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Autore: Shin Ah    10/09/2015    0 recensioni
Vite che si intrecciano e non si slegano più. Sentimenti confusi e parole mai dette riesumeranno il passato e daranno vita a un fuga attraversando il mondo, alla ricerca di se stessi e di una realtà migliore, perchè un evento tira l'altro, è una ruota inarrestabile, così come incomprensibile.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Thomas si fece scappare una risata e prese il suo polso dicendo
-Quindi immagino che sono ancora valide le tue intuizioni lungimiranti, ma mi potrò fidare?-
- Hanno mai fallito?-
-Guarda che poi io ci credo veramente e se mi stai illudendo ti verrò a cercare-
- Allora vedi di farla avverare cosi non dovrò più vedere la tua brutta faccia- che bugia stava dicendo, ma d’altronde aveva mentito a se stessa per molto tempo,cosa poteva poi cambiare una volta in più o una volta in meno? La verità è che lei si lamentava sempredel fatto che si incontrassero casualmente ovunque lei andasse, ma non ha mai detto che non le facesse piacere. Si incamminò di nuovo.
- E’ una bugia- Nicole si fermò
– Ammettilo che ti fa piacere, incontrarmi una volta ogni tanto- lui stava in piedi con le mani in tasca, la schiena leggermente inarcata all’indietro e un sorriso spavalto stampato in faccia.  Era  raro che intuisse cosa lei stesse provando. Ma l’orgoglio fa da galeotto e acceca ogni altra ragione, così, marciando verso di lui gli disse
- O forse a te fa piacere?- si portò la mano sul fianco- Mi perseguiti, ammettilo. Sembra quasi una maledizione, non incontro alcune persone da anni ma tu... tu sei come i funghi, spunti ovunque e senza preavviso-
- Senza dubbio sarebbe una bella abilità, ma credo che la nostra sia solo una grande sfiga, o fortuna, a seconda dei punti di vista- Nicole arrossii leggermente
- Nessuno punto di vista, solo sfiga pura- continuò- E ora ti saluto, buonagiornata-
- Potrei farlo davvero sai?-
-Cosa?-
-Spuntare come un fungo ovunque tu vada-
- Pff, si certo provaci te- disse ridendo mentre tornava sui suoi passi ma lui si mise davanti a lei, bloccandogli la strada
- Ti perseguiterò. Altro che maledizione, sarò il tuo peggior incubo. Diventerò la tua ombra a meno che...-
- A meno che cosa? Sentiamo.-
- Tu non mi dia il tuo numero- Nicole scoppiò a ridere di gusto, era come un copione di un vecchio film
- Da quando siamo diventati così intraprendenti eh?- non riusciva a smettere di ridere: lui che chiedeva il suo numero di cellulare. Una scena così assurda che è esilarante solo a pensarci
- Guarda che non scherzo- Adesso Thomas era serio.La guardava in attesa di risposta
- E allora impegnati, stammi dietro se ci riesci, poi si vedrà-
-E’ una scommessa?-
- Perchè no, se riesci a starmi dietro ti darò il mio numero, se non ci riesci.... bhè, ci penserò bene in questi giorni a cosa chiederti-
- Sarò persino nei tuoi sogni-
- Sicuro guarda- Finalmente la lasciò passare e mentre lei se ne andava lui  guardava la sua figura che si allontanava pregustandosi già la vittoria. Era l’inizio di una catastrofe.
Due giorni dopo, Nicole partì per l’America per andare a trovare la sua hostfamily. Thomas non sapeva nulla, aveva provato ad affidarsi alla fortuna ma ancora non era riuscito a incontrarla. Scoprì solamente quando, aprendo facebook casualmente, vide una  foto che raffigurava lei all’areoporto JFK di New York. In America, pensava, grazie al cazzo che non ti trovo. In America. 
Aveva già deciso che l’avrebbe sorpresa al suo ritorno: a seguito di quello scambio di parole aveva sentito che in quel momento della sua vita lei gli avrebbe fatto bene.Pensava di poterla gestire, proprio come aveva fatto anni prima: in realtà gli dispiaceva davvero di aver chiuso i ponti con lei, ma a quel tempo la reputazione gli sembrava più importante dell’amicizia. Non lo aveva mai lasciato trapelare, ma rimpianse quella decisione per tutti gli anni seguenti e incapace di riconoscere i suoi stessi sentimenti, era rimasto a guardarla da lontano. La guardava ridere in stazione con le sue compagne di classe, cercava il suo sguardo profondo tra le tante faccie addormentate sul pullman che prendevano insieme: sapeva che lei non aveva dimenticato, in qualche modo, sentiva che c’era un sottile filo che li legava ancora l’uno all’altra. Era come se lei stesse vegliando su di lui. A volte gli capitava di sfidare la sorte e la osservava fino a quando il suo sguardo si incontrava con quello di lei, e allora lo distoglieva immediatamente, cosa avrebbero pensato di lui i suoi amici? Si ricordò improvvisamente quella volta in cui lei venne per affrontarlo di petto, la stava evitando da mesi oramai e quando ricevette un suo messaggio su facebook ne rimase profondamente sorpeso:

"So che probabilmente io sono l’ultima persona con cui vorresti parlare al momento anche se onestamente non so proprio il perchè. Siamo stati amici per molto tempo e sento che mi devi almeno una risposta. Sai, sto cercando di andare avanti con la mia vita e di affrontare il mio passato, però, gran parte di quel passato in fondo sei tu.... Vorrei che mi dedicassi un pò del tuo tempo, non molto,  per parlare, faccia a faccia. Vorrei solo avere una risposta, ma posso capire se non accetterai. Sappi che mi dispiace."

All’inizio, gli sembrava incredibile, ad un tratto,  senza poter controllare le sue emozioni, si sentì felice. Era contento che lei lo avesse cercato, era sollevato perchè lei non si era dimenticata di lui, era  lusingato nel sapere che lui era importante.
Gli scrisse preso dal momento e gli diede il suo numero, ma una volta passato quell’attimo di cristallizzata felicità, cadde nei dubbi. Lei cominciò a chiedergli sempre più spesso quando avrebbero potuto incontrarsi, ma lui aveva paura. Si sentiva paralizzato all’idea delle parole d’odio che sarebbero uscite dalla sua bocca, gli sembravano come coltelli affilati pronti a trafiggerlo e invece avrebbe voluto conservare quella felicità effimera che gli era stata regalata,  desiderava che quel filo quasi invisibile tra di loro non fosse tagliato, e sentiva che lei voleva incontrarlo proprio per quello. 
Non si rendeva conto di quanto coraggio Nicole avesse dovuto raccogliere per pronunciare quelle parole, non aveva idea di quanto le era costato esprimere  i suoi sentimenti e affrontarlo.  Alla fine, si diedero appuntamento, cercò di mantenere il controllo, ma preso dai dubbi e dalla paura, si presentò  con un suo amico. Non gli disse nulla, non poteva certo raccontagli il motivo di quell’incontro così inusuale, ma grazie a lui evitò il confronto frontale. Nicole prendeva respiri profondi spesso, camminava pensierosa accanto a loro ma partecipava alla conversazione come se nulla fosse, rievocarono vecchi aneddoti con nostalgia come se fossero amici di vecchia data incontratosi per caso. Lei non cercò nemmeno di entrare nel discorso che si era prefissata, era troppo per lei, esporsi anche davanti a un estraneo. Ancora oggi si domanda: cosa  sarebbe successo se fosse andato da solo a quell’appuntamento, avrebbero chiaccherato di più tra loro? Avrebbero rievocato i vecchi tempi e riso ancora di più o avrebbero cominciato a litigare? E mentre tutto questo gli passava per la testa un pensiero disturbante si fece strada tra tanti:  voleva avere una risposta per avere una ragione e chiudere per sempre quella loro relazione in sospeso o voleva una ragione per provare a riallacciare i rapporti di nuovo? In fondo era sempre stata lei, con i suoi gesti e le sue parole a tenerli uniti. Sentì una fitta al petto e scacciò quel pensiero. Non voleva più pensarci, comunque non avrebbe mai trovato il coraggio di chiederle quali fossero le sue intenzioni, e quei dubbi rimasero foglie nel vento autunnale, sospese e disperse allo stesso tempo.
   
 
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