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Autore: nettie    04/09/2015    2 recensioni
Due parole e mezzo sguardo erano la ricetta della felicità di Melissa, erano la sua formula della libertà, fino a quando un giorno non si è vista costretta ad affrontare la realtà.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Storie brevi scritte in un lasso di tempo breve. '
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Melissa aveva un sogno,
quello di prendere un semplice impegno,
voleva imparare ad amare
e trovare qualcuno con cui restare
notti intere a guardare la luna illuminare il mare.

Il buon Dio esaudì la sua richiesta,
in giovane età inizio a costruire progetti di cartapesta,
si ritrovò mano nella mano con un uomo
e provò più volte a spiccare il volo
tornando malgrado con i piedi sul suolo.

Per Melissa quest’amore era dolore,
era come una fiamma interiore,
guardava quell’uomo come l’unica salvezza
e mentre lui le dava un’ultima carezza
di quel piovoso Settembre si godevano la brezza.

Anni dopo di nuovo l’Estate arrivò,
e un bel dì il mondo di Melissa si fermò;
fu un’unica sola litigata
a farla sentire abbandonata
mentre del suo uomo guardava l’andata.

La sua vita iniziò a smontarsi,
aveva fatto fin troppo male a fidarsi,
credeva in quel “per sempre” fatto di certezze
e mille dolcissime promesse
che cicatrici a fuoco lasciarono impresse.

La cara Melissa non ce la fece più,
una bella sera decise di donarsi a Belzebù,
affondò un coltello nella carne
e della vita raggiunse il margine
diventando di una pessima storia d’amore la martire.


Gli occhi di Melissa brillavano di gioia, davanti a sé aveva il primo uomo che avesse mai amato in tutta la sua vita, e sapeva di per certo che sarebbe stato anche l’ultimo. Era bello da mozzare il fiato; con quei ricci neri che gli incorniciavano il viso dalla pelle lattea, gli occhi sottili di un verde intenso che sembrava ogni volta sfogliarle l’anima. Sarà stata forse l’ennesima volta che se lo ritrovava a così pochi millimetri di distanza dal volto, ma sempre, e dico sempre, era come se fosse la prima. Il cuore le batteva veloce nel petto e faceva male, lo amava da far schifo e si sentiva altrettanto amata. Stava consumando i giorni della sua giovinezza con lui, quei giorni così preziosi nella vita di ogni essere umano, e ne era orgogliosa: diciott’anni di purezza e tanto, tanto amore da donare. Lo voleva donare a lui perché non riusciva ad immaginare persona più adatta: la faceva sentire unica e speciale, per non parlare del modo in cui la guardava ogni singola volta. Si faceva piccola piccola sotto il suo sguardo, i suoi occhi addosso al suo corpo stavano a pennello, e Melissa si lasciava guardare compiaciuta, appagata come poche volte. Era forse il suo fisico generoso a stregarlo? Quei fianchi così perfetti, quelle gambe magre e dritte, le spalle spioventi e le mani piccole, curate, la pancia piatta e i seni sodi. Le era passato più volte per la testa questo pensiero, ma ogni volta finiva per convincersi che no: non poteva essere così, lui l’amava. L’amava davvero. Si sentiva una vera e propria regina fra le braccia del suo uomo, ed era fermamente convinta che potesse passare una vita intera con lui. Melissa ci credeva, lo guardava come se fosse davvero l’unico appiglio che lei avesse mai avuto in tutta la sua breve vita. Due parole e mezzo sguardo la facevano sentire in paradiso, era questa la sua ricetta per la felicità, la formula della libertà. O almeno, lo pensava fermamente. Quando le loro mani si intrecciavano era subito amore, e Melissa si sentiva sua: non avrebbe mai potuto chiedere di meglio. Ci avrebbe seriamente passato la vita, con quell’uomo.

 

Era innamorata.

 

***

 

In quella stanza Melissa si sentiva troppo sola: aveva qualche ruga in più sul volto, i seni avvizziti e il corpo segnato dal tempo, ma l’animo era sempre lo stesso. In tutti quegli anni era cambiata così tanto non cambiando di una virgola, e a quanto pare il suo uomo se ne era accorto. Se n’era andato, se n’era andato e la sua assenza faceva più male di mille spade. L’uomo alla quale lei aveva donato tutto se n’era andato via e l’aveva lasciata sola, portando con sé anche le ultime briciole che le rimanevano, quello che avrebbe voluto conservare per sé nella speranza di ricominciare da capo.  Promesse su promesse mandate tutte a bruciare, eppure Melissa continuava a vedere quell’uomo come quello giusto. Lei, che aveva sempre creduto nel vero amore, aveva avuto finalmente la sua conferma: l’amore è dolore. Si sentiva soddisfatta in un certo senso, nonostante fosse amareggiata a livelli estremi. Le era stato strappato via il cuore dal petto e ora si sentiva intorpidita, un po’ come quando ci si risveglia da un lunghissimo sonno, si sentiva amareggiata perché aveva fatto uno dei sogni più belli di sempre, e voleva riaddormentarsi ancora. Sedeva su quel divano tanto freddo e singhiozzava cercando di non far troppo rumore, la stanza era buia e lei era senza speranze. Si guardò le mani grinzose, e quando lo sguardo incrociò l’anello argenteo che abbracciava il suo anulare sinistro, il suo cuore saltò un battito: era troppo anche per lei. Non le importava che lui l’avesse ferita così intensamente, non le importava che lui avesse spezzato ogni singola promessa, l’unica cosa che voleva era semplicemente riaverlo a casa, riaverlo con sé, perché la cosa che al momento faceva soffrire ancora di più Melissa era la sua assenza. Avrebbe preferito mille volte vivere in una bugia, che dover vedersi costretta ad accettare quella rottura così brusca. Non riusciva ancora a realizzarlo, e a distanza di giorni interi ancora sentiva la porta sbattere e i suoi passi farsi sempre più lontani. Non riusciva più a sostenere tutto questo, e così scoppiò a piangere. Si vergognava, aveva creduto per così tanto tempo a quell’uomo, aveva creduto nel suo amore, e ora si ritrovava lì, senza più niente da dare. Però, nonostante tutto, credeva ancora che due parole e mezzo sguardo fossero la ricetta della felicità. Quei pochi gesti erano stati forse l’unica base di quella relazione zoppicante che sembrava andare a gonfie vele, poi, più niente: è crollato tutto davanti gli occhi di Melissa senza che lei potesse opporre resistenza.

 

Ma era ancora innamorata.

 

{ Angolo Autrice:

 

buonsalve carissimi, finalmente l’Estate sta finendo e io non potrei essere più felice di così. Sto finalmente ricominciando a scrivere nonostante mi senta abbastanza arrugginita, e - preparatevi alla buona novella - l’ultimo capitolo di “Tu credi negli umani?” è quasi pronto!
Mi scuso con tutti quelli che seguono la long per la lunga attesa fra un capitolo e l’altro. 
Poi, ringrazio tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui sotto spendendo preziosi minuti della loro vita, e ovviamente ringrazio altrettanto quelli che prenderanno la decisione di lasciare una recensione.

 

-nettie.


 
   
 
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