Kirk annusò la miscela che era stata versata nella tazza poi con una smorfia la buttò nel vaso di una pianta che adornava la stanza.
"Scusa amica. "Sussurrò alla pianta.
"Santo cielo,quella ragazza è eccessivamente ospitale." Commentò Cristina andando a curiosare in giro.
L'infermiera si mise ad aprire gli armadi e a sbirciare all'interno.
"Cristina...." Borbottò Kirk per rimproverarla.
Lei si strinse nella spalle: tutti quei tesori la abbagliavano. Alla fine girò la maniglia di una porta chiedendosi dove conducesse. Appena la aprì indietreggiò e lanciò un urlo soffocato. Kirk si precipitò al suo fianco per vedere cosa l'avesse spaventata. Stipati all'interno vi erano corpi e teste di ragazze, tutti somiglianti a Ranya. Kirk allungò una mano a sfiorali .
"Robot. " Sospirò dopo un attimo con un certo sollievo.
Sembravano veramente realistici ì, ma erano chiaramente sintetici.
"Ma allora anche Ranya...."Sussurrò Cristina atterrita.
"Questo non lo dovevate fare!" Gridò la ragazza furente comparendo sulla porta col fucile spianato.
Prese la mira e sparò. Kirk si gettò fulmineo su Cristina e entrambi finirono dietro la porta spalancata che assorbì i pallettoni. Mentre Ranya ricaricava il capitano afferrò il phaser e sparò. Il robot ebbe un sussulto. Kirk non smise di sparare finchè non cominciò a fumare e cadde a terra privo di vita.
"Mio dio, dove sarà il signor Flint?" Si chiese Cristina quando si riprese dallo spavento .
"Mi sorge un dubbio , analizza quel te che voleva a tutti i costi farci bere." Suggerì Kirk indicando la teiera.
Cristina infilò un bastoncino nel te e lo passò sull'analizzatore medico che dopo qualche secondo diede l'agghiacciante risultato .
"Cicuta!" Esclamò la ragazza con orrore.
Kirk la afferrò per il braccio e cominciò a correre aprendo ogni porta che trovava.
"Dobbiamo trovare Flint, quel robot doveva essere totalmente fuori controllo."
Giunti in una camera da letto videro finalmente un corpo steso sotto le lenzuola e Cristina si precipitò ad assisterlo. Quando lo toccò tuttavia non potè fare a meno di urlare, di nuovo, in preda al panico. Quello che reggeva era il braccio di un corpo mummificato da tempo :uno scheletro ricoperto di pelle incartapecorita.
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Loki aveva riacquistato coscienza del luogo in cui si trovava . Era in una cella di vetro simile ad un acquario e i suoi compagni erano rinchiusi in celle identiche, attigue alla sua. Il vetro pareva infrangibile. Ma Loki possedeva una forza non comune ed era certo di poterlo rompere usando il giusto metodo. Sferrò un calcio , deciso, in un punto. Poi mirando dove la suola del suo stivale aveva lasciato un 'impronta, colpì ancora e ancora con tutta la forza che aveva. Il vetro si crepò e con un ulteriore calcio si infranse. Loki saltò fuori dalla cella. Ma ora doveva prendere una dolorosa decisione. Se si fermava ad aprire le altre celle l'avrebbero preso di sicuro .Quindi decise di andarsene, avrebbe chiamato i rinforzi,sperando che i loro carcerieri non si vendicassero sui suoi amici per punire la sua fuga. Iniziò a correre fino a raggiungere l'esterno. Doveva ritrovare la loro navetta , era l'unica speranza. Tutto attorno c'era il deserto. Come poteva ricordarsi dove erano atterrati? Mentre correva si avvide che degli uomini vestiti con una divisa nera lo rincorrevano. Lo avevano individuato. Accelerò fin o a rimanere senza fiato, ma nel deserto dove avrebbe potuto nascondersi ?.Dopo qualche secondo avvertì un forte bruciore alla schiena. Gli avevano sparato .Cadde al suolo privo di coscienza.
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