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Autore: Jane Stevens    10/09/2015    1 recensioni
Una vecchia bottega di giocattoli apre le sue porte a un visitatore, in una fredda mattinata d'autunno.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bottega del mistero
Il suono di una campanellina annunciò l’arrivo di un nuovo cliente, in quella strana e piovosa mattina d’autunno.
Un ragazzo dai penetranti occhi verdi superò la soglia del negozio, scostandosi i capelli, neri come piume di corvo, dal viso pallido.
Il sole filtrava dalle alte finestre facendo giochi di luce con il pulviscolo nella penombra del locale immobile e silenzioso, un raggio entrò rischiarando il volto dell’improbabile acquirente, invitandolo a entrare nel negozio di giocattoli. 
Egli si strinse nell’impermeabile scuro e annunciò la sua presenza al nulla: - C’è nessuno? -   delle nuvolette bianche accompagnarono la sua domanda, poichè per il gran freddo che faceva il respiro si condensava, facendolo assomigliare a una poco convenzionale locomotiva a vapore.
 
Il ragazzo si aggirò per la boutique, scavalcando scatoloni colmi di giocattoli e pupazzi sorprendentemente intaccati dalla polvere presente sugli scaffali e le bamboline e statuette in porcellana sugli scaffali, avviandosi al bancone in mogano scuro, segnato e rovinato dal tempo.*
Fece scattare la cassa con un trillò che lo infastidì in quel silenzio così irreale, aprì il cassetto e notò con stupore che non vi era nemmeno una banconota.
Ad un tratto il giovane sentì dei passi calpestare il pavimento in parquet con fastidiosi e spaventosi ticchettii, si girò di scatto ma non vide nessuno e stava per pensare di esserselo immaginato quando sentì una risatina divertita.
Iniziò a spaventarsi e sbiancò ancora di più quando vide muoversi qualcosa vicino agli scatoloni, dalla quale uscirono dei giocattoli vecchi e da riparare: ad un orsetto di pezza mancavano un braccio e un occhio, ad una bambolina di porcellana mancava metà del viso angelico e ad un soldatino di piombo mancava una gamba. Il gruppetto, una volta riuscito ad uscire dal proprio scatolone si prodigò per aiutare gli altri giocattoli ad uscire dagli scatoloni sotto lo sguardo attonito e sconcertato del ragazzo.
Tutti i giocattoli usciti dagli scatoloni e scesi dagli scaffali iniziarono a circondarlo incuriositi e si mossero insieme formando un cerchio e improvvisando un girotondo sulle note di un carillon miracolosamente intatto*.
 Il ragazzo si abbassò sulle ginocchia fino ad arrivare all’ altezza dei giocattoli e, toccando un orsetto gli fece riapparire come per magia l’occhio mancante, una volta riparati i giocattoli si staccavano dal girotondo e ritornava sugli scaffali che nel frattempo erano ritornati lucidi e splendenti come il resto del negozio, finalmente illuminato dal sole; una volta terminato il giovane seguì le orme di uno stivaletto fin giù in una cantina, all’inizio delle scale di pietra le orme scomparivano, ma egli decise di scendere le scale. Una goccia d’acqua stava salendo i gradoni in pietra, seguita da molte altre perle brillanti, sospinte da un vento caldo.
Una volta sceso in cantina, vide una figura di spalle, dai lunghi capelli neri, esattamente come i suoi, e gridò un saluto entusiasta: “Buongiorno, cara sorella! Come stai?” facendo spaventare quest’ultima che si allontanò dal calderone che aveva davanti assottigliando i grandi occhi viola, agitando minacciosamente il mestolo in rame pericolosamente vicino al volto del fratello, quindi gridò, fintamente arrabbiata:
“Abel! Ma ti è dato di volta il cervello?! Per caso non vedi cosa sto facendo?! Non hai idea di quanto tempo ci abbia messo a curare questa pozione!”
Abel fece una smorfia, storcendo il naso, sia per l’odore di quell’intruglio che per il rimbrotto della sorellina:
“Beh, anch’io sto bene, grazie per averlo chiesto, Erin.
Comunque si nota moltissimo che sei stata impegnata in questi ultimi due annetti, avresti dovuto vedere com’era ridotta la boutique quando sono arrivato!” sputò indispettito, incrociando le braccia e mettendo il muso come un bambino.
La sorella, vedendolo, addolcì lo sguardo e gli sorrise rassicurante, facendo puntare i canini e gli disse con voce dolce: “So che ce l’hai con me perché non ho curato il negozio di mamma e papà, ma da quando siamo immortali ho perso la cognizione del temo!”
Il fratello a quella confessione scoppiò a ridere facendo brillare i canini appuntiti e ammise a sua volta: “Effettivamente anch’io ho perso la cognizione del tempo e ti sono venuto a trovare solo ora, credevo che fossimo ancora nel 1845, quando mancano pochi mesi al 2016!”
I ragazzi si abbracciarono, ridendo, quando Erin si staccò dalla presa del fratello e disse: “Dai Abel, perché non andiamo a prenderci una cioccolata come ai vecchi tempi?”
E si avvicinò alla parete certa staccando sciarpa e cappotto, certa della risposta del fratello che vedendola così entusiasta acconsentì con un sorriso: “Va bene, andiamo a prenderci una cioccolata, proprio come ai vecchi tempi.”
I due si presero a braccetto salendo le scale, uscirono dalla boutique contenti di essersi ritrovati e si raccontarono gli eventi di quegli ultimi due anni, senza notare lo sguardo cattivo che li seguiva invidioso di una bambola in vetrina che non era stata riparata, a causa della disattenzione di Abel.
L’unica cosa che disse prima di scomparire in una nuvola nera fu un sussurro pieno di risentimento:
“Me la pagherete, statene certi!”
 
 
Angolo “Autrice”
Ciao a tutti! Rieccomi qua! Sentivate la mia mancanza vero? *ignora i vari no* questa è una nuova storia che ho scritto, in teoria dovrebbe finire qui ma se qualcuno gradisce un seguito posso provare a scrivere qualcos’altro.
Okay ora arriva la mia parte preferita (no, non so i saluti, devo tormentarvi ancora un po’) cioè quella degli asterischi, sono talmente buona che vi riporterò i pezzi, perché o personalmente odio ritornare su a vedere dov’erano gli asterischi che non me lo ricordo mai.
 
*il bancone in mogano= un tributo a quella cara persona di Effie che a vedere il mio bancone prenderebbe un infarto e poi Haymitch dovrebbe farla rinvenire (che dico? Lui la scavalcherebbe! XD)
**la canzoncina del girotondo= ok, giuro che la sapevo, era qualcosa tipo lullaby o lily lullaby, non mi ricordo, ve la cercherò, promesso.
 

                               
 
 
  
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