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Autore: Chia_084    07/09/2015    1 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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I ragazzi si erano appena addormentati quando Merlino sentì qualcuno bussargli alla finestra “chi sarà a quest’or!?” si chiese avvicinandosi al vetro “Merlino so che sei sveglio! Vieni all’ingresso” bisbigliò qualcuno da fuori.
Il mago riconobbe la voce e corse ad aprire la porta, cercando di non far scricchiolare i cardini per non svegliare gli altri “cosa ci fate qui!?” chiese al principe avvolto nella sua mantella “non hai letto il biglietto che ti ho lasciato nella tasca alla festa?” rispose il biondo “quale biglietto?”.
Artù si passò una mano sul viso “sei proprio un idiota, prendi lo scrigno con le uova e seguimi” Merlino obbedì, prese il cofanetto, indossò la mantella e uscì.
I due ragazzi proseguirono nella notte gelida, la città era così silenziosa avvolta nella nebbia da sembrare quasi deserta.
“mostrate le vostre intenzioni” la voce gli arrivò chiara e squillante alle spalle, i due si irrigidirono “siete sordi per caso?! Mostratevi!” la guardia spinse ancora di più con la punta della spada sulla schiena del biondo, strappandogli un gemito di dolore.
Il principe rimuginò sul da farsi, essere infilzato o essere scoperto e dover dare spiegazioni alla guardia? La voce di Merlino gli arrivò chiara in un bisbiglio “siete il principe razza di asino! Non dovete dare spiegazioni a nessuno! Quindi giratevi e fate qualcosa!” gli disse come se gli avesse letto nel pensiero, con lui era sempre stato così, per lui era un libro aperto, non poteva nascondergli nulla.
Artù si girò togliendosi il cappuccio “mio signore!” esclamò la guardia inginocchiandosi “perdonatemi, andate pure”
“il tuo errore ti sarà perdonato se non informerai mio padre della mia fuga notturna, in caso contrario ti aspetterà il patibolo!” il milite si rialzò da terra e annuì riprendendo la sua ronda notturna.
“forza, muoviamoci” il biondo prese la mano del corvino, il contatto tra loro provocò ad entrambi un brivido lungo la schiena, il mago benedì il buio e il cappuccio sopra la sua testa perché era sicuro di essere color del fuoco.
I due proseguirono mano nella mano fino ad uscire dalla città i inoltrarsi nel bosco “dove stiamo andando?” chiese il moro annaspando dietro al principe che lo strattonava “è una sorpresa Merlin…” rispose l’altro sottolineando con la voce i nuovo soprannome che aveva trovato per l’amico “mi piace!” esclamò il corvino, il biondo si fermò e lo guardò accigliato “il soprannome!” esclamò Merlino cercando di non avvampare nuovamente.
I rami si spezzarono sotto il loro peso e il vento ululava in maniera spettrale tra le foglie; faceva freddo, troppo freddo per i gusti del mago, che rabbrividì stringendosi nella mantella alla ricerca di un po’ di calore.
“eccoci arrivati” esclamò il principe lasciandogli la mano “la radura? Perché…” cominciò Merlino per poi capire il motivo della loro presenza in quella vasta distesa erbosa “le uova! Dobbiamo farle schiudere non è vero?” chiese, Artù annuì sorridendogli “io non so come fare…” continuò il corvino abbassando lo sguardo pensieroso, dopo poco lo rialzò puntando i suoi occhi in quelli del biondo e sorrise vittorioso “ma so a chi chiederlo! Vi conviene fare un passo indietro sire”.
Il principe obbedì e si spostò più lontano dal mago “Drakon, e male so ftengometta tesd'hup'anankes” disse con una voce che non gli apparteneva, facendo sembrare quelle parole quasi un ruggito, Artù sentì il suo cuore battere velocemente; era… spaventato!? “non essere codardo Artù, sei un Cavaliere e i Cavalieri non hanno paura di nulla!” si disse.
Un battito d’ali lo scosse dai suoi pensieri e si ritrovò davanti Kilgharrah  sorridente.
“salve giovane mago, vedo con piacere che hai ricevuto finalmente le uova di drago” disse il lucertolone “si, Artù me le ha consegnate sta sera stessa” rispose Merlino indicando in direzione dell’amico “oh salve giovane Pendragon!” il principe camminò in avanti ponendosi al fianco del mago che gli rivolse un sorriso di incoraggiamento “come possiamo fare per schiudere queste uova?”
“fin dall’era dei tempi i draghi venivano messi alla luce dalle parole dei signori dei draghi, e tu, come ultimo di loro, hai il potere di far nascere uno di noi”
“ma come!” insisté il corvino “devi dargli un nome” rispose il drago.
“un nome…” ripeté Merlino guardando le uova “ho trovato!” esclamò dopo qualche minuto facendo sobbalzare Artù ; prese poi il primo uovo, quello verde striato di blu e lo depose sul ceppo di un albero tagliato “Dawing” disse e i suoi occhi divennero dorati.
La superficie del guscio crepò, lasciando intravedere il muso di un piccolo draghetto verde con le squame dritte sulla schiena di un colore blu cobalto.
La creaturina finì di rompere l’uovo e lanciò un ruggito talmente acuto che i due ragazzi dovettero tapparsi le orecchie, il grande drago sorrise intenerito, con lo sguardo di un padre che vede per la prima volta suo figlio, “adesso non sei più l’ultimo della tua specie Kilgharrah “ gli disse il mago sorridente.
Il piccolo draghetto spiccò il volo e si appollaiò sulla testa del lucertolone strappando al principe un sorriso.
Merlino prese il secondo uovo, quello rosso, e lo posizionò nello stesso posto dell’altro “sceglietelo voi il nome” disse guardando Artù “Ridreh” disse dopo averci pensato un po’ “Ridreh” ripeté il corvino, il draghetto che venne alla luce questa volta era di un colore rosso scarlatto con alcune squame dorate, il ruggito che lanciò una volta uscito fu così forte e vigoroso che al mago tremarono le gambe.
“e ora giovane mago, l’ultimo uovo, il più raro e maestoso di tutti, scegli bene il suo nome” disse Kilgharrah  colpendolo col muso.
Merlino sollevò l’uovo e, tenendolo tra le mani chiuse gli occhi, cercando di percepire il nome giusto da dargli.
Una voce gli nacque dal petto e gli uscì come un ruggito “Atiusha” disse reclinando il capo all’indietro, il guscio si crepò e ne uscì un draghetto bianco dagli occhi azzurri come il ghiaccio.
La creatura si accoccolò tra le mani del moro lanciando un ruggito più simile al pianto di un neonato, il mago l’avvicinò al suo petto accarezzandola “non potevi scegliere un nome migliore giovane mago, Atiusha nella lingua dei draghi vuol dire sole che sorge, e lei sarà proprio il sole che sorgerà sulla nuova Albion che voi costruirete” detto ciò il drago spiccò il volo seguito subito da Dawing e Ridreh, Atiusha invece si strisciò sotto il volto del corvino come un gatto, poi volò dal biondo e gli fece un giro intorno, accarezzandolo con la coda prima di seguire gli altri.
“è stato meraviglioso” esclamò Artù avvicinandosi a Merlino “gia… la magia se usata per scopi buoni è meravigliosa” rispose il mago “dimostramelo” lo stuzzicò il principe sedendosi a terra.
Il moro si sedette vicino a lui avvicinando il suo viso a quello del biondo, fino a sfiorargli le labbra con le sue “cosa vuole vedere, sire…” gli chiese in un soffio, l’altro trasalì mordendosi il labbro “qualcosa di spettacolare” disse senza allontanarsi.
Merlino prese un sassolino, lo chiuse nella mano, i suoi occhi divennero dorati e luminosi, risaltando come fiammiferi nel buio della radura illuminata solo dalla luna.
Quando riaprì la mano il sasso volò in aria e lui lo rallentò con un secondo sguardo “plèascadh thine!” disse e l pietra esplose in tanti frammenti colorati che rimasero sospesi a mezz’aria “Drakon” disse nuovamente soffiando sulle lucine che presero la forma di un drago.
Artù era esterrefatto, non aveva mai visto nulla di più bello “fèileacàin” disse nuovamente il moro e l’immagine del drago sparì, lasciando liberi i frammenti che si trasformarono in tante farfalle, dai colori iridescenti e luminosi che svolazzarono intorno a loro illuminando l’area circostante come tante piccole candele.
Il biondo prese il corvino facendolo stendere con la testa sulle sue gambe e cominciò ad accarezzargli i capelli “non sai quanto mi costa dirlo, ma la magia usata bene è veramente meravigliosa”
“ve l’ho detto” sottolineò il mago aprendo gli occhi e puntandoli in quelli del principe, seguì un momento di silenzio “non voglio rinunciare a tutto questo Merlin…” disse quest’ultimo “è inevitabile, voi siete il futuro re, e per governare avete bisogno di una regina, non di un servo irriverente e impiccione” disse Merlino sorridendo amaramente.
“mio padre ha governato per anni senza una donna” sottolineò Artù “è diverso sire, lui aveva già voi come erede, e voi senza una moglie non potrete averne” puntualizzò il moro accarezzandogli una guancia “ma io voglio te!” si lagnò il biondo “non è possibile! Fatevene una ragione e non rendete le cose più difficili di quanto non lo siano già!” sbottò il mago irritato alzandosi in piedi “va bene Merlin, non litighiamo per favore, voglio godermi questo momento con te perché potrebbe essere l’ultimo” rispose il principe abbracciandolo da dietro “state tremando?” chiese Merlino “si, torniamo a casa, qui si muore di freddo” rispose Artù “tenetemi stretto, non vorrei perdervi da qualche parte” disse il corvino sorridente “ma cosa…” il biondo non fece neanche in tempo a finire la frase che una luce bianca lo costrinse a chiudere gli occhi, la sua presa sulla vita del moro aumentò e, quando li riaprì si ritrovò nella sua stanza “muovetevi piano sire, il primo tende ad intontire un po’ i sensi… “ disse il mago tenendolo per le spalle “io sono Artù Pendragon un viaggetto veloce non può…” dicendo ciò il principe mosse alcuni passi poi le gambe gli cedettero e cadde sul letto accompagnato dalle risate dell’altro.
Il biondo si rialzò e tirò per un braccio il moro, facendo cadere anche lui sul pavimento e sfregando con forza le nocche sulla sua testa “ehi! Ehi! Smettetela!” disse ridendo “shhh, sveglierai tutto il castello!”
“sire è tardi, deve andare a dormire” .
Merlino mosse una mano e Artù si ritrovò vestito e sotto le coperte “buonanotte” disse dandogli un bacio a fior di labbra “no te ne andare, rimani con me Merlin… solo questa notte” il biondo lo guardò supplichevole e il moro non riuscì a dirgli di no, si passò su una mano trasformando i suoi vestiti e si infilò sotto le coperte.
“così è perfetto” disse il principe abbracciandolo, il mago si abbandonò a quella stretta e si addormentò accarezzato dal respiro del suo principe.


ciaooo!!sono tornata!*urla di disperazione e sconforto* questo capitolo è un po' breve, doveva essere attaccato al precedente però alla fine ho deciso di farne uno a se stante. 
ringrazio moltissimo chi ha aggiunto la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate; 
un enorme grazie soprattuto a chi recensisce, siete ciò che mi da la forza per continuare a publicare questa pazzia,ma anche grazie a chi legge silenzio, siete veramente tanti, vi adoro <3
ci sentiamo alla prossima con un capitolo pieno di tenera gelosia e un colpo di scena incredibile, che mi ha dato lo spunto per cominciare uno
spin-off sul nostro amato Galvano... ci rileggiamo tra 2 giorni... chia <3 ah quasi dimenticavo, girando in internet ho trovato queste gif pucciose e non potevo non metterle...



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