Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: vali_    09/09/2015    5 recensioni
Dean non si sente a suo agio negli ultimi tempi: beve senza trarne i benefici sperati, dorme poco e sta sempre da solo e questo non è un bene per uno come lui, che mal sopporta la solitudine, convinto che riesca solo a portare a galla i lati peggiori del suo carattere.
Il caso vuole che un vecchio amico di suo padre, tale James Davis, chieda aiuto al suo vecchio per una “questione delicata”, portando un po’ di scompiglio nelle loro abituali vite da cacciatori. E forse Dean potrà dire di aver trovato un po’ di compagnia, da quel giorno in poi.
(…) gli occhi gli cadono sui due letti rifatti con cura, entrambi vuoti. Solo due.
Sam è ormai lontano, non ha bisogno di un letto per sé. Dean non lo vede da un po’ ma soprattutto non gli parla da un po’ e il suono della sua voce, che era solito coprire tanti buchi nella sua misera esistenza, di tanto in tanto riecheggia lontano nella sua mente. A volte pensa di non ricordarsela neanche più, la sua voce. Chissà se è cambiata in questi mesi (…)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Some things are meant to be'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Voglio essere breve, stavolta, perché questo capitolo è un altro di quelli piuttosto lunghi e non voglio tediarvi con note altrettanto chilometriche. Che magari potrete anche capire qualcosina di cosa pensa Ellie di tutta questa faccenda, perciò a maggior ragione non voglio dilungarmi troppo :)
Ringrazio tutti voi per la vostra presenza, perché mi state accompagnando nella pubblicazione di questa storia con tantissimo entusiasmo, perché andate sempre oltre le mie aspettative ed io non so più come dirvi grazie <3
Saluto calorosamente le new entry (che questa settimana tra preferite e seguite sono state un sacco) e vi lascio alla lettura… un abbraccio a tutti voi, a presto! 

 
Capitolo 17: The best thing
 
I might shoot to win and commit the sin
Of wanting more than I’ve already got
I could runaway but I’d rather stay
In the warmth of your smile lighting up my day
The one that makes me say
‘Cause you’re the best thing that ever happened
to me or my world.
 
(You’re the best thing – The style council)
 
 
Mugugna qualcosa di indefinito muovendo appena le gambe verso il basso, sistemandosi meglio sul materasso. E’ sdraiato di lato, la faccia rivolta verso la finestra; sposta la testa sul cuscino e avverte qualcosa di insolito, di troppo vicino e morbido accanto a sé, ma è caldo ed è una sensazione confortevole, qualcosa da cui non vuole separarsi, anche se è sicuro che quando è andato a dormire non c’era. Inspira senza aprire gli occhi e un forte profumo di frutti tropicali gli arriva alle narici.
 
Dean è sicuro di essersi addormentato nella stanza di Bobby, ma c’è qualcosa di strano perché non ha la minima idea di come diavolo… sbatte le palpebre un paio di volte, cercando di realizzare meglio dove si trova e cosa sta facendo e scopre che quel buon odore non è altro che lo shampoo di Ellie che è lì, ancora nel mondo dei sogni, rannicchiata tra le sue braccia; ha la testa praticamente appoggiata sul suo collo, i capelli sparsi sul cuscino e le braccia strette al petto.
 
Non abbraccia Dean, è lui a farlo. Eppure si ricorda distintamente di averla lasciata sull’altro lato del letto.
 
Dopo aver visto il film, Bobby se n’è andato a dormire – per una volta ad un orario decente, dato che tutti i suoi telefoni sono rimasti stranamente muti per tutta la sera – e Dean non se l’è sentita di svegliare Ellie. Era tardi e dormiva così tranquilla che l’ha presa su per portarla di sopra e lei non si è mossa, non si è accorta di nulla, neanche quando Dean ha scostato le coperte e l’ha adagiata sul materasso; l’unica cosa che ha fatto è stata accomodarsi meglio, abbracciando il cuscino e continuando a dormire profondamente.
 
Dean è rimasto qualche secondo ad osservarla: aveva un’espressione felice sul viso, la stessa che hanno i bambini quando si sentono sereni e amati.
 
Ormai era tardi per uscire e alla tipa del supermercato aveva dato buca, ma non aveva importanza e presto si è ritrovato a togliersi la camicia per poi infilarsi sotto le coperte e osservare la schiena di Ellie muoversi piano.
 
Poteva andare sul divano, è vero, ma era lì e aveva fatto le scale e quel letto è certamente più comodo, come ha constatato già da un po’, perciò se n’è fregato ed ha chiuso gli occhi, mettendosi a dormire.

Non ha idea di come abbiano fatto a ritrovarsi così, stretti l’uno all’altra. Ellie durante la notte deve aver rincorso una fonte di calore più consistente di quelle misere lenzuola e Dean – o almeno il suo inconscio – deve averla semplicemente accolta, come se la stesse aspettando.

Sbatte le palpebre un altro paio di volte, giusto per capacitarsi che non sia un sogno o qualcosa del genere. Abbassa di poco il capo per guardarla, ma incastrata com’è in quella strana posizione non riesce a vedere niente a parte quell’ammasso di capelli morbidi e profumosi. Sorride appena e lascia che una mano scenda sui suoi fianchi e la accarezzi dolcemente. Non ha intenzione di svegliarla, vuole solo… prendere confidenza con il suo corpo. Forse. Non lo sa neanche lui cosa sta facendo, in realtà.
 
Segue la linea del suo fianco fino ad avventurarsi più su, il palmo aperto sulla sua schiena; vorrebbe scostarle appena quella lunga maglietta e carezzare la pelle che c’è sotto, che immagina morbida e vellutata, ma non lo fa perché gli sembrerebbe quasi di violarla, in un certo senso, di toccarla senza che lei gli abbia dato un esplicito permesso perciò rimane così, gli occhi chiusi e il respiro tranquillo. Potrebbe anche rimettersi a dormire, già che c’è. Ellie è calda come un pulcino e non gli dispiace stare così, per niente.
 
Non sa quanto tempo passa quando la sente muoversi, stringersi di più al suo corpo. Ellie sospira appena e strofina la punta del naso lungo la linea del suo collo, in un modo che a Dean procura uno strano solletico.

La sente sorridere «Le abbracci tutte così quelle con cui dormi di solito?» Dean si prende un secondo per riflettere su quella domanda e la verità è che lui non dorme con nessuna e se lo fa non è di certo per sua spontanea volontà. Perché si addormenta, magari, ma non succede mai e, senza ombra di dubbio, l’unica persona con cui ha veramente dormito e basta è Ellie.
 
E’ sempre stato qualcosa di piuttosto naturale, come ieri sera, qualcosa che ultimamente – da quando è da Bobby, almeno – è diventata quasi una specie di abitudine e gli è pure piaciuto, tutte le volte. Ma non può essere tanto sincero, deve sviare l’argomento.

«Veramente sei stata tu ad abbracciare me questa notte» ed Ellie sorride ancora; deve aver capito che quello di Dean è solo un modo per tirarsi fuori dai guai ed ora è lei ad abbracciarlo, allungando il braccio sinistro intorno a lui. Si muove ancora con la testa e gli posa un bacio sul collo, così piccolo che per un attimo Dean teme di esserselo immaginato.
 
Non l’ha ancora guardata in faccia e forse questo rende tutto meno tremendo, meno spaventoso. Perché è convinto che se dovesse succedere qualcosa tra lui ed Ellie – qualcosa che è già successo, è vero, ma adesso sarebbe diverso – finirebbe per rovinare tutto e non vuole. Tiene troppo alla sua amicizia per mandarla a puttane così.
 
Nonostante ciò, lei non accenna a spostarsi e lui la lascia fare, continuando a stringerla e tutto questo lo fa sentire terribilmente incoerente.
 
«Ieri sera sei rimasto, alla fine».
Dean si morde appena il labbro inferiore. Doveva immaginare che Ellie avrebbe fatto un’esclamazione del genere «Sì, beh… il film era più interessante di quella lì».
Ellie sorride di nuovo «Il film, eh?» usa un tono canzonatorio che sa tanto di presa in giro.
«Certo, e te ne saresti accorta anche tu se non ti fossi addormentata a metà».
Lei scoppia a ridere, divertita «L’ultima cosa che ricordo di ieri sera è un tizio a cavallo e il tuo braccio».
«Eh, ti ci sei addormentata sopra».
Ellie stringe appena le spalle «Mi sa che tu e Bobby dovete cambiare genere. Magari qualcosa di meno… cruento».
«Oh, andiamo… era un bel film. E poi ieri sera non ti sei neanche accorta che ti ho messa a letto, perciò non credo sia colpa di quello che stavamo guardando».
Con la mano destra, Ellie stringe il tessuto della maglietta di Dean e abbassa la testa, osservando le sue stesse dita muoversi sul suo petto. «Ero stanca. Ti ricordo che ho pulito quel salone enorme da cima a fondo» si muove ancora, la testa di nuovo incastrata perfettamente con l’incavo del collo di Dean che sospira appena, senza nessuna intenzione di lasciarla andare e si rende conto che gli va bene così. Sta bene sotto quella coperta insieme a lei e non vede un solo motivo per cui dovrebbe andarsene. Perlomeno non uno importante.
«Che ore sono?» Dean fa un immenso sforzo per controllare; il suo orologio è sul braccio sotto di lei, così gira la testa e dà un’occhiata alla sveglia sul comodino. Si volta di nuovo ed Ellie ha fatto lo stesso movimento, tirandosi un po’ su con il busto ed ora riesce a guardarla in faccia: ha i capelli tutti spettinati, gli occhi ancora socchiusi ed è così vicina che, se volesse, potrebbe contarle tutte le piccole lentiggini che ha disegnate sugli zigomi. Non sono tante, finirebbe anche presto, ma questo potrebbe aiutarlo a distrarsi dalla curva perfetta delle sue labbra, così vicine che se solo allungasse un braccio…

«Dio, ma è tardissimo!» Ellie fa uno scatto verso sinistra e quasi salta giù dal letto. Il perché di tutta questa improvvisa fretta per Dean è un mistero, visto che sono solo le sette e mezza.
«Tardi per cosa?»
«Per la colazione! A quest’ora di solito ho già fatto il caffè» apre l’armadio e sembra tirare fuori cose a caso.
 
Dean sbuffa; sa che può essere sincero con lei e non capisce perché si sta comportando così. Tira su la schiena, le braccia piegate a sorreggere il suo peso e la guarda mentre lei, in piedi, muovendo le gambe riesce a sfilarsi i pantaloncini giallo limone che indossava ieri sera ed è un vero peccato che quella lunga maglietta riesca a coprire tutto quello che c’è sotto «Sai, non devi farlo per forza».
 
Ellie si volta e punta gli occhi su di lui; i lunghi capelli le ricadono di lato mentre è piegata in avanti per indossare un paio di pantaloni grigi di una qualche tuta. «Cosa?»
«Tutto questo. La colazione, le pulizie… non sei una cameriera e non è necessario».

Lei finisce di infilarsi i pantaloni e lo fa con un’insolita calma adesso; prende il laccetto per capelli che ha spesso al polso, se li lega in una specie di crocchia e gli si avvicina, sedendosi sul bordo del materasso accanto a lui che si accomoda meglio, appoggiando la schiena al muro dietro il letto.
«Lo sai che mi piace sdebitarmi. Lo faccio per questo».
«Sì, Ellie, ma prendi fiato. Sono qui da tre giorni e non fai altro che andare su e giù per la casa e cucinare e fare non so cosa. Rilassati. Non sei Bree Van de Kamp [1]» Ellie lo guarda senza comprendere «Una delle casalinghe disperate, l’ho visto una volta» e lei inarca le sopracciglia, perplessa «Ok, forse due. Facevo zapping».

Ellie scoppia a ridere, la testa piegata all’indietro e la bocca aperta e quel suono gioioso si espande in tutta la stanza, tanto che anche Dean ne è contagiato e sorride, benché lei non lo stia guardando. Poi Ellie torna in sé e lo guarda, gli occhi che le brillano di una luce nuova e intensa, qualcosa che Dean ha visto davvero raramente in lei.
 
Sembra sempre spensierata, sempre gioiosa e allegra ma raramente è davvero tranquilla. Questo è decisamente uno di quei momenti.
 
Gli si avvicina e continua ad osservarlo e Dean vorrebbe vederla sempre così, con questa luce nello sguardo. Gli prende il viso tra le mani e sorride e a Dean manca il fiato. «Non cambiare mai, Dean Winchester» preme le sue labbra sulla guancia di Dean per molto più di un secondo e lo guarda appena un istante per poi alzarsi di nuovo, prima che Dean possa realizzare che cosa è appena successo. Indossa un paio di scarpe e si ferma sull’uscio della porta, gli occhi ancora puntati su di lui. «Oggi non mi stanco come ieri, promesso. Se vuoi andiamo a fare una passeggiata più tardi».

Dean annuisce meccanicamente, guardandola sorridere e poi sparire oltre la porta. Il suo cuore sta scalpitando dentro il suo petto e si passa una mano sul viso, come a volersi capacitare del fatto che hanno davvero condiviso un letto in un modo del tutto insolito, più intimo e vicino, come una coppia di fidanzati e non aveva mai pensato che una cosa del genere potesse succedere a lui ma soprattutto che potesse piacergli.
 
Teme di non poter più resistere se gli si presenterà un’altra occasione, se la troverà ancora una volta così vicina, però… però deve trovare una soluzione.
 
Andare a farsi un giro negli ultimi giorni non ha migliorato granché la situazione, ma magari può recuperare con quella Brittany e… no, non gliene frega niente di quella lì, sa solo che deve trovare una scusa per stare lontano da Ellie. E’ per il suo bene, lui… non vuole rischiare. E’ anche quello che si ripete da giorni, è vero, e scappare finora non lo ha portato a nessuna conclusione – anzi, in un modo o nell’altro ha sempre finito con l’avvicinarsi di più a lei –, ma deve mettere una distanza, in qualche modo.

Si veste velocemente – non ha ancora deciso se uscire o no, ma una maglia di cotone grigia con tre bottoni sul collo è perfetta anche se vuole rimanere in casa – e scende di sotto, trovando la tavola imbandita come quasi ogni mattina da quando è a Sioux Falls; Ellie è nei paraggi e gli sorride appena mentre Bobby è seduto poco più in là, il giornale in mano e una tazza fumante da cui sorseggia il suo caffè ogni tanto.

Dean si siede e mangia in silenzio, senza scambiare una parola con nessuno. E’ troppo distratto dai pensieri che lo martellano costantemente, come se la sua testa fosse diventata un piccolo tamburo.
 
Ellie si mette seduta solo quando ha pronti i pancake; li mette su un piatto che poi appoggia al centro della tavola e da cui ne prende una porzione.
 
Dean sente il suo sguardo su di sé, ma non si volta finché lei non gli mette una mano su un braccio, reclamando la sua attenzione.

«Mi ascolti?» ma se ha detto qualcosa Dean non l’ha sentita, preso da tutto il suo cumulo di pensieri. Scuote la testa e lei riprende a bere il suo caffè, tenendo la tazza con entrambe le mani. «Dicevo, se mi aiuti a finire di sistemare di là un’oretta, poi andiamo a fare una passeggiata, se ti va. Mi piacerebbe andare a vedere Sioux Falls. Da che sono arrivata non ci sono mai andata» Dean continua a guardarla senza rispondere «Ho letto su internet che è molto grande, ma mi piacerebbe visitare almeno il centro oggi».
«E tu vai in un posto solo perché ti dicono che è grande o bello?»
«No, ma mi piace documentarmi. E poi sono già qui, voglio cogliere l’occasione di poterla vedere, in parte. Volevo anche chiedere a Bobby di farmi da guida» Dean la vede sorridere sotto i baffi mentre alza la tazza guardando nella direzione di Bobby che rotea gli occhi e non le risponde ed Ellie ride in modo più vistoso.
 
«Non c’è niente di bello, veramente, ma se sei curiosa fatti portare a fare un giro da questo scansafatiche» Bobby dice solo questo prima di immergere nuovamente il naso tra i fogli di giornale e Dean scuote la testa, deciso. «No… non… » non vorrebbe dirle di no, ma si sente soffocare al solo pensiero di averla accanto e non nel modo in cui vorrebbe veramente e, davvero, l’ultima cosa che vuole è fare qualche sciocchezza «Prima non ho fatto in tempo a dirtelo, ma… ho un po’ da fare oggi. Non so se riesco a portarti» e dopo quelle parole è come se il mondo si fermasse. Ellie lo guarda sbattendo le palpebre un paio di volte, ma dura solo un istante e poi è lontana, la testa bassa sulla sua tazza di caffè ed è chiaramente offesa, ma Dean non può fare altrimenti. Vorrebbe urlarle che lo fa per lei, perché non vuole deluderla ma si rende conto presto che così ha fatto solo peggio: Ellie non ha mai voluto tenerlo a distanza, ha sempre cercato di coinvolgerlo nelle sue cose e, comportandosi in questo modo, Dean forse sta solo facendo più casino, ma non conosce altro modo per tornare indietro e riuscire a frenarsi.

Anche Bobby lo guarda strano, ma Dean fa finta di niente e finisce di mangiare in silenzio.
 
Ellie si alza dopo un po’ – gli occhi rivolti in basso, verso un punto invisibile – e recupera tutti i piatti sporchi e le varie cianfrusaglie da lavare. Bobby fa lo stesso per poi dirigersi verso il suo studio e Dean ne approfitta per avvicinarsi ad Ellie; si mette in piedi accanto a lei che, però, tiene la testa china e non lo guarda. Non sa perché, ma sente il bisogno di rimediare «Non ho detto di no, cioè… vediamo se faccio in tempo quando ho finito di sistemare le mie cose» ma lei continua ad ignorarlo completamente, neanche si prende la briga di annuire; prende i piatti sporchi e li passa sotto il getto dell’acqua e Dean sospira, nervoso, e le afferra un braccio. Non sa se lo fa per attirare la sua attenzione quando sa benissimo che Ellie lo sta evitando apposta – perché si è offesa o è arrabbiata –, ma è solo allora che lei reagisce, ritraendo il braccio e sbattendo una mano con forza sul bordo del lavello.
 
«Perché fai così adesso?» lo guarda dritto negli occhi, senza la minima intenzione di nascondere la rabbia che sente. «Ce l’hai con me, va bene, ma allora perché ci tieni tanto a recuperare? Perché ce l’hai con me, non è così?»
Dean è perplesso «No, perché—»
«Non provare a prendermi in giro. Lo capisco quando mi racconti balle» continua a guardarlo sicura e incazzata e Dean non sa cosa rispondere. Non è che ce l’ha con lei, è proprio che non… «Da quando sei qui va avanti questa storia. Va a momenti, è vero, ma ogni volta che puoi te la svigni e non credo sia per Bobby. Ce l’hai con me, ok, ma vorrei… vorrei solo sapere cos’ho fatto di sbagliato» appoggia meglio le mani sul bordo del lavandino e lo stringe saldamente, gli occhi attenti che lo fissano «E’ perché non sono rimasta, prima?» la sua voce è più bassa adesso, forse per non farsi sentire da Bobby anche se è in un’altra stanza, ma non smette di guardarlo in quel modo «Perché volevo solo venire a preparare la colazione, non stavo… non stavo fuggendo da niente».
Dean scuote la testa deciso «No, quello non c’entra».
«E allora che c’è? Davvero, Dean, puoi dirmelo. Ne parliamo e risolviamo la cosa, perché non mi piace quando mi eviti».
 
Dean si morde il labbro e, no, non c’è niente da chiarire, perché l’unica cosa sbagliata tra di loro è il desiderio che ha di allungare le mani e sa come andrebbe a finire se dovesse succedere e non vuole. E poi ha paura di lasciarsi andare perché farlo con Ellie potrebbe cambiare troppe cose e ok, non sa neanche come ha fatto ad arrivare a questa conclusione, ma non può dire nulla ad alta voce perciò espira dal naso e scuote appena la testa. Ellie fa spallucce «Va beh, chiarisciti le idee. Quando hai voglia di parlarmi, fa un fischio. Io non so cos’altro dirti» gli dà le spalle voltandosi e torna a concentrarsi sui piatti da lavare e Dean sospira ancora, irrequieto.
 
Non ci prova neanche a rispondere qualcosa, certo del fatto che sicuramente Ellie neanche lo ascolterebbe e, purtroppo, ne ha tutte le ragioni. Si rende conto solo adesso di aver fatto peggio con lei, perché così la sta allontanando a prescindere, anche come amica.
 
Passa tutto il giorno praticamente da solo, tra le armi che decide di tirare a lucido e mettere a posto – anche se lo ha fatto solo due giorni fa, ma è sempre meglio che non fare nulla – e lo studio di Bobby, quando lo chiama per farsi aiutare con qualcosa. Ellie lo evita, non lo guarda neanche in faccia quando le passa accanto e addirittura prende una delle macchine di Bobby – che lui le presta senza farsi alcun problema – e va a fare un giro a Sioux Falls da sola e Dean si sente un verme, un enorme e mellifluo verme che striscia da una stanza all’altra come un cane bastonato.
 
Bobby se ne sta zitto per la maggior parte del tempo ma, quando Ellie parte, lo scruta silenzioso e Dean sa già che non è un buon segno.
 
«Da quando ti dà tanto fastidio la presenza di quella ragazza?»
Dean lo guarda perplesso «In che senso?»
«Sembra che ti diverta lasciarla con me. Non si trova male, per quanto io non sia altro che un vecchio pieno di avventure poco piacevoli da raccontare, ma tu… perché la tratti così? L’altra volta, quando siete venuti qui, eravate pappa e ciccia».
Dean scuote la testa e che cazzo, ci mancava la predica di Bobby per completare questa favolosa giornata di merda. «Non… non c’è niente che non va. Avevo solo… da fare».
«Cosa?» Bobby lo guarda negli occhi, con una calma e una fermezza che mette i brividi a Dean «Te ne stai a gironzolare da stamattina. Sei talmente nullafacente che sei qui ad aiutare me, quando potevi andare con lei e portarla dove voleva».
«Ce l’ha la patente, non devo per forza accompagnarla dovunque vuole andare. E’ grande, può farlo da sola» ma a quelle parole Bobby scuote la testa, un sorriso da presa in giro stampato sulla faccia barbosa.
«Di che hai paura, ragazzo?» Dean lo guarda perplesso e boccheggia per un secondo, in cerca di una risposta corretta o quantomeno coerente da dargli, ma non la trova e perciò decide di rimanere in silenzio, ignorando il sorrisetto che si nasconde sotto i baffi del vecchio cacciatore.
 
Ok, sì, va bene, ha paura. Una paura fottuta che quello che sente per Ellie sia reale, di non riuscire a tornare indietro e che si ritroverà ad essere dipendente da lei un po’ come lo era con Sam, ma in modo diverso e forse più profondo e no, cazzo, non se lo può permettere. Non tanto per il lavoro che fa, perché quella è la scusa che si racconta per convincersi che non può neanche pensare di volere una donna fissa, ma per tutto il resto. E’ sempre scappato da un certo tipo di legami perché… beh, forse la sua vita potrebbe prendere una piega diversa e riuscirebbe ad essere felice, ma la verità è che non sa neanche se esiste, la felicità.
 
Quando era bambino, sapeva che si nascondeva nel sorriso caldo e affettuoso della mamma, dietro le sue parole dolci e le sue amorevoli carezze. Poi lei è morta e Dean provava a cercarla in suo padre senza mai riuscirci perché, le rare volte che c’era, era tutto ordini e, talvolta, urla e botte se Dean faceva qualcosa di sbagliato e Dean aveva imparato a cercare un po’ di gioia nel fratellino, quella piccola pulce piena di capelli e strane idee che lo faceva ridere e, se si guarda intorno adesso, non c’è nessuno di loro e non vuole che la stessa cosa accada anche con Ellie.
 
Può girarci intorno quanto vuole, ma la paura che sente è più forte di tutto il resto e non riesce a scrollarsela di dosso. Tutto il resto – che Ellie potrebbe non ricambiarlo, il rischio che possa cambiare tutto e tutte le mille puttanate che si racconta – sono solo paranoie.
 
Strofina il pollice e l’indice della mano destra sugli occhi, cercando di ricacciare la brutta sensazione della vista appena appannata da pensieri sconvenienti e torna a concentrarsi su quello che stava facendo in precedenza, la noiosa ricerca per Bobby. 
 
Ellie torna che è quasi buio con un paio di buste in mano e un sorriso radioso sulla faccia. Si affaccia alla porta dello studio per fare un saluto a Bobby e poi torna in cucina; Dean la sente canticchiare e chissà che ha fatto di tanto bello da renderla così allegra.
 
Li chiama quando la cena è pronta e, non appena Bobby si siede, comincia a raccontargli ogni cosa che ha fatto e ha visto, di quanto le sia piaciuto il centro città e di quante cose ha trovato passando da un negozietto all’altro. Dean ascolta in silenzio, intingendo il cucchiaio nel suo piatto di zuppa e la lascia chiacchierare finché lei sembra non aver più niente da dire e non gli sfugge lo sguardo che gli lancia Bobby ogni tanto, mentre presta attenzione al suo racconto.
 
Una volta finito di mangiare, appoggia il cucchiaio nel piatto e sorride spavaldo, stirando la schiena all’indietro – le braccia stese verso l’alto – e fingendo che stia andando tutto alla grande «Che fai stasera?» guarda nella sua direzione e finalmente Ellie fa altrettanto, dopo aver passato ore ad evitarlo.
Lei alza le spalle «Volevo leggere un po’».
«Ancora quel polpettone?»
Ellie abbozza un sorriso – molto meno luminoso e spensierato di quelli che ha riservato a Bobby fino a un minuto fa – e annuisce «Sì. Voglio vedere come va a finire, anche se ancora non sono neanche a metà» si alza in piedi e punta lo sguardo sui vari piatti che comincia a sovrapporre sul lavello.
Dean appoggia i gomiti sul tavolo e la guarda, cercando invano di catturare la sua attenzione «No perché… beh, mi chiedevo se ti andava di fare quella partita a carte che avete rimandato ieri sera» ma Ellie scuote la testa senza guardarlo, con decisione. «Ormai mi sono organizzata così. Pensavo che andassi a fare un giro con qualche cassiera o che volessi uscire da solo, perciò ho pensato di… starmene un po’ per conto mio».
 
Dean sbuffa; è vero che se lo merita, ma non pensava che ad Ellie avesse dato così tanto fastidio il suo atteggiamento degli ultimi giorni. Non che non le importasse per niente, ma neanche che la prendesse così di petto. Ha anche nominato quella cavolo di cassiera – a cui, tra l’altro, Dean ha dato buca per rimanere con lei e Bobby, quindi di che si lamenta proprio non si sa –, ma Dean è convinto che la sua non sia gelosia; glielo ha solo detto per farglielo pesare, ne è sicuro, e questo lo innervosisce ancora di più.
 
La aiuta a mettere a posto i piatti – neanche lui sa per quale cavolo di motivo vuole rendersi tanto utile – e la guarda salire le scale, pensieroso.
 
La serata scorre lenta tra lo zapping alla TV e un paio di birre ghiacciate che scola una dietro l’altra. Non sono neanche le dieci e mezzo che si stanca – ha resistito anche troppo – e la spegne, tanto non c’è niente da guardare e continua a girargli nella testa lo scomodo pensiero che è un idiota e che è così che rischia davvero di perdere Ellie, non passando del tempo insieme a lei. 
 
Si alza dal divano dopo averci appoggiato il telecomando, e si dirige di sopra, fregandosene dei piani di Ellie e di quello che aveva pensato di fare.
 
Bussa un paio di volte e deve attendere qualche secondo buono prima di sentire uno scalpiccio familiare avvicinarsi alla porta. Ellie apre – la lunga maglietta blu che le fa da pigiama, i capelli sciolti e i piedi scalzi – e lo guarda con un sorriso furbo.
 
«Però, ci hai messo tanto a farti vedere».
Dean la guarda, confuso. «Ti aspettavi che lo facessi?»
Ellie – le dita sottili a stringere il bordo di legno della porta – lo osserva attenta, mordendosi il labbro inferiore cercando chiaramente di mascherare un sorriso, poi annuisce «Vuoi entrare?»
Dean accetta l’invito, i passi sicuri che varcano la soglia di quella stanza ormai calda e familiare, una delle poche che possa vantare di avere, anche se in prestito.
 
Si guarda intorno ed è tutto come l’ha lasciato stamattina, persino le buste degli acquisti di Ellie sono sparite di già. Sul comodino accanto al letto c’è il suo libro e sopra gli occhiali, come sempre; la lampadina è accesa, segno che Ellie stava veramente leggendo quando è arrivato.
 
Una volta gli ha detto che non le piace leggere con la luce del lampadario, ne preferisce una più piccola e più vicina. Dev’essere una delle sue solite fissazioni cretine.
 
Ellie lo guarda, gli occhi grandi e le mani adagiate ai fianchi e Dean è abbastanza confuso dal suo atteggiamento. «Non eri arrabbiata?»
Lei annuisce «Lo sono ancora un po’, ma… pensavo che saresti venuto qui ed effettivamente è quello che hai fatto. Anche se ti ci è voluto un po’» sorride appena «Forse non ce l’hai così tanto con me».
Dean scuote la testa «Non ce l’ho con te. Solo… » cerca di inventare una balla decente, ma proprio non gli viene in mente e abbassa la testa scuotendola appena. Basta mentire, non ce la fa più a farlo, e poi Ellie non se lo merita.
«Se devi dirmi una bugia preferisco non sapere niente» Dean la guarda ed Ellie piega le labbra in un piccolo sorriso che Dean si ritrova a ricambiare, alzando appena le spalle. Anche dire la verità è un rischio, e poi non saprebbe da dove cominciare quindi preferisce rimanere in silenzio… o cambiare argomento.
«Allora, ti è piaciuta Sioux Falls?»
Ellie sorride e annuisce «Molto. Il centro non è immenso, ma c’è tutto. E mi andava di vederla da quando sono tornata qui».
 
Gli racconta qualcosa in più, quello che evidentemente le era sfuggito prima a tavola, e poi gli mostra ciò che ha comprato – un maglioncino con lo scollo a V e delle grandi righe blu e nere, un paio di jeans e degli orecchini celesti – e lo fa col sorriso, come se la piccola discussione di oggi non fosse mai avvenuta. E’ incredibile come riesca a passare da uno stato d’animo all’altro in poco tempo, o forse aspettava solo che Dean si facesse avanti e le chiedesse scusa in un modo tutto suo per tornare ad essere quella di sempre.
 
La osserva concentrato, cercando di prestare attenzione ad ogni cosa che dice o fa – il viso distendersi per sorridergli o le mani che muove mentre parla o per togliersi i capelli dal viso – e Dean si sente in pace, nonostante certi pensieri continuino a ronzargli per la testa.
 
Non sa quanto tempo è passato quando si avvicina alla porta con la chiara intenzione di andare a dormire sul divano. Si volta verso Ellie che lo guarda con un piccolo sorriso, un po’ meno convinto dei precedenti.
 
«Hai programmi per domani?»
Lei alza le spalle «Non saprei. Al momento no» prende una pausa e lo guarda dritto negli occhi «Tu?» sembra quasi abbia paura a chiederlo e Dean non può biasimarla dopo il suo comportamento degli ultimi giorni.
Scuote la testa e le sorride appena «Potremmo andare a fare un giro. Per… non so, forse ti è rimasto qualcosa da vedere».
Ellie lo guarda strano «Sicuro? Potrei voler girare la città da cima a fondo stavolta» ma Dean annuisce deciso «Non c’è problema. Basta che non mi lasci di nuovo qui ad aiutare Bobby a fare ricerche. Oggi mi si stavano per liquefare gli occhi».
 
Ellie abbassa la testa e ride, le mani a coprirsi la bocca per non fare troppo rumore e Dean non capisce cos’è che la diverte tanto, ma la asseconda, seguendola nella risata.
 
Riprende fiato e lo guarda negli occhi «Posso farti una domanda?» Dean annuisce, ma ha come la vaga impressione che quello che sta per chiedergli non c’entra niente con Bobby o con la “discussione” che hanno avuto oggi. «Perché non… non mi hai lasciata dormire sul divano, ieri sera?»
Dean svia lo sguardo per un secondo, grattandosi la nuca. Non ha bisogno di pensare a una risposta, è come se lo sapesse da sempre «Beh, perché… » la guarda negli occhi «Perché non volevo lasciarti da sola» ed è la pura e assoluta verità, non ha neanche uno straccio di dubbio a riguardo.
 
Ellie lo fissa per qualche istante; sbatte le palpebre un paio di volte e abbassa lo sguardo, puntandolo sulle dita che sta rigirando tra di loro, ma dura solo un attimo, perché poi si scioglie in un sorriso e lo guarda di nuovo «Sai è… è proprio questo che mi piace di te: l’attenzione costante che hai nei miei confronti. Non so, io… io credo che tu sia la cosa più bella che mi è successa da quando la mamma non c’è più».
 
A quelle parole, Dean si fa più serio. La osserva intensamente mentre lei continua a sorridere come se avesse detto la cosa più naturale e semplice dell’universo, le guance che le si arrossano leggermente, forse per l’imbarazzo dovuto al silenzio che è seguito dopo quella piccola confessione.
 
Non prova neanche a cercare le parole per replicare perché non c’è una risposta corretta dopo una cosa così, Dean non conosce un modo onesto per dirle ciò che sente in questo momento, perciò si fa avanti senza riuscire più a resistere e, con un piccolo scatto, azzera la distanza che li separa, le prende il viso tra le mani e preme le labbra contro le sue.
 
Ellie sembra tentennare, sicuramente non si aspettava quel gesto, ma Dean neanche realizza cosa sta facendo finché non sente le mani di lei sulle sue, ma non ha nessuna intenzione di tornare indietro. Non più.
 
Fanculo tutti i propositi di tenerla a distanza e la paura e tutte le stronzate che si è raccontato per tutto il tempo. E’ questo il suo posto.
 
Non registra neanche quell’informazione nella testa – il sentirla tesa, i muscoli appena più rigidi –, convinto che lei non potrebbe mai tirarsi indietro perché è già successo e non può essere altrimenti.
 
Sente il cuore galoppargli nel petto e il suo è un mugolio di disapprovazione quando Ellie si distacca piano, guardandolo negli occhi. Qualcosa si spezza dentro di lui ed è solo in questo momento che il panico lo assale.
 
Se avesse fatto una sciocchezza? Se avesse capito male, se Ellie non volesse davvero dire quello che ha detto?
 
Rimane a fissarla senza toglierle le mani dal viso e lei continua a guardarlo, il respiro leggermente irregolare e lo sguardo appena confuso. Abbassa gli occhi per un attimo e il terrore è sempre più reale, la paura di non poter più tornare indietro e di aver sbagliato, di averla persa per sempre. Le alza appena il viso facendo in modo che lei lo guardi, perché ne ha un estremo bisogno e perché non solo ha voglia di baciarla ancora – magari in modo meno brusco e più a lungo, con dolcezza –, ma deve volerlo anche lei.
 
Non coglie nessun segnale da parte sua che gli chiede di allontanarsi; Ellie rimane immobile, in attesa, le mani ancora sulle sue ma la presa meno forte, più gentile, e Dean si avvicina di nuovo, stavolta in modo meno avventato e la bacia piano.
 
Lei sembra opporre ancora un po’ di resistenza, ma poi si lascia andare, schiudendo le labbra e Dean si rilassa, intrecciando le dita tra i suoi capelli e attirandola più a sé e non gliene importa più niente di mantenere le distanze, di suo padre, di Jim o di non fare cazzate. Non c’è niente di più giusto di questo desiderio adesso, qualcosa che ha voluto tanto in silenzio – anche se fa ancora fatica ad ammetterlo ed ha cercato in tutti i modi di reprimere – e che finalmente sembra volersi concretizzare.
 
Avanza di qualche passo e dà un piccolo calcio alla porta che si chiude con un tonfo. Non gli interessa neanche di fare troppo rumore, che qualcuno possa sentire, niente ha più importanza perché non vuole più nascondersi.
 
Non ha alcuna intenzione di fermarsi, ma la sente ancora un po’ rigida, quasi titubante. Le sue piccole mani scorrono piano più in basso, afferrandogli e accarezzandogli le braccia con dolcezza e timore, come se avesse paura di toccarlo. E’ decisamente meno intraprendente di quando era l’alcol a guidarla, ma Dean non gliene fa una colpa: è di certo diverso da quella sera, adesso, è tutto più… reale. Le morde appena le labbra, cercando di incitarla a lasciarsi andare che, qualunque cosa succeda, non ha intenzione di fuggire da nessuna parte e può fare di lui ciò che vuole questa notte e anche domani e quella dopo ancora se vorrà, ed Ellie coglie il messaggio e pian piano si scioglie, alzandosi sulle punte e andandogli più incontro, le dita sottili a sfiorare la pelle del collo.
 
Dean lascia scivolare le mani lungo la sua schiena ed Ellie le sente scendere sempre più in basso, le dita a cercare un punto di accesso alla sua pelle coperta solo da quella lunga maglietta, ma lei rallenta e lo stringe un po’ più forte, cercando di fargli capire che non vuole che succeda tutto troppo in fretta, vuole gustarsi ogni istante.
 
Non ha di certo dimenticato quando si sono baciati la prima volta, davanti alla stanza del motel di quella città con quel buffo nome, ma non aveva avuto modo di realizzare che Dean bacia come un uomo nonostante sia solo un ragazzo. O forse è solo una sensazione, perché adesso le sembra tutto più vero, più travolgente. Non c’è più la scusa dell’alcol, non c’è nessuna bugia o pretesto che possano usare per difendersi dal dimostrare quello che sentono l’uno per l’altra, ma non è questo a spaventarla.
 
Dean avanza ancora un po’ continuando a baciarla e per lui tutto ciò è meglio di qualsiasi sogno, di qualsiasi fantasia.
 
Quando Ellie tocca il bordo del letto con i polpacci si scosta di nuovo, stavolta per riprendere fiato e guardarlo negli occhi che brillano di una luce intensa e così viva da farle tremare il cuore. Lui le sorride appena, spostandole una ciocca di capelli dietro le orecchie e le accarezza ancora il viso, osservando ogni dettaglio e muovendo il pollice piano, quasi a cercare di imprimere nella mente ogni particolare; lo fa per tutte le volte in cui avrebbe voluto abbandonarsi a questo desiderio e si è trattenuto per paura, lottando con tutte le forze per non accettare quello che stava accadendo, per non rovinare tutto, per dovere o chissà per quale altra idiozia si era messo in testa. Adesso non ha più intenzione di scappare, però, e allunga una mano verso il comodino per poi spegnere la piccola lampadina. Non perché gli dà fastidio, ma non vuole che Ellie si senta in imbarazzo – è ancora piuttosto tesa – e vuole fare tutto quello che gli viene in mente pur di metterla a suo agio il più possibile. La luce della luna filtra dalle serrande della finestra lasciate aperte e, cavolo, non poteva chiedere di meglio.
 
Ellie continua a guardarlo, i denti a torturare il labbro inferiore e Dean la aiuta a sdraiarsi, guidandola con le braccia che lei stringe per sostenersi e lasciandola adagiare sul materasso per poi farlo lui stesso. Lo osserva con attenzione, le mani dietro la sua nuca e non oppone alcuna resistenza quando Dean la bacia ancora.
 
Con un paio di tonfi i suoi scarponi cadono sul pavimento. Lascia scorrere la sua mano sicura sulla sua coscia mentre continua a baciarla ed Ellie trema: piccole scosse di freddo invadono tutto il suo corpo e la sente stringersi di più a lui, le braccia intorno al suo collo e, più che freddo, Dean teme che Ellie possa avere paura.
 
E’ sempre stata sincera con lui, non si è mai nascosta, sempre chiara e trasparente e, in fondo, è comprensibile che possa sentirsi così. Anche Dean ha un po’ di timore – che possa cambiare tutto ma soprattutto di non essere quello che lei vuole al suo fianco –, ne ha sempre avuto e forse è per questo che capisce quello che sente lei.
 
Quello di cui è certo, però, è che vuole fare del suo meglio per non deluderla ed è per questo che non ha alcuna intenzione di tornare indietro.
 
La stringe più forte e la guarda, i capelli lunghi abbandonati sul materasso e lo sguardo desideroso di un po’ di amore e sicurezza, qualcosa che lui, forse, non è mai riuscito a dare a nessuno. Di certo è quello che ha sempre pensato di se stesso e adesso non sa se è in grado di trasmetterle quello che sente, qualcosa che nemmeno lui capisce fino in fondo, così appoggia la fronte su quella di Ellie e traccia la linea delle sue labbra morbide con le dita. I respiri si confondono ed Ellie fa per dire qualcosa ma Dean la ferma, le dita della mano aperta sulla sua bocca. Non perché non voglia ascoltarla, ma sa che basterebbe una sola parola per rovinare tutto e non vuole.
 
La lascia ancora così, sospesa; si prende tutto il tempo per guardarla intensamente e c’è qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che sa di deciso e definitivo: è il desiderio di donarsi davvero per una notte e la speranza che l’altro riesca a fare lo stesso. Forse è questo ad impaurirla davvero: il pensiero che uno come Dean non possa fare altrettanto.
 
Punta gli occhi nei suoi ancora un momento e si convince che invece può farlo, che può trattarla in modo speciale e usare tutta la delicatezza di cui è capace con lei che forse un po’ lo ha cambiato, tirando fuori il meglio di lui e mostrandogli tante sfaccettature nuove del mondo in un modo tutto suo, riuscendo a farlo riflettere su cose su cui prima non aveva mai posto l’attenzione.
 
Continua a guardarla e si abbassa a baciarla di nuovo; Ellie tentenna per un istante, ma poi si sporge con il collo allungandolo appena verso di lui ed è di nuovo calda e accogliente, decisa e convinta di voler andare fino in fondo. Dean scende con le labbra sul suo collo con dolcezza e l’abbraccio di Ellie si fa meno timoroso e più gentile, più sicuro e avverte anche lui un brivido mentre sente le sue mani scendere piano e percorrere tutta la sua schiena e le sue dita farsi timidamente strada sotto il tessuto della sua maglietta.
 
Ellie lo aiuta a sfilarsela e lo osserva con attenzione, la mano sinistra ad accarezzargli la guancia. Dean si avvicina ancora, ma lei si scosta e si dà una spinta, finendo su di lui; vuole scoprirlo, un pezzo alla volta e non ha nessuna intenzione di andare di fretta. Lo guarda negli occhi e si abbassa a baciargli il petto e lui sembra non aspettarsi quei gesti, la tenerezza che Ellie vuole dedicargli. Parte dal basso e risale su, lentamente, una scia di baci lungo tutto il torace, cercando di ascoltare ogni sfumatura, di percepire ogni movimento e ogni brivido che lo scuote appena, il suo respiro farsi più pesante e sono ancora occhi negli occhi e Dean continua ad osservarla attento e non gli è mai sembrata donna come adesso mentre continua a muoversi lentamente su di lui, spostandosi piano e seguendo percorsi invisibili sulla sua pelle, intenta ad esplorare ogni piccolo pezzetto. Poi si tira su, andandole incontro; la tiene stretta a sé, le mani a cercare la pelle della schiena e realizza che ancora è decisamente troppo vestita per i suoi gusti.
 
Le afferra il bordo della maglietta e lo arrotola tra le dita, per poi tirargliela su lentamente. Ellie alza le braccia rispondendo al suo desiderio e Dean gliela sfila del tutto, soffermandosi ad ammirare il suo corpo con lo sguardo; le accarezza i fianchi prima di scendere con il viso verso di lei ed ora è lui a volerla scoprire, a voler baciare quella pelle chiara e morbida che si offre totalmente alle sue carezze.

Ellie inclina la testa indietro, sospirando piano e lui ne approfitta per baciarla sul mento e lungo la linea del collo, spostandole i lunghi capelli più indietro e stringendola con le dita sulla schiena per poi scendere ancora, cercando di assaporare ogni più piccola parte del suo corpo, di conquistare ogni centimetro mentre le mani di lei lo accarezzano piano, con dolcezza.

Si distende di nuovo, portandola con sé e lei gli sorride sicura mentre si adagia su di lui con delicatezza. Gli prende il viso tra le mani e le sue dita sono come piume sulla pelle di Dean che si sporge a baciarla e ancora una volta lei lo lascia fare mentre scende a carezzargli il petto, fermandosi proprio sopra al suo cuore.
 
I baci si fanno pian piano più urgenti, le mani cercano e stringono la pelle umida e Dean chiude gli occhi per un istante, compiacendosi di questo contatto nuovo – la pelle calda di Ellie contro la sua, il suo respiro un po’ affannato e le sue labbra a cercarlo e scoprirlo pezzo dopo pezzo – e si chiede perché mai ha aspettato tanto, perché ha cercato di lottare contro tutto questo, contro questa sensazione di pace assoluta.
 
I pochi vestiti rimasti scivolano sul pavimento con facilità ed è tutto perfetto e il mondo fuori non esiste più, non c’è più niente, né demoni, mostri o doveri. Ellie prende sempre più confidenza con lui – ogni gesto meno impacciato e timido, più deciso – e quasi non si accorge quando finisce nuovamente con la schiena contro il materasso e Dean continua ad assaporarla piano, alternando sul suo corpo il tocco delle sue dita e delle sue labbra per poi scivolare impaziente su di lei che lo accoglie ed è un dolce dondolare insieme su quel letto sfatto che cigola appena ad ogni movimento.
 
Le dita di Ellie scavano sulla sua schiena e a Dean piace il modo in cui si aggrappa a lui, come se ne avesse bisogno per non perdersi completamente. La guarda con trasporto e desiderio mentre lei cerca di riempire ogni spazio, di farsi sempre più vicina, quasi i loro corpi debbano combaciare e fondersi più di quanto non stiano già facendo e c’è qualcosa di particolare nel suo sguardo, qualcosa di giusto e perfetto, così come il modo in cui si dona a lui, guardandolo negli occhi e regalandogli ogni istante di quello che sta provando in questo momento mentre lei sembra studiare ogni dettaglio, ogni nuova sfumatura, come a volerla imprimere nella mente per non scordarla più.
 
Ellie cerca le sue mani e ne intreccia le dita, mantenendo sempre gli occhi fissi nei suoi, seguendo e assecondando i suoi movimenti che sono lenti e profondi e c’è tanta dolcezza, qualcosa di cui non credeva capace un cacciatore. Lo bacia con tenerezza e si sente protetta come forse non è mai stata, così viva e completa e non può fare a meno di chiedersi se per lui è lo stesso, ma non gli dà neanche troppo peso, in realtà, perché una parte di lei sa che è così.
 
Sente il piacere crescere fino a travolgerla come un’onda e si aggrappa di più a lui, stringendolo e sospirando più forte ma non urla, perché non c’è bisogno che fuori si accorgano di quanto si sente bene in questo momento; è una cosa solo sua, sua e di Dean che la osserva estasiato, continuando a muoversi in lei accarezzandole le gambe con una lentezza e una delicatezza che non pensava gli appartenessero finché non si lascia andare, sfinito e appagato come mai nella vita.
 
Preme forte la fronte su quella di Ellie – le palpebre abbassate, le labbra schiuse e il respiro totalmente fuori controllo – mentre una mano di lei lo accarezza dietro il collo e l’altra è ferma e aperta sul suo petto, all’altezza del cuore; Dean lo sente battere così velocemente che teme possa uscirgli dal petto, ma ha la vaga sensazione che quello di Ellie stia per fare lo stesso.
 
Apre gli occhi e la guarda: anche lei ha il fiato corto e lo osserva con attenzione; sembra porre lo sguardo su ogni sfumatura, come se lo stesse guardando per la prima volta. Dean le scosta i capelli dal viso; lei ha la fronte imperlata di sudore e lo sguardo appagato e felice, qualcosa che non dimenticherà facilmente. Ellie continua a fissarlo intensamente e le sue labbra morbide si incurvano in un sorriso, uno dei più belli che Dean le abbia mai visto fare.
 
Poi qualcosa cambia, c’è un’ombra nei suoi occhi; si morde il labbro inferiore con fare insicuro ed è come se avesse paura di aver sbagliato qualcosa o chissà quando gli prende il viso tra le mani e si sporge a baciarlo ancora una volta e lui ricambia, le mani sui suoi fianchi e, per quanto si sforzi, non riesce a ricordare un altro momento in cui è stato così bene, in cui si è sentito così.
 
Ha bisogno di rassicurarla e si mette di lato, portandola con sé e la abbraccia, il viso incastrato nell’incavo del suo collo sottile e le mani a stringerle la schiena; lei sembra non aspettarsi quel gesto ma poi ricambia, le braccia che circondano le sue spalle larghe. La sente sorridere e, anche se non può vederla, il piccolo sospiro che segue i muscoli del suo viso distendersi gli riempie il cuore.
 
Si accomoda meglio tirando le lenzuola a coprirli e continuando a stringere Ellie che lo bacia dolcemente proprio vicino al cuore, appoggiando poi la testa lì sopra. Il suo respiro gli solletica la pelle; vorrebbe dire qualcosa, ma preferisce tacere piuttosto che rovinare tutto con una battuta stupida e si ritrova a constatare che è proprio vero che il silenzio, a volte, vale più di mille parole.
 
Ellie si sistema meglio e Dean sente il suo respiro calmarsi ancora di più. Le bacia la fronte e la guarda addormentarsi in quella strana posizione – le gambe intrecciate alle sue e un braccio a circondare il suo torace – ed ha la vaga impressione che lei, la persona più iperattiva che conosce, in questo preciso momento abbia trovato la pace.
 
Sorride tra sé, chiude gli occhi e si gode la tranquillità di questi preziosi istanti; non ha nessun pensiero negativo a disturbarlo e, per una volta nella vita, sente di aver fatto la cosa giusta.
 
Accarezza la schiena di Ellie e la raggiunge tra le braccia di Morfeo.
 
[1] Non ho mai seguito “Desperate Housewives”, ma dopo ricerche in internet (grazie Wikipedia! XD) ho scoperto che tra tutte le casalinghe della serie è Bree Van de Kamp la più “attiva” dal punto di vista delle pulizie, in quanto pare esserne ossessionata.
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: vali_