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Autore: Chia_084    04/09/2015    2 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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La luce del sole filtrò dalla finestra della stanza del mago illuminò i suoi occhi azzurri spalancati.
Merlino si stiracchiò e notò che Gaius, Galvano, sua madre e Gwen avevano dormito lì, ancora vestiti a lutto per la veglia funebre.
“begli amici che siete, uno non può neanche schiacciare un pisolino che voi pensate subito al peggio!?” ironizzò il moro.
Il primo a svegliarsi fu Galvano “Merlino!” disse stampandogli un bacio sulla fronte “sei vivo!” esclamò “ma cosa…” bofonchiò Gaius svegliato dalle grida del castano “per la Dea! Merlino!” esclamò abbracciando il corvino “Merlino!?” chiese Gwen “no Ginevra, sono il suo fantasma! Buwwwh” disse alzandosi per abbracciarla, la ragazza rise “devo dirlo ad Artù!” esclamò
“no, voglio fargli una sorpresa” disse il mago “Figlio mio…” disse Hunith in lacrime “madre” i due si abbracciarono e la donna pianse, tanto da inzuppargli la camicia.
“la Dea non poteva farti regalo migliore per questo anniversario della tua nascita…” disse l donna baciandolo sulla guancia “auguri figliolo”
“grazie madre” rispose il corvino abbracciando nuovamente la donna.
“quindi oggi è il tuo compleanno!?” chiese Ginevra curiosa “si” il moro sorrise e le sue guance si colorarono di rosa.
“non ce l’hai mai detto!” esclamò Gaius “qui bisogna festeggiare, adesso qui hai molti amici, verrà fuori una festa coi fiocchi” disse Galvano dando una pacca forte sulla schiena “ohuc! Ehi ti ricordo che sono vivo per miracolo!”
“ Galvano guarda fuori… è già tutto addobbato a festa, oggi è il primo giorno di Gennaio, un nuovo anno è alle porte! Oh santo cielo, sta nevicando!” esclamò Gwen affacciata alla finestra, il castano le sorrise e le si avvicinò, il moro ne approfittò per sgattaiolare da Artù e si diresse nelle stanze del biondo, provò ad aprire la porta ma era chiusa dall’interno, il mago sorrise e ti guardò intorno.
“torspringae” disse e la porta si aprì con uno scricchiolio, camminò a passo spedito come era abituato a fare e appoggiò il vassoio sul tavolo della colazione, si avviò verso il catino per il bagno e lo riempì “ onhaet tha waeter” i suoi occhi si fecero dorati, “piacevolmente calda”.
Merlino sorrise dirigendosi verso le tende assaporando la faccia da pesce lesso che avrebbe fatto Artù nel vederlo.
“forza svegliatevi, il sole è già alto e ci sono un sacco di cose da fare” disse il moro aprendo le tende “mm… cosa vuoi, come sei entrato… la porta era chiusa” disse il biondo ancora addormentato “vi devo ricordare che sono un mago? Forza alzatevi brutto zuccone!” esclamò Merlino “non puoi rivolgerti a me in questo modo!” disse Artù infilando la testa sotto il cuscino “Forza alzatevi brutto zuccone reale!”.
Quella voce, il cuore del principe ebbe un sussulto e dovette stropicciarsi gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco la figura che lo stava osservando.
“tu!? Ma come!?” il biondo non riuscì a capire se stesse ancora sognando oppure no “sai, stavo per morire poi qualcuno…” disse guardando Artù “mi ha dato questa pietra e…” il mago non riuscì a terminare la frase, il principe gli balzò addosso facendolo cader sul letto per poi baciarlo con trasporto.
Le sue labbra secche vibrarono a contatto con quelle del moro “mi sei mancato” disse mentre le lacrime cominciarono a rigargli le guance “non fare mai più una cosa simile!” lo rimproverò passando le mani sotto la camicia di Merlino “va bene, terrò a mente che non devo più morire” il mago intensificò il bacio stringendosi il più possibile al biondo che gli morse il labbro “Merlino! Cosa ti ho detto sul cercare di essere divertente!?” disse “ che non lo dovrei fare” rispose il moro.
La camicia di Merlino volò via insieme al suo fazzoletto lasciando ad Artù campo libero sul suo collo, il principe cominciò a baciarlo dolcemente poi prese un lembo di pelle e la morse, il moro mugugnò qualcosa prima di riconcentrarsi sulle labbra del biondo.
Passi veloci e spediti arrivarono dal corridoio.
“ Artù arriva qualcuno” lo avvertì Merlino tra un bacio e l’altro “e allora!?” rispose il biondo senza l’intenzione di smettere ciò che stava facendo “dovrei nascondermi” il principe scese nuovamente sul collo del moro, lasciandoci un altro segno rosso “dico sul serio!” .
i passi si fecero sempre più vicini “e va bene, ma sappi che non sono d’accordo” sbuffò Artù dandogli un altro bacio “ sotto il letto…” il mago afferrò la camicia, dimenticando il fazzoletto sul letto, e si nascose, appena pochi secondi prima che Ginevra entrasse nella stanza.
“mi scusi sire, non volevo disturbarvi” disse vedendo il principe senza maglia con le labbra arrossate e i capelli scompigliati “ma ho visto la porta aperta” la ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata e Merlino si rannicchiò per paura che potesse vederlo “non mi avete disturbato Ginevra, è sempre bello vedervi” la ragazza arrossì e il mago si lasciò scappare uno sbuffo di dissenso “ho visto che quell’idiota del mio servitore è tornato, quale disgrazia ce lo ha riportato?”
“smettetela di dire così, sappiamo tutti che voi siete il più felice di tutti per il suo ritorno” disse canzonandolo “in ogni modo, sono venuta qui per consegnarvi questo, è l’invito per il compleanno di Merlino, questa sera a casa di Gaius, se mai aveste voglia di venire”
“ci sarò”
“perfetto allora” detto ciò fece una riverenza e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Il mago uscì dal suo nascondiglio “perché non mi hai detto nulla del tuo compleanno!?” lo rimproverò il principe sorridente “non era importante” rispose l’altro, “non era importante!” il biondo gli si avvicinò prendendolo per i fianchi e appoggiando il viso nell’incavo di quel collo candido “non dire mai più una cosa simile!”
 “altrimenti?” chiese il moro.
Artù prese con i denti un pezzetto di pelle e la strinse leggermente “altrimenti ti mangio!” i due risero a quella battuta.
 Poi Merlino si staccò dal principe lo guardò negli occhi “domani negherete tutto?” gli chiese, il biondo si sedette sul letto e puntò gli occhi a terra senza dire nulla “come immaginavo” disse deluso il moro prendendo il suo fazzoletto dal tavolo“ Merlino” lo chiamò Artù “mmmm…”
“la tua camicia” disse indicando un mucchietto di panni vicino al letto, il corvino li prese e si rivestì, fece per andarsene ma il principe lo fermò prendendolo per un braccio “non voglio negare di provare qualcosa per te, ho solo paura di ciò che succederà, del giudizio di mio padre, di perderti ancora, delle voci che già girano, sono il futuro re di Camelot e ho un’immagine da mantenere... poi come se non bastasse se qualcuno dovesse scoprirci ti metterebbero al rogo per stregoneria e io non sopporterei di metterti in pericolo”.
Il viso del mago si raddolcì “ Artù, io per voi mi farei volentieri bruciare sul rogo, come vi ho già detto sarò felici di stare al vostro fianco fino al giorno della mia morte, per me ne vale la pena lottare per ciò che sento, ma se per voi non è lo stesso, è meglio finirla qui”
“no! Ne vale la pena!” a questa affermazione i due si guardarono negli occhi poi si sorrisero.
“sire è il momento del vostro bagno” disse il corvino, il principe sbuffò e si avvicinò al catino “è fredda!” esclamò toccando l’acqua “vado subito a scaldarne dell’altra” il biondo alzò il sopracciglio “Merlino…”
“si?”
“sei un idiota”
“grazie sire” il mago sorrise “sei un mago e, nonostante tutto, continui a faticare… perché!?” chiese Artù dandogli uno spintone amichevole “sarà la forza dell’abitudine” ripose Merlino sorridendo “alza quella mano e fai qualche magia, non ho voglia di aspettare dei secoli per farmi un bagno!”
come desiderate sire, onhaet tha waeter” disse, e l’acqua cominciò a fumare “perfetta” disse il principe entrando nel catino “godetevi il vostro bagno Artù, io ho delle mansioni da svolgere” disse in tono ironico il moro “Merlino, non dimentichi qualcosa!?” disse il biondo guardandolo malizioso “no sire, dobbiamo dissimulare” disse il mago facendo l’occhiolino “ah si eh… allora lì c’è la mia armatura che deve essere lucidata, gli stivali che vanno puliti, la spada da affilare, la cotta di maglia da riparare, il mantello da rattoppare e se ti dovesse avanzare tempo il pavimento ha bisogno di una pulitina” disse il principe “mah…” provò a dire Merlino  “dobbiamo dissimulare no?” Artù scoppiò a ridere e il corvino sbuffando raccattò la roba “io vi odio” disse uscendo “non è vero” rispose il nobile sorridendo sornione.
“Merlino! Mi hai spaventata” esclamò Ginevra voltandosi di scatto udendo il rumore della porta “scusami Gwen” rispose il mago, la ragazza lo guardò sospettosa “ quando sei entrato da Artù?” gli chiese “stamane, per portargli la colazione” rispose il corvino.
La serva alzò un sopraccigli ”strano, quando sono entrata stamattina la colazione era già sul tavolo”
“bhe non c’è nulla di strano, sono uscito subito prima che arrivassi tu” la mulatta però non sembrò convinta dalle sue parole “si possibile, però poi sono sempre stata qui e non ti ho visto rientrare”
“però io sono rientrato, e ora dovrei proprio andare, come vedi ho un sacco di mansioni da sbrigare” detto ciò si allontanò.
“eccoti Artù finalmente!” disse Uther abbracciando il figlio “buon giorno padre”
“figlio mio, ho una fantastica notizia da darti, domani farà visita al nostro regno la principessa Mithian di Nemeth, il regno che confina con noi dopo le montagne, è da molto tempo che abbiamo programmato il vostro matrimonio ed è venuto il momento che vi conosciate” sentenziò raggiante.
Artù spalancò la bocca “aspettate padre, matrimonio!? Io non voglio sposare una sconosciuta!” protestò il principe “non è una sconosciuta, da bambini giocavate spesso insieme per questi corridoi” il biondo si fermò a pensare e un ricordo prese forma nella sua mente;
Quattro bambini che giocavano a nascondino spensierati “ti ho trovato Artù!” esclamò una bambina dai capelli corvini e gli occhi verdi, Morgana, era giusto poco più grande di lui, già bellissima a 10 anni; “Mithian, Gerard! Vi ho visti!” disse puntando il dito contro la tenda.
Due bambini uscirono dai loro nascondigli, non ci voleva molto a capire perché il chiamassero i gemellini reali…
La bambina aveva i capelli castani raccolti in una bellissima treccia ornata di fiori, la pelle olivastra risaltava benissimo con gli occhi color ambra; il bambino aveva gli stessi lineamenti, capelli color mogano e gli occhi verdi “tocca a te adesso Gerard!” il bambino cominciò a contare e tutti corsero a nascondersi.
Il ricordo si dissolse lasciando Artù sorridente “ah si, ora ricordo, avevamo più o meno 9 anni l’ultima volta che lei e suo fratello sono venuti” Uther confermò con cenno del capo “daremo un ballo d’inverno, quini mi raccomando, di a quell’inutile essere del tuo servitore di non fare scherzi, mi sto cominciando a stufare di tutte le sue pantomime plateali… se ha intenzione di morire che lo faccia una volta per tutte e in silenzio!”
Il principe non credette alle sue orecchie, come poteva suo padre dire una cosa simile di Melino!
Una gran rabbia “non dire mai più una cosa simile!” disse “non puoi dire che non abbia ragione, ho ormai perso il conto di tutte le volte in cui lui era ad un passo dalla morte e tu l’hai salvato disubbidendo ai miei ordini!” esclamò il re.
“lui ha fatto lo stesso per me innumerevoli volte, se non sapete le cose padre, non parlate!” il biondo era furioso “non permetterti più di parlarmi così! Cosa credi che pensi il popolo vedendoti rischiare per un inutile servo!? Le voci girano Artù e sono sempre più numerose! Se dovessero arrivare ad orecchie indiscrete alla mia morte ci ritroveremo il regno sotto attacco!” ribatté Uther.
“non mi interessano le voci su me e Merlino, non sono fondate, sono solo chiacchiere, ma so per certo che tutti pensano che diventerò un grande re! Anche migliore di voi! Pensano che sarò un sovrano che si batterà per i diritti di tutti, indipendentemente dalla classe sociale a cui appartengono! Ora se non vi dispiace ho degli allenamenti da fare!” detto ciò Artù uscì sbattendo la porta.
“cosa stai facendo Galvano?” chiese Gaius prendendo una delle mele vicino al castano che scattò fulmineo riprendendosela prima che il vecchio l’addentasse “innanzitutto non toccare le mie mele!” esclamò “sto facendo una torta, la preferita di Merl… mele e cannella” Hunit scoppiò a ridere “Galvano, sei molto dolce, ma la torta preferita di Merlino è la crostata di frutti di bosco” il castano sorrise “ok, ok, la mia preferita”
“la preparo io la crostata” sentenziò la donna “per la Dea! Devo ancora comprargli un regalo!” disse Galvano schizzando fuori dalla stanza.
Merlino intanto aveva le mansioni che Artù gli aveva affidato, entrò nelle stanze del principe e appoggiò il vestiario sul tavolo.
Il corvino si guardò intorno e si avvicinò al letto, sistemando le coperte si fermò a pensare a quella mattina e sorrise.
Una volta uscito dalla stanza cominciò a spolverare i bauli con sopra i candelabri, così come gli avevano chiesto di fare quando, da dietro una tenda, spuntò una mano che lo afferrò tirandolo dentro.
Il moro provò ad urlare ma venne zittito da un paio di labbra che si posarono sulle sue “Artù” sussurrò sulle sue labbra riconoscendolo “mi mancavi” rispose il biondo stringendolo forte
“ehi testa di fagiolo! Potrebbero vederci!”
“hai ragione, vieni nelle mie stanze tra 10 minuti ti devo parlare” disse il principe prima di lasciargli un bacetto prima di sparire in una porta segreta.
Merlino uscì dalla tenda e si diresse all’armadio delle scope dove prese uno straccio e un secchio poi andò da Artù.
“Galvano calmati!” disse Ginevra mentre veniva sballottata a destra e a sinistra dal castano, alla ricerca di un regalo per il mago “si ma Gwen! È ormai pomeriggio e io non gli ho ancora preso un regalo!”
“va bene, ma cosa centro io!?” la mulatta faceva fatica a stare dietro a Galvano che si muoveva per i vari negozietti della piazza di Camelot “tu conosci bene Merl e sei qui per consigliarmi” disse “perché non gli prendi una borsa per raccogliere le erbe?” propose la ragazza
“è inutile! Ne ha già due e non le usa mai…”
“una camicia nuova?”
“l’ha già comprata Hunit”
“un nuovo fazzoletto! Ha una vera e propria fissazione per i fazzoletti, non gli bastano mai”
il castano si illumino e diede un bacio sulla guancia a Ginevra che arrossì
“sei un genio Gwen!” detto ciò corse verso la bancarella dei fazzoletti.
“veloce entra” Artù prese per un braccio Merlino e lo trascinò dentro “ti ha seguito qualcuno? Ma aspetta! Perché hai un secchio?!” esclamò il biondo “dissimulare ricordi!?” disse il corvino ridendo “Merlino devo parlarti…”
“dimmi” disse il mago diventando improvvisamente serio “mio padre ha invitato la mia promessa, verrà qui domani” disse il principe tutto d’un fiato “questo vuol dire che…” chiese Merlino piantando i suoi occhi in quelli di Artù “che presto dovrò sposarmi”
“fantastico!” disse il corvino cacciando lo staccio nel secchio con così tanta forza da farlo rovesciare “Merlino…” disse il biondo, il moro non lo ascoltò, continuò ad asciugare la pozza d’acqua con movimenti frenetici, il principe si inginocchiò vicino a lui e prese le mani di Merlino tra le sue “non dite nulla Artù, era ovvio che non poteva durare, speravo solo di avere più tempo…”
“Merlino io…” il mago lo zittì con un gesto della mano “se non vi dispiace io andare… mi aspettano ad una festa” detto ciò si alzò, raccattò le sue cose e uscì.
La piazza di Camelot si accese, decorata da tante piccole candele infiliate nella neve, a casa di Gaius tutto era pronto per festeggiare:
“dai madre, i miei capelli vanno bene così come sono!” protestò Merlino mentre Hunith insisteva nello spazzolargli la chioma scura “ma sono tutti in disordine! Un’altra spazzolata; ecco adesso sono perfetti, fatti guardare, sei uno splendore” disse la donna accarezzandogli la guancia.
Il moro indossava la nuova camicia blu che la madre gli aveva regalato e al collo aveva legato alla bell’è meglio il suo fazzoletto rosso, Hunith si avvicinò per sistemarglielo meglio, notò così i segni sul collo del figlio e si insospettì.
“cos’hai fatto al collo!? Sembrano… morsi!” chiese, il mago strabuzzò gli occhi e cercò di pensare velocemente ad una scusa da rifilarle “ehm… non sono morsi madre, sono i segni delle corde con cui mi hanno legato nel bosco” disse, sperando vivamente che la bugia fosse plausibile “mmm… ok” la donna non sembrò convinta ma decise di tacere.
Merlino e Hunith uscirono dalla camera ed entrarono nella sala dove, ad aspettarli, c’erano tutti gli amici del corvino: Gwen, Galvano, Gaius e persino Lancillotto “Lance!” esclamò il mago abbracciando l’amico “oh Merlino mi sei mancato!”.
C’erano tutti, ma Merlino notò un’assenza, un’assenza molto importante, se non la più importante: Artù.
“era logico che non venisse, dopotutto non ne avrebbe più il motivo, un principe non si presenta al compleanno del suo servo…” disse il moro cercando di non dare a vedere la sua delusione.
La porta si aprì cigolando “scusate il ritardo, problemi con mio padre, non mi lasciava più andare” disse una voce sulla porta “Artù!” esclamò Lancillotto “amico! Da quanto tempo, vedo che alla fine sei riuscito a diventare cavaliere!”
“si, sono diventato cavaliere del regno di Alican” rispose “ragazzi i regali!” esclamò Galvano tirando fuori da sotto il tavolo un pacchetto di carta “non dovevate regalarmi nulla!” disse Merlino diventando rosso fino alle orecchie “tu fai sempre tanto per noi, questo non è nulla in confronto, tieni, aprilo” disse il castano porgendogli il regalo.
Il corvino l’aprì, dentro vi era un fazzoletto verde scuro in morbido cotone, perfettamente ripiegato all’interno del cartoccio “grazie Galvano, è splendido” disse abbracciandolo, il biondo tossicchiò infastidito e, beccandosi un’occhiataccia dal festeggiato, si affrettò a dire “scusate, mi stavo strozzando con dell’acqua”
“questo invece è da parte mia e di Ginevra” disse Gaius sorridendo alla ragazza, il moro prese la scatola e tolse il coperchio lasciando in vista un libro al suo interno “pozioni ed erbe magiche” disse leggendo il titolo “è fantastico!” esclamò “così non hai più scuse per non aiutarmi” disse il medico dandogli un paio di pacche sulla spalla.
Poi fu il turno di Artù, tutti si girarono verso di lui e si sentì tremendamente in imbarazzo, reggeva in mano uno scrigno di legno rivestito di velluto rosso sul quale aveva riposto accuratamente le tre uova di drago, “questo è il mio…” disse porgendogli il cofanetto, le loro dita si sfiorarono e Merlino gli fece un sorriso tirato, poi aprì lo scrigno “ma come!?” chiese stupefatto “Kilgharrah mi ha chiesto di recuperarle durante la mia missione, diciamo pure che mi sono quasi fatto ammazzare!” il mago alzò gli occhi “venite qui testa di fagiolo!” esclamò abbracciandolo, il biondo rimase sorpreso ma, dopo poco, rispose all’abbraccio e senza farsi vedere gli sussurrò qualcosa all’orecchio con voce maliziosa “la seconda parte del regalo la vedrai più tardi, cerca di restare sveglio” il corvino divenne paonazzo “ehi! E la torta!?” chiese, tutti scoppiarono a ridere e Hunith uscì dallo sgabuzzino con una fantastica crostata di frutti  di bosco, decorata con tanti piccoli cerini luminosi “wow madre, la mia torta preferita!” esclamò Merlino dando un bacetto sulla guancia alla madre.
ragazzi, mi dispiace fare il guastafeste ma devo proprio andare” disse Artù già sulla porta “ma dovete ancora mangiare la crostata!” disse il mago con una punta di delusione nella voce “lo so ma ho ancora delle faccende da sbrigare prima di domani mattina” rispose “ah giusto, la delegazione reale…” terminò il corvino, soffiando sulle candeline, il biondo lo guardò negl’occhi e, notando il suo sguardo ferito, senza farse notare gli fece segno di guardare nella tasca della giacca ma il moro non capì e distolse lo sguardo  “perdonatemi ancora, divertitevi” detto ciò uscì lasciando tutti di stucco.
“si è scusato?!” chiese Lancillotto allibito “sai, da quando te ne sei andato sono cambiate un po’ di cose” gli rispose Gwen poggiandogli una mano sul braccio.
Merlino intanto continuava a fisare la crostata, cercando un modo di ravvivare un po’ la festa, nonché il suo spirito, voleva smettere di pensare a quell’asino e divertirsi un po’ con i suoi veri amici “allora! Mangiamo o no!?” chiese stampandosi un sorriso fintissimo sulle labbra “il festeggiato ha ragione, questa festa sembra un mortorio!” rispose Galvano afferrando una vecchia chitarra appoggiata alla parete “lasciate che vi mostri come si fa a ravvivare l’atmosfera nelle locande” continuò imbracciandola.
“ma quella dove l’hai presa!?” chiese il mago “quante volte devo dirtelo, ho i miei metodi Merl!” tutti scoppiarono a ridere e si lanciarono in una serie di balletti improvvisati.
“si è fatto tardi, è ora che vada” disse Gwen indossando la mantella “ti accompagno” si offrì Lancillotto “no grazie, posso andare anche da sola
“non è sicuro per una ragazza girare per la città a quest’ora della notte” insisté il ragazzo.
“va bene allora” rispose la mulatta prendendo la porta seguita a ruota dal Cavaliere che le offrì il braccio.
“cosa c’è tra quei due?” chiese Galvano  “è palese! Lancillotto le muore dietro ma lei non vuole cedere… penso le piaccia un altro, ma non ho ancora scoperto chi, non vuole dirmelo” rispose Merlino ingurgitando un sorso abbondante di idromele,
“sei proprio ceco amico! Si vede lontano un miglio che lei stravede per il nostro principino” al corvino andò di traverso la bevanda “impossibile” disse, mascherando con qualche colpo di tose la punta di gelosia percepibile nella sua voce “ma non vedi!? Ogni volta che lo vede arrossisce e non sai quanto ha insistito per essere lei a consegnargli l’invito! Poi dovevi veder il suo sorriso ogni volta che mi parla di lui. È proprio cotta… peccato che il principe le sia indifferente… tu ne sai qualcosa Merl!?” disse il castano mettendo molta enfasi nell’ultima parte del discorso “ehm… no! Non so proprio perché il principe non la guardi neppure di striscio, magari perché è una testa di fagiolo…” disse.
La porta si aprì e Lancillotto entrò dalla porta “eccomi” disse facendo scorrere il catenaccio “non ti chiederemo perché sei così felice perché immaginiamo la risposta, quindi è meglio se andiamo a dormire” il cavaliere arrossì e i due scoppiarono a ridere tirandogli qualche pacca sulle spalle.
 





e rieccomi dinuovo con voiii!!

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sono scesa dai monti e ho ritrovato la mia vecchia e cara connessione wifii <3 
allora, inanzitutto per farmi perdonare vi lascio questo capitolo un po' più lungo del solito e... una piccola anticipazione!! 



“mostrate le vostre intenzioni” la voce gli arrivò chiara e squillante alle spalle, i due si irrigidirono “siete sordi per caso?! Mostratevi!” la guardia spinse ancora di più con la punta della spada sulla schiena del biondo, strappandogli un gemito di dolore.


concludo col dire che ho scritto e ricopiato molto in questa vacanza quindi aggiornerò più spesso... ho anche pensato al finale... ma non vi rivelo nulla... buona lettura 
 
  
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