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Autore: Selhin    06/02/2009    4 recensioni
...Lei era Earth, e aveva sette anni. Aveva lunghi capelli castani e due occhi verdi come smeraldi. O almeno così le dicevano. Aveva un potere strano, lo sapeva, anche se ancora non riusciva a dargli un nome. Sentiva delle cose a volte, ma non riusciva bene a spiegare cosa. La madre diceva che sentiva il pianeta piangere, ma lei non ci credeva. Cosa voleva dire sentire il pianeta?
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough, Altro Personaggio, Cloud Strife
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children, Dirge of Cerberus
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La stessa Anima

La stessa Anima

Cap 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Earth osservò con lo sguardo sfocato dalle lacrime, l’uomo che era intervenuto e che pareva intenzionato ad aiutarla.

Era alto e sembrava forte. I capelli biondi rilucevano il chiarore del cielo, che s’era fatto bianco come se si stesse preparando a nevicare. Era vestito tutto di nero, e adesso aveva fra le mani una lunga e grossa spada metallica.

  - E vorresti combattere qui, Cloud? Sei sicuro? - domandò Reno alzando le sopracciglia.

Lui non rispose alla provocazione, limitandosi a chiudere gli occhi. Sollevò la spada e la puntò contro i tre avversari.

  - Bè, se proprio vuoi attaccar briga…- iniziò Elena -…prenditela con loro, non vorrai picchiare una donna!-

Iniziò a camminare verso di lui con fare sensuale, ed uscì dalla chiesa passandogli accanto sotto lo sguardo allibito dei due Turks. Cloud impassibile alzò le spalle, evidentemente abituato a certi comportamenti.

Rude, posò la piccola a terra per prepararsi alla lotta, ma Reno lo bloccò - Non preoccuparti, con lui me la vedo io…-

L’altro si sistemò gli occhiali scuri - Va bene, ma non farti troppo prendere a calci…come l’ultima volta.- si voltò verso Cloud - Vacci leggero.-

  - Ehi, guarda che so cavarmela! -

Mentre i due litigavamo Cloud esaminò la situazione. Rude teneva stretta la bambina, che era talmente terrorizzata da non riuscire più ad urlare. Lo guardava solamente, pregandolo con lo sguardo di aiutarla. Ma per liberarla non sarebbe bastato mettere Reno a terra, avrebbe dovuto anche togliersi Rude dai piedi.

Approfittò di quel momento in cui i due erano distratti.

Balzò verso di loro, velocissimo come non lo era mai stato, cogliendo il rosso di sorpresa.

 

 

 

  Earth vide l’uomo scagliarsi con violenza contro uno dei suoi rapitori. Restò impressionata nel constatarne la velocità, così elevata che faceva fatica a seguirne i movimenti.

Lanciava attacchi veloci con la spada. Era così grande che la bambina si domandava come facesse a maneggiarla tanto velocemente. L’avversario sulle prime perse l’equilibrio, che poi recuperò alla svelta per contrattaccare ai colpi del biondo.

Ma Cloud sembrava instancabile, come se avesse dell’energia infinita, e ben presto Reno si ritrovò a terra col fiatone e con ben poche forze.

L’uomo gli puntò la spada alla gola, e restò immobile a fissarlo. Nella chiesa calò il silenzio all’improvviso, che risultò quasi fastidioso dopo l’eco dei colpi del combattimento.

  - Accidenti…- sussurrò appena il rosso, e lasciandosi a peso morto sul freddo pavimento di marmo. Il fiato ancora corto.

L’altro invece era calmo, il respiro regolare, come se nulla fosse successo. Si voltò verso Rude e solo allora Earth notò il colore intenso dei suoi occhi. Blu elettrico.

L’uomo che la tratteneva, improvvisamente la lasciò per dirigersi verso il compagno. Lo prese sulle spalle, svenuto, e si voltò verso Cloud - Avevo detto di andarci leggero…-

Il biondo non si mosse, e Rude uscì dalla chiesa abbastanza in fretta.

Nel frattempo Earth era caduta in ginocchio, ancora imbavagliata e legata, e non accennava un movimento. Guardava la figura dell’uomo che l’aveva aiutata, chiedendosi chi fosse, e perché l’avesse fatto.

Lui le si avvicinò piano, inginocchiandosi dietro di lei, ed iniziò a slegarle le caviglie passando poi ai polsi.

Finalmente libera si tolse a fatica la benda dalla bocca, ed infine si girò a guardarlo.

Gli occhi verdi scrutarono ogni piccolo dettaglio di quell’uomo, fino a posarsi sui suoi, adesso d’un azzurro leggermente più tenue.

E Cloud impallidì nell’osservare quegli occhi, a lui così familiari. Si alzò, seguito dalla bambina che non smetteva un solo istante di guardarlo, tanto che lui iniziò a sentirsi a disagio. Quegli occhi gli richiamavano alla memoria qualcosa che evidentemente non voleva ricordare.

Si girò di scatto, osservando i fiori alle sue spalle, verificando che fossero intatti.

Earth non sapeva cosa pensare di quell’uomo, così silenzioso.

  - Grazie…- mormorò appena, ma bastò a farsi udire grazie al rimbombo che creava la chiesa.

Cloud sobbalzò a sentire quella voce. Seppur infantile, sapeva di averla già sentita. Si voltò.

Annuì leggermente non aggiungendo altro, e lei si sentì ancora più confusa di prima.

  - Sei tu che curi quei fiori così belli? - chiese ingenuamente Earth e lui abbassò lo sguardo, evitando di guardarla, e rispondendole per la prima volta.

  - Ora si…-

La bambina si accorse subito della malinconia scaturita dalla sua voce, e adesso che lo guardava meglio, tutto di lui emanava tristezza.

  - Come ti chiami? -

La domanda comparì inaspettata da parte di lui.

  - Earth.-

Lui le si avvicinò di un passo - Io sono Cloud…stai bene? Ti hanno fatto del male?-

La bambina scosse la testa facendo ondeggiare la piccola treccia sulla sua schiena - Sto bene, anche se ho avuto paura…-

  - Cloud!- una voce femminile alle loro spalle li fece voltare di colpo.

Una donna entrò di corsa nella chiesa - Abbiamo sentito un urlo e…- si bloccò guardando la piccola Earth sorpresa. Subito dopo entrò un’altra ragazza.

  - Tifa, devi correre più piano, lo sai che non riesco a starti…- ma anche a lei morì la frase sulle labbra notando la bambina accanto a Cloud.

Earth si sorprese di vederle. Erano le due donne a cui aveva venduto il tulipano poco prima di venire aggredita!

  - E tu che ci fai qui?- domandò la donna guardandola.

  - E’ stata aggredita da Reno e gli altri…non so cosa volessero da lei.-

Mentre le due si avvicinavano alla bimba per fare le presentazioni e per dirle che sarebbe stata al sicuro, squillò il cellulare del biondo.

  - Si?- silenzio - Ho capito. Grazie.- chiuse la telefonata, ed iniziò ad uscire dalla chiesa in fretta.

  - Cloud, dove vai? - chiese Marlene.

Lui non si voltò e salì sull’enorme moto nera parcheggiata li fuori.

Earth lo raggiunse - Fammi venire con te.- disse decisa. Non sapeva chi avesse telefonato o cosa gli avessero detto. Lei sentiva che doveva andare con lui.

La fece salire - Tieniti forte.- e il motore si accese rombando nella piazzetta deserta.

Cloud, muoviti. La madre della bambina è in pericolo. Va’ al negozio di fiori, alla svelta!

 

 

 

  Quando arrivarono però era già troppo tardi.

Cloud si fermò con la moto fuori dal negozio, non riuscendo a fermare la piccola Earth che si scaraventò all’interno del locale terrorizzata nel vederlo mezzo distrutto.

I vetri erano in frantumi. Petali di fiori colorati e vasi rotti giacevano a terra, sparsi ovunque.

L’uomo entrò quasi subito dopo la bambina, trovandola in lacrime, china sul corpo di quella che doveva essere la madre. Si chinò anche lui, sorprendendosi quando la trovò sveglia e apparentemente lucida. Ma aveva un taglio profondo al ventre, e stava perdendo molto sangue. Cloud capì subito che non c’era più niente da fare.

  - Mamma...- Earth cercava di chiamarla tra un singhiozzo e l’altro, ma la donna non sembrava avere più molte energie.

  - Earth...- disse a fatica -...perchè, sei...qui? -

Gli occhi scuri della donna indugiarono sulla figlia, che non smetteva di piangere, per poi posarsi alla sua destra. Guardarono con attenzione quello sconosciuto con i capelli d’oro, che se ne stava immobile e silenzioso sopra di lei. Gli lesse negli occhi azzurri la sua sorte, ormai vicina.

Sospirò rumorosamente, tossendo e perdendo sangue scarlatto dalla bocca.

  - Devi portarla via da qui...- disse la donna rivolta a Cloud -...non è...al sicuro...non più...-

Lui si ritrovò ad annuire lievemente, ma non sembrava aver intenzione di eseguire quello che gli era parso un ordine da quella donna.

Lei continuò a guardarlo negli occhi metallici, mentre carezzava, con la poca forza che aveva, la sua bambina in lacrime. E improvvisamente i suoi occhi scuri sembrarono acquistare una forza sconosciuta.

  -...Quando verrà il giorno di lasciare questo mondo, affidala all’uomo con i capelli dorati. Lui saprà proteggerla.”...- disse questa frase quasi ipnotizzata, e Cloud la osservò confuso.

  - Mi è stato detto questo, mentre Earth nasceva, avvolta da una strana luce verde...non so cosa fosse, non so...nemmeno perché lei sia nata...senza un padre...-

L’uomo intuì quale grande sforzo provasse nel parlare, anche frasi sgrammaticate e confuse -...ma tu sei la chiave...l’ho capito...tu sei l’uomo descritto da quella voce di donna, tanto gentile...che mi ha concesso di avere una figlia...-

Cloud era sempre più confuso. Cosa stava dicendo quella donna?

Quella bambina, Earth, era destinata a dover incontrare proprio lui. Perché?

  - So che...- un altro colpo di tosse violenta -...può sembrare assurdo...ma so che Earth, non è una bambina come le altre. Lei ha dei...poteri...e la stanno cercando...- lo afferrò per un braccio decisa -...e so che tu sei l’unico che può...proteggerla...ti prego...-

Earth, che nel frattempo aveva ascoltato solo qualche frase di quel discorso complicato comprendendone poco il significato, si voltò ad osservare il volto confuso di quell’uomo che l’aveva aiutata.

Non sapeva assolutamente niente di lui. Eppure, da qualche parte dentro di lei, sapeva che poteva fidarsi.

Si ricordò improvvisamente della donna del suo sogno. Con quella sua voce gentile, che le diceva frasi senza alcun significato per lei.

“ Earth. Un giorno saprai perché sei nata. Devi guarire un cuore infranto...capirai...e ricorderai...

Questa era una delle tante frasi che la donna le ripeteva ogni volta. Ma che significato potevano avere?

Strinse forte la mano di sua madre, che ricambiò la stretta leggermente.

  - Earth...- parlò la donna con la voce rauca e affaticata -...promettimi che farai la brava.-

  - Mamma...?- la bambina non credeva possibile a quello che sua madre stava cercando di dirle - Che stai dicendo?-

Un altro attacco di tosse. Earth guardò di nuovo Cloud, che non si era mosso né aveva parlato da quando erano entrati, per poi tornare sul viso pallido e scarno della madre.

  - Ora, la mamma...deve andarsene Earth...ma tu sarai al sicuro...lui si prenderà cura di te...perchè è vostro destino stare insieme...-

  - Non capisco mamma...non andartene! -

Gli occhi verde brillante della bambina si bagnarono nuovamente di lacrime. All’istante, una pallida luce verde li circondò.

La donna spalancò gli occhi alla vista di quella luce - La stessa, luce verde...- mormorò come ammaliata.

Un profumo intenso di fiori si propagò nella narici dell’uomo, che non si capacitava del fenomeno appena accaduto. Un profumo familiare, carico di malinconia e dolcezza. Il suo profumo.

Guardò la bambina davanti a lui e la riconobbe finalmente per quello che era in realtà. Attorno a loro balenò l’immagine di un prato immenso, in uno spazio temporale surreale. La luce d’un bianco accecante.

E proprio china dietro a Earth, che piangeva sul corpo ormai privo di vita della madre, una donna le avvolgeva le minute braccia attorno alle spalle.

Sembrava anche lei una bambina, eppure aveva qualcosa di donna che spirava dal suo essere.

Cloud la conosceva bene, anche se era convinto quasi di non ricordarla più così vividamente.

Ma adesso era lì, davanti a lui, e sorrideva con gli occhi chiusi, confortando la bambina fra le sue braccia.

Quest’ultima si voltò a scoprire la proprietaria di quel profumo inebriante e di quelle braccia dolci come quelle di sua madre.

  - Tu sei...la donna del mio sogno vero?-

L’altra annuì aprendo finalmente gli occhi, e scoprendoli uguali ai suoi. Ma più dolci. Più malinconici.

Cloud restò immobile. Non riusciva a muoversi né a parlare. Poteva solo che essere un inganno della sua mente, un’allucinazione, un abbaglio, eppure quella era proprio...ed era lì, davanti a lui.

  Guardava la bambina con dolcezza eppure Earth lesse nei suoi occhi verdi anche molta tristezza.

  - Che ne sarà di me...- chiese Earth, quasi più a se stessa che a lei. Guardando la madre, la vide aprire gli occhi scuri, e alzarsi in piedi. La sua figura era forte, ma anche pallida e circondata da una strana luce. Si affiancò all’altra donna, e dopo uno sguardo d’intesa le chiese - Starà bene, vero?-

L’altra sorrise e annuì senza rispondere con la voce, ma solo con gli occhi che parlavano per lei. Earth vide infine sua madre, incamminarsi dietro la sconosciuta senza mai voltarsi, fino a dissolversi nel nulla. Ormai se n’era andata, per sempre.

  La donna si limitò a continuare a sorriderle, poi il suo sguardo verde finalmente incontrò quello azzurro di Cloud.

Smise di sorridere, restando con le labbra rosate leggermente socchiuse e muovendole come a pronunciare qualcosa. Il suo nome.

Poi tornò a sorridere e lui si sentì impotente di fronte a quel sorriso disarmante.

  - Sai quello che devi fare...- gli disse semplicemente, e Cloud capì ogni cosa.

 

 

 

  Lei svanì così com’era arrivata. Earth cadde a terra priva di sensi, accanto alla madre ormai perduta.

E Cloud restò immobile per qualche altro istante, incapace di formulare qualsiasi pensiero.

Si alzò e prese Earth fra le braccia, piccola e fragile, come lo era stata in quella che lui aveva capito come la sua vita passata.

Ora sapeva. Era sicuro che lei, avesse voluto dare una seconda possibilità a se stessa. E lui non l’avrebbe sprecata.

Si sarebbe occupato di lei, sempre e comunque, in qualsiasi forma si sarebbe mai presentata a lui.

Questa volta aveva scelto una bambina. Una bambina di cui lui si sarebbe preso cura. Che lui avrebbe cresciuto. E che avrebbe amato come se fosse lei.

Perché infondo era proprio lei.

Ed era questo il suo volere.

Capì, e uscendo dal locale, guardò uno squarcio di cielo azzurro pallido. Mai, aveva visto il cielo azzurro su quella città. Sentì ancora una volta quel profumo di fiori che lo inebriava, ma questa volta non proveniva dal vento. Guardò Earth. Il profumo adesso veniva da lei.

Cloud sorrise.

Il primo di una lunga serie.

E capì ancora una volta, che aveva esaudito un suo capriccio.

Perché non era questo quello che voleva Aerith, alla fine?

 

 

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

**************************************************

Ragazzi di EFP...ci sono riuscita infine a finirla...

 

Vi è piaciuta?

Ditemi di si vi prego, credo non aver mai scritto così con il cuore in mano e le lacrime agli occhi...

Bè forse non è correttissima, dal punto di vista grammaticale, ma spero più che altro che vi sia arrivato qualcosa...

Spero di avervi trasmesso l’amore che provo per questa coppia, soprattutto per Aerith...perchè io ci ho veramente messo il cuore in questa storia...

 

Mi piacerebbe farci un continuo, ma ho troppa paura di cadere nel banale...quindi la lascerò così, non voletemene a male...

 

Basso ai ringraziamenti delle recensioni dello scorso capitolo :

 

Silver wolf : Grazie davvero infinite!!! *_* sono davvero grata dei tuoi complimenti, forse sono addirittura troppi...non me li merito...Ad ogni modo, spero che ti sia piaciuta anche la fine...fammi sapere ^_^ un bacio

 

Kairi_92 : bè alla fine i Turks hanno avuto solo il ruolo di una breve comparsa...volevo sottolineare il loro ruolo nel cercare Aerith, come in passato...e mi sembrava forzato inserirli ulteriormente ^^ aspetto il tuo giudizio, Kiss

 

Yunie the Black Angel : Yunie carissima *_* non preoccuparti dai...e poi tu avevi avuto già la possibilità di leggere l’anteprima, quindi tranquilla davvero ^^ Mi fa stra-piacere che ti sia piaciuto il continuo...il finale com’è venuto??? ^___^ Un bacino ps. forse ho un’ideina per l nostra ficcina in due...

 

Seiko : Bah...ormai per me sei Lilla quindi =D alla fine sono riuscita a finirla...che te ne pare carissima? ^_^ Kiss

 

 

Un altro GRAZIE enorme anche a Yunie the Black Angel, Kairi_92 e Elly 11 che hanno aggiunto questa storia ai preferiti...

E ancora grazie a chi ha perso un po’ di tempo per leggerla ^^

Grazie ragazzi...

Ma non sperate di esservi liberati di me...continuerò a scrivere su questa coppia ^^

 

Kiss a tutti, Selhin

 

 

 

 

   
 
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