Film > X-men (film)
Segui la storia  |       
Autore: direiellie    08/09/2015    1 recensioni
Vecchia fanfiction ispirata al film 'X-Men Le Origini: Wolverine.' (con pochi altri riferimenti agli altri film della saga) che ho deciso di portare avanti dopo un periodo di pausa abbastanza lungo.
Logan & Emily. Quello che ruota fuori e dentro loro lo scoprirete assieme a me.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Logan' Howlett/Wolverine, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il piccolo Jona viveva con noi da diversi giorni. Così lo avevo chiamato: Jona. Impiegai un'intera giornata per convincere Logan a partecipare alla decisione del nome e un'altra per decidere come chiamarlo, poiché non ci fu verso, per Logan avrebbe potuto rimanere benissimo anche senza nome. Il mio ultimo tentativo di renderlo partecipe fu un discorso contorto e a quanto pare poco credibile sui nomi propri e su quanto questi costituiscano il nostro contorno, ma in risposta ricevetti una sola risata soffocata e non mi sforzai oltre. Per lo meno non era ancora alterato per il fatto di averne due, da adesso in poi, di intrusi in casa.
Il cinismo di Logan sapeva innervosirmi e incantarmi allo stesso tempo: non ne voleva sapere di dare un nome a un cucciolo di lupo ma portava quest'ultimo a passeggio ogni sera piuttosto che farmi mettere piede fuori dalla porta di casa e rischiare così di essere controllata, o peggio, catturata.
Su questo stavo rimuginando mentre, dalla finestra della cucina, li guardavo entrambi scorrazzare sul prato. Jona non passava più di dieci minuti senza voltarsi in cerca del mio sguardo. Continuavo a chiedermi sotto quale tipo di incantesimo fosse finito, tanto era insolita la cosa. Gli sorrisi lievemente ed ecco che si voltò per tornare ad azzannare un altro bastone. Logan stava fumando uno dei suoi sigari. Girava quest'ultimo tra le dita della mano destra mentre quella sinistra la teneva sul fianco. Ogni tanto guardava il cielo espirando nuvolette di fumo, ogni tanto si voltava anche lui verso di me.
Quando rientrarono in casa offrii una tazza di caffè a Logan e diedi una grattatina tra le orecchie a Jona, che mi mordicchiò la mano e corse dietro il divano.
«Ahi!» gli rimproverai scherzosamente guardandolo sculettare.
Aveva quattro zampotte enormi rispetto al resto del corpicino, che spesso e volentieri lo facevano inciampare o camminare di sbieco. Era uno spasso guardarlo.
Presi una tazza di caffè anche per me e andai a sedermi di fronte alla finestra del soggiorno. Logan si trovava dietro il tavolo della cucina, Jona si stava leccando le zampe posteriori davanti al camino. Un altro di quei momenti che avrei voluto fermare, prendere e conservare.
«Vi assomigliate» dissi a Logan. Lui inarcò un sopracciglio.
«Non assomiglio a un cane» disse girandosi la tazza tra le mani. Roteai gli occhi verso il cielo abbozzando un sorriso.
«Non è un cane, è un lupo» gli rimproverai continuando a sorseggiare il mio caffè. Lui di tutta risposta alzò le mani in segno di arresa con un'espressione buffissima, prendendomi in giro.
Era vero, lui e il cucciolo si assomigliavano in molti aspetti. Prima che arrivasse Jona mi capitò di paragonare Logan a un lupo in diverse occasioni: quando mi fissava nel buio pesto della casa, quando mi accorgevo del movimento impercettibile delle sue orecchie, quando fiutava l'impossibile.
«Per quale motivo ti ostini a vedere cose dove non ce ne sono?» che sfacciato, pensai.
«Solo perché tu non le vedi non vuol dire che queste non ci siano.» dissi guardandolo di sbieco. «Ho sempre desiderato un cane, sai?» aggiunsi guardando Jona che nel frattempo aveva cambiato una decina di posizioni prima di trovare quella adatta con la quale appisolarsi.
«Non è un cane, è un lupo.» rispose Logan sarcastico alzandosi per posare la sua tazza. Sorrisi sotto i baffi.
«È molto più di un semplice animale domestico, così come tu sei molto più di un semplice uomo.» incrociai le braccia dopo aver posato la tazza al mio fianco pronunciando l'ultima frase, curiosa della sua reazione.
«Che fai, ricominci?» rispose appoggiandosi al top della cucina come era suo solito, anche lui a braccia incrociate.
Gli voltai le spalle per guardare oltre la finestra.
Eccola sempre lì, la foresta. Lì ero scappata, lì mi aveva trovata, lì si erano nascosti i miei predatori e da lì molto probabilmente proveniva anche Jona. Come un filo conduttore, qualcosa mi legava a quella foresta dalla quale, alle volte, sentivo richiami forti e chiari alla quale facevo fatica a resistere. Come il giorno in cui avevo trovato Jona tra la legna, qualcosa mi diceva che solo io riuscivo a sentire certi suoni, che solo io potevo ascoltarli.
«Ehi, che c'è?»
Logan mi riportò alla realtà. Mi voltai per un attimo verso di lui per poi tornare a guardare, e sentire, la foresta.
«Niente.»
Avrei voluto dirgli ciò a cui stavo pensando, ma non avevo idea di come farlo. Probabilmente mi avrebbe ripetuto che vedevo cose dove non ce ne erano e io avrei dovuto tenergli testa a tono in un altro dei nostri botta e risposta.
Ci rimuginai su per qualche minuto, poi mi alzai dalla sedia in cui stavo contemplando la foresta per raggiungere il lavandino e sciacquare velocemente entrambe le nostre tazze. Con la coda dell'occhio lo vidi appoggiare i sigari al loro posto e raggiungere il divano. 

Mi voltai dando le spalle al lavandino, osservando i movimenti di Logan. Rimuginai ancora un attimo a braccia incrociate, mi voltai verso sinistra poggiando il viso sulla mia spalla e poi mi decisi. 
Lo raggiunsi sul divano sedendomi sul bracciolo a gambe incrociate. Lui si voltò verso di me rivolgendo uno sguardo veloce alla mia posizione.
«Sentiamo...» disse piano.
Ora o mai più. Non avevo più voglia di tenere dentro, solo per me, i pensieri della foresta.
«Ricordi quando ti ho detto che avevo la sensazione di aver trovato Jona perché in qualche modo ero la sola a poterlo e doverlo sentire?» con le mani stavo martoriando il tessuto del divano.
Logan si sistemò nuovamente sul divano voltando anche il corpo verso di me. 
«Vai avanti» disse vedendomi seria.
«Quella sensazione non mi ha abbandonata.» non distolsi il mio sguardo dal suo «Sento Jona, sento la foresta, sento là fuori in un modo che non riesco a spiegarmi.»
Mi accorsi che stavo gesticolando e Logan non aveva ancora espresso alcun pensiero. Rimasi in attesa corrucciando la fronte. Sentii un brivido di freddo.
«La mia presenza non ti fa bene.» disse sarcasticamente passandomi una delle coperte che lasciavo sempre vicino al divano ben piegate.
«Logan, sii serio.» mi appallottolai dentro la coperta abbandonando la mia posizione sul bracciolo e facendomi spazio al suo fianco «Questa sensazione mi sta dando il tormento.»
Guardando nuovamente il suo sguardo capii che per Logan c'era un fondo di verità in quanto mi aveva appena detto. Corrucciai un'altra volta la fronte, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Forse è la mia a non fare bene a te.»
Lo sentii sospirare piano e lo immaginai scuotere il capo socchiudendo gli occhi, come quando mi prendeva in giro.
Neanche Logan sapeva dare una spiegazione a ciò che sentivo prepotente dentro di me, o forse una spiegazione non voleva darmela. Fissai lo sguardo sul camino, poi su Jona che era ancora beatamente appisolato e infine mi voltai nuovamente verso la finestra del soggiorno che raggiunsi avvolta nella coperta. Cercai di concentrare i pensieri esclusivamente sulle mie sensazioni, chiusi gli occhi, figurai la foresta, gli animali, le nuvole, il vento, la strada... fino a quando queste si accesero come un fuoco, bruciando sempre più dentro tutta me stessa. Sbarrai gli occhi e ripresi fiato.
La calma apparente nella quale eravamo rimasti non ci avrebbe cullato ancora per molto.

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: direiellie