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Autore: HatoKosui    06/09/2015    1 recensioni
Ame e Aoi sono due sorelle che si strasferiscono alla Iwatobi in un periodo inusuale, quasi alla fine della scuola. Hanno un passato strano, la più grande è chiusa in se stessa, la sorella minore, Aoi, dal canto suo si sente sola, persa in situazioni più dolorore di quanto sembri. Conoscono il vicino di casa Makoto e i ragazzi della Iwatobi, ma Ame sembra provare orrore e fastidio per tutto quel che riguarda l'acqua tanto da sopportarne a malapena la vista... Aoi cerca di aiutarla chiedendo aiuto a Rin, conosciuto da poco, ma nessuno si aspetta un'altro disastro imminente: il male non viene mai da solo!
[Storia senza pretese, che avevo scritto un anno fa e che ho publicato ora perchè mi hanno letteralmente pregato... Nonostante tutto ci tengo particolarmente a sentire le vostre opinioni, e spero con tutto il cuore che piaccia (anche perchè i ragazzi meritano eh u.u)!]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Nanase, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 6: Decisione!

 

Le giornate passarono molto lentamente.

Era chiaro a tutti che se Ame era giustificata nel vergognarsi dopo quell'episodio, Aoi non aveva davvero nessun motivo per scappare.

Però decisero di lasciarla stare. Decisero di lasciarle i suoi spazzi, dopotutto era appena arrivata, meritava un po' di riposo.

E poi Gou ancora stava cercando di scoprire qualcosa, quindi non c'era fretta.

La rossa, appena ebbe anche due soli secondi di tempo, arrivata a casa, quel pomeriggio, prese il telefono, si sedette sul suo letto e chiamò il fratello, sperando in una mano dal cielo.

<< Pronto? >>

<< Rin! >>

<< Gou... che c'è? >> Dalla voce roca sembrava essere molto assonnato.

<< A... ah, si, ecco ti ho chiamato perché mi servirebbe un'informazione >>

<< Dimmi >>

<< Mi serve di sapere qualcosa sulla famiglia di Aoi Thoriko >>

Ci furono strani momenti di silenzio << Non so nulla, chiedilo a mamma >>

<< No, Rin, mi serve il tuo aiuto! >> Quasi urlò Gou, preoccupata.

<< Ma si può sapere perché? Hai mamma a due centimetri, chiedi a lei... >>

<< Nooo, mi servi tu! Non posso far sapere nulla a mamma... >>

Rin sembrò essere molto più interessato << Che cosa stai dicendo? >>

<< Rin, abbiamo un problema. Cioè lei e sua sorella hanno un problema. E non possiamo farlo sapere a tutti, stiamo cercando di aiutarle dall'interno... >>

<< Aoi ha una sorella? >>

<< Ame Thoriko >>

<< E che genere di problema hanno entrambe? >>

<< Pensiamo che Ame, la più grande, abbia avuto un incidente in acqua e per questo non si fidi più di toccarla. Pensavamo di poterla aiutare almeno un po', facendola parlare con Makoto, sai per quella cosa del mare... >>

<< Ho capito, ma Aoi invece sta bene? >>

<< Mh, no, non sembra. Forse ha qualche problema anche lei, ma penso sia legato alla responsabilità della sorella. Ame... >> Gou si fermò, indecisa se dirglielo oppure no, ma poi sospirò << Si, non dirlo a nessuno, ma Ame mi ha raccontato che Aoi è stata poco bene da piccola, ma non mi ha detto cosa ha avuto. >>

Rin sembrava del tutto serio << Qualche malattia? >>

<< Probabile, non so. Comunque questo dovrebbe metterla in difficoltà, non è capace secondo me di sostenere il peso di entrambi i problemi: il suo e quello della sorella >> Rin rimase in silenzio e Gou continuò:

<< Ecco, per questo ci serve una mano. Makoto può forse convincere Ame, ma prima di provarci volevamo essere sicuri di non... >>

<< Di non peggiorare la situazione. E' per questo stai cercando di scoprire qualcos'altro? >>

<< Si. E poi tu sei quello più vicino a loro, ora come ora >>

<< Mah, non direi visto che non sapevo neanche che Lei avesse una sorella >>

<< Si, ma avete passato la notte insieme... >> Disse Gou, quasi senza pensarci.

<< C..cosa? G...guarda che non abbiamo fatto nulla, eh! >> Rispose improvvisamente agitato Rin, tradendosi da solo.

<< Si, si! Lo so... >> Gou era pronta a salutarlo e riattare, perché non era mai entrata in discussioni come quella, su quell'argomento, ma Rin la interruppe flebilmente.

<< L...lei si è addormentata... >> Disse e Gou strabuzzò gli occhi.

<< Cosa?! Oddio, fratellone, hai dovuto davvero passare anche questa umiliazione?! >>

<< M... ma di che parli! Io non sono stato umiliato! >>

<< Si, Rin, si... vedrai che la prossima volta andrà meglio, io ho fiducia in te! >>

Seguirono ancora attimi di silenzio e Gou giurò di aver sentito sospirare suo fratello << Senti, ti faccio sapere cosa scopro. >>

<< Grazie Onii-chan! >>

<< Mah... >> E riattaccò il telefono, lasciando Gou sorprendentemente divertita. All'inizio pensava che Rin avesse davvero perso la testa ad approfittarsi di una ragazza delicata come Aoi, ma averlo sentito balbettare in quel modo... la convinceva di essersi sbagliata.

<< Che Rin si sia davvero infatuato, questa volta... Quel tono che ha usato... se lei non si fosse addormentata che cosa avrebbero fatto?! >> E sorridendo si mise sdraiata, stringendo il cuscino tra le braccia. << Oh, Ame, Aoi, voglio davvero aiutarvi. Ci riuscirò vederete, andrà tutto per il meglio! >>

 

 

 

Ame, dal canto suo, aveva passato tutto il tempo a trattenere ora le lacrime ora gli istinti omicidi. Avrebbe voluto avere almeno un po' più di forza per ignorare davvero la sorella e fare finta che la cosa non la toccasse, ma ogni volta che entrava in quell'istituto sentiva di dover scappare via.

E puntualmente Gou la fermava.

Per fortuna, si diceva poi Ame, pentendosi della sua stessa codardia.

Fu proprio dopo tre giorni che Gou portò Ame sul tetto, dopo la scuola. La fece sedere, le diede un tramezzino per tranquillizzarla e poi fece comparire gli altri ragazzi, bloccandola a tradimento – ma Ame sapeva che Gou possedeva abbastanza intelletto da aver organizzato tutto, quindi non fece nulla di sconsiderato come scappare.

<< Che c'è...? >> Disse flebile e contrariata, guardando altrove. Tutti fecero silenzio e Gou prese un profondo respiro.

<< Ame-chan, non puoi rimanere a casa mia a vita... >> Ame la fissò di scatto e Gou si innervosì << C...cioè, non è che io non voglia, io ti voglio, anzi, con te sto molto bene, ma tu... tu devi chiarire, non per me, insomma >>

<< Chiarirò con Aoi, te l'ho detto >> E fissò oltre Gou, perché si sentiva improvvisamente accerchiata. Nagisa e Rei la fissavano senza pudore, ma quello che la metteva in imbarazzo era proprio lo sguardo impietosito di Makoto, davanti a lei. O forse era il suo sguardo normale.

Beh, insomma le dava fastidio a priori.

<< No, Ame. >> Disse seria Gou, con le mani stretta a pugno << Tu devi chiarire con te stessa >>

La ragazza bionda puntò i suoi occhi in quelli dell'amica, come se fosse stata colpita in pieno.

<< Cosa...? >>

Nagisa si fece avanti << Sappiamo che c'è qualcosa che non vuoi dirci, ma noi... crediamo che questo potrebbe rovinarti in qualche modo >>

Ame fissò stranita Nagisa << Cosa? >> Ripeté, più infastidita.

<< Ame, non ti stiamo costringendo a dirlo a noi, ma ad una persona adulta come... >>

<< Una psicologa >> Finì Ame, guardando Gou severa. << Sono andata almeno da quattro psicologhe diverse in tre mesi, pensate che qui ci sia una strega in grado di curarmi? Di farmi dimenticare? >>

Tutti fecero silenzio. Si sentivano tutti così in imbarazzo.

<< Ame-chan, so che è azzardato da parte nostra, ma niente è insormontabile >>

<< Makoto, non è vero. Voi non capite come stanno le cose, ok? >>

E si tirò indietro appoggiandosi al muro, con le gambe al petto.

<< Perché non ce lo racconti allora? >> Disse improvvisamente Makoto, fissandola serio. Niente sorrisi, niente sguardi compassionevoli, niente falsità.

Diceva sul serio.

Ame si sentì in colpa per qualcosa che non capiva. E distolse lo sguardo.

<< Ame puoi fidarti di noi, prometto che cercheremo e troveremo un modo per aiutarti! >> Disse Makoto, quasi avesse capito cosa Ame volesse dire.

<< Voi non.... >>

Nagisa le sorrise prendendole a sorpresa una mano e facendola trasalire. << Noi possiamo! >>

<< Si >> Confermò Rei, sorridendo appena. Ame allora si guardò intorno, quasi convinta a parlare. E si accorse che mancava Haru.

Stranamente si sentì molto più sollevata.

Poi però girandosi incontrò lo sguardo perplesso di Makoto e furono attimi, nei quali le sembrò che lui avesse intuito il motivo per cui lei poteva anche raccontare.

Se non c'era nessuno di importante che avrebbe potuto controbattere e ferirla davvero al cuore allora poteva parlare e raccontare, tanto, qualsiasi cosa avrebbero detto, loro sarebbero stati solo degli amici, né parenti né... persone importanti.

Così credeva.

O sperava.

 

 

 

 

 

Quel pomeriggio Aoi aveva avuto un'illuminazione. Dopo aver passato le ore di lezione ad escogitare un discorso che filasse liscio, si era diretta verso il club di nuoto. Camminava nervosamente per i corridoi, torturandosi un lembo della gonna, mordendosi le labbra. Sentiva il cuore battere all'impazzata, e nonostante fosse decisa a compiere la sua missione, si sentiva tremendamente nervosa.

<< Questa storia andrà a finire malissimo. Me lo sento... oh, poi la mamma... era così strana! C'e qualcosa che non mi quadra! Per nulla! >> Sospirò, girando l'angolo, mentre sentiva rimbombare i suoi stessi passi nel corridoio vuoto.

La sua mente ripensò a quella telefonata, quella telefonata che le aveva fatto venire quell'assurda idea.

 

 

 

<<... Hai capito cos'è successo? >>

La donna le aveva urlato subito:

<< E allora? Portala subito da quel Nanase! >>

Aoi le aveva risposto:

<< Mamma! Ma dico, stai parlando di un adolescente come lei... sei sicura di sentirti bene? >>

<< Tesoro, lo so. Però io sento che c'è qualcosa che potrebbe aiutarla. >>

<< Ma dai... davvero?! >>

<< Aoi, vale la pena di tentare no? Hai detto che lui è un tutt'uno con l'acqua >>

<< Si, ma questo che c'entra? >>

<< Dai, con la sua storia mi sembra più che adatto ad aiutarla... >>
<< Ame ha bisogno di una psicologa >>

<< Ame ha bisogno di Amici. Ha bisogno di persone che le stiano accanto come non abbiamo fatto noi in questi mesi. Ha bisogno di cambiare vita >>

<< Questa cosa non ha senso! >>

<< Aoi le cose fanno il loro corso... E non può essere tutto o bianco o nero! >>

<< Ancora con questa storia? Io non credo nel destino e tantomeno credo che le cose si risolvano da sole. >>

<< Aoi, lo so che ci tieni a tua sorella. Però devi capire che è stata molto male e lo è tutt'ora, però il suo danno non sarebbe stato così pesante se lei avesse avuto delle ancora di salvataggio... >>

<< Noi ci siamo stati. >>

Disse aggrottando le sopracciglia e pensò << Io ci sono stata >>

<< E noi non bastiamo. Abbiamo fatto il possibile, adesso, io l'ho lasciata a te, tu devi lasciarla a quell'Haruka >>

<< Mamma non lascio mia sorella nelle mani di un ragazzo per farle affrontare le sue paure! >>

E pensò << Se non ci sono riuscita io come può riuscirci lui! >>

<< Ma non è un ragazzo... è il ragazzo. Ame si è infatuata! >> Aoi fissò scettica il telefono e poi lo riportò all'orecchio.

<< E quindi? >>

<< E quindi... Oh, Aoi, sei senza speranze! >>

<< Che centro io ora?! >>

<< Non capisci che è importante ogni sentimento? E quanti sentimenti ha provato da quel giorno Ame? >>

<< Nessuno. >>

<< Nessuno a parte la rabbia, il dolore, il rancore, insicurezza, inadeguatezza ed il risentimento. >> Seguirono attimi di silenzio.

<< Mamma io... penso di aver paura di ferirla... o di averlo già fatto >>

<< Tesoro devi riaprire la ferita per togliere quello che potrebbe essere la causa del male. Vedrai che tutto si ricucirà! >>

<< Lo spero... >>

<< Si tesoro, sarà così. >>

Ed Aoi sorrise malinconicamente, accarezzando le coperte del letto dove era distesa.

<< Grazie Mamma... >>

<< Tesoro la sto lasciando tutta nelle tue mani. Mi fido di te >>

<< Io... Si, lo so. >>

Ed aveva riattaccato il telefono, sdraiandosi sul letto con una voglia immane di piangere ma non il coraggio di farlo sul serio.

 

 

 

Arrivò davanti alla piscina con il cuore in gola, ripensando a tutta quella responsabilità che le gravava sulle spalle, ma trovò solo Haruka, immerso nell'acqua.

<< Nanase-san >> Disse, avvicinandosi al bordo << Dove sono gli altri? >>

Haru si fermò e la fissò per alcuni momenti in silenzio, poi distolse lo sguardo e sussurrò apatico << Sul tetto con Ame >>

<< C...cosa? >> Disse Aoi sorpresa. << Ma... perché?! >>

<< Non lo so >>

Aoi si girò e guardò il tetto con aria accigliata << Ma dai... abbiamo avuto la stessa idea >>

Haru si avvicinò piano al bordo, guardando Aoi da dentro l'acqua << Che cosa intendi? >>

<< Nanase, posso... chiamarti Haru? >> Lui annuì, leggermente, guardando altrove, forse in imbarazzo << Ok, grazie Haru. Io, ero venuta qui per chiedere aiuto, in realtà. >>

Haru si dimostrò leggermente sorpreso, ma non fiatò, così Aoi continuò, stringendosi la gonna sempre con più forza.

<< Si, ecco, per Ame sopratutto. Vedi Haru, ripensandoci credo che non sia stato un caso avervi incontrati... >> Sorrise nervosamente, sedendosi improvvisamente sul bordo della piscina, togliendosi le scarpe. Haru seguì i suoi movimenti con attenzione, forse un po' confuso. Aoi era molto più strana del solito.

<< Allora, vediamo, da dove posso iniziare? >> Guardò il cielo << Mh, direi che innanzi tutto non dovrai mai dire ad Ame che ti ho detto una cosa del genere, altrimenti potrei morire sul serio. Poi... insomma >> Aoi quasi Arrossì, gesticolando nervosamente con le mani sudate. << Haru vorrei che tu dessi lezioni di nuoto ad Ame >>

Haru la fissò apatico, ma voleva che continuasse, così si sforzò di uscire dall'acqua e sedersi accanto alla bionda riccia. Lei lo fissò ancora più nervosa.

<< Perché? >> Domandò lui, fissandola. << Odia l'acqua >> Le ricordò.

<< No, non è così. Non è mai stato così. Lei... ha sempre vissuto in acqua, fin da quando eravamo piccole >>

Haru sembrò essere sorpreso, così Aoi si prese un po' per pensare di parlare davvero o restarsene zitta e rimangiarsi tutto.

<< Sono arrivata fin qui con un piano, non posso tornarmene indietro ora, a costo di farmi odiare a vita da mia sorella. Devo dirglielo. Ora. Forza, Aoi, puoi farcela! >>

Haru la interruppe prima che potesse dire nulla fissando l'acqua pensieroso << Le è successo qualcosa...? >>

<< Si, Haru. Io vorrei che tu ascoltassi la sua storia... perché forse, dico forse, sei la sua unica possibilità. >>

<< Io? >>

<< Tu >>

<< E perché?>>

<< Mh >> Scrollò le spalle << Me lo sento >>

Seguirono attimi di infinito silenzio, in cui entrambi fissavano l'acqua seri, mentre pensavano a cosa fare. Poi Haru non si girò verso la bionda e sussurrò flebilmente:

<< Ti ascolto >>

Ed Aoi sospirò molto più tranquilla.



-Autrice

OOOOk, salve ^_^
Come va? Io tra poco ricomincio la scuola T_T E voi?
Beh, questo cap è piuttosto lungo: 6 pagine. In confronto alle 3/4 che faccio di solito xD
Però nel prossimo di scoprirà tutto quello che è successo quindi spero che non scappiate hahaha

-HK
  
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