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Autore: Aagainst    08/09/2015    2 recensioni
Angel ha diciannove anni e una vita di inferno.
Angel non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi ai suoi aguzzini e, soprattutto, non ha mai avuto il coraggio di provare a cambiare la sua condizione.
Angel ha diciannove anni ed è stanca.
Angel ha diciannove anni ed è pronta a ribellarsi.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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10.
 
Cammino nervosamente su e giù per la via, tenendo il biglietto con il numero che mi ha dato Ann in una mano e il telefono nell'altra. Sono indecisa: chiamare o non chiamare?
Sospiro e compongo il numero, per poi cancellarlo.
“Se solo potessi parlarne con qualcuno.” penso tra me e me. Ricompongo il numero e premo il tasto verde del telefono. Fisso l'apparecchio col cuore in gola. Il cuore mi martella nel petto. 
“Andiamo Angie, non fare la smidollata.” mi incita una vocina all'interno della mia testa. 
“E se Tom si dovesse arrabbiare?” mi terrorizzo. 
“Non mi importa!” concludo.
«"People Care". Pronto?». 
«Ehm... Salve. Mi chiamo Angel. Cioè... Ho ricevuto il numero da Ann Lopez.».
«Possiamo aiutarti in qualche modo?» chiede la voce femminile dall'altra parte del telefono, con tono gentile. Mi stupisco di ciò, io mi sarei mandata a fanculo.
«Beh, ecco... Vivo intorno a Pendleton Street e mi chiedevo se... Insomma, vorrei fare qualcosa di utile.» asserisco. 
«Vuoi collaborare con noi?» domanda la voce.
«Sì.» affermo. 
«Beh, una mano in più va sempre bene. Vieni pure quando vuoi alla nostra sede, a Cross Street. È abbastanza vicino a Pendleton Street.» mi spiega la centralinista.
«Grazie mille, verrò appena potrò. Va bene per il pomeriggio?» chiedo.
«Va benissimo, così ci sarà anche Gus, il presidente dell'associazione.» dichiara la ragazza, entusiasta. 
«Bene, allora... A dopo! Grazie mille.».
«Grazie a te!» esclama la centralinista, concludendo la chiamata. Sospiro. Mi volto e sobbalzo: Luke mi fissa, con aria curiosa.
«Che stai facendo?» mi chiede.
«Io... Ehm...» balbetto.
«Angie, non ti uccide nessuno, calma.» prova a tranquillizzarmi. Mi avvolge le spalle con un braccio e mi guarda, rivolgendomi un sorriso. 
«Ho deciso di collaborare con un'associazione. Si chiama "People Care". Così, tanto per sentirmi utile.» spiego.
«Beh, non c'è nulla di male in questo. Ti pagano o è volontariato?» mi chiede il biondo.
«Non lo so, vado alla sede oggi pomeriggio. Spero che a Tom vada bene e che non abbia nulla in contrario.».
«Nah, non credo.» mi rassicura il ragazzo. Mi ritrovo a fissare quei suoi bellissimi occhi azzurri. 
«Angie.» mi chiama, ma non lo sento.
«Angie!» esclama, riportandomi alla realtà. 
«Ehm, scusa, mi ero incantata un attimo.» ammetto.
«Ho notato. Tutto a posto?» si preoccupa.
«Sì, sì.» rispondo, entrando in casa. Ma che mi prende? 
«Buongiorno ragazzi!» saluta Martha, entrando in casa.
«Dove sei stata?» le chiede Luke.
«La signora Wilkinson aveva bisogno di una cameriera al bar e sono andata a vedere se mi potesse assumere.» spiega la ragazza.
«E ti ha assunta?» domando, speranzosa.
«Mi farà sapere.» risponde Martha. Mi mordo il labbro, indecisa se parlare o no. Mi decido.
«Dopo pranzo vado a vedere se posso collaborare per un'associazione, la "People Care". Magari potresti venire anche tu.» le propongo. 
«"People Care"? Ma non è l'associazione di Gus Connor?» sobbalza la ragazza. Faccio una faccia stranita, non capendo.
«Gus Connor era molto amico di Tom.» esordisce Luke.
«Hanno litigato?» chiedo, un po' preoccupata.
«No, no. So solo che si sono un po' persi di vista. Fino a qualche tempo fa veniva spesso a trovarci. Probabilmente dover gestire un'associazione gli ha tolto tempo.» spiega Martha. 
«Comunque ci sto! Sai già l'indirizzo?»
«Sì, è a Cross Street. La strada è facile.».
 
«Ci siamo perse, vero?» asserisce Martha. 
«Oh, ehm... Ecco...» balbetto. 
«Cross Street non è di qua?» chiedo poi, scocciata.
«Ti sembrerà strano, ma non ci sono mai stata.» mi risponde Martha, con una punta di imbarazzo. Sospiro e alzo lo sguardo al cielo. Scoppio a ridere, improvvisamente. 
«Che succede?» domanda la mia amica, non capendo. Per tutta risposta, le indico di guardare l'edificio di fronte a lei. L'insegna "People Care" ci fa sobbalzare.
«Direi che siamo arrivate.» osserva la ragazza, ironica. 
«A quanto pare.» ribatto, scoppiando di nuovo a ridere. 
Decidiamo di entrare e rimaniamo abbastanza di sasso: si tratta di una sorta di centro, pieno di persone dall'età variabile dagli zero ai novantanove anni. 
«Angel!» esclama una voce. Mi volto: Ann Lopez mi fissa, quasi incredula, con un pennello e dei colori a tempera in mano e con la faccia sporca di colla vinavil e colore. 
«Non pensavo saresti venuta davvero.» ammette.
«Lei è una tua amica?» chiede, indicando Martha.
«Martha Cromwell, sono una sua coinquilina. Piacere.» si presenta la ragazza, porgendole la mano. Ann risponde con una stretta poderosa, scusandosi successivamente per le sue condizioni.
«Ero con dei bambini. Facciamo fare loro dei lavoretti e beh, non sono gli unici a sporcarsi.» spiega. 
«Avete già incontrato Gus?» domanda. Noi scuotiamo il capo.  
«Vi accompagno io.» si propone, accompagnandoci verso un ufficio e bussando delicatamente alla porta. 
«Chi è?» domanda una voce maschile.
«Sono la Lopez!» esclama la ragazza. 
«Entra pure.» risponde quello che penso essere Gus. 
Seguiamo Ann dentro l'ufficio e ci troviamo davanti a un uomo calvo, dall'aria simpatica.
«Ciao Gus! Loro sono Angel e Martha. Vorrebbero aiutarci.» spiega la Lopez.
«Volete fare le volontarie per l'associazione?» chiede Gus.
«Beh... Sì.» rispondo io.
Gus ci scruta, attento. Sembra pensieroso.
«Perché dovrei prendere proprio voi?». Quella domanda ci spiazza. Io e Martha ci guardiamo, sorprese. La mia coinquilina abbassa lo sguardo, mordendomi il labbro.
«Prendo solo chi ha grosse motivazioni. Il nostro compito non è semplice.» spiega l'uomo. 
«Ho passato gli ultimi anni con un fratello a carico, lavorando in uno squallido locale in cui non facevano nient'altro che toccarmi. Un uomo mi ha aggredita e nessuno ha mosso un dito, se non un amico di Martha. Sono poi tornata al lavoro e hanno provato a drogarmi e violentarmi. Direi che le motivazioni le ho.» dico, tutto d'un fiato, facendo calare un silenzio imbarazzante.
«La tua amica? Ha qualche motivazione?» domanda Gus, con voce tremante.
«Io... Sono stata licenziata perché ho osato reagire a un maltrattamento sul luogo di lavoro.» mormora Martha. 
«E vorrei tanto far capire alla gente che, solo perché si è dipendenti, non vuol dire che non si è persone.» conclude, a denti stretti. Sembra quasi si stia trattenendo dal dire altro.
Gus ci scruta, da cima a fondo. Poi ci porge dei moduli da compilare. 
«Va bene ragazze. Io sono Gus Connor e mi scuso per il benvenuto poco cordiale, ma voglio sempre visionare le motivazioni che spingono una persona a venire qui. Non basta essere intenzionati a voler fare del bene, occorre mettersi in gioco e agire. Come si dice? "La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni.".» spiega. Questi moduli vanno compilati e restituiti entro il primo giorno di servizio, quindi entro domani, direi.» continua. 
«Ora scusatemi, ma devo fare una telefonata importante. Domani venite qui verso le undici. Vi spiegheremo in dettaglio cosa dovrete fare.» conclude, congedandosi e spingendoci ad uscire.
«Mi dispiace se lo trovate un po' brusco, è fatto così.» afferma Ann.
«Tranquilla. Allora, ci vediamo domani?» chiede Martha.
«Sì! A domani!» asserisce la Lopez.
Io e Martha usciamo dall'associazione e ci rechiamo verso casa, curiose di sapere cosa avremmo dovuto fare l'indomani.


Angolo dell'Autrice

Scusate il ritardo, ma ho avuto un blocco assurdo (e ci voleva il concerto dei Linkin Park a sbloccarmi, pazzesco!). 
Grazie a Eilan21 e Layla per le recensioni e spero che il nuovo capitolo vi piaccia!
   
 
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