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Autore: Inquisitor95    06/09/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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30.

Rituali perduti






Hematha aveva fatto un ottimo lavoro con la ferita di Winsper. In realtà aveva fatto un lavoro migliore del mio con ogni elfo curato, sembrava perfettamente a suo agio mentre curava i feriti, non dava segno di debolezza o di affaticamento e questo lo invidiavo molto. Lei però stranamente l'aveva capito.
« “Beati coloro che fanno affidamento alla Magia Bianca, le loro azioni saranno sempre rivolte al bene del prossimo per opera del Creatore!” Io studio da anni la Magia Bianca... non prendertela a male! » disse lei scherzando un po' mentre passava le mani sullo stomaco del nostro amico.
Aveva un'espressione dolorante, il sangue macchiava ogni centimetro del suo corpo, il viso era completamente zuppo e persino i suoi capelli nocciola era diventati rossastri.
« Sto bene... non guardarmi come se stessi per morire! » disse lui sorridendo rivolto a me. Provai a sorridere, sembrava felice del fatto che mi stessi preoccupando per lui.
« Lo so che stai bene. Ma mi preoccupo per i miei amici... » non riuscii più a restare, mi spostai verso il cadavere del drago nero, Inydara, membro ufficiale della Gilda.
Qualcuno dietro di me si mosse a passi pesanti, riconobbi l'odore di Raphael e mi strinse tra le sue braccia. « Sei stata grandiosa... i tuoi colleghi maghi tra gli Erranti ne sarebbero invidiosi. » disse con quel tono che mi faceva impazzire.
Non mi sentivo però soddisfatta. Sentivo che potevo migliorare, che potevo fare altro e qualcuno ci raggiunse. Era Morkor, l'espressione fiera e seria, avanzò contro di noi come se avesse qualcosa da dirci e infine parlò. « Myrah devo farti le mie congratulazioni. Non credo che tutti i maghi riescano ad abbattere un drago. La loro pelle di scaglie è resistente alla magia e tu sei riuscita a trapassarla. Ho rispetto per te! » disse con voce rauca e bassa, chinai il chino per ringraziarlo.
« Abbiamo dato alla Gilda un motivo in più per temerti. Non hanno idea del reale potere che possiedi ragazzina! » disse Yvossa avvicinandosi a tutti noi, il suo esempio fu seguito pure da Glaremy che sembrava invidiarmi ancora.
« Il tuo potere è indiscutibile. Solo uno sciocco non lo capirebbe. La Gilda non prenderà bene la morte del loro drago e sono certa che presto ne sentiremo parlare... forse lanceranno l'offensiva finale! Non sarebbe tanto anormale... » disse lei.
« Vogliono liberarsi di noi in un colpo veloce e potente. Hanno alleati forti come orchi, draghi e giganti. Noi stiamo arrancando e lo sanno... » convenni io, non eravamo al loro livello e non sapevamo soprattutto i loro numeri.
« Dobbiamo tenerci pronti. Ciò significa che non abbiamo più tempo per temporeggiare... » rispose Glaremy. Concordavo pienamente. A quel punto vedemmo Tarnyth avanzare verso di noi, il viso pensieroso su qualcosa di grave.
« L'Anziana vuole parlare con te, Myrah. Riguardo i motivi della nostra visita di cortesia agli elfi... » chiaramente non avrebbe parlato con tutto il mio gruppo dietro le mie spalle.
Seguii Tarnyth restando dietro di lui, ci spostammo attraverso il grande spiazzo dove stava il cadavere del drago. Mentre camminavamo davanti a esso il mio sguardo parve fermarsi.
Gli elfi che erano in grado di riprendere i lavori si stavano occupando della grande carcassa del drago, ne stavano strappando le scaglie e le stavano raccogliendo, ne prendevano le zanne e gli artigli, immaginai che le armi e le armature realizzate con quel drago sarebbero state di fattura ottima ma trovavo la cosa piuttosto barbara, mostruosa e deprimente. Non mi piaceva infierire nei cadaveri dei nemici, non era corretto mutilarne il cadavere per il proprio interesse, tuttavia non potevo essere nella posizione adatta per fermarli.
« So che la cosa può sembrarvi mostruosa... eppure è giusto che sia così! » era come se l'Anziana mi avesse letto nella mente. Cercai di negare ma tra le sue labbra si dipinse un sorriso. « Avete ragione nel crederlo. Ma cerchiamo in ogni modo di migliorarci... » non avevo voglia di discutere, ero stanca e reduce da una battaglia che mi aveva lasciata piuttosto confusa.
« Non è un problema! » dissi cercando di sembrare il più possibile sincera e decisa. « Sarei più interessata a cosa volevate dirmi... » dal suo viso potei confermare che le mie idee erano confermate: aveva rivalutato la situazione e la mia proposta.
« Non ci sono dubbi sul fatto che il mio clan sia debitore nei vostri confronti. Vi dobbiamo più della vita, senza il vostro intervento probabilmente saremmo stati distrutti. Essendovi debitori, credo che il miglior modo per estinguere questo problema sia alleandoci insieme a voi... »
« Il vostro clan è stato attaccato » le fece notare Tarnyth. « Non è una questione che riguardo solo gli umani; la famiglia reale dei nani è stata direttamente colpita, il vostro clan quasi spazzato dalla furia della Gilda... siete dentro la situazione! » erano tutte parole vere e di fatti l'Anziana non poté negarle.
Annuiva silenziosamente osservando ciò che restava della foresta, erano ancora in molti a restare in piedi e molti di loro erano guerrieri o cacciatori. Potevano combattere con noi.
« Per essere un elfo straniero sai essere davvero persuasivo. Sì, vi aiuteremo senz'altro. Forniremo ogni mezzo bellico e manderò il mio esercito ovunque mi diciate di colpire... » disse infine l'Anziana con voce solenne, cercai di non saltare per la gioia visto che avevamo stretto un'alleanza di guerra, non era il caso di comportarsi come la ragazzina che ero.
« Sarà un piacere avervi con noi. L'Imperatore di Inakarrias vuole che tutti siano presenti a un incontro presso le rovine di Dhom tra poche settimane. Una grande riunione per decidere come coordinarsi in caso di attacco... dobbiamo essere pronti! » su quello chiunque sarebbe stato d'accordo con me.
L'Anziana era senza dubbio convinta di ogni mia parola, forse mi vedeva diversamente rispetto a poche ore prima, non ero più una straniera, adesso rappresentavo la salvezza. « C'è ancora una cosa in so che potrei esservi d'aiuto... » in verità non ci pensavo più, era come se ogni mio problema fosse sparito con l'aver ottenuto quell'alleanza che sembrava impossibile.
« Il demone dell'oscurità... » disse sottovoce Tarnyth, ed ecco che tornavo dentro il mio corpo con i miei problemi, il demone era una minaccia molto forte alla mia vita.
« Esiste un modo per esorcizzarlo del tutto? » l'Anziana sembrava desolata, dalla sua espressione potei immaginare che non ci fosse nulla da fare per me. Tuttavia aveva detto che poteva essere d'aiuto. « Allora cosa proponete? »
« Ci sarebbe un modo per imprigionarlo per sempre. Il demone vivrebbe in te fino alla tua morte ma non eserciterebbe alcun controllo su di te. Influenzerebbe la tua magia come sempre. Si tratta di un rituale di prigionia. Non molto difficile né pericoloso. Tuttavia non c'è via di ritorno da questo... »
« Che intendete dire? » chiesi con voce tremante per la paura. Si stava parlando della mia vita e ne avevo il diritto.
L'Anziana fece un sospiro e prese aria per parlare. « Con il rito che potremo eseguire il demone sarà confinato per sempre dentro di te senza nuocerti. Ma tu non potrai nuocere a lui o arrivare a sfiorarlo in alcun modo. Nessun rito potrà scacciarlo da dentro di te. Dovresti pensarci bene... » continuò, la sua voce si era trasformata, era apprensiva e preoccupata.
Il mio unico pensiero era quello di vivere tutta la mia vita insieme a Raphael e in un futuro insieme ai nostri figli. Non potevo chiedere altro, preservare il mio futuro mentre ne ero ancora in grado di farlo. « Sigillare per sempre il demone in me. Mi spaventa di più cosa potrebbe accadere quando porterò un bambino in grembo... » era meglio essere sinceri.
Tarnyth strabuzzò gli occhi incredulo della mia domanda, neanche io ero molto felice all'idea di avere figli. Ma un giorno sarebbe accaduto, sarei stata insieme all'amore della mia vita e gli avrei donato tutti i figli che voleva. L'Anziana rifletté sulla mia domanda. « Il demone non potrà intaccare né te né i tuoi figli. Non avrà modo di spostarsi in essi anche se... » subito saltai sull'attenti. Stava per iniziare qualcosa di spiacevole.
« Cosa intendete dire? Potrebbe fare qualcosa ai miei figli!? » lei scrollò le spalle quasi esasperata. Tarnyth cercò di restare di ghiaccio ma non ci riuscì e parlò.
« I tuoi figli potrebbero aver un contatto con il demone. Nessuno può sapere come la genetica possa evolversi e come il demone potrebbe influire su di essa. Questo rito forse viene compiuto una volta ogni cento anni per quanto è raro... »
« Non posso permettere che quel demone faccia del male ai miei figli! Non glielo permetterò! » dissi impuntandomi, non mi stavo rendendo conto di aver alzato il tono di voce e molti elfi si erano già girati. Era meglio evitare di strillare.
« Non c'è altra soluzione... potresti chiedere ai sacerdoti. So bene cosa si prova nell'amare dei figli. Se tu lo vorrai, il demone non potrà neanche sfiorarli con un dito, dipende sempre dalla nostra volontà e dalla nostra forza... » senza dubbio era qualcosa su cui mi stava facendo riflettere. Non potevo chiedere aiuto a dei sacerdoti, spesso la possessione era punita ed era raro trovare qualcuno che sapesse esorcizzare totalmente il demone. Non avevo altra scelta che provare con gli elfi.
« Va bene. Procediamo subito se è possibile. Non voglio temporeggiare ancora... più il tempo passa più lui si nutre di me! » con quelle mie parole aveva dato inizio al rituale.
In realtà non ricordo nulla del rito vero e proprio. L'Anziana aveva chiamato due elfi vecchi, probabilmente servivano per presenziare il rituale, Tarnyth era un mago e il suo aiuto era quasi d'obbligo nella situazione. Ricordo solo che venne fatto un disegno sul terreno, era una sfera tagliata da una lama, il simbolo di Lamia. Poi c'era una luce e delle parole sussurrare, una forza che non faceva male ma che sentivo opprimente, l'eco intorno a me, ero in piedi e al centro di quei quattro elfi.
A un certo punto poi avevo perso coscienza. Non avevo resistito e alla fine ero svenuta per terra. Tarnyth mi disse che il rituale doveva andare così ma che non poteva svelarmi i dettagli di esso, mi tranquillizzò dicendo che il demone era imprigionato dentro di me per sempre! Non molto confortante in effetti. Mi sentivo effettivamente diversa, ero libera da uno strano peso ma avvertivo in me la presenza di una forza demoniaca. La mia anima era salva e Lamia non sarebbe mai arrivato a me, gli anni seguenti ne furono la prova, ma questa è una storia ambientata in quegli anni bui e non dopo di essi. Posso dirvi che in generale mi sentivo la stessa, tuttavia mi sentivo anche meglio allo stesso tempo; l'unico che avvertì un cambiamento in me fu Morkor, sentiva chiaramente una mutazione ma non riusciva a descrivermi cosa sentiva, alla fine mi diedi pace pensando al bellissimo futuro che mi potevo costruire. L'unica cosa che si contrapponeva tra me e quel futuro era la Gilda delle Tenebre.

 
* * *

Ancora una volta ci trovammo tutti e otto attorno al falò del campo che avevamo montato poco dopo essere usciti dalla foresta degli elfi. Le ombre della notte erano calate in fretta e non era il caso di proseguire nella notte; in ogni caso eravamo perfettamente nei tempi che avevamo ragionato. Adesso era il momento di mettersi d'accordo su come muoversi. Nessuno sembrava voler parlare, io mi alzai dal mio posto per parlare per prima visto che era compito mio. Tutti parvero subito spostare la loro attenzione su di me.
« È giunto il momento di decidere. In verità non ci sarebbe nulla di cui discutere ma voglio assicurarmi che tutto sia chiaro per tutti. » feci una paura per prendere il respiro. « Ho intenzione di tornare dagli Erranti. Sono certa che le chiavi aprano la Porta dei Dragoni e voglio accertarmi di cosa ci sia al suo interno! » poteva essere pericoloso e per quel motivo il drago bianco dei miei sogni mi teneva lontana da essa.
« Non sai cosa potrebbe esserci dietro. L'abbiamo sempre detto, sei sicura di voler aprire quelle porte? » chiese Hematha, era una delle poche volte in cui era in disaccordo con me.
Annuii lentamente e al mio posto rispose Raphael. Colui che mi avrebbe accompagnata. « Ci sarò io con lei. Non posso proteggerla da demoni o draghi forse, ma siamo entrambi forti e sappiamo che Myrah è la più potente di noi! » le sue parole mi incoraggiavano ma non ero certa della veridicità.
« E con la scusa vi allontanerete insieme. Ho come il sospetto che sia un piano organizzato... forse per una fuga romantica! » ci accusò Tarnyth, dagli sguardi di Glaremy e Yvossa potei capire che non era il solo a pensarla così. Era assurdo! Non avrei mai lasciato Inakarrias soccombere sotto le forze della Gilda.
« Non è mia intenzione e credo di averlo sempre dimostrato. Tornerò alle rovine di Dhom quando avremo finito. E voglio che voi ci aspettiate lì... » Hematha a quel punto intervenne nuovamente in mio favore.
« È inutile spostarsi tutti quanti. Ciò che proponi quindi è di aspettarvi alle rovine di Dhom insieme alle forze dell'Imperatore. Dico bene? » annuii per confermare. « Credo che sia giusto. » questo fu il suo unico parere.
Anche gli altri si convinsero, non che avessero scelta. Io e Raphael ci saremmo spostati l'indomani col cavallo, in due ci avremmo messo pochissimo tempo per arrivare fino alla foresta Mikenna e poi a ritornare. Mi chiesi quanto sarebbe cambiato nel frattempo, e soprattutto quanto era cambiato negli Erranti, probabilmente non erano felici di rivedermi ma andavo lì solo per le chiavi e la Porta, inoltre avrei ripreso il libro dei demoni che mi era stato donato dalla Strega dei Ghiacci.
« Credo abbiamo finito di discuterne allora. Mi raccomando, fate tutto ciò che potete per sostenere l'Imperatore. Faremo il più in fretta possibile... vi raggiungeremo presto! » cercai di essere quanto più sincera possibile ma non potevo sapere nulla visto che non potevo sapere di eventuali imprevisti.
« Credo sia meglio andare a dormire presto. Domani sarà una lunga giornata per tutti quanti... » fu il commento di Hematha, Morkor sembrava interessato di più a quella storia.
Quando gli altri si dispersero lui si avvicinò a me per poter parlare ancora di quella discussione. « La Porta dei Dragoni esiste da molti anni, ho sentito dei racconti sulla sua natura e dalle leggende di noi orchi pare che sia l'ingresso a una città perduta. Ma se ci fosse qualcosa di più pericoloso o qualche demone? E se ci fossero annidate le ombre? Sappiamo che furono imprigionate ma nessuno ormai può raccontare con certezza dove sia locata la loro tomba... » le sue parole mi facevano riflettere e mi incutevano timore allo stesso tempo.
« Quand'ero bambina per errore sono incappata in quel luogo. Ricordo chiaramente che c'erano delle presenze ostili, qualcosa che ci diceva che dovevo allontanarmi dalla Porta. Ma non penso fossero le ombre... ho sempre pensato che qualcosa di mostruoso si nascondesse dietro il metallo, ma adesso la vedo diversamente. Prima di aprire le porte ovviamente intendo chiedere al consiglio del mio clan... » ero determinata nei miei ideali. Sentivo che era giusto aprire quelle porte, avremmo trovato la soluzione al nostro problema. Un modo per scongiurare le ombre e per fermare la Gilda.
« Quindi sei certa di ciò che pensi... e se dovesse portarti alla rovina? Sei scampata a un demone, egli è prigioniero in te ma ciò non ti ferma. Avanzi tra le ombre e giochi con le fiamme... potresti scottarti, Myrah! » era un avvertimento, che Morkor potesse sapere cosa realmente conteneva la Porta dei Dragoni?
Quel dubbio si insidiò in me e non mi abbandonò. « Morkor tu cosa pensi ci sia dietro quelle porte? Voglio però il tuo pensiero, immagino che ti sarai fatto un'idea precisa... » sembrava dubbioso nell'esprimermi il suo reale pensiero.
« Credo sia un passaggio vuoto. Un passaggio scavato dai nani per raggiungere la profondità ma mai completato. È scavato nelle montagne... ma è vuoto! »
« Allora perché sigillare le porte? Forse per nascondere qualcosa... e soprattutto perché chiamarla Porta dei Dragoni? » le mie domande erano in parte rivolte a me stessa e in parte rivolte a lui, non potevo avere spiegazioni e mi basavo sul nulla.
Morkor scrollò le spalle. « Evidentemente non è come pensiamo noi, cerca di fare attenzione! Se dovessi liberare le ombre sarebbe un bel guaio! » capii che era sarcastico solo quando si era già allontanato da me. Mi scappò una risata leggera ma restai comunque tesa.
La serata non era ancora finita però: vidi Raphael che si toglieva l'armatura per lasciare il corpo a riposo, stavo per avvicinarmi a lui per potergli parlare, tra noi però si mise di mezzo Yvossa, la nana dai capelli rossi mi guardò in segno di sfida e mi fermai. « Ti devo strappare pochi minuti al fidanzatino, bambolina. Ti dispiace concedermi pochi attimi del tuo tempo? »
Feci un cenno col viso e Yvossa mi fece indietreggiare di pochi metri, arrivammo ad uscire dal campo e le ombre della notte ci avvolsero. « Ne sei davvero convinta? Parlo di separarsi. Il gruppo è solido e insieme siamo inarrestabili. Credi che separarsi sia la cosa migliore da fare in questo caso? » mi aspettavo una domanda diversa e mi ero preparata, adesso ero alla sprovvista però.
« No, so per certo che non è una buona idea separarsi. Ma viaggiare insieme ci rallenterà moltissimo visto che potremo usare i nostri soli piedi. Io e Raphael invece possiamo benissimo usare il cavallo e potremo starci una settimana o poco di meno. Questo mi fa ricredere sui miei dubbi... » risposi alla sua domanda e ne parve stranamente meravigliata.
« Ascolta: non do spesso modo di mostrare i miei sentimenti. Siete le cose più vicine a degli amici per me, mi infastidirebbe parecchio se vi capitasse qualcosa di spiacevole! » quel lato di Yvossa mi sorprendeva e piaceva allo stesso tempo.
« Vale anche per me... ti considerò una persona importante nella mia vita e tranquilla: farò in tempo per l'appuntamento con l'Imperatore. » fu allora che l'argomento virò sulla Porta.
« Non credo sia saggio per te andare là. Ci sono luoghi angusti in questo mondo, persino a noi nani. Caverne oscure e vicoli spaventosi dove nessuno si addentrerebbe mai! » quello escludeva decisamente i nani dai possibili costruttori della Porta. Escludeva l'idea di Morkor anche se non ero certa. Dovevo chiedere al consiglio del clan, loro avevano tramandato cosa nascondesse quella porta. Ecco perché l'avevano cercata a lungo e alla fine si erano stabiliti là. Per proteggerla.
« Non posso sapere cosa c'è dietro quella porta. Credo però che potrà aiutarci in qualche modo, più di questo non so cosa dirti Yvossa. Voglio controllare con i miei occhi! » sembrò convinta del mio ardimento e scrollò le spalle stanca.
« Va bene bambolina, se ci rimetti la testa però farò in modo di farti male anche da morta! » suonava piuttosto affettuoso anche se strano detto dalla nana. Tornammo di nuovo al campo e potei finalmente andare a parlare con Raphael.
Aveva già tolto l'armatura di mezzo, indossava il pantalone e la maglia che indossava solitamente sotto l'armatura, non sembrava prestare attenzione al freddo che c'era intorno a noi grazie al mantello di drago. Con un cenno mi invitò a stare accanto a lui, mi spostai e mi sedetti davanti al fuoco e mi avvolse con il mantello tra le sue braccia.
« Domani sarà l'inizio di un bel viaggio! Spero non ti sentirai a disagio stando sola con me... » disse piuttosto imbarazzato.
« A disagio col mio fidanzato? » l'idea era assurda e stupida e Raphael non aveva mai un comportamento così. « A cosa stai pensando realmente? Non credo che a nessuno di noi due dispiacerà stare solo con l'altra... » fece un sospiro.
« Ecco magari stando da soli avremo molto tempo per noi due, magari per trascorrere qualche momenti di intimità senza la paura di essere scoperti da altri... » ecco svelato il motivo!
Mi scappò una risatina che cercai di ridurre ad un sussurro. « Mi piacerà stare sola con te, credo! » non ero solita a quelle battute maliziose, ma con Raphael sentivo di volerle fare. « Hai proprio ragione... ci aspetteranno molti momenti intimi! » sorrise anche lui vedendomi concorde con ciò che pensava.
« Ottimo! » disse infine. « Stavo pensando a una cosa: l'Imperatore ti ha offerto un posto come Grande Strega al palazzo imperiale... credo di accettare? » non avevo considerato l'idea da quanto mi era stata proposta. A che scopo però Raphael mi poneva quel quesito? Si preoccupava del nostro rapporto ovviamente. E io non sapevo cosa rispondere.
« Mi piacerebbe credo... vorrei accettare. Ma questo potrebbe allontanarmi da te. Sei nei ranghi dei Paladini della Luce, non permetterò che tu abbia problemi! » scosse il viso con forza, era in disaccordo con me e me ne stupii.
« Ascolta: essere un Paladino della Luce per me era tutto un tempo, poi ho incontrato te e ho dovuto ridimensionare i miei sogni e desideri. Voglio vivere per sempre con te e non potrei farlo sapendo di aver distrutto il tuo futuro. Dovresti accettare, io vedrò di fare qualcosa nella capitale imperiale... »
« E io potrei vivere sapendo di averti allontanato dai Paladini? » il discorso era lo stesso, il problema era che qualcuno doveva rinunciare al proprio futuro. E lui sembrava favorevole.
« Io ti amo, e se il Creatore vorrà ti sposerò un giorno, presto. Avremo una famiglia felice e tu sarai il fulcro familiare. Voglio che tu sia felice... perché se lo sei tu lo sono anch'io! » le sue parole riuscirono come sempre a farmi venire i brividi.
Gli presi il viso tra le mani e lo baciai sulle labbra, un bacio dolce e morbido, gustoso e passionale. « Ti amo anch'io. E ora che sono libera dal demone potremo essere realmente felici... ma forse conviene aspettare la fine della battaglia per decidere questo non credi? » ovviamente mi riferivo al mio posto al castello imperiale. Lui non era molto convinto ma accettò quella resa, pochi minuti dopo andammo a dormire. 
  
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