Proprio così, io e Corallina eravamo state migliori amiche, e forse non avevamo mai smesso di esserlo nemmeno dopo il fattaccio. Senza che me ne accorgessi infatti mi era stato molto più facile perdonare lei, piuttosto che Edgar. In fondo sapevo che Corallina era una predatrice silenziosa, una di quelle persone che fanno buon viso a cattivo gioco. Tutto del nostro rapporto di amicizia era falso o ipocrita, ma c’eravamo sempre l’una per l’altra quando era ora di sostenerci a vicenda. Ero anche a conoscenza della sua cotta per Ed, e sarebbero stati benissimo insieme, se non ci fossi stata io di mezzo. Per questo, credo, in fondo, di averla perdonata.
Edgar no, lui era stato solo uno stronzo traditore!
 
La colazione continuò silenziosissima, nessuno aveva più avuto il coraggio d’aprir bocca dopo quello che avevo confessato. Per un po’ mi avrebbero dato tregua, almeno sarei riuscita ad ambientarmi prima che l’interrogatorio sulla mia vita ricominciasse.
Mi spiegarono brevemente quello che doveva essere il mio compito da quel momento in avanti: “prendersi cura della casa”. Inizialmente fui terrorizzata, insomma stavano parlando con una che non sa piegare nemmeno i calzini. Io vivevo alla sbaraglio da ormai parecchi anni, all’hotel la mia stanza la puliva e sistemava la cameriera e a casa di mio zio c’era la governante. Se volevano potevo cantare qualche canzone strappalacrime o improvvisare qualche osceno balletto.
Ovviamente tenetti questi pensieri per me. Avevano capito che per me stare dietro alla terra e agli animali più di tanto ero impossibile, erano lavori molto faticosi, e io con il mio ginocchio malandato certo non potevo mettermi a lavorare sui campi.
Più mi guardavo attorno e più acquisivo consapevolezza che il lavoro dentro casa non sarebbe stato certo più semplice, in fondo più di venti persone fanno molta confusione e lasciano molto sporco.
Il mio lavoro consisteva nel lavare i piatti, riordinare e spolverare, tenere puliti i bagni, fare il bucato (a mano perché non avevamo la lavatrice), cucinare e pulire le stanze di tutti. La cosa mi faceva paura, perché più iniziavo a girare per le varie stanze della casa, più mi rendevo conto che erano ridotte malissimo. Infatti prima del mio arrivo solo Samantha, Kirsten e Corallina facevano questo lavoro, ma da sole e con “la voglia di fare di Kirsten” difficilmente riuscivano a dare il giro a tutto.
Quel primo giorno lo passai completamente rinchiusa in casa a lavorare, avevo persino iniziato a riconoscere a chi appartenevano le stanze. Scoprii anche che ero l’unica ragazza del piano superiore, e lo capii perché nelle stanze dei ragazzi trovavo preservativi ovunque. Inizialmente rimasi interdetta, insomma come se li procuravano i preservativi?! Anche se a dirla tutta ne avevano così tanti che non credo gli capitasse spesso di usarli. Poi mi ricordai che in camera mia in un cassetto c’era la tinta per capelli della stessa identica marca che usavo io.
Chi ci aveva voluto lì? E chi ci forniva ciò che non potevamo coltivarci o allevare? E soprattutto, perché se loro sapevano, non mi avevano ancora spiegato nulla?

Nota d'autore: Ciao a tutti :) volevo chidere a tutti coloro che leggono questa storia di scrivere una recensione, ho bisogno delle vostre critiche per migliorare. Ditemi cosa vi piace e cosa no, cosa pensate dei personaggi e così via. Mi fareste un grande favore e mi sareste d'aiuto nel migliorarmi. Grazie mille :*

Tina.