Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: atticus    10/09/2015    0 recensioni
La vita di uno shampoo non è affatto semplice come sembra. Chi l'avrebbe mai detto, anche “le cose” hanno una vita propria. “Nascono”, fabbricate all'interno di enormi aziende, percorrono centinaia di chilometri ammassate le une di fianco le altre e il rombo del camion estingue la materialità delle loro grida, come fiamme, attraverso l'inquinamento acustico che pervade le grandi città, per poi finire in un mercato nero dove vengono separate dalle proprie famiglie, per servire delle altre; circolo tremendo inventato dagli umani. Questa, riportata sotto, è la testimonianza del fervore e del coraggio di uno shampoo che arditamente infrange le unilaterali pretese dell'homo non sapiens, at nescius, malvagio, stupido, pazzo, bianco, nero, rosso, giallo, finocchio, ravanello, fagiolo, dopo essere stato spolpato quasi del tutto, vincendo la causa che ha indirizzato.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La storia dello shampoo ribelle
La vita di uno shampoo non è affatto semplice come sembra. Chi l'avrebbe mai detto, anche “le cose” hanno una vita propria. “Nascono”, fabbricate all'interno di enormi aziende, percorrono centinaia di chilometri ammassate le une di fianco le altre e il rombo del camion estingue la materialità delle loro grida, come fiamme, attraverso l'inquinamento acustico che pervade le grandi città, per poi finire in un mercato nero dove vengono separate dalle proprie famiglie, per servire delle altre; circolo tremendo inventato dagli umani. Questa, riportata sotto, è la testimonianza del fervore e del coraggio di uno shampoo che arditamente infrange le unilaterali pretese dell'homo non sapiens, at nescius, malvagio, stupido, pazzo, bianco, nero, rosso, giallo, finocchio, ravanello, fagiolo, dopo essere stato spolpato quasi del tutto, vincendo la causa che ha indirizzato.

Il trucco per trovare idee sta nel convincersi che ogni persona e ogni cosa ha una storia da raccontare. Dico trucco ma intendo in realtà sfida perché è una cosa difficilissima. Il nostro istinto di essere umani, in fin dei conti, è presumere che la maggior parte delle cose non è interessante. […] Filtriamo, classifichiamo, giudichiamo. C'è troppa roba in giro ma se vuoi fare lo scrittore, bisogna che combatti questo istinto ogni giorno. Lo shampoo non è interessante? Bé, accidenti, alla fine deve esserlo”. -Malcom Gladwell
Non so se mi crederete, viviamo nella cieca certezza che la sola esistenza riservi a tutti quanti la possibilità di sgranchire la mente in momenti imperturbabili come la doccia, una dormita indisturbata, una scopata celestiale, grattarsi il culo e mangiare cinese.
Anch'io la pensavo così. Ho lavorato per parecchi anni in veste di avvocato difensore e ho concesso eloquenti discorsi di denuncia a vite scandalose che persone di ogni rango avrebbero continuato a condurre fino alla morte senza il mio capitolare nelle loro vite. Non mi sarei mai aspettato una svolta dai livelli così sconcertanti nella mia carriera. Ma ne vale il motivo per cui mi trovo ora qui con voi.
Ricordo che quel giorno stavo lavorando a un discorso sulla vita indicibile di una badante portoricana; ero all'alba del periodo “prendere o lasciare”, un trentaseienne in gamba, eretto, aspetto glabro, unghie curate, mani congiunte e sguardo affabile; parole pungenti come spine, ventiquattrore rivestita della crudeltà dell'uomo, scarpe lucidate e calzini stirati da mia moglie. E un figlio nel suo grembo.
Avevo già colmato tre pagine di discorso e contestazione, riportato domande intimidatorie e opposizioni eventuali, quando la stessa badante (che ora si era trasferita nel mio appartamento e lavorava per me dopo che i tentativi di omicidio da parte dei principali erano stati resi nulli) picchiò la mano sulla porta, disse nel peculiare accento dei portoricani:«Rivato letera por seniore», mi consegnò un involucro dalla forma cilindrica e scomparve dalla mia vista richiudendosi con uno scatto la porta alle spalle.
Senza distogliere gli occhi dallo schermo del mio portatile, lo sguardo accigliato e la fronte corrugata, estrassi con aria assente il contenuto della busta. E con uno scatto ritrassi la mano da ciò che avevo toccato. Guardavo stordito la mano intrisa di una sostanza viscida e dal colore incerto, quando una voce nasale mi fece voltare la testa in direzione di uno... shampoo.
Che mi parlava in un corretto italiano! Un miscuglio di preposizioni, soggetti, predicati che mi fu versato nelle orecchie intendenti, quasi da provocare un moto di stizza da parte di Kimberly (sempre la badante portoricana che stavo strappando alle fauci del suo padrone) e fornì il nome, l'età e la storia della sua vita ad un interlocutore che lo guardava non poco disorientato, sfibrato e con gli occhi fuori dalle orbite.

«Quella che lei sta ammirando con sconcerto, signore, in caso si stesse domandando cosa sia, è il corrispondente del sangue umano. Secondo le consuetudini degli umani è applicabile sulla sua testa ed è sfruttato per l'igiene dei follicoli lunghi. In pratica le ho sporcato la mano con il mio sangue e le sto chiedendo di impedire che ciò continui.»
Un esilarante colpo di tosse, sketch per i più avidi di risate. Uno shampoo che tossisce, perdio! No, partiamo dalle origini: uno shampoo che mi sta parlando! Come per i cosiddetti “normali”, lo stesso avviene con lo shampoo parlante; il colpo di tosse lo scuote interamente, arrochito, produce un'aeroflotta di batteri e spore. Sembra solo aver perso per strada un dettaglio sottile sottile. Mano davanti, grazie.
Mi scusi.
E si scusa pure! Solo noi “umani” abbiamo abbandonato l'elemosina di scuse.
Ai miei tempi...si era mendicanti di perdono e ci si aggrappava al padrone che ci manganellava la zucca e la trasformava in una decorazione festosa.
Ora siamo più indietro degli shampoo. Togliamo le ore a Lettere e ficchiamoci dentro qualche ora in cui shampoo loquaci terranno lezioni di cortesia a noi brontoloni screanzati.
Eeeeh, ci rubano il lavoro! Tornatevene dal vostro supermercato! Qui non vi vogliamo! E' in atto un'invasione di clan-des-tinti! Aveva ragione Salvini quando diceva che gli shampoo zingati invadevano senza controllo il territorio capelluto!
Immaginavo una cosa del genere da parte dei miei cari compatrioti. Italiani...
«Il mio nome è stato coniato come “Pantene pro-v 2in1 SHAMPOO+BALSAMO LINEA CLASSICA pro-v capelli visibilmente sani dopo 1 solo lavaggio tecnologia clinicamente testata”»
Piacere...
«Contengo soli 250 millimetri di sangue alla nascita e zero millimetri quando verrò spolpato interamente, morendo per totale emorragia. E la mia salma stremata verrà gettata in un'unica fossa comune insieme ad altri miei simili come ninnoli abbandonati - libero banchetto, spettacolo agghiacciante, offerto a insetti e microrganismi - che quotidianamente viene vuotata, sfollata, per ricominciare con una nuova, effimera ospitalità. Mi sono rivolto a lei nell'appresa certezza che, benché membro homo non sapiens non sapiens, mi può aiutare.
«Fin dal giorno in cui sono nato sono stato propinato di racconti agghiaccianti. Non c'è stato verso che i miei ispiratori, sentinelle della mia nascita e dei miei primi minuti, rinnovassero l'assortimento per l'esposizione orale di testimonianze. Mi raccontavano nella semioscurità del furgone di circoli viziosi, contrabbandi di ciabatte trivellate alla nascita e che si chiamavano “croc”, o qualcosa di simile, perché il nome rimembrava lo spezzarsi dei loro arti e delle loro ossa; mi hanno raccontato che molto probabilmente il nostro sangue ha dato di matto al sistema nervoso umano, a tal punto che gli umani si cospargono le mani di liquidi fetidi e monocolore; che persino tra di loro non si sopportano e che cercano di farsi fuori a vicenda senza mai venire alle mani, perché usano altre specie di individui simili a noi, uniche a poter finalmente gustarsi la morte dei loro sfruttatori; che fanno del male una tribuna di idee e un sensale di fama; che saremmo tutti morti, fatti a brandelli e che era stato bello fare la mia conoscenza. Che mi prospettava la vita?
«Mi hanno preparato allo stadio intermedio di vita e di morte: lo spappolamento a intervalli che ci languisce lentamente uno ad uno e ci lascia perire come bastardi diseredati in uno stato di deficienza, la perdita di frammenti nervosi, il prosciugamento dell'anima. E io che credevo che un giorno mi sarei laureato, avrei trovato uno shampoo femmina, avrei consumato con lei la mia verginità e il mio desiderio, e avremmo scodellato tanti shampoo in monodose.
Che è quello che fate voi, più o meno. Mi sbaglio?»
Scossi la testa. Ormai avevo preso parte di questa bizzarra conversazione.
«Ho concluso la parte personale, paradossalmente sconclusionata. Ora ha inizio la seconda parte, con fatti e solo fatti. Non so per quanto mi dilungherò: la mia vita merita di essere raccontata almeno ad uno di voi, per farvi capire il mondo da un'altra prospettiva che voi, bene o male, ignorate. Niente pause per andare in bagno, mi ha sentito? Qui si fa più schiettamente, con un effetto che equivale a quello di una guancia arrossata da uno schiaffo. Uno schiaffo di fatti che la lascerà stordito.»

Le mie orecchie lo ghermivano nella sua materialità tonda e liscia. Eravamo solo agli antipasti. Non c'era modo di accelerare le cose. Il silenzio che era sceso conficcava le sue unghie acuminate nella mia testa e mi inchiodava alla sedia. Qualcuno doveva aver tirato giù la leva di accensione della mia mente: avevo scordato chi ero, buttato in un angolo calzini e il discorso, dimenticato completamente Kimberly e Cecilia, abbandonato l'uso di deglutire e permesso che un filo argentato di saliva pendesse da un lato della mia bocca e si incollasse alla mia guancia poco lanuginosa. Ero nudo davanti a Dio.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: atticus