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Autore: Martina Sapientona    04/09/2015    0 recensioni
Cato e Clove. Sempre e Per Sempre.
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cato, Clove
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aquarium
Le porte dell’ascensore si chiusero con prepotenza e io sfrecciai verso il secondo piano. Perché dovevano capitare tutte a me? Il giorno dopo saremmo entrati nell’arena e tutto sarebbe cambiato per sempre.  Entrai nell’appartamento e mi sedetti su una sedia prendendo un gelato dagli strani colori con degli spunzoni di biscotto che uscivano dalla coppetta. Iniziai a fissare l’enorme acquario che era nel salone. Mi sentivo proprio come quei piccoli pesciolini: incastrata in una boccia che mi tiene prigioniera.

Le porte dell’ascensore si aprirono di nuovo facendo entrare Brutus, Clementine, Enobaria e Cato.

- Ancora con quel gelato? Te l’ho già spiegato che fa ingrassare o sbaglio? – mi gridò Clementine, quasi le avessi tagliato i capelli o reso la pelle di un colore normale.
- Scusami. Farò quello che vuoi, basta che la smetti di parlarmi. – Ero stufa di tutto questo mondo.
 Posai la coppetta del gelato e notai che tutti si erano rifugiati nelle loro stanze, a parte Cato. Lo guardai in attesa che dicesse qualcosa, ma poi lui rimase solo lì a guardarmi negli occhi. In quel momento mi sentii come uno di quei pesci, non più solo imprigionata nell’acquario di Capitol City, ma anche nel mare dei suoi occhi azzurri. Tornai a fissare l’acqua riprendendo la mia coppetta del gelato. Ne mangiai un po’ e poi lo posai scocciata.
- Mi degni della tua parola o hai deciso di diventare un senza lingua? – gli chiesi sprezzante. Nel mio tono c’era solo tristezza e odio verso chiunque.
In quello stesso istante il televisore a schermo piatto si accese rivelando la faccia di Marvel con un otto scritto sopra. I voti delle sessioni.
- Ragazzi, trasmettono i voti. Su, coraggio venite a vedere. – esclamarono Brutus ed Enobaria quasi in coro. Ci sedemmo sull’enorme divano, ben attenta a stare lontana da Cato. Lui negli allenamenti aveva ricevuto 10. Un voto altissimo. Io nove. Non male, ma si poteva fare di più. Diverse volte Cato mi cercò con lo sguardo ma io lo degnai solo di un’occhiata carica di odio. Finimmo di vedere i voti con un undici della ragazza innamorata del distretto 12. Possibile che avesse preso un voto più alto di Cato? Doveva essere davvero forte allora.
Finiti i voti me ne andai in camera mia, sperando con tutto il cuore di non essere cercata da nessuno. E così fu, infatti.

Mi addormentai presto, quella sera.

Fui svegliata da un forte bussare alla mia porta. Andai ad aprire. Girai due volte il chiavistello e mi ritrovai davanti Cato preso per l’orecchio da Enobaria. La scena era comica ma non mi feci sfuggire nemmeno un sorriso.
- Cosa diavolo ci fate qui a quest’ora della notte? -. In effetti era l’una e io stavo riposando in vista dei giochi del giorno seguente, se mai si potesse dormire tranquilli prima di entrare in quella rete di pesci da uccidere.
- Ho beccato il tuo amichetto – iniziò Enobaria con il tono di una che la sa lunga – che tentava di sgattaiolare verso camera tua per fare non so che cosa. – concluse disgustata.
- Ahia, ahia, mi fai male – iniziò a strillare Cato più per l’umiliazione che per il dolore. In quello stesso momento comparvero Brutus e Clementine, tutta assonnata e ancora più irritante del solito nel suo pigiama ricoperto di pailletes.
- Cosa state facendo? – domandò Brutus molto perplesso – ti sembra il caso, Enobaria, di inscenare un tuo solito spettacolino a quest’ora della notte? Lascia l’orecchio di quel povero ragazzo e tornatene immediatamente in camera tua! – concluse Brutus. Enobaria lasciò Cato con una smorfia e se ne andò con Clementine, che alla fine non ci aveva capito nulla come sempre.
- Per questa volta ti ho coperto Cato – disse Brutus andandosene – cercate di non farvi beccare di nuovo –. Ci fece l’occhiolino e ci lasciò soli.

- Ora mi puoi dire cosa cavolo hai? E perché volevi venire da me facendomi fare questa figuraccia? – gli domandai entrando in camera. Cato chiuse la porta dietro di sé imprigionandomi di nuovo nel mare dei suoi occhi.
-Sono venuto perché…-
Postilla dell'autrice
Adesso mi direte "Ma non aggiorni per un anno e poi fai due capitoli in due giorni? Tu sei matta da legare!".
Si, ho aggiornato prestissimo. Spero di piaccia e lasciatemi una piccola recensione se vi va. Un bacio. Martina Sapientona

 
  
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