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Autore: The_freedom_writers    10/09/2015    2 recensioni
Immaginate che Peter Pan, non abbia nel profondo, un cuore da bambino.
Immaginate che il suo sorriso sia accattivante e non giocoso.
Immaginate che i pensieri della cara Wendy siano completamente l'opposto dell'originale.
Immaginate l'intera storia completamente diversa da come l'avete sempre vista.
N.A. Copyright di LuciaCoppola-Wattpad- tutti i diritti riservati a lei.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Uncino, Giglio Tigrato, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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I suoi occhi verdi continuano a fissarmi, sposto lo sguardo in basso verso di lui, è a torso nudo e i muscoli delle sue braccia sono contratti, indossa un ridicolo pantalone di stoffa verde scuro, rovinato e strappato sul fondo. «Che sei? Perché sei in casa mia?» domando stringendo al mio petto le coperte. Una piccola luce gialla si avvicina al suo viso e riesco a vedere il piccolo sorriso che lo contorna. Sbarro gli occhi quando quella piccola palla di luce si avvicina a me, sembra una bambola, una bambola minuscola che riesce a muoversi. I suoi piccoli occhi azzurri studiano la mia espressione facciale, poggia i suoi piedi sulle mie ginocchia piegate e sussulto. «E’ un piacere conoscerti Wendy» parla il ragazzo misterioso. «Finalmente!» respira e io riporto lo sguardo sulla piccola personcina, che usa me come suo terreno. «Come fai a conoscermi?» mormoro a bassa voce per non svegliare i miei fratelli, non voglio farli preoccupare. La mia mente va a tutta velocità, la mia coscienza continua a parlare e a parlare, ma in questo momento non riesco a comprendere il messaggio che cerca di comunicarmi. Sento riecheggiare all’interno della mia testa: fai attenzione, è un maniaco, urla, difenditi, fa qualcosa Wendy! «Hai una fissazione per me» risponde con aria di sufficienza. Si alza con non creanza dal mio letto e io lascio uscire dalla mia bocca un sospiro che non sapevo trattenere. Incomincia a curiosare nei mobili e nella mia piccola scatola. Balzo in piedi e corro verso di lui strappandogliela di mano. «Tu sei malato!» sputo assottigliando gli occhi. «Fuori da casa mia!» mi guarda confuso. «Sei Wendy giusto? Wendy Darling?» mi indica e io scuoto la testa nel disperato tentativo di cacciare via il mio grillo parlante, che continua a torturarmi, che diavolo succede? «Sì, sono io.» rispondo irritata. «Parli sempre di me.» dice lentamente e io ammiro fascinata le sue labbra muoversi con grazia. «Perché vorresti cacciarmi adesso?» Cosa? «Cosa? I-io non ti conosco!» cerco di fare ordine nella mente di questo ragazzo. Lui sorride. «Non mi hai riconosciuto? Andiamo, Wendy.» ridacchia. «Campanellino.» indica la piccola palla di luce che svolazza all’interno della mia stanza. «Io» le sue dita sfiorano il suo petto tonico. «Un ragazzo che non vuole crescere.» mi guarda con intensità e sento il mio stomaco attorcigliarsi. «Non può essere reale.» indietreggio. «Peter Pan non esiste!» mormoro duramente. «E’ solo una favola» i suoi piedi non toccano più il mio pavimento e io mi sento svenire. Oddio. Il suo corpo si muove lentamente nell’aria e io spalanco la bocca. «E’ abbastanza credibile Wendy?» domanda e piega la sua testa riccioluta per guardare la mia, il mio petto sia gita, salendo e scendendo freneticamente, quando vedo i suoi piedi sporchi poggiarsi nuovamente a terra. La sua pelle nuda sfiora la mia e rabbrividisco. «Come come … fai a sapere che i-insomma …» balbetto. « Che parlo di te?» le sue labbra piene si piegano, formando un sorriso sornione. «Adoro sentire i bambini che parlano di me.» indietreggia e la sua figura alta non fa più ombra al mio viso. «Sai come bimba sperduta …» lascia in sospeso la frase e i suoi guizzano per tutto il mio corpo. «Non saresti male.» mi lancia un occhiolino e divento paonazza. Diamine, è così … diverso da come l’ho sempre immaginato. È più grande, non sembra un bambino, ma un ragazzo. «Quanti anni hai?» chiedo fin troppo curiosa. Con passo deciso, salta sopra la ringhiera di legno del letto di John, mi guarda e incrocia le sue braccia al petto. «Diciotto.» è un ragazzo! Beh, credevo che la sua età fosse tra i 10 e i 13 anni. Mi sbagliavo molto. «Pensavo che fossi un …» «Bambino?» m’interrompe sollevando leggermente le sue sopracciglia e io annuisco. «Un bambino non avrebbe il coraggio di affrontare dei pirati e Capitano Uncino!» i suoi occhi si scuriscono. «Un bambino non deve preoccuparsi di queste cose.» spiega. «Perché sei venuto proprio qui? Da me i miei fratelli … insomma, ci sono tanti bambini e ragazzi che raccontano di te.» non riesco ancora a crederci. Si bagna distrattamente i contorni della sua bocca. «Fai troppe domande» nota accigliandosi. L’adorabile grinza che si forma sulla sua fronte mi fa sorridere. «Scusami, è un mio difetto.» ammetto con un pizzico di divertimento. «Ti piacerebbe venire via con me?» domanda. Venire via con lui? È pazzo, completamente pazzo. Boccheggio per prendere un po’ d’aria e rido. «Sei completamente matto» il suo sorriso indecifrabile cresce alla mia rivelazione. «Non sei la prima che lo dice!» mormora e il suo corpo nuota nell’aria. Wow! «Tutti i bambini vogliono venire all’Isola che non c’è» afferma. «Io non sono una bambina, Peter!» torna alla mia altezza, smettendo di volare. «Non sei nemmeno così grande, come credi di essere.» sussurra ad un mio orecchio. «Che vorresti dire?» lo incito. Certo che sono grande, ho quindici anni e devo pensare alle cose da grandi. «Per essere grandi cosa intendi precisamente, Wendy?» mi stuzzica e io gli lancio una fugace occhiata. Alzo gli occhi al cielo e rifletto bene sulle parole che sto per pronunciare. «Ci sono tante cose Peter.» me ne esco, sentendomi improvvisamente in difficoltà. Nessuno mi ha mai chiesto cosa significa essere grandi. «Vedi! Non sai cosa rispondere.» beh, forse …. Appoggia una spalla alla vetrata della finestra chiusa, prima era aperta. «Perché vuoi che venga con te?» ridacchia e penso al nostro piccolo discorso poco fa. Faccio troppe domande. «Voglio semplicemente che tu venga, tutto qui» dice. Oh … mi piacerebbe sul serio, scappare da tutto, vivere un’avventura, andare all’Isola che non c’è. Ma è da pazzi. «Ti mentirei se ti dicessi che non vorrei. » annaspo sulle parole. «Ma non posso venire con te e lasciar perdere il resto. » guardo i miei fratelli che russano leggermente. «Loro hanno bisogno di me» mi giro e trovo Peter a guardarmi con attenzione. «La famiglia.» sibila con lo sguardo perso nel vuoto. «Se vuoi possono venire con noi» cerca di convincermi. L’adrenalina si è impossessata del mio corpo e non riesco e rimuoverla, è surreale ma chi avrebbe rinunciato all’Isola che non c’è? Abbasso la testa sui miei piedi e sospiro sconfitta. «No, Peter.» sussurro flebilmente. Le sue dita alzano il mio mento. «Non pensare a nessuno, non pensare ai tuoi genitori, alla scuola, a quello che tutti si aspettano che tu debba fare, non pensare ai tuoi problemi, preoccupazioni, lasciati andare Wendy!» chiudo gli occhi e respiro profondamente. Sento un letto cigolare e mi volto di scatto. Michael si stropiccia i suoi piccoli occhi e sbadiglia rumorosamente. «Wendy …» mormora con la sua piccola voce. «… che succede?»
   
 
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