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Autore: Mary_Potter    05/09/2015    4 recensioni
Un pazzo furioso di nome Pitch Black vuole conquistare la Terra. La considera troppo gioiosa e vuole portare tenebre e paura. Per sconfiggerlo ci vogliono una squadra di ragazzi forti, coraggiosi e pronti a tutto. Ce la faranno Merida, Rapunzel, Hiccup, Astrid, Elsa, Anna e Hiro a distruggerlo?
(Le critiche sono molto bene accette, mi aiutano a migliorare)
Genere: Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1°

Ci aveva già provato, a distruggere la Terra, ma senza mai riuscirci a causa di quei maledetti quattro ficcanaso. Ma questa volta Pitch Black era certo che ce l’avrebbe fatta. Ormai lui era troppo forte per loro. Sarebbe salito al potere, e gli umani si sarebbero inchinati a lui, e avrebbe fatto sprofondare il mondo nell’oblio…

In un bosco scozzese…

Il silenzio del bosco. Era quella la cosa che a Merida piaceva di più, che la faceva stare meglio. Incocca l'ennesima freccia, prende bene la mira, con l'occhio sinistro rigorosamente chiuso, attenta a guardare il centro esatto del giallo, tende la corda,  gomito destro alto, freccia poco sotto l'occhio e... scocca. Centro perfetto. Dopo quindici anni di allenamento a tiro con l'arco, un centro perfetto era all'ordine del giorno. Prese l'ultima freccia rimasta e la incoccò, prese la mira e, pronta a scoccare, sentì un rumore alle sue spalle. Si voltò, allarmata, e vide un buco dietro un albero, dal quale uscì un coniglio alto un paio di metri.
-Calmoniglio, mi hai spaventata!- urlò la rossa, arrabbiata.
-Scusami, ma a un tizio è venuta la brillante idea di fare sua la terra, quindi tu, Rapunzel e qualche altro dovete salvarla. Questo tipo ha un esercito, secondo Nord noi quattro guardiani non siamo in grado di sconfiggerlo un altra volta, di conseguenza dovete pensarci voi.
Merida lo guarda come se fosse pazzo, per poi dire :-Primo, dopo mi devi spiegare tutto nei minimi dettagli perché io non ho capito un accidenti, secondo chi sarebbero questi altri?
-Allora, un tipo di nome Pitch Black ha deciso che la Terra è un posto orribile e se ne vuole impadronire per portare paura, buio e robe simili. Secondo Nord, noi quattro guardiani non siamo più all’altezza e voi, cioè tu, la Romanoff, Banner, una semidea di nome Astrid, i gemelli Maximoff, la Rogers e Stark, lo siete e lo dovete sconfiggere e rispedirlo a calci in..…nel fondoschiena  nel suo mondo. Fine. Ah, dimenticavo, alle sei di domani mattina dovete essere al Polo- rispose molto tranquillamente Calmoniglio.
-Quindi- disse Merida cominciando a innervosirsi -Mi stai dicendo che nella squadra ci sarà la persona più odiosa, fastidiosa, irritante e meno meritevole di rispetto esistente in questo mondo?!? VUOI SCHERZARE?!?! Se viene quel maiale di Jack Stark, sta pur certo che io non ci sarò. A meno che a guerra finita non mi permetti di scoccare una freccia nel suo bulbo oculare. E poi, mi dici come cavolo devo fare a tornare alla base alle sei del mattino? Sappi che tarderò. Comunque, che devo fare?
-Scegli, o Banner o Stark, chi dei due ti piacerebbe convincere?
Merida spalancò gli occhi. Doveva convincere o il mostro verde o la persona da lei più odiata?!?
Ci pensò bene prima di rispondere :-Meglio andare incontro a morte probabile che passare un minuto di troppo con Stark. Penso io al gigante.
-Non andrai incontro a morte probabile perché Hiro ci serve per farvi delle armature. È davvero molto intelligente. A meno che poi non si riveli utile per sconfiggere Pitch. Tu vai, lo trovi a ...
-...a San Fransokio, no?
-Sì, a San Fransokio. Io intanto chiamo Rapunzel, le dico di cercare Stark.
“Bene, devo solo arrivare dall'altra parte del mondo, convincere Hulk, tornare alla base e sopportare Stark per i prossimi giorni. Perfetto...”pensò Merida, arrabbiata, per poi riprendere le sue cose e avviarsi verso casa.
Prese il primo aereo disponibile per San Fransokio.
C’era un traffico indicibile in quella città. E anche un’enorme quantità di persone. Aveva l’indirizzo, ma si trovava dall’altra parte della metropoli, così prese una mappa. In giapponese. “Perfetto! Mi sono persa…”. Provò a chiedere indicazioni. Fortuna che qualcuno parlava inglese da quelle parti. Le dissero che doveva arrivare al bar di una certa Cass, e le indicarono la strada.
Ci andò di corsa, sia per non dimenticare le indicazioni, ma anche perché doveva sbrigarsi. Come faceva ad arrivare al Polo Nord per le sei del mattino? Certo che Nord aveva davvero delle abitudini strane.
Entrò nel negozio.
-Salve, sto cercando Hiro Banner. Mi è stato detto che lo avrei trovato qui.- chiese a una signora con i capelli corti castani e dei grandi occhi verdi.
-Chi è lei? Che cosa vuole da lui?- la donna era leggermente agitata.
-Mi dispiace, non posso dirle perché lo cerchiamo. Le posso solo dire che ci serve la sua intelligenza. Se il suo timore è che vengano fatti esperimenti o robe simili su di lui, può stare tranquilla. Io comunque, sono Merida.
La donna non si tranquillizzò del tutto, ma comunque rispose :-Hiro è di sopra, se vuoi lo vado a chiamare. Intanto, vuoi qualcosa?
-Prenderei un cappuccino, grazie.
La donna glielo preparò, poi andò a chiamare il ragazzo.
“Dio, com’è buono questo cappuccino…” pensò la rossa. Il the dell’aereo faceva pena.
Qualcuno si schiarì la gola, come a richiamare la sua attenzione. Lei si voltò e rimase a bocca aperta. Merida non riusciva a credere che “l’Incredibile Hulk” avesse sedici anni.
-Sei tu Hiro Banner, giusto?- gli chiese la rossa dopo essersi ripresa.
Il ragazzino annuì.
-C’è un posto in cui possiamo parlare in privato?
-Seguimi
La portò in un garage adibito a laboratorio, che la lasciò nuovamente stupita. Quel tipo era un mito. C’era perfino una stampante 3D.
Il ragazzo chiuse la saracinesca del garage.
-Cosa vuole da me? Se l’Altro deve venire fuori, non ci sto.
-Non si preoccupi, non ci sarà bisogno di questo. Servono delle armature, o oggetti che ci aiutino a essere più forti in battaglia. Un tizio mentalmente instabile ha deciso che le tenebre sono migliori della felicità, e ha preso l’iniziativa di appropriarsi proprio della Terra per eliminare tutta l’allegria. Io, l’agente Romanoff e, se non ricordo male, la Rogers, Stark, i gemelli Maximoff e una semidea di nome Astrid dovremmo teoricamente fermarlo.
-Quali sono i potenziamenti degli altri?
-La Romanoff è molto agile, e abile nel combattimento corpo a corpo e con le pistole, anche se una volta ha steso un ladro con una padella, poi so solo che Stark non ha bisogno di un’armatura e che il maschio dei gemelli Maximoff va molto più veloce di un proiettile. Non scherzando, l’ho visto, si lascia dietro una scia blu. Gli altri non li so.
“E il maschio dei gemelli Maximoff è anche carino” pensò la rossa, per poi dirsi di concentrarsi sulla sua missione.
- Potrei starci. Cosa potrei avere a disposizione per creare queste armature?
-Tutto ciò che le serve potrà chiederlo una volta arrivati alla base.
-Ma potrei essere un pericolo se l’Altro dovesse uscire.
-Non accadrà, se non si innervosisce per un nonnulla come me.
Il ragazzo le sorrise.
-D’accordo, ci sto.

Intanto, da qualche parte di New York…

Rapunzel Romanoff stava passeggiando tranquillamente tra i vari negozi della città. Stava contemplando un bellissimo vestito rosa con la gonna a fiori quando risuonò nella strada la sua suoneria con “No matter where you are”.
-Pronto?
Dall’altra parte c’era Calmoniglio. Come faceva un coniglio a usare un telefono?
 -Romanoff, trova Stark e digli di seguirti al Polo.
-Perché dovrei?
-Perché un idiota sta per distruggere la terra.
-Cosa? Puoi spiegarti meglio?
-Ti mando un sms con tutti i dettagli, vai da Stark e faglielo leggere. E leggilo pure tu. Ci vediamo alle sei di domani mattina al Polo.
Riagganciò, lasciando Rapunzel basita.
Così, si avviò verso la Stark Tower. Quel ragazzo era davvero egocentrico. Entrò.
-J.A.R.V.I.S., dov’è il signor Stark?- chiese la ragazza al maggiordomo robotico.
-Il signor Stark è al decimo piano, Signorina Romanoff. Sta guardando un programma televisivo.
-Grazie J.A.R.V.I.S.
-Di nulla, signorina Romanoff.
Si diresse verso l’ascensore, vi entrò e spinse il numero 10.
Mentre l’ascensore saliva, le arrivò un sms. Erano i dettagli di ciò che le aveva detto Calmoniglio.
Appena arrivò, trovo Jack a guardare “Ned: scuola di sopravvivenza”. Si avvicinò, spense la TV, gli andò vicino e gli mollò uno schiaffo in pieno viso.
-Questo è per la foto di me che dormo in mutande postata su Facebook.- poi gli tirò il cellulare addosso con il messaggio aperto.
-E questo è il motivo per cui mi devi seguire al polo con la tua adorata armatura.
-Nemmeno un buongiorno? Dove sei cresciuta?
-Sono la Vedova Nera. E muoviti a leggere.
Lui lo fece. Quella ragazza a volte gli metteva paura.
-Non ci credo, ci sarà anche Merida Barton? Andiamo, non vedo l’ora di cominciare a stuzzicarla!
La bionda si sbattè una mano sul viso, scuotendo la testa.
-Tu non stuzzicherai proprio nessuno. Continua a leggere, magari arrivi al dettaglio della freccia nel tuo occhio.
-Non lo farebbe mai.
-Ne sei proprio sicuro?
-Nord glielo impedirebbe.
-Lo farebbe all’insaputa di Nord. Accendi quei pochi neuroni che hai!
-Va bene, non la prenderò più in giro. Più o meno. Sai che non lo farò.  Allora, vogliamo andare?
-Bene. Prendi cappello, sciarpa, piumino e doposci, ti ricordo che stiamo andando al Polo Nord. Dopo passiamo da casa mia che mi attrezzo anch’io, poi prendiamo il tuo jet privato. Guido io.
-Prendo le cose da neve, ma il jet rimane qui.
-Vuoi prendere un aereo normale in mezzo a mille altre persone? Senza contare il costo del biglietto…
-Andiamo a prendere quel jet?

Sempre da qualche parte di New York…

Anna era seduta nella sua camera, contemplando il suo scudo. Si era persa troppe cose che erano successe. Quel... com’era che si chiamava? Ah, sì, computer, era l’unico aggeggio elettronico nuovo che più o meno sapeva usare. Ma neanche. Tutto per lei era un completo mistero.
Ricordava di essere svenuta in un mare ghiacciato e di essersi risvegliata settant’anni dopo, senza essere cambiata di una virgola, mentre tutto il resto era diverso.
Chissà che fine aveva fatto Kristoff… Dio, come le mancava…
Mentre era assorta in questi pensieri, si sentì picchiettare leggermente su una spalla, facendola sobbalzare e girare di scatto. La ragazza guardò l’omino dorato che aveva davanti con uno sguardo misto a spaventato e incuriosito.
-Cosa succede? Chi sei?
L’omino provò, a suo modo, a spiegarle la situazione. Alla fine, la ragazza aveva un punto interrogativo stampato in faccia.
-Io veramente…. Non ho capito un cavolo. Innanzitutto, chi sei?
Con la sabbia dorata le fece vedere la Fatina dei Dentini, Babbo natale e il Coniglietto di Pasqua, poi con una freccia s'indicò.
-Sei…sei l’Omino dei Sogni!-disse la ragazza, euforica.
Sandy le sorrise.
-Ora mi spieghi meglio cosa dovrei fare?
L’omino con la sabbia dorata creò l’immagine della Terra, per poi farla dissolvere nel nulla. Poi fece comparire otto ragazzi, tra i quali lei, che picchiavano qualcuno.
-Dovrei uccidere qualcuno insieme ad altri ragazzi?
Sandy scosse la testa, per poi far apparire quel qualcuno che prima stavano picchiando in manette che veniva rispedito sul suo pianeta.
-Dovrei sconfiggere qualcuno insieme ad altri ragazzi?
Sandy annuì, poi le porse un fascicolo con i dettagli su tutto ciò che era successo e cosa sarebbe dovuto succedere, e anche sugli altri ragazzi.
-Quanto tempo ho per decidere?
L’omino fece un due con le dita.
-Due giorni?
Scosse la testa.
-Due ore?
Di nuovo, dissentì.
-Due minuti ?!?
Annuì.
-Come faccio a decidere in due minuti?
L’omino alzò le spalle.
Anna lesse solo i dettagli sugli altri ragazzi, cosa fosse successo sì e no l’aveva capito. Non proprio, ma comunque aveva afferrato che la Terra era in pericolo.
-Va bene, verrò. Ma solo perché non voglio che la Terra venga distrutta. Non conosco nessuno, se non Stark che lo conoscono tutti, e non mi fa esattamente piacere lavorare con lui.
Sandy, poi, le fece segno si seguirlo, portandola su un piccolo elicottero dorato.

Intanto, da qualche parte di Sokovia…

Non capita tutti giorni di vedersi entrare una fata in casa che ti dice che devi salvare il mondo.
-Aspetta, aspetta, aspetta. Io e Hic dovremmo fare cosa?- Elsa era nervosa. Brutto, bruttissimo segno. Difatti, il bicchiere che aveva in mano esplose tra scintille rosse
-El, ti sei fatta male?- il fratello le si avvicinò. Le guardò le mani, poi corse in bagno e tornò nemmeno mezzo secondo dopo con amuchina e alcuni cerotti.
“Sono così teneri…” pensò Dentolina, guardandoli mentre Hiccup le disinfettava le mani e le metteva i cerotti.
-Mi scusi, può spiegarci meglio cosa dobbiamo fare?- le chiese il moro.
-Dovreste combattere al fianco di altri ragazzi, vi verranno fornite delle armature, o ciò che vi serve per sfruttare al meglio i vostri poteri. Noi quattro guardiani non possiamo sperare di farcela, e voi due sareste i componenti quasi più potenti. Ognuno è fondamentale per poter vincere la guerra ma voi lo siete in particolar modo.
-Chi sono gli altri ragazzi?- domandò Elsa.
-Rapunzel Romanoff, Merida Barton, Jack Stark, Anna Rogers, Hiro Banner, una semidea chiamata Astrid e voi due.
-Per me va bene. Non che mi vada proprio a genio Stark, ma verrò. El?
-Va bene, vengo anch’io.
La fata sorrise, poi disse :-Dobbiamo andare, il vostro aereo è fra mezz’ora.
-E a che serve l’aereo?- disse Hiccup, prendendo in braccio la sorella e cominciando a correre, con la solita scia blu elettrico.
La fata si chiedeva ancora come fosse possibile che un ragazzo senza gambe riuscisse a correre così. O anche un ragazzo in generale.
Li seguì, o meglio si diresse al Polo, erano già spariti, e da un pezzo.
 Non sapeva da dove le fosse venuta l’idea di farli sentire importanti per convincerli, ma, a quanto pare, aveva funzionato.

Intanto, ad Asgard…

-Signore, ho chiesto voi questa udienza perché nostro mondo è in grave pericolo. Un pazzo ha deciso di distruggerlo, e abbiamo bisogno di vostra guerriera più forte e più valorosa.
Nord era arrivato ad Asgard, e stava parlando con Odino.
-So cosa sta succedendo sul tuo mondo, e ho anche scelto la guerriera giusta per questo compito. Mia figlia Astrid. E forte e agile, ed è degna di impugnare il martello di Thor. Sarà lei a seguirvi.
Entrò nella stanza una ragazza bionda, dallo sguardo duro, con uno strano martello in mano.
-Sei pronta ad andare, Astrid?
-Sì, padre.
-Mi segua, allora.- le disse Nord
La bionda annuì, e lo seguì. L’uomo sussurrò qualcosa alla sua palla di vetro e la lanciò, aprendo un portale.
Nessuno saprà mai che la ragazza dallo sguardo duro, subito prima di entrare nel portale, voltò indietro la testa, sussurrando un “addio, padre”, mentre una lacrima si faceva strada sulla sua guancia.

 

Note Autrice
Salve gente!!!!!! Come va? Io sto dormendo in piedi. L’azione penso che comincerà fra un paio di capitoli, se non proprio il prossimo.
Qualche personaggio potrebbe risultare leggerissimamente OOC. Forse.
Allora, il tutto succede due anni dopo i fatti di Big Hero 6, solo che invece dell’esplosione nella quale muore Tadashi, il quale è vivo e vegeto, succede più o meno quello he accade in Hulk, cioè che Hiro si espone ha una dose massiccia di raggi gamma, li assorbe e diventa il mostro verde. L’idea che Astrid sia figlia di Odino mi è venuta scrivendo.
Cercherò di aggiornare ogni sabato, ma non credo sarà possibile con quelle beaches delle mie prof che caricano di compiti, quindi più probabilmente aggiornerò una volta ogni due sabati, o l’ultimo sabato del mese.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando, recensite numerosi!!!
Mary_Potter

 

   
 
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