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Autore: galvanix    07/09/2015    5 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                        CAPITOLO QUINDICESIMO
                                Appesa ad un Filo

             





Mentre Vegeta si sfogava a dovere con la strega, Bulma e Goten erano riusciti a scappare dal castello, grazie al tempestivo aiuto di Gohan.
Si erano allontanati a sufficienza dal palazzo e, raggiunto un luogo al riparo da sguardi indiscreti, la scienziata tirò fuori, dalla tasca, la capsula che conteneva la navicella.
Una volta dentro, la donna si precipitò nella stanza adibita alle cure.
Aveva deciso di costruirla per soccorrere Vegeta nel caso decidesse di partire e allenarsi, fino a non reggersi in piedi.
Sperava di non doverne mai farne uso, ma purtroppo il destino aveva voluto diversamente.
Tuttavia, in quel momento, ringraziò la sua geniale intelligenza per aver inserito una stanza simile.
All’interno di essa vi era un lettino, posizionato al centro, un paio di mobili e un armadio che contenevano diversi medicinali, garze, un respiratore e tutto l’indispensabile per curare chi avesse bisogno.
Alle pareti laterali si trovavano un paio di oblò, ma c’era ancora qualcosa che catturò immediatamente l’attenzione di Goten…la vasca di rianimazione.
Non era mai entrato in quella stanza, soprattutto perché non ce ne era mai stata l’occasione.
Durante il mese trascorso nella navicella gli era capitato di medicarsi durante l’allenamento avuto con Trunks e gli altri, ma aveva sempre usato qualche medicinale trovato all’interno della camera gravitazionale.
Era rimasto incantato da quel macchinario, principalmente perché non gli era mai capitato di vederlo così da vicino.
Sapeva a cosa serviva perché era stato il fratello ad informarlo tempo fa.
Infatti Gohan aveva aiutato la scienziata a costruirlo, basandosi sulle direttive del Principe e, un giorno, aveva portato con sé Goten, per fargli vedere il loro progetto.
Non lo aveva mai visto in moto e questo lo incuriosì particolarmente, facendogli nascere il dubbio nel momento in cui vide la donna adagiare sua figlia sul lettino, attaccandole il respiratore.
Non capiva il motivo per cui lei non adoperasse il macchinario che poteva salvare la vita alla piccola Bra…
Questo fatto lo insospettì non poco e, con tono perplesso, le chiese:

“Ehi Bulma, perché non immergi Bra nella vasca che hai creato? La salverà senz’altro e in maniera definitiva”.
“Non posso” rispose, amareggiata, la scienziata.
“Perché? Tu e Gohan ci avete lavorato tanto e poi è sicuramente la scelta migliore”.
“Vedi Goten, la vasca non è ancora ultimata.
C’erano ancora delle cose da sistemare in questa navicella prima di poter essere utilizzata, però era anche l’unica a disposizione e sono stata costretta a prelevarla, nonostante i suoi difetti” esclamò lei rassegnata.
“Capisco”.
“E’ colpa mia Goten, dovevo agire diversamente e soprattutto dovevo riparare la vasca prima di ogni altro impegno, ma non pensavo fosse necessario. Ora che ne ho un disperato bisogno, non funziona” proferì la donna in lacrime.
“Non è colpa tua Bulma e poi non potevi prevedere una cosa simile. Lo so che, in qualche modo, ti senti responsabile perché vorresti fare di più per tua figlia, ma non hai nessuna colpa, credimi. Ascolta, perché non proviamo ad azionarla lo stesso? Che ne dici?” disse serio il giovane, avvicinandosi alla vasca.
“Non so, ho paura che non funzioni e non posso rischiare di compromettere maggiormente la salute di Bra” aggiunse lei intimorita.
“Guardala Bulma, non potrebbe stare peggio di così.
Voglio essere sincero…la sua aura si è indebolita vertiginosamente da quando ci trovavamo nel castello e non so quanto potrà resistere in quelle condizioni.
Vale la pena tentare, non credi?” le suggerì, il ragazzo, saggiamente.
“Forse hai ragione” ribadì la scienziata con tono angosciato.

Quella era l’ultima spiaggia per sua figlia e doveva tentare l’impossibile per poterla salvare.
Doveva farcela, ad ogni costo, perché non poteva pensare di poter sopravvivere senza più vedere il suo dolce sorriso o immaginarla correre vivacemente per tutta la casa.
Non poteva arrendersi e non doveva farlo neanche la sua bambina.
Così, decisa, si diresse verso la vasca e, mentre pigiava i tasti per l’accensione, domandò al giovane:

“Goten, prendi Bra e toglile i vestiti, poi portala qui”.
“Perché dovrei spogliarla?” esclamò, arrossendo, il ragazzo.
Non osava immaginare cosa avrebbe potuto fargli Vegeta, se fosse stato presente in quella circostanza.
“Perché le sue ferite devono essere direttamente a contatto con il liquido che si trova all’interno della vasca.
I vestiti ostacolerebbero il suo risanamento.
Solo così la sua guarigione sarà più completa e veloce”
“Va bene, ho capito” concluse Goten decisamente più determinato.

Il ragazzo eseguì alla lettera gli ordini della donna, lasciandole al collo soltanto la collana regalata dal padre, e  una volta terminato, la prese delicatamente tra le braccia dirigendosi verso la scienziata.
Bulma aprì il portellone della vasca e fece deporre la figlia al suo interno, per poi richiuderla.
Prima di attivare il meccanismo di accensione, si assicurò che tutti i fili fossero collegati correttamente.
Ora era rimasta soltanto una cosa da fare, ossia pigiare il tasto che avrebbe avviato la vasca.
La scienziata esitò nel farlo, ma fu incoraggiata dalle parole confortevoli del giovane Son:

“Non aver timore Bulma. Nel caso accada qualcosa, interverrò all’istante, anzi la distruggerò, se sarà necessario”.
“Beh, io mi auguro che non ci sia bisogno di farla saltare in aria, ma, se serva, non esitare” rispose lei con tono autorevole.

Il moro fece un cenno affermativo con il capo e, a quel punto, la donna, dopo un lungo respiro, avviò la macchina sperando in un vero e proprio miracolo.
Goten guardò, pensieroso, la piccola attraverso il vetro appoggiando una mano su di esso.
Sperò, con tutto il suo cuore, che la bambina si riprendesse presto perché non rivederla sorridere sarebbe stato un duro colpo non solo per la sua famiglia, ma anche per lui…
Si era affezionato molto a Bra, in fondo era la sorellina del suo migliore amico ed era abituato a vederla spesso, quando andava a trovare Trunks.
Provava, per lei, un profondo ed incondizionato affetto, forse perché non aveva mai avuto una sorella ed, ora, il pensiero che potesse accaderle qualcosa, di veramente spiacevole, lo terrorizzava oltre l’inverosimile.
Così, insieme a Bulma, pregò che la bambina riprendesse presto conoscenza e, senza rendersene conto, sussurrò angosciato:

“Forza piccola, non mollare. Quando ti rimetterai giocheremo ancora insieme, te lo prometto”.
                                                           
                                      


Nel frattempo Goku, Trunks e Nemesis vagavano nel castello alla ricerca degli altri.
Il saiyan più anziano intercettò distintamente l’aura del figlio maggiore e, prontamente, percepì la sua difficoltà.
Probabilmente anche lui aveva incontrato l’esercito immortale e, come era accaduto a loro, stava subendo senza avere un minimo di tregua.
Intuendo chiaramente la complessità di tale situazione, decise di intervenire non appena avesse scorto suo figlio.
Svoltato l’angolo vide subito Gohan stremato, a terra, circondato da circa una ventina di soldati che stavano per infierire, sferrando il colpo di grazia.
Per un saiyan sarebbe stato un gioco estremamente facile, vincere contro quel gruppo di nemici, ma la situazione era ben più complicata, se l’avversario di fronte era una truppa immortale con una riserva di energia, praticamente, infinita.
Così, Goku, decise di intervenire all’istante, prima che il figlio finisse in guai ancora più grossi.
Il saiyan avvertì Trunks con lo sguardo e l’altro rispose con un gesto d’intesa.
A quel punto, lanciò una sfera energetica per attirare l’attenzione e, approfittando della distrazione dell’esercito, il figlio di Vegeta si fiondò sull’amico, ormai senza forze, e lo portò in salvo allontanandosi velocemente dal campo di battaglia.
Raggiunto il proprio obiettivo, il Son e gli altri si allontanarono, frettolosamente, rifugiandosi in una delle stanze presenti nel corridoio affianco.
Il lilla fece sdraiare Gohan a terra con la schiena appoggiata alla parete.
A quel punto il ragazzo si riprese e, riconoscendo i visi familiari dei suoi conoscenti, pronunciò sarcasticamente:

“Finalmente siete arrivati, non vi sarete mica persi?”
“Se fai dell’ironia significa che, in fondo, stai bene” intervenne scherzando Trunks.
“L’importante è che siamo arrivati in tempo.
Ora hai bisogno di riposarti un po’, quindi ti conviene andare alla navicella e medicarti le ferite” gli suggerì, pacatamente, il padre.
“Ma, papà io mi sento bene e non devi preoccuparti”.
“Gohan, segui il mio consiglio. Non riesci neanche a stare in piedi e in queste condizioni non sei molto utile.
Per favore Trunks, potresti accompagnarlo?” domandò gentilmente Goku al giovane.
“Va bene” rispose prontamente il lilla.
“Perfetto. Nel frattempo, io e Nemesis, andremo a dare un’occhiata a tuo padre per vedere come si evolve la situazione” asserì serio il Son.

Dopo essersi accordati, Goku e il mago uscirono allo scoperto con l’intento di arrivare alla stanza in cui si trovavano il Principe e la strega.
Il saiyan aveva un brutto presentimento.
Percepiva l’aura dell’amico aumentare vertiginosamente ad ogni passo che compiva e questo lo rendeva tremendamente nervoso, non per paura, ma perché non sapeva cosa aspettarsi, una volta giunto a destinazione.
Era a conoscenza soltanto di una cosa…Vegeta era davvero furioso.
Poteva sentire nitidamente il dolore che l’amico stava covando e che solo un genitore può comprendere.
In fondo Vegeta stava soltanto facendo un po’ di giustizia, a modo suo, ma probabilmente, persino lui, si sarebbe comportato allo stessa maniera.
Nella sua vita, anche lui, aveva provato sentimenti come la rabbia, il rancore, il desiderio di giustizia più di un’occasione, ma mai vendetta.
Invece, ora, il solo pensiero di far del male ad una bambina innocente lo colpiva intensamente, forse perché non sopportava l’idea di potersela prendere con i più deboli o con persone che non erano in grado di difendersi.
Lo trovava un comportamento da vigliacchi, se non una mossa alquanto sleale.
Questa volta condivideva completamente il pensiero del Principe ed ora era convinto che nessuno avrebbe potuto fermarlo, neanche lui.
Tuttavia non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea e forse non voleva neanche.
Per la prima volta, Son Goku, provava un sentimento alquanto contrastante, ma nello stesso tempo appariva nitido nella sua mente.
Aveva timore soltanto nel formulare un‘ipotesi simile, ma doveva ammettere a se stesso che quel sentimento si avvicinava molto ad un senso di rivalsa o più semplicemente alla cosiddetta vendetta.
Una parola a lui sconosciuta perché quel tipo di sentimento non era mai albergato nel suo cuore anche se ora, qualche dubbio, cominciava a nascere in lui.
Quando si era trasformato in super saiyan contro Freezer, per vendicare Crilin, aveva provato una profonda rabbia, ma ora si sentiva diverso, forse perché la vittima in questione era solo una bambina innocente.
Tuttavia, si ritrovò a riflettere velocemente sull’accaduto e, in fin dei conti, sperò soltanto che la piccola sopravvivesse a quest’incubo perché, in caso contrario, era convinto che Vegeta avrebbe scatenato l’inferno.
Effettivamente, Goku, non si stava sbagliando perché il Principe era molto determinato a portare a termine il suo obiettivo, ossia punire severamente la strega.
Il saiyan aveva legato i polsi della donna con una catena che pendeva dall’alto, costringendola a tenere le braccia alzate verso l’alto.
Arcadia si teneva a malapena in piedi, dopo aver ricevuto calci e pugni dall’uomo, ma non si arrendeva, anche se era allo stremo delle forze.
Lei voleva dimostrare il suo coraggio e la sua forza, nonostante la debolezza stesse per avere il sopravvento.
Erano ore che la torturava e il suo corpo ne era la prova perché era ricoperto di tagli e lividi, ma la donna non accennava segni di cedimento, anche se la sua sofferenza era ben evidente.
In realtà l’obiettivo di Vegeta era quello di torturarla fino al momento in cui lei avrebbe chiesto pietà, ma Arcadia era troppo orgogliosa per cedere a questo tipo di debolezza.
Tuttavia il saiyan continuò imperterrito la sua missione, colpendola ripetutamente, finché non cambiò la sua tattica.
Si fermò improvvisamente e riprese la frusta, da terra, che aveva lasciato in precedenza.
L’agitò con violenza facendola sbattere sul pavimento per poi avvicinarsi lentamente alla megera e sussurrarle, con tono profondo, a poca distanza dal viso:

“Ti basta la lezione o vuoi che continui?”
“Che vuoi dire?” replicò fievolmente la strega.
“Hai realmente capito cosa hai fatto a mia figlia? Perché posso ricominciare, se qualcosa non è stato chiaro”.
“Io non sono pentita, se è questo che pretendi.
Non ti chiederò mai scusa, puoi giurarci” ribatté lei sofferente.
“Non è a me che devi le tue scuse.
Per colpa tua la vita di mia figlia è appesa ad un filo ed ora lo sarà anche la tua” aggiunse, lui, con tono furioso.
“E’ il prezzo da pagare per le tue malefatte, saiyan”.
“Ti sei solo comportata da vigliacca. 
Dovevi colpire me, non lei.
Bra non centrava nulla e tu lo sapevi, ma hai voluto prendertela, lo stesso, con mia figlia.
La questione riguardava solo me e te, ma a quanto pare dovrò rinfrescarti le idee.
Ora pagherai le conseguenze del tuo gesto, finché non ne sarò soddisfatto” asserì seccato Vegeta.
“Io non ho paura di affrontare la morte, se ci tieni tanto a saperlo” obiettò, ghignando, la megera.
“E chi ha parlato di morte…” concluse, con tono deciso, il Principe.

A quel punto Arcadia scoprì il vero intento del saiyan.
Lui non voleva ucciderla, forse era partito con quello scopo, ma ora aveva cambiato nettamente idea.
Vegeta voleva soltanto vederla soffrire e farle patire le stesse pene inflitte alla figlia.
Era persino curioso di sapere quanto sarebbe resistita la donna sotto le sue torture, perché lui non si sarebbe fermato finché non avrebbe avuto la certezza che la bambina si fosse risvegliata.
Così l’uomo riprese il supplizio da dove si era arrestato, punendola, a dovere, con la frusta che teneva ancora in mano.
Sotto i suoi colpi, la strega stringeva i denti per non dare la soddisfazione, al saiyan, di vederla soffrire ulteriormente.
Quei colpi facevano davvero male, ma lei non avrebbe mai chiesto scusa per un’azione compiuta consapevolmente, ne valeva del suo orgoglio.
Così decise di sopportare, in silenzio e per quanto le era ovviamente possibile, la sua infinita penitenza.
Mentre Vegeta la castigava duramente, fu attraversato da una strana sensazione ed, infatti, qualche secondo dopo, si  ritrovò accasciato al suolo colpito da un forte dolore al petto.
Vedendolo in quelle condizioni, la donna rimase allibita non riuscendo a comprendere il motivo del suo male.
Tuttavia, nonostante le sue precarie condizioni, udì distintamente il Principe sussurrare:
 
“Non è possibile…Bra…”

In quel momento Vegeta giunse ad un’amara conclusione.
Purtroppo, l’aura della sua bambina, era scomparsa per sempre…
 

 


                                                                                                                                                                 CONTINUA…
 

 










ANGOLO DELL’AUTRICE

Perdonate il mio solito ritardo, ma ormai credo vi siate abituati…
In questo capitolo, da come avete potuto leggere, accade qualcosa di veramente impensabile.
Vegeta percepisce l’aura di Bra scomparire e questo lo getta nello sconforto più totale, ma davvero non ci sarà più niente da fare per la piccola?
Nel prossimo capitolo scoprirete tutto, è una promessa! ;)
GRAZIE a tutti voi che mi seguite e recensite! 
A Presto!!!
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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