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Autore: albalau    06/09/2015    3 recensioni
Salve! Questa è la mia prima GouFubu, spero di averli resi bene. La storia è ambientata in IEGo appena dopo la fine del torneo Cammino Imperiale. Buona lettura!
Dal testo
-Cosa vuoi.- la voce fredda dell'uomo lo perforò.
Era glaciale, come solo lui poteva essere.
Prese un respiro profondo prima di aprire bocca.
-Come stai?- meglio prenderla alla larga.
-Secondo te?- rispose di getto.
Shuuya abbassò leggermente la testa. Ammetteva che non era proprio la domanda ideale per cominciare una conversazione con lui.
-Scusa.- riuscì solo a dire in un sussurro.
-Non ti sembra un po' tardi? Sai che me ne faccio delle tue scuse.- la voce era tagliente, forse molto più di come se la sarebbero aspettata entrambi.- Dimmi cosa vuoi.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il salone era adornato e la pista da ballo ben illuminata, come il palco dal quale la band ingaggiata avrebbe suonato. Gli addobbi erano pronti, i tavoli pieni di bevande e cibo di ogni genere. Si attendevano solo gli invitati.

Sì, proprio loro. I partecipanti al torneo Cammino Imperiale.

Tutte le squadre avevano ricevuto lo stesso medesimo invito, non tanto per festeggiare la Raimon vincitrice del torneo, ma per dimostrare la fine del Quinto Settore e la liberazione dalle costrizioni imposte.

Il calcio era diventato davvero libero, come era in passato.

Girava per i tavoli e per la sala. Voleva che tutto fosse perfetto come non mai. All'improvviso sentì una mano posarsi sulla sua spalla e si voltò, incrociando uno sguardo blu cobalto scuro, ma rassicurante.

-Non devi preoccuparti.- sentenziò il giovane uomo di fronte a lui.

Shuuya sospirò. Come faceva a non farlo? Tra poco avrebbe rivisto tutti i suoi amici e aveva il timore che non tutti avessero capito il motivo che l'aveva spinto ad unirsi al Quinto Settore.

-Sapevamo a quello che saremmo andati incontro, ma fidati di loro. Come hai sempre fatto.- continuò Toramaru.

-Io ho fiducia in loro, sopratutto dopo aver parlato con Endou. Però non credo che tutti abbiano capito fino in fondo la mia scelta.- ribatté abbassando lo sguardo a terra.

Toramaru lo fissò per un istante, comprendendo appieno le sue parole.

-Tu hai solo timore che uno non lo abbia capito.- entrambi sapevano perfettamente a chi si riferiva.

Shuuya sospirò e chiuse gli occhi, consapevole.

-Gli ho fatto troppo male.- disse solo.

Il giovane non rispose, ma si limitò a guardare verso le porte che dopo pochi minuti si sarebbero aperte. Comunque non poté evitare di aggiungere una frase.

-Non arrenderti se tieni a ciò che ami.- e lo lasciò.

Gouenji, dopo quelle parole, sgranò gli occhi, ma poi, rielaborando quello che aveva dell'amico, capì che aveva ragione. Se c'era anche una minima speranza lui doveva tentare. Per sé stesso e per la persona che amava.

 

Il salone fu ben presto riempito da tutti i giocatori che avevano partecipato alla competizione Cammino Imperiale. Ognuno accompagnato dal proprio allenatore, volti noti a molti e sconosciuti ad altri, ma pur sempre importanti. Come giunse anche il momento tanto atteso dell'incontro da parte di Gouenji. L'assalto dei suoi ex compagni lo lasciò completamente spiazzato. A partire da Endou, proseguendo per Kazemaru, Kiyama, Midorikawa, Fudou, Kidou e Afuro si lanciarono contro di lui. Non se l'aspettava.

-Pensavi che ti saremmo stati ostili?- domandò Kiyama, ormai Kira.

Shuuya sorrise appena, stringendo gli occhi.

-Non mi sarei stupito, però sono contento.-

-Ci hai fatti ammattire con questa tua trovata, ma lo sai che, nonostante tutto, ti vogliamo bene. Siamo una squadra, vero?- ribatté Endou col solito smagliante sorriso.

Sorriso al quale cedette. Non poteva resistere, come non poteva alla determinazione che lesse negli occhi degli amici

-Ancora mi chiedo come hai fatto a capire.- il riferimento alle sue indagini era palese.

Endou si scambiò un'occhiata con Kidou prima di rispondere. Che annuì.

-Grazie a Shirou.-

Shuuya sgranò gli occhi. Come era possibile?

Notando la sua sorpresa, Endou continuò.

-Era stato il primo di noi a comprendere che dietro alla figura dell'Imperatore del Quinto Settore ci fossi tu. Non chiedermi né come né perché, visto che non me l'ha rivelato. Lui solo lo sapeva e basta.-

Shuuya rimase senza parole. Come aveva fatto Shirou a scoprire tutto?

-Forse perché ti conosce meglio di tutti noi.- s'intromise Riuuji, dando voce ai suoi dubbi.

Gouenji abbassò gli occhi, quasi a chiuderli.

In un attimo rivive la loro storia.

La nuova chiamata per la Nazionale.

L'incontro dopo due anni.

Il loro amore, nascosto da tempo, fiorire.

La loro promessa di non lasciarsi.

La loro felicità.

Il suo abbandono, poco più di un anno prima.

Il suo tradimento.

L'aver fatto che venisse allontanato dalla sua squadra.

La sua rivincita dopo che la Raimon aveva vinto contro la Hakuren.

E il dolore sempre presente nel suo cuore per quello che aveva fatto. Dolore che sapeva che anche Lui stava provando. Forse più di Shuuya stesso.

-Vedrai che andrà tutto bene.- disse Endou affiancandolo.

-Non lo so. Anzi, non mi stupirei se non mi parlasse nemmeno.- rispose abbassando il tono di voce.

L'amico di una vita sospirò. Non era certo da Gouenji lasciarsi abbattere, ma sapeva che per quello che aveva fatto il suo rapporto con Fubuki era stato messo ad alto rischio. Ma lui non voleva cedere allo sconforto come il biondo. Confidava in quello che provavano, che sapeva essere molto forte.

-Non darti per vinto, non fino alla fine.- doveva tirarlo su di morale, altrimenti sì che partiva sconfitto in partenza.

-Cercherò, anche sé...- ma non finì la frase, dato che aveva visto proprio la squadra dell'Hakuren entrare e con il loro allenatore a fianco.

 

Fubuki non aveva assolutamente voglia di andare a quella festa. Sì, festeggiare la squadra vincitrice del torneo e, di conseguenza, lo scioglimento definitivo del Quinto Settore era una cosa importante e molto, sopratutto per quello che significava. La rivoluzione tanto sognata era diventata realtà. Ma lui, per quanto gioisse, era turbato. Forse turbato era riduttivo. Angoscia, dolore, rancore, rabbia. Questo era quello che provava. Nonostante sapesse esattamente da cosa fosse stato spinto Gouenji nel portare avanti quel suo folle progetto, non riusciva a perdonarlo, né a scusarlo. Era riuscito a superare il suo doloroso passato grazie alla vicinanza di Endou, delle persone che aveva avuto la fortuna di conoscere e anche grazie a Shuuya. Soprattutto a Shuuya. Inizialmente non aveva ben compreso le sue azioni, quasi “cattive”, ma poi era riuscito a capire. Col suo modo di fare gli aveva infuso coraggio e determinazione. Sì, anche Someoka e Afuro avevano fatto la loro parte, doveva riconoscerlo, ma Shuuya...lui era stato il perno di tutto. Dopo la fine del FFI si erano persi di vista, visto che ognuno aveva intrapreso un percorso diverso, ma alla fine, dopo due anni, era giunta nuovamente la chiamata per la Nazionale. E lì si erano rivisti. Sapeva che quello che provava per lui era molto di più che amicizia, ma fu solo allora che comprese cosa fosse. Si era innamorato , ma era anche conscio che rivelarlo sarebbe stato deleterio. Preferì tenere tutto per sé e comportarsi come niente fosse. Fino a quel giorno...

Avevano finito da poco l'allenamento e lui, Fubuki, si era trattenuto di più sul campo, con la scusa di perfezionare la sua tecnica difensiva. Si stupì quando proprio Shuuya decise di aiutarlo. Gli disse che senza un avversario sarebbe stato più difficile completarla. Andarono avanti per quasi un'ora prima che decidessero di smettere e, alla fine, si lasciarono cadere a terra sfiniti. La difesa era a posto, la sua difesa assoluta. Dopo pochi minuti si alzarono, ma complice la stanchezza, lui cadde proprio addosso al compagno che lo prese al volo. Ma lo slancio li fece nuovamente cadere a terra, ma in una posizione... Erano l'uno sopra l'altro. Cercò di sollevarsi nuovamente, ma le braccia del biondo non lo lasciavano. Perché?

-Ti amo.- un flebile sussurro, quasi impercettibile, ma che nelle sue orecchie rimbombò come un tuono.

Non poteva crederci e il suo cuore prese a battere furiosamente, tanto che il compagno lo sentì. Non gli diede il tempo di dire niente, avvertì solo la sua mano che gli sollevava il viso e le sue labbra sulle proprie. Un bacio caldo, dolce, ma allo stesso tempo possessivo. I suoi timori scomparirono e gli diede pieno accesso a tutto. Non solo alle sue labbra, ma anche al suo corpo, al suo cuore e alla sua anima. Tutto gli apparteneva e gli sarebbe appartenuto sempre e Shuuya lo sapeva.

Ma lui, alla fine, lo aveva lasciato e per perseguire un'ideale che per loro era, nonostante tutto, vitale. Quello che li aveva uniti li aveva anche divisi e nel modo più doloroso. Se avesse parlato, se gli avesse rivelato i suoi timori e i suoi dubbi tutto forse sarebbe potuto andare diversamente. Invece no! Il carattere notoriamente chiuso del compagno l'aveva costretto a dare l'addio a tutto. E questo non l'accettava. Lo odiava. E ora avrebbe dovuto rivederlo, dopo più di un anno. Sostenere quello sguardo che amava, ma che anche disprezzava.

-Tutto bene sensei?- la voce di Yukimura lo scosse da quello stato di trans.

-Sì, tranquillo.- rispose sempre col solito dolce sorriso.

Ma il ragazzo aveva visto chiaramente la sofferenza negli occhi del suo allenatore, dolore che lo circondava, ma che lui sapeva mascherare bene. Sospirò non osando dire altro e limitandosi a seguirlo.

Intorno a loro Shirou riconobbe molti volti conosciuti, avversari nelle partite, ma comunque sorridenti. Nessuno dei ragazzi presenti recriminava la sconfitta subita, consci di quello che loro aveva fatto capire. Voltò per un attimo la testa e scorse i visi famigliari degli amici.

Sorrise. Non poteva esimersi.

-Vado da alcuni amici.- disse a Yukimura.

Era quasi davanti a loro, stava per salutare Endou e Kidou quando...

-Shi-chan!!!!-

Si ritrovò con due uragani, uno azzurro e uno verde, tra le braccia. Midorikawa e Kazemaru si erano lanciati appena l'avevano scorto. Eppure pensava che quella brutta abitudine fosse passata...e invece no!

-Mi state soffocando.- riuscì a dire con fatica.

-Sempre a lamentarti! Sono anni che non ci vediamo!- ribatté a malo modo il verde.

-Ha ragione!- diede man forte l'amico.

-Ok, ci sta. Comunque non è un buon motivo per farlo morire.- s'intromise, senza consenso, Hiroto.

-Ufff...- borbottarono prima di lasciarlo andare.

-Ti devo la vita.- gli sussurrò Fubuki, massaggiandosi il collo precedentemente stritolato.

-Di niente.- rispose sorridendo come al solito.

Shirou, poi, lo osservò un attimo prima di scoppiare in una leggera risata, che fece aggrottare le sopracciglia all'ex compagno di squadra.

-Da quando porti gli occhiali?- chiese ancora ridendo.

-Spiritoso...- ribatté accigliandosi il rosso.

-Ammettilo dai! Non eri tu quello che diceva che la tua vista era meglio di quella di un falco?- continuò a penderlo in giro, rammentando le sue stesse parole.

Sospirò. Aveva maledettamente ragione.

-Colpa dei computer. Non per niente lascio tutto il lavoro a Mido.-

-Schiavista.- lo riprese, ma entrambi tenevano le labbra distese in un sorriso che di presa in giro non aveva niente.

-Pensavo che non venissi.- la manata di Endou lo prese alla sprovvista.

-Perché?- si limitò a chiedere, ancora con le lacrime agli occhi.

Fu in quel momento che, girandosi verso il suo ex capitano, lo scorse. Lo sguardo si rabbuiò un attimo, prima che l'attenzione si dirigesse nuovamente sul moro.

-Non potevo lasciare i miei ragazzi nelle vostre mani. Chissà che avreste combinato.- cercò di buttarla sul ridere.

Endou capì al volo e rispose a tono.

-Guarda che non siamo più ragazzini.- e s'imbronciò.

-Parla quello che se non ha il pallone affianco al letto non dorme.- s'intromise Natsumi, facendo nuovamente ridere il gruppo.

-Ma da che parte stai???- s'infervorò il marito.

-Dalla tua tesoro.- disse con un sorriso al quale l'uomo non seppe resistere.

-Ah! L'amour!-

-Risparmiaci Afuro!- esclamarono gli altri.

Le risate si intensificarono. Quando mai era capitato di prendere così palesemente in giro Endou? Non potevano lasciarsi scappare l'occasione!

Mentre ancora si asciugava le lacrime dovute alle risa, sentì una mano che gli afferrava il polso. Si voltò e raggelò. Gli occhi di Shuuya lo fissavano.

-Devo parlarti.- disse solo.

Che fare? Assecondarlo o dare ascolto al suo istinto che gli diceva di allontanarlo? Non lo sapeva. Fu il cuore a rispondere in quella confusione.

Annuì.

 

Shuuya non sapeva che fare dopo che aveva visto Fubuki avvicinarsi al loro gruppo. Da un verso avrebbe voluto prenderlo e trascinarlo via, dall'altro sapeva che lui non sarebbe stato affatto contento. Poi lo vide scherzare con Kazemaru e Midorikawa, lo scambio di battute con Hiroto, le risate con Endou e Nastumi e non resistette più. Lo aveva sempre saputo che il suo sorriso gli mandava in tilt il cervello. Seguì l'istinto e lo afferrò.

-Devo parlarti.- le uniche parole di senso compiuto che riuscì a dire.

La sua accettazione lo sorprese, ma gli infuse un che di fiducia. Forse Endou aveva ragione.

Lo condusse sulla terrazza, sempre sotto lo sguardo attendo degli amici, in particolare di quello di Kazemaru e Midorikawa. Una mossa sbagliata e gli sarebbero saltati alla gola, poteva scommetterci.

Condusse Shirou in un luogo ancora più appartato prima di lasciarlo. Erano al limite della terrazza, vicino al giardino profumato con molte rose da sfondo. Non l'aveva programmato, ma ora poteva definirlo il posto migliore. Forse...

-Cosa vuoi.- la voce fredda dell'uomo lo perforò.

Era glaciale, come solo lui poteva essere.

Prese un respiro profondo prima di aprire bocca.

-Come stai?- meglio prenderla alla larga.

-Secondo te?- rispose di getto.

Shuuya abbassò leggermente la testa. Ammetteva che non era proprio la domanda ideale per cominciare una conversazione con lui.

-Scusa.- riuscì solo a dire in un sussurro.

-Non ti sembra un po' tardi? Sai che me ne faccio delle tue scuse.- la voce era tagliente, forse molto più di come se la sarebbero aspettata entrambi.- Dimmi cosa vuoi.-

Il biondo si appoggiò con la schiena al muro dietro di lui, osservando l'uomo che gli stava di fronte. Leggeva rancore e tristezza nel suo sguardo, sentiva il suo dolore nella voce dal tono freddo.

-Come facevi a sapere che dietro c'ero io?- quello era un dubbio che doveva togliersi.

Shirou mise le mani in tasca e lo guardò senza timore. Sapeva che glielo avrebbe chiesto.

-Da una tua frase prima di andartene. Se volevi celare le tue intenzioni, dovevi anche stare più attento a quello che dicevi.-

Gouenji aggrottò le sopracciglia. Lui non ricordava nulla. Vedendo la sua confusione, il grigio continuò.

-Forse quello per cui ci siamo battuti è stato inutile.-

Sgranò gli occhi, rammentando all'improvviso.

Stava attraversando un periodo di crisi. In prima persona aveva assistito a scene a dir poco confortanti. Molti ragazzi si facevano del male, non fisicamente, ma assumendo sostanze proibite pur di raggiungere traguardi importanti e solo le squadre controllate dal Quinto Settore ne erano immuni. Voleva fare qualcosa e unirsi a loro, regolamentare il calcio giovanile gli era sembrata l'unica soluzione, anche se ciò voleva dire allontanarsi da tutti. Famiglia, affetti, amori. Cambiare anche identità. Ma in seguito si era accorto di aver fatto la scelta sbagliata e aveva agito per cancellare quella organizzazione dall'interno, senza farsi scoprire naturalmente.

-Ero confuso e lo sai anche tu. Non capivo perché dei ragazzi si distruggessero da soli per voler primeggiare ad ogni costo.-

Shirou sospirò e chiuse gli occhi. La sua argomentazione non faceva una piega, però...

-Potevi parlarmene invece di agire di testa tua. Probabilmente il risultato ottenuto l'avremmo raggiunto in ogni caso.- ancora non accettava del tutto quello che aveva fatto.

-Sai anche tu che non sono mai stato molto incline ai discorsi.- giustificazione inutile e lo sapeva.

Infatti il suo interlocutore lo fulminò.

-Non prendermi in giro, per favore.-

-Non volevo coinvolgerti.- disse con tono sincero.

-Visto che non volevi farlo spiegami perché mi hai fatto cacciare dall'Hakuren.- richiesta legittima da parte di Shirou.

Shuuya strinse la mascella. Quello per lui era un tasto dolente.

-Non sapevo che eri tu il loro allenatore. Ne venni a conoscenza solo dopo che diedi l'ordine, ma ormai era tardi.-

-E dovrei crederti? Tu che eri a capo del Quinto Settore non conoscevi che allenava le squadre? Ma fammi il piacere!- era stato abbastanza ironico.

-Puoi anche non farlo Shirou, ma è così.-

Sentire il proprio nome pronunciato nuovamente da lui gli fece mancare un battito. E questo non andava bene, non se voleva mantenere il suo sangue freddo.

-Questo non toglie che sei stato uno stronzo.-

Gli sembrava di parlare con un muro. Shirou non cedeva di un millimetro e crepare quella barriera sembrava impossibile. Altro che muro, era ghiaccio puro. Stava a lui fare il possibile per scioglierlo.

-Hai ragione su tutto, non posso negarlo. Però...- l'altro lo interruppe.

-Niente tornerà come prima. Anche se sappiamo che in seguito hai fatto di tutto per smantellare il Quinto Settore, riuscendoci alla fine e lo sai che nessuno di noi ti giudica e ti incolpa più per questo, tra noi è finita. Nemmeno tu sei così ingenuo da pensare che ti avrei perdonato su tutto.- era irremovibile su quel punto, anche se questa sua decisione lo stava lacerando.

Queste parole ferirono Shuuya più di quello che si sarebbe aspettato. Sapeva che non sarebbe stato facile riavvicinarsi a Shirou, sapeva anche che l'altro l'avrebbe respinto, ma non lo credeva così risoluto. No, doveva esserci qualcosa che poteva fare, non poteva aver smesso di amarlo, ne era sicuro. Lo fissò per alcuni istanti negli occhi. Erano sì freddi, fermi, ma...non poteva sbagliarsi! C'era una luce in fondo, quella luce che da sempre lo aveva fatto fremere.

Fece un passo verso di lui e notò un leggerissimo sussulto. Ci aveva visto giusto allora, ma doveva anche andare per gradi.

-Va bene Shirou, accetto la tua decisione. Ma almeno possiamo tornare ad essere amici?- gli chiese con un leggero sorriso.

Shirou abbassò leggermente la testa, non sapeva in quel momento che rispondergli. Ritornare amici...non era semplice da accettare come richiesta. Ma poi, lo erano mai stati amici? Forse un tempo sì, ma dopo? E così facendo avrebbe anche dovuto dimenticare tutto il dolore che aveva provato? Strinse le mani a pugno dentro le tasche. Da una parte sapeva di dovergli credere, aveva dimostrato le sue buone intenzioni, aveva lottato con loro, anche se in un altro modo. Se così non fosse stato mai avrebbe insegnato il Tornado di Fuoco a Tsurugi, quella era una prova più che sufficiente per dargli completa fiducia. E, comunque, sapeva che anche Shuuya aveva sofferto per quell'allontanamento, altrimenti come potrebbe spiegarsi quel velo di tristezza che leggeva nei suoi occhi? Scosse appena la testa per scacciare quel pensiero. Se solo gli veniva in mente tutte le sue decisioni si scioglievano come neve al sole. Se l'era cercato Gouenji, no? No, tutto quello che aveva fatto era stato guidato da confusione, paura, timore che avevano messo in discussione un'intera vita. Forse era stata anche colpa sua, in un certo senso, che non era riuscito a cogliere quel disagio momentaneo. Aveva troppa confusione nella testa, ma sopratutto nel cuore. Si era imposto di essere freddo e distaccato con lui quando si sarebbero incontrati, ma tutta la sua sicurezza era svanita non appena l'aveva guardato negli occhi. E ora che gli aveva fatto quella richiesta non sapeva realmente che fare.

Shuuya aveva notato subito a confusione nell'altro e, conoscendolo, sapeva anche che stava affrontando una battaglia interiore non da poco.

-Non occorre che tu mi risponda subito. Ti chiedo solo di pensarci.- disse cercando di alleggerire la pressione a cui, anche involontariamente, l'aveva sottoposto.

Si sentiva amareggiato per non essere riuscito nel suo intento di riavvicinarsi a Shirou, anche se sapeva che sarebbe stato quasi impossibile che potesse sistemare tutti in pochi minuti. Sospirò e gli diede le spalle, intenzionato a tornare nel salone.

-Aspetta.-

 

Si stava allontanando, di nuovo e stavolta era stato lui stesso a permetterlo. Possibile che il solo vedere la sua schiena che si allontanava lo faceva sentire così male? Sì, era possibile. Sapeva che quello che provava per lui non poteva essere mai cancellato, indipendentemente dal passato. Lo amava, lo avrebbe sempre amato. E quel forte sentimento che sentiva dentro di sé forse era anche sufficientemente forte per perdonarlo. Appena riuscì a concludere quel pensiero le domande e i dubbi di soli pochi minuti prima si dissolsero. Poco importava il passato, doveva vivere e credere nel presente, nel futuro. E sapeva che era solo e unicamente con Shuuya, come lo era anche per l'uomo che si stava allontanando. Lo aveva visto nei suoi occhi, lo aveva percepito nelle sue parole, per quanto strano potesse sembrare. Ancora una volta aveva ceduto, ma era giusto così.

-Aspetta.-

Lo vide bloccarsi di colpo, le sue spalle irrigidirsi appena, ma non si voltò. Forse, temeva altre parole di rifiuto da parte sua. Decise di avvicinarsi lentamente, fino a fermarsi ad un passo dalla sua schiena.

-Girati.- più che una richiesta l'aveva fatta suonare come un ordine.

E Shuuya obbedì, sapeva che non poteva esimersi. Si stavano fissando negli occhi senza osare dire nulla. Da quanto tempo non si trovavano così vicini, quasi da sfiorarsi? Troppo. Shirou prese un respiro profondo.

-Chiudi gli occhi.- a quella richiesta il biondo inarcò un sopracciglio, non capendo dove volesse andare a parare.

Comunque non aveva senso farsi domande inutili, anche perché da quando lo aveva fermato una piccola scintilla di speranza gli si era riaccesa nel petto. Pregava solo che non lo volesse prendere a pugni, sarebbe stato difficile da spiegare un occhio nero...

Abbassò le palpebre senza dire nulla, attendendo la mossa di Shirou. Sentì la mano del grigio tra i suoi capelli, mentre gli afferrava la nuca. Sperava sentitamente che non volesse tirargli una testata. Ma poi avvertì qualcos'altro. Un qualcosa di caldo, morbido, conosciuto. Sgranò gli occhi, incredulo.

Shirou lo stava baciando! Con dolcezza, delicatamente muoveva le labbra sulle sue. Una lacrima involontariamente scivolò dai suoi occhi. No, non stava sognando. Era tutto reale. Il giovane, sentendo quella piccola goccia scivolare tra le loro guance si scostò appena, interrompendo il contatto. Con un dito l'asciugò, per poi fissare nuovamente l'uomo negli occhi. Quegli occhi che da sempre aveva amato. E sorrise.

-Non possiamo essere amici, è da troppo ormai che non lo siamo più.- mormorò.

E Shuuya comprese tutto. Lo strinse con impeto a sé, assaporando quel momento di una felicità che sembrava perduta.

-Ti amo.- sussurrò appena.

-Io ti odio.- rispose Shirou, ma sempre col sorriso e ricambiando la stretta dell'amato.

Shuuya rise, si aspettava quelle parole, ma sapeva anche che dicevano il contrario.

Si allontanò giusto lo spazio per tornare sulla bocca dell'altro, premendo piano le labbra, ma subito chiedendo di più. E Shirou non si tirò indietro, dandogli nuovamente pieno accesso a tutto se stesso, ricambiandolo con un ardore che mai si era sopito tra loro.

Entrambi sapevano che per mettere le cose a posto del tutto ci sarebbe voluto del tempo, tempo nel quale dovevano ritrovare quella fiducia e complicità che avevano perduto.

Ma per il momento andava bene così.

 

  
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