Capitolo 9:
L’Inizio Della Mia Vera Vita
Al mio risveglio ho una dolce sorpresa:
sulle mie gambe sta comodamente ronfando un gatto arancione. Cerco di muovermi
per accarezzarlo, ma stando attenta a non svegliarlo. Tuttavia, appena gli
sfioro la schiena quello si alza e mi soffia. Scappa dalla mia stanza e corre
nel corridoio (ma wah). Sento Joel che sussurra un “buongiooorno, Peach!!”.
Mario Bros is evriuer.
Decido quindi di alzarmi, tanto è già
sveglio.
-Yaaawn…- entro nel salotto
sbadigliando.
-Buongiorno, Val.-
-Uhonhiohno, Hoel.-
-Hm. Cosa gradisci di solito per
colazione?-
-Qualsiasi cosa, tranne il caffè.-
-Che?-
-Non mi piace il caffè. Lo odio.-
-E come ti svegli?-
-Non mi sveglio. Mi sveglio all’ora di
pranzo.-
-Ah, quindi oggi sei mattiniera.-
-Nel senso, mi sveglio col corpo, ma
non con la testa. E oggi mi sono anche alzata tardi.-
-Sono solo le otto…-
-Mi sveglio alle sei e mezzo.-
-Tu sarai pazza, ma pure gli Italiani…-
-Zitto… noi non abbiamo sganciato bombe
nucleari a caso contro il Giappone.-
-Non erano a caso… e noi Americani
invece non abbiamo aiutato Hitler a sterminare decine di migliaia di Ebrei…-
-Ah, già… e voi Americani avete ancora
le torri gemelle… ah ma non…-
-Ma infatti, gli Italiani si sono
liberati da soli, durante la Seconda Guerra Mondiale… ah ma non…-
-Uffah. Beh, noi Italiani abbiamo una
lingua logica! E soprattutto, teniamo alla nostra grammatica, non usiamo con il
verbo “fare” il “fai” anche alla terza persona, dove non ci vorrebbe…-
-Ma è per essere informali…-
-In realtà è per far capire a chi ha
studiato Inglese che le regole non servono a un emerito caz-ehm. A nulla, tanto
cambiate i verbi a caso. E perché il plurale di “person” non è “persons”, ma
“people?” Non ha senso!-
-E comunque, voi Italiani non avete il
Grand Canyon.-
-Si va sul regionale? Voi Americani non
avete il mare più bello di tutto il mondo!
-Infatti. Ce l’hanno le Filippine!-
-Ma sentitelo! Lecchinatore di fans! Le
Filippine hanno sicuramente un bel mare… ma la Sardegna, caro mio, non la batte
nessuno! E anche la Sicilia ha un mare fantastico!-
-Sicilia?-
-Non ci arrivi? E’ un’altra isola.-
-Uh, scusami… ho per caso offeso il tuo
patriottismo?-
-Cagliaddi
muddu, che in quanto a patriottismo voi Americani siete incontenibili.
Faccio un esempio? OMMIODDIO E’ QUATTRO LUGLIOH! DEVO ASSOLUTAMENTE FARE UNA
GRANDE FESTA, CON ROBA DA MANGIARE DI TUTTI I GENERI, SENNO’ NON VA BENEH!-
-Mi sembra giusto…-
-Ma dai, è esagerato. Noi il due giugno
non facciamo nulla se non dire “uh che bello, la repubblica ha tot. anni.”-
-Sai che questa conversazione mette in
luce il tuo patriottismo?-
-Non si chiama patriottismo. Si chiama
difesa della propria stirpe.-
-Quindi se attacco, che so, la
Francia…-
-Cosa dici sulla Francia?-
-Che… la Tour Eiffel fa schifo?-
-La Tour Eiffel è l’emblema della
Francia…-
Rifletto un attimo su quello che ho
detto.
-Caz boh michia… se non…- inizio a
ridere come un’idiota –se non.. ahahahha, dai fuoco alla Tour Eiffel sei… sei…
ahahah… un coglione ahahhaha!!-
Joel mi guardava con una faccia tra lo
spaventato e lo stravolto.
-Scusa ahaha… è che non ho smesso di
seguire i fatti di cronaca in Italia e… questo tipo qui… ahahahah… -
Sorride anche lui.
-Calmati e spiegami con serietà cosa è
successo.-
-Uh… ahahah… allora, eh. Sai che questo
anno c’è l’esposizione universale?-
Annuisce.
-Ci sono sempre gli stupidi che non
vogliono far crescere il paese… e si è formata una specie di setta chiamata
Black Bloc… hanno preso bastoni o che ne so, e hanno iniziato a dare fuoco a
roba a caso. Hanno intervistato un ragazzo che era orgoglioso di quello che ha
fatto… e ha detto “Minchia maaaaa, la banca è l’EMBLEMA della ricchezza,
minchia ce… se non dai fuoco a una banca sei un cogliooone.”-
-Non mi metterei a ridere.-
-Sì, ma… tu, lui, io… nel senso, dovevi
vederlo… oddio…-
Riattacco a ridere, e lui sospira.
-Se continui ti darò solo pomodori a
vita.-
-Nononono, tranquillo. La smetto.-
-Ecco. Vuoi il cacao nel latte?-
-Uh, ma che domanda inutile… certo che
sì.-
-Bene, almeno sui dolci andremo
d’accordo.-
-Non esistono dolci a base di carne,
quindi… aspetta, mi stai dicendo che hai preparato tu la colazione?-
-Certo, perché non dovrei?-
-Nulla, è solo… un po’ strano, ecco. A
me la preparava mamma… e babbo non alzava manco un dito. Ah, aspetta, sì.
Alzava il braccio per prendere la tazza dal comodino.-
-Pft. Qui in America, la donna e l’uomo hanno stessa importanza.-
-Ehiehiehiehiehi! Ti parlo di quindici
anni fa!-
-Hm.-
-E nel caso in cui te lo stessi
chiedendo, l’Italia ha un grande rispetto per le donne!-
-Certo, ti credo. Come credo ai
femminicidi sempre più frequenti.-
-Come fai a saperlo? Ah, eh… Smettiamo
di parlare di cronaca? Grazieeeh.-
-Come vuoi. Ecco qui.-
Mi poggia davanti un bel tazzone
fumante, mentre lui sorseggia il suo caffè. Puah. Solo l’odore mi fa schifo.
Scusate, ma proprio non lo reggo… esattamente come l’odore di fumo. Mi sorge un
dubbio.
-Joel… tu non fumi, vero?-
-Fumo i salatini, se ti interessa.-
-Ma che…-
-Dài, lo hai fatto anche tu, da
piccola, di fare finta di fumare mangiandoti un salatino poco a poco.-
Sorrido.
-In quel senso? Allora fumo anche io. I
salatini.-
Passa qualche altro minuto di silenzio.
-Senti, Val…- inizia. Io alzo lo
sguardo e lo rivolgo ai suoi occhi. Ha un’espressione così preoccupata…
-Che c’è?-
-Prima, tu, parlavi dei tuoi genitori
al passato…-
-Perché- chiedo –E’ grammaticalmente
scorretto?-
-No, non per quello… è che, mi
chiedevo, solo…-
-Nah- faccio io. –Sono vivi e vegeti,
per il momento.-
-Oh, ok. Era solo un piccolo dubbio.-
Ci sorridiamo a vicenda. Ora che ci
faccio caso, lui sorride tanto. Tantissimo. E ride molto poco. Sorride, ma non
ride. Io sono proprio il contrario. Come dice una frase che adoro:
“A
farmi ridere ci riescono tutti. Tu prova a farmi sorridere.”
Io penso di essere così. Rido per ogni
cazzata, ma sorrido solo per le cose che davvero mi toccano.
Joel è proprio il contrario.
-Perché non ridi mai?- gli chiedo, a
freddo.
-Non so.- risponde lui, con la stessa
freddezza. –L’ho notato anche io, sai? Se rido io, allora la cosa fa veramente ridere.-
-Quindi come ho descritto Money Honey
ieri sera andava bene…-
Sorride.
-Era piuttosto imbarazzante, per non
parlare del seguito.-
-Pft.- faccio io. –Manco gli applausi
ci hanno fatto.-
-Non era il caso.-
-Ma…-
Alza le spalle.
-Come ti pare.- faccio una piccola
pausa. –Stamattina sono al conservatorio a dare lezioni.-
-Sì, me lo hai detto ieri.-
-Giusto per ricordartelo.-
-A che ora torni solitamente?-
-Boh…- faccio io. –Mezzogiorno… forse.-
-Forse?-
-Eh, sì… se sono in ritardo non
chiamarmi, vuol dire che sono ancora a lezione.-
-Ricevuto. E a che ora vai?-
-Le dieci, giusto il tempo di farmi la
doccia. Il rubinetto non è di quelli complicati che basta un millimetro e ti
ghiacci oppure ti ustioni, vero?-
-Quasi.-
Inarco un sopracciglio.
-Quando gli gira. E’ un po’, come dire…
difettoso?-
Mi schiaffo una mano in faccia.
-Me la caverò.-
*-*-*-*-*-*-*
Sono riuscita a lavarmi senza soffrire,
dopo un po’ di tempo, dovevo solo prenderci la mano.
-Ciao, io esco!- dico a Joel, dopo
essermi vestita.
Mi saluta di rimando.
-Devi andare da qualche parte, tu?
Intendo, se non ti trovo a casa o altro…-
-Forse…-
-Che vuol dire forse?-
-Non voglio che tu lo sappia.- sorride.
Io mi schiarisco la voce, per farla
assomigliare a quella di una vecchietta.
-Non fare pazzie, figliolo, il mondo è
pericoloso!-
-Certo, nonna…- risponde lui.
{~~~}{~~~}{~~~}
La mia lezione è finita piuttosto in
ritardo, è mezzogiorno è mezza, e io inizio ora ad uscire dal conservatorio.
Il telefono trilla, e rispondo, già un
po’ scocciata, per sbuffare appena leggo chi mi chiama:
[Incoming Call: Lewis-.-”]
Esatto, l’ho salvato così. Non ci posso
fare niente.
-Pronto?-
-Ciao Val… puoi farmi un piacere?-
-Dipende, è fattibile?-
-Penso proprio di sì!-
-Bene, dimmi…-
*-*-*-*-*-*
-Certo che no! Stai scherzando, spero!-
quasi urlo, entrando in casa.
-Bentornata, Val…- mi saluta Joel, che
OMMIODDIO! Si... Si è tinto i capelli! Bastardo! Bastardissimo! Lo guardo
scioccata, togliendo il telefono dall’orecchio,
-Sei un coglione, Joel. Bentornata un
cazzo, comunque.-
Lui apre di più gli occhi,
-Non sono molto gentile oggi, come
vedi.- sibilo, per poi appoggiare le mie cose e riprendere la conversazione.
-Come accidenti ti è venuto in mente?
Non potrei mai! Ho altre cose da fare al conservatorio, figuriamoci se ti
sostituisco!-
Passano una decina di secondi, in cui
Joel aspetta mogio che la telefonata finisca e in cui Lewis mi spiega che deve
fare un viaggio a Vienna. Quel bastardo… non ci sono mai andata io a Vienna, la
città della musica romantica, la mia preferita, e ci va lui, che idolatra John
Cage!
-Non. Mi. Interessa! Se devi andare in
Europa vacci, io ho i miei impegni! E conosci altre persone a questo mondo,
oltre a me, o mi sbaglio?-
Lo metto in vivavoce, per prendere in
braccio Kona.
-Ma, Val, tu sei la persona più adatta
a cui affidare i miei alunni… e ti pagheranno, tranquilla!-
Il sorriso che avevo si ritrasforma in
quella strana smorfia di prima. Kona inizia a ringhiare contro il telefono.
Sorrido di nuovo.
-Buona… non è il telefono quello
cattivo, è chi sta dietro e parla!- le sussurro.
-Lewis, anche se mi dessero tutte le
miniere d’oro di questo mondo, non potrei perché ho altre cose da fare. Ti rendi
conto che mi stanno chiedendo vere e proprie lezioni? E che sarò al
conservatorio tutti i giorni! Per di più, la domenica, c’è questa ragazza che
proprio non ne sa, e devo andare a casa sua per aiutarla… è simpatica ma no!
Dico, quand’è che sto con me stessa, io?-
-Hai ragione… e poi c’è anche il tuo
ragazzo, ma non potresti comunque tentare…-
-Ragazzo?- chiedo –Ma io non ho un
ragazzo…-
Joel si schiaffa una mano in faccia, io
lo vedo, e si indica. Rifletto un secondo. Ah, certo. Io avevo detto a Lewis che
Joel era il mio ragazzo per togliermelo di torno.
-Ahh… intendi… il mio ragazzo, certo!
Avevo capito male… esatto, è tanto tempo che non sto con lui quindi proprio no,
mi spiace.-
-A che gioco stai giocando? Avevo
subito capito che non stavate insieme, perché hai fatto finta?-
Sospiro. –Non ti devo rendere partecipe
della mia vita privata, se permetti.-
-Quindi?-
-Ti ho già detto che non posso e non
potrò mai.-
-No, intendo, sei single?-
-Occristosantissimoincieloetuttiisanti….
Sì, ok? E perché ti interessa?-
-Perché non penso di aver mai trovato
una persona più speciale di te… io… credo di amarti, Val.-
Mi massaggio le tempie per evitare di
uscirne con un sonoro “Va’ a fare in culo”. E poi, ci si dichiara al telefono,
adesso?
-Lecchinalo, lecchinalo!- sussurra
Joel, da dietro. Sospiro.
-Senti, sei stato un fantastico
insegnante, senza di te non avrei mai potuto diplomarmi, e abbiamo davvero un
buon rapporto, non voglio che cambi, capisci? Restiamo solo amici, ok?-
-Sapevo che non hai mai provato nulla
per me… chiederò a qualcun altro per il conservatorio…-
Chiude la chiamata. Faccio un respiro
profondo. In fondo (molto in fondo) mi dispiace, ma… finalmente mi sono liberata di lui, non ne
potevo più.
-Visto che ci crediamo?- chiede Joel.
-Oh, non preoccuparti.- inizio. Lui
sembra non capire. Mi alzo in piedi e gli vado incontro. Gli prendo una ciocca
di capelli.
-Ora è il tuo turno, Joel, meravigliosa
creatura bella come un girasole appena sbocciato e dal canto di un fringuello.
Ah, so che non sei un soprano, non preoccuparti.-
-Posso… spiegare…- tenta di dire. Io
gli mollo i capelli.
-Ma dico…- inizio –TI SEI FUMATO IL
CERVELLO, PER CASO? Non ti piacevano i capelli biondi? Che poi era biondo
scuro, che con quegli occhi verdi ci azzeccava a pennello… no! Ora sei come il
settanta per cento della popolazione mondiale: coi capelli color cacca! Ti
senti migliore, coi capelli color cacca? Non ti è bastato tagliarteli, che per
me è stato scioccante? No che non ti bastava! Se li è pure tinti! Dove andremo
a finire!-
Lui fa per parlare.
-Non accetto scuse! Né motivazioni!-
Vado come un razzo nella mia stanza, mi
butto sul letto e mi sbatto due cuffie sulle orecchie.
Metto la musica a manetta. Che
sensazione fantastica.
Nel caso in cui ve lo siate chiesti, il
mio programma di ascolto musicale funziona così:
Sono triste? Ascolto i This Century.
Sono felice? Ascolto i This Century.
Sono in ansia? Ascolto i This Century.
Sono rilassata? Ascolto i This Century.
Sono in uno stato d’animo che non so
descrivere? Ascolto i This Century.
Ne ho le palle piene dei This Century?
Ascolto Beethoven.
O i Beatles. O i Coldplay. O Bruno
Mars, Avril Lavigne, i Green Day, Linkin Park, Redlands, Lucio Dalla, Fabrizio
De André, Edoardo Bennato, Gianna Nannini, Ed Sheeran. Oh, sì. E Mozart.
Figlio.
No, non erano in ordine.
Ah, e riguardo Ed Sheeran… si, vabbè.
Sto già sbavando. E ho detto tutto.
Tra Ed e Joel… come timbro vocale Joel,
ma come aspetto fisico…
Sempre Joel, bitch.
Ma Sheeran è un figo della Madonna,
porca vasca da bagno.
Joel bussa, ma io non sento.
Bussa di nuovo, quindi apre lentamente
la porta.
Entra Kona, che sale sul letto e prende
a leccarmi la faccia.
-Ah… ma… buona, Kona, smettilPFF, dai,
bastGNAW…- dico, mentre cerco di levarmela da sopra la testa, e mi tolgo le
cuffie. Sembra l’unico essere vivente a cui sto simpatica, qui dentro.
Dov’è la mia Lyn?
-Kona, giù.- dice Joel, e la cagnolina,
obbediente, scende dal letto e va a sedersi vicino a lui. Mi metto a gambe
incrociate e sospiro.
-Un giorno o l’altro devi insegnarmelo.-
gli dico.
-Ti sei sfogata? Si da il caso che il
pranzo è pronto.-
Devo ammettere che non sta per niente
male così… ma era meglio prima.
-Tsk.- faccio io, teatralmente. –Devo
ancora pensarci, forse non mi sono sfogata.-
-Val, alzati e vieni a mangiare,
adesso.-
-Non sei tu che mi dai gli ordini.-
-Non sono io che sto occupando una
stanza potenzialmente libera.-
Colpo basso.
-Bastardo.- sibilo, per poi alzarmi.
-Grazie.-
-Bastardo due volte.-
-Ci tengo, a farmi rispettare.-
-Oh, non preoccuparti. Mi vendicherò.-
-Metterai carne nel cibo a mia
insaputa?-
Mi avvicino molto pericolosamente al
suo viso, in particolare alle sue labbra, e lo fisso dritto negli occhi.
-No, mister Kanitz. Molto, molto
peggio.- sussurro, facendolo arrossire.
Colpito e affondato.
Nella lista di: “Cosa da dire a Matteo
per fargli credere che in realtà ci so fare con gli uomini”.
Beh, lui dice il contrario…