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Autore: ValyXD    07/09/2015    1 recensioni
Una ragazza italiana di nome Val ha finalmente l'occasione di coronare il suo sogno: insegnare musica negli Stati Uniti. Parte quindi non per la solita New York, ma per la meno caotica ma molto più arida Phoenix, capitale dello stato dell'Arizona, anche casa del suo gruppo preferito: i This Century.
Finirà quindi per diventare la coinquilina del cantante, ma loro sono completamente diversi. Riusciranno comunque ad andare d'accordo? O nascerà perfino qualcosa di più?
Dal capitolo 9/:
" [...] -Non sono io che sto occupando una stanza potenzialmente libera.-
Colpo basso.
-Bastardo.- sibilo, per poi alzarmi.
-Grazie.-
-Bastardo
due volte.-
-Ci tengo, a farmi rispettare.-
-Oh, non preoccuparti. Mi vendicherò.-
-Metterai carne nel cibo a mia insaputa?-
Mi avvicino molto pericolosamente al suo viso, in particolare alle sue labbra, e lo fisso dritto negli occhi.
-No, mister Kanitz. Molto, molto peggio.- sussurro, facendolo arrossire.
Colpito e affondato.
"
-------
I This Century esistono veramente ;)
Coraggio, entrate e non ve ne pentirete, garantito!
ValyXD
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo 9:

L’Inizio Della Mia Vera Vita

Al mio risveglio ho una dolce sorpresa: sulle mie gambe sta comodamente ronfando un gatto arancione. Cerco di muovermi per accarezzarlo, ma stando attenta a non svegliarlo. Tuttavia, appena gli sfioro la schiena quello si alza e mi soffia. Scappa dalla mia stanza e corre nel corridoio (ma wah). Sento Joel che sussurra un “buongiooorno, Peach!!”. Mario Bros is evriuer.

Decido quindi di alzarmi, tanto è già sveglio.

-Yaaawn…- entro nel salotto sbadigliando.

-Buongiorno, Val.-

-Uhonhiohno, Hoel.-

-Hm. Cosa gradisci di solito per colazione?-

-Qualsiasi cosa, tranne il caffè.-

-Che?-

-Non mi piace il caffè. Lo odio.-

-E come ti svegli?-

-Non mi sveglio. Mi sveglio all’ora di pranzo.-

-Ah, quindi oggi sei mattiniera.-

-Nel senso, mi sveglio col corpo, ma non con la testa. E oggi mi sono anche alzata tardi.-

-Sono solo le otto…-

-Mi sveglio alle sei e mezzo.-

-Tu sarai pazza, ma pure gli Italiani…-

-Zitto… noi non abbiamo sganciato bombe nucleari a caso contro il Giappone.-

-Non erano a caso… e noi Americani invece non abbiamo aiutato Hitler a sterminare decine di migliaia di Ebrei…-

-Ah, già… e voi Americani avete ancora le torri gemelle… ah ma non…-

-Ma infatti, gli Italiani si sono liberati da soli, durante la Seconda Guerra Mondiale… ah ma non…-

-Uffah. Beh, noi Italiani abbiamo una lingua logica! E soprattutto, teniamo alla nostra grammatica, non usiamo con il verbo “fare” il “fai” anche alla terza persona, dove non ci vorrebbe…-

-Ma è per essere informali…-

-In realtà è per far capire a chi ha studiato Inglese che le regole non servono a un emerito caz-ehm. A nulla, tanto cambiate i verbi a caso. E perché il plurale di “person” non è “persons”, ma “people?” Non ha senso!-

-E comunque, voi Italiani non avete il Grand Canyon.-

-Si va sul regionale? Voi Americani non avete il mare più bello di tutto il mondo!

-Infatti. Ce l’hanno le Filippine!-

-Ma sentitelo! Lecchinatore di fans! Le Filippine hanno sicuramente un bel mare… ma la Sardegna, caro mio, non la batte nessuno! E anche la Sicilia ha un mare fantastico!-

-Sicilia?-

-Non ci arrivi? E’ un’altra isola.-

-Uh, scusami… ho per caso offeso il tuo patriottismo?-

-Cagliaddi muddu, che in quanto a patriottismo voi Americani siete incontenibili. Faccio un esempio? OMMIODDIO E’ QUATTRO LUGLIOH! DEVO ASSOLUTAMENTE FARE UNA GRANDE FESTA, CON ROBA DA MANGIARE DI TUTTI I GENERI, SENNO’ NON VA BENEH!-

-Mi sembra giusto…-

-Ma dai, è esagerato. Noi il due giugno non facciamo nulla se non dire “uh che bello, la repubblica ha tot. anni.”-

-Sai che questa conversazione mette in luce il tuo patriottismo?-

-Non si chiama patriottismo. Si chiama difesa della propria stirpe.-

-Quindi se attacco, che so, la Francia…-

-Cosa dici sulla Francia?-

-Che… la Tour Eiffel fa schifo?-

-La Tour Eiffel è l’emblema della Francia…-

Rifletto un attimo su quello che ho detto.

-Caz boh michia… se non…- inizio a ridere come un’idiota –se non.. ahahahha, dai fuoco alla Tour Eiffel sei… sei… ahahah… un coglione ahahhaha!!-

Joel mi guardava con una faccia tra lo spaventato e lo stravolto.

-Scusa ahaha… è che non ho smesso di seguire i fatti di cronaca in Italia e… questo tipo qui…  ahahahah… -

Sorride anche lui.

-Calmati e spiegami con serietà cosa è successo.-

-Uh… ahahah… allora, eh. Sai che questo anno c’è l’esposizione universale?-

Annuisce.

-Ci sono sempre gli stupidi che non vogliono far crescere il paese… e si è formata una specie di setta chiamata Black Bloc… hanno preso bastoni o che ne so, e hanno iniziato a dare fuoco a roba a caso. Hanno intervistato un ragazzo che era orgoglioso di quello che ha fatto… e ha detto “Minchia maaaaa, la banca è l’EMBLEMA della ricchezza, minchia ce… se non dai fuoco a una banca sei un cogliooone.”-

-Non mi metterei a ridere.-

-Sì, ma… tu, lui, io… nel senso, dovevi vederlo… oddio…-

Riattacco a ridere, e lui sospira.

-Se continui ti darò solo pomodori a vita.-

-Nononono, tranquillo. La smetto.-

-Ecco. Vuoi il cacao nel latte?-

-Uh, ma che domanda inutile… certo che sì.-

-Bene, almeno sui dolci andremo d’accordo.-

-Non esistono dolci a base di carne, quindi… aspetta, mi stai dicendo che hai preparato tu la colazione?-

-Certo, perché non dovrei?-

-Nulla, è solo… un po’ strano, ecco. A me la preparava mamma… e babbo non alzava manco un dito. Ah, aspetta, sì. Alzava il braccio per prendere la tazza dal comodino.-

-Pft. Qui in America, la donna e l’uomo hanno stessa importanza.-

-Ehiehiehiehiehi! Ti parlo di quindici anni fa!-

-Hm.-

-E nel caso in cui te lo stessi chiedendo, l’Italia ha un grande rispetto per le donne!-

-Certo, ti credo. Come credo ai femminicidi sempre più frequenti.-

-Come fai a saperlo? Ah, eh… Smettiamo di parlare di cronaca? Grazieeeh.-

-Come vuoi. Ecco qui.-

Mi poggia davanti un bel tazzone fumante, mentre lui sorseggia il suo caffè. Puah. Solo l’odore mi fa schifo. Scusate, ma proprio non lo reggo… esattamente come l’odore di fumo. Mi sorge un dubbio.

-Joel… tu non fumi, vero?-

-Fumo i salatini, se ti interessa.-

-Ma che…-

-Dài, lo hai fatto anche tu, da piccola, di fare finta di fumare mangiandoti un salatino poco a poco.-

Sorrido.

-In quel senso? Allora fumo anche io. I salatini.-

Passa qualche altro minuto di silenzio.

-Senti, Val…- inizia. Io alzo lo sguardo e lo rivolgo ai suoi occhi. Ha un’espressione così preoccupata…

-Che c’è?-

-Prima, tu, parlavi dei tuoi genitori al passato…-

-Perché- chiedo –E’ grammaticalmente scorretto?-

-No, non per quello… è che, mi chiedevo, solo…-

-Nah- faccio io. –Sono vivi e vegeti, per il momento.-

-Oh, ok. Era solo un piccolo dubbio.-

Ci sorridiamo a vicenda. Ora che ci faccio caso, lui sorride tanto. Tantissimo. E ride molto poco. Sorride, ma non ride. Io sono proprio il contrario. Come dice una frase che adoro:

“A farmi ridere ci riescono tutti. Tu prova a farmi sorridere.”

Io penso di essere così. Rido per ogni cazzata, ma sorrido solo per le cose che davvero mi toccano.

Joel è proprio il contrario.

-Perché non ridi mai?- gli chiedo, a freddo.

-Non so.- risponde lui, con la stessa freddezza. –L’ho notato anche io, sai? Se rido io, allora la cosa fa veramente ridere.-

-Quindi come ho descritto Money Honey ieri sera andava bene…-

Sorride.

-Era piuttosto imbarazzante, per non parlare del seguito.-

-Pft.- faccio io. –Manco gli applausi ci hanno fatto.-

-Non era il caso.-

-Ma…-

Alza le spalle.

-Come ti pare.- faccio una piccola pausa. –Stamattina sono al conservatorio a dare lezioni.-

-Sì, me lo hai detto ieri.-

-Giusto per ricordartelo.-

-A che ora torni solitamente?-

-Boh…- faccio io. –Mezzogiorno… forse.-

-Forse?-

-Eh, sì… se sono in ritardo non chiamarmi, vuol dire che sono ancora a lezione.-

-Ricevuto. E a che ora vai?-

-Le dieci, giusto il tempo di farmi la doccia. Il rubinetto non è di quelli complicati che basta un millimetro e ti ghiacci oppure ti ustioni, vero?-

-Quasi.-

Inarco un sopracciglio.

-Quando gli gira. E’ un po’, come dire… difettoso?-

Mi schiaffo una mano in faccia.

-Me la caverò.-

*-*-*-*-*-*-*

Sono riuscita a lavarmi senza soffrire, dopo un po’ di tempo, dovevo solo prenderci la mano.

-Ciao, io esco!- dico a Joel, dopo essermi vestita.

Mi saluta di rimando.

-Devi andare da qualche parte, tu? Intendo, se non ti trovo a casa o altro…-

-Forse…-

-Che vuol dire forse?-

-Non voglio che tu lo sappia.- sorride.

Io mi schiarisco la voce, per farla assomigliare a quella di una vecchietta.

-Non fare pazzie, figliolo, il mondo è pericoloso!-

-Certo, nonna…- risponde lui.

 

{~~~}{~~~}{~~~}

 

La mia lezione è finita piuttosto in ritardo, è mezzogiorno è mezza, e io inizio ora ad uscire dal conservatorio.

Il telefono trilla, e rispondo, già un po’ scocciata, per sbuffare appena leggo chi mi chiama:

[Incoming Call: Lewis-.-”]

Esatto, l’ho salvato così. Non ci posso fare niente.

-Pronto?-

-Ciao Val… puoi farmi un piacere?-

-Dipende, è fattibile?-

-Penso proprio di sì!-

-Bene, dimmi…-

*-*-*-*-*-*

-Certo che no! Stai scherzando, spero!- quasi urlo, entrando in casa.

-Bentornata, Val…- mi saluta Joel, che OMMIODDIO! Si... Si è tinto i capelli! Bastardo! Bastardissimo! Lo guardo scioccata, togliendo il telefono dall’orecchio,

-Sei un coglione, Joel. Bentornata un cazzo, comunque.-

Lui apre di più gli occhi,

-Non sono molto gentile oggi, come vedi.- sibilo, per poi appoggiare le mie cose e riprendere la conversazione.

-Come accidenti ti è venuto in mente? Non potrei mai! Ho altre cose da fare al conservatorio, figuriamoci se ti sostituisco!-

Passano una decina di secondi, in cui Joel aspetta mogio che la telefonata finisca e in cui Lewis mi spiega che deve fare un viaggio a Vienna. Quel bastardo… non ci sono mai andata io a Vienna, la città della musica romantica, la mia preferita, e ci va lui, che idolatra John Cage!

-Non. Mi. Interessa! Se devi andare in Europa vacci, io ho i miei impegni! E conosci altre persone a questo mondo, oltre a me, o mi sbaglio?-

Lo metto in vivavoce, per prendere in braccio Kona.

-Ma, Val, tu sei la persona più adatta a cui affidare i miei alunni… e ti pagheranno, tranquilla!-

Il sorriso che avevo si ritrasforma in quella strana smorfia di prima. Kona inizia a ringhiare contro il telefono. Sorrido di nuovo.

-Buona… non è il telefono quello cattivo, è chi sta dietro e parla!- le sussurro.

-Lewis, anche se mi dessero tutte le miniere d’oro di questo mondo, non potrei perché ho altre cose da fare. Ti rendi conto che mi stanno chiedendo vere e proprie lezioni? E che sarò al conservatorio tutti i giorni! Per di più, la domenica, c’è questa ragazza che proprio non ne sa, e devo andare a casa sua per aiutarla… è simpatica ma no! Dico, quand’è che sto con me stessa, io?-

-Hai ragione… e poi c’è anche il tuo ragazzo, ma non potresti comunque tentare…-

-Ragazzo?- chiedo –Ma io non ho un ragazzo…-

Joel si schiaffa una mano in faccia, io lo vedo, e si indica. Rifletto un secondo. Ah, certo. Io avevo detto a Lewis che Joel era il mio ragazzo per togliermelo di torno.

-Ahh… intendi… il mio ragazzo, certo! Avevo capito male… esatto, è tanto tempo che non sto con lui quindi proprio no, mi spiace.-

-A che gioco stai giocando? Avevo subito capito che non stavate insieme, perché hai fatto finta?-

Sospiro. –Non ti devo rendere partecipe della mia vita privata, se permetti.-

-Quindi?-

-Ti ho già detto che non posso e non potrò mai.-

-No, intendo, sei single?-

-Occristosantissimoincieloetuttiisanti…. Sì, ok? E perché ti interessa?-

-Perché non penso di aver mai trovato una persona più speciale di te… io… credo di amarti, Val.-

Mi massaggio le tempie per evitare di uscirne con un sonoro “Va’ a fare in culo”. E poi, ci si dichiara al telefono, adesso?

-Lecchinalo, lecchinalo!- sussurra Joel, da dietro. Sospiro.

-Senti, sei stato un fantastico insegnante, senza di te non avrei mai potuto diplomarmi, e abbiamo davvero un buon rapporto, non voglio che cambi, capisci? Restiamo solo amici, ok?-

-Sapevo che non hai mai provato nulla per me… chiederò a qualcun altro per il conservatorio…-

Chiude la chiamata. Faccio un respiro profondo. In fondo (molto in fondo) mi dispiace, ma…  finalmente mi sono liberata di lui, non ne potevo più.

-Visto che ci crediamo?- chiede Joel.

-Oh, non preoccuparti.- inizio. Lui sembra non capire. Mi alzo in piedi e gli vado incontro. Gli prendo una ciocca di capelli.

-Ora è il tuo turno, Joel, meravigliosa creatura bella come un girasole appena sbocciato e dal canto di un fringuello. Ah, so che non sei un soprano, non preoccuparti.-

-Posso… spiegare…- tenta di dire. Io gli mollo i capelli.

-Ma dico…- inizio –TI SEI FUMATO IL CERVELLO, PER CASO? Non ti piacevano i capelli biondi? Che poi era biondo scuro, che con quegli occhi verdi ci azzeccava a pennello… no! Ora sei come il settanta per cento della popolazione mondiale: coi capelli color cacca! Ti senti migliore, coi capelli color cacca? Non ti è bastato tagliarteli, che per me è stato scioccante? No che non ti bastava! Se li è pure tinti! Dove andremo a finire!-

Lui fa per parlare.

-Non accetto scuse! Né motivazioni!-

Vado come un razzo nella mia stanza, mi butto sul letto e mi sbatto due cuffie sulle orecchie.

Metto la musica a manetta. Che sensazione fantastica.

Nel caso in cui ve lo siate chiesti, il mio programma di ascolto musicale funziona così:

Sono triste? Ascolto i This Century.

Sono felice? Ascolto i This Century.

Sono in ansia? Ascolto i This Century.

Sono rilassata? Ascolto i This Century.

Sono in uno stato d’animo che non so descrivere? Ascolto i This Century.

Ne ho le palle piene dei This Century? Ascolto Beethoven.

O i Beatles. O i Coldplay. O Bruno Mars, Avril Lavigne, i Green Day, Linkin Park, Redlands, Lucio Dalla, Fabrizio De André, Edoardo Bennato, Gianna Nannini, Ed Sheeran. Oh, sì. E Mozart. Figlio.

No, non erano in ordine.

Ah, e riguardo Ed Sheeran… si, vabbè. Sto già sbavando. E ho detto tutto.

Tra Ed e Joel… come timbro vocale Joel, ma come aspetto fisico…

Sempre Joel, bitch.

Ma Sheeran è un figo della Madonna, porca vasca da bagno.

Joel bussa, ma io non sento.

Bussa di nuovo, quindi apre lentamente la porta.

Entra Kona, che sale sul letto e prende a leccarmi la faccia.

-Ah… ma… buona, Kona, smettilPFF, dai, bastGNAW…- dico, mentre cerco di levarmela da sopra la testa, e mi tolgo le cuffie. Sembra l’unico essere vivente a cui sto simpatica, qui dentro.

Dov’è la mia Lyn?

-Kona, giù.- dice Joel, e la cagnolina, obbediente, scende dal letto e va a sedersi vicino a lui. Mi metto a gambe incrociate e sospiro.

-Un giorno o l’altro devi insegnarmelo.- gli dico.

-Ti sei sfogata? Si da il caso che il pranzo è pronto.-

Devo ammettere che non sta per niente male così… ma era meglio prima.

-Tsk.- faccio io, teatralmente. –Devo ancora pensarci, forse non mi sono sfogata.-

-Val, alzati e vieni a mangiare, adesso.-

-Non sei tu che mi dai gli ordini.-

-Non sono io che sto occupando una stanza potenzialmente libera.-

Colpo basso.

-Bastardo.- sibilo, per poi alzarmi.

-Grazie.-

-Bastardo due volte.-

-Ci tengo, a farmi rispettare.-

-Oh, non preoccuparti. Mi vendicherò.-

-Metterai carne nel cibo a mia insaputa?-

Mi avvicino molto pericolosamente al suo viso, in particolare alle sue labbra, e lo fisso dritto negli occhi.

-No, mister Kanitz. Molto, molto peggio.- sussurro, facendolo arrossire.

Colpito e affondato.

Nella lista di: “Cosa da dire a Matteo per fargli credere che in realtà ci so fare con gli uomini”.

Beh, lui dice il contrario…

 

Buongiorgioh ah tuttih!
Sih, mih sentoh moltoh inh venah dih haccah staserah.
Whatever, let's stop it or I will die.
Piccolo sclero.

Questo capitolo mi piace un casinaccio, SEBBENE (che bellah parolah *-*) non mi convinca in alcune parti, ma io sono una di quelle che non si accontentano mai, anche quando suono c:
La cosa del tipo dei black bloc è vecchissima, lo so, però io ho tipo scritto il capitolo un secolo fa x'D
E ho deciso di non togliere quella parte perché Val e Joel che litigano difendendo la propria nazione sono una cosa epicahhh!
ho cercato di vedere la cosa anche "dall'altra parte", cioè da come l'avrebbe vista un americano, spero di esserci riuscita^^

Ci tengo a dire che tutto quello che ho scritto è stato messo in modo puramente ironico, e non volevo offendere nessun paese in perticolare, nè tantomeno nessuna etnia
nè tantomeno Ulisse. (Ulisse è nessuno, l'avete ca-Peeta, vero? c:)
Ca- PEETA!!!!!
*muore dal ridere*
Solo chi ha letto/visto Hunger Games mi capirà <3

E... e poi Val che si incazza perché Joel si è tinto i capelli.
Seriamente, quando l'ha fatto io avevo una faccia tipo:
ASDFGHJKL!!!!WTF!WTF!WTF!OMG!OMF! *piange*
Ho reso l'idea?
BeneH!

Ci si rilegge tra due lunedì! :D
ValyXD
   
 
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