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Autore: LaBabi    08/02/2009    6 recensioni
Una bambina di quattordici anni. Una serata tranquilla tramutata in una strage. Tutti morti, lei, l'unica superstite. Salvata da due figure misteriose, che noi conosciamo molto bene, due Cullen, che la adotteranno e la ameranno più di loro stessi.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mamma mi compri il gelato?” chiesi.
“D’accordo tesoro.” Disse mia madre guardandomi con i suoi occhi azzurro intensi, gli stessi che avevo ereditato da lei. I capelli invece li avevo ereditati da mio padre: biondo intensi, sembravano quasi tinti.
“Lo voglio anche io il gelato!” ribatté mia sorella.
“Ok. Bambine aspettatemi qui con papà. Torno subito.” Disse mentre si allontanava.
Guardai mio padre mentre si sedeva in una panchina. Kelly si sedette accanto a lui, mentre io rimasi in piedi. Li guardai. Erano bellissimi. Lui, alto e muscoloso, biondo con gli occhi scuri, vestito in modo elegante, come al solito. Mia sorella, alta per i suoi nove anni, con i suoi capelli color cioccolato e i suoi occhi scuri, sembrava una bambola di porcellana se non fosse per la carnagione abbronzata. Nella mia famiglia avevano tutti la carnagione così, tranne me; la mia era chiarissima.
Poco dopo tornò mia madre con due gelati alla fragola, ne diede uno a me e uno a mia sorella.
La mamma ci guardava sorridendo, mentre stava abbracciata a papà.
“Bambine andiamo a casa. Si è fatto tardi.” ci disse. Così ci incamminammo, io vicino alla mamma e Kelly teneva la mano a papà dietro di noi.
Poi accadde tutto in fretta.
Cinque uomini, all’incirca di trentacinque anni sbucarono all’improvviso. Tre davanti a noi e due dietro. Ci bloccavano il passaggio. Un brivido mi percorse la schiena. Mi strinsi alla mamma che aveva lo sguardo preoccupato. Papà lasciò la mano di Kelly, che spinse dalla mamma, e fece un passo avanti.
“Signori, desiderate qualcosa?” chiese con un tono di voce rassicurante. Ma la sua postura indicava tutt’altro. Non era calmo per niente: era rigido e aveva tutti i muscoli contratti.
Mi guardai in giro, cercai furtivamente con gli occhi il passaggio di qualcuno, qualcuno che poteva aiutarci. Ma non passò nessuno.
Uno dei signori, sicuramente il capo, fece un passo verso papà e mostrò la pistola. A quella vista la mamma cercò di nascondere il viso mio e di Kelly con la sua giacca, stringendoci fortissimo a sé.
“Sì. Desideriamo un paio di cosette” questa fu la risposta. La disse ridendo. E così fecero anche i suoi compagni.
“Innanzitutto fuori i portafogli. Poi vogliamo gli orologi, anelli, ciondoli; ogni cosa di valore.” Dicendo ciò fece gesto a uno degli altri uomini che si avvicinò con un sacco.
Papà diede il portafoglio, l’orologio e persino la fede. Mamma fece le stesse cose, aggiungendo il braccialetto d’oro.
“Ecco, ora vi abbiamo dato ciò che volevate. Lasciateci andare.” Disse mio padre.
“Non così in fretta.” Ribatté il capo alzando la pistola. Kelly, che già era spaventata dalla situazione, vedendo la pistola puntata su nostro padre iniziò a singhiozzare.
“Io rimarrò qui con voi, potrete fare di me ciò che volete ma lasciate andare le bambine e mia moglie.” Lo pregò papà. “E’ tua moglie che ci interessa.” A queste parole tutti gli uomini fecero un passo avanti.
Papà sgranò gli occhi. Guardò la mamma, e gli scese una lacrima. Era la prima volta che lo vedevo piangere. Mosse le labbra dicendo “Ti amo” poi si scagliò sull’uomo con la pistola.
La mamma urlò, Kelly singhiozzò più forte. Io invece rimasi impassibile.
Papà diede un colpo allo stomaco dell’uomo che cadde a terra, ma purtroppo teneva sempre in mano la pistola e sparò. Lo colpì alla testa.
Vidi mio padre che cadeva a terra. Ci mise un’eternità, era come se il tempo trascorresse lentamente. Due uomini si gettarono su mia madre, mentre altri due tenevano ferme me e mia sorella.
La mamma cercò di difendersi come poteva. Scalciò, cercava di scappare, ma poi uno dei due estrasse un coltello e glielo puntò alla gola, ma mia madre non si fece impressionare e scalciò con più forza.
Il capo allora puntò la pistola verso Kelly e fece fuoco. La colpì in pieno petto, esattamente al cuore.
“Se continui a ribellarti, la prossima sarà lei.” Disse indicando me.
Sentendo queste parole mia madre rimase ferma immobile. Gli uomini iniziarono a svestirla. Le strapparono la camicetta con forza e le sollevarono la gonna. Non potevo assistere a questo scempio.
L’uomo che mi teneva fermo si distrasse dalla visione di mia madre mezza nuda e io riuscii a scappare alla sua presa.
Ma non fuggii, corsi verso mia madre, volevo difenderla anche se sapevo che non potevo nulla. Poi uno sparo. Improvvisamente sentii freddo e caddi a terra.
  
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