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Autore: sasaneki    10/09/2015    8 recensioni
Storia nata da uno sclero momentaneo.
D'altronde, il titolo dice tutto.
#1. «’sto telefono di merda» esclamava spesso Zoro.
«Perché non provi a fare più piano, idiota?»
[Zoro/Sanji]
#2. «Ehi Killer, facciamoci una foto» gli disse, circondandogli senza preavviso il collo con un braccio. [Kidd/Law]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law, Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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D'accordo, questa minchiata non so da dove mi sia uscita BUT a tutti sarà capitata una situazione simile a queste due. lol
Sono due flash separate, ma hanno entrambe lo stesso prompt. Non sapevo per quale coppia utilizzarlo, così l'ho usato per entrambe~
Nonostante abbia partorito una stronzata, spero comunque non vi faccia così schifo!

 

Disclaimer: One Piece © Eiichiro Oda
____________________________
#Selfie


 
#1.
 
Ventuno anni suonati e Roronoa Zoro non sapeva usare perfettamente un cellulare. Faceva fatica anche a capire come poter chiamare, inviare messaggi e immagini.
Oltretutto, detestava il touch screen, ma quello stupido cuoco – nonché suo ragazzo – era stato così gentile da regalargli un telefono nuovo, visto e considerato che quello precedente gli era caduto nel cesso. Ogni volta che Zoro toccava lo schermo del suo cellulare, non vi metteva alcun tipo di delicatezza e Sanji, giustamente, lo rimproverava.
«’sto telefono di merda» esclamava spesso Zoro.
«Perché non provi a fare più piano, idiota?»
Per non parlare di tutti quei simbolini di merda che il marimo non riusciva a distinguere bene l’uno dall’altro, a lui sembravano tutti uguali.
“Inoltrare”, “modificare”, “inviare”, “eliminare”, erano solo alcune delle piccole icone che Zoro trovava sempre sopra o sotto le immagini che riempivano la sua galleria, ma delle quali ignorava totalmente la funzione.
Se ne stava sdraiato sul divano, col cellulare fra le mani, mentre navigava in internet alla ricerca di una nuova automobile da comprare. Per qualche astruso motivo, riuscì addirittura a salvare alcune immagini nella galleria, così da poterle inviare al suo fidanzato.
Chiuse la pagina di internet, pigiando una decina di volte, quasi con accanimento, il tastino al centro del telefono. Nella sua testa, misteriosamente, risuonò la voce di Sanji che recitava alcune parole.
«Coglione, così lo spacchi»
Zoro scosse leggermente la testa, domandandosi per qual motivo il cellulare si fosse appena bloccato. «Stupido telefono» ringhiò, continuando a schiacciare a caso su alcune icone.
Non appena il cellulare sembrò aver ripreso la propria funzione, pigiò sull’icona di Whatsapp, intenzionato ad inviare a Sanji le immagini salvate in precedenza. E fu in quel momento che incominciò l’operazione più difficile di tutte.
Per errore, Zoro avviò la fotocamera interna.
Nulla di grave.
Per errore premette il tasto in basso al centro della fotocamera.
«Ora torno indietro, così la foto non si salva» pensò.
Per errore, o più semplicemente per distrazione, premette la scritta “invia”, posta esattamente sopra il tasto adibito al comando “indietro”.
«CAZZO!» imprecò, lasciando cadere a terra il telefono.

Sanji, che in quel momento girovagava per i corridoi del supermercato, sentì vibrare il telefono e, prontamente, aprì la schermata di Whatsapp visualizzando il messaggio del suo fidanzato.
Non riuscì a trattenere una risata sguaiata, mentre le lacrime gli rigarono le guance.
Un primo piano di Zoro che occupava tutto lo schermo. La sua faccia ripresa da così vicino da farla sembrare una palla da basket, il viso corrucciato, le sopracciglia aggrottate, il labbro superiore inarcato, come se avesse visto qualcosa di orrendo, e… un doppio – anzi, probabilmente anche triplo – mento che la metà bastava.
A stento riuscì a riprendersi, senza nemmeno accorgersi di essersi letteralmente piegato in due dalle risate.
Dopotutto, il fatto che Zoro fosse incapace di utilizzare un cellulare aveva anche i suoi lati positivi.
 
 
 #2.

Eustass Kidd adorava qualsiasi apparecchio tecnologico. Adorava smontare vecchi elettrodomestici o telefoni cellulari non più funzionanti per analizzarne i circuiti al loro interno.
Aveva sempre avuto intuito per certe cose. Non leggeva praticamente mai i manuali d’istruzione. Semplicemente, gli veniva naturale utilizzare qualsiasi aggeggio tecnologico. Inoltre, ci teneva sempre ad acquistare l’ultimo cellulare uscito, uno dei più tecnologici e avanzati.
Non che Kidd fosse così estremamente dipendente dal cellulare, ma diciamo che averlo gli faceva più che comodo. L’unica cosa che detestava era scattare delle foto.
Anche perché, diciamocelo, Eustass Kidd non spiccava certo per la sua capacità di fare fotografie mozzafiato. Anzi, esse si limitavano semplicemente a immortalare gli appunti dei suoi compagni riguardo alle lezioni universitarie. Solo quando era ubriaco marcio, a volte, decideva di immortalare alcuni momenti della serata. Esattamente come in quel momento.
Kidd se ne stava seduto accanto a Killer al bancone di quel locale, mentre aspettava che il barman gli servisse il suo sesto Negroni Sbagliato. Le sue condizioni non erano certo delle migliori. La testa incominciava a girargli ma la sentiva incredibilmente leggera nonostante la musica continuasse a rimbombare nel locale.
Killer capiva che il suo degno compare era giunto al limite ogni qualvolta che iniziava a parlare di rossetti e pellicce, oppure quando decideva che era giunto il momento di fare un selfie.
«Ehi Killer, facciamoci una foto» gli disse, circondandogli senza preavviso il collo con un braccio. Il biondo, dal canto suo, lo lasciò fare. Anche perché nemmeno lui era così sobrio da poterlo fermare. Prontamente, Kidd estrasse il cellulare dalla tasca, avviando la fotocamera per poi scattare la foto.

Law, quella sera, aveva scelto di rimanere a casa a studiare per l’esame di anatomia che avrebbe avuto l’indomani. Sentì vibrare il cellulare appoggiato sulla scrivania. Buttò una fugace occhiata al display, leggendovi il nome “Eustass-ya”, affianco al quale si era premurato di aggiungere l’emoticon di un dito medio.
Sbloccò la tastiera per poi leggere il messaggio. Si aspettava di tutto Law, ma di certo non una foto.
Kidd che con una mano reggeva il drink, mentre con il braccio stringeva il suo migliore amico.
Tutto normale… se non fosse stato per l’espressione da ebete disegnata sul volto del suo ragazzo.
Lo sguardo assottigliato, nell’intento di renderlo sensuale, ma senza riuscirci. Anzi, a detta di Law sembrava quasi strabico. Gli occhi d’ambra ridotti a due minuscole fessure e le labbra rosse arricciate, quasi come se stesse mandando un bacio.
«Raccapricciante» pensò.
A Trafalgar venne la pelle d’oca, mentre un’espressione di disappunto comparve sul suo viso. Afferrò il cellulare, digitandovi poi la risposta.
«Invece di mandarmi la foto della tua faccia, potevi inviarmene una del cazzo. Sarebbe stata sicuramente più bella»
.
 
   
 
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