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Autore: Peach Blossoms    07/09/2015    2 recensioni
Episodio che vede come protagonista Heiji. Il giovane detective di Osaka si trova a dover affrontare un caso pericoloso: due uomini misteriosi sembrano avere un conto in sospeso con lui e bramano vendetta. Heiji dovrà scoprire chi sono questi uomini, ma soprattutto dovrà proteggere Kazuha.
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO V
"L'incendio"

Shinichi sfogliò per l’ennesima volta il rapporto stilato dal dipartimento di polizia sul caso del signor Mitsuhiko. Le sue deduzioni coincidevano, come sempre, a quelle di Heiji. Ormai era convinto della colpevolezza dell’uomo, ma mancavano le prove per dimostrarlo.
Erano le 7.00 del mattino, fece una doccia veloce per rinfrescarsi e levare dal viso i segni di una notte passata insonne. Era preoccupato, Heiji non aveva chiamato e il suo telefono era irraggiungibile. Più volte aveva cercato di rintracciarlo, senza però riuscirci. Temeva che avesse passato l’intera notte nel bosco, e con gli indumenti che indossava, sarebbe stato un miracolo trovarlo ancora in vita. Non poteva nemmeno chiedere aiuto alla polizia per le ricerche perché si era presentato lui stesso come Heiji Hattori e spiegare che in realtà era Shinichi Kudo, oltre ad aver destato sospetti, avrebbe rappresentato un serio pericolo qualora la notizia della sua ricomparsa si fosse diffusa anche a Tokyo e fosse giunta all’orecchio dell’organizzazione.
Un lieve sorriso comparve sul volto del ragazzo: Heiji sapeva che non avrebbe avuto aiuto dalla polizia se avesse chiamato Shinichi, aveva messo in gioco la sua vita fidandosi ciecamente del suo miglior amico. Aveva chiesto a Shinichi di far luce velocemente sul caso, in modo che lui potesse occuparsi unicamente di Kazuha. Il suo compito Shinichi l’aveva fatto, aveva in mano la chiave per risolvere il delitto, ma evidentemente qualcosa era andato storto ad Heiji, se ancora non si era fatto vivo.
Una volta vestito, uscì di casa e montò sulla moto. Dopo dieci minuti, era già in prossimità del bosco, deciso a trovare il migliore amico.

                                                                           ***

Nel frattempo, Aoi e Yooto stavano aspettando il momento ideale per mettere in atto il loro piano vendicativo. Attirare Heiji nel rifugio era stato facile, sapevano che avrebbe rischiato la sua vita pur di salvare quella ragazza, e così era stato. Il rifugio era stato costruito sulle rovine del primo, distrutto nell’incendio che aveva appiccato il signor Mitsuhiko per togliersi la vita. Quale vendetta migliore, se non quella di uccidere il giovane detective di Osaka esattamente nello stesso luogo  e nello stesso modo in cui era morto il marito? Yooto riferì alla donna che i due ragazzi avevano trascorso l’intera notte nel rifugio e che in quel momento si trovavano ancora all’interno. Cercando di non fare troppo rumore, dunque, serrò le finestre e la porta e cosparse il legno delle pareti di benzina, come Aio aveva ordinato.
Ma quell’odore forte bastò a far svegliare Heiji.
Si era addormentato con indosso solo i boxer, ma grazie al contatto con il corpo di Kazuha, non aveva sentito freddo. La ragazza, invece, era rannicchiata tra le braccia di lui e sulle spalle aveva la giacca che Heiji le aveva poggiato per evitare che prendesse troppo freddo: si era svegliato nel mezzo della notte e l’aveva sentita gemere. Le accarezzò la guancia, facendo attenzione a non toccare le ferite. Guardò quel corpo per l’ennesima volta e ancora il suo sguardo si perse tra quelle curve delicate.
Dei rumori, provenienti dall’esterno, catturarono la sua attenzione e notò nuovamente quell’odore che lo aveva svegliato. Sembra benzina, pensò. Si alzò, cercando di non svegliare la ragazza, si vestì velocemente e si diresse verso la porta. Dannazione, è bloccata! Si voltò di scatto, e notò che anche le finestre erano chiuse. Si rese conto di essere in trappola. Porta e finestre serrate, odore di benzina…
-
“Kazuha, forza svegliati!” urlò, scuotendola leggermente. “Kazuha svegliati, dobbiamo andarcene subito!”
La ragazza aprì gli occhi, e lo guardò con aria confusa. “cos’è successo?” chiese, mentre si affrettava a vestirsi. Heiji non rispose, stava cercando disperatamente una via di fuga: tastò ogni centimetro della parete nella speranza di trovare una trave di legno più sottile e facile da rompere.
- “Heiji, ma lì c’è un cellulare, siamo salvi!” disse felice Kazuha. In effetti sulla sedia, in un angolo buio della stanza, c’era proprio un cellulare. Che l’avessero dimenticato i rapitori? Heiji lo accese, non c’era campo. Girò per tutta la stanza cercando un punto in cui potesse connettersi alla linea telefonica e d’un tratto squillò. Era un messaggio, diceva:
Siete in trappola. Brucerete all’inferno. Addio, caro detective! Nessuno sentirà la tua mancanza.
In quello stesso momento, del fumo cominciò a penetrare nelle fessure delle pareti. “Heiji, del fuoco!” urlò Kazuha spaventata. L’incendio era divampato e avanzava veloce, in pochi secondi la porta e parte della parete erano completamente infuocate. “Aaah no!no!” Heiji emise un urlo furioso, strinse con forza il cellulare che teneva fra le mani e lo scagliò contro il muro con una tale forza che la trave colpita si spostò di pochi centimetri. Senza pensarci due volte, prese la rincorsa e si buttò contro il muro che, per la pressione del colpo e il calore dell’incendio, si sfondò. Il ragazzo si rialzò velocemente, senza curarsi delle ferite che gli avevano procurato le schegge di legno, prese Kazuha per mano e insieme corsero senza sapere dove fossero diretti, preoccupandosi solo di allontanarsi il più possibile da quell’inferno.

Yooto, convinto che i due fossero in trappola, se ne andò soddisfatto e senza lasciare tracce.

Dall’altra parte del bosco, Shinichi alzando lo sguardo, notò del fumo nero salire in cielo.
L’incendio! conoscendo la storia del signor Mitsuhiko, aveva intuito le intenzioni dei due rapitori. Pregò che Heiji stesse bene e salito sulla moto, si diresse a tutta velocità nel luogo da cui proveniva il fumo. Heiji sto arrivando, resisti!

Kazuha si fermò per riprendere fiato e tossì: finalmente erano usciti dalla coltre di fumo. Finalmente, dopo due giorni, vedeva la luce. Heiji si accasciò a terra, aveva corso a perdifiato e aveva bisogno di riprendersi da quel brutto spavento. Ancora una volta l’aveva scampata, ma quell’incubo non era ancora finito.
La ragazza strappò un frammento della manica del suo maglione, lo bagnò con un po’ di acqua e tamponò le ferite sul viso di Heiji. “Ai, ai.. così mi fai male!” brontolò. Kazuha sorrise. Heiji la guardò ancora una volta: alla luce del sole, le sue ferite era molto più evidenti, aveva lividi quasi su tutto il corpo.
- “Ma quell’uomo.. lui, insomma.. quando ti ho trovato eri svenuta, per terra… i pantaloni.. ecco” Heiji faticava a trovare le parole. Avevano fatto l’amore quella notte, ed era stato meraviglioso. Ma il pensiero che quell’uomo l’avesse toccata, prima di lui, gli riempiva il cuore di rabbia.
- “No.” rispose lei, intendendo ciò che il ragazzo voleva chiederle, “mi ha picchiata perché ho opposto resistenza. Ci stava riuscendo, ma ho trovato la forza di urlare e a quel punto, sentendo qualcuno arrivare, è scappato”, continuò, “sei l’unico Heiji, se è quello che vuoi sapere”. Il ragazzo si sentì incredibilmente sollevato. Sorrise, e poggiò la testa sul ventre di lei lasciandosi accarezzare i capelli.
In quel momento un uomo in moto sbucò dal cespuglio alle loro spalle. Heiji si rialzò di scatto, facendo da scudo alla ragazza, raccolse da terra un bastone e lo puntò contro l'uomo.
- “E’ così che accogli un amico che viene a salvarti?”, rise Shinichi,togliendosi il casco "e cosa credi di fare con un bastoncino?". Kazuha tirò un sospiro di sollievo mentre Heiji rise, felice di rivedere il detective di Tokyo. - “Dalla tua faccia compiaciuta vedo che hai risolto il caso, Shinichi” lo stuzzicò.
- “Esatto. E venendo a cercarti, ho trovato anche le prove.”

                                                                                              ***

- “Ti sei assicurato che siano morti entrambi?” chiese la signora Sakuro.
- “Sicuro. Da lì non potevano certo scappare” rispose sicuro e soddisfatto Yooto, non sapendo che invece, presto, l’avrebbe pagata. 
  
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