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Autore: LittleHarmony13    05/09/2015    3 recensioni
"L'aria di Londra, quel tipico misto di smog, storia e grandezza mi entrava nelle narici, facendomi sentire viva, per una volta.
Non ho un bel rapporto con la vita. Nonostante i miei giovani diciassette anni sono piuttosto asociale. Non per scelta, ma per incapacità nei rapporti interpersonali.
Avevo ovviamente molti amici e molte amiche, ma il senso di solitudine e di incomprensione aleggiava sempre su di me. Potevo starmene chiusa in casa per ore, con la musica accesa, il computer sulle gambe, un libro sul comodino, e potete giurare che stavo da Dio, ma se tutto a un tratto mi veniva in mente di essere sola, era la fine. Mi piace stare da sola, ma essere sola, quella è tutta un'altra storia.
E' una cosa che mi fa sempre venire i brividi a pensarci.
Uno squillo di telefono interruppe il mio scorrere inesorabile di pensieri. Cavolo, ma quanto penso? "
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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15. Mangiare cibo cinese.

 


"Oh well I've seen you in jeans with no make-up on.
And I've stood there in awe as your date for the prom.
I'm blessed as a man to have seen you in white,
but I've never seen anything quite like you tonight."
Never seen anything "Quite like you.", by The Script.

 

 

Dovrei davvero smetterla di mangiare la Nutella direttamente con il cucchiaino.
Lo devo appuntare per i propositi per il nuovo anno, cioè fra sei mesi. Fra sei mesi va bene. Per ora mi tengo ben stretto il mio barattolo.
Sembro una di quelle ragazze che sono perennemente sole e trovano conforto solo nel cibo. Ma chi voglio prendere in giro? Io sono una di quelle ragazze.
Ieri sera ho passato almeno due ore a cercare di mettermi in contatto con Chris o con suo fratello. Dagli accessi di Whatsapp posso ben vedere che Chris ha visualizzato le mie richieste di avere almeno una conversazione, ma non ha mai risposto. Suo fratello maggiore è stato decisamente più carino, mi ha risposto dicendomi che non sapeva quello che era successo fra me e Chris (bugia, Chris gli dice tutto), ma che comunque sperava che si risolvesse tutto per il meglio. Alla mia richiesta di chiedere a Chris se potevamo parlare, mi ha detto che avrebbe riferito.
Io e il fratello maggiore di Chris, Matty, siamo molto amici. Lui ha ventidue anni ormai, e odia quasi tutti gli amici di Chris, definendoli immaturi, ma per qualche strano motivo io e lui la pensiamo in modo simile su molte cose, ed andiamo anche molto d'accordo.
Se non potrò più vedere Chris sono certa che mi mancherà Matty. Ma la persona che mi mancherà di più in assoluto sarà...
Chris. Oddio. Chris mi ha scritto un messaggio, interrompendo queste mie elucubrazioni. Immediatamente poso il cucchiaino ed il barattolo di cioccolata e mi rimetto seduta. Sto cominciando davvero a diventare una brutta caricatura di un romanzo rosa.
Apro velocemente la chat Whatsapp di Chris e trovo i suoi messaggi.

 

A quanto ho capito stasera ci dobbiamo vedere. Tranquilla, non ci saranno imbarazzi. Non devi rivolgermi la parola, se non vuoi.”
 

Chris! Che bello sentirti! Stasera ehm... cosa? Non so ancora niente.”
 

A quanto ho capito il tuo migliore amico Henry ci porta a mangiare cinese.”

 

Cosa? Henry è per caso impazzito? Vedo che sta scrivendo nell'altra chat, ma leggerò dopo, ora che Chris non sta facendo come se non esistessi, devo cogliere al volo questa opportunità. E non mi è mancato di notare le parole “migliore amico” in relazione a Henry.

Oh. Perfetto, non lo sapevo.”

Chris, lui non è il mio migliore amico. Quel posto è già preso.”

Okay. Ad ogni modo volevo solo dirti che non devi mancare alla cena solo per la mia presenza. Andrà tutto bene.”

Ti senti meglio? Per questo pensi che vedermi non sarà un problema?”

No, non sto meglio.”

Neanche io.”

Chris visualizza, ma non risponde.

 

 

Noto che Henry mi ha scritto, ma voglio che mi dica cosa sta succedendo a voce, così lo chiamo.
“Buongiorno, Ivy.”
“Buongiorno lo dici a qualcuno che non hai appena incastrato per andare a mangiare cinese.”
“Oh. Sì. Scusami per quello. E' che... sarebbe un punto della bucket list.”
Mi prende totalmente alla sprovvista e nonostante tutto mi scappa da ridere. “Non hai mai mangiato cinese in vita tua?”
“No, è così grave?”
“Beh, sì, visto che sei nato e cresciuto a Londra. Siamo una città multiculturale e c'è un ristorante cinese ad ogni angolo, bello.”
“Sei antipatica quando fai la saputella.”
“Ehi, ehi, quella che è stata antipatica qui non sono io.”
“Chi ti ha detto della cena Ivy?”
“Chris.”
“Oh.”
“Già, oh!” E' già tanto che non lo abbia preso a sberle attraverso il telefono.
“Senti, te lo stavo scrivendo, ma prima ho sentito Scott per sapere se lui poteva. Mi sembrava carino riformare il gruppo Glastonbury. E Scott l'ha detto a Miles. E Miles era con Chris. Potevo forse dirgli che lui non era invitato?”
“Sì potevi! No, scherzo, non potevi. Senti, mi dispiace di averti aggredito, davvero, ma non ero pronta.”
“Non sei ancora pronta a parlarmi di quello che è successo fra te e Chris?”
“No, scusami Henry.” So che dovrei parlargliene, almeno per rispetto, per sapere perché l'ho respinto, ma non ce la faccio proprio.
“Va bene, dai. Ivy?”
“Sì, Henry?”
“Mi dispiace per Chris.” Sento dal tono di voce che è triste per aver causato dei problemi, ma non deve sentirsi in colpa.
“Henry, non è colpa tua, davvero. Ci vediamo stasera!”
“Ti mando l'orario e il luogo per messaggio. A stasera Ivy.”
Appena riattacco il telefono sento nascere un grande mal di testa. Questi ragazzi finiranno per uccidermi.

 


 

Venti minuti prima dell'incontro mi avvio con la metro (odiosa, odiosa metro) al ristorante cinese a cui abbiamo prenotato.
E' a Soho, ed è il ristorante a cui andavo sempre con Chris. Io e lui siamo grandi fan del cibo cinese, e questo è uno dei nostri posti preferiti in cui venire a mangiare. Perfetto, così la nostalgia comincerà a stringermi lo stomaco come una morsa.
Appena arrivo trovo Kat, Scott, Henry e Chris intenti a parlare davanti alla porta del ristorante. Liv e Aidan non ci sono, è il loro anniversario o qualcosa del genere. Almeno così mi ha detto Henry. Quindi facendo due brevi calcoli, manca solo Miles. Ed io che pensavo di essere fra le prime!
In tutto il giorno il mal di testa non si è mai placato, nemmeno per un attimo. Non ho preso niente, perché sono stata abituata a non prendere medicine per tutto, ma stasera sto proprio male. Mi faccio forza e mi avvio verso il gruppo che mi aspetta.
Abbraccio Kat, saluto Henry, do un bacio sulla guancia a Scott, e poi arriva l'imbarazzo. Io e Chris ci limitiamo a guardarci e a scambiarci un breve saluto con un cenno della mano.
Sento Kat sussurrare qualcosa come “Imbarazzante” ma ci faccio poco caso, perché ho il viso in fiamme. Sono consapevole del fatto che tutti gli occhi dei presenti sono puntati su di noi, e che si stanno interrogando sul perché siamo così freddi l'uno con l'altro, ma non posso farci niente.
Miles arriva di lì a poco, e andiamo dentro a sederci. Il ragazzo che sta alla cassa saluta con allegria me e Chris, perché ormai siamo clienti fissi e ci conosce bene.
“Buonasera ragazzi! Tutto bene? Siete venuti con tutto il gruppo stasera? Di solito siete sempre soli soletti.”
Dio, che imbarazzo! Fortunatamente Chris prende in mano la situazione.
“Abbiamo deciso di cambiare routine recentemente.”
“Oh perfetto, buona serata ragazzi!”
“Buona serata anche a te Shan!”
Il cameriere ci porta al nostro tavolo e ci sediamo. Io mi ritrovo accanto a Kat e davanti a Chris. Perfetto. Ma che bella serata! Il mal di testa si sta intensificando e mi sentono anche un po' le gambe, tra l'altro.
Spiego a tutti che per Henry è la prima volta in un ristorante cinese e lui si imbarazza un po'. Scott e Kat gli spiegano cosa sono tutte le pietanze scritte sul menu, ed io provo a convincerlo del fatto che sono tutti piatti buonissimi, ma non sembra convinto.
Quando il cameriere arriva a prendere le ordinazioni vedo che Henry si è convinto per gli spaghetti di soia e gli involtini primavera.
Sorrido perché tanto so che gli piacerà tutto, ma non lo vorrà mai ammettere. Quando il cameriere arriva da me rispondo come in automatico, perché prendo sempre le solite cose.
“Allora per noi due spaghetti di soia, due Sashimi, un Donburri e un Futomaki.”
“Ordini anche per me adesso, Vivi?” Alzo lo sguardo e vedo Chris che mi guarda con un ghigno divertito. Oddio, è vero, ho ordinato anche per lui. Che figura!
“Oddio, scusami Chris, è la forza dell'abitudine. Cosa vuoi tu?”
“Esattamente quello che hai detto. Grazie mille!”
Non riesco a contenere un sorriso, e nascondo il viso, facendo finta di continuare a guardare il menu.

 

 

La prima parte della cena è molto divertente. La scena di Scott e Kat che insegnano a Henry l'utilizzo delle bacchette sarà una di quelle scene che non mi scorderò mai. Credo che mangiare gli spaghetti con le bacchette per lui sia come una tortura, ma vedo che si sta impegnando e alla fine vedo che ci ha preso la mano.
Mi sporgo verso di lui per controllare come sta andando la sua prima esperienza con il cibo cinese.
“Allora Henry, come andiamo? Ti piace questo cinese?”
“Sì, molto, grazie Ivy. So che ero un po' scettico, ma devo ammettere che mi sbagliavo.”
“Ed Ivy aveva ragione. Come al solito. Ammettilo!”
Henry mi guarda sconvolto, divertito dal fatto che abbia parlato di me in terza persona e poi comincia a ridere.
“D'accordo capo, lo ammetto! Hai sempre ragione tu!”
“Ecco, vedo che cominciamo a ragionare.”
Sono contenta che Henry abbia abbandonato i suoi pregiudizi e che si sia aperto a nuove esperienze. Io d'altro canto, che sono nota per mangiare più di un branco di lupi affamati, stasera non ho molto appetito. Non riesco a tirare giù quasi niente, e il mal di testa sta peggiorando ogni minuto di più. Cerco di riuscire a finire almeno il mio sushi, ma non ce la faccio e lo offro a Katie, che però lo rifiuta gentilmente.
So che c'è solo una persona, in questa stanza, che mangia più di me, e quindi spingo il mio piatto verso Chris.
“Ti va? Sto cercando di finire tutto, ma proprio non mi va giù.”
Chris mi guarda stupito, perché anche lui conosce bene il mio leggendario appetito, ma senza esitazioni prende il mio piatto e ne versa il contenuto nel suo.
“Non ti va? Ti senti bene?”
So che sta cercando di fare una battuta, ma dopo una breve occhiata alla mia faccia sofferente, capisce che sto male sul serio.
“Che succede Vivi? Che hai?” Noto preoccupazione nel suo sguardo e mi affretto a rassicurarlo dicendogli che è solo un mal di testa. Chris sembra tranquillizzarsi ed io sento montare la rabbia, perché se ci tiene così tanto a me, per quale motivo ci stiamo trattando da estranei?
Cerco di seguire la conversazione che si sta svolgendo al tavolo e penso che i miei amici stiano parlando di un qualche film di supereroi appena uscito, quando sento che la testa sta per scoppiarmi e il freddo comincia ad assalirmi. Mi sta salendo la febbre, riesco a percepirlo, ma non voglio rovinare la serata a nessuno, quindi mi alzo lentamente, cercando di non cascare e dico a Kat che vado in bagno.
Mi chiudo in uno dei vari bagni e mi siedo in terra, posando la testa sulle mattonelle di marmo. Ho freddo e caldo contemporaneamente, e sento anche un gran sonno. Mi impongo di non addormentarmi, perché farmi trovare nel mezzo di un pisolino, all'interno di un bagno di un ristorante cinese sarebbe imbarazzante, ma sento le palpebre pesanti. Sto un po' tremando e sto battendo anche i denti.
Combatto in tutti i modi la stanchezza e provo ad alzarmi, ma capisco che è più difficile del previsto. La febbre deve essermi salita molto.
Cavolo, ogni volta che usciamo tutti insieme qualcuno si sente male! Sembra una maledizione.
“Ivy! Ivy, sono Kat, dove sei?”
La voce di Kat mi sembra un miracolo e con voce flebile la chiamo: “Kat, sono nel bagno al centro.”
La porta si apre, e vedo Kat inginocchiarsi davanti a me.
“Dio, Ivy, ma tu stai malissimo! Perché non ce lo hai detto? Non tornavi più e stavo cominciando a preoccuparmi. Certo, mai come Chris. Mi ha praticamente implorato di venire a cercarti.”
Le parole di Kat mi arrivano distanti ed il suono è come ovattato, ma cerco comunque di capire quello che mi sta dicendo.
“Kat... Kat, quanto sono stata in bagno?”
“Almeno un quarto d'ora. Dio, mi hai spaventato Ivy”
“Scusami, credo di avere un po' di febbre.”
“Dici? Stai tremando! Vieni, andiamo. Ti aiuto ad alzarti. Abbiamo finito, ho pagato anche per te.”
“Grazie Kat. Trovi i soldi nella mia borsa.”
“Okay, a questo penseremo dopo. Andiamo.”
Kat mi prende sottobraccio e usciamo dal locale. Fuori dalla porta trovo quattro facce che mi guardano con preoccupazione.
Harry mi si avvicina e mi posa una mano sulla spalla: “Ivy, tutto okay?”
“Ragazzi, sto bene! Credo di avere solo un po' di febbre, non sto mica morendo.”
Chris mi guarda in cagnesco e mi risponde in tono irritato: “No, non stai male. Stai tremando, sei bianca cadaverica, e non riesci a stare in piedi, ma per il resto stai benissimo.”
“Io sono sempre bianca cadaverica, quindi nessun problema.” Provo a fare un battuta per spezzare la tensione, e noto che tutti ridono, ma non Chris.
Che musone. Poi però Chris mi si avvicina, e sorprendendomi davvero molto mi posa le labbra sulla fronte. Così, davanti a tutti, come se non gli importasse. Non so se essere contenta o imbarazzata.
“Hai la febbre. E anche alta. Devi tornartene a casa, Ivy.”
Sono sempre un po' sconcertata e molto irritata dal suo tono quando gli rispondo.
“D'accordo mamma. Da quando sei diventato un dottore?”
“So sentire se qualcuno ha la febbre, Vivi, non serve essere un genio!”
“D'accordo, tanto me ne stavo comunque andando. Ciao ragazzi, buona serata!” Non faccio in tempo a pronunciare queste parole che Kat, Henry e Chris sono dietro di me.
“E voi dove pensate di andare?”
Chris, con quel suo tono da saputello che sembra lo caratterizzi questa sera mi dice: “Non pensavi mica di andartene a casa da sola vero?”
“In realtà sì.”
“Tu sei pazza!”
“Vuoi offendermi un altro po' Chris?”
Kat si mette in mezzo a noi e ci intima di smettere di litigare. “Andiamo io ed Henry a casa con Ivy, d'accordo? Chris, ce ne occupiamo noi. Sai che sono in grado.”
Chris esclama un “non se ne parla” nello stesso tempo in cui io, esasperata, dico che è soltanto febbre e me la posso cavare benissimo da sola.
“Chris, davvero non mi sembra una buona idea.”
“Kat, giudico da solo le mie buone idee. Vado io. Fine del discorso.”
“Dio santo, venite tutti e tre e facciamola finita.”
Sorrido ad Henry, perché è l'unico che non ha cercato di impormi niente e che si è fatto gli affari suoi e non posso che ringraziarlo per questo.

 

 

Sulla metro fino a casa mia comincio a stare anche peggio, e i miei denti ormai hanno vita propria tanto ho freddo. Chris mi passa la sua felpa, e la infilo senza tante storie, perché sto talmente male che non posso proprio perdere tempo a discutere con lui.
La felpa di Chris è morbida e calda, ma fa comunque poco, e a metà viaggio comincio a sognare le morbide lenzuola di casa mia. Continuo a pensare che sia ridicolo che tre persone vengano a casa mia per un pochino di febbre, ma devo solo ringraziare di avere amici del genere. Continuo a tremare, e mi sa che Chris se ne accorge, perché, nonostante tutto quello che è successo fra di noi, allunga un braccio e mi stringe a sé.
“Non è necessario, veramente.” Lo dico in modo che possa sentire solo lui, e non Kat ed Henry, che sono impegnati ad ascoltare una canzone che Henry adora dall'Ipod di lui.
“Stai tremando. E' più che necessario.”
“Io capisco se vuoi tenermi il muso, Chris, ma non sentirti in dovere di fare niente. Non sono una tua responsabilità.”
“Oh, ma certo che lo sei.”
Non ribatto perché non ho forza, ma mai lo ho sentito più lontano di adesso, sebbene sia fra le sue braccia e le sue mani mi stiano accarezzando la schiena.


 

Arrivati al portone del mio condominio la situazione è davvero tragica, perché per arrivare al mio appartamento dobbiamo ancora fare una rampa di scale, e il mio corpo sta cominciando a cedere completamente.
Mentre Chris richiude il portone Henry mi vede fare un misero tentativo di salire le scale, e subito arriva per reggermi.
“Ivy, ti serve una mano.” Non è una domanda, ma non mi sento di smentirlo, questa volta.
“Sì, in effetti sì.”
Prendendomi per un braccio Henry prova ad aiutarmi, ma le mie gambe fanno comunque fatica a seguire quelle del mio amico.
“Aspetta Ivy, vado dall'altra parte.”
Mi appoggio al braccio di Kat, che si è messa alla mia destra, e mi sto ormai rassegnando a dormire nell'ingresso, quando sento Chris che si avvicina a Henry e dice: “Scusami, amico, ma penso che dovremo passare alle maniere forti.”
Non faccio in tempo a provare a capire cosa stia dicendo, che sento qualcuno che mi solleva da terra come se non pesassi niente (cosa decisamente falsa).
Sento Henry ridere e tirare una pacca sulla spalla a Chris.
“Tu sì che sei intelligente bello. Avrei dovuto pensarci io.”
La risata di Chris risuona nel suo petto e la sento forte e chiara, e nonostante sia più moribonda che viva, non posso fare a meno di sorridere.
Arrivati in cima alle scale chiamo Chris per dirgli che le chiavi di casa sono nella tasca laterale della mia borsetta, ma noto che è inutile, perché lui le ha già in mano.
“Hai per caso frugato nella mia borsetta?”
“Tranquilla, non ho trovato gli assorbenti... o peggio.
Sento salire un calore alla faccia che non è in nessun modo legato alla febbre.
“Oddio Chris, sei irrecuperabile. Devi punzecchiarla anche quando ha la febbre?” Meno male che c'è Kat a difendermi.
“Eddai Kat, il povero Chris non ha detto niente di male!” Henry invece difende Chris. Ma da quando? Devo avere delle allucinazioni legate alla febbre probabilmente.

 

 

Entrati in casa Chris mi posa delicatamente sul letto e mi si siede accanto. Kat va a cercare un'aspirina e Henry, seguendo le mie indicazioni, mi va a prendere il termometro in bagno. In tutto questo Chris sta seduto accanto a me e seppur a debita distanza, mi accarezza i capelli. Sono convinta che quelle carezze mi faranno di più di tutti i medicinali messi insieme, ma sto bene attenta a tenere la bocca chiusa, perché la febbre potrebbe anche farmi straparlare.
Henry torna con il termometro fra le mani e me lo passa.
“Vediamo come stai, raggio di sole, anche se penso che il responso non sarà molto positivo.”
Cercando di rispondere come posso al sorriso di Henry, gli prendo il termometro dalle mani e lo posiziono in modo che mi misuri la febbre.
“Kat!” - urla Henry, che si è seduto accanto a me - “Per favore, puoi controllare quando sono passati cinque minuti?”
“Certo, Henry, guardo dal telefono!” - risponde Kat a sua volta.
Chris continua a rimanere in silenzio, e mi sembra che stare con noi gli costi. Gli prendo la mano con cui continua a spostarmi nervosamente i capelli dal viso, e sorprendentemente non me la lascia andare.

 

 

Passati i cinque minuti, guardo il termometro per vedere quanto è alta la febbre. 39,5. Cavolo!
La febbre così alta mi ha sempre portato molti problemi, tra cui quello di non riuscire a dormire per più di due ore di fila e l'incapacità di alzarmi da sola. Prendo in considerazione l'idea di chiamare mia mamma e chiederle di chiamare una sua cara amica che vive sola per farla venire qui stanotte. Ma poi mi rendo conto che non sono più una bambina, che è quasi mezzanotte, e che la metro sta per chiudere. E che se i miei amici vogliono tornare a casa, devono veramente andare adesso.
“State per perdere l'ultima metro. Vi consiglio di tornare a casa, ragazzi. Grazie mille per l'aiuto, ve ne sono davvero grata!”
“Tu pensi che io ti lasci qui con quasi quaranta di febbre?!? Sei ufficialmente impazzita.” Chris stacca improvvisamente la mano dalla mia, ed io decido che non ho proprio voglia di litigare. Guardo i miei amici ad uno ad uno, e quando parlo cerco di mettere su il tono più deciso che riesco a trovare.
Nessuno di voi rimane qui stanotte, nessuno. Siamo intesi? So cavarmela da sola!”
Vedo Henry che lancia un'occhiata eloquente a Chris, e percepisco che Chris annuisce, ma ho la mente annebbiata, quindi non riesco a captare bene il significato. E' Henry a prendere la parola e a calmarmi.
“Va bene, Ivy. Rimaniamo un altro quarto d'ora e poi ce ne andiamo. Promesso. Però tu adesso prova ad addormentarti, okay? Giuro che fra un quarto d'ora, se vediamo che riesci ad addormentarti, ce ne andiamo tutti. Tutti. Capito Chris?”
Vedo Chris annuire e cercare di trattenere un sorriso, mentre Henry mi fa l'occhiolino. Non capisco niente, ma va bene così. Le mie palpebre stanno davvero cedendo.
Kat mi sistema i cuscini, e mi aiuta a mettermi il pigiama, mentre io cerco di mandarla via, dicendo che non è davvero necessario (odio tutte queste attenzioni), ma lei è impassibile.
Dopo averla ringraziata, mi sdraio e chiudo gli occhi, anche se è imbarazzante provare a dormire quando tre paia di occhi ti stanno osservando come se fossi un caso clinico.
“Ragazzi siete inquietanti. Se proprio volete vedere se mi addormento, perlomeno andate a chiacchierare di là e tornate fra poco. Così mi spaventate.”
Henry prende in mano la situazione, di nuovo, e comincio a pensare che sarebbe un buon leader.
“Hai ragione Ivy. Katie, Chris, andiamo in salotto.”
Kat si avvia con Henry, ma Chris non ha intenzione di andarsene.
“Bell'imbusto, tu non vieni?”
“No, Kat, penso che farò un sonnellino anche io. Chiamami quando ve ne... ehm, quando ce ne andiamo.”
“Tu vai via con loro Chris, puoi giurarci.”
“Sì sì vado, tranquilla, capisco quando non sono voluto.” Lo dice ridendo, e questo mi rassicura un po'. Pensavo che non saremo mai più stati in grado di scherzare insieme.
“Ecco, bravo, vedo che hai capito.”
Sempre ridendo Chris mi circonda la schiena con le braccia e mi fa posare la testa sul suo petto. Sono così felice che penso che la febbre mi sia passata tutto d'un colpo, poi però capisco che quello che stiamo facendo non è giusto. Ci siamo lasciati tre giorni fa e risiamo al punto di partenza.
“Io e te dobbiamo parlare.”
“Domani. Ora dormi. Domani ti chiamo.”
“D'accordo. Chris?”
“Sì, Vivi?”
“Tu fra dieci minuti te ne vai va bene?”
Mi addormento col suono della sua risata.

 

 

Ad un certo punto mi sogno Henry che trova me e Chris abbracciati.
Henry sussurra qualcosa come: “Voi siete pazzi. Due stupidi, ecco cosa siete.”
Chris gli risponde in modo cordiale, cosa che mi capire che sto proprio sognando: “Sono d'accordo. Henry, non riesco a lasciarla andare.”
“Sospettavo qualcosa del genere. Cosa è successo?
“L'ho lasciata andare. Vorrei non averlo fatto.”
“Lo so, ma nessuno ti impedisce di rimediare. Buona notte Chris!”
“Buona notte, Henry! Mi prenderò cura di lei.”
“Lo so, lo fai sempre.”
“Ehi, Henry!”
“Sì, Chris?”
“Mi stai molto simpatico, lo sai?”
Risata di Henry.
“Anche tu amico, anche tu!”
Silenzio.
“Ehi, Chris?”
“Sì, Henry?”
“Lei è un'amica per me.”
“Buono a sapersi.”
“Chris, per me lei è un'amica, ma tu la ami.”
“Questo lo so.”
“E lei ama te.”
“Non è vero.”
“Sai anche tu di mentire a te stesso.”
“Ribadisco che sei una brava persona, Henry.”
“Ribadisco che siete due stupidi, Chris. Ma siete persone fantastiche. E' stata una benedizione incontrarvi.”
Dio, la febbre mi fa fare davvero dei sogni molto strani.

 

 

Mi sveglio dopo quelle che mi sembrano almeno due ore, ma potrei aver dormito anche di più, e mi preparo a passare una nottata bruttissima e a combattere da sola con la febbre.
Solo che non sono sola.
Oddio, quello stronzo è rimasto!

Niente è cambiato da quando mi sono addormentata, ad eccezione del fatto che adesso la luce di camera mia è spenta. Chris mi tiene sempre fra le braccia e mi sta guardando con occhi apprensivi.
“Vivi, come stai?”
Oh, se pensa di cavarsela così ha torto marcio.
“Io ti avevo detto di tornartene a casa!”
“Questa non è una risposta alla mia domanda!”
“Vattene, non voglio trattenerti.”
“No. Non potrei nemmeno se volessi. Sono le due e mezzo di notte e la metro è chiusa. Il bus per casa mia più vicino è a un chilometro di distanza.”
“Dio, ti sei addormentato vero? Lo sapevo! Perché Henry e Kat non ti hanno svegliato? Io li uccido.”
“Calmati Vivi! Eravamo già d'accordo che io sarei rimasto con te. Io ed Henry ne avevamo già parlato mentre arrivavamo a casa tua. Solo che non te lo abbiamo detto. Sapevamo che non ne saresti stata felice.”
Alzo un pochino la testa per riuscire a guardarlo meglio negli occhi.
“Non è che non ti voglio qui, è che non voglio che tu ti senta obbligato. E poi magari i tuoi si staranno preoccupando.”
“Non sei un obbligo, Vivi, ma se pensi che ti avrei lasciato sola si vede che di me hai capito proprio poco. E i miei non si stanno preoccupando. Ho chiamato mia madre prima e mi ha praticamente ordinato di stare qui con te. Mi ha detto che se me ne fossi andato vuol dire che mi aveva proprio educato male. Ed io sono un ragazzo rispettoso, seguo gli ordini di mia madre alla lettera.” Mi fa l'occhiolino e mi stringe di più a sé.
Rido, nonostante tutto. “Sì, certo, come no!"
“Vivi? Ci sarebbe una cosa che mia madre mi ha detto di mandarti da parte sua.”
Lo guardo incuriosita e noto che è divertito. “Cosa?”
“Questo.” E senza preavviso Chris si abbassa e mi lascia un bacio sulla guancia. Ho desiderato così tanto riavere Chris in questi giorni, che questi contatti improvvisi mi lasciano senza parole. E credo che lui se ne accorga, perché senza dire niente mi si avvicina e mi bacia di nuovo sulla guancia.
“E questo?”
“Questo era da parte mia.”
E mi bacia di nuovo, questa volta sulla guancia opposta. E di nuovo, e di nuovo, e di nuovo.


 

Mi riaddormento un po', cullata dalle braccia di Chris, fino a che non comincio a sentire un gran caldo, e capisco che la febbre mi sta scendendo.
“Sei caldissima tesoro, credo che dovresti staccarti da me.”
Ma non ci pensare neppure, Chris. “No, sto bene, non preoccuparti, credo che la febbre stia un pochino scendendo.”
“Vado a prenderti un po' d'acqua.”
“Non occorre.”
“Vivi, non me ne vado. E' solo un po' d'acqua.”
Chris torna dalla cucina con una bottiglietta d'acqua e un pezzo di Scottex bagnato. Si siede con le spalle appoggiate alla testata del letto, e mi fa sedere fra le sue braccia, così che la mia schiena sia appoggiata al suo petto, e mi fa bere un po' d'acqua dalla bottiglietta che mi ha portato.
“Aiuta ad abbassare la febbre!” - mi rassicura.
Poi comincia delicatamente a passarmi il pezzettino di Scottex bagnato sulla fronte, e in seguito sulle braccia, per farmi abbassare la temperatura corporea.
“Posso fare anche da sola, tranquillo.”
“Non preoccuparti, mi piace prendermi cura di te.”
So che non dovrei, ma gli do un leggero bacio sulla guancia e lui mi stringe più forte.
“Chris, perché abbiamo lasciato che succedesse?” Non specifico, tanto so che sa benissimo di cosa sto parlando.
“Ne parliamo domani, tesoro. Ora hai la febbre alta, e non mi sembra il momento.”
Chris mi fa sdraiare e mi sfiora il naso con il suo. Per un attimo penso che stia per baciarmi, ma non lo fa. Credo di esserne un pò delusa.
“Per stanotte va tutto bene, Vivi. Siamo solo io e te.”
“D'accordo.” Gli sfioro una guancia, e provo a riprendere sonno.


Angolo Autrice: Buona giornata a tutti! Eccomi con un altro capitolo!
Come sempre voglio ringraziarvi se siete arrivati fino a qui, per me è sempre molto importante. Sono grata ad ognuno di voi per rendere questa storia possibile e per darmi la carica per andare avanti.
In particolare ringrazio le persone che hanno lasciato le 31 recensioni, le 7 che hanno preferito la storia, le 5 che la hanno inserita nelle ricordate, e le 11 che la seguono. Grazie. Davvero, solo un enorme grazie!
Inoltre questa volta voglio anche ringraziare la persona che evita che scriva delle grandissime cavolate, e che mi dà tanti consigli, anche se a volte non li seguo (okay, è successo una volta sola, perdonami). Lei sa chi è e non occorre dire altro. Non so come definirla, ma lei è la mia Bae e lo sa.
Inoltre volevo informarvi che mancano circa cinque capitoli (uno più, uno meno) alla fine della storia. Siamo in dirittura d'arrivo, sono così triste :(.
Come sempre, sarei davvero grata di sentire il vostro parere sulla storia e sul capitolo. Mi fareste davvero felice, e accetto tutto, sia critiche che complimenti.
Tutto è bene accetto.
Vi auguro una bella giornata e alla prossima.
Un bacione,
S. <3


 

 

  
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