07/09/2015
1 recensioniYou can't save everyone James
Il dissennatore si avvicinò al volto della ragazza che lo fissava, con la bacchetta stretta nella mano sudata, così stretta da impedirle di tremare.
Dominique Weasley lo guardava senza proferire espressione, con il mento sollevato e l'espressione fiera, degna della sua famiglia.
O almeno questa era la visione che appariva ad un osservatore esterno.
Il gelo che la creatura aveva portato con sé le aveva ormai attanagliato lo stomaco.
La luce nei suoi occhi si stava lentamente spegnendo e la forza con cui aveva inizialmente piantato i piedi sul terreno freddo stavano ormai cedendo.
La ragazza si lasciò andare senza provare ad attutire la caduta.
Il dissennatore la stava lentamente prosciugando di ogni sensazione piacevole.
Solo una cosa le aveva lasciato.
L'unica cosa per cui era venuta solo poche ore prima.
- Prenditi James - sospirò Dominique con sguardo perso nel vuoto.
La sua vista offuscata le impedì di notare il volto della creatura farsi sempre più vicino.
Il buio la pervase completamente.
Il vuoto, quell'orrendo vuoto ora la stava abbandonando rendendo quella tortura quasi un sollievo.
Ed era così che aveva voluto che fosse, una liberazione.
- Dominique - una voce ovattata la chiamò, troppo lontana e troppo lenta perché si potesse definire se apparteneva ad un uomo oppure ad una donna.
La ragazza tirò un sospiro affaticato e secco, quel buio così rassicurante la stava prendendo con sé prima che la voce potesse raggiungerla.
- Dominique - dei passi lontani, e poi qualcosa di caldo le prese la mano con delicatezza.
Avrebbe opposto resistenza se solo avesse avuto forza nelle mani.
- Expecto Patronum! - un urlo così straziante che riuscì a farla rabbrividire.
Chiunque fosse venuto aveva pensato prima a lei che al dissennatore.
Doveva essere una persona impulsiva quanto ingenua.
La ragazza sentì la creatura allontanarsi dal suo corpo.
- Dominique - era un ragazzo, senza alcun dubbio.
Le mani del mago la scossero con forza.
Sentì la testa alzarsi dal terreno duro per appoggiarsi su qualcosa di caldo.
Il ragazzo la scosse ancora una volta e le mise una mano sulla guancia.
Lei aprì le palpebre a fatica, sembrava quasi che per farlo dovesse salire una montagna infinitamente alta.
- James - le sue labbra non emisero che un brivido, ma nella sua testa era quella la parola che aveva appena detto.
La stessa parola che si ripeteva come un eco nel suo cervello da giorni, come se avesse paura di essere dimenticata.
- Sei pazza - gli occhi di James sembravano averle riscaldato il corpo, per quanto preoccupati potessero essere.
- Da sempre per quanto mi ricordi - commentò ironicamente la ragazza con un sorriso che poco si addiceva alle labbra bianche e lo sguardo privo di espressione.
- Sei venuto qui a fare l'eroe? - chiese lei, per giorni lui non l'aveva nemmeno salutata nei corridoi e ora si era messo a cercarla, non lo capiva, e mai l'avrebbe capito.
- Sto solo cercando di aiutarti - il ragazzo ora provava ad alzarsi con il suo braccio dietro il collo.
- Non puoi salvare tutti James - mormorò la bionda trattenendo le lacrime.
- Perché no? - chiese lui come un bambino, proprio non riusciva a capire.
Lei sorrise intenerita, gli occhi lucidi - Perché non tutti vogliono essere salvati -
- Però si può provare a fargli cambiare idea - disse lasciandole un bacio umido sulla fronte coperta dai capelli e la sentì piangere.
Angolo Autrice:
Un'altra Jaminique, che dire? Li amo. Mi dispiace che la storia sia leggermente depressa ma avevo voglia di scrivere e impulsivamente mi è uscita così. Premetto di averla scritta dal cellulare (ho il computer rotto) e per questo mi vergogno di me stessa, ma spero comunque html e contenuto siano decenti ai vostri occhi. Mi farebbe piacere una recensione se vi va. Buonanotte a tutti perché sono esausta, anche se probabilmente quando la leggerete non sarà notte.
Gisele
Dominique Weasley lo guardava senza proferire espressione, con il mento sollevato e l'espressione fiera, degna della sua famiglia.
O almeno questa era la visione che appariva ad un osservatore esterno.
Il gelo che la creatura aveva portato con sé le aveva ormai attanagliato lo stomaco.
La luce nei suoi occhi si stava lentamente spegnendo e la forza con cui aveva inizialmente piantato i piedi sul terreno freddo stavano ormai cedendo.
La ragazza si lasciò andare senza provare ad attutire la caduta.
Il dissennatore la stava lentamente prosciugando di ogni sensazione piacevole.
Solo una cosa le aveva lasciato.
L'unica cosa per cui era venuta solo poche ore prima.
- Prenditi James - sospirò Dominique con sguardo perso nel vuoto.
La sua vista offuscata le impedì di notare il volto della creatura farsi sempre più vicino.
Il buio la pervase completamente.
Il vuoto, quell'orrendo vuoto ora la stava abbandonando rendendo quella tortura quasi un sollievo.
Ed era così che aveva voluto che fosse, una liberazione.
- Dominique - una voce ovattata la chiamò, troppo lontana e troppo lenta perché si potesse definire se apparteneva ad un uomo oppure ad una donna.
La ragazza tirò un sospiro affaticato e secco, quel buio così rassicurante la stava prendendo con sé prima che la voce potesse raggiungerla.
- Dominique - dei passi lontani, e poi qualcosa di caldo le prese la mano con delicatezza.
Avrebbe opposto resistenza se solo avesse avuto forza nelle mani.
- Expecto Patronum! - un urlo così straziante che riuscì a farla rabbrividire.
Chiunque fosse venuto aveva pensato prima a lei che al dissennatore.
Doveva essere una persona impulsiva quanto ingenua.
La ragazza sentì la creatura allontanarsi dal suo corpo.
- Dominique - era un ragazzo, senza alcun dubbio.
Le mani del mago la scossero con forza.
Sentì la testa alzarsi dal terreno duro per appoggiarsi su qualcosa di caldo.
Il ragazzo la scosse ancora una volta e le mise una mano sulla guancia.
Lei aprì le palpebre a fatica, sembrava quasi che per farlo dovesse salire una montagna infinitamente alta.
- James - le sue labbra non emisero che un brivido, ma nella sua testa era quella la parola che aveva appena detto.
La stessa parola che si ripeteva come un eco nel suo cervello da giorni, come se avesse paura di essere dimenticata.
- Sei pazza - gli occhi di James sembravano averle riscaldato il corpo, per quanto preoccupati potessero essere.
- Da sempre per quanto mi ricordi - commentò ironicamente la ragazza con un sorriso che poco si addiceva alle labbra bianche e lo sguardo privo di espressione.
- Sei venuto qui a fare l'eroe? - chiese lei, per giorni lui non l'aveva nemmeno salutata nei corridoi e ora si era messo a cercarla, non lo capiva, e mai l'avrebbe capito.
- Sto solo cercando di aiutarti - il ragazzo ora provava ad alzarsi con il suo braccio dietro il collo.
- Non puoi salvare tutti James - mormorò la bionda trattenendo le lacrime.
- Perché no? - chiese lui come un bambino, proprio non riusciva a capire.
Lei sorrise intenerita, gli occhi lucidi - Perché non tutti vogliono essere salvati -
- Però si può provare a fargli cambiare idea - disse lasciandole un bacio umido sulla fronte coperta dai capelli e la sentì piangere.
Angolo Autrice:
Un'altra Jaminique, che dire? Li amo. Mi dispiace che la storia sia leggermente depressa ma avevo voglia di scrivere e impulsivamente mi è uscita così. Premetto di averla scritta dal cellulare (ho il computer rotto) e per questo mi vergogno di me stessa, ma spero comunque html e contenuto siano decenti ai vostri occhi. Mi farebbe piacere una recensione se vi va. Buonanotte a tutti perché sono esausta, anche se probabilmente quando la leggerete non sarà notte.
Gisele