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Autore: _ter87_    08/09/2015    1 recensioni
quella voce ormai le faceva venire i brividi. Non la associava più all'amore della sua vita, ma al suo incubo peggiore. Deglutì, girandosi lentamente dopo aver preso il contenitore per la torta e stringendolo al petto guardò verso il ragazzo.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Cheerilee, Discord, Fluttershy, Rainbow Dash, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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 Quel giorno non era diverso dagli altri, a parte per una cosa..Applejack aveva notato da subito che qualcosa non andava nella sua amica ma aveva preferito il silenzio, pensando che prima o poi lei stessa le avrebbe detto qual era il problema, ma stavano ormai per andare via e ancora non era uscito nulla dalla sua bocca. Che fosse davvero grave? Decise allora di fare la prima mossa e si avvicinò a lei mentre stava per uscire da lì, posandole una mano sulla spalla. A sentire quel tocco l'altra si bloccò, posandosi -attenta a non farsi vedere- la mano destra all'altezza del cuore cercando di calmarne i battiti che intanto si erano velocizzati. Cercando di far finta di nulla poi girò il capo verso la ragazza e le sorrise; << Cosa c'è, Applejack? >> le chiese, deglutendo un groppone di saliva che le si era formato in gola. << Cosa ti succede oggi? >> chiese l'altra senza troppi giri di parole, facendola sbiancare. Ed ora cosa le avrebbe detto? Aveva due opportunità; lasciarsi cadere in terra fingendosi morta, oppure.. << Non ho nulla Apple, perché? >> la chiamava in quel modo solamente quando aveva qualcosa e voleva fare di tutto per far sembrare il contrario, lei ormai aveva imparato a capirla e in ogni caso, ad Applejack non la si fa. << Rai, non prendermi in giro. Te lo si legge in faccia che hai qualcosa..in realtà è da un po' di tempo che ti vedo strana. Tu..tu hai trovato una nuova amica forse e non sai come dirmelo? >> provò lei per scherzare in realtà, ma al solo pensiero si sentì realmente male quasi fino a morire e sperò vivamente non fosse così. E sospirò di sollievo quando la ragazza scosse il capo, facendola tornare a respirare. Continuò a non parlare però, poggiando poi la mano su quella dell'amica per spostarla con delicatezza e riprendere a camminare. Non se la sentiva di dirle la verità, aveva troppa paura di perderla e non poteva..non poteva rivelarle che si era presa una gran bella cotta per lei..

Da quel giorno ne passarono altri, poi un mese e ancora dopo due. Era un giorno di pioggia quando Applejack le si avvicinò saltellando e con un sorriso che le andava da una parte all'altra. << Rainbow, Rainbow >> iniziò a gridare, aggrappandosi al suo braccio appena le fu abbastanza vicina per poterlo fare. << Rainbow, Rainbow! >> ripeté ancora, scuotendola ora e guadagnandosi subito un'occhiataccia da parte della ragazza dai capelli arcobaleno. Si staccò all'istante da lei ben conscia del caratterino che l'amica aveva cacciato da quando si frequentavano, e guardandola con un sorrisino da santa fece qualche passo indietro unì insieme le mani a mo di preghiera e 'James mi ha invitata fuori' le disse con voce eccitata, riprendendo subito a saltellare per il corridoio come un bambino che ha scoperto che il suo compleanno è arrivato in anticipo! Il mondo le crollò addosso. Le si attorcigliò lo stomaco e le si seccò la gola in un attimo. Non era possibile, un ragazzo? Uscire con lei, la sua Applejack..non riusciva più a fare un pensiero concreto e non sapendo come reagire si rabbuiò, chiudendosi in se stessa e allontanandosi dalla ragazza a grandi passi senza più voltarsi indietro. Una settimana. Passò una settimana e le due ragazze non si parlarono più nemmeno per sbaglio, e mentre Rainbow iniziò a passare le giornate chiusa in casa a piangere dal dolore e dalla disperazione l'amica le passò pensando a lei, cercando di capire cosa avesse potuto scatenare quel comportamento. Il giorno dell'appuntamento si avvicinava sempre più e Rainbow era sempre più convinta che lei non dovesse andarci. Quel ragazzo non gliela contava giusta, proprio per niente! E no, non era gelosia..lei gelosa? Quando mai! Lo faceva solo per il bene della ragazza, che..oh, ma chi voleva prendere in giro? Era gelosa marcia. Sospirò, lasciandosi cadere sul letto con la faccia contro il cuscino. Non si alzò nemmeno al sentire il telefono squillare, tanto chiunque fosse non sarebbe stato importante. << Andiamo Rai, rispondimi ti prego.. >> Applejack si sentiva impazzire. Le mancava la sua amica, le mancava ridere e scherzare con lei, giocare con i suoi capelli e farla arrabbiare quando li toccava fino allo stremo. Permetteva solo a lei di farlo e lei di questo se n'era sempre approfittata. Sorrise al pensiero ma tornò subito triste quando le tornò il mente la realtà: non si parlavano più. Aveva anche cercato di ripercorrere gli ultimi giorni per cercare di capire se avesse fatto qualcosa di sbagliato ma nulla, non le veniva in mente assolutamente nulla. Stanca di quel comportamento e del fatto che non le rispondesse nemmeno al cellulare si fece coraggio, presentandosi senza troppe cerimonie alla sua porta. Ad aprirle arrivò la madre, perfettamente identica a lei tranne che per i capelli arcobaleno, ovviamente.
<< Salve signora >> la salutò, completamente in imbarazzo come ogni volta << Rainbow è in casa? >> a quella domanda il volto della donna assunse una strana espressione. Era in..imbarazzo? Non capì Applejack ma quando 'mh..no, è uscita' le rispose, arrivò alla conclusione che l'amica non voleva assolutamente vederla. Non accettava questa cosa però lei, così dopo essersi scusata si addentrò in casa e su dalle scale fino ad arrivare alla porta della stanza della ragazza iniziando a bussare all'impazzata. << Rai ti prego, non ce la faccio più a stare senza parlarti. Dimmi cosa ti succede.. >> la ragazza dall'interno della stanza iniziò a sentire un dolore sempre più forte scenderle dal petto allo stomaco. Avrebbe voluto risponderle, dirle di andare via, ma non le riuscì di farlo perché una parte di lei voleva aprire quella porta ed abbracciarla fino a farle esplodere la testa. Poteva farlo, no? Ma 'no' disse una vocina nella sua testa, facendola sentire ancora peggio 'non puoi'. E scoraggiata più che mai tentò di sovrastare il rumore della porta nascondendo la testa sotto il cuscino. Quando nemmeno questo le riuscì si rialzò, dirigendosi alla porta che aprì di scatto. La bionda non se ne rese conto subito e continuò a battere i pugni non vedendo che stava però colpendo il petto della ragazza che -inerme di fronte a lei- la guardò immobile per qualche secondo prima di sentirsi arrossire e posare le mani sulle sue, allontanandole. << Rainbow.. >> disse la ragazza appena notò l'amica di fronte a se, << che cosa ti è successo? >> aveva il viso magrissimo, era bianca come un cadavere e come se non bastasse tutto quello aveva due occhiaie sotto gli occhi da far invidia alle borse più belle del mondo! 'Nulla' rispose poi all'amica, che ovviamente non le credette. << A chi vuoi prendere in giro, Rai..si vede lontano un miglio che qualcosa non va. Hai smesso di parlarmi senza nessun motivo! >> iniziò a scaldarsi perché ora che aveva la ragazza sotto mano poteva farlo. Poteva farle sentire come era stata in quei giorni, cosa la sua assenza aveva causato. << Ti rendi conto di come sono stata? Delle mille domande che mi sono fatta cercando di capire un motivo, cercando di trovarlo.. >> durante tutto il suo discorso Rainbow rimase con il viso basso cercando di nascondersi ai suoi occhi che la stavano guardando come se la stessero studiando. << E guardami negli occhi quando ti parlo.. >> disse però la bionda costringendola ad alzare lo sguardo mettendole una mano sotto il mento. E lei lo fece. Alzò gli occhi, puntandoli nei suoi e guardandola fissa mentre mille emozioni esplodevano dentro di se al contatto tra il proprio azzurro ed il suo verde chiaro. Deglutì, ma non poté nascondere le guance rosse tanto che 'ma hai la febbre?' le chiese Applejack sinceramente preoccupata. La ragazza scoppiò a ridere, ma era una risata nervosa. Restò a guardarla, prendendo un profondo respiro. << Non ho la febbre >> parlo finalmente, rendendo ancora più curiosa ed arrabbiata la ragazza. Odiava quando qualcuno non era chiaro ed era proprio così che si stava comportando quella che doveva essere la sua migliore amica. << E allora che cosa ti prende, perché tutto d'un tratto ti comporti in questa maniera con me? >> 'perché credo che tu mi piaccia' rispose nella sua testa, senza dirlo a lei. Invece alzò solo le spalle, riuscendo solamente a far innervosire maggiormente la ragazza che quasi urlò di disperazione, alzando le mani al cielo ed agitandole come se stesse aspettando che la soluzione le cadesse lì. Subito dopo le posò sulle sue spalle, stringendole con forza e guardandola fisso negli occhi. << Rainbow, non andrò via fin quando non mi avrai detto che cosa succede quindi ti conviene parlare. Oppure puoi ospitarmi in camera tua stanotte.. >> pensò velocemente. Parlare? Voleva davvero sapere? Bene, ma non ci sarebbe stato bisogno di parole.

Lentamente allungò le mani fino al suo viso, stringendolo appena ed accarezzandole intanto gli zigomi con i pollici. Applejack non fiatò, la guardò solo immobile non capendo davvero le sue intenzioni finché..finché non sentì delle calde labbra combaciare con le proprie. Inizialmente rimase immobile quasi fosse una statua, non trovò nemmeno la forza di spingerla via e rimase lì finché non fu lei a staccarsi. Come prima cosa abbassò lo sguardo e Rainbow -convinta di aver fatto l'errore più grande della sua vita- lo abbassò a propria volta, sospirando appena e posandosi entrambe le mani sul viso. << Scusa >> sussurrò appena, riuscendo però a farsi sentire dalla ragazza che, oltre ogni previsione, andò a posare le mani sulle sue facendogliele spostare lentamente in modo da guardarla in viso. << Tu.. >> riuscì a dire con un filo di voce, << tu mi hai appena baciata, vero? >> e rossa come un pomodoro e desiderosa di sparire in quel preciso istante, Rainbow annuì pronta a ricevere uno schiaffo dalla sua -ormai sicuramente- ex migliore amica. Schiaffo che però non le arrivò, e quando dopo dieci secondi era ancora lì lentamente riaprì gli occhi, alzandoli sulla bionda che ora la stava guardando sorridendo. L'altra non capì affatto quel comportamento ed aggrottò le sopracciglia confusa. << Applejack, cosa..perché mi guardi in quella maniera? >> l'altra ancora sorrise ora in maniera più dolce e con la mano destra delineò i tratti corrispondenti del suo viso. << Pensavo >> disse improvvisamente, rialzando gli occhi nei suoi << che non sarebbe mai successo. E non sai quanto io abbia sognato questo momento, quanto lo abbia sperato.. >> cosa, cosa stava dicendo? No, fermi tutti..era su una giostra impazzita, voleva scendere! Non era possibile, non poteva essere vero quello che stava sentendo. La sua migliore amica sarebbe -o forse era già successo- uscita con James, a lei piaceva lui e non certo 
<< Applejack aspetta, mi..mi sento confusa. Tu non devi..uscire con James? >> ottenne in risposta una risatina furba ed un'alzata di spalle. << Rainbow, James è gay..e tra l'altro è il capitano della squadra di calcio. Lo sai che amo giocare a calcio, e lui come amico è..beh, è il capitano! >> ora Rainbow era ancora più in confusione e davvero, se era uno scherzo non era affatto divertente! Scosse lentamente il capo incredula da quella rivelazione ed iniziò a guardarla con sospetto incrociando le braccia al petto. << Se mi stai prendendo in giro non è affatto divertente, sappilo. >> e la bionda scoppiò a ridere, mandando leggermente la testa indietro prima di tornare a guardarla ed avvicinarsi ora lei, intrecciando le braccio dietro il suo collo. << Signorina Rainbow Dash, io ho seriamente una cotta per lei dal primo giorno in cui ci siamo viste. Perché credi abbia fatto di tutto per diventare tua amica? Non sei nemmeno così popolare.. >> e fece un movimento di fianchi, beccandosi un pizzicotto ben assestato e 'ehi!' si lamentò, staccandosi di botto e massaggiandosi il fianco. L'amica le fece la linguaccia indietreggiando intanto per paura che si sarebbe vendicata, e lo fece infatti! Iniziarono così ad inseguirsi per la casa fino a tornare nella camera di lei e finire contro il muro prima che sul letto. Una volta lì si bloccarono, complice il fatto che erano appunto state bloccate dal materasso e rimasero a guardarsi negli occhi in silenzio, spaventate da morire entrambe anche dal semplice sfiorarsi i visi.

Da quell'episodio le cose furono diverse per un po' e non in senso positivo. Entrambe erano in imbarazzo alla presenza dell'altra e anche se ormai era chiaro si piacessero, non riuscivano a trovare il coraggio di parlare di quello preferendo di gran lunga i soliti noiosi discorsi riguardanti la scuola e il suo seguito. E fu per caso che ci fu una svolta importante nelle loro vite. Successe a scuola, il giorno della festa di primavera. Ci sarebbe stato un ballo e quasi tutti ormai erano accoppiati. Tutti tranne loro due. Non che mancassero gli inviti sia chiaro, solo che stavano aspettando che l'altra facesse la prima mossa, ma di quel passo sarebbero morte di vecchiaia. Fato volle però, che due giorni dopo un ragazzo della squadra di basket si avvicinasse ad Applejack proprio per invitarla al ballo e fu in quel momento che Rainbow impazzì, arrivando di gran carriera da lei e trascinandola via dopo 'lei sta con me' aver mormorato al ragazzo con tanto di sorrisino sarcastico e finto gentile sulle labbra. E finalmente, l'imbarazzo sparì. Non fu abbastanza da far dichiarare apertamente i loro sentimenti ma finirono al ballo insieme, e da quella sera furono inseparabili fino al momento in cui, senza sapere come, si ritrovarono fidanzate..

Passato un mese e mezzo quasi dall'inizio della loro relazione, finalmente Applejack -ormai lei la chiamava solo in quel modo- invitò Rainbow Dash a casa propria, per farle conoscere la sua famiglia. Sapeva già delle sue condizioni, ma ritrovarsi in una vera e propria fattoria con tanto di stalla per pony e cavalli e una vastità di alberi da frutta fu un leggero shock per lei, abituata al caos della grande città ma soprattutto al minimo contatto con ogni genere di animale. Non che non le piacessero, anzi, solo che se poteva evitarli lo faceva tutto qui.

<< Vieni, Rai..ti faccio conoscere il mio cavallo! >> la ragazza sorrise in modo leggermente nervoso. I cavalli? Proprio non le piacevano..e se fosse impazzito e le avesse tirato un calcio? No, non voleva pensarci.

Seguì la sua ragazza -e Dio, quel pensiero ancora le faceva strani effetti nello stomaco- fino alla stalla e una volta dentro oltre ogni sua più alta previsione vide il cavallo più bello del mondo. Completamente nero, con una criniera luminosa e liscia come i suoi capelli non erano mai stati..a bocca aperta si girò verso la ragazza;

<< Come si chiama? >> chiese, e 'Spike' rispose lei con un sorriso orgoglioso. Ed era davvero una rarità quel cavallo secondo lei, non ne aveva mai visti di più belli! Con cautela cercò di avvicinarsi alla staccionata per vedere quella meraviglia più da vicino, stando attenta a non fare movimenti bruschi. Quando fu ad una distanza abbastanza ravvicinata però, sentendosi toccare sulla spalla saltò, producendo un piccolo simile ad un urlo soffocato verso che fece nitrire il cavallo facendolo girare verso le ragazze. Si guardarono per pochi istanti negli occhi lui e la ragazza e quello bastò a terrorizzarla e farla correre via in preda ad una crisi di panico urlando che stavano per mangiarla...

Alla vista di quel siparietto, Applejack scoppiò a ridere avvicinandosi subito a Spike ed accarezzandolo mentre 'shh, va tutto bene non essere spaventato' gli diceva in modo dolce per farlo rilassare. A missione compiuta corse a cercare la sua ragazza che trovò praticamente sepolta sotto una coltre di foglie dietro ad un albero. Ancora ridendo la chiamò, guadagnandosi un gestaccio ed un 'vai a quel paese'. Decise allora di lanciarsi nel mucchio e facendolo la colpì, facendo cozzare le loro teste. Ora erano vicine, troppo vicine. Restarono a guardarsi negli occhi per quelli che a loro sembrarono secondi interminabili e stavano per baciarsi. Erano vicine, sempre più vicine, ora riuscivano a distinguere le pagliuzze verdi e azzurre dei loro occhi, sentire i loro respiri, e..

<< Ragazze! Ragazze dove siete finite? >>

<< Ugh..non è possibile. >> si lamentò Jackie, uscendo per prima dal mucchio e tirandosi la ragazza da una mano. La mamma della prima le stava chiamando per la cena, era pronto ormai....

 

Tornò alla realtà Rainbow ed era ancora lì, a quella festa alla quale voleva tanto partecipare ma solo per ingraziarsi il capo dopo che le aveva detto di avere del lavoro per lei. E avrebbe fatto di tutto davvero, per riuscire a lavorare in palestra lei che con il tempo era diventata forse la persona più sportiva del mondo. Capitano della squadra femminile di calcio, atleta modello della palestra, insomma..dove c'era lo sport, c'era lei con la sua inseparabile cheer-girlfriend, Jackie..

Il lavoro in palestra sarebbe stato davvero l'ideale per lei, ed in quel modo avrebbe potuto stare ancora più tempo con Applejack visto che ci andava molte volte alla settimana. Se solo le cose con lei non stessero lentamente precipitando..ma no, era lì per divertirsi! O almeno per cercare di farlo. E capì abbastanza presto che non ci sarebbe riuscita. Il pensiero continuava ad andarle alla pasticceria, a quella ragazza..

E no, non si trattava solo del fatto che fosse bellissima tanto da sembrare quasi un angelo, ma era qualcosa che non la faceva stare tranquilla. Quel ragazzo, -il suo ragazzo? Forse..- come l'aveva trattata! Insomma..gli stava dando dei soldi, lei sarebbe stata di certo più carina. E poi..i suoi occhi. Incrociandoli aveva avvertito un brivido di freddo salirle lungo la schiena e aveva immediatamente capito che qualcosa non stava funzionando a dovere in quel posto.

   
 
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