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Autore: Tactolien    05/09/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano venuti tutti i suoi colleghi a salutarla. Tutti i compagni di Lep con cui aveva condiviso mazzate e ore di lavoro. In particolare Cicca Verbil, lo spiritello appiedato scampato ad un assalto dei goblin.
“Oh, mia cara Spinella –esibì il suo lato seduttore- Come farai là da sola, senza il mio fascino a tenerti compagnia”.
L’elfa sorrise quasi rammaricata: “Temo che dovrò farmene una ragione”.
E come potevano mancare Polledro, Cavallina e Bombarda Sterro?.
“Mi raccomando, mandaci presto un sacco di e-mail con altrettante fotografie del posto”. L’abbracciò la centaura cercando di contenere l’emozione.
“Sì, due anni fa abbiamo fatto richiesta per un visto turistico –aggiunse Polledro- speriamo di poterti far visita presto”.
“E io ne sarò ben felice”. Annuì Spinella Tappo, avvertendo un gran peso sul cuore.
“Non dimenticarti del tuo vecchio socio, la tua vita non sarà più la stessa senza di me?”. Gonfiò il petto il nano.
Stavolta… l’elfa rise di cuore: “Di questo non ho il minimo dubbio. Mi mancherà sentire la tua puzza ogni volta che entri in una stanza”.
“Ehi! Questa è crudele”.
Si abbracciarono. Spinella dovette trattenere il respiro. Già gli mancava quel vecchio furfante.
Erano al navettiporto di Cantuccio, il viaggio di Spinella si sarebbe svolto in due fasi: non c’erano navette pubbliche che trasportavano le persone dal sottosuolo direttamente ad Avalon. Prima l’avrebbero portata in un navettiporto vicino ad Atlantide, poi una seconda navetta privata -chiamata apposta- l’avrebbe fatta risalire verso la superficie.
Baci. Abbracci. Strette di mano.
Poi arrivò la prima navetta.
“Sei proprio sicura della tua scelta?”. Chiese ancora Cavallina.
L’elfa si sforzò di sorridere: “Ormai è tardi per cambiare idea”.
“Non è mai tardi per cambiare idea”. Si fece largo il Comandante Grana Algonzo.
Spinella lo guardò, gli fece un cenno col capo. Nei suoi occhi c’era un grande rispetto.
Si strinsero la mano: “Ricorda che da noi sarai sempre la benvenuta”.
“Lo so. Ti ringrazio”. E salì sulla navetta fermandosi un attimo sugli scalini a salutare nuovamente tutti un’ultima volta.
 
 
Ad Atlantide, nell’attesa della seconda navetta…
Spinella era nervosa, inutile tentare di nasconderlo. Il terminal era vuoto quella notte, in giro non c’era un’anima se non quei pochi agenti di sorveglianza che vagavano qui è là, assicurandosi che tutto andasse bene.
Brr… che freddo. Rabbrividì lei.
Il sistema di riscaldamento doveva essere fuori uso. Erano in fondo all’oceano atlantico, era sempre freddo, perciò era diventata regola tassativa che terminal e navettiporti fossero forniti di una temperatura più accogliente.
Non è mai tardi per cambiare idea. Le frullarono in testa le parole dei suoi amici. Sei proprio sicura della tua scelta?. Poi di nuovo la voce di Bombarda. La tua vita non sarà più la stessa senza di me.   
Spinella si torse le dita. Certo che era sicura della sua scelta. In fondo aveva aspettato due mesi per decidere di partire. Sapeva perfettamente cosa rappresentava quel trasferimento.
Vide dei fari all’orizzonte. Una navetta si avvicinava.
Si alzò in piedi per farsi notare, mentre i dubbi cominciavano già a mangiarle il cuore in un monologo interiore.
Non fare la sciocca. Ad Avalon c’è gente che ti aspetta, non puoi deluderla così.
La navetta si avvicinava.
E chi se ne importa! Non è affar tuo.
Ma io ho dato il mio impegno. Mi hanno già assegnato un appartamento.
Ce l’hai anche qui un appartamento. E un lavoro. E degli amici che ti vogliono bene.
La navetta si avvicinava.
Perché devi partire per forza?!.
La navetta si fermò. Le portiere si aprirono proprio davanti a lei. Uno specifico invito a fare una scelta definitiva.
Perché devi partire per forza?. Continuava a chiedergli quella vocina nella testa.
Devo partire perché… Perché…
“Allora? –la esortò l’autista della navetta- Devi salire?”.
Guarda che se sali su quella scaletta non si torna più indietro.
E Spinella si guardò indietro. Vero, c’erano momenti belli. Vero, c’erano momenti brutti. Così funzionava la vita: un cerchio di cose brutte e belle che giravano e si alternavano. Non era certo per schivare quelle brutte se aveva deciso di partire.
Semplicemente aveva deciso di cambiare. Di fare qualcosa per se stessa.
Certo sarò triste all’inizio. E’ normale che sia così. Però parto perché voglio farlo.
E salì sulla scaletta del mezzo, prendendo posto. Le portiere si richiusero.
Ora non si torna più indietro.
 
 
 
Adesso.
 
 
 
Bip… Bip… Bip…
Cominciò a pigolare il monitor.
L’addetto guardò gli schermi: “Oh, no”.
Si affrettò a chiamare la squadra di turno, quella capitanata dal nuovo acquisto dei Guardiani, Spinella Tappo; che fin dal primo giorno aveva dimostrato il suo valore, guadagnandosi un posto da caposquadra nel giro di due settimane.
“Che succede, Alvin?”. Chiese quando fu convocata.
“I sistemi di sicurezza sono in allarme. C’è del lavoro per voi”.
“Chi sta uscendo?”.
“Non è qualcosa che esce, ma qualcosa che entra”.
 
 
Era politica della Guardia di Avalon di non agire mai da soli. Ogni squadra doveva contare un minimo di quattro elementi.
Spinella e i suoi compagni si affrettarono a indossare un paio di ali e sfrecciare verso quel qualcosa che stava attraversando la barriera di iceberg olografici, senza mai scontrarsi con quelli veri.
“Gemma, tieniti pronta”.
“Agli ordini, capitano”. Annuì quell’ultima, tenendo in mano una stordibomba, pronta per essere scagliata.
E quando la nave fu ben visibile davanti a loro…
Fowl Star Seconda. Diceva la fiancata.
“Non ci posso credere…”. Borbottò tra sé.
“Tre sul ponte –esclamò Gemma- prendete questo!”.
“No, aspetta!!”. Cercò di fermarla la caposquadra.
Troppo tardi. La sfera metallica già rimbalzava sul ponte, luminosa e innescata.
Esplose. Due intrusi sul ponte svennero nell’immediato, mentre il terzo cercava ancora di reggersi in piedi.
Spinella scese da lui con aria non troppo felice.
“Che diavolo ci fate qui?!”.
 

 
 
 
 
  
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