L’altro non strepita come al solito sul fatto che Vince deve smetterla di trattarlo come un bambino, ma si limita ad accoccolarsi meglio contro il petto massiccio del compagno. Chris è leggero come una piuma, e per Vince, che è il doppio di lui, è un gioco da ragazzi trasportarlo in braccio fino alla camera da letto. Apre la porta con il piede e si avvicina al letto coperto da una trapunta arancio fluo – sobria scelta di Chris, ovviamente – lasciandovisi cadere sopra con attenzione, senza mollare la presa su Chris, che è avvinghiato a lui in maniera quasi morbosa.
-Vuoi..?- azzarda Vince facendogli un’altra vaga carezza sul fondoschiena, perché ha capito che Chris vuole sentirlo vicino, ma non sa quanto, vicino.
-No.- mormora Chris, il viso nascosto contro il petto dell’altro – No, per favore, voglio stare solo un po’ così, con te. – sussurra lieve, le mani che stringono con forza il davanti della maglietta di Vince, come se avesse paura di un abbandono. Vince fissa per un po’ i suoi capelli castano chiaro, poi  lo stringe di più, lasciandogli un bacio a labbra aperte sulla tempia.
-Ehi, calmo, va bene.. tutto quello che vuoi, amore. –
Chris sbuffa una risata e Vince fissa la sua nuca, perplesso.
-In questo momento sei tanto accondiscendente da far vomitare arcobaleni a chiunque. – mormora in tono divertito Chris contro il suo petto e Vince si finge indignato, cominciando a solleticargli i fianchi morbidi. Chris ride forte, si dimena e scalcia rischiando di rendere Vince storpio per sempre, ma il poliziotto non si lamenta e ride con lui, andandogli sopra e dandogli il tormento con il solletico.
-Basta, basta, ti odio! – esclama Chris, cercando di disarcionarlo con, ovviamente, scarsissimi risultati.
Vince improvvisamente si ferma e guarda intensamente Chris, che sorride e ha ancora gli occhi lucidi, ma più per le risate che per le lacrime.
-No che non mi odi. – gli sussurra all’orecchio, abbassandosi su di lui e reggendosi con le braccia puntate sul materasso ai lati della testa di Chris, per non pesare sul corpo magro del compagno – Dillo che mi ami, io te l’ho detto. – insiste, e Chris non può fare a meno di ridere del suo tono infantile e del suo broncio. Sorride ampiamente,mentre passa le mani sulle guance di Vince, strizzandogliele .
-Ti amo Vince. – sussurra e il suo sorriso prende una piega dolce,mentre inclina un po’ la testa e guarda Vince, sopra di lui, con gli occhi un po’ socchiusi.
Vince ricambia il sorriso, prima di far congiungere le loro labbra in un bacio soffice.
-Adoro i tuoi baci.. – gli soffia Chris sulle labbra e Vince lo bacia con più foga, togliendogli il respiro e provocandogli una risatina stentata.
Anche Vince adora i baci di Chris e si ricorda ogni singolo, minuscolo bacio che hanno avuto.
A partire dal primo.
 
 
 
 
E’ passata esattamente una settimana dalla prima volta che Vince, imbeccato da Robbie, è andato a prendere Chris al bar dove lavora.
E sono esattamente sette giorni che alle otto in punto, Vince continua a presentarsi all’appuntamento, trovando Chris ad aspettarlo con un vago sorriso, seduto sul marciapiede e senza giacca, perché tanto sa che ci penserà Vince a portargliela.
Non c’è stato bisogno di parole tra loro, semplicemente, in quella maniera silenziosa che sembra contraddistinguere il loro rapporto, i loro serali viaggi in macchina sono diventati una routine.
Robbie non lo sa, e Chris non pensa sia un problema, perché in fondo con Vince non combina niente, apparte cercare di fare conversazione, fallendo miseramente, tra l’altro.
Vince si sente vagamente in colpa nei confronti del collega per il fatto di vedere Chris tutti i giorni, ma in fondo era quello che anche l’altro voleva, avere qualcuno che portasse Chris a casa al posto suo, no?
E si che la moto di Chris è stata riparata alla perfezione da due giorni e che non ci sarebbe più bisogno di Vince che lo scarrozza in giro, ma ai due non sembra importare.
-Ma non è che ti piace? – aveva chiesto Victoria un giorno, in un tono tra il perplesso e il curioso.
Chris aveva borbottato qualcosa sul fatto che l’amore l’aveva totalmente rincoglionita ed era sgattaiolato in cucina, rossissimo in viso.
Insomma, quella del viaggio in macchina è diventata una loro tradizione, ormai.
E’ un mercoledì, che le cose cambiano.
All’inizio sembra tutto normale.
Chris sale in macchina sbattendo la portiera di malagrazia, segue un’occhiataccia di Vince e un’alzata di sopracciglio di Chris.
Poi Chris avvia una conversazione, o meglio un monologo.
-Come è andata al lavoro? Hai forato qualche chiappa? – domanda, e fa la stessa domanda tutte le dannate sere e,davvero, Vince sa che dovrebbe trovarlo irritante e non fottutamente adorabile, ma proprio non ci riesce.
-No, idiota. – sbuffa Vince, senza neanche guardarlo.
Chris lo guarda male per un istante, poi sorride e comincia a parlare a raffica, raccontando la sua giornata anche se Vince è sicurissimo di non avergliela chiesta.
-A me è andata piuttosto bene dai! Non sono inciampato da nessuna parte, ho avuto un sacco di mance e Victoria mi ha fatto morire dal ridere raccontandomi delle figure di merda che ha combinato Caleb domenica al pranzo con i suoi! Praticamente per ingraziarsi la mamma di Vic si è presentato con dei pasticcini, no? Solo che la madre di Vic sta tipo a dieta dall’era dei dinosauri ed ha tipo avuto una crisi isterica perché Caleb le aveva fatto venire voglia di rimpinzarsi di dolci! E non ti dico con suo padre che ha fatto! Praticamente.. –
-Chris, infilati la giacca. – lo interrompe Vince, svoltando a destra, gli occhi incollati sulla strada.
Chris getta un’occhiata al giaccone che tiene ancora in grembo e che si è dimenticato di infilare, poi si imbroncia leggermente e guarda Vince.
-Ma mi ascolti? –si lagna con voce cantilenante e Vince alza gli occhi al cielo.
-Si che ti ascolto, piattola. Solo infilati quella giacca, okay? Fa freddo e tu sei perennemente scoperto.-
Chris fa un sorrisetto, mentre obbediente infila le braccia nei buchi.
-Tanto ci sei tu che ti prendi cura di me, no? – dice e dovrebbe essere una battuta, ma c’è molta più verità in quelle semplici parole che in molte altre cose.
Vince grugnisce, Chris ridacchia e il veicolo cade nel silenzio. Non è un silenzio opprimente. In qualche modo è un silenzio giusto, piacevole. E’ il loro silenzio, il silenzio a cui sono abituati.
Quando Vince però parcheggia di fronte al palazzo dove Chris ha un appartamento in affitto, il più piccolo esita prima di sfilarsi la giacca e scendere come tutte le altre volte. Vince lo guarda, curioso, e Chris ricambia lo  sguardo, mordendosi il labbro, stranamente esitante.
-Stasera avrei dovuto fare Benvolio in un adattamento moderno di Romeo e Giulietta, ma hanno spostato lo spettacolo perché Giulietta è malata e non c’è la sostituta, quindi mi chiedevo se invece non ti andasse di salire da me e, che ne so, fermarti a cena. – dice tutto d’ un fiato, gli occhi enormi che si riflettono in quelli sorpresi di Vince.
Il poliziotto deglutisce, avvertendo la spiacevole sensazione di essere arrossito.
-Io.. mh, non so se  sarebbe opportuno..tu sei impegnato.. –bofonchia imbarazzato e Chris riacquista un po’ di sicurezza, sbuffando forte dal naso.
-Senti ti ho proposto una cena, non pompino e scopata sul divano! -  sbotta.
-Chris! – lo riprende Vince, un po’ scandalizzato, un po’ divertito da quel moccioso senza peli sulla lingua.
Chris gli fa un sorrisetto saputo e Vince si ritrova a deglutire un’altra volta.
-Senti, mi fa piacere offrirti una cena per sdebitarmi di tutti i passaggi che mi hai dato, tutto qui! Se la cosa ti mette così a disagio, Robbie nemmeno lo verrà a sapere! – esclama e Vince non si sente molto rassicurato da quella parole. Anzi quel “Robbie non lo verrà a sapere” ha il potere di inondargli il cuore di un profondo senso di colpa.
Però come fa a dire di no agli occhi azzurri di Chris, così sorridenti, cos’ sinceri nel loro entusiasmo, così belli?
Così alla fine accetta e cinque minuti dopo si trova a prendere come un deficiente l’ascensore da solo per la stupida idea di Chris che “è più divertente vedere chi dei due fa prima!”.
Quando Vince scende all’ottavo piano, trova Chris semisvenuto sul pianerottolo, una mano sul petto ansante e, sul serio, che razza di idiota.
-Ho vinto! – trova la forza di dire, lanciandogli uno sguardo di sfida.
-Si, sei anche quasi morto. – fa Vince, alzando gli occhi al cielo e tirandolo su per un braccio. Chris ridacchia e stringe le mani sui bicipiti di Vince per sostenersi e l’uomo sente un brivido freddo percorrergli il corpo a quel contatto.
Da quanto tempo e che non sta con un uomo? Da quando è finita con Simon, circa un mese fa, non ha avuto altre relazioni, forse è per questo che qualsiasi cosa Chris faccia si sente andare il sangue al cervello- e non solo lì.
Cerca di imporsi autocontrollo, perché c’è Robbie e lui vuole bene a Robbie e non vuole ferire Robbie e deve pensare a Robbie.
Robbie,Robbie,Robbie,Robbie.
-Ehi, ti sei imbambolato? –
Vince guarda Chris, che lo sta fissando con uno dei suoi sorrisi luminosi, agitandogli davanti al viso le chiavi con un ridicolo portachiavi di Stich che gli pendono da due dita.
-Andiamo? – gli domanda, e sorride mentre lo dice e lo guarda pure, di sottecchi, con una luce quasi soffusa negli occhi azzurri, il buio del corridoio che crea ombre affascinati sul viso paffuto e tenero.
E il cervello di Vince, quel bastardo, decide di voltargli le spalle.
Chris,Chris,Chris,Chris.
Vince si colpisce con forza la fronte con una mano e ignorando lo sguardo perplesso di Chris, bofonchia di aprire la porta, che ha fame.
 
 
 
L’appartamento di Chris è l’incubo di Vince.
C’è disordine ovunque, le mensole sono completamente vuote perché gli oggetti giacciono abbandonati per terra e un gatto dall’aria affranta è sdraiato sul divano, l’unico posto abbastanza sgombro in tutto quel caos.
E poi è tanto colorata che a Vince quasi viene il mal di testa. Il bagno giallo e verde rischia di mettere a dura prova la sua sanità mentale, poi.
Chris si gratta una guancia, in piedi vicino al divano dopo che ha finito di mostrargli la casa, che è abbastanza piccola ed è costituita dal bagno, la cucina, il salotto e una camera da letto.
-Beh si, non aspettavo gente o avrei messo un po’ ordine. – gli sorride e Vince sbuffa perché, per favore, non ci crede manco un po’. Chris lo guarda un po’ male, offeso.
-Va bene, forse non lo avrei fatto, ma è un caos organizzato, che ti credi? –
Vince inarca le sopracciglia, facendo vagare gli occhi verdi per il salotto.
-Fa schifo casa tua. – decreta e Chris gli fa la linguaccia, prendendola con spirito.
-Oh, lui è Miles, il mio gatto! – dice poi, indicando l’obeso e depresso gatto rosso che di guarda con aria rassegnata attorno, come a dire “ non mi ricordo neanche più l’ultima volta che l’ha pulita, sta casa”.
-E’ grasso. – osserva Vince, guardando l’animale con la fronte aggrottata.
Chris lo fulmina, più offeso per via del gatto che per il commento sulla casa.
-Miles non è grasso! E’ solo una fase adolescenziale!- esclama e Vince comincia a pentirsi di aver accettato l’invito a cena.
No, okay, non è vero, non si sta pentendo.
In realtà Chris lo fa ridere. Cioè non ridere ridere, perché lui non ride se può evitarlo, ma ha la sorprendente capacità di farlo sorridere con una frequenza quasi allarmante.
Chris chiacchiera ininterrottamente mentre prepara della pasta, e Vince lo guarda dalla sua postazione sulla sedia, dato che il ragazzo gli ha categoricamente vietato di aiutarlo in alcuna maniera. Vince in realtà vorrebbe intervenire, perché Chris in venti minuti si è già scottato tre volte con la pentola e ha rovesciato il sale per terra (“cazzo Vince,avremo una sfiga tremenda ora!”), ma l’unica cosa che l’altro gli ha concesso di fare è stata stappare una bottiglia di vino che gli ha regalato Caleb per il suo compleanno e che non ha mai avuto occasione di aprire perché “ che cazzo ne so come si apre? Sono astemio, mentre Caleb è un’idiota!”.
-Perché me l’hai fatta aprire se tu non bevi? – chiede Vince versando un bicchiere di vino per lui e anche per Chris, così, proforma.
Chris lancia un’imprecazione contro “sti cazzo di spaghetti”, poi si volta verso Vince, tutto arruffato e sorridente, e Vince deglutisce cercando di ricordarsi che Chris è fidanzato con il suo migliore amico  e questo lo rende per sempre materiale off limits per le sue fantasie.
-Vabbe, un goccio lo bevo, non è che sono proprio astemio, è che preferisco la coca cola! –
-Hai gusti raffinati quanto un ragazzino di dodici anni, sai? – lo prende in giro Vince, sorridendo appena.
Chris gli alza il medio ricambiando il sorriso, poi si volta a controllare la pasta, con una leggera apprensione.
-Ehi, è normale che gli spaghetti se ne stiano così rigidi, fuori dall’acqua? –
Vince si alza e lo raggiunge ai fornelli, scavalcando il gatto Miles che a quanto pare soffre anche di “complesso dell’abbandono” e va sempre dove c’è Chris.
-Chris, ma li hai spezzati gli spaghetti prima di metterli nell’acqua? – domanda Vince lanciandogli uno sguardo tra il rassegnato e il divertito.
-Oh! – esclama Chris, gli occhi grandi, e davvero, Vince non ce la fa a trattenere oltre una risata.
 
 
 
Condiscono la pasta con tonno e fagioli, perché era l’unico condimento disponibile, e fa davvero schifo, eppure è la cena migliore della vita di Vince. Sono seduti ai due lati di un semplice tavolo di legno, con una tovaglia tutta macchiata, al centro della disordinata cucina di Chris. E Vince si sta davvero divertendo.
Chris è divertente, simpatico, ironico e spigliato.
In poco tempo Vince sa tutto di sua sorella Liza, del nuovo matrimonio del padre, con cui non è mai andato d’accordo, e del fratellastro Joshua, con cui invece ha un buon rapporto.
-Sua madre è insopportabile, una vera arpia, ma lui è uscito piuttosto bene, per essere anche figlio di mio padre.-  gli spiega, sorseggiando con una lieve smorfia il bicchiere di vino che Vince gli ha versato.
-Quanti anni ha? – chiede Vince che, finito stoicamente il suo piatto di pasta, sta facendo i grattini a un placido Miles comodamente spaparanzato sulle sue gambe.
Chris inarca un sopracciglio chiaro, il bicchiere ancora in mano.
-Chi? L’arpia o Joshua? –
Vince sbuffa un sorriso – Joshua. –
-Quasi dieci, compie gli anni a Dicembre. –
-Ti assomiglia? – e Vince non sa perché cazzo gli importi così tanto sapere se esiste un mini Chris con gli stessi occhioni azzurri e le fossette.
Chris fissa meditabondo il suo piatto quasi intonso di pasta, riflettendoci.
-Beh, non molto. Lui assomiglia a mio padre, io ho preso quasi tutto da mia madre, tranne il naso. – sospira toccandosi con un dito il naso a patata – Questo è merito di mio padre, mia madre aveva un delizioso nasino alla francese, porca miseria! – si lamenta a denti stretti e Vince scoppia a ridere, evitando di dirgli che lui invece il suo naso a patata lo adora.
-E tua sorella invece? Liza, giusto? –
Chris si apre in un sorriso dolcissimo – Si, lei è la mia sorellona. Ci assomigliamo per i capelli e la fisionomia del volto, ma ha preso gli occhi scuri da mio padre. – prende un altro piccolo sorso di vino mentre Vince si riempie quello che ormai è il terzo bicchiere. Lui è uno che regge bene l’alcol, ma forse dovrebbe darsi una calmata se non vuole evitare la figura di merda del poliziotto arrestato per guida in stato di ebbrezza.
-E tu Vince? Dai, parlami un po’ di te, sono curioso! – lo esorta Chris.
-Ho tre sorelle più piccole, una di loro va ancora la liceo.. – comincia a raccontare e Chris non può fare a meno di notare come i suoi occhi verdi si siano addolciti nel menzionare le sorelle. – E niente, non so che dirti di loro.. sono okay, gli voglio bene. –conclude Vince, goffamente.
-Come si chiamano? – gli viene incontro Chris, trattenendo una risatina.
-Beth, Margot e Harriet, la più piccola. –
-Cristo, scommetto che a quelle tre poverette hai fatto vivere un’adolescenza schifosa, paranoico e iperprotettivo come sei! – brontola Chris e Vince inarca le sopracciglia.
-Ho solo cercato di proteggerle per quanto era nelle mie possibilità. – obietta in tono calmo e Chris lo ascolta, rapito – Sono molto preziose per me, anche se magari non riesco a dimostrarglielo come vorrei. Se un idiota spezzasse loro il cuore, non esiterei a sparargli. –
-Aw, anche io voglio un super fratellone così! – esclama Chris ironico e Vince alza gli occhi al cielo, sorridendo appena.
 
 
Quando un’ora dopo Chris si alza in piedi per sparecchiare ed evita una spiacevole colluttazione con il pavimento solo grazie al tempestivo intervento di Vince, che lo afferra per un braccio, capisce che, forse, quel bicchiere di vino rosso dopo anni di coca cola e caffè gli è stato fatale.
-Ehi, tutto bene? – esclama Vince allarmato, tenendolo su per le braccia, mentre Chris ridacchia come un cretino, la testa leggera, così come lo stomaco, dato che non ha mangiato praticamente niente.
-Oh Gesù, mi sa che sono brillo. – sospira e Vince fa un’espressione esasperata.
-Ma se non hai bevuto niente! –
Chris gli lancia un offuscato sguardo offeso.
-Ehi, io non reggo l’alcol, okay? – esclama brandendogli contro l’indice e rischiando di infilarglielo in un occhio. Vince gli afferra la mano e lo guarda male, mentre Chris esala un’altra risata scema.
Il poliziotto sospira, lasciando la mano dell’altro e circondandogli la vita con un braccio.
-Avanti, aspirante alcolista anonimo, ti porto sul divano prima che mi crolli qui. – brontola e Chris si lascia inaspettatamente condurre dalle braccia forti di Vince senza fare storie.
Vince lo accompagna in salotto, Miles alle calcagna. Cerca di far sedere Chris sul divano, ma quell’idiota si arpiona alla sua camicia, con il risultato di far cadere entrambi tra i cuscini, Chris sotto e Vince sopra, che per la sorpresa ha giusto il tempo di piantare le mani sul bracciolo dietro la testa del più piccolo per evitare di gravargli addosso con il suo peso.
Chris ride, mentre Vince lo guarda male, le guance coperte di barba leggermente rosse.
-Oddio.. – ansima Chris tra le risate, mentre Vince con un grugnito fa per risollevarsi, evitando di guardare l’altro negli occhi. E’ il tocco estremamente delicato delle mani di Chris sul suo viso a farlo bloccare e a spingerlo ad abbassare gli occhi in quelli dell’altro.
Chris ha gli occhi un po’ lucidi, per le risate e il vino, le guance deliziosamente arrossate e il suo tipico sorriso luminoso sulle labbra carnose.
E’ la cosa più bella che Vince abbia mai visto.
E’ stato con diversi ragazzi, ha amato diversi ragazzi, per cui proprio non riesce a spiegarsi come d’un tratto tutti i suoi amanti passati gli sembrino insignificanti, con Chris languidamente steso sotto di lui.
Il più piccolo continua a toccargli il viso, delicato e attento, e Vince socchiude un po’ gli occhi, terribilmente simile a Miles quando prende i grattini.
-Sai, non si direbbe affatto che sei un compagno gay. – mormora Chris fissandolo assorto, ripetendo le parole di Robbie che Vince ha ben presenti nella memoria.
-Però sei bello, sai Vince? – continua con voce innocente e l’altro rimane in silenzio, sentendosi terribilmente in colpa. Sa che Chris non è propriamente lucido e che la situazione sta diventando compromettente e farebbe meglio ad andarsene prima di peggiorare le cose, ma davvero non riesce a sottrarsi dal tocco di Chris.
-Si. – continua Chris, parlando quasi tra sé – Sei proprio bello, l’ho pensato sin dalla prima volta che ti ho visto. –
Vince non dice niente, continua a fissarlo con i suoi piccoli occhi verdi e Chris sorride, gli posa una mano piccola e bianca sulla guancia e l’altra appena sotto la mascella, si sporge e lo bacia sulle labbra, un bacio innocente e ingenuo, un bacetto a stampo, davvero roba di poco conto.
Eppure.. eppure Vince sente che potrebbe bruciare per quel bacetto passionale quanto Peppa Pig.
Chris si stacca quasi subito, è tranquillo ma non sorride più, perché legge negli occhi spalancati di Vince cosa ha appena fatto.
-Vince, scusa io.. – comincia con voce roca, ma l’altro non gli da tempo di dire niente. Si alza frettolosamente da sopra di lui, rischiando di inciampare nel povero Miles che emette un miagolio oltraggiato. Chris si mette faticosamente a sedere, osservando con occhi impanicati Vince afferrare velocemente il proprio cappotto e infilarselo con gesti febbrili.
-Vince.. – lo chiama Chris, con voce rasente la supplica. Supplica di cosa, poi?
-Devo.. devo scappare. – borbotta Vince, allacciandosi i bottoni della giacca senza guardarlo,mentre cammina impacciato verso la porta – Grazie della cena. – dice e prima che Chris possa dire anche una sola sillaba, il poliziotto è già sparito oltre la soglia, chiudendosi con forza la porta alle spalle.
E la sera dopo, alle otto precise, Chris non trova nessuno ad attenderlo fuori dal bar.
 
 
 
 
ANGOLINO
 
Ciao!
Sono di nuovo qui!
Questa storia non sta riscuotendo molto successo, ma io non posso fare a meno di scriverla, mi piacciono troppo sti due ahaha ^^”
Ringrazio molto le due persone che hanno recensito il capitolo due e spero che altri abbiano voglia di dirmi che ne pensano della storia!
Grazie comunque a chi segue, preferisce o legge soltanto!
Un bacione e a presto, Fede <3
  
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