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Autore: il dolce bacio di Harry    06/09/2015    1 recensioni
Stephanie trema di paura al sol pensiero che lui, la sua unica ragione di vita possa andarsene e lasciarla senza un motivo preciso tanto da chiedersi cosa fare, dire e di conseguenza come agire.
Tom non facilita decisamente le cose, anzi...
Esce di casa in piena notte di fretta e furia e girovaga per la città senza una meta o una data destinazione.
Lei è lì ad attenderlo; non vede l'ora di riabbracciarlo e di riabbracciarlo piena di sogni, speranze ed aspettative di vita.
Cosa dovrà dirle Tom alla persona più importante della sua vita?
E perché si sente un emerito vigliacco a dover dire quelle fatidiche parole alla sua Steph?
E lei che da sempre lo segue e lo ama come reagirà ad una notizia inaspettata?
Quando ami ti perfori l'anima, è inutile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Allora? > mi chiede Bill osservandomi attentamente mentre preparo il caffè.
Lo guardo e gli dico semplicemente < allora niente Bill >.
< Sei una perfetta stronza Stephanie! > giudica severamente prima di scoppiare a ridere silenziosamente pronto a vedere la mia reazione.
< Ah adesso sarei pure una stronza; ti rendi conto che ore sono Bill? Sono solamente le sette e tu mi hai svegliato… Grazie tante > sbotto guardandolo in malo modo.
< Se la notte non dormi non è di certo colpa mia > asserisce Bill facendomi l’occhiolino.
< Dai digli qualcosa Steph altrimenti sveglierà tutto il vicinato e non voglio che chiamino la polizia o che > mi ordina Juls sedendosi al fianco del mio amico che aspetta impaziente.
< Tutto cretina! Devo sapere ogni minimo particolare tipo dove ti ha portata, cosa avete fatto, se ti ha baciata… Aspetta ti ha baciata? > confabula Bill logorroico fermandosi solo per ascoltare la mia risposta.
< Oddio Bill Dammi tregua > dico ridendo prima di riprendere a parlare < semplicemente siamo andati a fare un giro in moto lungomare >.
< Mhh bello, romantico > affermano in coro i miei due amici facendomi ridere.
< Sì ma ti ha baciata? > chiede Bill alzando un sopracciglio con fare malizioso.
Sgrano gli occhi e rispondo < no Bill, non mi ha baciata e fine della storia >.
< Come no?! Ieri sera eri una figona e non che adesso tu non lo sia spettinata e struccata… ma sai che c’è? Io avrei preso le redini della situazione e ti avrei baciata anche contro forza e… > inizia a dire Bill prima di ricevere un cazzotto sulla spalla come a sottolineare che sta parlando troppo e a vanvera.
Si massaggia la parte dolorante prima di guardarmi in cagnesco e sibilare un < sei veramente cattiva di prima mattina ed io che ti stavo facendo pure i complimenti >.
< Bill sei un rompiscatole credimi! E te lo dico con tutto il mio bene… Sei piombato qui, mi hai svegliata di soprassalto chiedendomi di dirti tutto ed ora mi fai tremila domande quando io ancora non capisco nemmeno dove mi trovo in questo momento. Renditi conto > giudico scrutandolo bene con fare scocciato.
Poi gli sorrido ed avvicinandomi lo stringo in un abbraccio prima di sussurrargli un < sei un rompiscatole è vero, ma ti voglio bene lo stesso >.
Sorride mentre ricambia il mio abbraccio e poi afferma sghignazzando < comunque proprio un bel fusto >.
Scuoto la testa mentre alzo le spalle ed osservo Julia che sbotta < oh andiamo non fare la vaga e l’indifferente adesso Steph >.
La guardo mentre alzo un sopracciglio e alla fine confesso < ok, sì è un bel ragazzo e allora?! È una cosa piuttosto evidente quindi non avete bisogno che io lo ammetta >.
< Un bel vedere proprio; se non fosse mio cugino io credo proprio che mi potrei innamorare seriamente > confida Julia diventando rossa per l’affermazione appena fatta su Harry.
La guardo scettica mentre Bill ride ed aspetta che risponda alla provocazione di Juls.
Aggrotto la fronte ed esclamo < ok, ok Harry è proprio un bellissimo ragazzo ma andateci piano non ho detto mica che voglio sposarlo >.
< Lo farai > mi intima la mia amica beccandosi uno sguardo atroce da parte della sottoscritta.
< Non iniziamo i discorsi amorosi è, per favore > dico quasi supplicando mentre metto il caffè nelle tazzine e mi siedo sullo sgabello in legno scuro.
< Mhhh, sento puzza di… > afferma Bill prima di rifugiarsi dietro la tazzina contenete il liquido bollente.
< In che senso? > chiedo osservandolo bene mentre si sistema meglio le maniche del maglioncino nero che indossa.
< Nel senso che ce l’hai ancora per Tom per quello che è successo ieri sera > sbotta Bill direttamente.
< Io non ce l’ho minimante con lui ragazzi > affermo sicura e senza dubbi.
‘Ma stai zitta Stephanie! Ce l’hai a morte con lui e non negare l’evidenza’ intona la mia voce quasi come fosse una stupida cantilena.
Poi dato che non rispondono e mi guardano come fossi un alieno sbarcato dalla luna ammetto la verità < ebbene sì un pochino è così, ma cavoli la colpa è la sua. Perché diamine si è comportato così con Harry? Non ha fatto nulla di male mi sembra >.
Bill annuisce come a sostenere la mia teoria e dice la sua molto brevemente < hai perfettamente ragione Steph ma io un po’ lo capisco; sai ti ha rivista dopo tanti mesi e dopo aver visto l’arrivo con Harry ha capito che tra voi due c’è una specie di attrazione abbastanza evidente e si è sentito spiazzato veramente >.
< Lo capisco ma lo sapeva fin dall’inizio che le cose sarebbero cambiate > gli confesso storcendo la bocca mentre rivedo l’espressione di Tom nei confronti di Harry.

Pura rabbia.
Risentimento e soprattutto


F r u s t r a z i o n e


Frustrazione nel vedermi magari diversa, nel vedermi accanto ad un altro ragazzo penso.
Ma anche se fosse semplicemente questo non ha il diritto di comportarsi così, non dopo quello che mi ha fatto passare.
Semplice; se poi c’è dell’altro non lo voglio neanche sapere perché non mi interessa.

Non più ecco.

Bill annuisce e mi confida sorridendo teneramente < sai che Steph? Spero che tra te e Harry le cose funzionino perché semplice: te lo meriti davvero; ed io sarei la persona più felice di questo mondo se ti vedessi raggiante come una volta >.
Lo ringrazio riconoscente mentre gli prendo la mano ed affermo < lo spero vivamente Bill; io e Harry non stiamo insieme ma non nego che tra di noi c’è una chimica alquanto forte >.
< Ben detto piccola! > mi urla quasi Bill prima di alzarsi velocemente trascinandosi dietro una briochè calda.
E adesso dove va questo pazzo?
< Dove vai? > chiedo riportando la sua attenzione sulla mia figura.
< Scusate ma adesso devo andare via che Gustav mi sta aspettando > dice Bill abbastanza titubante come se volesse nascondere qualcosa.
< E tu mi hai svegliata per poi andartene via? Un ingrato sei! Sputa il rospo, io la storia di Gustav non me la bevo ma proprio per niente.  Dove vai veramente? > domando scrutandolo come se fosse una specie di interrogatorio.
Bill mi guarda ma non risponde così domando di nuovo scandendo bene le parole ed alzando il tono di voce di un po’ < dove? >.
< A fare shopping… > sbotta lentamente prima di mandarci un bacio volante e correre letteralmente via riuscendo così a schivare pezzo di cornetto che avrebbe dovuto colpirlo.
< Cristo! Dammi la pazienza, sono appena tornata e già ho a che fare con le stramberie di questi matti > affermo facendo ridere la mia amica che si sta per strozzare con il pezzo di briochè fumante.
< Ti dirò però che mi sono mancati parecchio Steph; non posso negare di aver sentito la loro mancanza > mi confida Juls con gli occhi luccicanti di felicità.
Le sorrido grata ed emetto il mio giudizio riguardo al nostro ritorno < anche a me se devo essere sincera sono mancati molto; nessuno escluso >.
La mia amica annuisce e mi stringe la mano, poi fa per porgermi una domanda ma non fa in tempo visto il suono orribile del campanello.
Bene!
Stamattina proprio un via vai di persone che nessuno riesce ad immaginare.
Prima Bill, adesso a chi tocca?
Mi alzo, apro la porta e dico < bene! Oggi sarà un gran giornata mi dicevano >.
< Giorno Steph > esclama Georg sorridente e pieno di vita mentre si avvicina alla sua ragazza.
< Buongiorno anche a te mio caro Listing, fai pure con comodo tanto oggi questa casa è di tutti > affermo alzando gli occhi al cielo prima di sedermi al tavolo e finire l’ultimo pezzo di briochè che è sparita.
Sgrano gli occhi e divento furiosa quando vedo il mio amico masticare quello che penso sia il mio cornetto così chiedo pacata < sbaglio o era il mio quello? >.
Annuisce divertito prima di sorbirsi una predica che non finisce più < ma che cazzo allora! Già mi sono svegliata presto perché Bill voleva sapere tutto, ogni fottuto dettaglio di ieri sera no?! Adesso arrivi pure tu che ti metti a mangiare quella che era la mia colazione. Basta, vi uccido >.
Di tutto quello che ho detto sembra essere interessato solo ad una parte tant’è che chiede sorridendomi teneramente < ah giusto! Come è andata ieri sera? >.
Ecco ci risiamo con tutta la spiegazione, i perché e blablabla.

Che seccatura!

< Bene anzi direi molto bene e prima che me lo chiederai impertinente che non sei altro non ci siamo baciati! Contento? > rispondo mettendo le tazze ormai vuote dentro il lavandino.
< Ricevuto capo! > esclama Georg facendomi il segno militare per scherzare.
Rido divertita dalla messa in scena e mi volto prima di rimettermi seduta ed osservarli dolcemente.
< Andiamo da qualche parte allora? > chiede Juls al suo ragazzo con occhi che trasudano emozione e curiosità.
Georg annuisce e svela il luogo alla sua dolce metà < bhè pensavo che magari una gita al lago ti avrebbe fatto piacere; lontana da tutto e da tutti >.
< Ah ah così saremo soli soletti eh Listing? > domanda Juls ammiccando leggermente nella sua direzione prima di sentire la risposta della persona che ha di fronte < esattamente piccola, saremo veramente io e te >.
Julia sta per controbattere quando Georg dice maliziosamente una cosa che mi fa ridere sotto i baffi < così che ne so, se avrò voglia di scoprirti più a fondo potrò farlo. Capisci cosa intendo con più a fondo? >.
Julia annuisce e ridacchia divertita prima di sussurrare un sensuale < non vedo l’ora >.
Sto per intervenire pronta per una manfrina per quanto riguarda il parlare di amore di prima mattina ma sono costretta a fermarmi; sbatto le ciglia per un secondo e rimango incredula quando Georg le prende il viso e la bacia come se non ci fosse un domani.
Bene!
Adesso ci manca solo che questi due lo facciano in cucina…
Brrr che orrore.
La sola immagine mi causa il volta stomaco e non dico fesserie.
< Ehm io andrei piccioncini visto che siete molto impegnati a quanto vedo; buona gita e… > giudico prima di alzarmi e dirigermi con passo pesante verso le scale.
< Ah Steph?! > mi richiama Georg guardandomi beffardo.
Faccio un cenno con la testa come a chiedere che cosa c’è.
< Viva l’amore! > urla prima di fare il solletico a Julia che paonazza scoppia a ridere osservandomi bene.
< È ufficiale; oggi vi odio. Odio tutti! > urlo salendo le scale in fretta e furia prima di chiudere la porta della mia stanza e buttarmi a peso morto sul letto.
Proprio una bellissima giornata è?!
Oggi sono sola soletta mi dicevano…
Meglio, così ho tempo di disfare la valigia e soprattutto di rilassarmi per bene visto il trambusto del nostro ritorno.
Prendo il cellulare e noto che mi è arrivato un messaggio; lo apro e sorrido inconsapevolmente notando chi è il mittente.
Harry.
Oh benedetto ragazzo, se non ci fossi tu a farmi ridere non so cosa farei in determinati momenti.
Osservo bene la foto che mi ha inviato.
Mi guardo e sorrido vedendo la mia espressione da ebete stampata in faccia.
Poi mi concentro sul suo viso così rilassato e felice soffermandomi sui suoi occhi così belli ed espressivi.
Occhi verdi, brillanti come gemme preziose; capaci di catturarti senza nemmeno rendertene conto.
‘Certo che è veramente bello Stephanie’ dico tra me e me mentre miro nuovamente la foto.
Cos’ ha che non va?
Assolutamente niente; è come dire…
Il ragazzo d’oro, il ragazzo che ogni ragazza vorrebbe al suo fianco.
Dolce, premuroso ma soprattutto originale ed innovativo in tutto quello che fa anche nelle situazioni più banali.
Sa essere comprensivo, ragionevole ma allo stesso tempo impulsivo ed istintivo.
Riesce semplicemente a metterti di buon umore.
Punto in più.
Un punto da aggiungere alla lista ‘le cose perfette di Harry’.
Scuoto la testa e sbuffo lentamente come per riprendermi dal sogno ad occhi aperti, poi con fare abbastanza svogliato se così posso dire mi alzo pronta per rimettere in ordine tutti i vestiti.
‘Ma cosa ti sei portata tutto l’armadio?’ mi rimprovera la dolce e roca voce di Harry.
Ti giuro che se ripenso a quando ci siamo conosciuti mi viene da ridere.
Mi hai definito l’amica depressa di Julia.
Ed effettivamente avevi ragione ma sul serio dico.
Depressa e sconsolata col passare dei giorni, sempre più triste prima di cambiare radicalmente e drasticamente; all’inizio eri molto scettico su di me e non ti biasimo affatto visto la mia poca loquacità, poi a mano a mano ti sei avvicinato sempre di più aiutandomi ad aprirmi e a sfogarmi come mai avevo fatto confidandoti le cose più intime del mio essere.
Non so come diavolo tu abbia fatto, fatto sta che ci sei riuscito alla perfezione.
Non ti sei perso d’animo, non hai perso una minima speranza ed hai raggiunto il tuo fottuto obiettivo.

Farmi rinascere.

Ricordo di aver riso quando mi hai esternato l’obiettivo finale; sai com’è mi sembrava non so quasi infantile.
Rinascere poi, in che senso?
Bhè rinascere in tutto e per tutto a partire dal modo di vedere le cose esterne.
Ma soprattutto la cosa principale come l’hai definita riguardava il mio rinascere a livello interiore.
E sono rinata.

R i n a t a.

Veramente una bellissima parola; è una cosa che non riesco a descrivere fatto sta che in questo momento mi sento veramente così.
Nel bene e nel male.
Sistemo la maglia comprata a Londra e ne prendo un’altra prima di ricevere un tuffo al cuore.
Il maglioncino di una vita, della mia vita precisamente.
Il tuo maglioncino Tom.



Tom.


Tanto alla fine veramente nel bene o nel male tutto si focalizza su di te senza un apparente motivo.
Il tuo infilarti nei miei pensieri così facilmente mi fa paura e non sto scherzando.
Questa cosa mi manda su di giri, letteralmente.
Mi sento quasi una stupida ad essere sincera e sai perché?
Un secondo prima sorrido mentre ricordo momenti passati con Harry e subito dopo mi ritrovo a pensare a delle cose che ti legano.
A pensarti.
Ecco perché mi sento una stupida!
E forse lo sono, o semplicemente sto impazzendo.
‘E quello? Dai leva quel vestito e metti qualcosa di più comodo, che ne so il mio maglioncino per farti un esempio’ giudica la tua voce mentalmente facendomi rabbrividire nel vero senso della parola.
‘Levatelo dalla testa’ intimo alla mia coscienza.
‘Che ne dici di provarci? Che ne dici di provare ad essere una coppia?’ continua imperterrita la tua voce come se non avesse altra scelta se non quella di tormentarmi all’infinito.
Scuoto velocemente la testa e sbotto sibilando quasi ‘basta così; ti prego’.
Rivedo i tuoi occhi, le tue mani su di me mentre sfili il maglioncino, il tuo viso contorto in una smorfia di puro piacere.
Sento i tuoi gemiti, sento la tua voce sussurrarmi parole così sensuali ma allo stesso tempo dolci, sento le tue mani accarezzarmi lentamente il mio collo, la clavicola, tutto…
‘Ti amo’ confida la tua voce morbida ma nell’insieme così particolare e piena di sfaccettature.
< Basta, basta, basta! > urlo alla mia dannata coscienza più forte che posso come per imprimere una sorta di lezione che sembra non aver mai dimenticato.
Osservo il maglioncino e quasi tremando lo sistemo in fondo al cassetto tra miriadi di maglioni come a volerlo seppellire.

Cancellare precisamente.
Come se non fosse mai esistito.


Poi portandomi una mano sul petto cerco di calmarmi il più possibile nella speranza di dimenticare ciò che è accaduto.
Prendo velocemente il cellulare e riguardo ancora una volta la foto con Harry.
Sorrido inevitabilmente e questo non fa che rincuorarmi almeno un po’.
Alla fin fine non ho perso proprio del tutto il senno di poi.
Velocemente, senza aspettare un secondo di più mi ritrovo a comporre il numero di Harry ed aspettare che risponda.
Purtroppo non lo fa ed io mi ritrovo con il telefono tra le mani sperando che mi richiami e il più in fretta possibile; mi infilo le ciabatte e con la lentezza che mi ha caratterizzata tutto il giorno mi dirigo al piano di sotto con la speranza di potermi rilassare almeno un minimo.
Mangio?
No, non mi va…
Leggo?
Mhh nemmeno.
Decido che forse rilassarsi in giardino sia la cosa più giusta da fare così mi dirigo verso la porta che prontamente apro prima di urlare un < cazzo Tom! Mi hai fatto prendere un infarto! >.

Tom.

Che ci fa qui?
Andiamo male oggi.
Ma veramente male.

< Scusa Stephanie stavo per bussare te lo giuro > dice prima di toccarmi il braccio e chiedermi < stai bene? >.
Annuisco velocemente e rispondo alla sua domanda < sì è che… ho avuta veramente paura; non mi aspettavo di trovarti qui >.
Poi lo guardo e gli faccio cenno come a chiedere il perché della sua visita inaspettata.
Abbastanza direi.
‘Un segno del destino; questo è un segno del destino cazzo!’ confessa la mia voce iniziando a stancarmi sul serio.
< In realtà cercavo proprio te… Voglio parlarti di alcune cose > sbotta Tom grattandosi per un secondo la testa con fare agitato.
Tom agitato poi non si è mai visto, sono rare le occasioni se non nulle.
Annuisco e sgrano gli occhi allo stesso tempo, poi una volta ripresami indico le poltroncine ed aspetto che mi segua impaziente.
‘Stai calma Stephanie, self control please’ intimo in preda all’ansia che si fa sempre più marcata ed esigente.
< Spero che qui vada bene > dico osservandolo bene soffermandomi sul suo volto.
Annuisce e inizia il discorso che presumo si sia preparato < io voglio personalmente scusarmi Stephanie, non mi sono comportato benissimo con te ma soprattutto con… il tuo nuovo amico ecco >.
< Mh mh > dico annuendo lentamente ed aspetto che riprenda da dove si è interrotto < so che non mi ha fatto nulla ma bho quando l’ho visto non ci ho capito più niente; ho pensato che magari potesse farti del male e quindi ho provveduto a far capire cosa gli accadrebbe se ti facesse del male >.
< Tom, non mi farà del male > esclamo gettando la testa all’indietro prima di dire < non devi preoccuparti per me, io sto bene >.
< Lo so, ma ho paura che tu magari non ti accorga di un suo ipotetico farti del male e questa cosa per me è inaccettabile > mi confessa molto apertamente.
Sorrido per la sua sincerità e poi gli confesso < e per questo ti ringrazio ma non devi preoccuparti perché semplicemente non accadrà nulla di ciò che temi >.
Annuisce e mi sorride comprensivo prima di dirmi < scusa veramente di tutto, ieri non so come tu non mi abbia letteralmente fatto a pezzettini; io l’avrei fatto >.
< Bhè credimi lo avrei fatto molto volentieri, ma ho preferito mantenere la calma almeno davanti ad Harry > confesso storcendo leggermente il naso.
< Hai fatto bene > asserisce Tom fermandosi ad osservarmi per diversi secondi.
Lo guardo anche io mentre aspetto che parli o che faccia qualunque cosa.
Questa situazione è veramente imbarazzante.
Chi vorrebbe mai trovarsi di fronte al suo ex da solo?
Senza sapere di cosa parlare?
Io non di certo anche se sono la protagonista di tale scena.
È veramente umiliante non riuscire ad argomentare ma soprattutto non riuscire a guardare la persona che hai di fronte senza sentirsi dei perfetti estranei.
Esattamente così mi sento in questo dannato momento: una perfetta estranea e questa cosa mi manda letteralmente in bestia.
Perché non dovrei sentirmi così o provare comunque sia imbarazzo…
Almeno non con te Tom, non con l’unico con cui ho condiviso momenti ed esperienze.
Come se mi leggessi nel pensiero mi sorridi e schiarendoti la voce ti gratti la testa.
< Non trovi che sia piuttosto imbarazzante? > chiediamo in coro io e Tom prima di scuotere la testa.
< Anche questo lo è se ci pensi > dico osservandolo bene prima di aspettare una sua risposta che non tarda ad arrivare.
< Effettivamente hai ragione; ma se ci pensi è il contesto in generale a farmi quasi ‘paura’… Mi sento così in imbarazzo > sbotta Tom prima di ravviarsi i capelli con un gesto della mano.
 

Tipico gesto di Tom Kaulitz che non posso dimenticare…


< Oh anche io ed è così frustrante > mi ritrovo a dire sostenendo così la sua teoria; poi senza aspettare la sua risposta giudico < mi sento come se mi stessi spogliando per la prima volta >.
Ride per dei secondi e poi annuisce prima di dire la sua < esatto, proprio così. Il punto è che non siamo nudi >.
Poi confessa quasi sussurrando < forse le nostre anime si sentono proprio così in questo momento >.
Aggrotto la fronte e deglutisco rumorosamente per la spiegazione che le mie orecchie hanno appena sentito.
 

Le nostre anime che?


Poi senza pensare ad eventuali conseguenze chiedo il più sinceramente possibile < come… Ecco, come ti senti? >.
Alza le sopracciglia segno che non ha capito la mia domanda e non lo biasimo sinceramente visto che non mi sono spiegata bene, anzi.
< Volevo dire… > inizio a dire prima di essere interrotta da Tom che illuminatosi finisce la mia domanda < vuoi sapere quello che provo ad avere un contatto ravvicinato con te in poche parole? >.
Annuisco e divento rossa per l’imbarazzo di aver chiesto una cosa così indicibile.
Mentalmente inizio ad insultarmi e a darmi della stupida per aver solo pensato o meglio ricordato delle situazioni passate.
< Ecco, è… > asserisce prima di osservarmi minuziosamente.
< Strano > sussurriamo in sincrono tutti e due; volto la testa dall’altra parte e dico < vai prima tu >.
Ormai ci siamo, perché chiudere il discorso?
< Sono veramente contento che tu sia tornata ma non nego da una parte che mi fa strano ma strano sul serio…. Sai com’è? È  come se la mia mente in questi mesi si fosse abituata a non averti più qui, a non vederti ogni giorno o semplicemente a sentire la tua voce > mi confida Tom giocando con il piercing che ha sulle labbra.
Mi soffermo solo un attimo sulle sue labbra mentre diversi pensieri mi frullano senza sosta, poi dopo essermi ripresa dico come la penso < anche per me è la stessa identica cosa Tom; ero abituata a tante cose ed ora…Rivederti è bho non so come descriverlo, so solo che è tutto molto strano >.
< Ma non significa che non sia bello > asserisce Tom abbassando il tono di voce ad un flebile mormorio.
Annuisco come per fargli capire che anche per me è uguale e gli sorrido prima di dirgli semplicemente un < grazie >.
Tom mi sorride e scuote la testa e valuta < bhè direi che è arrivato il momento che io vada, non vorrei disturbarti Steph >.
< Oh no, tranquillo… Puoi stare qui fin quando ti va di restare; non mi disturbi > mi affretto a dire prima di fregargli velocemente una sigaretta dal pacchetto che ha precedentemente appoggiato sul tavolino in vetro e portarla alle labbra.
< Cosa mi sono perso in questi mesi? Non dirmi che hai iniziato a fumare sul serio > mi chiede Tom alzando un sopracciglio.
Scuoto la testa e spiego come stanno le cose veramente < no Tom, non ho preso questo vizio… Fumo solo qualche volta e quando mi va >.
< Bene! Sarà meglio per te Stephanie…. > prova a rimproverarmi Tom con una voce da duro ma invece di spaventarmi causa l’effetto contrario ossia la mia risata.
< Agli ordini capo, non lo farò altrimenti dovrò vedermela con te > dico frettolosamente guardandolo attentamente.
Annuisce e senza rendersene conto dice ridendo una cosa che mi lascia senza fiato < non prendermi in giro, altrimenti ti faccio il solletico fino a che non mi implori di smettere piccola >.

Sgrana gli occhi dopo essersi conto di quello che ha appena detto ed io mi ritrovo a fare la stessa mossa.
Quella frase, la frase che mi diceva ogni volta che lo provocavo mentre provavo a contraddire qualcosa.
La frase che mi faceva più ridere al mondo per la stupidità ma allo stesso tempo passione con cui veniva pronunciata.


Pronunciata dalle tue labbra Tom.



< Ehm > tenta di dire Tom chiudendo un attimo gli occhi pronto per una mia reazione più o meno forte.
< Tranquillo, non è successo nulla; mi ha fatto solamente… strano > chiarisco portando una mano avanti.
< Scusami veramente, è che mi è uscita così, senza farci caso > sbotta prima di alzarsi e dichiarare < adesso credo proprio che sia arrivato il momento che me ne vada >.
Sorrido e prima che Tom sparisca dalla mia vista gli urlo forte < Tom! >.
Si volta e chiede < cosa c’è? >.
< Grazie per la chiacchierata! > esclamo prima di entrare velocemente in casa e dirigermi in bagno pronta per immergermi nell’acqua calda.

 

Magari così ritorno in me.

 

 

 

  
 

 

 

 

  
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