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Autore: niky_95    08/02/2009    3 recensioni
Questa è la mia prima ff. La storia è ambientata 5 anni dopo breaking dawn con una Nessie ormai diciassettenne che si trova a dover capire il mistero legato al braccialetto Quileute che porta da quando è piccola regalatole da Jacob, inoltre deve decifrare i suoi sentimenti verso il ragazzo sempre più confusi e nel contempo lottare contro la gelosia che le attanaglia il cuore.Riuscirà nell'impresa?Cosa le nasconde Jacob? Chi sarà il nemico misterioso che si aggira per i confini di La Push?Vorrà attaccare i Cullen? NB: Commentate per favore! Altrimenti sono troppo demotivata per continuare!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero appena svegliata chissà da quanto dormivo! Era una mattina estiva,per quanto di estivo non avesse proprio niente, la cosa positiva e che non pioveva e quindi nel pomeriggio magari papà mi avrebbe lasciato andare a La Push a trovare Jake. Scesi piano le scale e ad aspettarmi trovai solamente zia Alice e la mamma. Gli altri erano andati a caccia. Entrambe le bellissime vampire mi salutarono affettuosamente e io mi accomodai in una sedia vicino a loro. Poi chiesi a mamma: - Pomeriggio posso andare giù a la Push da Jacob? -. La vidi riflettere per una frazione di secondo con un cipiglio serio in viso, a mamma non piaceva il fatto che passassi tutto il mio tempo libero con i licantropi diceva che avrei dovuto frequentare anche persone normali, in effetti nell’ essere figlia di due vampiri e migliore amica di un licantropo non so quanto ci sia di normale, ma la mia vita era speciale anche grazie a loro e quindi mi andava bene cosi , poi mi rispose arrendendosi : - D’accordo ma non fare tardi. Non approfittare come al tuo solito del fatto che non possiamo venire a recuperarti a La Push -. Sorrisi con aria innocente : - Nah mamma, quando l’ho mai fatto?! -. E poi la loro obiezione era che non ero al sicuro ma non era affatto vero! Chi poteva farmi del male con un branco di licantropi al seguito ciascuno alto quasi due metri? E poi non scordiamoci che essendo una mezza vampira ero anche io forte e veloce. Anche se beh… come diceva Jacob ero un po’ tonta. Chissà da chi avevo preso con una famiglia di vampiri tutti agili e veloci, ma poi ricordai. Ah già da mamma! Ovviamente da umana. Era quasi mezzogiorno e aspettavo impaziente che arrivasse pomeriggio per andare da Jacob. Non lo vedevo da due giorni aveva avuto da pattugliare i confini con il branco come al solito e dato che Leah si era ammalata aveva fatto anche il suo turno. Cavolo se mi mancava il mio Jake. Con questi pensieri salii in camera a cambiarmi : misi un bel paio di pantaloncini da ginnastica, immaginando già che saremmo andati alla spiaggia e una felpa anche se non avevo bisogno di vestire pesante con Jake accanto che diventa quasi la mia stufetta personale! Poi legai i lunghi boccoli in una coda alta altrimenti l’umidità me li avrebbe incollati in faccia e sfrecciai giù per le scale. - Quanta fretta - borbottò papà che era appena ritornato dalla caccia. Mi scusai in fretta - Si papà scusa! Ci vediamo dopo -. ”Vado a La Push ”aggiunsi mentalmente e misi in moto la sua Volvo prima che potesse fermarmi. D’altronde non facevo nulla di male, avevo il permesso di mamma e diciamo anche il suo visto che se avesse voluto mi avrebbe fermato senza problemi. Parcheggiai di fronte casa di Jacob. Mi venne ad aprire Paul che come sempre era a scroccare qualcosa dal frigo del mio lupacchiotto. Mi fece entrare e disse:- Jake dorme, se vuoi puoi andare a svegliarlo . M’incamminai lungo il corridoio della piccola ma graziosa casetta dei Black ed entrai nella cameretta di Jake facendo attenzione a non fare rumore. Lo vidi li sdraiato in obliquo nel grande letto che occupava tutto con quel sorriso buono dipinto sul suo volto dalla pelle color ruggine che dormiva perso in un sonno profondo. Mi fece tanta tenerezza il mio lupo con quell’aria da bambino cresciuto che mi aveva fatto da baby-sitter e che adesso era il mio migliore amico. Poi osservai il braccialetto intrecciato dai Quileute che avevo attorno al polso. Un giorno Jacob mi aveva detto che aveva un profondo significato ma poi appena avevo cercato di saperne qualcosa di più aveva cambiato discorso. Chissà magari era un simbolo della nostra eterna amicizia. Sospirai e mi addormentai sulla poltrona accanto al letto di Jake mentre lo osservavo perso nel sonno. Mi svegliai di soprassalto..Cavolo avevo dormito un sacco Edward mi avrebbe ucciso. Anche Jacob era in allerta l’avevo svegliato con quell’urlo che mi era rimasto strozzato in gola. Domandò in preda al panico: - Che c’è Ness? -. Io mi ripresi - Niente che non mi vedrai mai più - risposi ridendo. - Cosa? Ma che dici? Ti prego mostriciattolo non farmi questo.. - era quasi in lacrime. Non lo avevo mai visto in quello stato. – Sto scherzando cagnaccio, lo sai che non potrei mai vivere senza di te… Solo che Edward mi farà a pezzettini avevo promesso di non fare tardi e sono già in ritardo di un ora. - Non farmi mai più prendere certi spaventi Nessie, comunque ci penso io al succhia… ehm cioè ad Edward, chiederò se stasera puoi partecipare al falò sulla scogliera che in teoria sarebbe anche una riunione del consiglio – rispose felice. – Ehm ok. Finalmente mi ci porti è da tanto che ti tormento per sentire le leggende sui freddi, cioè quelle sui Cullen . E poi come perdersi una delle tue abbuffate storiche. – risposi alternando le frasi con degli scrosci di risate. – Certo certo, mostriciattolo. - . Prese la cornetta del telefono e chiamò Edward, dall’altro capo del telefono sentii un ringhio che doveva essere di mia madre ignorandolo Jacob disse a papà: – Nessie resterà a dormire da Emily perché il falò finirà piuttosto tardi ok? – come al solito papà rispose calmo con quel suo tono micidiale e minaccioso: – Certo Jacob. Io e Nessie faremo i conti dopo per la Volvo. – Oh cavolo… L’avevo dimenticato! Non avevo chiesto il permesso di usare l’auto a papà. Non potevo mica prendere la Ferrari di mamma o la Porsche di Alice. Ma neanche il pensiero di papà a casa che mi avrebbe accolto urlando e nemmeno il divieto di uscire per mesi che avrei ricevuto fecero svanire in me la felicità di passare una serata con Jake. Lì con lui non avevo paura di niente. Quando era con me tutto aveva un senso. Che sdolcinata che ero. Mi misi a preparare dei panini per la serata che ci attendeva con quello che Paul non aveva spazzolato via. Li misi tutti dentro uno zainetto e arrivammo sulla scogliera con la Golf in pochi minuti. Trovammo Seth, Collin e Brady intenti a raccogliere legna per il falò mentre Leah li guardava seduta su una roccia, non si era del tutto ripresa. Quando vide Jacob sorrise e questi gli disse: – Che c’è Leah l’acidità l’hai lasciata a casa? –. - Molto divertente -. – Certo certo come stai Leah? – gli chiese Jacob. – Ma come siamo gentili! Comunque tutto ok. Sei tu che mi sembri malato, cosi premuroso – rispose sarcastica lei. – No scherzavo stai bene. Sei la solita ragazza lupo inacidita. - la canzonò l’amico in risposta. Poi si sedette accanto a lei e io con lo zainetto dei panini lo seguii. Poco più tardi arrivò il resto della troupe : Quil con Claire, Sam con Emily, Jared con Kim, Billy, Sue ed Embry con la sua nuova fiamma Sophie, nonché la figlia di Mike Newton e Jessica Stanley vecchi compagni di liceo di mamma e papà. Fu una serata interessantissima soprattutto per Jacob e Leah che ridevano e mangiavano. E poi Leah gettava certe occhiate sognanti a Jake, come quelle che si scambiavano i miei genitori. Mi sentii… gelosa. Non sapevo dare una spiegazione, la più logica era che lui era il mio lupo. Il mio migliore amico. Non di Leah, in un certo senso ero invidiosa, lei lo conosceva meglio di me, quando erano trasformati poteva entrargli in testa. Ma questo non bastava a dare una spiegazione alla fitta di gelosia che sentivo. Mi sentii spiazzata e scacciai quei pensieri proprio mentre Jacob mi destava dalle mie congetture e mi diceva che era ora di accompagnarmi a casa di Emily. Si trasformò in lupo, si abbassò e mi guardo con quegli occhi neri e profondi come a farmi segno di salirgli in groppa. Ubbidii a quel comando silenzioso. Fece una piccola deviazione e arrivò in una radura. Mi fece scendere e si sdraiò lo imitai appoggiando la mia testa sul suo pelo. Lo accarezzai dolcemente vicino alle orecchie come preferiva lui e si addormentò. Restai li a pensare guardando il cielo. Pensando a come dovevamo apparire strani, come un gatto e un cane che dormono accoccolati,già perchè la nostra amicizia era contro natura andava contro tutti i principi eppure eravamo li, a dimostrare che licantropi e vampiri non dovevano per forza essere nemici, ma potevano essere amici come lo eravamo noi. Si amici decisi di lasciarmi andare nell'oblio e mi addormentai cullata dal respiro regolare dell'immenso lupo rossiccio. Un amico... un pò speciale.
  
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