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Autore: wendy_isa    07/09/2015    1 recensioni
ciao a tutti,
sono una nuova scrittrice! Vi avverto non sono molto brava. Questa storia parla della vita di Elisa una ragazza dolce e simpatica che si rivelerà purtroppo altrettanto sfortunata. Essendo alle prime armi si accettano recensioni di qualunque tipo. grazie e buona lettura
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo spero che vi piaccia J(vi avverto una cosa l’ho presa da un cartone bellissimo che ho visto da piccola)
 
 
 
Erano le sette circa, Elisa fece un’ottima colazione probabilmente l’ultima .
Preparò la valigia … se si poteva chiamare così: era infatti composta da oggetti che aveva preso il giorno prima e quello che conteneva lo zaino di scuola. Insomma proprio niente di particolare.
Scese le scale ed arrivò nella sala grande dell’hotel.
Si sedette, aspettava una persona alle 9.30 ma erano ormai le 9.38.
Non aveva con se un orologio ma c’è n’era uno accanto alla reception. Era un orologio a pendolo molto vecchio,strano che funzionasse, Elisa ne era affascinata non ne vedeva uno funzionante ormai da tanto tempo. Lei amava gli oggetti di antiquariato.
Da piccola infatti non viveva a Boston ma in un paesino chiamato Earltown non molto distante. Lì quando aveva quattro anni era uscita di casa da sola, non che volesse scappare, aveva solo intenzione di esplorare.
Faceva molto caldo ed Elisa camminava per una ripida salita arrivò davanti ad un negozio che non aveva mai visto.
Era in una parte del paesino dove i genitori non l’avevano mai portata. La porta era molto imponente aveva una maniglia di legno. Vi era intagliato un drago.
Il vetro era fatto in modo che non si vedesse l’interno.L’atmosfera era alquanto cupa nonostante il sole.
Elisa all’inizio aveva avuto paura ma poi era entrata, il negozio era vuoto non c’era anima viva.
 Era pieno di oggetti antichi. Vi erano mensole piene di libri, spade che ricordavano i cavalieri medievali, candelabri, scatole decorate in oro, gioielli, armadi pieni di pergamene, casse piene di tappeti orientali e tessuti magnifici ,cose assurde delle quali Elisa non conosceva neanche l’esistenza … e poi c’era lui.
Al centro della stanza troneggiava un orologio a pendolo bellissimo. Era alto e vi era, poco sopra il quadrante un cielo azzurro un prato e una pecora che mangiava. Elisa fissava l’orologio incuriosita.
Ad un certo punto sentì un rumore, era un vecchietto. Sorrideva e sembrava volesse dire” vedo che hai buon occhio”. L’uomo le disse che quell’orologio aveva una storia.
Le disse di aspettare fino a mezzogiorno,mancavano ancora due minuti. Quando scoccarono le dodici dal numero otto usci un principe, mosso dagli ingranaggi, e al posto della pecora comparve una fata e non una qualsiasi lei era la principessa.
Il vecchio le raccontò che i due giovani era innamorati ma tutti e due non potevano lasciare i rispettivi mondi, così si incontravano tutti i giorni a mezzogiorno pur sapendo del loro amore impossibile.
Elisa aveva solo quattro anni ma comprese la storia.
Di lì a qualche minuto arrivarono i genitori preoccupatissimi. Il proprietari del negozio li aveva chiamati subito dopo averle mostrato quel magnifico orologio.
Da quel giorno Elisa a mezzo giorno andava sempre a vedere l’incontro dei due amanti fino a quando all’età di 8 anni si trasferì a Boston.
L’orologio che tanto le stava a cuore non era come quello della sala ma Elisa vedendolo si ricordò di quanto era bello andare a vedere quella magnifica scena accompagnata dai dodici rintocchi dell’orologio.
Ripensando a quei momenti una lacrima le scese sulla guancia, si accorse che stava arrivando un uomo accompagnato dal poliziotto del giorno prima così si asciugò le lacrime e gli andò incontro.
Il poliziotto disse ad Elisa che lui era Eric e che la avrebbe accompagnata all’orfanatrofio.
Il sole splendeva in cielo, la pioggia e i brutti pensieri erano ormai andati via, almeno per il momento.
 Eric era un uomo sui 35 anni aveva gli occhi marroni ed i capelli castani pettinati in un modo strano. Aveva una bocca sottile e poco sopra dei baffetti che gli davano un aria intelligente. Indossava una camicia a scacchi rossa e bianca e dei pantaloni blu.
Avrebbero passato tutta la giornata insieme, l’orfanatrofio non era proprio a Boston si doveva arrivare in centro prendere la metro, il treno e infine un bus.
Si misero seduti alla stazione del 446 un autobus che li avrebbe portati in centro.
Eric cominciò a parlarle, sembrava molto simpatico le offrì una patatina fritta ed Elisa non ci pensò due volte, come rifiutare. Decisero che le avrebbero conservate per mangiarle un po’ alla volta durante tutto il viaggio ma dopo circa 20 secondi erano già finite tutte.
Parlarono di molte cose ad esempio di sport, Elisa aveva sempre sognato che il padre la facesse giocare a hockey ma lui era contrario voleva facesse uno sport tipo danza o ginnastica artistica.
Tutte le domeniche le faceva vedere programmi sul pattinaggio artistico, sulla ritmica, sulla danza moderna ma la stanza di Elisa rimaneva sempre tappezzata di poster riguardanti l’hockey.
Eric le raccontò invece che a lui non piaceva lo sport, lui amava il teatro in particolare quello shakespeariano. Le disse che era andato fino a Londra solo perché lì c’è n’era uno bellissimo, il più importante del mondo, aveva detto.
Elisa si stava davvero divertendo con Eric, anche se lui aveva 35 anni e lei solo 15 si stava davvero sentendo a suo agio.
Dopo circa un’ora che aspettavano videro in lontananza l’autobus, finalmente! Elisa non ne poteva davvero più.
Appena saliti Eric gli racconto che lui da bambino quando stava in autobus si divertiva sempre a fare un gioco con chi lo accompagnava. Ognuno dei due giocatori sceglieva maschio o femmina e si faceva a gara con quanti ce n’erano nell’autobus. Quando qualcuno scendeva si scartava e al momento di scendere vinceva la maggioranza.
Ad elisa piacque molto questo gioco così cominciarono. Elisa contava i maschi ed Eric le femmine, al cosa divertente era che il più agguerrito era Eric. Purtroppo per lui al momento di scendere c’erano 19 maschi e13 femmine. Scesero e salirono sulla metro, continuarono la loro partita. Eric 0 Elisa 1.
Sulla metro era un po’ più difficile perché c’erano più persone ma questa volta la sconfitta era evidente: 38 femmine e 21 maschi. Eric aveva avuto la meglio.
Arrivati alla stazione del treno si fermarono al bar per comprare qualcosa da mangiare poi salirono sul treno.
Dopo un po’ di silenzio Eric sorrise, Elisa gli chiese il perché e lui tirò fuori un pacco di marshmallow colorati. Elisa era felicissima avrebbero fatto un chubby bunny da paura. Ovviamente vinse Elisa che faceva pratica più spesso.
Arrivarono finalmente all’orfanatrofio, si trovarono davanti un cancello alto, molto imponente. Ai lati c’era, invece, un grazioso muretto di mattoni che segnava il confine del giardino.
Per entrare nell’edificio si doveva percorrere un sentiero, lì intorno erano coltivati con cura fiori di ogni forma e colore.
Arrivati davanti alla porta Eric bussò. Venne ad aprire una signora vestita di bianco che li fece entrare. Fece sedere Elisa e le diede il benvenuto.
Eric le consegnò dei documenti la donna li scannerizzò sul computer e poi li ripose accuratamente in un grande raccoglitore rosso che mise nel cassetto della scrivania.
Arrivò una ragazza di 15-16 anni con una tazza di thé caldo. Elisa l’accettò con piacere.
La donna disse ad Eric che poteva andare Elisa un po’ triste corse da lui e lo abbracciò ringraziandolo di cuore per tutto.
La donna la condusse in una stanza vicino all’ingresso e le disse che per questa notte avrebbe dormito lì. Avrebbe trovato un cambio di biancheria e di vestiti. Elisa si avviò stanca ma con il sorriso. Era stata una bella giornata.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Salve a tuttiiiii. Spero che vi sia piaciuto. Mi dispiace che non ho scritto molto di questi tempi ma non avevo i mezzi per farlo, vi prometto che scriverò con più costanza. Vi prego di recensire critiche e consigli sono ben accetti!
                                                                                                                       Un bacio la vostra Wendina
   
 
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