La stessa Anima
Cap 3
Earth osservò con lo sguardo sfocato dalle
lacrime, l’uomo che era intervenuto e che pareva intenzionato ad aiutarla.
Era alto e sembrava
forte. I capelli biondi rilucevano il chiarore del cielo, che s’era fatto
bianco come se si stesse preparando a nevicare. Era vestito tutto di nero, e
adesso aveva fra le mani una lunga e grossa spada metallica.
- E vorresti
combattere qui, Cloud? Sei sicuro? - domandò Reno alzando le sopracciglia.
Lui non rispose alla
provocazione, limitandosi a chiudere gli occhi. Sollevò la spada e la puntò
contro i tre avversari.
- Bè, se proprio vuoi attaccar briga…- iniziò Elena -…prenditela con loro, non vorrai picchiare una
donna!-
Iniziò a camminare
verso di lui con fare sensuale, ed uscì dalla chiesa passandogli accanto sotto
lo sguardo allibito dei due Turks. Cloud impassibile alzò le spalle,
evidentemente abituato a certi comportamenti.
Rude, posò la piccola
a terra per prepararsi alla lotta, ma Reno lo bloccò - Non preoccuparti, con lui
me la vedo io…-
L’altro si sistemò gli
occhiali scuri - Va bene, ma non farti troppo prendere a calci…come l’ultima
volta.- si voltò verso Cloud - Vacci leggero.-
- Ehi, guarda che so cavarmela! -
Mentre i due litigavamo Cloud esaminò la situazione. Rude teneva stretta
la bambina, che era talmente terrorizzata da non riuscire più ad urlare. Lo
guardava solamente, pregandolo con lo sguardo di aiutarla. Ma
per liberarla non sarebbe bastato mettere Reno a terra, avrebbe dovuto anche
togliersi Rude dai piedi.
Approfittò di quel
momento in cui i due erano distratti.
Balzò verso di loro,
velocissimo come non lo era mai stato, cogliendo il
rosso di sorpresa.
Earth vide l’uomo scagliarsi con violenza
contro uno dei suoi rapitori. Restò impressionata nel constatarne la velocità, così elevata che faceva fatica a
seguirne i movimenti.
Lanciava attacchi
veloci con la spada. Era così grande che la bambina si domandava
come facesse a maneggiarla tanto velocemente. L’avversario sulle prime perse
l’equilibrio, che poi recuperò alla svelta per contrattaccare ai colpi del
biondo.
Ma Cloud sembrava instancabile, come se avesse dell’energia
infinita, e ben presto Reno si ritrovò a terra col fiatone e con ben poche
forze.
L’uomo gli puntò la
spada alla gola, e restò immobile a fissarlo. Nella chiesa calò il silenzio
all’improvviso, che risultò quasi fastidioso dopo
l’eco dei colpi del combattimento.
- Accidenti…- sussurrò appena il rosso, e
lasciandosi a peso morto sul freddo pavimento di marmo. Il fiato ancora corto.
L’altro invece era
calmo, il respiro regolare, come se nulla fosse successo. Si voltò verso Rude e
solo allora Earth notò il colore intenso dei suoi occhi. Blu elettrico.
L’uomo che la
tratteneva, improvvisamente la lasciò per dirigersi verso il compagno. Lo prese
sulle spalle, svenuto, e si voltò verso Cloud - Avevo detto di andarci leggero…-
Il biondo non si
mosse, e Rude uscì dalla chiesa abbastanza in fretta.
Nel frattempo Earth
era caduta in ginocchio, ancora imbavagliata e legata, e non accennava un movimento.
Guardava la figura dell’uomo che l’aveva aiutata, chiedendosi chi fosse, e
perché l’avesse fatto.
Lui le
si avvicinò piano, inginocchiandosi dietro di lei, ed iniziò a slegarle
le caviglie passando poi ai polsi.
Finalmente libera si
tolse a fatica la benda dalla bocca, ed infine si girò a guardarlo.
Gli occhi verdi
scrutarono ogni piccolo dettaglio di quell’uomo, fino a posarsi sui suoi,
adesso d’un azzurro leggermente più tenue.
E Cloud impallidì nell’osservare quegli occhi, a lui così
familiari. Si alzò, seguito dalla bambina che non smetteva un solo istante di
guardarlo, tanto che lui iniziò a sentirsi a disagio. Quegli occhi gli
richiamavano alla memoria qualcosa che evidentemente non voleva ricordare.
Si girò di scatto,
osservando i fiori alle sue spalle, verificando che fossero intatti.
Earth non sapeva cosa
pensare di quell’uomo, così silenzioso.
- Grazie…- mormorò appena, ma bastò a farsi
udire grazie al rimbombo che creava la chiesa.
Cloud sobbalzò a
sentire quella voce. Seppur infantile, sapeva di averla
già sentita. Si voltò.
Annuì leggermente non
aggiungendo altro, e lei si sentì ancora
più confusa di prima.
- Sei tu che curi quei fiori così belli? -
chiese ingenuamente Earth e lui abbassò lo sguardo, evitando di guardarla, e
rispondendole per la prima volta.
- Ora si…-
La bambina si accorse
subito della malinconia scaturita dalla sua voce, e adesso che lo guardava
meglio, tutto di lui emanava tristezza.
- Come ti chiami? -
La domanda comparì
inaspettata da parte di lui.
- Earth.-
Lui le
si avvicinò di un passo - Io sono Cloud…stai bene? Ti hanno fatto del
male?-
La bambina scosse la
testa facendo ondeggiare la piccola treccia sulla sua schiena - Sto bene, anche
se ho avuto paura…-
- Cloud!- una voce femminile alle loro spalle
li fece voltare di colpo.
Una donna entrò di corsa nella chiesa - Abbiamo sentito un urlo e…- si bloccò
guardando la piccola Earth sorpresa. Subito dopo entrò un’altra ragazza.
- Tifa, devi correre più piano, lo sai che
non riesco a starti…- ma anche a lei morì la frase sulle labbra notando la
bambina accanto a Cloud.
Earth si sorprese di
vederle. Erano le due donne a cui aveva venduto il tulipano
poco prima di venire aggredita!
- E tu che ci fai qui?- domandò la donna guardandola.
- E’ stata aggredita da Reno e gli altri…non
so cosa volessero da lei.-
Mentre le due si avvicinavano alla bimba per fare le
presentazioni e per dirle che sarebbe stata al sicuro, squillò il cellulare del
biondo.
- Si?- silenzio - Ho capito. Grazie.- chiuse
la telefonata, ed iniziò ad uscire dalla chiesa in fretta.
- Cloud, dove vai? - chiese Marlene.
Lui non si voltò e
salì sull’enorme moto nera parcheggiata li fuori.
Earth lo raggiunse - Fammi venire con te.- disse decisa. Non sapeva
chi avesse telefonato o cosa gli avessero detto. Lei
sentiva che doveva andare con lui.
La fece salire -
Tieniti forte.- e il motore si accese rombando nella piazzetta deserta.
Cloud,
muoviti. La madre della bambina è in pericolo. Va’ al negozio di fiori, alla
svelta!
Quando arrivarono
però era già troppo tardi.
Cloud si fermò con la
moto fuori dal negozio, non riuscendo a fermare la
piccola Earth che si scaraventò all’interno del locale terrorizzata nel vederlo
mezzo distrutto.
I vetri erano in
frantumi. Petali di fiori colorati e vasi rotti giacevano a
terra, sparsi ovunque.
L’uomo entrò quasi
subito dopo la bambina, trovandola in lacrime, china
sul corpo di quella che doveva essere la madre. Si chinò anche lui,
sorprendendosi quando la trovò sveglia e apparentemente lucida.
Ma aveva un taglio profondo al ventre, e stava
perdendo molto sangue. Cloud capì subito che non c’era più niente da fare.
- Mamma...- Earth cercava di chiamarla tra un
singhiozzo e l’altro, ma la donna non sembrava avere più molte energie.
- Earth...- disse a fatica -...perchè,
sei...qui? -
Gli occhi scuri della
donna indugiarono sulla figlia, che non smetteva di piangere, per poi posarsi
alla sua destra. Guardarono con attenzione quello sconosciuto con i capelli
d’oro, che se ne stava immobile e silenzioso sopra di lei. Gli lesse negli
occhi azzurri la sua sorte, ormai vicina.
Sospirò rumorosamente,
tossendo e perdendo sangue scarlatto dalla bocca.
- Devi portarla via da qui...- disse la donna
rivolta a Cloud -...non è...al sicuro...non più...-
Lui si ritrovò ad
annuire lievemente, ma non sembrava aver intenzione di eseguire quello che gli
era parso un ordine da quella donna.
Lei continuò a
guardarlo negli occhi metallici, mentre carezzava, con la poca forza che aveva,
la sua bambina in lacrime. E improvvisamente i suoi
occhi scuri sembrarono acquistare una forza sconosciuta.
-...Quando verrà il
giorno di lasciare questo mondo, affidala all’uomo con i capelli dorati. Lui
saprà proteggerla.”...- disse questa frase quasi
ipnotizzata, e Cloud la osservò confuso.
- Mi è
stato detto questo, mentre Earth nasceva, avvolta da una strana luce
verde...non so cosa fosse, non so...nemmeno perché lei
sia nata...senza un padre...-
L’uomo intuì quale
grande sforzo provasse nel parlare, anche frasi
sgrammaticate e confuse -...ma tu sei la chiave...l’ho capito...tu sei l’uomo
descritto da quella voce di donna, tanto gentile...che mi ha concesso di avere
una figlia...-
Cloud era sempre più
confuso. Cosa stava dicendo quella donna?
Quella bambina, Earth,
era destinata a dover incontrare proprio lui. Perché?
- So che...- un altro colpo di tosse violenta
-...può sembrare assurdo...ma so che Earth, non è una bambina come le altre.
Lei ha dei...poteri...e la stanno cercando...- lo afferrò per un braccio decisa -...e so che tu sei l’unico che
può...proteggerla...ti prego...-
Earth, che nel
frattempo aveva ascoltato solo qualche frase di quel discorso complicato
comprendendone poco il significato, si voltò ad osservare il volto confuso di
quell’uomo che l’aveva aiutata.
Non sapeva assolutamente
niente di lui. Eppure, da qualche parte dentro di lei,
sapeva che poteva fidarsi.
Si ricordò
improvvisamente della donna del suo sogno. Con quella sua voce gentile, che le
diceva frasi senza alcun significato per lei.
“ Earth. Un giorno
saprai perché sei nata. Devi guarire un cuore infranto...capirai...e
ricorderai...”
Questa era una delle
tante frasi che la donna le ripeteva ogni volta. Ma
che significato potevano avere?
Strinse forte la mano
di sua madre, che ricambiò la stretta leggermente.
- Earth...- parlò la donna con la voce rauca
e affaticata -...promettimi che farai la brava.-
- Mamma...?- la bambina non
credeva possibile a quello che sua madre stava cercando di dirle - Che stai
dicendo?-
Un altro attacco di
tosse. Earth guardò di nuovo Cloud, che non si era mosso né aveva parlato da
quando erano entrati, per poi tornare sul viso pallido e scarno
della madre.
- Ora, la mamma...deve andarsene Earth...ma
tu sarai al sicuro...lui si prenderà cura di te...perchè è vostro destino stare
insieme...-
- Non capisco mamma...non andartene! -
Gli occhi verde
brillante della bambina si bagnarono nuovamente di lacrime. All’istante, una
pallida luce verde li circondò.
La donna spalancò gli occhi alla vista di quella luce - La stessa, luce
verde...- mormorò come ammaliata.
Un profumo intenso di
fiori si propagò nella narici dell’uomo, che non si
capacitava del fenomeno appena accaduto. Un profumo familiare, carico di
malinconia e dolcezza. Il suo profumo.
Guardò la bambina
davanti a lui e la riconobbe finalmente per quello che era in realtà. Attorno a
loro balenò l’immagine di un prato immenso, in uno spazio temporale surreale.
La luce d’un bianco accecante.
E proprio china dietro
a Earth, che piangeva sul corpo ormai privo di vita
della madre, una donna le avvolgeva le minute braccia attorno alle spalle.
Sembrava anche lei una
bambina, eppure aveva qualcosa di donna che spirava dal suo essere.
Cloud la conosceva
bene, anche se era convinto quasi di non ricordarla più così vividamente.
Ma adesso era lì, davanti a lui, e sorrideva con gli occhi
chiusi, confortando la bambina fra le sue braccia.
Quest’ultima si voltò
a scoprire la proprietaria di quel profumo inebriante e di quelle braccia dolci
come quelle di sua madre.
- Tu sei...la donna del mio sogno vero?-
L’altra annuì aprendo
finalmente gli occhi, e scoprendoli uguali ai suoi. Ma
più dolci. Più malinconici.
Cloud restò immobile.
Non riusciva a muoversi né a parlare. Poteva solo che essere un inganno della
sua mente, un’allucinazione, un abbaglio, eppure quella era proprio...ed era
lì, davanti a lui.
Guardava la bambina con dolcezza eppure Earth
lesse nei suoi occhi verdi anche molta tristezza.
- Che ne sarà di me...-
chiese Earth, quasi più a se stessa che a lei. Guardando la madre, la
vide aprire gli occhi scuri, e alzarsi in piedi. La sua figura era forte, ma anche
pallida e circondata da una strana luce. Si affiancò all’altra donna, e dopo
uno sguardo d’intesa le chiese - Starà bene, vero?-
L’altra sorrise e annuì senza rispondere con la voce, ma solo con gli
occhi che parlavano per lei. Earth vide infine sua madre, incamminarsi dietro
la sconosciuta senza mai voltarsi, fino a dissolversi nel nulla. Ormai se n’era andata, per sempre.
La donna si limitò a
continuare a sorriderle, poi il suo sguardo verde finalmente incontrò
quello azzurro di Cloud.
Smise di sorridere,
restando con le labbra rosate leggermente socchiuse e muovendole come a
pronunciare qualcosa. Il suo nome.
Poi tornò a sorridere
e lui si sentì impotente di fronte a quel sorriso disarmante.
- Sai quello che devi fare...- gli disse
semplicemente, e Cloud capì ogni cosa.
Lei svanì così com’era
arrivata. Earth cadde a terra priva di sensi, accanto alla madre ormai perduta.
E Cloud restò immobile per qualche altro istante, incapace
di formulare qualsiasi pensiero.
Si alzò e prese Earth
fra le braccia, piccola e fragile, come lo era stata in quella che lui aveva
capito come la sua vita passata.
Ora sapeva. Era sicuro
che lei, avesse voluto dare una seconda possibilità a se stessa. E lui non l’avrebbe sprecata.
Si sarebbe occupato di
lei, sempre e comunque, in qualsiasi forma si sarebbe
mai presentata a lui.
Questa volta aveva
scelto una bambina. Una bambina di cui lui si sarebbe preso
cura. Che lui avrebbe cresciuto. E che avrebbe amato come se fosse lei.
Perché infondo era proprio lei.
Ed era questo il suo volere.
Capì, e uscendo dal
locale, guardò uno squarcio di cielo
azzurro pallido. Mai, aveva visto il cielo azzurro su quella città. Sentì
ancora una volta quel profumo di fiori che lo inebriava, ma questa volta non
proveniva dal vento. Guardò Earth. Il profumo adesso veniva da lei.
Cloud sorrise.
Il primo di una lunga
serie.
E capì ancora una volta, che aveva esaudito un suo
capriccio.
Perché non era questo quello che voleva Aerith, alla fine?
Fine.
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Ragazzi di EFP...ci
sono riuscita infine a finirla...
Vi è piaciuta?
Ditemi di si
vi prego, credo non aver mai scritto così con il cuore in mano e le lacrime
agli occhi...
Bè forse non è correttissima, dal
punto di vista grammaticale, ma spero più che altro che vi sia
arrivato qualcosa...
Spero di avervi trasmesso l’amore
che provo per questa coppia, soprattutto per Aerith...perchè io ci ho veramente
messo il cuore in questa storia...
Mi piacerebbe farci un continuo,
ma ho troppa paura di cadere nel banale...quindi la
lascerò così, non voletemene a male...
Basso ai ringraziamenti delle
recensioni dello scorso capitolo :
Silver wolf : Grazie davvero infinite!!! *_*
sono davvero grata dei tuoi complimenti, forse sono addirittura troppi...non me
li merito...Ad ogni modo, spero che ti sia piaciuta anche la fine...fammi
sapere ^_^ un bacio
Kairi_92 : bè alla fine i Turks hanno avuto
solo il ruolo di una breve comparsa...volevo sottolineare il loro ruolo nel
cercare Aerith, come in passato...e mi sembrava forzato inserirli ulteriormente
^^ aspetto il tuo giudizio, Kiss
Yunie the Black
Angel : Yunie carissima *_* non preoccuparti dai...e poi tu avevi avuto già
la possibilità di leggere l’anteprima, quindi tranquilla davvero ^^ Mi fa
stra-piacere che ti sia piaciuto il continuo...il finale com’è venuto??? ^___^
Un bacino ps. forse ho un’ideina per l nostra ficcina in due...
Seiko : Bah...ormai per me sei Lilla
quindi =D alla fine sono riuscita a finirla...che te ne pare carissima? ^_^
Kiss
Un altro GRAZIE enorme anche a Yunie the Black Angel, Kairi_92 e Elly 11
che hanno aggiunto questa storia ai preferiti...
E ancora grazie a chi ha perso un
po’ di tempo per leggerla ^^
Grazie ragazzi...
Ma non sperate di esservi liberati
di me...continuerò a scrivere su questa coppia ^^
Kiss a tutti, Selhin