Un ennesimo tentativo di
sfogare la sofferenza insensata dei momenti peggiori sulla carta,
lasciando in
pace me stessa e le persone intorno a me. Era l’immagine che
sentivo più simile
a me in quel momento, con il desiderio di mandare tutto ciò
a cui tengo a
puttane che si faceva sentire parecchio. Ah, per quanto apprezzati, i
commenti
di incoraggiamento sono ormai fuori luogo: è passata, come
ogni volta. ^^
Ah, credo sia inutile
aggiungere che a me non piace per niente. L’ho postato per
prova, e non è detto
che non lo cancelli nel giro di un paio di giorni.
Con
disperazione, muovendo il braccio a scatti, prese a stracciare le
pagine di
quel quaderno che era per lei salvezza e parte di sé.
Il
sangue continuava a uscire dalle sua braccia come dai tagli sulle
labbra, dai
morsi, dai graffi.
Quando
ogni singola pagina fu straziata, e non ci fu più una sola
frase esente da quel
marchio impostole dalla creatrice, la ragazza pianse, riversando ancora
una
volta fuori da sé in tutti i modi possibili quelle
sensazioni che le davano la
nausea.
La
trovarono così, gli occhi vitrei e spalancati, orribilmente
immobili, la bocca
semiaperta e i capelli mezzo tagliati e mezzo strappati arruffati sul
capo come
lana grezza. Rannicchiata sul pavimento, viva ormai solo fisicamente ma
senza
concepire più alcun pensiero o emozione, stringeva
spasmodicamente tra le mani
quel grumo appiccicoso e puzzolente di parole, sangue e lacrime che era
la sua
anima.