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Autore: GhostS    05/09/2015    0 recensioni
Gelo. Fu l'unica sensazione che Alex provò, accompagnata dall'immagine di una casa, la SUA casa, che andava a fuoco e di un uomo, con il volto coperto e un lungo mantello, che guardava la scena inerte, per poi sparire nel nulla.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Varcata la soglia di casa, Alex si trovò difronte ad una fresca mattinata d'autunno, gli alberi che iniziavano a perdere le foglie tinte di mille sfumature del rosso e del giallo. Le piaceva quella stagione, quando le giornate iniziavano ad accorciarsi e faceva più freddo. Così, durante il tragitto si soffermò ad ammirare lo splendido panorama che le si stagliava davanti. Il parco cittadino, riempito da mille colori la salutava in tutto il suo splendore mentre i rami degli alberi ondeggiavano sinuosamente al vento. Fu li che incontrò Caleb, l'amico di sempre, che la salutò con un sorriso, porgendole un bicchiere di plastica colmo di cioccolata calda.
“Buongiorno, piccola Alex.”
“Giorno, Cal.”  
Rispose lei con un sorriso. Si conoscevano ormai da anni, pensò tra se e se ,e fin da subito lui aveva iniziato a chiamarla “piccola Alex”, cosa assurda perché lei piccola non lo era di certo. La sottile differenza che c'era tra lei e una buona parte del resto delle ragazze era proprio il suo fisico che, contrariamente a quello delle coetanee, non era certo da copertina. A Caleb questo però non era mai importato , neanche quando nel periodo delle scuole medie era l'unico a difenderla quando veniva presa in giro dai ragazzetti della sua età. 
“Hai sentito dell'incendio? Pare non ci fosse nessuno in casa quando è successo” 
Le disse, risvegliandola dai suoi pensieri.
“Oh, si.” Si affrettò a rispondere. “Nonna stava guardando il notiziario stamani, ma io non ci ho fatto molto caso.”
“Dio, le fiamme erano veramente alte. Era la casa degli Smith, quella strana coppia di hippie in fondo alla mia strada. Pensa che c'era un tale rumore di vetro che andava in frantumi e un tale puzzo di bruciato, che mi sono svegliato nel cuore della notte credendo che qualche ladro avesse intenzione di usare il mio barbecue!”
A quel punto entrambi iniziarono a ridere, e dopo un paio di minuti Caleb continuò con il suo racconto.
“Quando poi ho realizzato che non c'era nessuno, beh, ho aperto la finestra e ho guardato fuori. Pensa che non c'era nessuno in strada, a parte i pompieri, naturalmente, e uno strano tizio incappucciato che guardava la scena dal lato opposto della strada.”
Alex si riscosse al suono di quelle parole, affrettandosi a chiedere di più su l'uomo incappucciato.
“E com'era? L'hai visto in faccia? Magari è stato lui a provocare l'incendio.”
“Ehi, rilassati.” Ridacchiò Caleb. “Quante domande! No, non l'ho visto in faccia. Era incappucciato ti ho detto! Sarà meglio andare ora, perché se arrivo anche oggi in ritardo mia madre mi ammazza.”

Per tutta la durata delle lezioni Alex non poté fare altro che pensare a cosa le aveva riferito l'amico quella mattina. Era convinta che quella scena  fosse solo una coincidenza, non che avesse qualcosa a che fare con i sogni che continuavano a tormentarla. Anche se...
“Signorina Turner, mi dica, è così  poco interessante la mia lezione sulla storia della rivoluzione americana?” Proruppe il professore, un uomo di mezza eta con la barbetta e l'aria burbera dal nome impronunciabile, per cui tutti lo chiamavano soltanto “Prof”.
A quel punto Alex divenne subito rossa, biascicando delle rapide scuse al professore mentre il resto della classe se la rideva con gusto fissandola.
“Ecco io...” Si provò a dire.
“Non mi interessano le tue scusa, Alex. Sono ormai giorni che non stai attenta o ti addormenti. Mi vedi costretta a chiamare tua nonna e mandarti dal preside.”
Fu così che Alex si alzò uscì dalla casse sotto o sguardo canzonatorio di tutti e si diresse in presidenza. Ne era sicura, questa volta con sua nonna non l'avrebbe passata liscia.
  
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