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Autore: _Nancy_    03/09/2015    0 recensioni
[Tratto dal testo]
E se fosse sempre stato così? Se fosse davvero stato il Signore Oscuro a dar vita a tutto ciò?
Ancora, non possiamo saperlo con certezza. L’unica cosa che sappiamo, è che tale storia narrata non viene nemmeno accennata in un qualche racconto.
Vorranno mica nasconderci la verità o hanno semplicemente paura di sbattere la faccia contro la realtà?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Storia che partecipa al contest “Romeo e Giulietta: un amore impossibile”, indetto da Aurora_Boreale_
 

Nick _Nancy_
Titolo Anime distrutte e frammenti di vetro 
Lunghezza 12.329 parole 
Rating Arancione
Genere Fantasy e Sentimentale 
 
 
Anime distrutte e frammenti di vetro
 

E’ una storia assai curiosa quella che sta per essere raccontata, molti esperti ricercatori non hanno mai creduto a ciò che hanno letto e sentito, nonostante le numerose testimonianze da parte delle persone ancora in vita testimoni di tale leggenda, tutt’ora narrata.
Molti secoli fa, quando la terra era popolata da umani in continua evoluzione, poco distante dalle campagne e dalle città, si estendeva una foresta molto nota per i lugubri racconti che erano e sono tutt’oggi tramandati.
La foresta di Arkim, immensa e senza via d’uscita.
Non molti sanno la verità su ciò che è accaduto e che ha permesso la scomparsa del temuto posto, anche perché non poteva essere concepito ai tempi che ci fosse qualcosa al suo interno se non pericoli mortali e mostruosi esseri in cerca di carne fresca.
Erano i primi anni del seicento quando Oliver Lydd entrò per la prima volta dentro la foresta, intenzionato a salvare il figlio in fin di vita che era stato morso durante la notte da un misterioso animale.
Era stato raccomandato più volte di non varcare il confine della terra sconosciuta, visto che nessuno sarebbe arrivato in soccorso dell’uomo né si sarebbe scomodato tanto per ricercarlo nei dintorni. Una pazzia, ecco come era definita l’impresa impossibile del padre in cerca di una cura.
Ma quella notte, nessuno sapeva cosa avrebbe trovato lungo il cammino.
***
Non si sa esattamente quanto tempo abbia trascorso il nostro giovane eroe all’interno del posto maledetto, perché i resti trovati non narrano a fondo la storia. E’ vero, le testimonianze non hanno fatto molto, eppure sono riuscite e completare tasselli mancanti che completassero l’opera ora raccontata.
Tralasciando questi irrilevanti dettagli, diamo modo di potervi mostrare con i nostri occhi…
 

Sono passate poco più di due ore da quando James ha avuto i primi attacchi, seguiti da mancamenti improvvisi ed urli disumani di dolore.
Non c’è una spiegazione razionale, almeno non fino a quando verrà trovato il colpevole del brutale gesto.
La borsa in spalla e il pugnale stretto tra le mani, mentre i rami di troppo vengono spezzati per dare libero passaggio all’uomo di proseguire.
La luna infonde un minimo di luce che gli permette di camminare senza inciampare, e di avviarsi sempre più a fondo.
Si guarda intorno, pronto ad ogni possibile attacco. Ma come ben immagina, non accade nulla. Perché probabilmente è frutto della fantasia di stolti che questa foresta sia maledetta e piena di pericoli, ed inoltre … ha la protezione di suo figlio, non può di certo accadergli qualcosa di male?
Percorre per un paio di metri senza sosta, quando un rumorino coglie la sua attenzione e lo mette in allerta.
Stringe il pugnale e lo punta contro la presenza che si mostra allo sconosciuto entrato nelle terre.
Rimane basito per un momento, in cui nota con stupore che non si tratta di un uomo come lui, ma bensì di una donna. Anche lei, giovane e bella per essere sola in un’immensa foresta.
« Cosa ci fate sola? »
« Ti aspettavo. » Sussurra, e fa un passo avanti.
Lui, ne fa uno indietro.
Apre e chiude la bocca, incapace di poter dire qualcosa.
« Come facevi a sapere che sarei venuto? »
« Perché è qui dove tutto è iniziato, ed è giunto il momento di riportare James a casa. »
« Tu non porterai mio figlio da nessuno parte, pazza! »
Urla così forte, che la voce rimbomba oltre i loro corpi fermi nel mezzo della raduna.
« Cosa vuoi? »
« Farti ricordare. »

 
E’ stato il primo incontro, dopo diciassette anni di pura agonia.
Oliver è sempre stato un uomo scettico e pieno di sé, quando qualcosa che accadeva non aveva una spiegazione logica, non c’era altro da aggiungere: era così e basta.
A differenza del figlio, non dava retta a ciò che poteva essere raccontato da bocche altrui perché riteneva che avrebbe creduto solo a ciò che vedeva e non a ciò che sentiva. Non riponeva fiducia in nessuno, era un motto imposto fin da quando aveva sedici anni e suo padre lo portava a raccogliere la legna per il camino.
Questa donna, non poteva cambiare il suo essere.

 
La guarda per un interminabile minuto, in cui la suddetta donna si avvicina ancora di più per studiarlo e aiutarlo.
Deglutisce, quando le mani di lei sfiorano il viso e si perdono nei biondi capelli scomposti. Mentre le labbra si posano sulle sue per donare un inaspettato bacio dolce e lento, da cui subito si ritrae con imbarazzo.
« Abbiamo tutta la notte per prendere James e andarcene, o loro verranno qui. »
Una nota di tristezza non solo nella voce, ma anche nel suoi occhi verdi e colmi di lacrime. Solo quando tenta di sfiorare il suo viso anche lui, si accorge di un particolare che gli era sfuggito e che si presentava senza problemi ai suoi occhi.
Le orecchie che dovrebbero essere rotonde, sono leggermente a punta. Si muovono appena, nel momento in cui la mano di Oliver tenta di avvicinarsi e toccarle.
« Ti ricordi chi sono? »
E nel dirlo, si appresta ad osservarla più a lungo.
E’ molto bassa ed ha i capelli neri che riflettono alla luce della luna, indossa vestiti che si abbinano al corpo magro e minuto. Ed inoltre, un cinturino con una spada è stretto alla vita della donna, ancora perplessa da tali gesti.
« Sei un elfo? »
« Si. »
« Ci sono altri come te? »
« Certo, stanno venendo a cercarmi. » Abbassa lo sguardo, senza dar conto allo sguardo perplesso di James. « Mi uccideranno per quello che ho fatto e che sto facendo, ma non sono stata IO. » Singhiozza, lasciandolo basito. « Credono che io abbia spezzato la magia per riportarti da me, quando io mi sono attenuta alle regole e ho fatto ciò che volevano. »
« Di cosa diavolo stai parlando? » Si avvicina, rialzando il pugnale nella sua direzione per cogliere la sua attenzione. « I tuoi simili stanno venendo a prenderti perché mi hai portato qui? » Un pensiero lo fa sobbalzare, tanto da aumentare la sua collera. « Sei stata TU a fare del male a mio figlio! Razza di squilibrata, come ti sei permessa?! »
« Non sono stata io! » Ribatte, mentre calde lacrime scendono sulle guance. « La maledizione non l’ha risparmiato, non come ha fatto con te! E’ condannato, e se non verrà portato oltre la cittadina sarà ucciso da loro! »
« Spiegati! » La afferra per le spalle e la scuote. « Chi altro c’è oltre a noi? Dimmi come posso salvare mio figlio dal morso! »
« Te l’ho detto, Ollie. E’ perduto. »
Una serie di sfocate immagini scorrono davanti all’uomo, costringendolo ad aggrapparsi ad un albero per non cadere.
Delle voci di urla rimbombano nella testa, senza sosta.
« Stai ricordando, non è vero? » Si inginocchia, sfiorandogli la spalla con le dita. « Hai bisogno di aiuto. »
Afferra la sua mano e intreccia le dita con le sue, trasportandolo lontano da tutto e tutti.
E’ arrivato il momento di ricordare.
***
Le prime luci del mattino entrano dalla finestra della stanza, ancora immersa quasi del tutto nel buio.
Si mette su a sedere, costatando che Emily non si è svegliata.
Scende dal letto, e cercando di fare più piano possibile esce dall’abitazione.
I fuochi sono spenti, le sentinelle sono in allerta. La salutano dalla torre, mentre si dirige all’interno dell’immensa foresta e si appresta a non fare troppo tardi.
Deve tornare in tempo per la colazione, o la pagherà cara.
Scosta i rami che le impediscono di andare avanti, strappa e taglia ogni sorta di ostacolo con poca grazia per proseguire lungo il cammino, quando un rumore indefinito la costringe a bloccarsi sul posto.
Afferra la spada, e con un rapido movimento di polso mette a tacere l’ombra che ha cercato di attaccarla. Fa un passo avanti per osservarla, un sorrisetto compiaciuto e soddisfatto si allarga sulla bocca della giovane ragazza.
« E’ questo il modo di dare il buongiorno a un tuo superiore, elfo? »
« Conosco solo questo metodo, umano. » Risponde, e ripone la spada al suo posto. « Non sono le tue terre, cosa pensi di fare? »
« Ero in cerca di polvere di fata, mi serve per fare un paio di cose. »
« Qualunque sia il tuo scopo, non è tuo diritto venire qui e disturbare la quiete di questa foresta. » Sputa, secca. « Ritornatene da dove sei venuto, o non ti risparmierò. »
« Eri in cerca di uno dei suoi scagnozzi, non è così? »
« Non è un affare che ti riguarda, Oliver Lydd. »
Improvvisamente, un gesto avventato la costringe a cadere a terra.
Le braccia del ragazzo la proteggono per un breve istante, fino a quando si alza per colpire il responsabile del tentato attacco.
Lancia il pugnale nella direzione del nemico, che si scompone di fronte a tale fermezza e emette un rantolo di dolore quando l’arma si conficca nella spalla.
« Sparisci! » Urla, mentre la ragazza si rialza e lo guarda esterrefatta.
« Sei coraggioso, perché tanto disturbo per salvarmi? »
« Non fare l’orgogliosa, Victore. » La afferra per il polso e la attira verso di sé, sorridendo. « Non pensi che io mi meriti una ricompensa? »
« Non credo proprio. » Soffia, a pochi centimetri dal suo viso.
Una serie di interminabili incontri e scontri da parte di entrambi, ancora ignari del pericolo che corrono nel farsi vedere insieme.
Elfi ed Umani non sono mai andati d’accordo, motivo per cui molti anni prima era stato stipulato un contratto di pace: i primi avrebbero vissuto nell’immensa foresta, lontano dai pericoli della città e dei suoi abitanti, mentre i secondi al di fuori.
Una potente fata fece si che questa pace potesse durare per un paio di mesi, creando una sorta di protezione attorno al posto che potesse essere varcata solo ed unicamente da creature magiche-a quei tempi, solo elfi e fate proveniente da altri mondi-e non umani. Ma purtroppo, quest’ultimi non sono furono di parola.
Dopo poco grandi tempi immensa di felicità e tranquillità, qualcuno arrivò a mettere fine all’amicizia.
Uomini di mare arrivarono con l’idea di poter controllare gli elfi, essere privi di forza e intelligenza a seconda delle loro affermazioni. Non erano soli, portarono una compagnia molto pericolosa: il Signore Oscuro.
Un potente uomo con un altrettanto potere nelle mani, che distrusse gli abitanti della foresta in meno di due giorni. I sopravvissuti, in preda al panico si rifugiarono negli antri più buio e impararono a crescere nella povertà e nella disgrazia, sfuggendo dalle mani di uomini e alleati del Signore Oscuro.
Le ultime fate rimaste, basite da tali gesti, non fecero nulla. L’incantesimo che proteggeva tutti, era andato distrutto con l’arrivo improvviso del male. Non c’era modo di cambiare le cose, ormai.
Ed è per questo motivo,  che tutt’oggi esiste la caccia ai sudditi del Signore Oscuro.
« Ti sei svegliata con la luna storta? » Inclina la testa, avvicinandosi per scoccarle un bacio a fior di labbra.
« Devo andare, buona giornata, Oliver. »
« Ti aspetterò lì, tutte le notti se è questo il prezzo da pagare per non farti sfuggire da me. »
« Allora, sprecherai il tuo tempo. »
Sparisce tra i rami della foresta, lasciandolo senza parole.
Perché non l’ha ucciso e consegnato ai suoi simili? Perché sfugge dalle sue mani? Perché si fa salvare senza problemi? Perché non è come il resto della sua famiglia e lo odia?

 
Questi sono stati i primi momenti dei nostri protagonisti insieme, naturalmente sappiamo come andrà a finire.
E’ tempo di proseguire!

 
E’ notte inoltrata, il sonno non arriva. Anche perché, come potrebbe addormentarsi sapendo che lui la attende?
Ha solo sedici anni, non può lanciarsi tra le braccia di uno sconosciuto che conosce appena da sei mesi. Non è una brava persona, o forse si?
Perché non sparisce e le fa del male? Perché è sempre così sfacciato e deciso a coglierla di sorpresa?
Scuote la testa, mentre si appresta a sgattaiolare fuori di casa per raggiungere la raduna.
Victore Lenn, non è come tutti credono.
Nata dall’unione di Albert e Angel, Re e Regina degli elfi. Madre e padre di due figlie meravigliose, Victore e Emily.
La prima, una futura Regina in cerca di uno sposo. E la seconda, una donna, quasi.
Scosta il ramo, senza accorgersi del sasso abbandonato sull’erba, che la fa inciampare con un colpo secco sul terreno fresco.
« Sei proprio maldestra. » La prende tra le braccia. « Avevi detto che non saresti venuta. »
« Posso sempre cambiare idea, Ollie. »
Un sorrisetto malandrino, che la induce senza volere a sorridere di rimando.
« Sei pronto per combattere? »
« E tu? » Nel dirlo, evita il colpo di spada diretto al petto. « Sei sicura di volerlo fare, ragazzina? »
L’idea era molto chiara: riportare gli umani e gli elfi sulla retta via. Riuscire a convincere le popolazioni a stringere un altro patto in modo da sconfiggere il Signore Oscuro che ormai cercava di impadronirsi di tutto ciò che aveva a disposizione, naturalmente con l’aiuto dei suoi più fedeli servi.
Quest’ultimi, si nascondevano e colpivano innocenti, pur di farli diventare ciò che non erano e non volevano essere: come loro.
Il vero problema, era poter convincere le due specie a collaborare e mettere fine ai massacri di entrambe le parti.
Perché se dovevano morire gli elfi, avrebbero dovuto subire la stessa sorte gente che non aveva partecipato in passato alla rivolta, ma che voleva pace per poter crescere i propri figli, agnelli nel pieno della giovinezza.
Ed Oliver, lo aveva dimostrato dalla prima volta di non voler seguire le orme degli antenati. Come aveva fatto Victore, risparmiandolo alla possibile e sanguinosa morte che il padre avrebbe inflitto al ragazzo.
« Combatti, codardo! » Urla, e lo scaglia contro un albero, imprigionandolo. « Come pensi di liberarti? »
Un bacio la mette a tacere, quando le spade di entrambi cadono a terra con un tonfo. E non possono fare a meno di rimanere esterrefatti dalle proprie mani, e le proprie bocche, che si cercano in continuazione e non vogliono mettere fine a quella splendida danza.
Nonostante sente le guance andare a fuoco per l’imbarazzo, non si ferma.
Nonostante sente di non poter resistere alla tentazione di morderla e cercare la sua lingua, non si ferma.
Ribalta le posizioni, bloccandola contro la corteccia che sfrega sulla schiena e la fa gemere di dolore, quando il corpo di lui si spinge contro lei.
« Ti ho fatto male? »
« Non molto. » Si allontana, appena. « E’ tardi. »
« Non puoi sfuggirmi per sempre. »
« Io non sono niente per te. »
« E se ti sbagliassi? Se io fossi la persona che ti cambierà per sempre la vita? Se io fossi il tuo destino, Victore? »
« Oliver, io non ti amo. »
« Hai solo paura di volerlo, è questa la verità. »
E’ vero, la paura la paralizza più di qualsiasi altra cosa.
Forse, non scoprirà mai l’amore se sposerà qualcuno come lei, e forse non porterà a terminare questa missione perché Oliver non è il bravo ragazzo che dimostra di essere.
Ma chi può impedirle di non buttarsi? Di non essere egoista e pensare a sé stessa per una volta?
« Perché ci provi? Perché con me? »
« Se incontrati per puro caso è stato destino, significa che non deve esserci una guerra continua tra i nostri due mondi. » Le accarezza la guancia. « Cosa sei disposta a fare per non scomparire tra quegli alberi tutti i giorni? »

 
Molti lettori potrebbe domandarsi: perché questi due personaggi non scappano? E’ naturale, nessuno vorrebbe abbandonare la propria famiglia.
Insomma, le guerre possono dividere l’amore … ma non il legame di sangue, nonostante il primo sentimento sia più potente di tutto.
Eh, no. Questa storia non terminerà con il bacio del vero amore, basta leggerla per scoprire cosa accadrà…
***
Probabilmente doveva essere un sogno, perché quelle immagini che aveva appena visto e che aveva vissuto sulla pelle non potevano portare a lui, o ad un passato che era stato dimenticato.
Come poteva aver avuto un figlio con quella donna? Come poteva essere la donna che aveva cambiato la vita a un umano?
E perché mai, doveva esserci stata una guerra tra un Signore Oscuro, degli elfi e un umano? Cosa c’era di logico?
« Io non posso crederti. » Sussurra, mentre fa un passo indietro per allontanarsi.
« Mi hai creduto quando ti ho detto per la prima volta quanto ti amavo, e hai permesso che ci dividessero pur di salvarmi la vita. Non puoi non … non hai dimenticato, lo sai anche tu in fondo al tuo cuore che ciò che ho ti ho mostrato è la pura verità. » Si aggrappa al suo braccio, scostando la veste per mettere in evidenza la cicatrice sul polso. « Come potrei sapere che TU abbia questo? Come potrei inventarmi che IO ero lì quando ti hanno salvato? Come potrei non amarti, nonostante siano passati anni e mi abbiano tenuta lontana dal mio vero amore e da mio figlio? »
« Se sei così disposta a farmi ricordare, perché ti fermi? Cosa c’è sotto? »
« Il tempo, sta diminuendo. Non mi daranno più di un’ora per salvarti, o meglio … salvarvi. »
« Victore, stanno per arrivare. » Sussurra, una voce alla spalle di Oliver, quest’ultimo si gira di scatto allarmato. « Siamo amiche, puoi fidarti di noi. »
« Lei, ti ha salvato la vita con l’aiuto della sue sorelle. » Abbraccia la donna, sorridendo. « Ti prego, non dividerci. »
« Io ho solo eseguito gli ordini, mia Regina. »
« Lo so, Ambra. »
« Cosa diavolo … » Cade a terra, senza terminare la frase.
« Sta funzionando! Ambra, sta ricordando! Possiamo farcela! »
Le urla della donna sembrano lontane, lo rilassano.
In meno di cinque minuti, è già profondamente tra le braccia di Morfeo.
***

Sembravano passati mesi da quando tutto era cominciato.
Il sole sorgeva puntale come ogni mattina, e come ogni giorno, la caccia era aperta.
La ricerca per distruggere gli alleati del Signore Oscuro iniziava al mattino e terminava alle sera. Una maggior parte di loro era finita tra le grinfie degli elfi, che non avevano atteso a porre fine a vite così tormentate e pericolose per la specie.
Erano in cammino verso una raduna, dove le guardie avevano intravisto movimenti strani durante le notti scorse. Probabilmente, il Signore Oscuro non si era limitato a mettere sotto le sue ali fedeli compagni, ma aveva fatto si che altre creature al di fuori della foresta potessero combattere contro le popolazioni più deboli come loro.
Gli umani erano solo una pedina in più di riserva da usare, per gli eserciti immensi e l’inaspettato coraggio degli uomini.
« Padre, crede che troveremo qualcuno? »
« Io non credo, sono certo che non sfuggiranno stavolta. » La guarda, sorridendo. « E tu, figlia mia … potrai finalmente regnare in pace quando sarà posta fine a questa dannata guerra. »
« Non sarebbe più saggio cominciare a cercare altre specie disposte ad aiutarci? » Reprime l’eccitazione che ha in corpo, mentre proseguono verso la meta. « Avete molti amici, non sarà difficile convincere qualcuno a venire in nostro soccorso e a trovare una casa disposta ad accoglierli a braccia aperta. »
« Victore, è fuori discussione. » Si blocca di colpo. « E se il Signore Oscuro avesse provato a portarli dalla sua parte? Sarebbe un pericolo, che io sono disposto a evitare. »
« Credi che gli umani siano suoi complici? »
« Non è da escludere. » Scosta un ramo, senza guardarla. « E’ da un paio di settimane che non subiscono i suoi attacchi, anche questo sarebbe un pessimo svantaggio per noi. Potremmo essere tornati ai tempi della prima guerra. » Pone le mani sulle sue spalle. « Voglio che tu rimanga nei pressi del nostro rifugio, e che non ti azzardi nemmeno l’idea di uscire per fare una passeggiata o una semplice caccia, se non in mia compagnia o in presenza delle guardie. Siamo intesi? »
Annuisce, e senza indugi lo abbraccia di slancio.
« Ti voglio bene, papà. »
« E io te ne vorrò sempre, qualunque cosa tu faccia. »
 

Inutile dire come la nostra Victore si sia sentita morire dentro, no?
Tutti noi, abbiamo avuto il piacere di conoscere l’amore e la distruzione che ne è conseguita. Eppure, questa storia senza un lieto fine è riuscita ad insegnare qualcosa di buono ad ogni lettore che abbia sfiorato queste pagine.
Come ben abbiamo visto, questa alleanza non poteva di certo essere fatta. L’unica via di fuga sarebbe stata correre fuori dalla foresta, con la possibilità di essere attaccati, mutilati, o uccisi dalle bestie feroci amiche del nemico più temuto di tutti.
Il Signore Oscuro è sempre stato temuto fin dalle antichità, motivo per cui non c’è mai stata una formula e una soluzione per spedirlo lontano dalle brave persone, comunità, specie, esistenti.
E’ definito come l’uomo nell’ombra, che Victore e Oliver hanno avuto modo di conoscere.
 

Il sole sta per calare, da un momento all’altro dovrà tornare al rifugio.
Che lo voglia o no, ha un regno a cui badare. Anche se non è al trono, prima o poi dovrà sposare quel misterioso elfo ricco e benestante che è disposto ad amarla con tutto il cuore.
Sospira, mentre il ragazzo sdraiato su un fianco la osserva, incuriosito e divertito.
« Perché ridi? »
« Sei bella quando ridi, e quando ti ritrovi con me nel nostro posto. »
« Una quercia non ci nasconderà per sempre. » Sussurra, sdraiandosi a pancia in su, ignara dello sguardo languido di lui sul suo corpo nudo. « Non ti permetterò di fare sesso con me, fino a quando non … Ah, smettila! » Ridacchia, tra un morso sulla spalla e uno sul collo.
« Sarai troppo impegnata a resistermi, ragazzina. » Si mette sopra di lei, strofinandosi e sorridendo entusiasta, estasiato, sorpreso, felice. « Hai intenzione di resistermi a lungo? »
« Non è una cattiva idea. » Trattiene un gemito, e socchiude gli occhi. « E se non avessi voglia? Se non ti amassi? »
« Non hai bisogno di dirmelo. » Afferra i fianchi con forza, affondandole dentro. « Proverò ad arrivare fino al tuo cuore, magari cambierai idea. »
« Oppure, sprecherai tempo. » Geme, aggrappandosi alle spalle di lui.
« Ne dubito. » Un altro affondo, più deciso del primo. « Credo proprio che questo sarà il mio secondo passatempo preferito. »
« E il primo quale sarebbe? »
« Lo scoprirai. »
 

Infinite possibilità, ecco cosa sarebbe accaduto se l’uomo non fosse stato stupido e allocco a credere al potere del Signore Oscuro.
Probabilmente, i nostri ragazzi sarebbero nati umani. O nel migliore dei casi, le specie si sarebbero unite ancora di più per dar vita ad ibridi che avrebbero creato una popolazione più forte.
Ma ciò che nessuno immagina, è che Albert ha ragione: altre specie molto pericolose sono arrivate all’interno della foresta.
 

Sono le prime luci di un mattino di Ottobre, si è addormentata sotto alla quercia come quasi ogni sera.
Prosegue a piccoli passi, senza tenere in alto la guardia da possibili attacchi.
Solo quando intravede una figura alta e massiccia, fa retromarcia.
« Chi sei? » Urla, tirando fuori la spada.
« Finalmente, abbiamo l’onore di incontrarci. » Un’altra figura, più snella e slanciata esce dall’ombra. « E’ un piacere conoscerti, Victore. » Abbassa il cappuccio, mostrandosi in tutto il suo splendore. « Mi avevano detto che eri bellissima, ma non credevo così meravigliosa ed unica. » Si avvicina, ridacchiando. « Il tuo giovane amante è già fuggito per tornare alla casa di paglia in cui vive? »
« Cosa vuoi da me? » Sussurra, tenendo stretta tra le mani l’arma. « Se vuoi fargli del male, dovrai passare sul mio corpo. »
« Non te lo suggerisco, non sono una persona piena di grazia. » Rimane a un palmo dal suo viso, stringendo la mano attorno alla gola e costringerla ad alzare il mento verso di sé. « Non ti ricordi me, vero? »
« Dovrei? »
« Nostro padre è stato un vero cafone a dividerci. » Risponde, a pochi centimetri dalle sue labbra. « Ti va di sentire una storia interessante, sorellina? »
« Che storia? » Alza un sopracciglio, perplessa e sorpresa. « Tu non puoi essere mio fratello, non … siamo diversi. »
« Ti sbagli, mia cara. » Prende un coltellino dalla tasca, puntandolo contro il petto di lei. « Se non fossi cresciuto con gli gnomi, e i troll, sarei ancora chiuso in quel buco. » Sputa, secco. « Molti anni fa, quando i nostri genitori si erano appena sposati ebbero due gemelli, Victore e Antony. I pupilli preferiti del regno, destinati a comandare con amore e gentilezza. » Fa una pausa, rigirando il coltellino tra le mani. « Un giorno, durante un’escursione estiva ci fu un attacco da parte di una creatura sconosciuta e temuta da tutti noi, i draghi. Quest’ultimi, attaccarono la dolce famigliola che finì in un grosso fosso. I soccorsi arrivarono tardi, non c’era più speranza per i bimbi … ad eccezione della ragazza, una perfetta figlia da crescere. »
« Non è … non ti avrebbero mai abbandonato, tu sei nato nella foresta. E qui siamo tutti fratelli. »
« Sbagliato. » La corregge, lasciando che un piccolo ghigno spunti sulle sue labbra. « Non sei nata qui, ma su un’isola molto lontano dalla foresta, oltre i mari. Successivamente, vi siete nascosti in un posto così maligno e privo di possibilità. »
« Mio padre non è una persona cattiva. »
« Ne dubito, è stato lui stesso a buttarmi con una cesta in mare. » Fa avanti e indietro, mentre dietro di sé il troll continua a rimanere in silenzio, nascosto tra gli alberi. « Fortuna vuole, che restai vivo e mi trovò una famiglia disposta a crescermi a farmi diventare l’uomo che sono. »
« Non ti credo. » Deglutisce, guardandolo. « Dimostrami che è vero. »
« Come vuoi tu. » Alza la veste, mostrando il ventre piatto su cui spunta una voglia rotonda e piccola al lato destro dell’ombelico.
« Ma è la stessa che ho io ... »
« Benvenuta nel mio mondo. »
***
Riapre gli occhi, aggrappandosi istintivamente al corpo che gli è accanto.
Stringe la presa attorno al braccio, respirando a pieni polmoni.
« Cosa centra questo Antony? » Si mette sui gomiti, osservandola.
« E’ il Signore Oscuro, era venuto a distruggerci per vendicarsi di mio padre e dell’abbandono. »
« Perché lo ha fatto? »
« Perché lui ed io … siamo figli nati da un incesto. » Abbassa lo sguardo, mentre i primi singhiozzi cominciano a farsi sentire. « Non ha avuto pietà quando l’ha lasciato in mezzo al mare, era programmato che noi morissimo. »
« Come … Spiegati meglio, dannazione! » Si mette a sedere su di scatto. « Se tuo padre e tua madre sono fratelli, perché si è sposato con sua sorella? E perché ha concepito voi? »
« Mio nonno mandava avanti in questo modo la dinastia degli elfi, era un uomo … crudele e senza cuore, non desiderava altro che il potere. »  Sospira, stringendo la terra tra le mani. « Per mio padre era ed è un abominio che dall’amore fraterno nascano dei figli, è stato un colpo di fortuna che abbiano avuto Emily. »
« Cosa volevo tuo padre esattamente? E perché ti ha tenuto ed ha abbandonato Antony? »
« La madre di Ambra aveva avvertito mio padre, raccontando che uno dei due figli sarebbe stato la reincarnazione del male. Non voleva solo mettere fine a questa tradizione della specie, era deciso a sacrificare entrambi per far si che nessuno fosse ferito. » Si asciuga le lacrime, stringendo la mano sulla spalla che Ambra ha posato su di lei. « Quando si è trovato il mio corpo in fin di vita, è stato pregato da mia madre di non lasciarmi … strinsero un patto: se io fossi diventata quello che era stato narrato, sarei stata bandita nel mondo degli umani come una di loro, mi avrebbero tagliato le orecchie pur di non farmi scoprire e ricordare chi ero veramente. »
« E allora, perché hanno avuto Emily? »
« Mi madre e mio padre erano d’accordo, dovevano mettere apposto questa storia … e l’unico modo, era far nascere una figlia non sua da crescere. » Fa una pausa per prendere fiato, riprendendo poco dopo. « Alla fine, mio padre … mi ha amata, perché … in fondo, ero pur sempre sua figlia, Oliver … »
« Ho capito. » Accarezza una ciocca di capelli neri di lei, senza troppi indugi. « Cos’altro è successo? »
« Stai ricordando o ti fidi di me? »
« Il tuo profumo, mi ricorda la madre di James. »
Poggia la fronte su quella di lui, mentre un sorriso amaro si dipinge sul volto di lei.
« Ti ricordi qual era il suo fiore preferito? »
« Le rose bianche, amava indossarle … »
« Le mise al matrimonio? » Sussurra, sentendo le lacrime premere fuori per uscire.
« Non ci siamo mai sposati, è morta dandolo alla luce. »
« Te la ricordi, adesso? »
Scuote la testa, perplesso.
« Perché non riesco a ricordarla? »
« Torna a dormire. »
Gli accarezza la guancia, sussurrando qualcos’altro.
« Quando tornerai da me, comincerai a ricordarla. »

 
E’ assai curioso, non è vero?
Struggersi per un amore che è stato dimenticato e provare a farlo riemergere?
Che senso ha correre dietro ad un sogno impossibile?
Perché non arrendersi alle apparenze? Perché non lasciare che un altro innocente muoia, ma lasciando vivo l’unico vero e grande amore?
***
E’ da più di mezz’ora che attende. E’ solo, senza nemmeno una protezione al suo fianco, come era stato dettato dai patti.
« Buongiorno, Arman. Cosa ti porta ai margini della foresta? »
« Non cominciamo con questi stupidi giochetti, sappiamo perché siamo qui. » Fa un passo avanti, stando attento a non superare l’entrata. « Allora, siamo d’accordo su ciò che abbiamo discusso l’ultima volta? »
« Sono di parola, amico mio. » Un ghigno sul volto del giovane. « E tu, umano? Manterrai la promessa? »
« Farei qualunque cosa pur di salvare mio figlio. »
« Mi sembra un ottimo motivo. » Si appoggia ad un albero. « Sei disposto a sottrare tuo figlio da tutto e tutti pur di proteggerlo? »
« Si, Signore Oscuro. »
 

Cosa si è disposti a fare pur di non vedere sfuggire i propri figli da sotto il naso?
Cosa si è disposti a far perdere ad altri e a far acquisire a noi stessi per proteggere chi amiamo di più?
Ammettiamolo, questo gesto è ed è stato avventato. Perché la maggior parte dei genitori non riesce a comprendere le scelte delle proprie carni? Perché distrugge ciò che non giova a loro?

 
Tutto bruciava sotto i suoi occhi, il calore partiva dalla parte più bassa del corpo e cominciava a raggiungere il petto, la carne, il cuore.
Provava ad urlare, mentre le fiamme la travolgevano in un impetuoso fumo.
« Sorellina, è un piacere rivederti. » Ridacchia, guardandola dall’alto. « C’è una riunione di famiglia fuori dalla tua stanza, sarebbe un peccato non partecipare, eh? » La afferra per il braccio, costringendola a seguirlo fuori. « Non sapevo che Victore avesse un sonno così pesante, è stata una fortuna riuscire a svegliarla, non le avrai mica dato qualcosa ieri sera prima del mio arrivo? » Stringe la presa attorno al braccio, stando attento a non farla cadere. « Padre, perché quella faccia? Siamo riuniti, non sei contento? »
« Non l’avrai mai! Vuoi le ricchezze e la fama? Sei il benvenuto, ma lasciala in pace! » Si dimena, quando dei troll tentano di bloccarlo. « Antony, abbi pietà della tua famiglia, e prenditela con me! »
« Oh, no. » Ridacchia, e nel dirlo, pone una mano dietro la nuca della ragazza. « E’ molto semplice, Albert. » Si volta nella direzione di lei, sorridendo. « Dammi la mia sposa, e io scomparirò come sono arrivato. » Senza attendere, si scaglia contro le labbra di Victore, che vengono prontamente chiuse di scatto. « Non essere così puritana, ragazzina. So cosa fai con quell’umano, non vuoi di certo che paparino sappia che vai a letto con il nemico? » Sussurra, a pochi centimetri dalla sua bocca. « Convincilo a lasciarti andare, e tutti saranno salvi. »
« Sei proprio come tuo nonno, un … una bestia! » Grida, provando ad avvicinarsi ai due. « Cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo? Dimmelo! »
« Hai permesso che la tradizione non andasse avanti! » Risponde, scaraventando la preda a terra. « Mettetela dentro la gabbia, quando il Principe Azzurro arriverà a salvarla, ritratteremo! »
« Non puoi farlo! » Gattona nella sua direzione, guardandolo.  « Gli umani ti sconfiggeranno, Oliver è d’accordo con me per stringere un’altra alleanza! »
« Ah, si? » Le prende il viso tra le mani, ridendo di gusto. « Ne riparliamo quando verrà a mettere fine alla tua vita, sempre che io non decida di sottrarti dalla morte e tu accetti di diventare mia moglie, Victore. »
« Questo è un motivo per cui non conoscerai mai l’amore, Antony. » Stringe la terra tra le mani, lasciando che le lacrime scendano copiose sulle guance. « Sei il male, e non potrai mai cambiare! »
« Cambio di programma, ragazzi. » Si rivolge ad alcuni nani, poco distanti da loro. « Legatela al letto della mia nuova stanza, stanotte avremo modo di parlare meglio delle decisioni da prendere. »

 
No, non temete.
Qui, non stiamo parlando di stupri, principi o baci del vero amore. Insomma, è pur sempre una storia … ma non così.
C’è dell’altro che ha spinti i nostri giovani eroi a dividersi, e non è solo ed unicamente la minaccia del fratello gemello.
Torniamo a vedere insieme …

 
Corre senza sosta, intenzionato a raggiungere il rifugio.
Non si ferma, nonostante il fiato cominci a scarseggiare e le gambe siano in procinto di cadere per la stanchezza.
Urla, mentre scosta ogni sorta di ostacolo di fronte a sé.
Non si accorge della radice che sporge dal terreno, su cui cade.
« Dannazione! »
« Oliver, vieni. » Un sussurro, seguito da alcuni passi leggeri. « E’ in pericolo, devi salvarla. »
« Mio padre sta venendo ad attaccare gli elfi, devo portarla via di lì. »
« C’è un motivo ben preciso se lo sta facendo, ragazzo. » Si avvicina, aiutandolo ad alzarsi. « Vuole proteggerti, motivo per cui ha stretto il patto con il Signore Oscuro, che tu devi spezzare. »
« E come? »
« Combatti, Antony non oppone resistenza a un confronto. » Pesca qualcosa dalla tasca, porgendogliela. « Questa bussola ti aiuterà a trovarla. »
« E’ un ciondolo, come posso riuscirci? Come diamine funziona? » La guarda, perplesso.
« Ti indicherà la via, non hai bisogno che io ti dica come fare. Lo saprai, Oliver. »
« Posso fidarmi? »
« Si. »
« Lo spero te. » Si volta, superando il punto dove è appena caduto. « Qual è il tuo nome? »
« Ambra. »
 

Adesso, tutto sta diventando più chiaro? Non è vero, miei cari lettori?
 

Reprime un singhiozzo, quando lo gnomo la raggiunge e ridacchia mentre si avvicina al corpo della donna.
« Non toccarla, razza di nano! »
« Che insolenza, Re. » Afferra la gonna di Angel, sollevandola in presenza dei compagni. « Come poter resistere a tale prelibatezza? »
« Non hai senso di pudore, mostro. »
« Può darsi. » Si rialza, scomparendo dietro la tenda.
***
Le voci attorno a sé diventando sempre più alte, non sono più sussurri all’orecchio.
Si mette su a sedere, osservando la donna. Quest’ultima, ancora inginocchiata vicino al suo corpo.
« Ti ha fatto del male? »
« No, era pur sempre mio fratello. » Scuote la testa, senza guardarlo. « Oliver, è rimasto poco tempo. Come puoi non ricordare? »
« Mi stai prendendo in giro. »
« No! Ti sto aiutando, come mi ero ripromessa di incontrarti e … Oliver, ti prego! » Singhiozza, e si aggrappa alla maglietta dell’uomo. « Non puoi aver smesso di amarmi, non per colpa di quell’incantesimo! »
« Victore, calmati! » La scosta di lato, e senza ulteriori indugi, si avventa sull’uomo. « Userò tutti i miei poteri per riportarlo qui, adesso calmati. » Poggia la mano sulla fronte di quest’ultimo, lasciando che si accasci a terra-nuovamente-con poca grazia.
« Grazie, Ambra. Cosa farei senza di te? »
 

Vorrebbe urlare, ma sa che sarebbe inutile.
E’ come nel sogno, solo che è peggio.
Chiude gli occhi, mentre la figura del ragazzo si appresta a raggiungere il letto.
« Victore, non devi avere paura del tuo stesso sangue. » Le accarezza la guancia. « Non ti toccherò fino a quando non sarai mia e sarai disposta a darmi un erede, quindi puoi stare certa che non accadrà per un po’. »
« Sei disgusto, come puoi farlo? »
« Le tradizioni degli elfi non devono mai spezzarsi, come può andare avanti la dinastia se non siamo coerenti con chi ha deciso ciò che è più giusto? »
« Tu lo chiami giusto imprigionarmi e costringermi a essere usata da te per una sporca tradizione? … Antony, se mi vuoi veramente bene, non dovresti fare tutto questo. »
« E come dovrei fare, sentiamo? Vuoi che porti qui il tuo ragazzo? » Schiocca le dita, ridacchiando. « Come preferisci, sorella. » Dall’entrata un’altra figura poco più alta di lei, viene portata dentro. « L’ho trovato pochi minuti fa, non vedeva l’ora di vederti. »
« Ollie! » Fa leva sul busto, ricascando sul letto. « Non fargli del male! »
« Certo che no! » Stringe il braccio del ragazzo, sollevando il viso con un dito posto sotto al mento per guardarlo meglio. « Sei completamente diverso dal tipo di uomo che credevo potesse piacere a mia sorella. »
« E tu, sei il verme schifoso di cui mi ha raccontato! »
« Credi di riuscire a sconfiggermi, ragazzino? » Stringe la presa attorno al braccio, mentre un gemito di dolore sfugge dalle labbra. « Hai idea di quanto siano forti i miei poteri? Di come IO possa disintegrarti con un morso o un qualunque altro asso nella maniaca? » Si volta nella direzione della ragazza. « Vuoi far si che la tua bella sopravviva? Unisciti a me, non dovrai più smettere di vederla. Magari, potrei offrirvi qualche ora insieme, tanto per essere clemente con mia sorella e non farla sentire sola, non potrà sempre procreare in continuazione con me. »
« Sei pazzo! » Pesta il piede ad Antony, che lo sbatte violentemente contro un muro. « Victore ed io sappiamo quali sono i tuoi patti meschini e infranti, non mi convincerai mai! » Sputa a terra, senza indugi. « Battiti con me per la libertà di Victore e la liberazione degli elfi, io verrò con te in compenso. »
« Mm … potrebbe essere uno scambio molto interessante. » Gira per la stanza, avanti e indietro, continuando a parlare. « Come pensi di metterla con tuo padre? »
« Forse, c’è qualcosa che tu puoi dargli. Riuscirebbe a mettere fine al suo tormento e a questa guerra. »
« Si tratta di tua madre, non è vero? » Ghigna. « Vedrò cosa posso fare. »
 

Come ben pochi sanno, Oliver non ha mai avuto una madre. Almeno, questo è ciò che ricorda da quando è nato.
Molte volte è capitato di chiedere al padre dove fosse la donna, e perché fosse l’unico bambino a non avere una mamma. Non c’è mai stato modo di svelare il mistero, in quanto è sparita nel nulla.
Eh, si. Come può scomparire qualcuno dopo aver partorito un figlio?
Questo, è ancora da scoprire.
***
Amelia Skin era una donna molto bella, la più bella di tutto il paese.
I lunghi capelli biondi riuscivano a nascondere le guance rosate, le mani erano così fini che ad un tocco di ella, non potevi far a meno di sussultare per la grazia e la sorpresa di tale gesto.
Per non parlare di quel viso angelico e degli occhi chiari come due pozze d’acqua, che riuscivano ad essere intravisti perfino al buio.
Corteggiata e amata da numerosi uomini, tutti non all’altezza della giovane.
Forse, era stata l’intraprendenza, la bellezza, o … la dolcezza a trascinarla nelle braccia di Arman. Anche lui, ignaro di essere l’uomo perfetto per la donna, almeno come così pensava molto spesso quando l’aveva tra le braccia.
Ma dopo il primo anno trascorso di matrimonio, non c’era più stato modo né motivo di pensarci. Le due famiglie si erano unite, contava solo questo … che l’amore avesse vinto.
Ma era troppo bello per essere vero… no?

 
Le prime luci del mattino, ciò significava che tra poche ore dovevano partire o la guerra sarebbe cominciata.
Inginocchiato a terra, posto accanto alla famiglia della giovane. In silenzio e con la testa china, in segno di rispetto assoluto.
« Amici miei, dopo questa lunga notte ho preso una decisione. » Lo sguardo puntato su Oliver, posto al suo lato destro. « Qualcuno ha voluto risparmiare la vostra vita, la mia spalla, Arman ha accettato la proposta di suo figlio, pur di salvare l’amata ragazza qui presente. » Un’occhiata languida a Victore, stretta tra le braccia dei nani. « E’ con immenso piacere, che vi lascio libero passaggio per uscire dalla foresta e andare a costruirvi una nuova vita, lontano dai pericoli, dalle fate, da specie sconosciute, e da me. »
« Prima, il nostro patto. » Ringhia l’uomo, afferrando il colletto di Antony. « Hai promesso di farmela vedere, di trovarla entro la vostra partenza. »
« Hai ragione, Arman. » Ridacchia, guardandolo. « Amelia, qualcuno richiede la tua presenza. »
Probabilmente era una visione celeste, o un sogno così …irreale.
Una figura alta e snella, raggiungeva il centro del rifugio.
Coperta da un lungo mantello nero, da cui non si riusciva a intravedere nemmeno il viso della donna.
« Queste riunioni di famiglia mi piacciono. »
« Amelia, sei davvero tu? » Fa un passo avanti, ma viene bloccato da qualcosa. « Chi ti ha ridotto in questo stato? »
« Arman, non sei cambiato per niente. » Scoppia a ridere, ed abbassa il cappuccio. « Vuoi sapere come abbia acquisito potere, non è vero? » Si avvicina, mentre con un lieve movimento di mano lo immobilizza a terra. « Essere la tua donna non mi hai mai dato chissà quale grande emozione, mio caro marito. Motivo per cui non ho esitato a lasciarti, e a fuggire con il mio vero amore. » Passa accanto a Victore, terrorizzata. « Sai, fuggire su quell’isola è stato un bene. Sono riuscita a trovare un ottimo compagno di avventure e un figlio perduto. »
« Come hai potuto? Cosa diavolo hai fatto? »
« Quando sono arrivata ero perduta, durante il tragitto per raggiungere il posto il mio amato è morto a causa di una misteriosa malattia. » Lascia cadere sul terreno il mantello. « Così, da quel giorno ho deciso di diventare una potente donna pur di non far morire sotto i miei occhi ciò che amavo e che amo. »
« E chi ti avrebbe insegnato? » Domanda, perplesso.
« Il tuo defunto padre, Cygnug. » Si volta, in direzione degli elfi. « Non hai raccontato come il sangue di potere scorra nelle tue vene e nelle sue? »
« Cosa significa? » Si sporge nella direzione della donna. « Io sono il tuo erede, cagna? »
« Oliver, un po’ di contegno. » Si avventa sulla maglia del ragazzo, portandolo a pochi centimetri dal suo viso. « Tu non sei niente per me, pensi che avrei insegnato senza un motivo preciso queste arti a Antony? »
« Mi aspetto di tutto, Amelia. »
« Benissimo. » Sussurra, con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
Una nuvola di fumo nero esplode, qualcosa sta andando storto.
 

E’ tutto in un attimo, due urli differenti lo risvegliano.
Si alza di slancio, perdendo l’equilibrio per poco.
« Oliver, ci rincontriamo. » Si appoggia alla corteccia di un albero, sorridendo. « Ho aspettato per anni questo incontro, non potevo di certo mancare. »
Non è cambiato per niente, sembra che il tempo abbia avuto pane per i propri denti.
L’aria da ragazzino è ancora viva sui lineamenti di Antony, marcati dalla giovinezza e la bellezza simile alla sorella.
« Non toccare mia figlia! » Tuona, raggiungendo la donna in questione. « Vieni via con me, Victore. »
Albert è distrutto, mentre si inginocchia ai piedi della figlia e … piange.
« Io lo amo. » Si distacca con le lacrime che premono di uscire, prendendo le mani di Ambra e Oliver posti dietro di sè, quest’ultimo ancora confuso.
« Te lo avevo detto, Albert. » Tira fuori un pugnale, rigirandolo tra le mani. « Lei non cambierà mai. »
« Rendiamo tutto più facile, ragazzi. » Una risata, seguita dalla comparsa di una figura molto familiare e conosciuta per Victore. « Ci consegnate James e noi spariamo, come l’ultima volta. »
« Mai! » Fa un passo indietro, inciampando sui suoi stessi passi. « James è al sicuro in un posto di cui tu non sai nemmeno l’esistenza! »
« Ne siamo sicuri? » Schiocca le dita, mentre dal lato destro della donna escono due donne, simili ad Ambra. « Le sorelle della tua amica sono state così gentili da portarmelo personalmente. »
« Sei una povera pazza, Amelia. » Un’ombra di disgusto sul viso di Victore. « Vinceremo noi, non ci dividerete un’altra volta. »
« Amelia, lo uccido? Questa sofferenza non durerà per un’altra mezz’ora al massimo. » Si inginocchia a terra, accarezzando il viso del giovane James.  « Vi assomiglia molto, è un peccato che però non sia figlio mio. »
I capelli neri di James sono attaccati alla fronte, impregnata di sudore e morte, un odore nauseabondo e terribile che arriva fino alle narici di Victore, scossa e combattiva più che mai quella notte.
« Non sarei mai andata a letto con te nemmeno sotto tortura, Antony! » Risponde, seccata. « E’ colpa tua, non è così? L’hai rifatto di nuovo, vuoi metterci alle strette. »
« Chiedi al tuo caro paparino, ragazzina. »
« Figlia mia, io voglio solo il bene per te. » Tenta di avvicinarsi, ma fa si che lei si allontani ancora di più. « Torniamo a casa, e diamogli quello che voglio. »
« E’ mio figlio, non osare toccarlo. » Tuona, Oliver. « Cosa diavolo credete di fare? »
« Oliver, non avevi scordato tutto? »
« Antony, come posso dimenticare l’uomo che ha distrutto la mia famiglia e la mia vita con la donna che amo? » Afferra il pugnale dalla tasca, guardando l’elfo, la donna, e il nemico. « Perché non cominciamo quel duello che tu anni fa hai deciso di non intraprendere? »
« Perché non ricordiamo come ho ucciso tutti i tuoi cari e ti ho reso innocuo? »
« Dovrai passare su di me, bastardo! » Scosta Amelia, che cade tra le braccia di Arman. « Codardo, battiti! »
***
La terra le impregnava le narici, il viso era così schiacciato contro di essa, che non riusciva a concepire come fosse finita lì.
Forse, erano passate o giorni.
Bloccata a terra, causa di un incantesimo, sicuramente.
Riuscì ad alzare lo sguardo, notando la lotta attorno a sé.
Oliver occupato a tenere a bada Antony, Arman immobile come lei, ma in piedi. Accanto a lui, Amelia.
« Le tue ultime parole, marito? »
« Come hai potuto abbandonare tuo figlio? Come hai potuto … » Stringe le labbra, guardandola. « Non permettergli che gli facciano del male, salvalo se lo hai mai amato. »
« E’ questo il problema, Arman. Io non so amare. » Sussurra, afferrando un pugnale. « Perché l’unico amore che mi abbia cambiata, è imprigionato in fondo al mare, morto. »
Un urlo disumano, mentre il pugnale trafigge il petto dell’uomo.
Sembra voglia dimenarsi, cosa che non riesce a fare.
Nota gli occhi impauriti e iniettati di sangue che spostano lo sguardo da una parte all’altra, il rossore che invade il viso …
« Addio. » Sussurra un’altra volta, nel momento in cui le urla cessano. « Antony, dobbiamo ritirarci, non va bene. » Lo strattona lontano da Oliver, preso sotto le ali dei seguaci. « Lasciagli ciò che abbiamo deciso, torneremo. »
« Ne dubito! » La spada si conficca nella spalla di Antony. « Madre, perché non vi prendete cura del vostro amato figlio? »
« Farò di meglio, Oliver. » Stringe la mano attorno al collo del ragazzo, che si dimena. « Buona vita, figlio mio. »
Scompare, lasciando basiti tutti i presenti.
« Oliver! » Quest’ultimo, cade ancora prima di poter rispondere alle grida della ragazza. « Cosa ti ha fatto? » Nota con stupore e orrore il polso, marchiato da un alone nero.
« Lo ha condannato a morte, Victore. » Ambra, poggia una mano sulla spalla di lei. « E’ simile ad un morso, ma molto più potente. E’ un’antica magia … se Amelia l’ha scagliato su di lui, era proprio per mettere fine alla sua stirpe. »
« No, non puoi! Salvalo, ti prego! » Singhiozza sulla maglia di lui, semisvenuto e confuso. « Padre, sono certa che le fate conoscano un modo per salvarlo, fai si che possa vivere … io uscirò dalla sua vita, è una promessa! »
« Portate questi umani ai miei piedi, ci occuperemo anche di loro. » Guarda gli elfi, ormai liberi dalla prigionia. « Ambra e le sue sorelle lo guariranno, ma tu devi promettermi che qualunque cosa facciano per salvarlo, non ti avventurerai fuori dalla foresta. Loro, non dovranno mai più sapere che siamo qui dentro. »
« Lo farò. » Annuisce, lasciando che le donne possano portarlo all’interno di una tenda. « Giurami che non permetterai a nessuno di ucciderlo quando sarà tornato indietro. »
« Non temere, figlia mia. » La abbraccia, stringendola possessivo. « La nostra vita e quella del tuo amore, vivrà in pace. »
« Padre, noi volevamo far tornare le cose come un tempo. »
« E’ una minaccia, non puoi nemmeno pensarlo. » Sussurra, e nel mentre le accarezza i capelli. « Il figlio che porti in grembo rimarrà nelle sue mani, sarà al sicuro. »
« Come fai a sapere che lo aspetto? »

 
Ride, guardando l’uomo a pochi passi da sé.
Possibile che non smetta di lottare? Che sia così deciso a non arrendersi?
« Credo proprio che Amelia avrebbe dovuto aspettare di persona la tua morte. »
« Sarebbe stato un peccato non vedere la tua di morte, Antony. »
« Ollie, come sei maligno. » Ride, bloccando i seguaci in agguato. « Dimmi, è stato difficile crescere questo figlio inaspettato? Non ti sei mai domandato perché James fosse nato e tua moglie fosse morta così? Non ti sei mai chiesto durante questo periodo di tempo dove non ricordavi nulla, chi eri e chi sei veramente? »
« Forse, se non fosse stato per il male che tu e Amelia avete causato non sarebbe accaduto. »
« In effetti, hai ragione. » Ghigna, aiutando Amelia ad alzarsi. « Ma come potevo non combattere per avere la mia sorellina tutta per me? »
« E’ colpa tua, se non fossi arrivato su questa terra, regnerebbe la pace tra le nostre specie! »
« Se io non fossi arrivato, chi vi avrebbe protetto dal male che regna oltre i mari? Vuoi sapere chi li ha convinti a distruggere gli elfi? » Un sorrisetto maligno spunta sulle labbra dell’uomo. « Sono stato io. »
« Come puoi rinnegare la tua stessa specie? Come hai potuto far si che li odiassero? »
« Mi sembra molto semplice: la magia mi ha aiutato a compiere il piano che ho progettato negli anni.» Ghigna e ridacchia, divertito.
« Tu sei un diavolo, non puoi di certo vivere su questa terra! Dovevi morire quando i draghi attaccarono, e non sopravvivere! »
« E’ un peccato, perché io sono ancora qui! » Un pugno viene scagliato contro il petto di Oliver, che sobbalza all’indietro per il colpo. « Ti va di vedere come sei stato guarito? O preferisci vedere Amelia uccidere Victore? »
Alza lo sguardo, appena. E la vede, stretta tra le braccia della donna.
Ambra è accasciata sull’erba fresca, ormai in un altro mondo. Attorno a lei, le sorelle inginocchiate in preghiera, come per celebrare una veglia.
« Ollie, perdonami. »
« Non c’è niente da perdonare. » Sussurra, quando la mano di Antony si posa sui suoi occhi e lo trasporta altrove.
 

Il mondo si sta riprendendo, gli elfi stanno ricostruendo le case, le famiglie si ritrovano, le fate si apprestano a porre incantesimi sugli umani sopravvissuti, mentre Victore passava le giornate in tenda con Oliver, ancora profondamente addormentato.
Stringe il bambino tra le braccia, senza perdere di vista il ragazzo. Sussurra una ninna nanna, ignara della figura dietro di sé che la osserva.
« Si sveglierà, devi lasciarli andare entrambi. »
Annuisce, dondolandosi su sé stessa.
« Victore, l’incantesimo è completato. » Prende il figlio, trascinandola fuori dalla tenda. « Salutalo, e tieni fede alla tua promessa. »
Posa un bacio leggero sulla fronte di James, anche lui addormentato.
Adesso, il corpo di Oliver è a terra. Attorno a lui, le fate in attesa del consenso della ragazza.
Fa un passo, inginocchiandosi al suo lato destro.
« Oliver, qualunque cosa accada … io sarò sempre con te. » Stringe la sua mano, guardando il viso rilassato nel sonno riparatore. « Forse, un giorno ci rincontreremo e quando accadrà … io e te, torneremo a brillare come il sole e la luna, amore mio. »
Vorrebbe dire altro, ma non ci riesce.
Rimane in silenzio quando spariscono oltre gli alberi.
Rimane in silenzio quando sua madre e Emily la abbracciano, e si lascia sfuggire delle lacrime.
Rimane in silenzio quando gli umano vengono portati via con James e Oliver.
Rimane in silenzio quando sente che qualcosa si spezza, mentre lo specchio in cui si rifletteva un tempo, adesso non c’è più. Non si muove, quando vede i frammenti di vetro sulle mani e riversati su un pavimento bianco, proprio come quello che una volta Oliver le ha descritto durante i loro incontri amorosi.
Ignora il dolore al petto e ai piedi, che sanguinano copiosamente.
E’ tentata di raccogliere un frammento per guardarlo meglio, poi … riapre gli occhi.
E’ nella sua stanza, è un altro giorno.
Sospira, passandosi una mano tra i lunghi capelli neri.
Sospira, notando con stupore che Emily è a letto ed è addormentata.
Sospira, notando che ai piedi del letto c’è qualcosa.
Un frammento colorato di un verde accesso, vivido come nel suo sogno.
« Questo è il prezzo da pagare, vero? » Sussurra tra sé e sé, senza rendersene conto.
Stringe il frammento, polvere tra le sue mani.
E singhiozza, notando cosa ha permesso.
Come si è ridotta per amare e salvare le uniche due felicità che aveva.
« Riuscirò mai ad essere di nuovo felice? »

 
Si dibatte, ignorando la presa attorno al corpo.
Urla e scalcia, accasciandosi a terra. Vicino a sé, il corpo dell’amato.
« Sei un mostro! »
« Sorellina, è un vero peccato che lui non sia sopravvissuto … forse, il veleno ha agito troppo in fretta quando si è addormentato. » Guarda il pugnale stretto tra le mani. « Oppure, il colpo che gli ho inflitto è stato potente. » Ghigna, notando le lacrime di lei scendere copiose. « Tuo padre ha insistito perché ti lasciassi viva, e io sono un martire misericordioso … » Uno sguardo su Albert, tenuto a bada da un troll. « … ma come lui non ha avuto pietà, l’unico modo per prendere James è ucciderti. »
« Fallo pure, non ho problemi. » Non perde il suo sguardo, ormai fiero e deciso ad affrontare la morte. « Sai di cosa sono certa? Del fatto che James non sarà mai te. »
« Può darsi, chi lo sa? » Si avvicina, ridacchiando. « Buon viaggio, Victore. »
« Ci rivedremo all’inferno, Antony. »
E con un colpo secco, il pugnale trapassa il cuore della giovane. Quest’ultima, sorpresa dal tale e atroce dolore, reprime un gemito.
« Durerà poco, non temere. » Si scosta, e la aiuta sdraiarsi a terra. « Farò si che il nostro fallimento venga colmato, James sarà un ottima spalla per cercare nuovi fratelli e sorelle da unire. »
« Sei un bugiardo! »
« Le mie scuse, Re Albert. »
***
Il sole è calato, da lì a poche ore entrerà nella foresta.
Non può permettere che accada di nuovo, non può lasciarla andare via.
Dorme profondamente nella sua camera, ignara delle occhiate dell’uomo.
Richiude la porta con inaspettata calma, per poi dirigersi in mezzo alla foresta.
Lo trova intento a osservare la luna in cielo, non si gira nemmeno nella sua direzione quando arriva. Ridacchia, e rigira il pugnale tra le mani con destrezza.
« Allora, sei pronto? »
« Ti sbarazzerai di quelle bestie? »
« Albert, credi ancora che non lo farò? Farei di tutto per averlo. »
« E’ in casa di quell’animale, non è protetto. » Fa una pausa, mentre abbassa lo sguardo. « Salva Victore, non ha bisogno di altri problemi nella sua vita. »
« Facciamo così … Io salverò la mia amata sorellina, e ucciderò James ed Oliver, a patto che mi lasci qualcosa. »
« Qualunque cosa. »
« Il tuo più potente alleato. »
« Io non ho … »
« Non mentirmi, e fai come ti dico. »
« Va bene. »
Un rumore di rami che si spezza, seguito da alcuni passi.
« Benissimo, il piano è in atto.» Ghigna, alla luce della splendente luna. « Ci vedremo tra tre ore sul campo di battaglia, fai si che lei non manchi. » Fa alcuni passi avanti, per poi bloccarsi di colpo.  « Arrivederci, Albert. »
« Grazie, figliolo. »

 
Le prime luci del mattino illuminano la raduna. Brilla sotto i raggi, mettendo in risalto tutto ciò che prima era oscurato dal buio.
Il popolo degli elfi è definitivamente caduto con il suo Re, la sua Regina e le figlie. Emily è ammassata tra i corpi, vicino ai genitori.
Victore è posta accanto a Oliver, sono così vicini che sembrano toccarsi le mani, nonostante la morte abbia avuto la meglio su entrambi.
Gnomi, nani, troll e umani dalla parte del Signore Oscuro, raccolgono le ultime cose, e bruciano i corpi.
Amelia è seduta sull’erba fresca, la testa di James-profondamente addormentato-è sulle sue ginocchia. Il petto si abbassa e si alza, mentre continua a sognare beato.
Gli accarezza i capelli come una madre, come ha fatto in passato con il suo figlio acquisito.
Il morso sul collo è sparito, guarito dalla magia della donna.
Adesso, hanno modo di ricominciare.
Le fate hanno fatto si che la sua vita passata sia dimenticata, del tutto. E’ stato facile collaborare con le sorelle di Ambra, anche loro convinte delle tradizioni degli elfi.
« Assomiglia moltissimo a Victore. » Sussurra, sedendosi accanto a Amelia. « Pensi che sarà un ottimo alleato? »
« Cygnug, ormai James è nelle nostre mani. Vorrà bene alla sua vera famiglia, e manderà avanti la tradizione. »
« Ha sangue di potere, di elfo e di umano nelle vene. Pensi che sarà un ottimo guerriero, vero? » Domanda, retorico. « Non come Arman o … Oliver. »
« Sarà l’uomo più potente di tutti i mari e del mondo, conquisterà i cuori di milioni di ragazze e troverà la sua via. »
« Amelia, è tempo di andare. » Alza gli occhi sulla figura di fronte a sé, sorridendo. « E’ un nuovo inizio, non vorrai tardare? »
« Antony, sono così fiera di te. » Ridacchia, e lascia che un troll possa prendere tra le braccia il ragazzo e Cygnug possa raggiungere il resto dei compagni. « Sei riuscito a prendere ciò che Albert ti aveva promesso? »
« Ne dubitavi? » Schiocca le dita, mettendo un braccio attorno alle spalle di lei. « Non è magnifico? »
Una maestoso drago atterra al centro della raduna, lasciando a bocca aperta la donna.
Il verde sulle squame risalta l’essere, mentre sulla pancia un giallo ocra si distingue per la lucidità che emette sotto i raggi del sole.
Gli artigli che graffiano e giocano con il terreno leggermente bagnato, consumati e spezzati dalle battaglie. Una cicatrice spicca dall’occhio a metà guancia, probabilmente lì da chissà quanti anni e chissà per quale lotta avuta.
I denti aguzzi spuntano dalla bocca semiaperta, come se li invitasse ad avvicinarsi o se provasse a sorridere soddisfatto davanti ai due.
Le ali sono ferme, attendono con attesa di liberarsi di nuovo in cielo.
« Dove andiamo, figlio mio? »
« A lanciare il nostro messaggio, madre adorata. » Con una poderosa spinta si aggrappa al drago, mentre alcuni seguaci lo aiutano a mettersi sopra la schiena dell’animale.  « Amelia, sei pronta per l’avventura che ci attende? » Le porge la mano, incitandola ad afferrarla.
« E’ passato così tanto tempo, che mi sembra impossibile. » Sussurra, in preda all’eccitazione. « Partiamo. »
Un colpo di ali e sono già in cielo.
L’aria scompiglia i capelli della donna, che sorride e si tiene stretta alle spalle dell’uomo.
Dietro di sé, altri draghi con sopra i numerosi seguaci li seguono.
L’alba, unico spettatore della nuova era del mondo umano.
***
Miei cari spettatori, come abbiamo ben visto … il male ha vinto.
James è nelle mani di altri, un futuro ignaro si preannuncia per il giovane ragazzo, ormai stretto tra le braccia della nonna paterna, dello zio e del bis-nonno.
Molti di noi, si chiedono ancora cosa gli sia accaduto e come siano riusciti a portare avanti ciò che Antony  voleva accadesse.
Come sappiamo, abbiamo letto numerose storie di amore e passione sull’incesto, eppure … ci siamo mai chiesti come sia nato? Come sia arrivato fino a noi?
E se fosse sempre stato così? Se fosse davvero stato il Signore Oscuro a dar vita a tutto ciò?
Ancora, non possiamo saperlo con certezza. L’unica cosa che sappiamo, è che tale storia narrata non viene nemmeno accennata in un qualche racconto.
Vorranno mica nasconderci la verità o hanno semplicemente paura di sbattere la faccia contro la realtà?
***
Il fumo e il fuoco invadono l’enorme stanza, gli occhi fanno fatica ad aprirsi quando vuole svegliarsi.
Sembra proprio la scena che ha dovuto vivere anni fa, quell’atroce sogno che la tratteneva prigioniera e che veniva distrutto dall’arrivo di Antony.
I muscoli sono tesi, le ossa sembrano spezzarsi quando tenta di alzarsi con uno scatto. Reprime un gemito, e riprova nonostante i dolori ovunque.
Adesso, lo vede.
Il pavimento su cosa è sdraiata prende fuoco, anche lui. Brucia così tanto, da farla scattare in piedi senza problemi.
Un colpo di tosse da parte sua, mentre si copre il naso con un braccio. Un altro colpo di tosse, e fa un passo avanti.
I suoi occhi riescono a distinguerlo in mezzo al dolore. E’ di nuovo giovane, come un tempo, come lei in questo momento.
Si inginocchia, e lo scuote con forza.
« Oliver! » Ma ciò che esce dalle sue labbra non è un urlo, bensì un piccolo sussurro la costringe a ricredersi, la sua voce è spezzata. « Oliver! » Un’altra volta, sempre più bassa la voce. « OLIVER! » E ci riesce, facendo si che sobbalzi e apra gli occhi. « Come ti senti? »
« Bruciare. » Le accarezza il viso, sempre restando sdraiato sul pavimento. « Dove siamo? Sei davvero tu? » Si guarda intorno, spaesato. E non smette di toccarla, ovunque.
« All’inferno? » Domanda, sull’orlo delle lacrime. « Mi sa che ci siamo finiti per davvero. »
« Non dire sciocchezze. » Si mette sui gomiti, prendendo tra le mani il viso della ragazza. « Victore, non è reale. Guarda il pavimento e dimmi cosa vedi. »
Abbassa lo sguardo, osservando il riflesso sotto di sé.
E’ fatto di vetro.
« Possiamo uscire? » Chiede, retorica e entusiasta.
« Basta crederci. » Si mette in ginocchio, proprio come lei. « Spezzalo insieme a me, possiamo farcela. » Cerca la sua mano, e la trova, intrecciando le dita con le sue. « Non è la fine, non per noi. »
Annuisce e senza dire altro, si alza in piedi.
« Al mio tre. » Sussurra.
« Uno … »
« … Due … » Con la mano libera, sposta una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio di lei.
« TRE! »
I piedi di entrambi battono sul vetro con forza, una crepa si crea nel mezzo della stanza. Un altro colpo, più potente ed i frammenti finisco sul viso di Victore e Oliver, provocando piccoli tagli sulle guance rosse.
« ORA! »
Il pavimento si frantuma sotto di loro senza preavviso.
La stanza di fuoco non c’è più, un immenso buio li travolge.
« Non lasciarmi andare. » Urla, aggrappandosi al braccio del ragazzo.
« Come posso farlo? »
Chiudono gli occhi, pronti al destino che li aspetta.
I pensieri di Victore sono immersi nei ricordi, vividi nella sua mente.
Non importa se i frammenti si conficcano nelle spalle, o se la presa di Oliver diventa sempre più forte tanto da farle mancare il fiato.
Il mondo diventa inaspettatamente silenzioso, come se qualcuno avesse messo fine al dolore e alle angosce.
L’inferno non la circonda più.
***
Curiosi, non è vero?
Cosa vi aspettate in questo finale?
Lo guardiamo insieme?
E così sia …

 
Un leggero tocco sulla spalla, che prosegue giù sul fianco.
Le mani lisce, che conosce così bene e che riescono a farle toccare la libertà con poco.
Lentamente, apre gli occhi.
Un leggero venticello le sfiora il viso e i capelli, mentre i raggi di sole la risvegliano dal torpore e la aiutano a mettere a fuoco il paesaggio.
E’ sdraiata sulle sue gambe, osserva l’immenso prato che si estende per miglia. Il verde spicca come nuovo, le ricorda tanto il posto in cui avevano progettato di vivere un giorno, lontano dalla guerra.
Le farfalle volano, il profumo di fiori le impregna le narici, un rumore simile ad un ronzio le rimbomba nelle orecchie. Sarà mica l’inaspettato silenzio che ha sentito poco prima e che è rimasto imprigionato nella sua mente?
Non può fare a meno di sorridere, quando fa forza sul busto per alzarsi e scontrare i suoi occhi. Mentre nota, che è sotto un salice. Uguale e identico a quello dove si sono uniti la per la prima volta, e per l’ultimo bacio.
« E’ il paradiso? »
« Non lo so. » Mette un braccio attorno alle sue spalle, ridendo. « Che ne dici se lo definiamo il nostro posto? »
« Sarebbe magnifico. »
Non c’è modo di fermare quella felicità che le riempie il cuore, che viene messa a tacere senza preavviso, senza piani ben precisi.
Le mani scoordinate vagano su entrambi, stringono ed afferrano la carne con forza, quando il desiderio è forte.
Non è sesso, è semplice amore represso.
E l’amore ora, sembra rinascere ad ogni tocco, i corpi sembrano risvegliarsi da un blocco.
Morsi e baci si confondono alla miriade di emozioni che invade la mente e le sensazioni.
La tristezza sembra dissolversi, mentre ogni ferita di Victore viene curata, e ogni attimo perso per Oliver viene ricompensato.
« Ollie, torneresti mai indietro? » Si distacca, improvvisamente. « Insomma, perché non sei voluto scappare quando la prima volta te l’ho proposto? »
« Perché … eri d’accordo, non potevamo lasciarli. »
« Io … avevo paura. » Sussurra, accarezzando il dorso della sua mano. « Cosa pensi che sarebbe capitato ad Emily? O a tuo padre? »
« Ascoltami bene, Victore, okay? » La guarda, sorridendo. « Forse, se avremmo fatto delle scelte diverse, saremmo felici e … chi lo sa?! » Fa una pausa, senza smettere di guardarla. « Per adesso, siamo qui, e siamo insieme … non conta nient’altro. »
« Come fai a non pensarci? Come fai ad essere così insensibile? Come fai a non pensare cosa capiterà a James? »
Quel ragazzo che tanto ama sembra cambiato. Forse, è solo una sua stupida paranoia?
« Pensaci un attimo, quando mai siamo stati insensibili ed egoisti? »
« Quando … » Abbassa il capo, e riflette a lungo.
Probabilmente, è stato … si, in quel momento.
« Quando ho deciso di incontrarti sotto al salice per la prima volta e ho smesso di scappare. »
Un grosso sorriso si allarga sulla bocca del ragazzo, che le posa un bacio a fior di labbra, ridendo.
« Non scappare di nuovo, Victore. » Intrufola le dita nei lunghi capelli neri, perdendosi in quelle ciocche profumate che stringe tra le mani. « Non hai più bisogno di combattere, non per il nostro amore. »
« E come la mettiamo con James? » Sussurra, ed anche lei, stringe le ciocche bionde tra le dita, in pensiero. « Le sorelle di Ambra sono state delle vere … »
« … traditrici, esatto. » Fa una pausa, per poi scoppiare a ridere. « A dir la verità, c’è un termine più adatto che può essere usato ma non credo che sia giusto dirlo qui, con te. »
« Come se io non avessi mai sentito le parolacce! » Ribatte, imbronciata. « Se fossi stato al rifugio, ti saresti meravigliato di quante belle … »
Non la lascia terminare, schiudendo un dolce bacio sulle sue labbra.
Lascia scendere la mano lungo il fianco, così da afferrarla e portarla sopra di sé con uno scatto deciso.
« Adesso, non hai più modo di sfuggirmi … » Un bacio sul collo, mentre Victore socchiude gli occhi per un attimo. « Comunque … James è nelle mani di Ambra, non devi temere niente. »
« Cosa … ? » Apre e chiude la bocca più volte, incapace di domandare altro.
Possibile che James sia davvero protetto?
« Noi siamo qui, le nostre anime sono andate distrutte quando ci hanno ucciso. » Posa lo sguardo altrove, dove un paio di farfalle si stanno posando all’interno di alcuni fiori aperti. « Mentre l’anima di Ambra no, tecnicamente dovrebbe essere con noi, eppure non c’è. »
« E allora perché non c’è nemmeno mio padre? »
« Non lo so … ma puoi stare certa, che James non sarà mai solo. »
« Potremo vederlo da lontano? Come farà a sapere che siamo sempre con lui? »
« Perché noi, siamo qui dentro. » Punta il dito dritto al suo cuore, sorridendo.
« Ma comunque sia, una fata non può … non può fare ciò che hai detto. » Mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio, perplessa. « Oliver, non è possibile che accada. E’ irreale. »
« E tu, Victore … credi che questo sia irreale? »
« No. »
« Perché? »
« Perché ci sei anche tu. »
« Ricordi quando hai detto che ci saremmo rivisti? »
Annuisce, e senza volerlo, alza gli occhi al cielo.
Le stelle e la luna, unici spettatori di tale amore.
« Sei tornato da me. »
« Come potevo non farlo? »
 

Un amore così bello non può far male, ma può sconfiggere le leggi della ragione e … farci sognare.
Forse, tra le stelle è ancora lì, vivido e scritto come una leggenda o una storia inventata da sciocche menti.
Oppure, è solo l’inizio della libertà per i Victore Lenn e Oliver Lydd.
 

 
Che l’amore possa sempre guarire ogni vostro problema, e rinasca più potente di prima, cari lettori.
 
 

Spiegazioni varie ed eventuali:
Ricreare una storia sull’incesto è stato abbastanza difficile, soprattutto perché ho dovuto introdurre molti personaggi, ragion per cui non mi sono sofferta su tutti in quanto poteva risultare un po’ noioso.
La storia parla di un potere immenso che il Signore Oscuro possiede e di come lo abbia cambiato, ho supposto che la magia rendesse Amelia, Antony e Cygnug  immortale pur di farli arrivare allo scontro finale come erano un tempo: giovani e belli.
Avevo avuto una vaga idea di poter mettere il nonno di Victore nella lotta al potere, ma ho preferito farlo rimanere nel suo angolo.
Per quanto riguarda la maledizione inflitta a James è chiara, è una punizione per assorbire tutte le energie e la forza di Victore e Oliver, che lottano per la sua liberazione. E come abbiamo visto, successivamente grazie ai poteri di Amelia verrà curato, proprio perché è il tassello mancante per aiutarli nel loro intento: diffondere l’incesto con o senza uso della magia nel mondo umano(cosa che tutt’oggi capita).  Naturalmente, la nascita di questo fenomeno è vista da una sorta di fantasia, e nient’altro.
Oltre a questo, l’ultima parte del racconto è stata scritta per il semplice gusto di lasciare Victore e Oliver insieme in un sogno tutto loro, con un posto nuovo tutto loro. Nonostante venga affermato, che non potranno più vedere l’amato figlio, di cui non si saprà più che fine farà veramente.
Spero che la storia vi sia piaciuta, amici miei.
Alla prossima.
Nancy
 

 
  
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