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Autore: Sevvina    07/09/2015    0 recensioni
"Oh Will, senti anche tu questo amore che brucia nelle vene, questo orrore dilettevole che mozza il respiro come farebbe la vista del sublime tramonto del sole dardeggiante all'orizzonte della placida distesa dell’oceano deserto?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Folie à Deux

“See? This is all I have ever wanted for you, Will. For both of us”

Abbasso involontariamente lo sguardo quando penso che ho sempre voluto tutto questo per entrambi, io e te Will, solo noi contro il mondo che fa poco altro oltre a giudicare e catalogare. Quasi mi imbarazza desiderare ancora una follia condivisa da entrambi, une folie à deux. E potremmo esserlo, insieme, solo se tu lo vuoi. A questo strano sentimento che volentieri mi sarei strappato via dal petto a sangue freddo prima di conoscerti, ora permetto di parlare al posto mio senza far mistero alcuno di ciò che sento per te, Will. Ancora una volta attendo un rifiuto, attendo di vedere le tue spalle allontanarsi da me, di percepire il tuo cuore ostinatamente chiudersi, avvolto da una spirale di spine. Invece, con mia sorpresa e meraviglia, dalle spine sbocciano belle rose rosso vermiglio, e liberano il cuore che si apre nel tuo sorriso - le tue labbra deliziosamente dischiuse - quando pronunci quella parola che riecheggia nella mia testa.

“It’s beautiful.”

 Ti guardo, Will: il tuo viso disegnato a matita numerose volte dalla mia mano è decorato di sangue nero alla luce della luna; ti guardo, come fossi il più bel dipinto su cui io abbia mai posato i miei occhi affamati, senza più parole in grado di uscire dalla mia bocca: proprio io, che di parole mi nutro, che con parole mi difendo, che con le parole apprezzo, che con parole gioco e provoco, ometto e mi diverto. Riesco a malapena a credere a ciò che il mio udito vuol farmi credere che io abbia sentito; non penso di esser riuscito a trovare una definizione alle potenti sensazioni che provo nel momento in cui sei tu a iniziare un contatto tra di noi, quando sei tu ad appoggiare la tua testa su di me, esitante stavolta di forzare un contatto.

Oramai dalle nostre bocche escono solo sospiri affannosi, la mente ha abbassato arrendevolmente le barriere e ceduto il controllo al cuore, e la maschera d’impassibile compostezza che di solito si confonde col mio viso è volata via trasportata dalla leggera brezza marina che ci accarezza la pelle e fa bruciare le ferite aperte. In questo momento ci sono solo le nostre anime scoperte in cerca di calore, e tutto il resto non conta più. Suppongo sia questo quello che chiamano zweisamkeit: quello stato paradisiaco in cui due anime si ritrovano, formando un alone di solitudine tra loro, isolandosi dal mondo e bastando a se stesse. I nostri battiti hanno preso il posto delle parole, sono musica dentro di noi, scrivono il finale alla nostra storia che si scriveva da sola dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati. Ricordo come ho rincorso con brama i tuoi occhi; tu fuggisti dai miei con riluttanza, poi li hai cercati mistificando le tue intenzioni e io te li negai col cuore spezzato; poi me li hai concessi sinceramente e io mi innamorai perdutamente. Mi accorgo di starmi innamorando ancora di più, e come potrebbe essere diversamente, avendoti, finalmente, tra le mie braccia? L’agnello è divenuto Leone, e ha trovato nutrimento, piacere e soddisfazione nella sua natura. Ecco cosa ho sempre desiderato.

Siamo parte della Creazione tutta, Will. Ed il Creatore di questa meraviglia è anche il nostro: ha dato la vita all’agnello, Will, ma ha anche dato la vita alla tigre. Non esiste la luce senza l’oscurità, non esiste quello che tu chiami bene senza quello che tu pensi sia il male, come non ci sei tu se non ci sono io. Il nostro destino è stato marchiato a fuoco nei nostri cuori, la nostra attrazione divenuta troppo forte per essere adeguatamente ignorata, il richiamo troppo assordante tra le stanze delle nostre menti. Oh Will, senti anche tu questo amore che brucia nelle vene, questo orrore dilettevole che mozza il respiro come farebbe la vista del sublime tramonto del sole dardeggiante, all'orizzonte della placida distesa dell’oceano deserto?

Vedi? Finalmente l’amore ti fa vedere la bellezza in quello che ti posso offrire, finalmente accetti chi sei, accetti chi siamo, e non provi più a scappare dall’inevitabile. Stavolta invece abbandoni la tua fronte sulla mia spalla, la tua guancia poggi sul mio petto, le nostre mani stropicciano la stoffa degli indumenti sporchi che indossiamo, mentre assaporiamo, in questo turbinio di sensazioni, l’intimità che i nostri corpi sperimentano toccandosi perché lo vogliono entrambi allo stesso momento.

 Sono in totale balìa di te, di quello che mi hai detto e di quello che mi fai provare, e senza opporre resistenza alcuna ti lascio trascinarci giù, nel vuoto, in questa notte testimone del sugello di un amore completamente accolto dai nostri cuori che battono in un modo del tutto differente dagli altri. Penso, mentre ci libriamo nel vento, con le ali invisibili che l’angelo caduto dal cielo non ha aperto per lungo tempo, prima di incontrare l’acqua fredda del mare, che il pinnacolo della beatitudine è confinante con l’orrore, la deformità, la follia: un culmine che fa smarrir la mente di chi non sa guardar oltre. [1]

 

[1] affermazione scritta in un saggio di estetica del 1785.

  
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