Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: The Darkness Inside Me    04/09/2015    1 recensioni
Ma il ragazzino non si dava mai per vinto,e continuava a cercare di far vedere gli arcobaleni ai suoi coetanei,però ogni volta loro si dimostravano solamente dei daltonici. Probabilmente si rifiutavano di vedere l’incredibile bellezza del mondo al di fuori delle mura soltanto perché bloccati dalla paura dei giganti. O forse erano semplicemente ciechi,i loro occhi offuscati dalle menzogne che i loro genitori raccontavano sul mondo esterno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin Arlart
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ispirata all’omonima canzone dei Coldplay con cui ultimamente mi sono impallata. Alla mia migliore amica Letizia:senza di te,questa fan fiction probabilmente non esisterebbe… <3
                                                                                Paradise     
“When she was just a girl,
She expected the world,
But it flew away from her reach,
So she ran away in her sleep.
And dreamed of Para-Para-Paradise…”
 
L’attenzione di un insonne Armin Arlert fu attirata da un lampo che all’improvviso illuminò la stanza del dormitorio. Il ragazzo contò mentalmente i secondi che stavano passando,attendendo il rombo di un tuono;ne passarono pochi,circa tre o quattro,quando un rumore simile ad un ruggito squarciò con prepotenza il silenzio che regnava nel dormitorio. Armin allora capì che il temporale doveva essere vicino.
Quella notte non era riuscito a chiudere occhio. Aveva provato a mettersi in tutte le posizioni possibili:si era sdraiato sulla schiena,a pancia in giù,si era raggomitolato sia verso destra sia verso sinistra,si era persino permesso di gettare un braccio e una gamba fuori dal letto,cosa che normalmente non avrebbe mai fatto,visto che aveva il terrore che qualcuno glieli afferrasse. Alla fine,dopo aver ridotto il suo letto in un ammasso informe di coperte,si era rassegnato ed era rimasto immobile a fissare per alcune ore il letto di Eren sopra di lui,invidiando l’amico che dormiva beatamente.
Non riusciva a dormire a causa di un unico pensiero che continuava a ritornargli in testa,il ricordo della sera prima,quando aveva confessato a Eren e a Mikasa di voler entrare nel Corpo di Ricerca. Erano stati molto sorpresi dalla sua scelta,soprattutto Eren,che gli aveva chiesto il perché di quella decisione. Armin non aveva dato una risposta ben precisa,si era solo limitato a dire che sapeva perfettamente di essere debole e che sarebbe morto sicuramente prima di diventare un peso.
In realtà la verità non era precisamente quella…
 
 
Fin da quando era solamente un bambino,Armin era affascinato dal mondo circostante. Ascoltava molte volte i suoi genitori raccontargli di quello che c’era fuori dalle  mura,storie su enormi distese d’acqua salata,su fiumi formati da un liquido incandescente chiamato lava,su giganteschi continenti interamente ghiacciati,su lande desolate e desertiche coperte di sabbia. Lui amava quelle storie,soprattutto quando gliele raccontavano la sera prima di andare a dormire,così da poter rifugiarsi nel sonno e sognare quei posti incredibili,che sembravano quasi leggendari. Più passavano i giorni,più nel profondo del suo cuore desiderava uscire da quella gabbia fatta di roccia e esplorare il mondo esterno. E quando suo padre aveva riportato a casa quel libro,il desiderio di uscire lo ossessionò a tal punto di commettere la follia di andarne a parlare con gli altri bambini. E questo Armin non se lo perdonò mai.
Era chiaro che gli altri non la pensavano come lui;lo chiamavano “eretico”,”pazzo”. La maggior parte di loro lo prendeva a pugni,il resto,invece si limitava a prenderlo in giro.
-Ma sei impazzito?- gli aveva urlato contro un bambino,una volta. –Fuori dalle mura ci sono solo i giganti!Se vuoi proprio farti divorare da Quelli,unisciti al Corpo di Ricerca!- e poi gli aveva sferrato un pugno dritto in faccia. Armin credette che quella volta gli sarebbe saltato via qualche dente.
Ma il ragazzino non si dava mai per vinto,e continuava a cercare di far vedere gli arcobaleni ai suoi coetanei,però ogni volta loro si dimostravano solamente dei daltonici. Probabilmente si rifiutavano di vedere l’incredibile bellezza del mondo al di fuori delle mura soltanto perché bloccati dalla paura dei giganti. O forse erano semplicemente ciechi,i loro occhi offuscati dalle menzogne che i loro genitori raccontavano sul mondo esterno.
-Non devi preoccuparti di cosa pensano gli altri,Armin.- gli ripeteva dolcemente sua madre mentre gli asciugava le lacrime dalle guance . –Un giorno sarai fuori dalle mura,e vedrai tutte quelle cose che hai sempre sognato di ammirare. Lo so,la vita è dura e certe volte può essere davvero pesante. Molte volte ti sentirai come se una ruota enorme di stesse schiacciando sotto il suo peso per soffocarti,ma tu non devi arrenderti. Non importa come,tu un giorno riuscirai a vedere tutte le meraviglie che ci circondano. E a quel punto,ti verranno in mente quelli che ora ti stanno deridendo,e probabilmente ti verrà da ridere ripensando alla loro codardia.-
E Armin cercava sempre di seguire i consigli di sua madre,e fu anche grazie a Eren e a Mikasa che ci riuscì. Loro due lo avevano sempre difeso,anche a costo di rimetterci un occhio nero o un labbro spaccato. Con loro era libero di parlare del suo sogno che gli altri ragazzini consideravano solo una follia. Anzi,ogni volta che Armin iniziava a raccontare loro di quello che avrebbe potuto essere il Paradiso,gli altri due lo ascoltavano come ipnotizzati,soprattutto Eren.
-Quando sarò più grande,mi arruolerò nell’esercito ed entrerò nel Corpo di Ricerca!- aveva annunciato una volta con enfasi. Erano distesi sulla soffice erba di una delle colline vicino il muro esterno del Wall Maria. –Combatterò i giganti e li sterminerò uno a uno per riuscire a vedere tutte queste meraviglie!Voi state con me,non è vero?-
-Io ti seguirò comunque,Eren.- aveva replicato Mikasa con un piccolo e quasi impercettibile sorriso.
-E tu Armin?- Eren aveva voltato la testa verso di lui. Il ragazzino biondo non aveva risposto subito. Lui era debole,molto più debole di Eren,di Mikasa e di tutti gli altri ragazzini della sua età. Probabilmente se si fosse arruolato,non avrebbe superato nemmeno gli esami pratici. Però entrare nell’Armata Ricognitiva erano l’unico modo di uscire da quella dannata prigione. E se fosse morto durante una spedizione,almeno si sarebbe sentito davvero libero almeno per una volta in vita sua.
-Sì.- aveva risposto sorridendo e tornando ad osservare il cielo punteggiato di nuvole grigie sopra di loro.
 
 
“Probabilmente è per questo che ho scelto di entrare nel Corpo di Ricerca.” pensò Armin,mentre l’ennesimo lampo s’insinuò nella camera. Il ragazzo si girò di lato,accoccolandosi sotto le coperte. Immaginò di stringere al petto il suo amato libro pieno di immagini e di informazioni riguardanti il mondo fuori dalle mura,proprio come faceva da piccolo nelle notti tempestose.
“Riuscirò a vedere il Paradiso,un giorno.”
E così,mentre fuori si scatenava il temporale,Armin Arlert chiuse gli occhi e cullato dal suono scrosciante della pioggia,volò via rifugiandosi nei suoi sogni.
 
 
And so lying underneath those stormy skies
She’d say:-Oh,ohohohoh I know the sun must set to rise-.
This could be
Para-Para-Paradise…”
   
 
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