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Autore: Nysunset    07/09/2015    0 recensioni
"Chi nasce nel ghetto non è condannato, viene solo messo alla prova fin dall'inizio."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Gangstas don't cry" recitava la canzone alla radio. Al solo accenno di quella frase spensi istintivamente la radio, e abbassai il finestrino. Gettai una fugace occhiata ai marciapiedi brulicanti di ragazzi e bambini che scorrazzavano in bici e ballavano al ritmo delle grandi radio portatili, quelle che i rapper degli anni '80 portavano in spalla. Io sono il "guerriero del ghetto", così mi chiamava mia nonna. Lei è stata l'unica persona della mia vita di cui mi sia davvero fidato. Persino i miei si liberarono di me, abbandonandomi in un campo da basket distante pochi isolati dalla casa in cui avrei trascorso la mia infanzia. A trovarmi fu Anita, una ragazza madre che voleva diventare parrucchiera, fu lei a portarmi a casa di mia nonna. Ora Anita ha il suo negozio, è una parrucchiera conosciuta in tutta Compton. Compton…è qui che sono cresciuto: nel ghetto, il luogo da cui non puoi scappare, così dicono. Io sono il guerriero perché sono fuggito. Da piccolo sono stato pestato a sangue più volte da giovani esaltati che volevano unirsi alle gang locali, e l'unico ricordo che ho della mia adolescenza è la mia professoressa di matematica che si faceva scopare dal preside in sala mensa, mentre tutti erano a fumare marijuana in cortile. Non nego di avere avuto desideri riguardante il fare sesso con lei, sarà stato per gli ormoni a mille o perché portava una quarta abbondante di seno. Be', in ogni caso ora eccomi qui, avvocato di uno studio legale minore. Ho combattuto, ho studiato legge ed ho vinto. Sono fuggito dal ghetto e ora sono qualcuno. Purtroppo mia nonna non è qui per vedermi…vado sulla sua tomba ogni singolo mattino. Il giorno della sua morte si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato: al ritorno dal 24/7 venne colpita da una Tec 9, durante uno scontro tra gang rivali. Io sentii gli spari dal campo di basket vicino, mi precipitai verso il fragore ma ciò che trovai fu lei immersa in una pozza di sangue. Era notte fonda, e non distinguevo i contorni del suo viso morente. Riuscii solo a sentire le parole "Non mollare…guerriero.". Mentre ero assorto nei miei pensieri un pallone da basket mi urtò la portiera, riportandomi bruscamente al presente. Sorrisi e misi in moto la mia Cadillac, riaccendendo lo stereo e svoltando all'angolo. C'era un bambino che stava facendo dei tiri a canestro nel campo dove fui abbandonato, non avrà avuto più di otto anni. Indossava una canotta di Jordan piuttosto malridotta, ma i suoi occhi sprizzavano di gioia. Accostai al marciapiede e scesi dall'auto con la marmitta fumante, avvicinandomi con la mano tesa al bambino. Lui mi sorrise di rimando e mi passò il pallone. Giocammo tutto il pomeriggio. "Chi nasce nel ghetto non è condannato, viene solo messo alla prova fin dall'inizio."
   
 
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