8:
Un tuffo nel passato
Ariel piangeva
da sola nella sua
stanza, le sue sorelle erano andate al primo concerto di Sebastian ma
lei non
aveva voluto saperne di uscire, aveva il cuore a pezzi, le era stato
recentemente infranto da quello che era l’amore della sua
vita, il ragazzo umano
per cui aveva abbandonato la sua famiglia, il suo mare per restare al
suo
fianco. Ma Eric aveva scelto un’altra, la strega del mare che
le aveva rubato
la voce con l’inganno, che aveva preso il posto nel cuore del
principe, posto
che spettava a lei di diritto dal momento in cui l’aveva
salvato
dall’annegamento nuotando per tutta la notte sino alla riva
della spiaggia.
Lui amava
Ursula, e lei non poteva
farci nulla.
I pensieri
della sirena vagavano sino a quei ricordi lontani, quando ancora
né Arren nè il
suo bambino facevano parte della sua vita. Sembrava passata davvero un
eternità
e non solamente un anno, ma era stato l’anno più
bello della sua vita da quando
aveva incontrato davvero la persona giusta; le ci era voluto un
po’ per
capirlo, per accettare nuovamente di affidare il suo cuore ancora a
pezzi nelle
mani di un'altra persona, ma Arren non solo l’aveva accettata
ma l’aveva
aiutata a rimettere insieme tutti i frammenti del suo cuore, costruendo
giorno
dopo giorno un rapporto d’amore basato sulla fiducia e il
rispetto.
Fiducia.
Lei aveva
totalmente fiducia in Arren, ma al suo ritorno avrebbe comunque
approfondito la
questione che coinvolgeva lei e la sirena che l’accompagnava
in quel viaggio in
uno scomodo triangolo amoroso. Doveva davvero capire se Arren avesse
sempre
ignorato i sentimenti di Casside; lei dal canto suo non la vedeva come
una
minaccia anzi, soffriva per lei, sapeva come ci si sentiva e
com’era doloroso
non avere nessuno accanto su cui poter contare. Da quanto aveva visto
Casside era
una sirena scontrosa e con pochi amici, l’unico in
realtà era proprio
Cornelius, Core il fratello maggiore di Arren, innamorato segretamente
di lei
sin dall’infanzia. Avrebbe voluto fare qualcosa per entrambi
ma non voleva
apparire invadente o ficcanaso, avrebbe preferito fosse la sirena dai
capelli
corallo ad instaurare una conversazione rompendo il silenzio che ormai
era
diventato un terzo compagno della loro traversata, ma dato che
così non fu,
Ariel prese coraggio e parlò.
“sai…
a
quel tempo nessuno poteva capire cosa provassi realmente”. Il
miglior modo per
convincere qualcuno a fidarsi di te è esporsi parlando in
prima persona degli
avvenimenti meno piacevoli avvenuti sulla propria pelle, e lei aveva
scelto
proprio il ricordo più doloroso da rivivere.
“quando
ripenso alcune volte, a ciò che feci per seguire
l’amore della mia vita non vi
trovo nulla di sbagliato, e sono pronta a giurarti che lo rifarei in
qualunque
momento.”
Casside
non poteva sapere di cosa Ariel stesse parlando, dopotutto lei non la
conosceva
così bene nonostante la sirena pensasse che la sua avventura
fosse diventata di
dominio pubblico.
“di
cosa
stai parlando?”
“non
devi
essere imbarazzata per me… ho superato tutto
ormai” si carezzò gentilmente la
pancia che aveva iniziato a mostrarsi con il passare del tempo.
“Ma
io non
so davvero di cosa tu stia parlando…” disse
imbarazzata quella di rimando.
Ariel
rimase interdetta. “tu davvero non
sai…?” ma lo sguardo interrogativo della sua
compagna la scoraggiò dal terminare persino la domanda.
“credevo
fosse uno dei motivi per cui tu mi odiavi così
tanto” sorrise amaramente.
“hai
realmente fatto qualcosa di così tanto grave?”
chiese incuriosita l’altra.
La rossa
annuì e Casside l’esortò a continuare
una storia che per la prima volta dopo tanto
tempo si ritrovava a raccontare.
“L’amavo,
questo era tutto ciò che
sapevo ma ero giovane, avevo solo sedici anni e non conoscevo ancora le
sfide
che la vita mi avrebbe messo davanti. Dopo un brutto litigio con mio
padre il
quale aveva scoperto l’oggetto della mia devozione, ero
totalmente sconvolta e
rimasi a piangere per delle ore, sola e delusa dagli amici di cui
più mi
fidavo, tradita proprio da loro.
Ero solita
infrangere
le regole e salire a riva, lì vidi per la prima volta lui,
Eric; così bello e
forte, stava celebrando il suo compleanno e non si accorse di me, una
piccola
sirenetta che inerpicata sulla fiancata della nave lo guardava suonare
e
danzare sulle sue due gambe.”
Casside
di portò le mani alla bocca sconvolta; un umano. Ariel si
era recata a riva e
aveva incontrato un essere umano di cui si era innamorata, era la cosa
più
scandalosa e terribile che potesse mai sentire. Nessuno di loro si era
mai
avventurato sino in superficie, figuriamoci arrampicarsi
su una nave e spiare i bipedi!
Ma
Ariel continuò imperterrita nel suo racconto, il bello
doveva ancora venire.
“Ci
fu un violento
temporale, e salvai proprio quel ragazzo dall’annegamento,
nuotando per tutta
la notte verso la riva. Lui si ricordava solo la mia voce melodiosa che
intonava una melodia per risvegliarlo dolcemente, ed io contavo su
quella per
farlo innamorare di me e coronare il mio sogno proibito. Vivere da
umana al suo
fianco.
Le circostanze
precedenti mi spinsero a recarmi da Ursula, la strega del mare, strinsi
un
patto con lei, la mia voce in cambio delle gambe umane, e la
possibilità di
restare umana se avessi strappato un bacio di vero amore al principe
Eric.”
Se
prima Casside appariva sconvolta adesso stava anche peggio, era
completamente
rapita dalla storia,
“ah,
il tutto entro tre giorni!” si ricordò
all’improvviso Ariel mettendosi a ridere
subito dopo.
La
sirena non riuscì a capire il motivo di tanta
ilarità, e sempre più incuriosita
dalla storia l’esortò a continuare “e
dopo??? Cosa successe dopo??!”-
La
sirena dalla voce narrante ritornò seria, aveva davvero
catturato l’attenzione
di Casside, ma tutto quell’entusiasmo era mal riposto,
dopotutto lei adesso si
trovava lì con lei tra le correnti per i mari del nord e non
sulla terra ferma…
“non
riuscii nella
mia impresa, passai dei bellissimi tre giorni ma allo scadere del
termine il
principe non era innamorato di me, si era invaghito della strega del
mare, che
prendendo forma umana, con la mia voce l’aveva ammaliato sino
a condurlo tra le
sue spire.
Lei ebbe
ciò che aveva
sempre desiderato, sposò Eric ed ebbe il potere. Io ebbi
ciò che meritavo, una
punizione per essermi illusa così; il cuore in pezzi e la
voglia di gettare
tutto al vento e morire.”
“Questa
storia non ha un lieto fine”- fece notare Casside mettendo il
broncio.
“non
ho ancora detto di aver terminato la storia…” fece
un sorriso furbetto lei di
rimando.
“In quel brutto periodo della mia vita
incontrai Arren e anche se non avevo ancora realizzato quanto
quell’incontro
casuale avrebbe cambiato la mia vita, poco alla volta, parlando con lui
e
confidando tutti i miei dubbi e le mie insicurezze, divenni
più forte. Ne
abbiamo passate veramente di tutti i colori prima di coronare il nostro
amore…
non ti nego che fu lui il primo ad innamorarsi, per me ci volle un
po’ più di
tempo.
Il resto
già lo sai…
ci siamo sposati e adesso viviamo felici e contenti.”
– guardò
davanti a sé e il suo
sguardo si rabbuiò. “o
quasi…”-
“Perché
mi
hai raccontato tutto questo? Non eri tenuta a farlo” le fece
notare lei.
“no,
non
ero tenuta, e probabilmente ti ho annoiato”
“non
che
ci fosse di meglio da fare” rimase sulle sue
l’altra.
“però
credo che il punto centrale della questione sia nell’avere
qualcuno accanto che
possa aiutarti a passare questo brutto momento. So che mi odi e per te
sono
solo la strega che ti ha strappato
via il tuo Principe. Ma non
è così.
Se tu dessi la possibilità a qualcuno
di
starti vicino…”
“non
ti
starai mica proponendo tu??” esclamò quasi
indignata.
“se
a te
farebbe piacere potrei anche propormi ma… so che
c’è già chi vuole raccogliere
i pezzi del tuo cuore assieme a te ed aiutarti a passare questo brutto
periodo.”
“core” quelle parole uscirono
dalle sue
labbra come un sussurro. Cassy ci aveva litigato e non aveva
più avuto contatti
da quel giorno, possibile che fosse ancora disposto a starle accanto
nonostante
tutto? Ma in quello che aveva detto Ariel c’era molto di
più, c’era un indizio
che non poteva essere tralasciato; improvvisamente tutti i tasselli di
quel
puzzle s’incastrarono perfettamente. Tutto aveva un senso
adesso.
“core è innamorato di
me…?” riuscì a dire
dopo qualche minuto, ma la sua domanda era rivolta più a se
stessa che ad
Ariel, la risposta già la conosceva ma non aveva voluto
vedere quella verità
per molto tempo; si era comportata sempre da egoista.
Ariel non
rispose, era sin troppo ovvio.
Casside si
portò le mani per coprirsi il volto, era distrutta, non
poteva immaginare che
lui aveva sempre provato qualcosa per lei e mentre lei si lamentava
dell’atteggiamento di Aris lui le aveva sempre taciuto i suoi
veri sentimenti.
Amore e
odio, spesso questi due sentimenti camminano insieme, nel suo cuore
sentiva un
turbinio d’emozioni ma poteva davvero chiamarlo amore? Non
era sicura di quel
che provava, aveva in testa ancora Aris, nonostante sapesse che lui
amava
un’altra sirena, che stava formando una famiglia con lei;
Ariel le mise un
braccio attorno alle spalle. Come poteva meritare una persona simile,
come
poteva Core amare una sirena con il cuore nero come il suo?
“l’amore
coglie all’improvviso… non si sa mai come, si sa
solo chi”
Quasi come
leggesse nei suoi pensieri Ariel aveva preso a confortarla con parole
tanto
gentili che quasi si sentiva in colpa di averle tirato quel brutto
scherzo quella
volta in ospedale.
“quando
tutto questo sarà finito,” iniziò lei
“prometto che parlerò a Core di questa
situazione… non mi piace lasciare le cose in
sospeso”
“hai
preso
la giusta decisione” le diede un’amichevole pacca
sulla spalla sorridendo.
“Ariel,
posso farti una domanda indiscreta?”
Quella la
guardò sorridente, “puoi chiedermi ciò
che vuoi”
“quando
hai capito di amare Arren?”
“questa
è
una domanda difficile” iniziò la rossa
“quando si è dichiarato eravamo da poco
diventati amici, avevo da poco ripreso la mia vita e mi senti
terrorizzata
all’idea di amare qualcuno così presto, non volevo
perderlo, volevo averlo
vicino ma non sapevo neanche io se stavo facendo la scelta giusta; alla
fine
credo di essere sempre stata innamorata di lui, solo che non ne ero
consapevole. Quella notte passata in
cella, quando mi ha chiesto di sposarmi, credo sia quello
uno dei ricordi
che preferisco” si perse nei suoi pensieri, il ricordo di
quella notte la
pervase completamente scaldandole il cuore.
“una notte in cella?” Casside le
lanciò
un’occhiata maliziosa, Ariel avvampò di vergogna.
“ops… ho detto anche troppo”
e nell’istante in cui quest’affermazione le
uscì di bocca si portò le mani alla
pancia terrorizzata ed emozionata allo stesso tempo.
“cos’hai?”
si avvicinò la sua compagna sorreggendola
“ho
sentito il piccolo muoversi” esclamò esterrefatta.
“Se Arren fosse qui…” le
salirono le lacrime agli occhi immaginando quel momento magico con al
suo
fianco lui. Le avrebbe poggiato le
sue mani sulla sua pancia con la speranza di sentire anche lui la vita
che
cresceva dentro di lei e che portava in sé
l’essenza di entrambi.
“vedrai
lo
andremo a riprendere e lo tireremo per le orecchie a casa!”
Casside
era determinata a riunire quei due, la storia raccontata da Ariel aveva
smosso
qualcosa in lei, tutti avevano diritto ad un lieto fine, compresa lei,
e
stavolta era agguerrita più che mai a procurarselo da sola.
“si,
ci
siamo quasi…”
“tra
poco ti potrò riabbracciare, e quando ti avrò
nuovamente al mio fianco non ti
lascerò andare più…”
Con ognuna
i propri pensieri per la testa, riuscirono dopo qualche altro giorno a
raggiungere i freddi mari del nord; ma le avversità erano
appena incominciate,
riportare indietro Arren non sarebbe stato così
facile…