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Autore: saitou catcher    08/09/2015    3 recensioni
"A rigor di logica, Bilbo Baggins avrebbe dovuto essere morto.
Quando l'uomo aveva sparato, aveva avvvertito distintamente il proiettile attraversargli lo stomaco; aveva avvertito il dolore esplodere all'altezza del ventre in una macchia infuocata, e l'odore umido di pioggia e cemento, gli aveva riempito le narici, assieme a quell'unico, assillante pensiero:
Mi ha sparato. Mi ha sparato, maledizione."
***
Bilbo muore. Eppure il suo spirito rimane ancorato alla terra, incapace di passare oltre qualsiasi cosa ci sia dopo la fine, ancorato al dolore dei suoi cari e sopratutto all'amore per Thorin. Ma la morte non sembra essere la fine, e attraverso il velo che separà il mondo dei morti da quello dei vivi, Bilbo dovrà proteggere l'uomo che ama dai nemici che lo vogliono morto... e sopratutto da se stesso.
(AU! Modern; Bagginshield; ovvero cosa succede quando due pazze con troppo tempo libero a disposizione vengono invitate a vedere Ghost mentre sono in pieno sclero post-BOTFA).
Storia scritta a quattro mani da Saitou Catcher, leggete e recensite!
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Azog il profanatore, Bard, Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10

8 luglio, ore 07:50

-THORIN! Vieni immediatamente qui!

Quando il grido terrorizzato di Bilbo risuona dal bagno, Thorin si alza e si precipita immediatamente su per le scale, percorrendo poi di corsa il corridoio.

-Che succede?- domanda, fermandosi quasi in scivolata sulla soglia.

Bilbo si volta, e subito corre a nascondersi dietro di lui, aggrappandosi alle sue spalle con la tenacia di un koala. -Toglilo! Fallo sparire di lì, immediatamente!

Thorin si guarda intorno, perplesso, ma nessun maniaco omicida sembra annidarsi negli angoli del bagno. -Ma cosa?

-Come cosa?- strilla Bilbo, allungando un braccio davanti a lui- Quel mostro sullo specchio! È enorme, come fai a non vederlo?

Thorin segue la direzione che Bilbo gli indica e intravede in quell'istante la creatura incriminata che si arrampica sul vetro. Lentamente, molto lentamente si volta e fissa Bilbo, inarcando un sopracciglio.

-Tutto questo casino per un ragnetto?-domanda, enfatizzando più che può l'ultima parola.

-Mi fa schifo!- strilla Bilbo, con tale foga che Thorin balza all'indietro, chiedendosi se il suo timpano sia ancora tutto intero.-Toglilo!

Thorin gli lancia il suo miglior sguardo beffardo poi, con estrema lentezza, strappa un pezzo di carta igienica, lo avvolge attorno al ragno e lo allunga verso la finestra.

-Non lì!- scatta subito Bilbo- Buttalo nel water! Non lo voglio sulle mie piante!

Thorin rotea gli occhi, quindi butta l'insetto e tira l'acqua.

-Ecco fatto, mia dama- si volta e accenna un inchino- Il vostro valoroso cavaliere ha sconfitto il mostro, e adesso potrete dedicarvi di nuovo alle vostre canzoni e alle ghirlande di fiori.

-Non ti consiglio di assaggiare lo stufato stasera-gli sibila Bilbo in risposta-Chissà, potrebbe essermi presa una nuova ispirazione culinaria!

Si volta, raccogliendo tutta la propria dignità offesa, e fa per andarsene, ma Thorin lo afferra prima che abbia varcato la porta del bagno e lo spinge contro il muro, bloccando le sue proteste con un bacio.

-Magari io non avevo voglia di cenare- sussurra tra i suoi capelli.

-Beh, caschi male, allora, perché io ce l'avevo eccome!- Bilbo preme le mani contro il petto del compagno e tenta di liberarsi, ma le braccia di Thorin vincono i suoi sforzi senza difficoltà. Quando lo solleva dal pavimento, Bilbo emette uno squittio oltraggiato, che però muore presto in un altro bacio, mentre gli stringe le braccia al collo per sostenersi.

-Thorin-bofonchia, quando quest'ultimo lo posa nuovamente a terra.-Thorin, scherzi a parte, devo andare davvero a preparare la cena.

Thorin lo fissa con la sua migliore espressione preoccupata.-Sei sicuro di voler andare in cucina da solo? Non vorrei ci fosse qualche zanzara...

-Idiota!-strilla Bilbo, indignato, e poi si lascia baciare di nuovo, per non fare vedere che sta ridendo.

 

Quando si svegliò, Thorin aveva in bocca il sapore delle lacrime.

Rimase a giacere sul letto per quello che gli parve un tempo infinito, aspettando che il suo respiro si riassestasse, di sentir scemare, almeno un po', la sensazione di una mano enorme che gli stesse comprimendo i polmoni.

Con quello che gli parve uno sforzo enorme, buttò le gambe fuori dal letto, e si diresse verso la cucina, un movimento automatico che ormai compiva senza prestarvi più alcuna attenzione. Nel momento in si allungava a prendere la maniglia del frigo, il telefono che aveva lasciato sul tavolo squillò.

Thorin si chinò a prenderla con una smorfia, che si tramutò in uno sguardo assassino nel momento in cui riconobbe il numero che lampeggiava sullo schermo. Premette seccamente il tasto di risposta e si portò il cellullare all'orecchio.

-Che vuoi?

-Buongiorno anche a te- rispose la voce vellutata di Thranduil. -Disturbo?

-Devi dirmi qualcosa di utile?

Udì uno sbuffo irritato. -Ho chiamato per comunicarti che Azog mi ha telefonato ad un orario assai incivile del mattino per comunicarmi il luogo e l'orario dell'appuntamento.

Immediatamente, Thorin raddrizzò la schiena, la mente all'improvviso lucida e fredda. -Ti ascolto.

-Vuole che ci vediamo al cantiere abbandonato all'inizio del porto, alle sette e mezzo di stasera.

-Ho capito- Thorin annuì e uscì dalla cucina, dirigendosi verso un comodino accanto alla soglia. -Alle sette e mezzo, hai detto?

-Precisamente.

-Allora ci vediamo alle sette al mio negozio. Avverti Bard.

Si aspettava che Thranduil riattaccasse, ma invece ci fu un attimo di silenzio, e poi Thranduil disse, con un tono completamente diverso da quello leggermente insultante che di norma usava con Thorin:-Sei ancora in tempo per ritirarti, se vuoi.

Thorin si lasciò sfuggire un verso di scherno.-Chissà perché, non mi sorprende che sia tu a dirmelo.

-Prenditi pure gioco di me, se questo ti fa sentire meglio, ma sai che ho ragione. Quel che vuoi fare non porterà a niente.

-Porterà Azog e Bolg a marcire in galera. Non mi sembra niente.

-Tu non vuoi che Azog e Bolg finiscano in galera, tu vuoi vederli marcire in una tomba- la voce all'altro capo del telefono era puro gelo- Se questo contribuirà davvero a farti sentire meglio, allora provo pena per te.

-Tientela per te, la tua pena-sibilò Thorin, il respiro gelido e gli occhi attraversati da lampi di furia.-Io non me ne faccio niente.

-Thorin...

-Basta-non fu un suono umano quello che uscì dalle labbra serrate di Thorin; fu il ringhio di un animale braccato. -Piantatela di dirmi tutti cosa devo fare! Voi non potete dirmi niente, perché non sapete niente!

-Davvero?- ribatté Thranduil, la voce che trasudava sarcasmo- Tu continui a nutrire la presunzione che nessuno possa dirti cosa fare perché nessuno ha vissuto angosce come le tue. Beh, lasciami dire che ti sbagli, e nemmeno di poco, su questo.

-Oh, giochi anche tu la carta della moglie morta?- Thorin ridacchiò velenosamente- Molto astuto, ma Bard ci ha provato prima di te. Credete davvero che questo cambi qualcosa? Che possa farmi sentire meglio, o convincermi che voi sapete quello che è meglio per me? Almeno su una cosa hai ragione, Thranduil: nessuno di voi ha passato quello che ho passato io. Quindi non sapete cosa significa. Non lo sa Bard, non lo sai tu, non lo sa nessuno di quelli che negli ultimi mesi hanno cercato di aiutarmi, perché nessuno di loro ha visto la persona che amava uccisa davanti ai suoi occhi!

-Forse lo so meglio di quanto tu creda- e Thorin non avrebbe mai creduto che una persona tanto fredda, tanto compassata come Thranduil potesse parlare con una tale rabbia nella voce-anche se, nel mio caso, è stata lei stessa a farlo, non qualcun altro.

Ci volle qualche istante perché la mente di Thorin afferrasse appieno il significato di quelle parole.

-Non lo sapevo-riuscì a dire, seccamente.

-Ci sono molte cose che non sai, Thorin Durin.-Thranduil aveva recuperato il proprio autocontrollo, anche se la voce gli tremava ancora leggermente.-Vedila così: Bilbo Baggins ti amava abbastanza da sacrificare la sua vita per te, e mia moglie non mi amava abbastanza da restare, nemmeno per nostro figlio.Questo aiuta, in qualche modo?

No, pensò Thorin, non avrebbe provato pena per Thranduil. Non lo avrebbe fatto e basta.

-No.

-Ne ero sicuro- fu la risposta- Ora, tornando a questioni più prosaiche, hai avvertito Theoden?

-Sì- la risposta scivolò immediatamente dalla sua lingua.

-Ma davvero. E cosa ha detto?

-Che interverrà. Non si è sbilanciato più di tanto.

-Capisco. Alle sette, allora.

Thorin non si sprecò a rispondere.

Sentì il rumore della linea che cadeva, e poi si voltò. D'improvviso, l'enormità di quello che stava per fare gli appariva davanti con chiarezza, ma Thranduil aveva torto. Era troppo tardi per tirarsi indietro.

Si chinò, aprì lentamente il cassetto e la sua mente fu invasa da un ricordo, uno dei tanti che ormai sembravano appartenere a un'altra vita, a un altro lui.

 

-Thorin.

Quando si sente chiamare, l'uomo alza lo sguardo dai suoi disegni, sorpreso. Prima di allora, non ha mai sentito la voce di Bilbo pronunciare il suo nome con tanta freddezza.

-Sì?

Quando il suo compagno arriva verso di lui, tenendo in mano un cassetto, quasi si spaventa. Il volto di Bilbo è mortalmente serio, anzi, si corregge Thorin nella sua mente, arrabbiato, ma non di quella rabbia leggera e un po' buffa che lo coglie a volte; no, questa è rabbia vera, fredda e distante.

Bilbo appoggia il cassetto sul tavolo con un tonfo sordo, e Thorin sussulta.

-Cosa- sibila il suo compagno- È. Questa.

Tutta quella situazione è surreale. Thorin allunga il collo, e poi lancia uno sguardo perplesso al suo compagno. -Una pistola?

-È una pistola, sì- Bilbo quasi sputa la parola- E sai spiegarmi cosa ci fa in casa mia?

Thorin scrolla le spalle. -Nonno l'aveva comprata poco prima di venire ricoverato. Diceva che, con i tempi che correvano, sarebbe sempre potuta servire- la sua attenzione ritorna ai disegni- Nemmeno mi ricordavo di averla.

Bilbo batte la mano sul tavolo con tanta forza da farlo vibrare. Thorin alza lo sguardo e la rabbia che scorge in quegli occhi è qualcosa che non aveva mai visto prima in lui.

-Deve sparire-sibila Bilbo, scandendo con forza ogni sillaba.-Non m'interessa cosa ne fai, se la butti in mare, la ingoi o la spedisci in discarica, ma io non la voglio più vedere. Intesi?

-Intesi.-Thorin si alza, impressionato. Bilbo non si arrabbia spesso in maniera seria, ma quando decide di farlo, la sua collera non ha nulla da invidiare a quella di un Durin.-Non immaginavo ti turbasse tanto.

-Mi turba eccome, invece. Non la voglio mai più vedere, mi hai capito.

-D'accordo, d'accordo, la farò sparire- Thorin scuote la testa- Se non altro, per impedire che ti spari su un piede.

Bilbo non ride. -Thorin, me lo hai promesso.

-Te lo prometto.-Thorin gli bacia la fronte.-Non la vedrai più.

 

Molto tempo dopo quel giorno, Thorin sorrise, un sorriso che sapeva di rabbia e amarezza, e prese la pistola. Era fredda e pesante nella sua mano, esattamente come quel giorno in cui Thror gliel'aveva premuta sul palmo, osservandolo con quei suoi occhi vuoti e fissi, ripetendogli quanto fossero simili.

La sua mano si serrò con più decisione sull'arma e Thorin la tirò fuori dal cassetto, frugando poi lì dove sapeva esserci un caricatore. Un sorriso sarcastico gli piegò le labbra nel momento in cui lo udì scivolare al suo posto con uno scatto secco.

Non la voglio mai più vedere.

-Beh- sussurrò Thorin. -Non l'hai fatto. Ho mantenuto la promessa.

No, non l'hai fatto, pensò con dolore il fantasma dietro di lui.

 

Ore 18:45

-Sai niente di Thranduil?-fu la prima cosa che Thorin chiese a Bard, nel momento in cui lo vide comparire sulla soglia del negozio. L'ex camionista scrollò le spalle.

-A dire il vero, pensavo di trovarlo già qui. Tu lo hai sentito?

-Mi ha chiamato stamattina- Thorin scosse la testa, borbottando tra sé- Spero che non ritardi troppo. Senza di lui, l'intero piano va in fumo.

Bard annuì e si accomodò su uno sgabello vicino al bancone. A pochi passi da lui, Fili si alzò improvvisamente dalla scrivania, osservando la figura dell'uomo con disagio crescente.

Proprio in quel momento la porta del negozio si aprì con un tintinnio di campanellini. Thorin e Bard alzarono lo sguardo nello stesso momento, ma entrambi quasi si sgonfiarono per la delusione nel momento in cui Tauriel e Kili fecero il loro ingresso.

-Ciao, zio!- Kili alzò la mano in segno di saluto e lanciò uno sguardo perplesso a Bard, il quale stava cercando con tutte le sue forze di trattenere un fischio d'ammirazione all'indirizzo di Tauriel. -Siamo venuti a prendere Fili, appena stacca andiamo a cena fuori. Ti va di venire con noi?

-No, ho da fare-rispose Thorin, forse troppo bruscamente. Un sorriso stentato si disegnò sul volto di Kili e Bard lo vide lottare per non mostrare la propria delusione. -Ah. Fa niente.

Thorin alzò lo sguardo, fissò il nipote e poi fece il giro del bancone, portandoglisi di fronte. Con delicatezza, gli spinse via un ciuffo di capelli dall'occhio.-Mi dispiace, Kili.-Sorrise, e nel vedere quel sorriso, Bard capì per la prima volta la ragione del carisma che Thorin esercitava su chiunque lo circondava, malgrado i suoi modi bruschi e la sua totale mancanza di flessibilità.-Sarà per un'altra volta.

Kili annuì, gli occhi bassi. Thorin lo fissò per un altro istante, quindi si voltò verso il fratello. -Vi lascio il negozio- disse, poi rivolse a Bard un cenno del capo. -Io e te andiamo ad aspettare in garage.

Bard annuì ed entrambi si diressero verso il garage accanto alla gioielleria, ignari della presenza di un fantasma che trotterellava alle loro spalle, sentendo lo stomaco stringersi in un nodo sempre più stretto per la tensione. Una volta entrati, Thorin lanciò un'occhiata all'orologio e sbuffò, stringendo nervosamente i pugni. Accanto a lui, Bard sospirò e si appoggiò alla macchina, cercando senza riuscirvi di non calcolare con attenzione ossessiva lo scorrere del tempo.

-Dove diavolo si è cacciato?- sbottò infine Thorin dopo che furono trascorso circa cinque minuti- Se arriviamo in ritardo per colpa di quella sottospecie di manichino effemminato...

-Eccolo che arriva- disse Bard con tono noncurante.

Thranduil attraversò il marciapiede come se avesse tutto il tempo del mondo, guadagnandosi le occhiate irritate dei due uomini quando alla fine entrò nel garage.

-Alla buon'ora-sibilò Thorin.

-Avevamo detto alle sette, e alle sette sono venuto-replicò Thranduil, prima di girare uno sguardo attorno a sè.-Per curiosità, da quant'è che non pulite qui dentro?

-A differenza di qualcuno che conosco, io ho di meglio da fare che scegliere le cravatte da abbinare al completo-gli ringhiò Thorin in risposta,armeggiando nella tasca alla ricerca delle chiavi.

Gli occhi di Thranduil si ridussero a due fessure.-Fingerò di non aver colto la niente affatto sottile allusione.

-E io fingerò di non aver sentito due uomini adulti litigare come ragazzine!-ruggì improvvisamente Bard, voltandosi e bersagliandoli entrambi col suo sguardo più truce.-Ho capito che vi detestate, ho afferrato il concetto. Adesso, la smettete di berciare e iniziate a comportarvi da uomini adulti, o avete intenzione di stordire Azog a forza di chiacchere?

L'identica espressione di orgoglio offeso e furia omicida sui volti di Thorin e Thranduil era quasi comica, ma ne' Bilbo ne' Bard accennarono a ridere.

-Qualunque cosa ci sia dall'altra parte, ci metterò una buona parola per te- sussurrò il fantasma.

Bard si raddrizzò con tutta la sua dignità e volse lo sguardo all'uno e all'altro dei suoi compagni, apparentemente indifferente al loro sguardo. -Se non vi spiace, io mi avvierei, a meno che non vogliate squadrarmi male per tutta la serata, nel qual caso sprechereste il vostro tempo.

-Oh, quest'uomo mi piace sempre di più!- esclamò Bilbo.

Thorin fu il primo a riscuotersi. -Hai ragione, è tardi- borbottò, frugando nelle tasche alla ricerca delle chiavi e del telecomando per chiudere il garage- Salite in macchina. Bard, tu stai davanti.

-Un momento- li gelò la voce di Thranduil.

Bard quasi si accasciò sul tetto della macchina. -Qualsiasi cosa sia, sono sicuro che può aspettare- mormorò con tono quasi supplichevole.

-Fidati, Bard, alla fine mi ringrazierai- Thranduil si portò al suo fianco e poi si voltò a fronteggiare Thorin, immobile di fronte a loro, senza quasi un'idea di quanto fosse appena successo.

Bard passò rapido lo sguardo dall'uno all'altro, allarmato.-Che intendi dire?

-Che il nostro signor Durin ci ha mentito per tutto il tempo-Thranduil parlò lentamente e con chiarezza, quasi a dare modo a quelle parole d'imprimersi meglio nella mente di Bard.-Non ha chiamato la polizia, ne ha mai pensato di farlo. Dico bene, Thorin?

Thorin lo fissò dritto negli occhi, freddo, e quello sguardo fu più eloquente di qualunque risposta.

-No...-boccheggiò Bard-Dimmi che non l'hai fatto davvero.

-E' bastata fare una semplice telefonata in commissariato-aggiunse Thranduil. -Theoden è letteralmente cascato dalle nuvole, quando gli ho chiesto se fossi passato in centrale, o se lo avessi anche solo contattato in questi ultimi due giorni.

Oh, Thorin, perché, fu sul punto di domandare Bilbo, ma non era una vera domanda. La sapeva già la risposta.

-Tu... tu...- Bard sembrava aver perso perfino la capacità di parlare. Indietreggiò, scuotendo la testa. -Tu ci hai usati!

-Non avreste collaborato, altrimenti- la voce di Thorin era dura e piatta, ma i suoi occhi non incontrarono mai quelli di Bard.

-E non lo faremo adesso- Thranduil si raddrizzò, gli occhi improvvisamente lampeggianti d'ira. -Per quel che mi riguarda, io non muoverò un passo fuori da questo garage, e nemmeno Bard, finché non avremo la certezza che questa faccenda si sta svolgendo nei limiti consentiti dalla legge.

Inaspettatamente, Thorin sorrise...e Bilbo indietreggiò, perché quel sorriso era più terribile di tutta la rabbia che aveva mai visto sul suo volto.

-Almeno una volta siamo d'accordo- mormorò- Voi due non muoverete un passo fuori di qui.

Sulle prime, dalla posizione in cui si trovava, Bilbo non capì perché Bard fosse sbiancato, ne' perché gli occhi di Thranduil si fossero dilatati, ma gli bastò spostarsi di qualche passo per vedere chiaramente la pistola nella mano di Thorin.

-No...-rantolò, terrorrizzato, anche se era l'unico a non correre alcun pericolo.-No!

-Thorin-disse Bard.-Thorin, non fare l'idiota. Metti via quella pistola.

-Sai, Thranduil, c'era una frase che hai detto stamattina, che mi ha fatto riflettere- Thorin parlò senza mai smettere di tenerli sotto tiro- “Non è troppo tardi per tirarsi indietro”. Per un attimo ho quasi pensato che avessi ragione. Ma non è vero. È troppo tardi- il suo volto si contorse appena. -Lo è stato dal momento in cui il proiettile ha colpito lui e non me.

-Adesso basta con questa follia!- esplose Bard- Quante volte te lo dobbiamo ripetere? Tutto questo non servirà a nulla!

-È ora che ritorni nel mondo reale, Thorin- la voce di Thranduil suonò, incredibilmente, ancora più fredda, in contrasto con quelle degli altri due. -Bilbo Baggins è morto. E uccidere chi te lo ha portato via non lo farà ritornare indietro.

-No- fu la risposta- Ma almeno avrò pareggiato il conto.

-Ma credi davvero a quello che dici?- disse Bard. -Se davvero valeva così tanto per te, la vita di un verme come Azog non pareggerà mai il conto!

-E quindi io non dovrei fare niente?- la mano della pistola tremò appena, mentre il volto di Thorin si contorceva in una smorfia omicida. -Lui è morto, io non lo vedrò mai più, non sentirò mai più la sua voce, dovrò convivere con l'idea di averlo lasciato morire mentre Azog va avanti a fare i suoi comodi e a distruggere tutto quello che amo? Dovrei perdonare e dimenticare? No, Bard. Scordatelo. Io non perdono. E non dimentico.-Thorin cominciò a indietreggiare senza allontanare da loro la pistola.-A conti fatti, forse è meglio così. Ci andrò di mezzo solo io.

-Thorin...-tentò Bard, disperato.

In pochi passi, Thorin si trovò fuori dal garage. Alzò la mano con cui impugnava il telecomando della saracinesca, premette il pulsante e sotto gli occhi attoniti di Bilbo, Thranduil e Bard la porta iniziò a calare con un lento cigolio fino a richiudersi del tutto. Bard tentò un passo avanti, ma Thranduil lo trattenne.-Lascialo andare. Sparerà.

-Ma che cosa ha intenzione di fare?- Bard si voltò verso di lui, negli occhi una luce di ribellione impotente.-Così si farà solo ammazzare!

-Non capisci?-rispose Thranduil, cupo.-E' quello che spera.

 

Bilbo si precipitò fuori, attraversando il metallo della saracinesca prima ancora che questa si fosse abbassata del tutto. Corse dietro a Thorin, faticando, anche da morto, a tenere il ritmo delle sue vigorose falcate.

-Thorin!- Sapeva, lo sapeva dannatamente bene che l'altro non poteva sentirlo, ma non poteva impedirsi di gridare lo stesso.-Thorin! Hanno ragione loro, non lo capisci? Non servirà a niente, non cambierà niente!- Si fermò, barcollando sulle gambe che non aveva più. -Thorin, dannazione!- urlò. -Fermati!

Thorin si fermò di scatto e si voltò. Per un istante, i suoi occhi perlustrarono la zona di fronte a lui.

Bilbo si raddrizzò. -Thorin?

Ma era stato solo un attimo. Thorin scosse la testa e si avviò di nuovo, sparendo in fretta dalla sua vista.

Bilbo si accasciò su sè stesso, la disperazione, la paura e la rabbia annodati in un unico gomitolo nel suo stomaco. Era finita. Aveva lottato con tutte le forze, aveva combattuto fino allo stremo per salvare Thorin, ed era stato proprio quest'ultimo a mandare i suoi sforzi in fumo. Il pensiero gli suscitò una risata isterica.

Hai perso, signor Baggins, ti tocca rassegnarti. Sta andando incontro al suo destino, e non c'è nulla che tu possa fare per salvarlo.

No! Il suo intero essere si ribellò a quelle parole. No, non lo permetterò. Non qui, non adesso, non così!

Alzò lo sguardo, e si rimise in piedi. I suoi occhi scrutarono con disperazione ogni cosa attorno a lui, fino a fermarsi sulla porta semiaperta del negozio.

E gli venne un'idea.

 

-Fili!- Kili roteò su se stesso con un grido isterico. -Ti vuoi sbrigare?

-Un attimo!- Fili fece capolino dalla porta del laboratorio con il panico totale negli occhi. -Non trovo la mia copia delle chiavi!

Kili lo guardò come se si fosse appena tramutato in un marziano. -Cosa stai dicendo? Ce le hai in mano, le tue chiavi!

-Non quelle della macchina, stupido! Quelle del negozio!- Fili scrollò la testa, disperato.-Non riesco a ricordarmi dove le ho messe!

Kili roteò gli occhi-La tua scrivania?

-Non ci stanno!

-Il laboratorio?

-Nemmeno!

-In bagno?

-Perché mai dovrebbero essere in bagno?

-Non lo so, tu controlla!- sbottò, Kili, esasperato. -Ad ogni modo, cosa te ne fai delle chiavi della macchina? Credevo la prendesse zio.

-È uscito a piedi, non l'hai visto? È passato qui davanti poco fa- al ricordo, la fronte di Fili si aggrottò. -Aveva un'aria molto strana.

Kili scosse la testa, come per scacciare quei pensieri molesti, e poi raggiunse il fratello, cominciando a sospingerlo verso la porta. -Vengo in bagno anch'io, magari in due combiniamo qualcosa. Uno di questi giorni ti perderai anche la testa.

-Ma senti chi parla!

Dal bancone su cui era seduta, Tauriel sorrise. Era lieta che almeno Fili e Kili non si fossero lasciati abbattere dagli eventi che si erano abbattuti sulla famiglia negli ultimi mesi. Ma del resto, era tipico di Kili, sorridere anche di fronte a ciò che lo faceva soffrire, ed era anche per questo che si era innamorata di lui.

Sospirò bonariamente, nel sentire gli insulti piuttosto coloriti che provenivano dal bagno, e poi lo sguardo le cadde casualmente sullo schermo del computer poggiato sul bancone. Si accigliò. Non le era parso che fosse acceso, quand'era entrata, e sopratutto non le era parso che fosse aperto su una pagina bianca di Word.

Perplessa, allungò una mano per spegnerlo, quando udì l'inconfondibile rumore di dita che ticchettavano sulla tastiera e un'unica parola si formò sullo schermo.

Ascoltatemi.

Tauriel era tutto meno che paurosa, eppure balzò all'indietro, schiacciandosi una mano sulla bocca per trattenere un urlo. Avrebbe voluto persuadersi che era stata solo un'allucinazione, ma la parola lampeggiava ancora sullo schermo, quasi a smentirla.

-Non è possibile...-mormorò con un filo di voce.

-Trovate!- Kili sopraggiunse in quel momento alle sue spalle, apparentemente senza accorgersi del tremito che la scuoteva. -Stavano nel cassetto del bagno. Ma quale razza di decerebrato mette le chiavi nel cassetto del bagno?- improvvisamente si fermò, e guardò Tauriel, aggrottando la fronte. -Amore, stai bene?

Senza rispondere, la ragazza allungò un dito verso lo schermo.

Kili seguì il suo sguardo, e la confusione nei suoi occhi si fece ancora più evidente, nel momento in cui vide la causa dello sgomento di Tauriel. -Perché diavolo hai scritto “Ascoltatemi”?

Tauriel scosse appena la testa, gli occhi fissi sui caratteri che lampeggiavano nitidi sullo schermo bianco. -Kili... non l'ho scritta io- riuscì a mormorare.

Lui aggrottò la fronte.-Che stai...

Ma prima che potesse completare la frase, si udì nuovamente il rumore di dita che battevano sui tasti, e una nuova frase spiccò sul foglio bianco.

Mi serve aiuto, e non ho molto tempo.

-Fili!-chiamò Kili con voce strozzata.-Fee, vieni qua!

Il fratello maggiore stava uscendo in quel momento dal bagno, e nel momento in cui si sentì chiamare, corse dietro al bancone. Guardò Kili senza comprendere.-Kee,che diamine stai facendo?

-Io non sto facendo niente! E' questo il punto...si è...si è...-Ci volle un supremo sforzo perché Kili riuscisse a completare la frase. - Si è scritta da sola!

-Ma che state dicendo?- Fili scosse la testa- Ragazzi, se questo è uno dei vostri scherzi, vi avviso che non è diverten...

La mano del fratello gli serrò il braccio in una morsa d'acciaio, troncandogli le parole in gola. Improvvisamente contagiato dal terrore che sentiva emanare da Kili a ondate, Fili puntò gli occhi sullo schermo del computer e vide nitidamente le sagome nere delle lettere lampeggiare davanti ai suoi occhi, andando a formare una frase.

-Che cosa...- non riuscì a terminare.

-La tastiera- disse Tauriel con un filo di voce.

Gli occhi degli altri due si abbassarono a contemplare quello a cui stava assistendo lei: una mano invisibile sembrava percorrere la tastiera, abbassando ora questo, ora quel tasto, con un'inconfondibile ticchettio.

Aiutate Thorin, stava scrivendo la presenza che non riuscivano a vedere. Sta andando ad affrontare Azog,al cantiere abbandonato all'inizio del porto. Avvertite Theoden, il commissario Theoden di intervenire, e poi andate in garage.

I tre si guardarono e ciascuno scorse riflessi negli occhi dell'altro la propria paura e la propria incredulità.

-E' un'allucinazione-balbettò Fili.- Deve essere un'allucinazione.

Kili gli tirò uno schiaffo.

-Ahia! Ma che ti è preso?

-Ha fatto male?-chiese Kili, gli occhi sbarrati, sulle guance due chiazze rosse.

-Certo che ha fatto male, razza d'idiota, ma che diamine c'entra con...

-Allora non è un'allucinazione-lo interruppe Kili-Non possiamo aver avuto in tre la stessa allucinazione.

Sbrigatevi, lampeggiò sulla pagina. Non avete molto tempo.

Fili deglutì.-Noi...lo faremo-. Poi una domanda lo colse. Si guardò intorno, cercando di scorgere qualcuno oltre a suo fratello e Tauriel.-Ma tu...tu chi sei?

I secondi che scorsero tra la domanda e la risposta parvero interminabili. Poi, il familiare ticchettio riprese, e un'unica parola lampeggiò sullo schermo bianco.

Bilbo.

 

Thud!

Il corpo di Bard impattò con violenza contro la saracinesca del garage, e poi l'uomo indietreggiò barcollando, massaggiandosi la spalla con una smorfia di dolore.

-Ti lusserai solo una spalla così-lo informò Thranduil in tono piatto. Passò il fazzoletto su una vecchia sedia che qualcuno aveva lasciato in garage, e poi vi si sedette, accavvallando le gambe.

Bard lo perforò con lo sguardo.-Potresti anche aiutare!

-Sono già stato abbastanza coinvolto in questa storia senza dovermi rovinare anche il vestito, grazie. E ad ogni modo, non credo che in due otterremmo grandi risultati.

Bard gli lanciò uno sguardo esasperato, quindi scosse la testa, mentre estraeva il cellulare e gettava un'occhiata allo schermo. Il suo volto si contorse per la frustrazione. -Il tuo cellulare prende?

-Sarei ancora qui, se così fosse?

Bard dovette trattenere l'impulso di serrargli le mani intorno alla gola, e stringere, fino a quando non gli avesse fatto passare quell'espressione imperturbabile. Le pareti del garage sembravano d'un tratto essersi serrate attorno a loro come le sbarre di una gigantesca gabbia. Non c'era modo di aprire la porta, e nessuno di loro aveva modo di comunicare con l'esterno. Thorin aveva organizzato tutto alla perfezione.

Eppure ci dev'essere qualcosa che possiamo fare!

Esplorando l'ambiente alla ricerca di una via di fuga, i suoi occhi trovarono qualcosa che attrasse la sua attenzione. Senza dire una parola, Bard si portò accanto alla macchina di Thorin, e con un pugno deciso sfasciò il finestrino, allungando poi la mano all'interno per aprire la sicura.

Dalla sedia su cui si era accomodato, Thranduil gli lanciò uno sguardo perplesso. -Comprendo che sfasciargli la macchina sia un gesto altamente liberatorio, ma a che pro?

Bard sbuffò nell'introdursi all'interno del veicolo.-Immagino che tu non sappia far partire una macchina senza le chiavi.

-Per chi mi hai preso? Io nemmeno guido-sbottò Thranduil, modificando leggermente la sua posizione. Mentre osservava Bard che, chino sotto il volante, armeggiava con i cavi, un sopracciglio elegantemente disegnato si sollevò fino all'attaccatura dei capelli. -Posso sapere, una volta accesa la macchina, come hai intenzione di fare per lasciare il garage?

-Un problema alla volta, se non ti dispiace!- gli rispose la voce irritata di Bard dall'interno del veicolo.

Ecco, quasi...

In quel momento, sentì Thranduil chiamarlo.-Bard...

-Un attimo!

-Lungi da me metterti fretta-ribatté Thranduil-ma la porta del garage si sta aprendo.

Bard, estereffatto, alzò la testa da sotto il volante, e in quel momento scorse il movimento della saracinesca che si alzava da terra, e tre figure che si precipitavano all'interno. Erano i due nipoti di Thorin, e la ragazza che era con loro.

-Dobbiamo fare presto, Theoden non...-La ragazza era stata la prima a entrare, ma si bloccò sul posto, sul viso un'espressione sconvolta.-Thranduil?

-Tauriel?-Thranduil non sembrava meno sorpreso di lei, mentre si alzava e le andava incontro.

-Cos...?-Il più giovane dei due ragazzi, quello che a Bard pareva di ricordare si chiamasse Kili, si fermò a bocca aperta, passando lo sguardo dall'una all'altra.- Che ci fai tu qui?

-Sentite, non abbiamo tempo-s'intromise il ragazzo biondo-il fidanzato di Sigrid, ricordò Bard con un sussulto.-Thorin sta andando contro Azog, ed è da solo, e ...

-Lo sappiamo-risposero Bard e Thranduil in perfetto sincrono.

Il ragazzo li fissò con la meraviglia negli occhi.-Come fate a...

-E' la stessa domanda che potremo fare a voi, ma temo che non abbiamo il tempo-replicò Bard, uscendo dal veicolo.-Piuttosto, qualcuno ha la chiavi di questo trabiccolo?

-Ce le abbiamo noi-uno sguardo corse tra i tre, e Tauriel annuì con un movimento secco, afferrando al volo le chiavi che Fili le aveva lanciato e corse verso la macchina. Kili le tenne indietro, fermandosi con un singulto strozzato quando si accorse del finestrino sfasciato. -Che avete fatto alla macchina?- gridò, con le mani nei capelli.

-Pagherò i danni- ribatté sbrigativo Bard, mentre, senza tanti complimenti, afferrava Thranduil per un braccio e lo spingeva verso il veicolo.

-Un momento- l'uomo puntò improvvisamente i piedi- Qualcuno, almeno, ha avvertito la polizia?

-Lo abbiamo fatto noi- Fili si gettò rapidamente sul sedile posteriore, mentre davanti a lui Kili si accomodava accanto a Tauriel al posto di guida. -Muoviamoci, presto!

Bard e Thranduil si scambiarono uno sguardo, e poi quest'ultimo si trovò buttato al posto centrale accanto a Fili, mentre, senza eccessiva delicatezza, Bard entrava a sua volta e chiudeva lo sportello.

-Non abbiamo tanto tempo- disse. -Sapete dove dobbiamo andare?

-Al cantiere all'inizio del porto- Tauriel mise in moto, e partì.

 

-In sostanza-chiese Bard, quando ebbero finalmente imboccato la via per il porto-qual'è il piano?

Nell'abitacolo, calò per qualche secondo un silenzio imbarazzato.Poi Kili disse:-Arriviamo, vediamo che sta succedendo e ci regoliamo di conseguenza?

-Che splendido piano-sibilò Thranduil, sarcastico.-Mi domando come mai non mi sia venuto in mente-Si rivolse a Bard.-Ti dispiace spostarti, Bard? Non sento più le gambe dalle ginocchia in giù.*

Bard lo ignorò, e si sporse verso Fili, appoggiandosi sulla spalla di Thranduil-Che armi abbiamo?

Gli occhi del ragazzo si dilatarono. -Un piede di porco nel bagagliaio...?- rispose con un filo di voce. -Credo?

L'uomo li fissò come se non credesse ai propri occhi. -Mi state veramente dicendo che stiamo andando ad infilarci in un covo di criminali senza nemmeno un'arma a disposizione?

-Logica Durin, Bard- ribatté Thranduil- Non sforzarti di capirla.

-Cosa vorresti dire?!- insorse Kili da davanti a lui.

-Ah, no, non cominciate!- lo fulminò Bard.-Non c'è vostro zio, vi ci mettete voi?

Kili sembrò sul punto di ribattere, ma poi si limitò a incenerire Thranduil con lo sguardo.

La ragazza al volante, decise Bard, era l'unica con un po' di buonsenso. Lei, almeno, guidava e stava zitta.

-Gradirei poter fare un'osservazione-intervenne la voce di Thranduil.

Bard si voltò di scatto verso di lui e sbottò:- Non sei l'unico incastrato nel sedile, ok?!

-L'osservazione non era questa.

Bard lo fissò, inarcando un sopracciglio, e Thranduil accennò con un cenno del capo a qualcosa alle sue spalle.-Quella macchina ci sta seguendo.

-Cos...-Bard si voltò a sua volta.

Thranduil aveva ragione. Una macchina nera li stava seguendo da vicino,e Bard aveva la più che netta sensazione di aver visto il viso sfregiato del guidatore nei dintorni del mercato, alcuni giorni prima che gli bruciassero il camion.

-Porca miseria!-sbottò. Si rivolse alla ragazza alla guida.-Tu...

-Tauriel-gli suggerì Thranduil.

-Tauriel- ripeté- pensi di riuscire a seminarli?

La ragazza si gettò un breve sguardo alle spalle, e poi riportò lo sguardo sulla strada, fredda e concentrata.-Sì.-Bard la vide staccare la mano dalla leva del cambio e portarla sul volante.

-Amore, che stai...-iniziò Kili.

Prima che potesse terminare la frase, Tauriel premette con forza il piede sull'accelleratore.

La macchina schizzò in avanti con forza improvvisa, schiacciandoli tutti contro lo schienale del sedile, e con suo sommo orrore Bard vide il loro veicolo guizzare con agilità tra tutti gli altri, lasciandosi dietro una scia di clacson e voci irate. Senza avvertirli Tauriel sterzò bruscamente in un vicolo angusto e si udì chiaramente il rumore della macchina che sfregava il muro, creando scintille di attrito. Improvvisamente, uno degli specchietti retrovisori si staccò dal sostegno e cadde a terra con un tintinnio.

-E' ancora là dietro?-domandò Tauriel.

Bard si gettò un'occhiata veloce alle spalle.-No, o perlomeno io non la...

BANG!

La macchina urtò con forza contro il muro adiacente, e Bard venne scagliato bruscamente in avanti, sbattendo la testa contro il sedile anteriore. Rimase ad occhi chiusi per qualche istante, aspettando lo scemare del dolore alla testa,e quando riaprì lentamente gli occhi, mormorò:-Credo di essermi appena beccato il colpo di frusta...

-State tutti bene?-Kili si sporse ansiosamente dal sedile anteriore, dopo essersi liberato dalla cintura.-Tauriel? Fee?

Entrambi annuirono, con smorfie di dolore dipinte sul volto, poi Fili aprì la portiera dalla sua parte.-Credo sia meglio farsela a piedi, da qui. Il porto non è lontano.

Bard annuì, massaggiandosi la nuca e scivolò fuori dalla macchina, seguito da Thranduil, apparentemente illeso.

-State bene anche voi?- al cenno d'assenso di entrambi, Fili rispose con un secco movimento del capo e li superò di corsa, oltrepassando la macchina distrutta.

-Fili- lo richiamò la voce quieta di Bard.

Il ragazzo si fermò in scivolata e si voltò verso di lui, sul volto un'espressione confusa. -Sì?

-Il piede di porco- rispose Bard col suo tono più amabile- Credo che potrebbe rivelarsi una buona idea.

Fili lo osservo, confuso, per qualche istante, quindi si riscosse. -Ah. Sì. Giusto.

-Guarda che cosa hai fatto alla macchina!- gemette Kili mentre il fratello apriva il bagagliaio. -Thorin ci ammazzerà quando lo scoprirà!

-Se Azog non uccide lui prima- intervenne cupamente Thranduil.

 

La sagoma del cantiere abbandonato si presentò a loro come l'immenso volto di uno spettro, i buchi quadrati delle finestre che si aprivano sulla facciata come occhi vuoti. Bard frenò l'impeto della sua corsa e si piegò in due, il respiro affannoso e le mani che stringevano le ginocchia.

-Un attimo...- ansimò. -Non ho più l'età per queste cose.

-Secondo voi è già lì dentro?- Kili lanciò un'occhiata ansiosa all'edificio. -Se sì, cosa facciamo?

-Troviamo un modo di fermarlo, non vedo molte alternative- Thranduil si fermò accanto a Bard. Nonostante avesse corso esattamente per lo stesso tempo, non aveva neppure un capello fuori posto. -Avete idea di quando si farà vivo Theoden?

-Non presto, temo.-Fili strinse le mani sull'impugnatura del piede di porco, e si diresse risolutamente verso la porta. Uno sguardo cupo corse tra lui e Bard nel momento in cui scorsero sul pavimento il catenaccio che doveva averla bloccata prima del loro arrivo.

-Entriamo-disse Bard, secco.

Spinse la porta, e ai loro occhi si presentò un'enorme stanzone vuoto, che un tempo doveva essere stato un magazzino, a giudicare dalle assi di legno ormai marcito che giacevano accatastate in un angolo. Bard fece risalire gli occhi lungo tutto l'edificio, soffermandosi sulla scala che portava al piano di sopra.

-Non mi piace-disse Thranduil arrivandogli accanto.

-Cosa?

-Avevamo previsto un incontro-replicò Thranduil-eppure non c'è nessuna guardia, nemmeno uno degli uomini di Azog a controllare che arrivi da solo o disarmato. Non ti sembra strano?

-E ti lamenti? Io la chiamo fortuna!-si fece sentire Kili.

-No-rispose Thranduil gelido.-Io la chiamo trappola.

-E hai perfettamente ragione- disse una voce, poi una mano spuntò dal buio e afferrò Tauriel per la gola.

 

Ragazze, potremmo piangere.

Quando pubblicammo il primo capitolo di questa storia, quindi verso Maggio, già solo arrivare al capitolo di Radagast ci sembrava la scalata dell'Everest. Non avete idea di quanto tempo è che abbiamo in mente la scena del garage, che venne fissata per la prima volta a Marzo, durante il camposcuola, su un pulman che da Atene ci portava a Micene (in realtà su quel pulman abbiamo proprio scritto tutta la trama, ma shh), quindi, beh, questo è un momento molto emozionante.

Senza farvi spoiler, possiamo dirvi che, se questo capitolo vi è sembrato denso, ricredetevi: non è niente in confronto a quello che deve arrivare!

Piccolo appunto*: il dialogo tra Thranduil e Bard sul sedile è preso da uno dei libri della saga di Evernight.

Altra cosa: per chi di voi non l'avesse capito, abbiamo immaginato che la moglie di Thranduil si fosse suicidata, giusto perché l'angst non è mai troppo, e perché io e Catcher non abbiamo niente di meglio da fare che inventare disgrazie. La colpa comunque è di Leila91 che ci ha spinto a pensarci :p

E niente, se non voglio fare un angolo d'autore lungo quanto il capitolo è meglio che mi fermi qui.

Speriamo abbiate gradito!

Un bacio a tutti,

Saitou Catcher

 

  
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