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Autore: Thinkpositive    07/09/2015    4 recensioni
In cerca di popolarità Thomas farebbe di tutto, coinvolgendo anche il suo migliore amico Newt. Una sera, dopo essersi intrufolati in una festa organizzata da una delle ragazze più popolari dell'Accademia, Teresa, incontreranno Minho, ragazzo stravagante che piace eccellere in tutto e che deciderà di dare una mano a Thomas per poter raggiungere il suo obbiettivo in popolarità: costruendo una storia d'amore gay tra Thomas e Newt. La situazione degenera e in tanto Thomas, aiutato da Minho e da Newt, cercherà di fare colpo su Teresa. Ma se il suo migliore amico Newt iniziasse davvero a provare qualcosa per lui? Thomas prova veramente interesse per Teresa? Cosa succederebbe se di mezzo ci fosse un segreto che cambierebbe tutte le carte in gioco?
Ispirato alla serie televisiva Faking it!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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FAKING IT
- Out of the world -
Newt non riusciva a dormire. Trovava scomodo ogni sua posizione e in continuazione si girava e rigirava sul letto strizzando gli occhi ripetendosi di dormire. Sbuffò ormai quasi arreso dell'idea che avrebbe passato la nottata in bianco. Aveva male al corpo, la sua testa faceva male e fortunatamente Thomas lo aveva messo a riposare in tempo. 
Si girò alla sua destra battendo prima fortemente il cuscino. Camera sua non era del tutto buio per via del finestrino che rifletteva la luce delle lampade nel quartiere. Stava per riuscire a mettere in pace la sua anima quando sentì un soffio sfiorare il suo collo facendolo aprire gli occhi in uno scatto.
<< Tommy? >> sussurrò appena aggrottando la fronte. 
<< Shhhh >> quest'ultimo fece un piccolo sorriso divertito per poi mettergli l'indice davanti alle labbra per zittirlo meglio. 
<< Va bene va bene, ma cosa ci fai qui alle >> guardò dietro le spalle di Thomas dove vi era il comodino con la sveglia digitale << due del mattino? cristo santo >> mugugnò infine sedendosi lentamente. 
<< Non riuscivo a dormire >> rispose Thomas iniziando a sedersi sulle esili gambe del suo migliore amico a cavalcioni. 
<< E ora che...che stai facendo? >> borbottò il biondo ancora più confuso iniziando a prendere un po' di lucidità sufficiente da capire che il suo migliore amico gli stava circondando il collo con le braccia. 
<< Parla di meno Newt >> bisbigliò il moro. 
Stranamente il ragazzo più grande non aveva più mal di testa come era solito provare qualche minuto fa. Trovava ancora più strano il fatto che il suo migliore amico che conosceva ormai da una vita aveva deciso d'un tratto di salire sulle sue gambe magroline per poi circondargli il collo con le braccia. 
<< Tommy seriamente che diamine stai facendo? >> sussurrò Newt preoccupandosi più del fatto che sua madre sarebbe potuta entrare da un momento all'altro in camera sua. E che scusa avrebbe potuto dire? "Gli stavo facendo ripetere il sistema internazionale sulle mie gambe" ?. 
<< Secondo te cosa sto facendo? >> mormorò Thomas avvicinandosi al suo orecchio. Era palese cosa stava facendo, era ovvio. Aveva deciso di giocare agli animaletti dello zoo, certamente, o almeno era quello che cercava di pensare autoconvincendosi. Thomas soffiò sul suo orecchio destro, un leggero soffio che fece chiudere per un attimo gli occhi di Newt. Sentiva quel senso di tranquillità, di pace interiore, quel senso di puro piacere che per almeno un secondo nella vita gli permetteva si staccarsi dallo stress della vita monotona concedendosi ad un attimo di piacere. 
<< Smettila dai Tommy, non sei divertente >> borbottò il biondino cercando di trattenere il fiato in un groppo alla gola ma senza neanche rendersene conto si ritrovò la testa piegata di lato, sentendo l'aria provenire dal finestrino aperto sfiorargli il collo con le mani che stringevano fortemente i fianchi del ragazzo che gli stava comodamente sopra. 
<< Fatti baciare questo bel collo che ti ritrovi >> ridacchiò in un sussurro Thomas prima di strofinare il suo naso contro la pelle liscia di Newt. 
Quest'ultimo si era ritrovato in una via retta totalmente sbagliata. Erano migliori amici sì, finti fidanzati sì ma dover essere quel ragazzo da toccare intimamente il suo migliore amico in luoghi pubblici non gli sembrava una buona idea eppure una parte di lui voleva, insisteva, quella parte che stringeva saldamente i fianchi di Thomas quasi a non volerlo lasciare andar via. 
Newt ridacchiò, si lasciò scappare una piccola risata preso alla sprovvista di quel tenero contatto. La sua pelle liscia era sensibile ad ogni tocco, Thomas lo sapeva benissimo. 
<< Non c'è bisogno. Non c'è nessuno Tommy >> sorrise Newt spavaldo come se gli importasse qualcosa.
<< Ma io ti voglio >> Thomas fece un piccolo musino sembrando un cane bastonato. Quelle parole, quelle tre parole se non contiamo il ma, avevano praticamente fatto perdere ogni minima lucidità di Newt che ridacchiò solamente senza proferire nulla, come se quella risata avesse dato il permesso al moro di fare tutto ciò che voleva. E infatti fu così. 
In un attimo Newt si ritrovò con la testa leggermente inclinata sul cuscino mentre Thomas, che non si preoccupava di stare sopra di lui, appoggiò le proprie labbra rosee sul collo bianco di Newt. Il contatto delle labbra di Thomas sul suo collo lo avevano reso vulnerabile constatando che il suo collo era la sua kriptonite, il suo punto debole. 
Gemette ad ogni volta che Thomas gli mordicchiava il collo, gemette per ogni volta che le sue labbra succhiavano fortemente un pezzo di lembo della sua pelle bianca ormai diventata rossiccia. Non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti. L'unica cosa che riusciva a sentire era quel senso di piacere che il suo migliore amico barra finto fidanzato gli stava concedendo in quei attimi di pace mentre una vocina continuava a ripetere il suo nome. Newt, Newt, Newt, Newt, Newt, Newt.

<< NEWT! >> la voce squillante di Minho, ormai stufo di richiamare il ragazzo seduto al suo fianco, risvegliò Newt da quel momento di trance. 
Newt scosse la testa guardandosi attorno. Si ritrovava sugli spalti del campus della scuola affianco a Minho. Impossibile a crederci ma come dire di no a quella testa dura di Thomas che lo aveva pregato di andare da Minho anche senza di lui assicurandogli che li avrebbe poi raggiunti. Era una giornata tremendamente afosa, tant'è che aveva deciso di lasciar perdere i felponi e le giacche di pelle del suo Tommy. Per tre giorni di fila era rimasto a casa, l'influenza lo aveva investito in piena sera proprio quando Thomas se ne stava per tornare a casa sua. Per tre giorni giacque sul suo letto fermo immobile con costanti dolori alla testa e su tutto il resto del corpo. Era stato straziante per lui, ogni piccolo rumore gli causava un terribile mal di testa. Ogni mattina rimaneva a casa solo, cercando di dormire e di riposare il più possibile che poteva mentre nel pomeriggio passava Thomas a raccontargli tutto della giornata, dei compiti, di qualche pettegolezzo. Parlava, parlava, parlava così tanto che Newt si era costretto a trattenersi nel dargli una sberla dal momento che infondo, dopo la lunga chiacchierata - che specifichiamo coinvolgeva solo Thomas - il suo migliore amico rimaneva fino a tarda sera per tenere e prendersi cura di Newt dato che la madre era fuori a lavoro. 
Newt aveva apprezzato molto quel gesto anche se Thomas aveva rischiato di incendiare la casa cercando suolo di cucinare un brodino per il povero malato e rischiando di drogare Newt dandogli un'altra medicina. 
<< Che vuoi? >> chiese sbuffando Newt. 
<< È da tre ore che ti sto parlando ed è da tre ore che sei perso nel tuo mondo a pensare chissà cosa mentre ti continui a strofinare la mano sul tuo cavolo di collo >> rispose Minho facendogli notare che infatti era da un bel po' che il ragazzo non faceva altro che accarezzare col pollice una parte del suo collo. 
Non si poteva biasimare quel comportamento. Era da almeno un paio di notti che sognava e risognava il suo migliore amico concedergli attimi vietati ai minori e non era assolutamente una cosa normale. A causa di quei sogni si ritrovava ad essere più distratto senza smettere di pensare a che razza di gioco voleva giocare la sua mente. Infine dava tutta la colpa al post - febbre da cavallo. 
<< Scusami, Mr. so tutto io se mi concedo un attimo di assenza in questo mondo del cazzo >> proferì Newt sarcastico spostando poi lo sguardo verso il campo da calcio allo spazio dedicato alle cheerleader dove incontrò lo sguardo di Teresa che intenta a fare una giravolta sembrava cercasse qualcuno tra gli spalti. Sicuramente Thomas, ovvio.
<< In realtà ti sei staccato dal mondo quattro giorni fa >> constatò Minho dopo aver contato i giorni con le dita. 
<< E questa da dove ti esce? >> Newt scosse il capo lasciando sfuggire lo sguardo su quello di Minho troppo concentrato a farsi con gli occhi una ragazza seduta più giù rispetto a loro. 
<< Me l'ha raccontato Thomas. Dice che a volte ti comporti in modo strano >> Minho fece spallucce come se la cosa non fosse da nulla mentre Newt non sapeva se sorridere per il fatto che Thomas si stava preoccupando per lui o picchiarlo a sangue per il fatto che raccontava i suoi cavoli di affaracci ad un tipo come Minho. 
<< Ma tu hai mai pensato di ricontattare i tuoi vecchi amici? >> chiese Newt arricciando il naso per deviare il discorso. 
Non sarà stato attento ma una cosa aveva notato: da quando avevano conosciuto Minho, lui era sempre tra i piedi. Non che gli dispiacesse la sua compagna, anzi sì gli dispiaceva, ma non poteva controbattere contro Thomas. 
<< E tu non hai mai considerato l'idea che Thomas ti potesse piacere veramente? >> chiese di rimando Minho alzando le sopracciglia. 
Uno schiaffo, un colpo basso, una vampata d'aria, una sfrecciata nel petto. Cosa aveva appena detto? Cioè, faceva sul serio? 
Newt rimase in silenzio per qualche secondo cercando di rielaborare qualcosa di sensato nella sua mente mentre Minho si beveva tranquillamente la sua bottiglietta d'acqua. 
<< Ma cosa stai dicendo? >> finalmente Newt riuscì a trovare delle parole sensate che non potessero metterlo in situazioni imbarazzanti. 
<< Era solo un'osservazione da amico >> farfugliò Minho alzando in aria le mani anche se con la coda dell'occhio poteva ben notare Newt torturasi le mani. 
<< Ricordami, da quando siamo amici? >> chiese sarcastico Newt.
<< Da quando ho reso te e Thomas popolari >> constatò Minho con fare ovvio alzandosi dalla superficie. Dal fondo del campo potevano intravedere un Thomas goffo che stava correndo saltellante. Sembrava felice, goffo, ma felice. 
Aveva ancora quell'aria spensierata, un bel sorriso che nessuno poteva togliergli neanche con la forza, i capelli alzati con il gel che a quasi gli ricordava un attore di quella serie tv molto amata "Teen wolf", sprizzante con una grande voglia di vivere. 
<< Ho passato il test di fisica! Ho passato il test di fisica! >> continuava ad urlare salendo gli scalini fino ai suoi amici mentre sventolava per aria un foglio marchiato con una B. 
Newt sorrise, era fiero e in quel momento le parole di Minho andarono al vento. Al diavolo cosa pensava lui, era solo un momento di totale confusione. 
<< B come beccati questa troia >> saltellò Thomas riferendosi alla sua professoressa di fisica che quando aveva consegnato i compiti a stento credeva che Thomas non avesse copiato. 
<< B come bravo il mio coglione >> ridacchiò Newt prendendo il foglio dalle mani di Thomas. 
Sicuramente quello era stato la prima B in fisica di Thomas, alla fine i miracoli potevano avvenire infondo. 
<< B come baciami >> Thomas sorrise appoggiando le sue mani sui fianchi del biondo avvicinandosi al suo viso.
<< Come? >> esclamò Newt dopo aver scosso la testa. Non stava succedendo nulla, era tutto frutto della sua immaginazione. 
<< B come basta ora possiamo andare perché siamo in ritardo? >> ripeté Minho.
<< ora vado >> farfugliò Thomas passandosi una mano tra i capelli. 
<< Minho ha notato come correvo bene e dato che è il capitano di atletica della scuola vuole farmi entrare, te l'avevo detto ieri >> continuò Thomas riprendendosi il foglio per poi tirare su con un braccio un borsone sportivo. 
<< Già, perché io noto tutto. Vedo tutto >> si pavoneggiò il coreano sorridente, quasi a lanciare una frecciatina a Newt, prima di scendere gli spalti senza nemmeno aspettare Thomas.

Newt camminava perso tra suoi pensieri. Il quartiere era calmo. Il cielo emanava una forte luce che fece costringere a Newt di socchiudere i suoi piccoli occhi pur non scontrandosi contro un palo comunale. Era rimasto per mezz'ora sugli spalti per contemplare ciò che gli stava succedendo, passò poi in biblioteca a leggere un libro per distrarsi ma l'universo gli aveva affidato un libro dove la situazione era molto simile alla sua. Thomas gli aveva inviato un messaggio riferendogli di dirigersi verso il bar alla sesta avenue dove Minho lavorava attualmente e che si sarebbero poi incontrati proprio dentro l'edificio. 
Il bar non era né troppo grande, né troppo piccola. Era giusta, almeno secondo Newt che si sedette su un tavolo ad aspettare i due. Si appoggiò sulla sedia rivestita da un'imbottatura rossa. Emanava un odore di fragranza mischiata con l'odore di nicotina. Insomma, tipico dei bar. Il biondo se ne stava in cuore all'anima finché non si avvicinò un ragazzo dai capelli nocciola ed occhi azzurri con un foglio in mano. 
<< Se serve una mia firma per la petizione contro gli alcolisti che fanno casino di notte non è un problema mia >> disse schietto Newt senza nemmeno alzare lo sguardo troppo concentrato a controllare, anzi, imprecare messaggi a Thomas chiedendogli dove caspiterina erano finiti. 
<< Newt. Sei tu Newt? >> A questa domanda Newt non poté far altro che alzare lo sguardo e notare l'assomiglianza di qualcuno. 
<< Theo? >> chiese più che altro sorpreso il biondino facendo un sorriso a trentadue denti.

<< Proprio dal retro dobbiamo entrare? Esiste anche la porta d'entrata >> Thomas e Minho erano appena arrivati al bar dopo una ventina di minuti. 
Tra corse, prove, allenamenti, doccia negli spogliati non avevano neanche fatto caso all'ora tant'è che Minho avrebbe dovuto meritarsi un casino di multe per via della specie di maratona che aveva corso con la sua auto tenendo con il fiato sospeso Thomas, povero cristo con la paura di morire crepato in un incidente stradale. 
<< Fai poche storie grazie >> lo riprese Minho allacciandosi intorno alla vita un piccolo grembiule color bordeaux per poi mettersi dietro il bancone di fretta e furia. 
In quel momento Thomas constatò che la velocità affluiva ormai nel sangue del asiatico. Mentre quest'ultimo era preso con le varie ordinazioni, Thomas si sedette su uno degli sgabelli del bancone guardandosi attorno per cercare con lo sguardo dov'era finito Newt. 
<< Ma dove diamine è finito Newt? >> borbottò prendendo un paio di noccioline sul vassoio appoggiato accanto a lui. 
Minho dal canto suo senza nemmeno preoccuparsi di guardare intorno indicò solamente con lo sguardo l'uscita del bar dove vi era Newt insieme ad un altro ragazzo intenti a parlottare e fumare una sigaretta. 
<< E quel tipo chi è? >> chiese irrequieto Thomas senza distogliere lo sguardo, attento ad ogni loro movimento. 
<< Che ne so. Prima mi hai fatto una testa gigante di questo cavolo di legame che ti lega con Teresa che ne possiamo parlare anche ora >> sbuffò Minho avvicinandosi a Thomas mentre con un panno bianco asciugava per bene un bicchiere lasciato da un signore sul bancone. 
<< Mh >> mugugnò il moro con disattenzione senza smettere di guardare i due, quasi come se fosse troppo protettivo nei confronti di Newt. Anzi sì, lo era. 
<< Mi hai chiesto aiuto no? La conoscono molto bene quella ragazza >> il coreano guardò Thomas con la coda dell'occhio consapevole che infondo non lo stava veramente ascoltando. Annuiva e basta. 
<< Insomma, perché non mi ha mai parlato di questo ragazzo? >> se ne uscì all'improvviso Thomas sgranocchiando degli stuzzichini salati. 
<< Come dicevo, conosco i suoi bassi e i suoi alti >> Minho riprese a sbuffare senza neanche dare peso a ciò che il ragazzo gli stava dicendo. 
Sembrava essersi formata una conversazione su un'altra conversazione. 
<< Dovresti dire anche al tuo capo che fumare fuori fa male all'ambiente >> borbottò muovendo la gamba sinistra su e giù come se fosse un tic nervoso. 
<< Almeno mi stai ad ascoltare? E comunque le persone solitamente preferiscono fumare fuori in uno spazio aperto che in uno spazio chiuso, genio >>. Minho non se ne capacitava, non riusciva a comprendere la logica di quei due. Intervenire sarebbe stato una bella idea o avrebbe peggiorato solamente le cose? Infondo poi non era compito suo iniziare ad affezionarsi a quei due. Teresa gli aveva chiesto solo un favore e basta ma Minho aveva sottovalutato Thomas e Newt. La cosa si stava trasformando o meglio dire degenerando. 
<< Ti sembro uno che ti stia ascoltando? Assolutamente sì >> rispose con fare ovvio Thomas. 
<< Per quanto ancora? >> Minho si appoggiò con le braccia sul balcone dopo aver acceso la radio che mandava in onda una canzone degli anni 90. Sembrava essere divertito ma allo stesso tempo abbattuto per Thomas. 
<< Per quanto che cosa? >> chiese innocuo Thomas arricciando il naso. 
<< Per quanto devi stare a controllare Newt come se fossi un maniaco pervertito? >> domandò sarcastico Minho alzandosi dalla sua comoda posizione per poter servire un paio di clienti in fila.
<< Non più ora >> sussurrò più che altro tra sé e sé Thomas notando che il ragazzo se n'era andato dando un bacio sulla guancia destra di Newt. 
Quest'ultimo fece cadere la sigaretta sul cemento, spegnendo del tutto il fumo che fuori usciva senza badare al fatto di inquinare più del dovuto quella stradina. 
Entrò sorridente, aveva in mano un foglio e un altro piccolo fogliettino. Si passò la mano tra i capelli per scompigliarli leggermente. 
<< Guardate cosa ho qua >> il biondino si sedette nello sgabello vicino a quello di Thomas che alla vista del ragazzo avvicinarsi al bancone non aveva proferito nulla.
<< È uno scherzo? Un volantino della scuola con stampato le vostre facce "gay è ok"? >> Minho prese in mano il foglio dal momento che Thomas non si era nemmeno dato la briga di abbassare lo sguardo per sbirciare un po'. L'asiatico scoppiò a ridere, non si sa se per le facce stampate sul foglio rosa o per aver scoperto di come la cosa si era ingrandita di molto. 
<< Cos'è quello? >> Thomas non aveva nemmeno per un attimo distolto lo sguardo sul fogliettino piccolo che Newt custodiva gelosamente tra il palmo della sua mano destra. 
<< Theo mi ha lasciato il suo numero >> rispose con calma Newt sventolando il fogliettino per aria. 
Ma Thomas glielo strappò dalle mani facendo una piccola smorfia per poi accartocciarlo e buttarlo oltre il bancone. 
<< Mi dispiace deluderti ma tu hai già il ragazzo >> disse con un accento di possessività nella voce dopo aver afferrato il braccio di Newt e averlo fatto mettere comodo in mezzo alle sue gambe con il petto che aderiva perfettamente contro la schiena del biondino. 
Newt venne preso alla sprovvista, non capendo le intenzioni del ragazzo. Minho che era occupato con la cassa guardava con la coda dell'occhio il gesto compiuto da Thomas socchiudendo gli occhi perplesso. 
<< Sì, il ragazzo che intanto si vuole fare un'altra >> mormorò ridacchiando Minho rovinando così la bella atmosfera da coppia gay tra Thomas e Newt. 
<< Già e per lo più siamo solo migliori amici in realtà, giusto? >> Newt aveva intuito che Minho si stava riferendo a Teresa e passò il suo stato d'animo a "ragazzo arrossito ma in pace con sé stesso" a "ragazzo che se ne sbatte altamente i coglioni ritornando a sedersi sul suo posto" sforzando poi un sorriso. 
<< Parlando di Teresa, dato che stasera festeggio il mio compleanno e che siete invitati anche voi a casa mia, puoi farti avanti. Ti aiuto io, so come la guardi >> ammiccò Minho facendo un occhiolino a Thomas. 
Non sapeva che con quelle parole aveva appena accesso una lampadina a Newt, morso dalla gelosia. In che senso "so come la guardi"?! 
<< Aspetta è il tuo compleanno? >> interruppe Newt aggrottando la fronte.
<< Non ce l'hai detto >> disse sorpreso Thomas alzandosi dallo sgabello per poi battere un cinque al coreano dopo avergli urlato in un BUON COMPLEAAAANNO, attirando così l'attenzione di tutti i presenti nel bar.
<< In realtà ve l'ho detto, siete voi che ultimamente siete fuori dal mondo >> 
In realtà non aveva detto niente anche perché si era dimenticato di quel piccolo dettaglio insignificante ma almeno la sua stupidaggine era servito a qualcosa, facendo riflettere così Newt e Thomas e facendo notare ai due di quanto fossero veramente fuori dal mondo da quando avevano iniziato a frequentarsi per finta.


Salve gentah! 

Scusate il ritardo ma la connessione faceva schifo e poi non avevo nessun'idea lol comunque spero di aver iniziato bene con una scena newtmas dehehehehe. 
Non so se graziare Minho o dargli un pugno in faccia per aver rovinato un momento newtmas. Ve prego di non odiare il personaggio di Teresa cwc HAHAHAHAHHAHA. Anyway Thomas e Newt gelosi l'uno dell'altro is the way. daaah che cosa posso dire di altro? Ringrazio quelle persone che fin'ora seguono e recensiscono la mia insolita fanfiction. Spero davvero l'apprezziate. Fatemi sapere se continuare oppure no, ci tengo alle vostre opinioni.
ps. sono l'unica cosa che mi fanno continuare la ff lol !
Alla prossima! 
   
 
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