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Autore: Sharon9395    10/09/2015    2 recensioni
La vita tra i Candidi non era male: tranquilla, dedita alla verità, all’onestà e alla giustizia.
Kat teneva sì alla giustizia e alla verità. Ma dentro di se sentiva la spinta verso una vita diversa. Una vita spericolata, una vita degna di essere vissuta.
Il test era stato chiaro. O meglio… inconcludente. Quindi doveva scegliere da sola. Magari tra i Candidi o tra gli Abneganti sarebbe stata al sicuro, la avrebbero aiutata. Ma quella, sapeva in cuor suo, non essere la sua strada.
Voleva sentirsi utile, completa e, soprattutto, libera. E tutto questo poteva trovarlo solo in una fazione: gli Intrepidi.
Afferrò con decisione il coltello, si procurò un piccolo taglio nella parte interna della mano e lasciò cadere il suo sangue sui carboni ardenti. Il suono prodotto, fece serpeggiare lungo la sua schiena un brivido freddo. Kat aveva scelto e, ormai, non poteva più tornare indietro.
“La fazione prima del sangue”.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti, Zeke
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo V
 
                                  
P.O.V. Kat
 
Una volta tornate a casa, Clarke notò sul tavolino del salotto una lettera. La afferrò e con curiosità iniziò a leggerla:
 
“ Alla signorina, Evans Clarke.
 
La informiamo, che lei è stata nominata Supervisore del Secondo Modulo di Addestramento per gli iniziati che avrà luogo il 22 settembre al “Centro di Addestramento”.
 
Le ricordiamo, infine, che non può rifiutare l’incarico, a pena l’espulsione dalla Fazione con recessione tra gli Esclusi.
 
Cordiali Saluti,
 
Il Capofazione
 
Fields Max ”
 
Rimase per qualche istante all’in piedi impalata.
 
<< Clarke, il formaggio è finito. Perché non l’hai preso? >> disse gridando Kat dalla cucina.
Non ricevette risposta.
<< Clarke? Clarke? Ma, insomma, mi senti? Clarke! >> . Andò in salotto << Ma mi vuoi rispon… -si bloccò, notò che l’amica era come pietrificata davanti al tavolino con una carta in mano- Oh la lettera! Cosa c’è scritto? >> chiese.
La ragazza si voltò verso Kat e con fare meccanico le disse tutto d’un fiato senza respirare << Mi hanno nominata supervisore al secondo modulo di addestramento >> .
Le passò la lettera e la lesse più volte.
Una volta presa coscienza della notizia, saltò addosso all’amica ancora paralizzata e l’abbracciò così forte da farle quasi male.
<< E’ una notizia grandiosa! Grande amì! >> continuò ad abbracciarla, Clarke si sciolse nell’abbraccio e qualche lacrima di gioia le righò il viso. Iniziarono a ridere e piangere contemporaneamente, erano felicissime.
<< Ora si festeggia!>> esclamò Kat, prendendo due birre dal frigo. Le stappò e ne offrì all’amica.
<< Alla nuova Supervisore! >> brindarono e continuarono a ridere dalla gioia.
 
Dopo aver “festeggiato” e mangiato qualche schifezza si misero a dormire serenamente. Quella fu una delle prime serate tranquille e gioiose dopo molto tempo.
Kat era orgogliosa della sua amica. E con quel pensiero felice si addormentò.
 
 
 
 
Quinto giorno di addestramento. Ore 7:00 del mattino, 26 agosto.
 
I ragazzi della Squadra Speciale si ritrovarono al Pozzo. L’addestramento si sarebbe svolto all’aperto: tra le macerie dove vivevano gli Esclusi.
Eric consegnò ad ognuno di loro armi a pallettoni e li separò in due gruppi:
Zeke, Luc, Ed, Devon e Kat;
Quattro, Marcus, Theo, Chris e James.
Il giovane Capofazione si aggiunse al primo gruppo che riteneva essere il più “debole”.
Si divisero: i primi andarono verso sud-ovest, mentre i secondi presero la direzione sud-est. Si sarebbero dovuti ritrovare lì tra due ore a partire da quel momento.
 
Eric, Zeke e Kat erano in testa al gruppo, mentre Ed e Luc gli coprivano le spalle.
<< Dove stiamo andando di preciso? >> chiese la ragazza spaesata, non avendo capito molto bene cosa fare.
<< Oggi uniamo l’utile al dilettevole: diamo la caccia a qualche escluso che combina cose non dovrebbe fare e, contemporaneamente, imparate ad agire sul campo, ovviamente >> rispose Eric con la sua solita arroganza.
<< Lui, ovviamente, non ha niente da imparare >> sussurrò Zeke, e Kat rise coprendosi la bocca, peccato che il giovane Capofazione li sentì.
<< Zeke, se fossi in te, non provocherei un Capofazione o aspiri a diventare un escluso? Ci faresti risparmiare tempo, ci troviamo già qui >> gli intimò.
I due smisero di ridere e tornarono seri e vigili.
 
<< Dovremo passare da sotto >> annunciò Eric, fissando un ammasso di macerie di fronte a loro.
<< Prima le donne? >> intervenne Luc, che aveva palesemente fifa di entrare lì sotto. Kat lo fulminò con uno sguardo e disse con tono sprezzante << Sei un codardo. Vado io per prima, aspettate qui. Se non ci sono pericoli entrate. Altrimenti, lasciatemi lì e mettetevi in salvo >>. Prima che chiunque altro potesse controbattere si mise a terra e iniziò a strisciare con i gomiti, tenendo saldamente nella mano sinistra la pistola.
Era angusto e buio e c’erano anche pezzi di ferro che spuntavano dai calcinacci. Quelle erano le sue rispettive seconda e terza paura: gli spazi stretti e il buio. Ma si fece coraggio e continuò a strisciare. Si procurò un graffio sulla pancia, ma nulla di grave.
Vide, finalmente una luce che segnava la fine del “tunnel”.
Altri 10 metri e sei fuori da questo tugurio” si ripeté in mente per tranquillizzarsi e restare lucida prima che la paura la sopraffacesse.
Riuscì ad uscire e gridò << Libero! Potete passare!>>.
Allora, i cinque attraversarono anche loro il piccolo e angusto tunnel.
Una volta fuori, Eric indicò loro verso quale direzione proseguire e si avviarono.
Ed e Luc erano impauriti, anche se il primo cercava di non farlo notare. Mentre Luc, che provava a fare lo spavaldo, continuava a ripetere che dopotutto sarebbe entrato anche lui per primo lì sotto se la “ragazza-maschio” (così l’aveva definita, facendo irritare Zeke e anche Eric, mentre Kat se la rideva) non si fosse offerta.
Scavalcarono macerie, si arrampicarono su muri mezzi caduti e pezzi di ferro e di altri metalli pericolanti.
<< Sei davvero così sicura di essere una donna? >> domandò Luc a Kat cercando di farla innervosire con il suo sorrisetto imbecille e odioso.
<< No, sai, penso davvero di essere uomo, o metà e metà, hai presente? Mentre tu, sei sicuro di essere un vero Intrepido, intendo un intrepido uomo – e caricò con particolare enfasi quella parola per essere il più fastidiosa possibile – insomma, a vedere da come strilli quando vedi una lucertola o dal tuo “prima le donne” sembri proprio una femminuccia >>. Con quella risposta aveva fatto glaciare tutti. Nessuno di loro si aspettava quelle parole. Zeke prese a ridere come un matto insieme ad Ed, anche Eric sorrise per un po’ dicendo all’amico << Mi dispiace, ma ti ha fregato questa volta>>.
Dopo un paio di chilometri, un altro ostacolo si presentò loro: un muro alto più o meno 15 metri. Dovevano valicarlo per potere continuare o trovare un’altra strada.
Eric era testardo, non voleva assolutamente cambiare itinerario.
<< Ci arrampicheremo >>.
Appoggiò il piede su un masso e cominciò ad arrampicarsi. Tutti lo imitarono. Kat ce l’aveva quasi fatta era arrivata in cima, ma d’improvviso il suo piede destro scivolò e si aggrappò ad un pezzo di metallo che sporgeva dal muro. Eric si voltò allarmato e le urlò << Tieni duro, sto arrivando >>. Prese ad arrampicarsi dall’altro lato del muro, mentre le mani le erano diventate umidicce a causa della sudorazione, sentiva che non ce l’avrebbe fatta, sarebbe caduta e probabilmente si sarebbe rotta qualcosa di più di un braccio. Ma proprio nel momento in cui la mano di Kat stava cedendo, Eric la afferrò tempestivamente e la aiutò a salire sul muro.
<< Tranquilla, ce l’abbiamo fatta >> disse. Avevano il cuore che batteva a mille. Scesero con cautela dal muro e anche questa volta la aiutò: la prese per i fianchi e la fece sedere a terra per controllare i danni.
Zeke si avvicinò, l’amica aveva un dolore tremendo alla caviglia << Probabilmente è slogata, fammi vedere >> disse il Capofazione.
Kat alzò la tuta all’altezza del ginocchio ed Eric iniziò farle muovere la caviglia.
<< Fa male? >> chiese, guardandola negli occhi come se volesse vedere oltre, capire cosa davvero stesse provando. Quello sguardo la sorprese, si perse quasi in quegli occhi.  Non pensava al dolore, ma al fatto che proprio lui, il bastardo, si stesse preoccupando per lei. Anche Zeke rimase perplesso.
<< Un po’, non è nulla. Posso farcela >> rispose. Non aveva voglia di essere il punto debole della Squadra. Era solo una distorsione, si sarebbe messa a posto da sola.
<< Sicura? >> chiesero in coro l’amico e il biondo dagli occhi grigi.
Lei annuì, si rimise in piedi e ripartirono con Eric e Luc davanti a tutti, mentre Zeke aiutava la ragazza a camminare.
 
 
<< Fermi! >> ordinò Eric. Avanzò piano di qualche passo silenziosamente, aveva notato delle ombre dietro un muro decrepito.
<< Abbiamo visite >>.
Gli si pararono davanti degli esclusi, uno di loro aveva un coltello da macellaio tra le mani, gli altri avevano, invece delle pistole.
<< Vi conviene seguirci di vostra spontanea volontà, se non vorrete fare una fine molto dolorosa >> disse Eric con tono minaccioso e distaccato.
<< Dateci le vostre armi e noi ce ne andremo >> rispose a tono il ragazzo con il coltello. Evidentemente lui era il “capo” e gli altri erano i suoi “scagnozzi”.
Eric, di poche parole, iniziò ad attaccare e anche il resto della Squadra lo imitò.
Kat caricò velocemente la sua pistola e sparò contro un escluso che stava attaccando l’amico, Zeke, alle spalle. L’adrenalina era alle stelle. “Finalmente un po’ di azione” pensò la ragazza, facendo un ghigno e dimenticando il dolore della caviglia.
Un altro cercò di attaccarla, ma lei come una furia, gli si scagliò contro,  scaraventandolo a terra e prendendolo a calci. Era talmente tanto violenta, che il ragazzo iniziò a sputare sangue. Ma non si fermava. Improvvisamente, sentì qualcuno che la aveva appena immobilizzata. Era il tipo con il coltello. Glielo aveva puntato alla gola. I suoi compagni si fermarono e anche gli esclusi.
<< Se le torci anche un solo capello, ti farò saltare in aria la testa >>. Così dicendo, Eric prese il suo fucile d’assalto a ripetizione automatica e lo puntò sulla fronte del ragazzo.
<< Lasciala >> ripetè, quasi sibilando.
Nel frattempo, Kat sfoderò lentamente dalla tasca sul ginocchio della tuta un coltello. Non avrebbe dovuto portarlo, perché durante gli addestramenti le armi da usare erano solo quelle loro consegnate, ma lei ne aveva sempre una a portata di mano…per sicurezza. Infilzò, con un gesto secco, la coscia dell’escluso in profondità fino a prendere l’arteria femorale. Era spacciato. Nessuno avrebbe potuto curarlo. La ferità iniziò a sanguinare copiosamente e il tipo si gettò a terra piegandosi in due dal dolore. Gli altri esclusi scapparono dalla paura ed Eric, però, infuriato sparò senza esitazione riuscendo a colpire tutti fatalmente.
I membri della Squadra rimasero esterrefatti. Il Capofazione aveva davvero perso il controllo. Avrebbe potuto farli scappare, non sarebbero ritornati. Ma no, li aveva uccisi a sangue freddo, senza mostrare pietà, in modo crudele.
<< Stanno per finire le due ore. Torniamo al punto di incontro >> ordinò.
 
 
Al ritorno dagli allenamenti, seppure ancora scossa per il comportamento del Capofazione, Kat decise di fare una sorpresa all’amica per festeggiare, ancora, la sua promozione.
Fece una doccia, si cambiò e poi si mise ai fornelli. Era parecchio tempo che non preparava dolci, ma quella era l’occasione perfetta per ritornare alle buone vecchie abitudini, almeno non avrebbe pensato molto a quello che era accaduto.
Prese uova, farina, latte, lievito ed altri ingredienti (compreso il cioccolato, amava il cioccolato, seppure ormai fosse una pietanza rara e costosa) che la sua amica Pacifica, Daphne, le regalava ogni qualvolta le andava a fare visita. Diceva che così almeno avrebbe mangiato qualcosa di più commestibile e salutare.
<<  Ciao! >> la salutò Clarke sospirando, era stremata. 
 Entrò in cucina e chiese << Cosa stai combinando? >>
<< Ah, beh…doveva essere una sorpresa, ma visto che sei arrivata già… è un dolce per te >>.
<< Davvero? Hai ripreso a fare dolci? Che novità >> disse ridendo << Siamo proprio di buon umore! >>
Ma notò la cicatrice sul collo di Kat, si avvicinò per scrutarla, << Come te lo sei fatta? Chi ti ha puntato un coltello alla gola?  Eric?>>
 << No, non è stato lui, questa volta. Beh, non è nulla di grave. Oggi durante l’addestramento tra le macerie un escluso ha tentato di accoltellarmi. Ma sono stata più veloce io >> rispose con un gran sorriso per tranquillizzare l’amica e non indugiare troppo sui particolari. Su un grosso particolare: Eric.
<< Cos’hai fatto alla recinzione oggi? >> chiese cercando di cambiare argomento.
<< Non mi freghi, Kat. Dimmi tutta la verità. Non smetterò fino a quando non parlerai. O devo chiederla a Zeke? >> rispose con tono minaccioso.
<< E va bene! Ora ti dico. Eravamo nella parte della città dove vivono gli esclusi ed Eric è stato particolarmente… gentile…>> disse Kat diventando tutta rossa in viso e iniziando a sudare.
Suonò all’improvviso il campanello.
<< Vai tu? >> chiese Kat, approfittando della situazione e continuando ad impastare come se nulla fosse.
Erano Zeke e Quattro. Kat li aveva informati della promozione di Clarke e loro avevano pensato bene di andare a congratularsi.
<< Ciao, Clarke! Complimenti! >> dissero in coro i due ragazzi, abbracciandola.
<< Grazie, ma potreste allentare la presa? Fate male, sapete? >> rispose con la voce strozzata.
Si accomodarono in salotto, iniziarono a parlare del nuovo incarico di Clarke e la cuoca fu grata e sollevata che l’argomento “Eric” fosse stato accantonato.
Infornò il dolce, pulì la cucina e poi raggiunse i suoi amici.
<< Oh, bene, il dolce dov’è, Kat? >> chiese Zeke.
<< L’ho mangiato. Tutto. Se vuoi ci sono le briciole che si danno agli animali >>, un attimo di silenzio s’impadronì della stanza e poi scoppiarono tutti in grasse risate.
<< La cuoca vi ha raccontato cosa è successo oggi? >> .
Oh, no. Sii maledetto, Zeke. Tu e la tua boccaccia impicciona” pensò Kat.
<< Giusto! Stavamo parlando di questo prima che arrivaste! – disse Clarke – su, dai, continua. Anzi ricomincia da capo >>.
La ragazza si arrese senza nemmeno provare a dissentire e  prese a raccontare << Come dicevo prima, siamo andati nella zona degli esclusi e un tipo mi ha puntato un coltello alla gola, ma io l’ho accoltellato alla coscia rompendogli l’arteria femorale, probabilmente. Fine della storia >>.
<< Eh, no, cara. Questa non è tutta la storia. Ora la racconto io >> disse Zeke.
Kat si portò la mano destra sulla faccia e andò a controllare il dolce. Una volta tornata, Zeke cominciò la narrazione. << Ci sono state un paio di cose strane oggi. La prima: c’era un muro particolarmente alto, e quindi iniziamo ad arrampicarci, ma quell’impacciata della nostra amata cuoca scivola, mentre noi tutti eravamo già tutti dall’altra parte del muro. Io stavo per salire, ma Eric, oh si, proprio lui, le urla qualcosa del tipo “tranquilla, resisti, sto arrivando”. Risale il muro al contrario e la aiuta. Però, la storia di cose strane non finisce qui, perché Kat zoppica. Lui, per “lui” intendo il nostro amato – e dicendo “amato” guarda con fare sospetto Kat – Capofazione, la aiuta, avete sentito bene, l’aiuta per una seconda volta – Clarke e Quattro avevano gli occhi sbarrati per l’incredulità – e le controlla la caviglia con fare PREOCCUPATO, si preoccupato! Ma non è ancora la fine. Perché si scambiano uno sguardo, e credetemi se vi dico che non era uno sguardo “normale”- Kat ancora più imbarazzata di prima e diventando sempre più rossa, corse in cucina a fare finta di controllare il dolce – sembrava… persa, non saprei spiegarlo. Sta di fatto che non era normale. >>
<< Quando il tipo ha preso Kat per la gola, Eric ha iniziato a dare di matto. E dopo che lei si era liberata, lui l’ha guardata e ha preso a sparare e non ha risparmiato nessuno. Credetemi, nessuno. Tutti morti. >>
Rimasero in silenzio per un po’. La ragazza era ancora in cucina, aveva appena sfornato il dolce e lo stava riponendo in un vassoio. Annunciò che da lì a pochi minuti lo avrebbero potuto mangiare. Ma non era questo ciò che gli interessava. Volevano sapere da lei cosa le stesse prendendo e se questi comportamenti insoliti erano a causa del pomeriggio precedente durante il quale era sparita senza dire niente a nessuno.
<< Kat, cosa succede? Davvero? C’è qualcosa tra te e lui? Sai chi è… cosa ha fatto… non è cambiato… lo sai… hai sofferto abbastanza a causa sua. Non commettere lo stesso errore >>
riprese Clarke.
<< Non c’è nulla. Ieri pomeriggio sono stata allo Strapiombo e c’era lui. Abbiamo parlato un po’ e poi, siccome aveva ricominciato a comportarsi da arrogante presuntuoso, l’ho mandato al diavolo e me ne sono andata >>.
<< Va bene, ti credo…>> e conclusero la discussione.
 
Tornò in cucina e Quattro la seguì. Era rimasto in silenzio fino a quel momento, voleva parlare da solo con lei.
Kat stava tagliando il dolce e cospargendo lo zucchero a velo sulla superficie.
<< Ehi… senti, io non voglio giudicarti accetterò le tue scelte, sempre. Ma questa cosa è…pericolosa. Sai di cosa è capace… lo ha ucciso, senza pietà. Ricordi? >> le chiese.
<< Si, lo so. Non è necessario che me lo ricordiate. E, ripeto, non c’è nulla. Non ci sarà mai nulla>>  rispose, impietrita e cercando di sembrare il più disinteressata possibile.
  << Devi ammettere, però, che questo atteggiamento era strano. Puoi ammettere almeno questo? >> alzò di colpo la voce stressato ed esasperato.
<< No. Non c’è niente di strano. Sono un membro della sua Squadra. Come te. Avrebbe fatto lo stesso anche per voi. >> rispose, ringhiando quasi.
Quattro la fissò negli occhi per qualche istante quasi come se la volesse pregare di essere ragionevole e di non ficcarsi in guai più grandi di lei, e poi le bisbigliò, prendendole il braccio affettuosamente << Stai attenta, non fare stupidate. Io sono qui, sempre >>.
Si diressero verso la cucina e iniziarono a mangiare. I due ragazzi, dopo mangiato se ne andarono, avevano stabilito che si sarebbero visti quella sera.
 Quelle parole avevano insidiato il dubbio in Kat: e se io non sapessi cosa è successo davvero ad Andrew? 


Angolo autrice:
Ciao a tutti! Sono tornata con un nuovo capitolo dopo una breve pausa: università, dico solo questo. In questo capitolo iniziano a comparire strani atteggiamenti da parte di Eric nei confronti della nostra pazzoide Kat. Starete pensando "Ecco, la solita storia. Tra poco si mettono insieme ecc ecc", beh, forse si, o forse no, boh (non dico nulla, sarebbe controproducente per me :P). Ma vi posso assicurare che cercherò di non essere banale e scontata, almeno spero. 
Grazie a chi legge, recensisce o segue e ci sentiamo al prossimo aggiornamento, ciao e un bacio <3
  
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