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Autore: crazygurl91    11/09/2015    2 recensioni
-FANFICTION INTERATTIVA- Ultimamente ho visto moltissime Fanfiction interattive e mi sono piaciute un sacco, ed ecco che mi sono decisa di crearla anch'io una. Segalatemi la vostra presenza nelle recensioni e la scheda del personaggio con un messaggio privato...acetto un max di 20 persone, quindi accorete!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Alice Paciock Jr, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nemico Sconosciuto
 
Anche se era Gennaio inoltrato, quella era una splendida giornata di sole, tanto da poter dare l’illusione che la primavera fosse arrivata in anticipo. Molti studenti erano seduti sull’enorme prato del meraviglioso giardino di Hogwarts, intenti a divertirsi e a rilassarsi, per un attimo sembrava che si fossero dimenticati della Regina Mancata e del suo spaventoso potere.
Tutti tranne Fra.
Che, dalla sfumatura nera che stavano assumendo i suoi occhi, non era per nulla abbinato alla splendida giornata: erano giorni che discuteva con sua sorella e il motivo era sempre lo stesso.
Rhydian!
Fran insisteva che non era colpa sua se quei bastardi li avevano torturati che, anzi, dovevano essergli grati perché gli aveva salto la vita, aggiungendo alcuni aneddoti dell’infanzia di quella pazza per dimostrare la validità della sua tesi e far sentire da schifo lui.
Doveva assolutamente dire a suo padre di falla finita di parlare di lavoro a casa, almeno non davanti alla sua sorellina.
L’aveva contagiata con il suo modo di fare da avvocato.
Possibile che sua sorella lo considerava cosi ottuso!
Era consapevole che, se quella notte, lei non si fosse messa in mezzo sia lui che Fran avrebbero fatto una fine orribile e, quando si era parlato dell’infanzia di Rhydian, c’era anche lui. Sapeva tutto questo e ben altro, solo che non riusciva a perdonarla lo stesso: lei sapeva che quella setta la stava dando la caccia, lei sapeva che avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di catturarla, compreso ammazzare chi non c’entrava per niente, ma si era iscritta lo stesso a Hogwarts mettendo in pericolo la vita di molti studenti.
Se fosse stato al suo posto, si sarebbe fatto rinchiudere in una fortezza in mezzo al nulla, circondato da Aurror ben addestrati, qualche Dissennatore, che non faceva mai male e, se tutto sto circo di persone e creature non bastava, una bella barriera magica di quelle potenti e tanti saluti alla setta di psicopatici.
<< Francisco Suarez che, invece di starsene spaparanzato sul l’erba e prendere il sole, sta sotto un albero a pensare? Ma stai bene? >>
Il Serpeverde era talmente preso dai suoi pensieri che non si era nemmeno accorto che qualcuno si era messo seduto accanto a lui e, quando si volse per vedere chi fosse, non rimase deluso.
Pelle color cioccolato al latte, lisci capelli di carota e splendidi occhi blu come il mare di notte; la ragazza più bella, testarda, grintosa che Hogwarts avesse mai visto e, che da un bel po di anni, era anche colei che gli faceva battere forte il cuore.
<< Ciao Roxy, come mai da sola? >>
<< In realtà stavo cercando Rose. Hai saputo della mega litigata fra Malfoy e Al? >>
<< Mia cara, io non ho saputo, io ho visto tutto! Ti ricordo che sono il compagno di stanza di quei due che, per la precisione, c’è mancato poco che Albus mi schiantasse per sbaglio >>    
Non sarebbe stato facile per l’argentino dimenticare quel brusco risveglio: Scorp, per scappare dalla furia omicida di Albus, era saltato sul suo letto, svegliandolo e rischiando di fargli prendere un infarto, e, senza troppi complimenti, si era fatto scudo con il suo corpo. Per fortuna era svelto di riflessi ed era riuscito a scansarsi in tempo, mentre i suoi due migliori amici continuavano quella specie rincorsa che, se non fosse stato per le minacce di morte di Potter, sarebbe stato anche abbastanza divertente.
<< Comunque sia, non li sopporto più. Ogni volta che Al lo incontra per sbaglio estrae subito la bacchetta, prima ho tentato di fermarlo e di farlo ragionare, ma è stato tutto inutile. Rose sola sa come far riattivare il cervello a quel deficiente di nostro cugino >>
Mentre Roxanne parlava, Fran non prestava attenzione nemmeno a una sillaba di quello che diceva, troppo concentrato sulle labbra della ragazza: erano a cuore, piene, carnose e, ci poteva giocare la sua ciocca colorata, dovevano essere dolci come il miele, forse ancora di più. Quante volte aveva sognato, desiderato, sperato di baciarla dolcemente, magari al tramonto, su una spiaggia deserta, con i colori del crepuscolo e farli da sfondo e il suono delle onde come colonna sonora. Oppure di notte, stesi ad ammirare le stelle, lui l’avrebbe abbracciata con la scusa di proteggerla dal freddo e poi, piano piano, si sarebbe fatto sempre più vicino a lei finche le loro labbra non si sarebbero sfiorate e alla fine avrebbe sussurrato…
<< Ti Amo >>
<< Cosa? >>
Fra fu riportato, bruscamente, nel mondo della realtà, mentre gli occhi di Roxanne lo fissavano sgranati per la sorpresa.
Se mai si sarebbe schiantato da solo, quella era un ottima occasione per farlo.
Era talmente preso dai suoi pensieri e dalle sue fantasie che, senza nemmeno accorgersi, aveva dato voce ai suoi pensieri, facendo il più grosso sbaglio della sua vita: aveva confessato il suo amore alla ragazza dei suoi sogni nel modo più sbagliato!
Merlo…cretino…demente e pure deficiente.
<< Francisco cosa hai detto? >>
<< Nulla, ero soprappensiero. Fai finta che non hai sentito niente >>
<< Ma come niente! Tu hai detto “ti amo” >>
<< Roxanne, davvero non era nulla >>
<< A chi stavi pensando Suarez? >>
Il ragazzo la guardò a bocca aperta.
Voleva tanto dirgli la verità, che pensava sempre, costantemente e unicamente a lei, dalla sera alla mattina, che era la prima cosa a cui pensava quando si svegliava e l’ultima quando andava a dormire, che era l’unica ragazza che gli aveva rapito sia il cuore che la mente e che mai queste suoi sentimenti sarebbero cambiati, nemmeno quando lui sarebbe stato un vecchio decrepito. Ma si accorse che oltre al amore che provava per lei, provava un altro sentimento che, molto spesso, andava di pari passo con il primo: la paura.
La paura di non essere capito, accettato, di non essere ricambiato.
Di essere confinato per l’eternità nella Friendzone.
Così rimase in silenzio anche quando vide Roxanne, esasperata, alzarsi e andarsene il più possibile lontano da lui, con un perfetto passo militare.
Lei era arrabbiata.
Lui era un idiota.
 
 
La vita era davvero strana e piena di imprevisti: se qualche giorno fa qualcuno le avesse detto che si stava dirigendo verso il dormitorio delle Serpi, trascinando Albus per l’orecchio, cosi da costringerlo a fare la pace con il suo amichetto del cuore, bè gli avrebbe dato del pazzo.
Ma quando Roxy era andata da lei in biblioteca a supplicarla di intervenire perché, se le cose sarebbero continuate su quel verso, Al avrebbe distrutto il castello.
Ci mancavano solo quelle due Serpi nevrotiche.
Ormai erano molte notti che passava in bianco, ad aiutare Rhydian a trovare il suo equilibrio interiore nei sotterranei, grazie al cielo la Serpe Mancata riusciva a farsi amare da qualsiasi creatura di genere animale, magica e non, quindi le erano bastati cinque minuti per rendere mansueto Fuffy; in più di giorno, oltre ad andare a lezione e fare i compiti, faceva ricerche per conto suo proprio per trovare una soluzione a quel problema.
Ma non aveva trovato niente di niente.
E adesso ci si metteva pure suo cugino con le crisi di gelosia?
La sua pazienza aveva un limite.
<< Rose! Cosi mi staccherai l’orecchio >>
<< Poco male, cosi impari a comportarti come una ragazzina isterica, in piena crisi ormonale. Ora dimmi la parola d’ordine per entrare in quel buco schifoso, pieno di luride Serpi, e facciamola finita co sta buffonata >> 
<< D’accordo, d’accordo ma piantala di stringere. Con quelle unghie mi stai forando le orecchie. La parola d’ordine è: Acqua Coluber >>
<< Bè allora non siete tutti una massa di caproni, visto che qualcuno di vuoi conosce il latino >>
Dopo ave recitato la parola d’ordine Rose entrò dentro la sala: non era la prima volta che entrava nel covo delle serpi, ma di solito era coperta dal mantello dell’invisibilità di James, oppure durante le vacanze primaverili quando, per un motivo o un altro, erano obbligati a rimanere a scuola.
Quindi non c’era da stupirsi se l’intera sala la guardava a bocca aperta, ma per quella volta potevano andarsene tutti quanti, allegramente, al diavolo.
Con molta poco grazia si avvicinò a un ragazzino del primo anno che, vedendola avanzare verso di lui, inizio a tremare mentre questa, con tutta l’arroganza del mondo, gli ordinava di dirgli dove si era cacciato quel biondino slavato, dal cervello di gallina, di Malfoy.
Forse stare troppo in compagnia di Rhydian l’aveva contagiata, ma giusto un pochino.
In tanto il primino, senza smettere di tremare, gli indico una porta, sicuramente quella era la porta del loro dormitorio quindi, senza nemmeno ringraziarlo, si diresse dove le era stato indicato tirando sempre Albus per l’orecchio che, intanto, non aveva smesso di lamentarsi per il dolore.
Che razza di femminuccia.
I due cugini trovarono Malfoy steso sul suo letto, tranquillo e beato, a leggere una rivista sul Quidditch e bevendo un bicchiere di un qualcosa di color ambrato, dall’odore sicuramente era alcool, e grazie al cielo che lui era Prefetto e doveva dare il buon esempio. Con, sempre, poca grazia spinse il giovane Potter sul letto, colpendo in pieno Malfoy che fece rovesciare la sua bevanda sulla moquette e, prima che uno dei due potesse dire o fare qualcosa, Rose prese la testa di entrambi facendole sbattere l’una contro l’altra.
<< Adesso voi due mi starete ad ascoltare e il primo che si azzarda a interrompermi lo schianto all’istante. Albus Severus Potter, per quanto la cosa mi disgusta, il biondino è il tuo migliore amico e, per quanto io l’odio e desidero vederlo soffrire finche non geli l’inferno stesso, è l’amico migliore che hai. So perché sei arrabbiato con lui e ti do ragione, è uno stronzo oltre ad essere un bastardo, ma non sono cose che ti riguardano. È una faccenda tra me e lui, tu ne devi stare fuori. Vuoi proteggermi, ne sono consapevole, ma io non ho bisogno di una balia, se mai mi servisse il tuo aiuto stai pur certo che correrei da te, ma io non ti ho chiesto niente e quindi tu non fai niente. Chiaro! >>
L’ultima parola fu praticamente un urlo, mentre Al annuiva velocemente senza staccare gli occhi, visibilmente terrorizzati, dalla sua adorata cugina. Non l’aveva mai vista cosi furente, lei era sempre stata Rose una ragazzina goffa, che inciampava dappertutto, dal carattere dolce, ingenuo e terribilmente sempliciotta, ma adesso quella non era più la stessa ragazza con cui aveva passato gran parte della sua vita; adesso quella ragazza era persino peggio di sua madre!
Invece per Scorpius fu un impressione del tutto diversa: aveva sempre visto la Rossa come un topo da biblioteca, una secchiona costantemente al primo banco e con la mano alzata che, nonostante fosse un insopportabile so tutto io, era anche molto graziosa, soprattutto quel suo lato imbranato che la rendeva teneramente buffa, e la sua intelligenza la rendeva terribilmente interessante. Adesso si trovava di fronte una vera leonessa infuocata che illuminava quella buia stanza con la sua bellezza, soprattutto adesso che era su tutte le furie, sembrava ancora più bella, cosa che lo fece abbastanza eccitare.
Senza aver alcun che da dire Rose girò i tacchi e, proprio come era arrivata, se ne andò, dritta verso la biblioteca a riprendere le sue ricerche, lasciando Scorp e Al a guardarsi negli occhi ancora sconcertati da quella nuova Rose.
<< Ehm Malfoy? >>
<< Si Potter? >>
<< Posso farti una domanda? >>
<< Dimmi >>
<< Hai la bacchetta in tasca o sei solo felice di vedermi? >>
 
 
Fran era seduta sotto una quercia secolare a comporre e strimpellare con la sua amata chitarra, una delle sue più grandi passioni e, soprattutto, unica cosa che riusciva a farla stare tranquilla.
Aveva di nuovo litigato con Fra e, per sua enorme sfortuna, quella mattina aveva incontrato il suo ex a pomiciare con una Tassa tutta tette e niente cervello; non era stupida, sapeva benissimo che una volta ritornati sarebbe stata obbligata a rincontrarlo, purtroppo il castello non era immenso come desiderava e a colazione, pranzo e cena si sarebbero sempre visti. Ma ciò che veramente l’aveva fatta innervosire in quel modo era che, nemmeno un mese che si erano lasciti, quello si era trovato subito un'altra come se niente fosse e per fortuna che lei era il suo grande, unico, vero amore, che una come lei non l’avrebbe mai ritrovata nemmeno tra cent’anni…che schifoso bugiardo!
<< Bel pezzo! Come s’intitola? >>
Da dietro la quercia sbuco la faccia di Fred II Weasley, facendola sobbalzare dalla paura mentre lui scoppio a ridere per la sua reazione.
Era il suo gioco preferito.
<< Fred! Mi hai fatto prendere un colpo. Possibile che devi sempre sbucare all’improvviso? >>
<< Perdonami è solo che non riesco a resistere, quando ti vedo così assorta mi viene spontaneo farti questi agguati >>
<< Bè continua cosi e mi avrai sulla coscienza >>
E senza dire altro si rimise a strimpellare le corde, anche se ormai non prestava più attenzione a quale note pizzicava, anche se non voleva la sua mente era tutta presa dal ragazzo mulatto al suo fianco, con gli occhi più scuri e penetranti che avesse mai visto in tutta la sua vita, tanto da toglierle il respiro e farle battere il cuore all’impazzata.
 Era talmente concentrata sul respirare correttamente e sul regolarizzare il battito cardiaco che, senza accorgersi, prese un palio di note stonate e, per finire in bellezza, si ruppe una corda.
<< Perfetto! Ci mancava solo questa >>
<< Fran? Che ti succede >>
<< Sono incavolata con il mondo >>
<< Ok, figliuola, confessa tutti i tuoi peccati >>
Ormai Francisca era abituata al comportamento sciocco e infantile di Fred, tanto da sapere che dietro a quella facciata da bambinone cresciuto un po’ troppo in fretta, c’era l’animo di una persona matura e responsabile, anche se era difficile da credere visto tutti gli scherzi e le buffonate che faceva. Fred era cosi, un eterno ragazzino che aveva sempre il sorriso più bello stampato in volto e che si sarebbe dannato l’anima pur di restituire il buon umore a qualcuno, ma che sapeva anche ascoltare e consigliare quando la situazione lo richiedeva, ed era proprio questo che più le piaceva di lui.
Cosi si ritrovò a confessargli i motivi del suo malessere, senza troppi problemi, non solo perché, ormai, lui era abituato ai suoi sfoghi, ma anche perché con Weasley lei si trovava a suo agio cosa, che fin’ora, era successa solo con Fran.
Solo, diversamente dal solito, quando nominò Frank la sua espressione cambiò del tutto: il sorriso da eterno fanciullo scomparve dal suo viso, lasciando il posto ad una faccia inespressiva, simile a quella di un serpente, che le fece arrivare il cuore in gola.
Non l’aveva mai visto cosi.
<< Possibile che pensi ancora a Pachiok. Dopo quello che ti ha fatto? >>
<< Bè è nemmeno un mese da quando ci siamo lasciati e, sinceramente, rivederlo con quella tizia mi ha lasciato l’amaro in bocca >>
<< L’amaro in bocca dici? Bene, ci penso io a sistemare le cose >>
Senza darle il tempo di dire ne ma ne se, Fred poso la sua grande mano dieto la nuca della ragazza e, con una velocità assurda, si fiondò su di lei cosi che le sue labbra poterono catturare le sue in un bacio, mentre gli occhi di Fran diventarono bianchi per la sorpresa e il suo cuore, ormai, sembrava un  martello pneumatico.
Fred, il suo migliore amico, l’amico di sempre, il ragazzo che da poco aveva scoperto di provare interesse, le stava rubando un bacio e, stranamente, sentiva che quello era il suo primo vero bacio, ma non poteva essere: aveva dato molti baci a Frank, quando stavano insieme; allora perché quella strana sensazione l’invadeva l’anima e la mente?
Con la stessa velocità con cui l’aveva avvinghiata, la liberò allontanandosi il più possibile da lei con il viso, palesemente, arrossato per l’imbarazzo e, ne poteva star certa, anche le sue guance avevano lo stesso colorito…poteva far benissimo a gara con Rose.
<< Perdonami, ho fatto una cavolata, dimentica tutto. Comunque sarebbe meglio che vai da tuo fratello…anche lui ha fatto una cavolata e adesso è giù di morale >>
Ma lei non si mosse, continuando a fissarlo sbigottita, anche quando lui si allontanò correndo non riuscì a togliersi quell’espressione da ebete dalla faccia, o riuscire a muoversi. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era il calore delle labbra di Fred, a quella strana sensazione che aveva provato e alla menta…le sue labbra sapevano di menta piperita.
 
 
Alison se ne stava bella al calduccio sotto le coperte del suo letto, quel pomeriggio aveva deciso di non andare a lezione, tanto avrebbe saltato quell’insulsa materia, Erbologia, la cosa più inutile che poteva esistere, in più insegnata da un incapace e incompetente, che era Pachiok. Quindi, dopo aver minacciato di mettere in punizione un Tassorosso del suo corso, se non avesse preso appunti per lei e spiegando al professore, quel sempliciotto, che non si sentiva troppo bene, si era ritirata nelle sue stanze per farsi un bel sonnellino di bellezza.
Ne aveva proprio bisogno.
Non si era ancora ripresa del tutto dal tentato strangolamento di quel mostro e, in più, doveva ancora escogitare il modo giusto per fagliela pagare.
Come osava, quel insulsa creatura nominare quella vergogna in sua presenza?
Caesar Ilybs, suo fratello maggiore e Mago No.
Quel ragazzo era la vergogna dell’intera famiglia, a casa bastava solamente nominarlo per far scoppiare in lacrime sua madre che, sempre per colpa sua era andata in depressione per aver donato alla sua famiglia e a suo marito un erede maschio del genere, e mandar su tutte le furie suo padre, che aveva minacciato più volte di scacciarla. Poi, grazie a Salazar, era nata lei perfettamente purosangue e con i poteri magici che si aspettava da una del suo rango riportando la felicità e l’armonia in casa sua.
I suoi genitori le avevano sempre insegnato che tra lei e il fratello maggiore esisteva una linea ben marcata che li rendeva diversissimi e, proprio per questo motivo, non potevano giocare insieme. Ricordava che quando era ancora piccola non riusciva a capire quello strano ragionamento, infondo quel bellissimo bambino dai capelli neri e dagli occhi da lupo era suo fratello e lei voleva giocare insieme a lui. Una volta era pure riuscita ad entrare in camera sua, che si trovava in cima ad una torre, in una stanza buia e molto fredda; lei aveva solo cinque anni e lui nove, voleva giocare insieme a lui alla principessa prigioniera e ricordava che lui fu molto felice di questo, ma quando i loro genitori li scoprirono li punirono duramente: lei non poté più uscire dalla sua camera per una settimana intera e poteva mangiare solo pane e acqua, lui, invece, venne picchiato selvaggiamente con una frusta.
Da quel giorno non giocarono più insieme.
Poi crescendo aveva compreso il significato delle parole dei genitori: lei era una purosangue, una mosca bianca in mezzo ad uno sciame di comunissime mosche, e doveva conservare la sua purezza senza mai confondersi con gentaglia che non fosse speciale come lei.
Aveva imparato la lezione, ma per scongiurare il pericolo che la loro amata figlia si sporcasse frequentando il fratello, mandarono Caesar in un prestigioso collegio inglese babbano e, da quel giorno, non gli fu più permesso di uscirne. Solo qualche anno fa gli erano arrivate notizie di lui da parte del direttore del collegio: dopo essersi diplomato con il massimo dei voti e in anticipo, si era iscritto ad un università babbana, ma prima si era diretto per una breve vacanza in Finlandia e li, per sua enorme sfortuna, non sapendo come, aveva incontrato Rhydian donandole l’arma perfetta da usare contro la sorella.
Quella dannata feccia.
La Serpeverde venne scossa da i suoi pensieri dalla porta che si apriva e, con tutta la grazia che sua madre le aveva insegnato per distinguersi, si mise a sedere per accogliere le sue compagne di stanza, non che migliori amiche: Erika e Adel.
<< Salve ragazze, come sono andate le lezioni pomeridiane? >>
<< Una noia come sempre Ali >>
A rispondergli fu solo Adel, Erika invece, con un leggero movimento del capo, la ignorò completamente, cosa che non sfuggi ai suoli occhi.
<< Erika tutto apposto? >>
Ma dall’amica nessuna risposta.
<< Lascia perdere Alison, oggi ha la luna storta >>
<< Fammi indovinare: Albus si è dichiarato a quel insuls… >>
Non fece in tempo a finire la frase, che  un pensante volume di Erbologia la schivo per un soffio, mentre Erika Gray la fissava con una freddezza che quasi metteva paura.
<< Lascia stare Albus, è con te che sono incazzatta nera >>      
<< Con me? E che avrei mai fatto? >>
<< Che hai fatto? Hai detto a tutta la scuola di Rhydian, dopo che questa ti aveva salvato la vita. Giuro, ne hai fatto di cose meschine da quando ti conosco, ma questa le batte tutte >>
<< E da quando in qua sei amica di quel mostro >>
<< Non sono amica sua, ma a differenza di te io conosco il significato della parola gratitudine >>
<< Sai che m’importa, se quella notte quei uomini l’avessero fatta fuori mi avrebbero sicuramente rallegrato la giornata e, se insieme a lei, avrebbero eliminato pure Roxanne Weasely gli avrei dato una medaglia d’oro per l’ottimo servizio all’umanità >>
<< Ma ti ascolti quando parli almeno? Continua cosi e vedrai, che un giorno di questi, ti ritroverai sola come un cane. Andiamo Adel, questa non vale nemmeno il mio fiato >>
Cosi Erika afferrò il polso della compagna di stanza e uscirono dalla loro stanza, lasciando Alison completamente rossa in viso per la rabbia: ora ci si mettevano anche le sue “amiche” a farle la predica? Lei aveva fatto quello che credeva più giusto e non se ne sarebbe pentita.
Sola, diceva Erka?
Bè, meglio soli che mal accompagnati!
 
 
Ormai la notte era calata da un bel pezzo e Rhydian, come ogni notte, si stava dirigendo alle cucine del castello, aveva appena lasciato Rose davanti al dipinto della Signora Grassa, dopo una serata estenuante di allenamento e, da quel poco che aveva capito dal suo continuo bofonchiare, una mattinata a fare da balia a due Serpi troppo cresciute, la Weasley era crollata cosi l’aveva spedita a letto.
Non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, ma le era grata per l’aiuto che le stava dando.
Come non avrebbe mai ammesso che, per una volta tanto, Heele aveva ragione: non ce la poteva fare da sola e farsi aiutare dal genio indiscusso della scuola, era stata una vera genialata, senza contare che Rose era talmente imbranata da farla sorridere e, cosa ancora sorprendente, lei trovava divertente la sua ironia cinica quindi, anche se non sarebbero mai diventate amiche per la pelle o qualcosa del genere, si trovava ad andare abbastanza d’accordo.
<< Non vedo l’ora di bermi un mega cappuccino, con tanta panna e cioccolato fuso sopra. Ho già l’acquolina in… >>
Un singhiozzo interruppe le sue fantasie da spuntino di mezza notte: qualcuno, non molto distante da lei, stava piangendo.
Alla Regina Mancata le lacrime non erano mai piaciute, non perché le considerava un atto di debolezza, quello valeva se a piangere era lei, ma perché non sapeva mai come comportarsi, con i bambini era facilissimo: bastava prenderli in braccio, baciarli la fronte e sussurrare parole dolci e confortanti e, già che c’era, cantare una ninna nanna non guastava mai. Ma con gli adulti, o adolescenti, era un altro palio di maniche.
<< Chi diavolo sta piangendo? Guarda che sono Rhydian, il mostro di fuoco, se non la smetti subito ti incenerisco, mi stai dando sui nervi >>
<< E tu sei proprio una High-Side se pensi di spaventarmi cosi >>
Da dietro una colonna comparve Catherine Tucker, vestita solo da un imbarazzante pigiama di flanella rosa, blu e viola, i lunghi capelli castani erano arruffati e gli enormi occhi da cerbiatta erano gonfi e rossi per l’aver pianto troppo.
<< Che diamine è un High-Sid…No! Non lo voglio sapere, che diavolo ci fai in piedi a quest’ora? >>
<< La stessa cosa vale per te >>
<< Cappuccino in cucina e poi nanna >>
<< Mi manca il mio ragazzo, non volevo svegliare le mie amiche e quindi mi sono rintanata qui >>
E, al solo pensiero del suo bel italiano, Cat riscoppiò a piangere gettando Rhydian nel agonia: odiava davvero la gente che piangeva!        
In più aveva notato che la Tassorosso stava tremando dal freddo. Anche se quella era stata, esclusivamente, una splendida giornata di sole, era pur sempre Gennaio, quindi inverno, quindi faceva un freddo boia…anche se lei doveva starsene zitta, visto che indossava un palio di pantaloncini da ginnastica, un croat top a maniche lunghe e la felpa che si era portata dietro la teneva legata ai fianchi, così, per bellezza!
Senza pensarci due volte sciolse il nodo si diresse verso la frignona.
<< Tieni, non voglio avere morti sulla coscienza…anzi no! Non voglio avere la TUA morte sulla coscienza >>
Depose la felpa sulle spalle della ragazza, che erano completamente ghiacciate. Non poteva lasciarla lì, da sola al freddo e al gelo, anche se fare l’amichetta pronta per lo sfogo non era proprio in cima ai suoi desideri della serata.
Che diavolo le era successo?
 Un anno fa l’avrebbe mandata a quel paese e l’avrebbe, anche, abbandonata; invece adesso si ritrovava a pensare, a ragionare, su come fare per aiutarla: non era più la stronza senza cuore di una volta, purtroppo.
<< Forza vieni con me. Ora andiamo nelle cucine, cosi tu ti riscaldi per bene, e ti dai una bella calmata. Ma se ti azzardi a raccontarmi qualcosa inerente alla tua vita sentimentale, o se scopro che dirai una sola parola su sta sera, riempio il tuo fondo schiena di calci. Sono stata chiara >>
Cat fece segno di si con la testa.
Ormai aveva capito che, sotto sotto, in un angolo molto profondo del suo cuore, quella ragazza era un anima buona, solo che si vergognava di farlo a vedere, troppo orgogliosa. Ormai si era costruita la maschera da stronza dal cuore di pietra e, dopo tutti quei anni, non riusciva più a togliersela, ma più si andava avanti e più quella maschera faceva crepe da per tutto, spera solo di esserci quando finalmente si sarebbe rotta del tutto.
La ragazza di fuoco poso una mano in vita della ragazza piangente che, quasi immediatamente, senti un lieve calore espandersi per tutto il copro dal punto in cui era posizionata la piccola mano della rossa.
Cavolo!
Aveva sempre desiderato un amica che fosse una stufa umana.
<< Non ci pensare nemmeno Tucker! È solo perché ho paura che morirai di ipotermia >>
<< Ma che leggi nella mente >>
<< No, leggo in faccia e la tua è abbastanza ovvia >>
<< Cosa vuol…AHHHHHHHHHHHHHHH >>
Le due ragazze sentirono un enorme spinta venire da dietro, tanto forte che le sollevò da terra e le fece sbattere contro una colonna: sicuramente Cat si sarebbe frantumata la testa se, Rhydian, non le fece scudo con il suo corpo e, quando precipitarono a terra, fu abbastanza veloce da prenderla tra le braccia e atterrare, perfettamente, in piedi proprio come un gatto.
<< E chi diavolo sei? Spiderman? >>
<< No! Sono Batman. Ora basta co ste cavolate >>
<< A già…ci hanno schiantato, giusto? >>
<< Giusto, hai vinto un premio. Ma prima scopriamo chi è lo schifoso vigliacco, figlio di buona donna, che mi ha attaccato alle spalle >>
<< Ma che linguaggio fine per una signorinella come te. Tua madre non ti ha insegnato l’educazione >>
Dal buio del corridoio comparve un uomo, a occhio e croce sulla quarantina, vestito come un vagabondo e con la bacchetta puntata verso la rossa.
<< Oppure voi Flamee siete delle sudice sgualdrine del linguaggio volgare >>
 Cat sgranò gli occhi. Quel uomo sapeva cos’era Rhydian e, da quanto ne sapeva, la preside aveva impedito a tutti gli studenti e alle loro famiglie, dopo averle assicurato che i loro preziosi figli non correvano alcun pericolo e che tutto era sotto controllo, di divulgare ancora di più la notizia. Quello era un segreto di Hogwarts e in quelle mura doveva rimanere.
Quindi doveva essere per forza uno della setta che a Dicembre li aveva attaccati. Oppure Alison l’aveva combinata una delle sue.
<< No! Non è uno di loro, ha il viso scoperto anche se quella ridicola barba copre tutto, quei bastardi, invece, hanno il volto coperto. Ed è troppo furbo per essere stato mandato da quella stronza, è riuscito a cogliermi di sorpresa >>
Qui urgeva uno specchio, immediatamente: possibile che la sua faccia fosse un libro aperto?
<< Aye, ragazzina. Sono qui per conto mio, diciamo: occhio per occhio, dente per dente >>
<< Sbaglio ho sento un accentò scozzese? Ti prego dimmi che non sei un fottutissimo scozzese >>
<< Mi dispiace deluderti, Nighean, ma sono un dannato scozzese da molte generazioni >>
<< Non ti azzardare a darmi della ragazzina, brutto somaro >>
Mentre l’irlandese e lo scozzese bisticciavano tra di loro, scambiandosi vari insulti. Catherine trovò che quello, per quanto strano potesse sembrare, era il momento più opportuno per darsela a gambe e dare l’allarme, la Flamee non era stata danneggiata nello schiantessimo, per quanto suonava strano dirlo, quindi poteva benissimo affrontare un duello per almeno venti minuti.
Con tutta la calma del mondo, mentre quei due continuavano ad dirsele di tutti i colori, mescolando insulti in gaelico scozzese e irlandese, Cat avanzò al indietro finche le sue esili spalle non toccarono il muro, le gambe le tremavano moltissimo, cosa che le ricordò quando si era avventurata nella Foresta Proibita, con Foster e Zach, ed erano stati scoperti dai centauri, anche quella volta Rhydian li aveva salvati.
Finalmente quando toccò la superfice di tufo si tenne pronta a scattare, ma un leggera esplosione, a qualche centimetro da lei la blocco subito, ritornando a guardare lo sconosciuto che, questa volta, aveva puntato la bacchetta proprio su di lei.
<< Dolcezza, non ho nulla contro di te, quindi non ti faro niente. Ma se ti azzardi a fare quello che ti passa per la mente, ti pietrifico all’istante >>
Quei due avevano rotto!
<< Sempre se ci riesci, vecchiaccio! >>
Rhydian lascio tutte i due di stucco: con un urlo sovrumano si lacciò alla carica del suo nemico che, cercando di contrastare l’avanzata del suo avversario, iniziò a scagliarle contro una sfilza di incantesimi, la maggior parte della quale Cat non ne aveva mai sentito parlare, nemmeno sui libri. Ma la Flamee fu abbastanza abbile da schivarli tutti ma, quando era ad un palmo di naso a colpire il suo avversario, questo, prendendola completamente contro piede, fece una capriola in aria, evitando del tutto il colpo della ragazzina e, ancora in aria, lanciò un altro incantesimo che, questa volta, andò a fondo colpendola al braccio.
Cat poté vedere il sangue della Regina Mancata sgorgare come un fiume in piena, ma questa non mostrava alcun segno di dolore sul suo viso. Più che altro stava osservando il misterioso avversario, cosi da poterlo attaccare al momento propizio, peccato che non avevano tutta la notte.  
<< Ok, mentre voi vi ammazzata avvicenda, io metto il gas e vado a chiamare qualcuno. Ciao ciao >>
<< Ragazzina, ti ho già detto… >>
Un poderoso gancio destro, però, lo azzitti completamente. La Tassorosso poté sentire distintamente il rumore della mascella rompersi, mentre qualche dente volo fuori dalla sua bocca, mentre Rhydian lo guardava con un sorriso maligno, quasi infantile, come se fosse stato una bambino dispettoso che aveva appena rubato delle caramelle e nessuno si era accorto di nulla.
<< E tu non abbassare mai la guardia, vecchiaccio! Anche se si tratta di una ragazza che, guarda caso, è maledettamente brava a fare a pugni alla vecchia maniera >>
<< Modesta >>
<<  Ora puoi chiamare aiuto Cat, e anche Poppy. Avrà molto lavoro da fare sta notte >>
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Questo capitolo ce l’ho pronto da giorni ormai, ma per qualche oscuro motivo, interessante e misterioso, non mi va internet quindi ecco la ragione di questo mio ritardo, spero che mi perdoniate anche perché con la sintesi sarò molto breve, ma cominciamo: Fra dice, in un attimo che era soprappensiero, Ti Amo a Roxanne e ora si sta dando delle bellissime capocciate al muro, Rose fa tornare la pace fra Al e Scorp tirando, finalmente, fuori le palle, Fred bacia Fran in un attimo di gelosia e poi è andato a fare compagnia a Fra, Alison ha una discussione con Erika e Adel le toccherà da fare da paciere. Infiene Cat le manca il fidanzato, incontra Rhydian che, in maniera disastrosa, cerca di consolarla, poi vengono attaccatte da un misterioso individuo e Rhydian lo atterra con un pugno…come sintesi fa schifo ma io ho un sonno che mi porta via.
Nel prossimo capitolo: chi è il misterioso nemico? Perché ha attaccato Rhydian? È davvero lei il suo vero obbiettivo? O vuole arrivare a qualcun altro…lo scopriremo solo prossimamente.
Un Bacio
Vero
Ringrazio di tutto cuore chi segue la mia storia:
1 - amelie93 
2 - Bherenike 
3 - ChicaCate94 
4 - Dany_skywalker 
5 - Elivag 
6 - leo99 
7 - Luthien Felagund 
8 - Marty Evans 
9 - quiquoqua1234 
10 - sapphire_2 
11 - Yorgos 
12 - Yorokobi 
13 - _Alyss_ 
Chi l’ha messa nelle preferite:
1 - AlexisVictorie 
2 - Cersei Evans 
3 - Hufflepuff_Fangirl 
4 - Jessica Green 
5 - Lily_James Potter 
6 - Luthien Felagund
7 - Pat_
E chi trova sempre cinque minuti per recensire…ragazzi vi adoro di tutto cuore!
  
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