Arrivata la sera vide tantissime stelle sparse per tutto il cielo. Pensò a come sarebbe stato bello se avesse avuto un padre, avrebbe potuto giocare con lui, tirare di spada e tantissime altre cose, invece si trovava lì, tutto solo, senza un padre. Sentì un rumore e scattò in piedi, vide sua madre che si avvicinava guardandolo dolcemente. Le corse incontro e la strinse forte forte a se. Si sdraiarono ad osservare le stelle, per qualche minuto restarono in silenzio. Fu Mark a rompere quel silenzio fastidioso
-Mamma ho preso una decisione .- La madre lo guardò.
-Ti ascolto figliolo.-
-Ho deciso di partire. Voglio andare in nuovi villaggi, in nuove terre, scoprire tantissime cose, imparare ad usare la spada ed altre armi. Voglio diventare un forte guerriero per poter sconfiggere il tiranno che ha portato tantissima sofferenza a questo mondo.-
Gli scese una lacrima. Restarono in silenzio , si fissarono, lei aveva, come sempre, quello splendido sorriso sul volto, lui invece aveva un'espressione decisa, pronto a partire.
-Come vuoi tu figliolo, ti manderò da mio fratello Artur. Gli chiederò se ti potrà addestrare. Ritorniamo a casa adesso che è tardi.-
Appena tornati a casa sua madre inviò un uccello viaggiatore per informare il fratello che suo figlio voleva essere addestrato.
-Hai detto che volevi diventare un guerriero giusto?.-
Mark fece una smorfia, non capiva perché gli fece quella domanda -Si perché?-
-Vediamo cosa sai fare,andiamo ad allenarci.-
Mentre la madre usciva dalla stanza, Mark restò fermo, non poteva andarci senza una spada, sua madre se ne accorse e si voltò.
-Perché non ti muovi? Cosa ti prende?-
-Mi si è spezzata la spada non ricordi?-
La madre gli sorrise, aprì un cassetto dall'armadio e ne estrasse un oggetto, lungo e sottile, avvolto in una coperta.
-Penso che sia giunto il momento. Prendila, apparteneva a tuo padre, adesso è tua, fanne buon uso.-
Mark prese l'oggetto, non capiva cosa fosse, ed iniziò ad aprirlo. Era una spada ad una mano, con l'elsa grigio scuro e la lama dentata. Nella lama c'era incisa una frase “Un vero Elfo è in grado di usarla”. Che senso aveva quella frase? Gli scese una lacrima, finalmente aveva in suo possesso qualcosa che fosse appartenuta a suo padre. Decise di chiamarla Mifrit, cioè Mezz'elfo. Andò insieme alla madre nella stalla ad allenarsi, lei con la sua Katana, lui con la sua Mifrit. Si misero uno di fronte all'altra, fecero un inchino, fu la madre ad iniziare il duello. Mark iniziò a pararsi, restò sulla difensiva, parava e indietreggiava finché si ritrovò con le spalle al muro. Cercò di contrattaccare ma la madre era troppo abile e veloce nei movimenti. Lo fece cadere quattro volte ma lui si rialzava e continuava a pararsi. Ad un certo punto sua madre si fermò sorridendo, Mark si prese di coraggio e le corse incontro. Saltò in aria, girò su se steso e sferrò un calcio. La madre afferrò il piede e lanciò Mark versò il muro, atterrò con la faccia per terra. Si rialzò, cerchò di contrattacare ma la difesa di sua madre era qualcosa di increbile. E poi tutto successe in un attimo, senza rendersene conto, sua madre l'atterrò con la punta della sua Katana poggiata sul suo collo con un filo di sangue che sgorgava da essa . Sua madre era troppo forte per lui.
-Devi ancora migliorare figliolo, scusami per il graffio che ti ho procurato. Penso che con l'addestramento di mio fratello tu possa superami, non mollare mai. Adesso andiamo a letto, domani è un altro giorno.-