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Autore: Renesmee_CuLLen    07/02/2009    1 recensioni
Allora per prima cosa mi dovete avvertire se non vi piace così non continuo a pubblicarla, poi è la mia prima fanfic, in corsivo sono i pensieri, poi è una storia alternativa..la storia di una Pan quindicenne dopo la partenza di Goku con Uub..niente a che vedere con la vera storia di Dragon Ball..a parte in alcuni punt..Buona Lettura
Genere: Generale, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Gohan, Goku, Goten, Pan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Alura…EoEm

AluraEoEm..vedo k qst ff, anke se è la mia prima, va abbastanza bene..uddio k bellu!!!^.^ sn felicissima..!!! cmq..spero k qst terzo capitolo vi piacerà..:D:D va su..vi lascio a qst capitolo..Baciiiiii

 

 

 

Sono passati circa 3 mesi..

 

Pan salì in camera sua e aprendo la porta la trovò stranamente in ordine. Sua mamma si vede che stamattina non aveva niente da fare. Guardò la parete c’erano tutte le sue foto. Lei da piccola, lei con Bra, lei con suo padre e con sua madre, con suo zio e poi.. già.. quella con Goku. Si avvicinò a quella foto: era un po’ più grande delle altre, era tra quella coi genitori e quella con lo zio Goten. Osservò quella foto. Le vennero in mente i momenti passati insieme. Non li potrebbe mai dimenticare. Il torneo, lei che batteva lo zio Goten, gli applausi dei suoi genitori e.. e.. e suo nonno che la prendeva in braccio e che si complimentava con lei. Lì eravamo una bella famiglia. E chi avrebbe mai pensato che poche ore dopo sarebbe partito per chissà dove con un ragazzino sconosciuto? Pan si rese conto di essere arrabbiata con suo nonno. Delusa. Triste. Amareggiata. Perché ha fatto quel che ha fatto? 11 anni.. sono tanti.. nella sua mente si aggiungeva la voce di sua madre che la chiamava: ma non ci faceva caso. Staccò la foto dal muro e si mise seduta su una sedia che le permetteva di affacciarsi alla finestra. Gli vennero in mente i momenti che ha passato fino a qualche anno fa affacciata a quella maledetta finestra, aspettando che quella piccola luce si avvicinasse sempre più alla sua finestra. Ma non la vide mai. Non la vide mai. Questa frase rimbombava nella sua testa come rimbombava il suo nome pronunciato da sua madre che non la vedeva scendere.

Pan non ce la faceva più. Doveva assolutamente sfogarsi. Ma con chi!? Per i suoi genitori e sua nonna era un argomento tabù,  Bra sarebbe stata troppo superficiale come nonno Satan.

Rimaneva solo una persona : zio Goten. Forse soffre anche lui pensò ingenuamente Pan. Dopo si corresse Certo che soffre…qui soffriamo tutti A questo pensiero Pan fece scendere una lacrima che le rigò il viso. Quella lacrima era la prima che vedeva scendere dedicata a qualcun altro. Dalla partenza di suo nonno era diventata molto forte. Riusciva a tenere dentro di sé tutte le emozioni, soprattutto quelle negative. Non voleva che gli altri provassero pena per lei. Da questo lato voleva essere sempre sola. Non voleva farsi vedere piangere dagli altri. E soprattutto lei non voleva vedere stessa piangere. Quando ebbe capito questo, si rese conto che era ora di sfogarsi. Ma come fare!? All’ improvviso un lampo di genio. La risposta era davanti a lei. La finestra.

Si tolse in fretta la divisa. Aveva cambiato il suo stile nel vestire da un po’ di tempo. Non indossava più i soliti calzoni grigiastri, la catena e la maglietta corta. Si mise un paio di calzoni jeans sopra il ginocchio, una maglietta bianca che gli stava lunga e larga e che accorciò legandolo con un elastico, le converse bianche e si legò i capelli. Sua madre la continuava a chiamare. A quel punto, rendendosi conto che sua madre aveva perso la pazienza e che stava per salire, aprì la finestra e si gettò fuori prendendo il volo. Dopo pochi istanti si aprì la porta.

-“PAN!” Ma Videl non vide nessuno. Solo la finestra aperta che permetteva al vento di entrare e di far svolazzare le tende. Vedendo quello che vedeva, Videl rimase impietrita.

-“ GOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHN!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Pan era ormai lontana, molto più lontana di dove andava di solito. Non aveva mai fatto il tragitto che stava facendo. Era ormai lontanissima da casa, dai monti Paoz, da suo zio, da suo padre, da sua madre, da tutti. Era finalmente SOLA. Si guardò intorno. Era buio. Non era mai stata in quel posto. In un certo senso le faceva paura il posto in cui si trovava. Ma poi pensò di essere una sayan e si tranquillizzò. Rigirò su se stessa per alcuni minuti. Poi si mise seduta. Cominciò a pensare. Era grazie a suo nonno che poteva essere tranquilla. Era grazie a lui che era una sayan. Era grazie a lui se era lì in quel momento. Scese una lacrima. E’ grazie a lui che lei viveva. Era grazie a lui se lei era la persona che era fiera di essere. Era grazie a lui se aveva un padre e uno zio amorevoli e affettuosi nei suoi confronti. Erano due persone stupende. Doveva tutto a suo nonno. Chissà se sarebbe mai tornato per dirgli grazie. Però.. non se lo meriterebbe.. Era anche a causa sua se stava così male. Era anche a causa sua se stava lì a pensare queste cose su di lui. Ma io a mio nonno gli devo voler bene o no!? Questa domanda arrivò di botto nella sua mente. Si alzò. Non ce la faceva più a stare seduta. Si appoggiò ad un masso enorme. Dentro di sé aveva delusione, rabbia ma anche stanchezza, sfinimento. Si fece carico di tutte le forze che aveva. Poi disse piano:

-“perché..??”

Mentre lo diceva i capelli le se alzarono di botto diventando color oro; con una forza incredibile l’elastico che legava i suoi capelli neri si ruppe cadde a terra e i suoi occhi divennero grandi e verdi. Ma solo per un istante. Ritornò subito normale.

Disse un po’ più forte, alzando gli occhi:

-“Perché?!!??!”

Uscirono lacrime mentre ritornava ad avere i capelli oro. Ritornò normale. Emanava un’ aura incredibile, una luce che illuminò il luogo in cui si trovava, dove c’era solo quel minimo bagliore che producevano le stelle.

-“Perché hai fatto tutto questo?! Perché hai lasciato la tua famiglia? Non pensi a tua moglie? Ai tuoi figli?? NON PENSI A ME!?!?

Dicendo questo le lacrime si erano fatte lacrimoni e Pan non riusciva più a controllare la sua potenza.

-“ sappi che io ti odio! ti odiooooooooo!!”

Urlando sempre più forte buttò fuori tutta la sua rabbia e delusione aumentando la sua aura fino a che divenne un vero e proprio spettacolo. Quel posto buio e isolato era di nuovo illuminato dalla luce che emanava quella ragazzina di solo quattordici anni.

Con un ultimo sforzo tirò fuori tutta la potenza che aveva, era tornata normale ma emanava comunque una forza straordinaria.

 

Goahn, che stava cercando la figlia nei dintorni dei monti, sentì un’aura potentissima e si diresse verso essa. Escludeva che potesse essere proprio quella della figlia. Sì, era una sayan, ma non avrebbe mai potuto portare la sua aura a quel livello.

Quando arrivò, si dovette ricredere. Vide la figlia che stava esprimendo tutta la sua rabbia con quell’aura assurdamente potente. Gohan rimase a fissarla.  Non poteva credere che quella potesse essere sua figlia. Pan era arrabbiata, così prese tutta la sua grinta e sferrò un pugno potentissimo ad un povero monte innocente, che cadde a pezzi minuscoli al suolo. Gohan la guardava con gli occhi spalancati. Poi all’ improvviso la luce man mano si spense e la ragazza cadde a terra svenuta.

Il padre si precipitò sulla figlia.

Era lì sdraiata per terra. Con i capelli sciolti. La osservò. Aveva pianto. Sì, la sua piccola e indifesa Pan aveva pianto. E lui non sapeva perché. Si sentiva stupido, non sapeva cosa la figlia avesse. Vide la mano della figlia. Sanguinava. Ed era gonfia. Prese la figlia e la porto in braccio a casa. Lontana da lì.

 

-“Oddioooooooooooooooooooooooooooo…Pan tesoroooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!”

Videl era disperata vedendo la figlia in quello stato.

-“ Cosa le è successo?!?!?! Cosa!??!?!?”

Videl chiedeva con le lacrime agli occhi e con rabbia cosa era successo alla figlia. Gohan era disperato nel vedere moglie e figlia in quel modo. Videl le fasciò pianissimo la mano e la mise a letto. Erano convinti che fosse svenuta. Gohan e Videl si guardarono.

-“ Cosa le sta succedendo, tesoro?” chiese Gohan.

-“ Non lo so, penso per…” accennò Videl.

-“Per…?” la incitò Gohan.

-“Goku”

A quelle parole il ragazzo sentì una fitta al cuore. Gli occhi gli divennero lucidi.

-“ Goku è l’eroe di tua figlia, Gohan. Non ci arrivi? Ti ricordi il torneo? Stavano sempre insieme. Tua figlia adora suo nonno. E non mi pare nemmeno tanto strano! Bisogna fare qualcosa... ”

-“Sì ma cosa?” chiese preoccupato Gohan “anche a me manca mio padre, ma che possiamo fare? Non lo possiamo mica trascinare a forza..

-“ Ormai è troppo tardi” disse Videl venendo guardata da Gohan con uno sguardo per dire –cosa dici?- poi riprese “è troppo tardi, Gohan! Tua figlia è cresciuta, è una ragazza che ci arriva alle cose. Ha capito che tipo è suo nonno, ha capito che ci ha abbandonati di nuovo. Gohan tuo padre è fatto così non lo potremo mai cambiare, nemmeno ci dovrebbe venire in mente. Pan sta male la vedo anch’io. Bisogna aspettare. Aspettare che torni. Non può stare via per tutta la vita! Anche se..”

-“…” Gohan la guardò con un’espressione come per dire che le dava ragione.

-“ Anche se tua figlia ormai è delusa. E’ arrabbiata. E’ stanca di questa situazione! Non credo che quando si ritroverà davanti suo nonno lo accoglierà a braccia aperte.”

A quelle parole Gohan ci rimase male, ma sapeva che era la verità.

-“Hai ragione”

E dopo quelle parole si guardarono e andarono a letto.

Pan ascoltò tutto. Anche se era in procinto di addormentarsi. Ma quella notte non chiuse occhio e pensò che stava male. Tanto. Sempre grazie a suo nonno.

 

 

 

X kamy e cri92: sicure di volerla mettere nelle preferite?!!? Nn è k ci ripensate!?!?xD speriamo di no..cmq vi ringraziu tantu..

 

Ringrazio tutti qll k hanno recensito e anke a tutti qll k hanno solo letto…grazieeeee

 

Baci e al prossimo capitolo e recensite please...=)..(xD)..

  
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