Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Lizhp    12/09/2015    8 recensioni
SEQUEL DI YOU MADE ME.
-Perché ridi?- gli chiese il riccio, sorridendo leggermente.
-Perché tu sei completamente pazzo!- e così dicendo il biondo si alzò dalla sedia per controllare il cibo sui fornelli.
Mika osservò ancora per un attimo quella lettera, riflettendo di nuovo sulla proposta; Andy però, inconsapevolmente, gli aveva appena dato un ottimo motivo per accettare.
-Dici che è una cosa pazza, eh?- chiese quindi al biondo.
-Assolutamente sì- confermò il ragazzo, tornando a sedersi accanto a lui.
Mika alzò gli occhi alla ricerca delle iridi color del cielo del compagno e quando le incontrò sorrise.
-Allora se è una cosa pazza, la faccio!- dichiarò, prendendo infine la sua decisione con un’alzata di spalle.
Andy lo guardò, sbarrando gli occhi.
-Mika, ma davvero lo farai?-
-Sì!- confermò convinto il cantante, annuendo freneticamente con la testa –Perché non dovrei? Ho detto no a troppe cose in quest’ultimo periodo-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così dopo tre giorni di lavoro continuo, Andy si ritrovò all’aeroporto, ad osservare con sguardo truce il tabellone dei voli: ritardi.
 
Sarebbe arrivato comunque in tempo, ma non prima di cena.
Quando giunse di fronte all’hotel in cui alloggiava Mika, erano ormai le otto di sera: Andy controllò ancora una volta il messaggio che gli aveva mandato Isabella, con il numero della camera di Mika. Quando giunse di fronte alla porta, si fermò per un attimo ad ascoltare, sorridendo leggermente nel sentire la voce velata d’ansia del compagno, che stava parlando in italiano con Isabella.
La donna invece aveva appena detto una frase in inglese, che Andy riuscì così a percepire.
-Mika, fermiamoci qui. È ora di cena e continuare così non ti fa bene, aumenta solo l’ansia-
Il libanese però, testardo come sempre, rispose in italiano.
-No, no, noi continuiamo, per favore. È domani-
-Mika, è tutto il giorno che stiamo ripassando, la tua mente starà esplodendo-
Andy non capì una parola questa volta, ma si decise ad entrare. Abbassò la maniglia della porta e fece capolino all’interno della stanza.
Un paio di occhi color nocciola si posarono, sorpresi, su di lui; Andy si fermò per un attimo a godersi l’espressione di completo stupore che si delineò sul volto del suo ragazzo, seguita da uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il libanese annullò poi a grandi falcate la distanza che li separava e, prima che Andy se ne potesse rendere conto, si ritrovò a stringere tra le sue braccia il compagno.
Al di là della spalla di Mika, Andy vide Isabella fargli l’occhiolino: il biondo le aveva detto che, lavoro permettendo, avrebbe raggiunto Mika, ma dato che per tutto il giorno non aveva ricevuto sue notizie, la donna aveva pensato che non ce l’avesse fatta.
Invece eccolo lì.
-Andy- sussurrò Mika, allontanandosi da lui per guardarlo negli occhi –Cosa ci fai qui?-
-Gita turistica! Non avevo mai visto Napoli- rispose il biondo con un mezzo sorriso, ricevendo così un pugno affettuoso da parte del ragazzo.
-Ciao, Isabella- salutò poi il greco, mentre Mika chiudeva la porta della stanza.
-Buonasera. Quale sorpresa!- esclamò la siciliana, ridendo.
-Sapevi che sarebbe venuto?- domandò Mika, fissando la sua insegnante.
-Sapevo che c’era questa possibilità- gli spiegò la ragazza, sorridendogli.
-Sì, ho finito di lavorare- aggiunse Andy –Ma ora sto morendo di fame. Ceni qui?- chiese poi il biondo alla donna.
-Sì, cena qui, dobbiamo ancora ripassare il cong…-
-Mika!- esclamarono Andy e Isabella contemporaneamente, rimproverandolo entrambi.
Il libanese fece correre gli occhi dalla sua insegnante al suo ragazzo, alzando entrambe le sopracciglia: -Vi siete alleati contro di me?-
-No, ma potremmo farlo in questo momento- dichiarò il biondo, abbandonando la sua valigia in un angolo della stanza.
-Ma…- tentò Mika, ma questa volta venne interrotto dalla donna.
-Niente ma, non dirò più una sola parola in italiano questa sera, ne ho già dette troppe-
Mika fu così costretto a rassegnarsi.
Tuttavia qualche ora dopo, quando salutò Isabella e si voltò poi in direzione di Andy, si rese conto che avevano avuto ragione: mentre chiacchieravano del più e del meno a cena, era riuscito a portare i suoi pensieri lontano da quello che avrebbe dovuto fare il giorno seguente e per un paio d’ore quella strana sensazione di ansia e paura che sentiva pensando alle audizioni gli aveva dato tregua.
Si rese conto di voler continuare per quella strada.
Andy si stava cambiando, sostituendo jeans e camicia con un paio di pantaloncini corti e una maglietta, per stare più comodo.
-Grazie- gli disse Mika, mentre il biondo si avvicinava a lui.
-Ringrazia di non avermi mai portato a Napoli prima, è solo per ques…- Mika non lo lasciò finire e lo bloccò prima che avesse il tempo di dire una parola in più, assestandogli un bel morso sul braccio.
-Ahi!- esclamò Andy, ritraendosi, ma poi lo vide ridere e appoggiò così le sue labbra su quel sorriso, trascinandolo sul letto e posandosi su di lui. Quando si allontanarono Andy lasciò da parte per un attimo la voglia di scherzare.
-Non c’è di che, Mika- gli disse, facendo scorrere le sue dita sulla guancia del compagno, quella sera perfettamente liscia e senza un filo di barba. Il libanese scivolò accanto al ragazzo, appoggiando poi la testa sul suo petto e lasciandosi stringere dall’abbraccio di Andy.
-A che ora la sveglia domani?- chiese poi il biondo, per capire a che ora avrebbe dovuto costringere Mika a chiudere gli occhi: sapeva che sarebbe stata un’impresa quasi impossibile, il ragazzo non riusciva quasi mai a dormire bene quando l’agitazione lo attanagliava.
-Tardi… è di pomeriggio-
Andy lo avrebbe aspettato nei camerini, probabilmente insieme a Isabella. Non avrebbe capito nemmeno una parola pronunciata da Mika, ma poco importava.
-Ma credo che per te sarà noioso, sicuro che non vuoi aspettarmi qui?- aggiunse poi Mika, quando si rese conto che il compagno avrebbe dovuto passare ore ad aspettare lui e non avrebbe potuto nemmeno distrarsi a guardarlo dagli schermi, non capendo l’italiano.
-Tu non preoccuparti. Ci vengo-
Mika alzò il volto dal petto del ragazzo, rivolgendogli un sorriso sincero, per poi raggiungere di nuovo le sue labbra, con un tocco delicato.
Era sempre un po’ surreale quando Andy appariva all’improvviso, senza che lui sapesse nulla: si convinceva che prima di un certo periodo di tempo non avrebbe potuto rivederlo e poi all’improvviso se lo ritrovava tra le sue braccia. Aveva sempre bisogno di un attimo di tempo per realizzare.
Finché baciava le labbra di Andy con passione e dolcezza allo stesso tempo, infilò una mano al di sotto della sua maglietta, iniziando a disegnare cerchi immaginari sulla sua pelle, sempre così calda. Si mise su un fianco, trascinando Andy con sé e facendo entrare in contatto i loro corpi.
-Dov’è l’ansia, adesso?- sussurrò Andy, prendendolo in giro, e facendo passare un braccio attorno al corpo di Mika per stringerlo ancora di più a sé.
-Non volevi che mi distraessi?- rispose il riccio, soffiando quelle parole sul collo di Andy, dove poi posò le sue labbra in una scia di baci leggeri che, come sempre, lasciò dietro di sé brividi di piacere –Sto solo seguendo il tuo consiglio-
-Bel modo di distrarsi- borbottò Andy, completamente in balia delle labbra del compagno che in quel momento avevano raggiunto la base del collo e cercavano di farsi spazio al di sotto della maglia.
-Ma se non vuoi…- disse il riccio.
Mika non ebbe nemmeno il tempo di allontanarsi: dopo quella frase Andy, intuendo la prevedibile mossa del compagno, afferrò le sue braccia e in men che non si dica invertì le posizioni.
-Non ci provare- sussurrò poi Andy, cercando le mani di Mika e intrecciandoci le dita.
Restarono per qualche secondo a guardarsi semplicemente negli occhi, scambiandosi reciprocamente un sorriso, poi fu Andy a far sparire entrambe le magliette oltre i piedi del letto. Pochi secondi dopo anche i pantaloni fecero la stessa fine. Mika allungò una mano dietro di sé per spegnere la luce e poi fu come se l’intero mondo fosse sparito, lasciando solo loro due: ogni carezza, ogni sospiro, ogni bacio andava a dimostrazione del fatto che quel piccolo mondo personale in cui si rifugiavano ogni volta che stavano insieme, era sicuramente il mondo perfetto per entrambi.
 
Il giorno dopo Andy si svegliò con il fastidioso suono della sveglia che gli perforava i timpani. Borbottò qualcosa, sperando che Mika allungasse la mano per spegnerla, ma quel rumore continuava a riempire il silenzio della stanza in un modo che il greco avrebbe definito brutale.
-Mika- si lamentò ad occhi chiusi, ma dal lato sinistro del letto non pervenne alcuna risposta. Molto spesso Mika non sentiva la sveglia, ma mai prima di un avvenimento importante: anzi, di solito veniva spenta subito con un colpo secco e un lamento.
Andy, senza ancora trovare la forza di aprire gli occhi, allungò un braccio, con l’intento di colpire il compagno e costringerlo così a porre fine a quel suono fastidioso che ormai gli martellava in testa e stava mettendo a dura prova la sua pazienza.
Ma il suo braccio si appoggiò su un freddo e vuoto materasso.
Improvvisamente, Andy spalancò gli occhi. Si allungò per spegnere la sveglia, trattenendosi dal lanciarla, e poi si alzò dal letto.
Recuperò i vestiti da terra e poi si chiese dove potesse essere il compagno: forse era già sceso in sala a fare colazione, forse era andato a fare una passeggiata. O forse sarebbe tornato a breve con la colazione e si era semplicemente dimenticato di togliere la sveglia. L’ultima alternativa lo allettava particolarmente, era di sicuro quella che preferiva.
Ma il libanese non era andato a prendere caffè e croissant per entrambi.
Andy scorse la sua slanciata figura dalla porta aperta del bagno: Mika era appoggiato al davanzale della finestra e stava sussurrando qualcosa, disordinandosi i capelli con gesti frenetici, nervosi.
-Qualcosa mi dice che non entrerai da quella porta con il vassoio della colazione tra le mani- commentò Andy, arrivando alle sue spalle e lasciandogli un bacio sulla guancia.
Mika ignorò le parole di Andy e sussurrò solamente –Buongiorno- per poi tornare a fissare i fogli che stringeva tra le mani.
-Mika- sospirò Andy, quando si accorse che quelli che il ragazzo stringeva tra le mani erano appunti di italiano… di nuovo. Scritti da lui, tra l’altro. Mika non scriveva spesso a mano libera, tanto meno in una lingua che non fosse l’inglese: se lo immaginava all’alba o, peggio ancora, in piena notte, a prendere quei fogli e scriverci su tutte quelle parole. Era in quei casi che Andy non sopportava il fatto di avere il sonno pesante; se solo si fosse accorto di qualcosa, avrebbe impedito a Mika di mettersi a ripassare.
-Da quanto sei sveglio?- chiese allora il greco, preparandosi ad una risposta che lo avrebbe sicuramente infastidito.
-Un paio d’ore- rispose Mika, noncurante.
Andy, senza farsi vedere dal compagno, alzò gli occhi al cielo. Convincerlo a lasciar perdere ripetendogli quanto si fosse già preparato e quanto fosse inutile rileggere quegli appunti in quel momento, sarebbe stato inutile.
-Okay, Mika? Ho fame. Andiamo giù a fare colazione?- disse quindi e gli tolse i fogli dalle mani.
Il libanese ovviamente si lamentò ma Andy riuscì comunque a trascinarlo di fronte ad un caffè fumante e ad un croissant grondante crema, cosa che alla fine Mika sembrò apprezzare, nonostante tutto.
 
Quando raggiunsero il luogo delle registrazioni Andy e Isabella seguirono Mika nel suo camerino, per vedere dove si trovava. La donna poi sparì chissà dove e, mentre un paio di persone si occupavano di sistemare i capelli di Mika e di truccargli il viso, Andy fece un giro per gli studi.
Si soffermò in particolar modo sui cameraman, ovviamente.
Era già stato qualche volta dietro le quinte di alcune trasmissioni televisive, sempre per accompagnare Mika, ed ogni volta si era preso qualche minuto per scrutare le telecamere. La loro posizione, quante ne erano previste, il modo in cui venivano organizzate. Si sentiva sempre come un bambino di fronte al suo giocattolo preferito.
Qualche minuto dopo però abbandonò le videocamere e tornò di fronte al camerino, entrando solo nel momento in cui vide uscire i parrucchieri.
Si prese qualche secondo per osservare Mika: indossava una giacca nera sopra una camicia bianca e un papillon, e dei pantaloni azzurri.
Il riccio puntò gli occhi in quelli del compagno, intimorito.
-Wow- commentò convinto Andy, osservando il ragazzo.
-Che cosa sto facendo?- si lamentò di nuovo Mika prendendosi il volto tra le mani, per poi fare un respiro profondo. Andy stava per dirgli qualcosa, ma in quel momento bussarono alla porta e pochi secondi dopo entrò Isabella, seguita da un uomo della produzione.
-Mika, si inizia-
-Okay- rispose il libanese e l’uomo uscì dal camerino.
-Andrà bene- gli disse Andy, rivolgendogli un sorriso. Mika si prese qualche secondo per guardarlo negli occhi, poi annuì.
-In bocca al lupo!- gli disse invece Isabella, anche lei con un sorriso.
-Crepi- rispose il libanese, per poi avviarsi verso la porta.
 
Raggiunse gli altri giudici camminando velocemente e rimanendo molto sorpreso quando di fronte a sé trovò solamente Elio e Simona Ventura.
-Morgan?- chiese quindi, curiosamente.
-Non è ancora arrivato- lo informò Elio.
Mika si limitò ad annuire e ad attendere accanto ai colleghi il momento in cui avrebbe iniziato in tutto e per tutto quell’avventura, che in quel momento gli sembrava una pazzia e basta.
Aveva già avuto modo di incontrare una volta gli altri giudici, ma non si era fatto ancora un’idea precisa su di loro; avrebbe dovuto conoscerli meglio. Tuttavia, in quel momento di agitazione, non poté fare a meno di sorridere osservando Simona Ventura: qualche settimana prima la donna aveva fatto la sua apparizione in un sogno di Mika, nelle vesti di una tata molto affascinante. Nel sogno la donna si rivolgeva a lui in tedesco e Mika cercava di spiegarle, in spagnolo, che lui il tedesco non lo capiva. Colpa del jet-lag.
In quel momento sentì la voce di Alessandro Cattelan annunciare l’assenza di Morgan: mancava davvero pochissimo.
Non c’era più tempo per pensare ai sogni, non c’era più tempo per ripassare l’italiano; quello che era stato fatto ormai doveva essere sufficiente.
-Signori e signore, i giudici di X Factor!-
Cercò di fare come quando saliva sul palco per cantare: lasciar da parte tutto e concentrarsi solo sullo svolgere il suo lavoro al meglio.
Seguì Elio e Simona fuori dalla porta, per raggiungere lo studio: si iniziava.
 
Andy prese una sedia e si sedette di fronte alla piccola televisione che era stata posizionata nel camerino e Isabella lo seguì pochi secondi dopo.
In quel momento, una voce annunciò l’ingresso dei giudici.
-Come mai solo tre?- chiese il biondo.
-Sentivo prima che Morgan non è ancora arrivato-
Andy annuì indifferente per poi concentrarsi su Mika, cercando di scrutarlo oltre il sorriso che si era stampato in faccia mentre, appoggiato ad una ringhiera, salutava. Lo vide poi scendere le scale, mostrandosi solare come sempre, stringendo la mano a chiunque gliela porgesse.
-Sembra abbastanza tranquillo- commentò Isabella, con gli occhi fissi alla televisione.
Andy scosse la testa: –No- disse deciso –È il sorriso che mostra quando è troppo nervoso-
Quante volte aveva visto quel sorriso nel corso di quegli anni: era quello che il compagno esibiva appena saliva sul palco, un sorriso che diventava davvero spensierato solo dopo qualche canzone.
Iniziò Mika a fare le domande al primo concorrente e Andy appoggiò la schiena alla sedia: non capiva nulla, tutto quello che poteva fare era seguire l’umore di Mika in base alle sue espressioni.
Isabella invece osservava attentamente la televisione, con i gomiti appoggiati alle ginocchia. Quando Mika finì di fare le domande annuì soddisfatta.
-Niente errori da appuntare?- le chiese Andy, con un mezzo sorriso.
-È stato bravo con le domande- gli disse la donna, annuendo.
Il greco tornò a guardare lo schermo, ascoltando il ragazzo che si stava esibendo in inglese, permettendogli almeno di capire le parole della canzone.
Quando poi fu il momento del giudizio, la prima a parlare fu Simona Ventura, seguita da Mika.
Anche in questo caso, Andy vide la donna accanto a sé annuire e lui sorrise: non aveva dubbi che Mika fosse arrivato pronto quanto bastava per quella giornata.
Andy si accorse che non capire quello che stava dicendo lo infastidiva, e non poco. Dato che anche lui era lì ad ascoltare le esibizioni di quei giovani ragazzi italiani, gli sarebbe piaciuto poter capire il giudizio di Mika, al di là del sì o del no.
-Che cosa ha detto?- chiese così per la milionesima volta a Isabella, senza riuscire a trattenersi. Si era appena esibita una ragazza davvero strana e Andy non era riuscito a capire cosa avesse detto Mika, prima di iniziare a cercare di imitare  gli stessi suoni che aveva fatto lei con la voce, facendo ridere Andy.
Isabella rise a sua volta.
-Ha detto che questo vibrato di capra gli piace- Andy si unì alla risata di Isabella –E che è strano-
Vibrato di capra.
Andy scosse leggermente la testa, divertito. Anche in un ambito diverso dal palco, era riuscito alla fine a lasciarsi andare, ad essere lui.
 
Stava andando bene e Mika si stava divertendo: era un po’ esitante, ma tra un concorrente e l’altro si ritrovò a pensare che avesse fatto una buona scelta a dire sì.
Era un’esperienza nuova, in cui aveva la possibilità di sentire tanti giovani nuovi talenti o presunti tali. Quanto all’italiano, gli era sembrato di non essere andato male; sì, era consapevole di aver commesso qualche errore, ma poco importava: era riuscito a capire e a farsi capire.
Seduto a quel tavolo con gli altri giudici si trovava tutto sommato bene, a suo agio.
Forse, poteva essere davvero l’inizio di qualcosa di bello.
Quando anche l’ultimo concorrente si fu esibito, Mika ringraziò e salutò prima il pubblico e poi i colleghi, dirigendosi infine nel suo camerino, dove trovò Andy e Isabella di fronte ad una tazza di caffè. Al suo ingresso, entrambi gli rivolsero un sorriso.
-È andata!- decretò il libanese, lasciandosi cadere in modo poco elegante sul divanetto, a pancia in giù, e affondando la testa nella stoffa: era esausto.
-Anche bene, mi dicono- rispose Andy, indicando Isabella con un cenno della testa.
-Sì- confermò la donna –Mi sono appuntata giusto un paio di cose che…- ma la donna si bloccò, alla vista dello sguardo che Mika le riservò, alzando la testa dai cuscini.
-Ti prego, non adesso- la supplicò, convinto di non riuscire a fare entrare nulla nella sua testa in quel momento, tantomeno le correzioni della sua insegnante di italiano.
-Okay- concesse la donna –Li conservo per domani. Io adesso comunque devo andare- e si alzò dalla sedia.
-Non torni in hotel con noi?- chiese Mika, mettendosi seduto sul divano in una posizione un po’ più composta.
-No, ho un impegno. Ma ci vediamo domani! Buona serata, ragazzi. E ancora complimenti, è stato un bell’inizio- e così dicendo uscì dal camerino.
-Grazie- rispose Mika e, quando la donna si fu chiusa la porta alle spalle, i suoi occhi corsero al biondo, che era rimasto tutto quel tempo ad aspettarlo, ad ascoltare ciò che per lui non erano altro che una serie di suoni incomprensibili.
Avrebbe tanto voluto ringraziarlo per averlo aspettato, per aver avuto pazienza con lui in quei giorni, soprattutto quando quella sfida gli aveva fatto così paura da farlo ripensare alla sua scelta; avrebbe voluto fare qualcosa per fargli capire che apprezzava che avesse preso un aereo per arrivare fin lì per quei giorni di registrazioni.
-Mi cambio e andiamo a mangiare qualcosa?- chiese quindi, alzandosi dal divano.
-Non so se in hotel a quest’ora fanno ancora…-
-Non in hotel, andiamo da qualche altra parte-
Andy lo osservò, alzando entrambe le sopracciglia. Tutti sapevano che quel giorno ci sarebbero state le registrazioni della prima giornata di audizioni di X Factor e Mika era la grande novità; che passasse inosservato era praticamente impossibile.
-Ci inventeremo qualcosa- lo rassicurò il riccio, rivolgendogli un sorriso.
Andy da un lato restava convinto che tutto sarebbe stato più semplice se si fossero chiusi in hotel, ma dall’altro lato aveva voglia di godersi una passeggiata per le vie di quella città a lui sconosciuta insieme a Mika.
Non amava le complicazioni, ma non amava nemmeno dover rinunciare a quelle piccole semplici cose e, a quanto pare, nemmeno il compagno voleva rinunciarci, considerando lo sguardo speranzoso che gli stava rivolgendo.
Come avrebbe mai potuto dirgli di no?
-Okay- rispose quindi, annuendo.
Vide la soddisfazione dipingersi sul volto di Mika quando si alzò per andare a cambiarsi e non poté fare a meno di sorridere.



Buooooooooooongiorno!
Poche cose da dire!

Viene citato un sogno di Mika riguardante Simona Ventura, Mika ne parla sempre nell'articolo in cui racconta che Isabella gli ha detto che parla italiano come un macellaio, qui: 

http://mikaitalia.jimdo.com/mika-scrive/la-mia-insegnante-siciliana-dice-che-parlo-italiano-come-un-macellaio/

E poi tutto quello che trovate in riferimento alle audizioni è preso dalla seconda puntata, in cui si parla appunto di Napoli! 

Come al solito graziegraziegrazie a chi legge e commenta, vi adorrrro. 

Alla prossima :)
   
 
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