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Autore: Niam_my_life    03/09/2015    0 recensioni
Avete mai amato a tal punto da sacrificarvi per qualcuno?
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“Non devi abbatterti, molto probabilmente non era il tuo Ikigai” sussurrò Liam, mettendosi disteso vicino a lui e guardando il cielo stellato, facendo un sorriso timido.
Louis inarcò un sopracciglio, non capendo e girò il volto verso quello del più piccolo.
“Ikigai? Che vuol dire?”
“Ikigai..è visto come una ragione per sorridere e per cui vivere o esistere”.
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Louis teneva stretto il ragazzo al petto, accarezzandogli la guancia insanguinata. Alcune lacrime gli rigavano il viso e a pochi millimetri dalle sue labbra, con la speranza di vedere gli occhi del moro aprirsi, sussurrò:
“Sei il mio Ikigai Liam, non abbandonarmi, non lo sopporterei” premette dolcemente le labbra sulle sue “non lasciarmi”.
|| Liam/Louis Niall/Harry || accenni Ziam/ Elounor||
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva freddo quel pomeriggio d’autunno. Dopotutto, a Londra, era raro che ad autunno non facesse freddo, ma Liam era convinto che quella mattina fosse più fredda delle altre.
Quel giovedì mattina era uscito con dei semplici skinny, una camicia dell’Ambercrombie a quadri che faceva risaltare il suo addome ben scolpito e, per finire, una felpa grigia extra large che permetteva a Liam di sprofondare nel calore durante le giornate più fredde. Proprio come quel giorno.
Stava uscendo dal negozio e doveva percorrere  il grande stradone affollato di Evenue Street e con sé portava solamente un giaccone nero e la sua amata macchina fotografica. Non era una di quelle macchine super attrezzate e digitali, ma, bensì, era una semplice camera a rullino, una di quelle vecchie che si trovano nelle soffitte dopo anni anni.
 A Liam semplicemente non interessavano tutte quelle macchine fotografiche attrezzate, lui amava fotografare, ma a modo suo.
A lui non piaceva avere troppi scatti di cui uno solo buono, lui amava scattare attimi che durano per sempre.
 Molte volte il suo migliore amico, Harry, lo prendeva in giro dandogli del ‘vecchio’, ma lui, prontamente, rispondeva. “il bello delle foto è quando ti capitano per caso tra le mani, quante volte hai riguardato le foto sul pc? Eh, Haz? Poche scommetto” e così Harry storceva il naso, faceva una smorfia e cambiava argomento, senza perdere il sorriso.
Ed era proprio da quel diavoletto tutto ricci che Liam stava andando.
Erano quattro del pomeriggio e aveva appena finito di lavorare. Non amava il suo lavoro, ma almeno poteva permettersi un affitto.
Nonostante la sua passione per la fotografia, Liam non era mai riuscito a trovare un lavoro come fotografo e, fino a quel momento, si era arrangiato come meglio poteva.
“Te ne vai?” una voce familiare lo fermò poco dopo che Liam fosse fuori alla porta.
Era  Zayn, il suo datore di lavoro, nonché ex fidanzato di una storia finito male.
“Sì, per oggi ho finito il turno”
“Prima che tu vada, ti volevo chiedere, questo week-end potresti fare i turni di pomeriggio? Stan è ammalato”
“Certo, ci sarò” tagliò corto. Fece un leggero sorriso per poi uscire camminare lontano da quel posto soffocante.
Ancora non ricordava bene come lui e Zayn si fossero messi insieme. Era successo e basta, senza un ‘vuoi essere il mio ragazzo?’ o un ‘ti amo’. Era successo e basta.
Ma non per il destino, oh no. Liam non credeva al destino, lui era convinto che le cose accadessero a seconda delle scelte e delle azioni che si compiono.
Come con Zayn. Se non avesse accettato l’invito del ragazzo dai capelli corvini e gli occhi ambrati, quasi sicuramente non si sarebbero baciati.
È stata una scelta quella di Liam, la quale ha comportato ad una conseguenza.
Anche la loro rottura è stata una scelta. Se Zayn non avesse scelto di tradirlo a quest’ora, forse, sarebbero stati assieme a farsi le coccole.
A Liam la matematica piaceva, piaceva perché gli dava certezze. Sapeva che 2+2 faceva 4 e questo nulla lo può cambiare.
Amava di meno, invece, le cose ipotetiche, le persone che aspettano sempre l’attimo giusto. L’attimo giusto non esiste ed era sempre più convinto che fosse una scusa alle quali le persone si aggrappavano per evitare di buttarsi nelle cose, di affrontare le loro paure.
Sospirò e una nebbiolina bianca uscì calda dalle sue labbra carnose e rosate, leggermente sul colore violastro per il freddo.
Era arrivato davanti alla casa “Stylinson”* ossia la casa di Harry e Louis. Erano due fratelli, parecchio diversi tra loro, ma molto uniti.
Appena bussò, da dentro la casa sentiva già la risata dell’Irlandese.
Niall era il ragazzo di Harry da ormai sei anni. Quello che c’era tra loro, Liam pensava fosse qualcosa di unico. Tutte le cose, anche le più piccole, che succedevano tra quei due idioti, faceva capire al mondo intero quando la loro anima si urlasse ‘ti amo’ e non ‘ti  voglio’. E questo, per uno come Liam, era semplicemente fantastico.
Il castano era stato abituato ad amare fino allo schifo, fino a consumarsi, non ad amare per gioia e per felicità.
Una testa riccia non tardò ad aprire, seguita a ruota da dei ciuffi biondo ossigenati. Ovunque ci fosse il riccio, ci sarebbe stato anche l’irlandese, ecco un’altra certezza che aveva Liam.
“Liam!” urlò l’amico dagli occhi verdi, abbracciandolo stretto “finalmente sei arrivato! Abbiamo programmato tutta la serata con una maratona di film assurda..ovviamente scelta da Niall. Io gli ho detto di aspettare il tuo arrivo ma lo sai com’è quando ci si mette..”
“Ehi, Haz, tranquillo, avete fatto bene a scegliere prima di me” sorrise nel dirlo, perché con i suoi amici non era possibile non sorridere.
“Leeyum!” una testa bionda gli saltò addosso e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia
“Nialler!”
“Harry” si aggiunse il terzo e tutti e tre scoppiarono a ridere mentre si dirigevano in salotto.
Ed eccolo lì, in tutta la sua paradisiaca bellezza, Louis Stylinson.
Forse l’unica persona per cui Liam avrebbe creduto nel destino e forse l’unico che avrebbe amato col sorriso sempre stampato sulle labbra.
Ed invece eccola lì, Eleanor Calder, la ragazza di Louis. L’unica ragazza che Liam, invece, avrebbe volentieri visto senza un occhio e col naso rotto.
Ogni volta che si incrociano, entrambi non riescono a fingere un sorriso. Probabilmente, se dagli occhi si potessero materializzare dei pugnali, sarebbero stati entrambi pieni di ferite ovunque.
Tutto perché entrambi sapevano la devozione che Liam aveva nei confronti di Louis.
Fin da quando Liam ed Harry erano solo bambini, passavano le giornate assieme a giocare e, ovviamente, la maggior parte del tempo toccava a Louis fare da ‘controllore’ nei confronti del fratello più piccolo.
Non c’era un giorno che Liam non avesse pensato a quanto fossero belli quegli occhi azzurro-grigiastri e, col passare del tempo, aveva iniziato a pensare anche a quanto potessero essere morbide quelle labbra da baciare.
Lo aveva pensato, sì, fino al giorno in cui lo baciò, il peggiore della sua vita.
“Che cazzo hai fatto? Non sono uno stupido frocio come te. Pensavi davvero che potessi provare dei sentimenti per te? Ma vaffanculo Liam” furono le ultime parole di Louis. Il castano quel giorno pianse, pianse fino a vomitare e promise a se stesso che non avrebbe più permesso a nessuno di rapire il suo cuore in quel modo.
E se lo ricorda bene, fin troppo bene quel bacio. E come potrebbe dimenticarlo?
 
Era il compleanno di Louis, tutti i parenti ed amici erano stati invitati, compresa Eleanor, l’insopportabile ragazza di Louis.
Quel giorno Liam era arrivato determinato. Avrebbe preso Louis in disparte per dargli il regalo , poi, lo avrebbe baciato. E sperava con tutto il cuore di non essere respinto.
Quando lo baciò fu semplicemente unico. Premette le labbra dolcemente sulle sue e portò una mano tra i suoi capelli, lasciando il festeggiato di sasso. Nonostante Liam fosse più piccolo, era comunque più alto di lui e, quindi, riusciva a tenerlo stresso a sé facilmente.
Sperava che Louis si fosse accorto di provare dei sentimenti, che ,ovviamente, non provava..
O forse sì.
Ma ormai era troppo tardi, Louis se n’era andato lasciando un Liam completamente in lacrime e ferito come nessuno aveva mai fatto.
 
E fu proprio la voce di Louis a portarlo alla realta.
“Noi usciamo, Haz, non combinare casini”
“Andate tranquilli e, Lou, non sono più un bambino”
“Lo spero per te, Niall, tienilo d’occhio”
“Sarà fatto!” e, con queste ultime parole, Louis uscì di casa assieme alla sua bellissima, dolcissima e stronzissima ragazza.
Liam andò a sedersi vicino ad Harry, il quale gli si fece più vicino ed iniziò ad accarezzargli i ricci.
“Stai ancora male per mio fratello, vero?” ma lui non rispose, non voleva mostrarsi ancora debole per quella storia successa due anni prima.
“Guarda che mio fratello non è un mostro, a volte è testardo, parecchio particolare e rompipalle, ma non è un mostro, quella volta ha reagito così perché era sorpreso, tutto qua, ma non è detto con provi i tuoi stessi sen-“
“Oh andiamo Harry” lo interruppe Liam “non prendiamoci in giro e poi, te l’ho già detto altre volte, tuo fratello non mi interessa più”
Harry e Niall si lanciarono uno sguardo triste per il loro amico, per poi abbracciarlo stretto, uno da un lato del divano e uno dall’altro.
“Va bene Lee, ti vogliamo bene” esordì il biondo, leccandogli una guancia, cosa che lo fece ridere di poco.
“Anche io vi voglio bene, ragazzi.”
 
 
 
 
Due giorni dopo Liam stava appendendo nella sua camera oscura** tutte le foto che aveva fatto nell’ultima settimana.
Sorrise. Era abbastanza soddisfatto di come stava venendo fuori quel suo piccolo angolo della casa, forse l’unico angolo in cui poteva essere davvero se stesso.
Aprì un cassetto, cercando un nuovo rullino, quando, per caso, gli capitò una foto tra le mani.
Era una foto che raffigurava Harry al suo diciottesimo compleanno, con un Louis sbuffante vicino. Harry stava sorridendo, mostrando le sue bellissime fossette. Aveva in testa un cappello da pagliaccio e indossava uno strano e buffo vestito. Louis gli era di fianco, con le braccia incrociate, mentre faceva una foto, forse infastidito dall’enorme cappello con le piume che, quel giorno, suo fratello lo aveva costretto ad indossare.
A Liam scappò un sorriso. Quell’anno era stato forse il più bello rispetto all’anno dopo. Era stato un po’ come la calma che precede la tempesta.
Il giorno del compleanno di Harry aveva avuto tante occasioni per scattare varie foto, soprattutto a lui e Louis assieme, senza che il liscio protestasse.
Il cellulare gli vibrò, poggiò la foto sul comodino e, dopo aver controllato il numero di telefono, rispose.
“Harry?”
“Liam devi venire qui in fretta”
“Ciao anche a te, Harry” roteò gli occhi.
“Liam davvero, non sto scherzando” continuò l’amico preoccupato.
“Okay, Harry calmati e dimmi che succede”
“Louis non sta bene, ha lasciato Eleanor dopo aver discusso..ha scoperto che lo tradiva e.. devi venire qui e fare qualcosa” e in quel momento Liam non sapeva se essere triste per Louis, felice per la sua rottura oppure incazzato col suo amico per avergli chiesto una cosa impossibile.
Optò per la terza.
“Harry? Pronto? Ti sei impazzito? Mi dispiace per tuo fratello, ma lo sai che mi odia e non mi vuole parlare”
“Non ti odia e poi, Liam, per favore..è disteso in giardino da tutto il pomeriggio e non mi vuole ascoltare, si è fatto buio, è freddo e non vuole rientrare. Tu sei bravo a far ragionare le persone, per favore e dai fallo per il tuo migliore amico preferito”
Liam sospirò e, fanculo. Lanciò un ultima occhiata alla fotografia, per poi prenderla e mettersela in tasca.
 
 
Pochi minuti dopo era già arrivato da loro.
Harry gli aveva aperto la porta e lo aveva trascinato verso la porta finestra che conduceva al giardino, senza nemmeno dirgli una parola.
“Guardalo, se ne sta lì da ore ormai”
Liam corruciò le labbra. Povero Louis, deve essere distrutto.
“Okay Haz, ci penso io, ma se non mi vuole parlare sappi che io non ci posso fare nulla”
Ma il riccio non rispose, semplicemente lo strattonò fuori.
Liam si ritrovò davanti un Louis con gli occhi rivolti verso il cielo, disteso sull’erba bagnata e circondato da alcune foglie cadute da alcuni alberi vicini.
“Ti ha mandato Harry, vero?” mormorò quest’ultimo, senza distogliere lo sguardo dal cielo e lasciando di sasso Liam, il quale non si mosse.
“è solo preoccupato per te..”
“Beh, non deve. Ora puoi andare” tagliò corto il più grande.
Ma Liam non lo ascoltò e si avvicinò di più a lui, rimanendo in piedi.
“Tutti soffriamo per amore, Louis. Ma soffrire è umano e a volte certe cose capitano, capisco come ti senti” ma lui non rispose. Così ospirò e si mise seduto vicino a lui, guardandolo dall’alto.
“Non fartene una colpa” ma ancora nessuna risposta.
Rimase in quella posizione ancora per un po’, fino a quando Louis si degnò di guardarlo. E solo Dio poteva sapere quanto fossero mancati quegli occhi al castano. Adorava ogni singolo sguardo del maggiore perché permetteva perfettamente a chiunque di capire come stesse, senza bisogno di parole. E in quel momento i suoi occhi gridavano solitudine e bisogno di affetto.
“Non devi abbatterti, molto probabilmente non era il tuo Ikigai” sussurrò Liam, mettendosi disteso vicino a lui e guardando il cielo stellato, facendo un sorriso timido.
Louis inarcò un sopracciglio, non capendo e girò il volto verso quello del più piccolo.
“Ikigai? Che vuol dire?”
“Ikigai..è visto come una ragione per sorridere e per cui vivere o esistere”. Sussurrò ancora il più piccolo, sentendo le guance riscaldarsi leggermente.
Louis ridacchiò. “Non ti facevo tipo da credere in queste cose, non sei forse tu quello che crede che alle cause e conseguenze?”
Il battito di Liam accelerò di poco. Allora anche Louis conosceva qualcosa di lui, non se lo era completamente dimenticato.
“Sì, è vero, ma l’Ikigai è una delle poche cose in cui credo”
Louis sospirò e guardò nuovamente in alto.
“Pensavo mi amasse davvero” esclamò, poi, con un sorriso triste. “che idiota che sono stato”
“Non sei un idiota, sei semplicemente una persona che prova emozioni, che fa delle scelte che possono essere giuste o sbagliate, l’importante, poi, è ritrovare la strada giusta” continuò il castano.
Quello che stava succedendo, secondo Liam, era quasi un sogno.
Fino al giorno prima Louis non lo degnava nemmeno di uno sguardo e, in quel momento, si stava lasciando confortare proprio da lui. Di solito, da piccoli, era sempre stato Louis a proteggere Harry e Liam dai bambini più grandi che li prendevano in giro, mentre ora era toccato a lui fare la parte del grande.
Non importava molto se Louis non provava i suoi stessi sentimenti. Già solo potergli parlare gli sembrava qualcosa di magnifico. Potergli stare vicino senza essere cacciato o con il timore di essere respinto, lasciato da solo come sempre.
“Perché mi stai aiutando, Liam?” mormorò il più grande, voltandosi verso di lui.
Liam gli sorride dolcemente, per poi estrarre la fotografia dalla tasca, gliela passò e picchiettò il dito sulla sua figura, vicino a quella del suo migliore amico.
“Perché mi manca il Louis di quella volta” il liscio sbattè più volte le palpebre, guardando il ragazzo stupito, un po’ per il fatto di aver conservato quella foto per tre anni e un po’ per tutto quello che gli aveva detto. Quasi sembrava lui quello grande della situazione, quello che deve prendersi cura di suo ‘fratello’, quasi. Era davvero cresciuto, era diventato un vero e proprio uomo responsabile e, doveva ammetterlo, era anche stato parecchio coraggioso a dire quelle cose.
Insomma, Louis sapeva benissimo cosa voleva dire vedere la persona che ami amare un altro e Liam lo aveva fatto, era stato rifiutato e, semplicemente, lo aveva accettato. Aveva sempre accettato e condiviso, sostenuto quello che Louis aveva fatto o deciso, anche se non era mai stato d’accordo con le sue scelte, lui le aveva sempre sostenute. Eppure non era né un suo amico, né suo fratello o suo padre. Era semplicemente un ragazzino che conosceva dalla nascita praticamente. Un bambino che era cresciuto, era stato distrutto ed era diventato un uomo raccogliendo i cocci da solo, senza l’aiuto di nessuno, costruendosi una vita da solo. Sempre da solo.
Certe volte Louis aveva pensato al bacio che Liam gli aveva dato e, molto spesso, si era sorpreso nell’aver pensato che fosse piacevole se che gli sarebbe piaciuto averne un alto, anche se poi aveva deciso di lasciar perdere.
Ora Liam era lì, disteso vicino a lui, in tutta la sua magnificenza, con il respiro regolare e il viso calmo rivolto verso il cielo.
Pensandoci, Liam c’era stato quasi più di suo fratello. Erano come un trio inseparabile, anche se, inizialmente, non si sopportavano molto a vicenda.
Louis aveva spesso difeso Liam dai ragazzi che lo prendevano in giro e, poi, era stato il primo a fargli del male.
Ora quel ragazzino era un uomo e non solo per i suoi lineamenti ben definiti, il corpo scolpito e la barba leggera che gli pizzicava le guance, Liam era diventato un uomo soprattutto dentro di sé e Louis lo stimava parecchio per questo.
Gli era mancato parlare con lui, pensò. E sorrise, istintivamente, tenendo quella foto tra le mani.
 
 
 
 
 
Quel fine settimana Liam aveva promesso a Zayn che ci sarebbe stato per i turni pomeriggio, rinunciando al suo giorno libero.
Sinceramente, poco gli importava. Quel sabato pomeriggio non sarebbe comunque potuto stare in compagnia dei suoi migliori amici dato che, questi ultimi, avevano organizzato un ‘viaggio rimantico’ della durata di un week-end. Ovviamente l’idea era stata di Niall, il quale aveva esclamato “Harry, mimiamo una luna di miele!” con gli occhi che gli brillavano.
Più passava il tempo con loro, più era convinto di quanto fossero strani ma adorabili allo stesso tempo.
Stranamente quel giorno il negozio non aveva molti clienti rispetto agli altri sabati extra in cui aveva lavorato per guadagnare di più o per sostituire un suo collega, come in quel caso.
Poco dopo, però, sentì il campanello della porta emettere il suo solito suono e una figura familiare entrò nella sala.
Louis Stylinson era appena entrato in quel negozio.
Inutile dire che il cuore di Liam aveva incominciato a perdere colpi per quanto forte batteva e, improvvisamente, sentiva caldo sulle guance, un calore accompagnato da un leggero brivido che gli pervase la schiena.
All’inizio il liscio sembrò non accorgersi di lui, ma, quando girò alcuni scaffali, gli occhi si puntarono in quelli color nocciola dell’amico..se così lo poteva definire.
“Oh, Liam”
“Louis” esordì.
“Harry mi aveva accennato qualcosa sul fatto che tu lavorassi qui”
“Uh davvero?” mannaggia al suo migliore amico e alla sua lingua lunga.
“Sì, ero venuto a cercarti infatti, solo che questa mattina non ti ho trovato” e, dire che Liam fosse di un color rosso peperone, voleva dire sminuire il colore di cui erano diventate le sue guance.
“Pe-perché?”
“Hai da fare questa sera?” domandò, poi, sfoderando uno di quei sorrisi a cui Liam proprio non sapeva resistere.
“Veramente no..” a Louis bastò quella risposta. Voleva rimediare al danno che aveva fatto.
 
 
 
Dire che Liam era confuso, era dire poco.
Non sapeva come, ma si era trovato Louis in un negozio, lo aveva invitato a cena fuori e ora si trovava in macchina assieme a lui diretti verso un posto che Louis diceva di conoscere molto bene.
Non capiva il motivo per cui era successo tutto ciò, ma per la prima volta si sentiva bene ed in pace con se stesso, rivedeva in Louis gli occhi di una volta, brillare, e le labbra formare vari sorrisi se pur leggeri.
Era seduto vicino a lui, guardandolo guidare. Aveva notato che spesso si era mordicchiato le labbra, leccandosele subito dopo e Liam dovette combattere contro la sua forza di volontà per impedire a se stesso di baciarlo e commettere lo stesso errore di due anni prima.
Il maggiore era vestito con dei semplici jeans neri e strappati alle ginocchia, una maglietta rossa a maniche lunghe ed una giaccia sopra di essa.
Teneva lo sguardo fisso sulla strada, voltandosi ogni tanto a controllare il più piccolo, sorridendo nell’averlo sorpreso più volte a fissarlo.
Più ci pensava, più credeva che quella scelta fosse giusta. Voleva solo tornare a vedere il sorriso sulle labbra del più piccolo proprio come Liam voleva tornare a vedere il sorriso su quelle di Louis.
E nemmeno sapevano che sarebbero entrati in qualcosa di più grande di loro.
Perché, dopo quella sera, tutto cambiò.
Louis lo aveva portato in un ristorante sul lago, avevano riso e scherzato come se fossero migliori amici da una vita anche se..beh da una vita si conoscevano.
Poi erano andati a fare una passeggiata.
Una volta tornati nell’auto Liam si era addormentato e Louis non ebbe il cuore di svegliarlo. Lo portò fino a casa sua, lo sistemò nel letto e si sedette accanto a lui, guardandolo. Sembrava un angioletto quando dormiva. Aveva dei ciuffi sparsi sulla fronte e il maggiore pensò che gli impedissero di vederlo meglio, così glieli spostò, facendolo muovere leggermente nel sonno.
Forse era sbagliato pensare di essere gay, ma, Louis aveva capito che il fatto che gli fosse mancato un contatto contro le labbra del più piccolo voleva dire qualcosa.
Così gli baciò la fronte, poi la guancia e sfiorò le sue labbra, senza baciarle. Lo guardò un ultima volta per poi andare a dormire sul divano, non volevo disturbare il più giovane.
 
Quando Liam si era svegliato era andato in panico. Non si trovava in casa e sua e aveva subito temuto al peggio, non trovando Louis vicino a lui.
Scese di corsa le scale, si guardò attorno, fino a quando lo vide disteso sul divano.
Si morse il labbro e un sorriso spontaneo si formò sulle sue labbra.
Ha preferito portarmi a casa sua, piuttosto che svegliarmi e lasciarmi a casa mia pensò, Liam.
Stava per risalire in camera, quando la vibrazione di un cellulare attirò la sua attenzione.
Cercò di non svegliare Louis e prese il suo cellulare.
Perse un battito non appena vide il messaggio.
 
Da Eleanor:
Amore, ti aspetto nel bar al centro. Ti prego, voglio parlare.
 
Sentì come e lacrime pizzicare. Si diede dello stupido più e più volte per aver potuto solo pensare che Louis fosse stato interessato a lui. Insomma, non poteva essere diventato eda etero a gay in una notte.
Era ancora innamorato di Eleanor e come biasimarlo? Lui era innamorato di Louis da quando era piccolo e mai lo aveva dimenticato. 
Lasciò che il telefono cadesse vicino al volto del ragazzo e corse fuori da quella casa sbattendo la porta.
Il rumore fece svegliare immediatamente Louis, il quale si guardò attorno preoccupato. Vide il cellulare vicino al suo viso, si mise a sedere in fretta e capì subito in poco tempo.
Liam doveva aver letto il messaggio per poi essere corso fuori.
No, Cristo.
Si mise in fretta qualcosa addosso, prendendo le chiavi e corse fuori casa, vedendo il moro in lontananza.
Lo aveva già lasciato andare da solo una volta, non lo avrebbe più fatto.
Forse era vero, forse anche lui aveva sempre provato qualcosa per il moro ma non lo aveva mia voluto veramente ammettere a se stesso.
Ma tutto poco importava perché, in quel momento, era riuscito a raggiungere Liam, con le gambe tremanti e il respiro affannato.
“Liam!” urlò, cosa che fece girare il ragazzo di scatto.
Aveva gli occhi rossi e Louis aveva solo l’istinto di abbracciarlo e sussurrargli che era tutto okay, che non lo avrebbe abbandonato di nuovo.
Il moro si fermò, tremante e aspettò che Louis si facesse più vicino, ma non troppo. Infatti iniziò a parlare dall’altro lato della strada rispetto al suo.
“Liam ascoltami..”
“No, cazzo, ascoltami tu per una volta. Sei sempre stato al centro tu, giusto? Solo te e i tuoi sentimenti. Ho provato a sperare che le cose potessero cambiare ma posso capire che tu non mi vuoi”
“Non è ve-“
“Fammi finire” lo interruppe subito, a metà tra il ferito e l’arrabbiato “non ho mai aperto il mio cuore a qualcuno come ho fatto con te. Perché..perchè pensavo tu fossi diverso, io ero convinto tu fosse speciale, che per te avrei anche creduto nel destino, nel caso, nei miracoli. Per te avrei fatto di tutto, lo giuro. E non immagini quando sia stato difficile per me accettare qualcosa di più grande di me, ma l’ho fatto. Ho preferito la tua felicità alla mia. Guardavo Harry e Niall amarsi come io avrei voluto essere amato ma non da qualcuno, da te. Ho imparato ad oggettivare le persone come se fossero difettose. In modo che se fosse finita male avrei potuto pretendere qualcosa di meglio perché era difettosa. Ho cercato di mettere da parte tutto. Ho fatto tutto quello che ho fatto per te. Perche è vero sono gay e sono innamorato di te. E se a te non ti frega di me allora evita di fare queste stronzate che ti presenti al lavoro, ti comporti come se fossi il principe perfetto per poi scegliere lei. Perché io ci soffro, porca puttana.
Stamattina è stato come svegliarsi da un sogno troppo bello, un sogno in cui tu avresti scelto me invece che lei, ma a quanto pare non sono mai abbastanza.” concluse con le lacrime agli occhi, ormai gonfi. La voce spezzata e le mani tremanti.
Louis non sapeva che dire. Non sapeva che Liam sentisse così tanto dolore, ma, dopotutto avrebbe dovuto immaginarlo. Non riuscendo a dire nulla, semplicemente cercò di avvicinarsi a lui, attraversando la strada. Voleva dirgli di stare tranquillo, che di Eleanor non era mai importato nulla, ma non ci riuscì. Non riuscì perché un auto stava spuntando dalla strada e stava puntando dritto verso di lui, senza controllo.
Liam la vide e non ci pensò due volte, corse verso di lui e lo lanciò via dalla strada, lasciando che l’auto investisse se stesso, un impatto, poi il buio.
Il maggiore urlò, correndo da lui, mentre l’auto andava a schiantarsi contro il muro. Ma a Louis non importava. Forse aveva perso la cosa più preziosa che la vita gli aveva donato e non era nemmeno riuscito a dirgli che lo amava.
E cazzo se ne era reso conto troppo tardi.
Corse verso Liam che perdeva sangue da un braccio e dalla tempia e teneva gli occhi chiusi.
Lo strinse al petto, iniziando a singhiozzare e a piangere nervosamente.
Louis teneva stretto il ragazzo al petto, accarezzandogli la guancia insanguinata. Alcune lacrime gli rigavano il viso e a pochi millimetri dalle sue labbra, con la speranza di vedere gli occhi del moro aprirsi, sussurrò:
“Sei il mio Ikigai Liam, non abbandonarmi, non lo sopporterei” premette dolcemente le labbra sulle sue “non lasciarmi”.
Premette nuovamente le labbra sulle sue, labbra salate a causa delle lacrime e sporche di sangue. Strizzava gli occhi, non volevo lasciarlo più.
Intanto qualche passante che aveva visto la scene aveva chiamato l’ambulanza, ma Louis non riusciva a sentire quelle voci.
Non sentiva più il cuore di Liam battere fino a quando..
 
Boom Boom
 
Alzò di scatto il viso e prese quello di Liam tra le mani. Sentiva il suo respiro.
Liam non era morto.
Vide i suoi occhi aprirsi prima di poco e poi completamente, sbattere le palpebre e la sua bocca fare una smorfia di dolore.
“Liam!” urlò emettendo un suono acuto e lo strinse forte contro il petto, spostandogli alcuni ciuffi dal viso.
“Louis..Louis, stai bene?” all’inizio il suo nome era quasi un sospiro, ma quando si accorse di quello che era successo, si alzo di scatto da seduto, pentendosene subito dopo per il dolore alla testa.
“Stanno arrivando i soccorsi amore..non ti preoccupare sto bene, ora che so che stai bene” sussurrò il maggiore, facendo sorridere Liam, con le lacrime agli occhi.
“Come..come mi hai chiamato?”
“Amore, amore amore amore” ripetè più volte, mordendosi il labbro dalla felicità. Il suo Liam era sano e salvo.
Premette le labbra con dolcezza sulle sue, permettendo ad entrambi di assaporare il loro primo vero bacio, quello che entrambi attendevano da sempre anche se Louis non lo aveva mai capito.
Liam alzò lo sguardo e puntò gli occhi nei suoi.
“Ti amo Louis” mormorò poco dopo, portando una mano ad accarezzare la sua guancia con delicatezza.
“Ti amo anche io, Liam, scusami se l’ho capito troppo tardi”.
E, anche se la strada si stava riempiendo di ambulanze e persone, a loro non importava. Erano assieme e tutto il resto poteva apettare.


Angolo Me____

Ahahah e niente ultimamente sono fissata coi Lilo e quindi volevo fare una os su di loro u.u
spero sia venuta abbastanza bene..
*Stylinson: ho messo questo cognome per non voer scegliere tra quello di Louis o quello di Harry
**camera oscusa: non ricordo bene come si chiamano quelle stanze dove si appendevano le foto del rullino ahaha spero di non essermi sbagliata...

E nulla! spero vi sia piaciuta,
baci,
Niam_My_Life <3
 
 
  
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