Prologue

Thanks for doing it

Il buio, la familiare sensazione di claustrofobia, gli occhi dentro le orbite.

E poi, la sua vecchia casa si mise a fuoco davanti ai suoi occhi.

Era strano rivederla dopo un anno e mezzo, dopo che tutto era cambiato e che aveva scoperto nuovi orizzonti. Ma era sempre lì, i calcinacci in frantumi che pesavano sulle rovine di ricordi felici che nemmeno aveva più.
Le sue dita accarezzarono la pietra fredda, lì dove tante persone avevano inciso le loro condoglianze e tutti gli auguri possibili.

Improvvisamente si sentì estremamente geloso di quelle persone che avevano conosciuto i suoi genitori. In confronto a lui, loro sì che potevano piangere la loro morte e averne una ragione. Sì, lui era il figlio, ma non conosceva i suoi genitori. Per niente. Sapeva i loro nomi e a malapena la loro data di nascita. Ma del resto assolutamente niente.

Quale era stata la loro reazione nel vedere per la prima volta la lettera da Hogwarts? Il Cappello Parlante aveva avuto ripensamenti? Come erano i loro voti? Come si chiamavano i loro professori? Come erano finiti insieme dopo essersi odiati per sei anni? Quando si erano sposati? Dove? Perché avevano deciso di avere un figlio? Perché avevano deciso di chiamarlo proprio Harry?

E lui aveva intenzione di scoprirlo. In un modo o nell'altro, lo avrebbe fatto.

Prese la bacchetta con l'intenzione di lanciare un 'Alohmora' verso il cancello arrugginito, ma quello di aprì da solo, come ad invitarlo ad entrare.

Harry fece un bel respiro e attraversò quello che dovrebbe essere stato un sentiero contornato dal giardino che portava alla casa. La porta ormai non c'era più, ma all'interno si poteva distinguere qualche mobile e un ampio salone. Poi c'era un armadio per le scarpe e i cappotti, il bagno e infine la porta di quella che presumeva fosse la cucina. Al piano di sopra c'era un corridoio che aveva tre porte a destra e due a sinistra. La prima porta a desta era un bagno, seppur irriconoscibile. La seconda poteva essere stato uno studio, visto che conteneva una scrivania e delle librerie con i libri riversi per terra. La terza era una cabina armadio, con i vestiti ancora intrappolati negli armadi, ma per lo meno intatti. A destra c'era la camera da letto dei suoi genitori, non troppo rovinata, con un bel letto grande al centro e due comodini ai suoi lati. L'altra camera era la sua. La culla di legno su un lato, la poltroncina azzurra sull'altro, un comò a mo' di fasciatoio vicino alla porta con sopra un quadro con la scritta Harry e un altro con una H grande. In un angolo c'era una piccola libreria con alcuni libri di fiabe dentro. Harry si avvicinò alla libreria e frugò tra i libri. E ne trovò uno molto interessante: le fiabe di Beda e il Bardo. Non sapeva che sua madre gliele leggesse. Scacciò una lacrima e mise il libro nella borsa di perline che si era fatto prestare da Hermione quella mattina. Poi andò nell'ufficio e iniziò a frugare nei cassetti, certo di trovare qualcosa.

Ma non c'era niente di interessante.

Andò poi nella cabina armadio, nella speranza di trovare qualcosa per ricordarli.

Vestiti, magliette, jeans, camicie.
 Infine, nascosti in un scatolone e tanto tulle, un abito da sposa e uno da sposo.
Il vestito che era appartenuto a James era semplice, un Smoky nero con un papillon dello stesso colore, il tutto abbinato ad una camicia color panna. L'abito di Lily, invece, era una meraviglia. Un abito a sirena in pizzo, con tanti brillantini all'altezza del decolleté e una scollatura ovale che lasciava scoperta tutta la schiena. E per finire il tutto, in un sacchetto c'era un bellissimo diadema, ricoperto di Swarovski e qualche smeraldo. Le scarpe, purtroppo, erano rimaste danneggiate. Erano dello stesso materiale del vestito e contornate di brillanti, solo che il pizzo era strappato e mancavano alcuni brillantini. Ripose tutto nello scatolone e lo rimpicciolì, poi lo mise nella borsetta rosa.

Avrebbe mostrato a Ginny il vestito, dato che avevano già in programma di sposarsi. E, visto che la suocera le aveva dato il vestito da sposa, la mamma Molly avrebbe potuto darle le scarpe. Lui sicuramente avrebbe messo quello di James.

Poi tornò nella camera da letto dei suoi genitori e iniziò a frugare nei cassetti dei comodini. Profumi, orologi, bracciali, collane, orecchini, un diario.

Un attimo... UN DIARIO?! Harry lo afferrò. Era un semplice quadernetto marroncino con i bordi sbeccati, ma le parole si leggevano perfettamente fino all'ultima pagina.

In basso, sulla prima pagina c'era scritto un nome.

Lily Evans Potter.

ΑNGOLO ΑUTRICE

Sciαuu! Questα è lα miα nuovα ff sullα Jily. In reαltà non αvevo in progrαmmα di fαrlα, mα ieri serα, perchè sαpete che le migliori idee vengono sempre lα notte, mi è venutα questα brillαnte ideα per fαr conoscere α voi e α Hαrry lα storiα dei suoi genitori scrittα e inventαtα dα moi in personα! Comunque ongni cαpitolo conterrà un momento pαrticolαre dellα vitα di Lily (e lα mαggior pαrte αnche di Jαmes. Credo solo i primi sαrαnno così ;) ), visti dαl mio punto di vistα, che sedutα in un αngolino con lα pennα in boccα prendo αppunti su quello che vedo (whαt?). Mi rαccomαndo, commentαte per quαlαsi minimα cosα o per eventuαli errori. Spero di αvervi incuriositα.

Chiαrα ♥

Significαto del titolo di oggi: grαzie per αverlo fαtto.