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Autore: Skrill rider    07/09/2015    5 recensioni
Primo libro di una serie, in cui si vedrà Hiccup e i suoi amici in una delle più grandi avventure della storia dell'isola di Berk. In questo primo libro Hiccup e i suoi amici hanno ancora quindici anni, e la Morte rossa è stata sconfitta solo da qualche mese. Durante un normale addestramento, incontreranno una persona speciale, che rimarrà con loro e li aiuterà a sventare le trame malvage di un nuovo nemico, tanto astuto quanto crudele. Tra combattimenti, viaggi, intrighi e minacce i nostri eroi si ritroveranno a dover ostacolare la distruzione non solo di Berk, ma probabilmente di tutto il mondo, e durante la storia scopriranno verità nascoste, nuove isole, strane creature...
E come finirà? Ci sarà un lieto fine? E se sarà così, il finale sarà davvero felice, o ci saranno dei veli di tristezza?
Non vi resta che leggere e seguire i cavalieri di Berk nelle loro più grandi avventure, narrate in queste cronache.
Buona lettura e buona avventura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Berk'
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~~Harald fissava stranito i cavalieri, che erano spuntati dal nulla.
Ma presto assunse di nuovo il suo sguardo di sfida. Arkius raggiunse con un balzo l’ascia di Odino e poi tornò veloce con i suoi compagni.
-Dammi quell’ascia, da bravo ragazzo.- disse Harald tendendo la mano.
-Tu toccala e te la ficco in gola!- lo sfidò il ragazzo.
Gli altri non capivano cosa Arkius avesse in mente. Fare arrabbiare Harald non era certo l’idea più furba.
-Quell’ascia mi appartiene di diritto!- ribattè l’uomo, stizzito.
-Di diritto? E chi te l’ha concesso questo diritto?-
-Ho scoperto io il suo potere! Ho scoperto io come prenderne possesso!- gridava Harald sempre più forte, senza immaginare che qualcuno lo stava osservando, mimetizzato dalla vegetazione fitta del bosco, attirato dalle sue urla.
-Non l’avrai mai, non ti permetteremo di riplasmare il mondo a tua immagine!-
-Dammi quell’ascia!- era la prima volta che Harald perdeva il controllo di sé. E questa fu la mossa che l’uomo notturno stava aspettando.
Mentre Harald si slanciava verso Arkius, il mostro saltò fuori dalla vegetazione rapidissimo e aggredì l’uomo.
-Ha funzionato!- esclamò Arkius –tutti ai draghi, svelti!-
Montarono immediatamente sui loro draghi e presero il volo, accompagnati dalle urla dell’uomo notturno che veniva fatto a pezzi dai soldati di Harald, mentre quest’ultimo se la rideva alla vista del sangue della creatura.
Quando furono sufficientemente lontani dall’isola Hiccup chiese:- Qual è la prossima tappa, Gambedipesce?-
Il ragazzo controllò la mappa ed esclamò:- Siamo quasi arrivati alla meta!-
-Beh non è stato un viaggio lungo.- rispose Hic, stupito.
-Aspetta a parlare, Hiccup. L’isola di Quercia Bruciata è molto grande, ed il peggio è che sulla mappa non è segnato il punto della fornace. C’è solo una frase sibillina che dice “Odino forgia le sue armi con fuoco e sangue”.-
-Beh, mi sembra che non abbiamo altra scelta, dovremo dividerci per esplorare l’isola,-
-Sì, ma come comunicheremo?-
-Non comunicheremo, semplicemente quando qualcuno trova la fornace lanci una fiammata alta, in modo che si veda nel cielo.- concluse Hic. Nessuno più parlò.
Volarono per un’altra mezz’ora abbondante e presto Quercia Bruciata apparve all’orizzonte. Ed era davvero immensa.
Avvicinandosi i ragazzi notarono che era un’isola ben strana. A nord torreggiava un alto vulcano e attorno ad esso la terra era completamente bruciata e solcata da fiumi di lava, e perennemente avvolta da foschia di polveri vulcaniche. A sud invece aveva il suo spazio un grande lago circondato da una foresta rigogliosa. A ovest si trovavano colline e prati erbosi alternati a paludi. A est invece c’era un terreno desertico, ma attraversato da profondi canyons, scavati dai fiumi. Al centro, infine, si trovavano delle alte montagne dalle cime coperte di neve.
Era come se lì fossero presenti tutti gli ambienti del mondo.
-Ma perché si chiama isola della Quercia Bruciata?- domandò Testaditufo.
Gambedipesce prese il libro che gli aveva dato lo stregone e lo aprì a caso.
-C’è scritto che deve il suo nome al grande incendio che ci fu quattrocento anni or sono, dopo che Odino forgiò la sua ascia.-
-Esatto, persino io lo sapevo!- rise Bruta.
-No che non lo sapevi!- ribatte Tufo.
-Sì invece!-
-No!-
-Sì!-
Andarono avanti a battibeccare finchè non raggiunsero la costa.
Lì Hiccup divise tutti in squadre, e ogni squadra avrebbe controllato un’area diversa.
A lavoro finito, però si accorsero che non erano sufficienti a controllare tutta l’isola in gruppi da due. Avrebbe dovuto pensarci.
In quel momento videro una nave in lontananza. Guardarono con i cannocchiali e scoprirono che si trattava di una nave di Berk.
-Cosa ci fa una nostra nave qui?- chiese Arkius.
-Non lo so, non capisco.- rispose Hiccup –non ci resta che aspettare che attracchi.-
Attesero.
Dopo qualche minuto ecco che la nave attraccò e da essa scesero i pirati Axel, Anders, Elias,  Odd, Thor e Martin.
Arkius corse a salutarli.
-Che cosa ci fate qui, canaglie?-
-Siamo venuti ad aiutarti, capo.- rispose Martin.
-Aspetta…capo?- chiese Arkius, stupito.
-Sì.- rispose Odd –quando ci hai tirato fuori dalla cella, quando hai trattato con noi per aiutarti, in te abbiamo visto il nostro vecchio capitano. E poi ti dobbiamo un favore per averci sgabbiati.- e ridacchiò raucamente, per poi iniziare a tormentarsi i fili che pendevano dal suo cappello pirata bruciacchiato.
-Bene, allora adesso abbiamo abbastanza persone!- esclamò Hiccup, quindi rifecero i gruppi.
Arkius, Eyvind e Axel avrebbero ispezionato le montagne.
A Moccicoso, Elias e Odd sarebbe toccato il territorio vulcanico.
Hiccup, Astrid e Anders avrebbero preso il lago
Gambedipesce e Thor avrebbero ispezionato i canyons.
Infine i gemelli e Martin avrebbero preso le paludi e le colline.
I sei robusti pirati salirono sui draghi insieme ai ragazzi e poi si divisero. Erano vicinissimi alla fine di questa avventura ormai, e tutti erano tesi. Una mossa falsa e sarebbe andato tutto al vento.
Tutti ripensavano alle situazioni che avevano già affrontato. E tutti dovevano ammettere che quella era senz’altro la più difficile, e la più strana.
Ma perché mai Odino avrebbe dovuto forgiare quell’ascia?
Se volete saperlo aprite il vostro libro magico a una pagina a caso.
Avanti, aprite tutti la pagina, cosa dice il libro?
“Odino non forgiò la sua ascia perché voleva distruggere il mondo, ma per avere un’arma che gli conferisse potenza tangibile anche sulla terra dei mortali. Col tempo, però si rese conto che un potere materiale, forgiato nel mondo dei mortali, poteva essere alla loro portata. Ma ciononostante non distrusse l’ascia. La nascose.
Dopo secoli Harald la ritrovò e tentò di usarla per riplasmare il modo a sua immagine, ma venne fermato dal popolo di Berk. Odino non aveva più potere su quell’ascia, ora che era nelle mani di Harald. Allora comprese il rischio per un dio di forgiare armi nel mondo mortale, gli uomini malvagi avrebbero potuto impossessarsene senza problemi, non essendo quelle armi completamente divine. Dunque scagliò una maledizione su quell’ascia: solo chi avesse offerto sangue umano avrebbe potuto maneggiare l’ascia e battere ogni nemico.
Ancora oggi Odino rimpiange di non aver distrutto l’ascia quando poteva, e aspetta il coraggioso mortale che lo farà.”
Ma questo, lo sapevano solo Gambedipesce e Thor, che nel loro tragitto verso l’area da ispezionare avevano deciso di porre questa domanda al libro.
Ma ancora molti ostacoli avrebbero affrontato i giovani viaggiatori prima di giungere alla meta, tanto vicina.

ANGOLO AUTORE

Ciao a tutti! Questo capitolo è un po’di transizione, perché dovevo decidere che piega far prendere alla storia, quindi probabilmente non vi sarà sembrato una gran cosa.
Ok, vi invito a recensire, come al solito, e ringrazio moltissimo chi lo fa sempre. Un abbraccio a tutti voi ragazzi!
PS: nel capitolo precedente ho sbagliato a scrivere. Astrid si chiama l’audace, non l’impavida. Scusate tanto ragazzi! È che non ho mai visto gli episodi in italiano, quindi ho dovuto tradurlo dall’inglese.
Ciao!
Skrill rider

   
 
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